ilTorinese

Il centro e il populismo: non c’è alleanza possibile

In Italia conta, da quasi sempre, un principio abbastanza consolidato. Ovvero, “si vince al centro”.

O, meglio ancora, “si governa dal centro”. Due modi di pensare che fanno del fantomatico “centro” sempre un elemento di equilibrio, di buon senso e di buon governo. Certo, il tutto è anche e soprattutto il frutto della lunga stagione democristiana e delle politiche che hanno caratterizzato quella fase storica, ma anche nella cosiddetta seconda repubblica con la disputa e il confronto tra le coalizioni di Prodi e di Berlusconi si è ruotato attorno alla capacità di declinare “politiche di centro” nella concreta azione di governo.
Una lunga stagione che si è bruscamente interrotta con l’irruzione del populismo di marca grillina e con tutta la deriva antidemocratica, populista, qualunquista, giustizialista, manettara e anti politica che si è trascinata dietro. Una stagione che ha contaminato la stessa Lega a trazione salviniana e che ha contribuito a ridurre la capacità di governo e, soprattutto, che ha allontanato sempre di più i cittadini dalla politica e dalle istituzioni. Non a caso, sono bastati alcuni anni di governo di queste forze – in particolare del populismo grillino – per arrivare ad una semplice e persin banale conclusione. Ovvero, se si vuole ritornare alla politica, al buon governo, alla qualità della classe dirigente e ad una stagione di progettualità politica, di rilancio concreto e riformista del nostro paese e soprattutto di difesa della qualità della democrazia, è indispensabile abbandonare definitivamente il populismo in tutte le sue versioni. I danni provocati da questa sub cultura e da questa deriva qualunquista e antidemocratica sono sotto gli occhi tutti. E i recenti risultati delle elezioni amministrative lo hanno persin platealmente confermato.
Ma, per poter ritornare ad una stagione di normalità democratica e di “politica dei partiti”, non basta abbandonare nominalmente il populismo per come si manifesta in tutte le sue versioni. Quello che conta è di impedire che ci siano alleanze politiche e di governo con queste forze. Perchè se ci si allea con forze di chiara impronta populista e anti politica diventa estremamente difficile poi declinare una cultura di governo che rifugga concretamente da quelle tentazioni. Certo, noi siamo ormai abituati ad assistere alle torsioni trasformistiche ed opportunistiche in campo politico e parlamentare. L’esempio concreto viene proprio dal partito di Grillo e di Conte che misteriosamente e collettivamente ha rinnegato, nello spazio di un mattino, tutto ciò che ha predicato, teorizzato e urlato nelle piazze per oltre 15 anni. Si tratta di una conversione, appunto, collettiva, improvvisa e alquanto misteriosa. Sino a quanto dura? Credo sia impossibile saperlo perchè quando il profilo e l’identità di un partito è ben definito, e quando lo si rinnega così radicalmente, delle due l’una: o si ripropone in tutta la sua integrità appena è possibile oppure si abdica definitivamente ma si corre il rischio che quel partito tramonti elettoralmente del tutto. Ecco perchè l’equivoco di una alleanza strategica, organica e politica con un partito populista indebolisce inesorabilmente una coalizione che ambisce a declinare una politica di governo riformista e autenticamente democratica.
Ed è proprio all’interno di un contesto del genere che un progetto politico di centro – ormai fortemente gettonato anche e soprattutto dopo questa importante tornata amministrativa – quasi si impone. Ma, al di là di come concretamente si declinerà – sarà inesorabile una sorta di “federazione” tra i vari soggetti in campo – è indubbio che difficilmente potrà convivere con forze dichiaratamente ed esplicitamente populiste, qualunquiste e anti politiche che negherebbero alla radice qualsiasi possibilità di poter praticare una reale e credibile “politica di centro”.
Anche su questo versante, dunque, si giocherà una sfida politica non indifferente ai fini della definizione dei prossimi equilibri politici e in vista delle elezioni politiche del 2023. Fuorchè, come dicevamo all’inizio, vinca nuovamente il trasformismo politico e parlamentare. Ma sarebbe una sconfitta sonora della qualità della nostra democrazia e della stessa credibilità delle nostre istituzioni democratiche.

Giorgio Merlo

Mariotto Segni e la “fake news” del colpo di Stato

Sabato 24 ottobre i riflettori di Rai Storia, il bel canale tematico della televisione di Stato, dedicato all’approfondimento della storia, ha mandato in onda, alle ore 8.50 ed alle 20.20 una intervista di Mariotto Segni, incentrata sul libro da lui scritto ‘Il colpo di Stato del ‘64’.

A Giovanni Paolo Fontana, nell’ambito della trasmissione ‘Scritto, letto, detto’, l’onorevole Segni ha ribadito la tesi che ha illustrato nel testo, ovvero che il cosiddetto ‘Colpo di Stato’ su una gigantesca fake news (oggi verrebbe chiamata in questo modo) e che fu l’inizio di una campagna mistificatoria che ha colpito la Repubblica. Riproponiamo, di seguito l’intervista che Il Torinese.it aveva realizzato a maggio di quest’anno con l’autore, ricca di spunti interessanti che offrono una diversa chiave di lettura della storia recente.

 

Il “Piano Solo’, del quale le generazioni più giovani hanno quasi perso memoria, negli anni Sessanta fu un argomento di grande e delicata attualità. Si trattava di un piano di emergenza speciale a tutela dell’ordine pubblico, fatto predisporre nel 1964 da Giovanni de Lorenzo, durante il suo incarico di comandante generale dell’Arma dei Carabinieri. Nel 1967 L’Espresso uscì con un titolo ad effetto 1964 Segni e de Lorenzo tentarono il colpo di stato’. I giornalisti Lino Jannuzzi ed Eugenio Scalfari sostennero che Antonio Segni, all’epoca dei fatti presidente della Repubblica e de Lorenzo fecero pressione sul Partito Socialista che rinunciò alle riforme ed accettò di formare un secondo governo Moro perché preoccupato dall’attuazione di tale piano.  Poche settimane fa si è tornato a parlare nuovamente di quanto accadde 57 anni fa con un libro di Mariotto Segni, edito per i tipi della Rubbettino, che legge quanto accadde allora da tutt’altra angolazione ed il titolo è eloquente: “Il colpo di stato del 1964 – La madre di tutte le fake news”. L’autore è figlio di Antonio Segni, parlamentare nella Democrazia Cristiana, poi fondatore del Patto Segni dopo un breve transito in Alleanza Democratica, e propugnatore di diverse battaglie referendarie, tra cui quella che portò all’abolizione della preferenza multipla. Dal 2004 non ha più incarichi parlamentari (l’ultimo è stato a Strasburgo) e l’ultima campagna referendaria con Parisi e Di Pietro fu quella stoppata dalla Corte Costituzionale. E’ stato anche docente della cattedra di diritto civile all’Università di Sassari. Nel libro, che è molto documentato e si legge agevolmente, sottolinea che lo scoop dell’Espresso, che diede il via ad una vera e propria campagna di stampa che dipinse la Democrazia Cristiana come un partito golpista, fu in realtà una gigantesca fake news, la prima della storia repubblicana e forse la più imponente. Abbiamo chiesto a Mariotto Segni quale sia stata la genesi del libro e le motivazioni che l’hanno spinto a scriverlo a distanza di tanti anni

“Questo libro è nato in modo singolare e mi si potrebbe chiedere perché non l’ho scritto prima. Tre anni fa, nel 2018, ricorrevano i 40 anni del sequestro e dell’uccisione di Aldo Moro. Nel rileggere i giornali che ripercorrevano la sua vita e la sua vicenda mi capitò di leggere anche alcuni articoli che rievocavano in modo arbitrario le vicende del 1964. Ho effettuato una rilettura attenta degli stessi e mi sono accorto che la narrazione era rimasta sostanzialmente inalterata in 50 anni. Ho lavorato per quasi tre anni e avanzando nella ricerca del materiale mi sono reso conto che era stato raccontato un pezzo di storia italiana con una costruzione falsa. Come documenti mi sono basato sull’archivio Antonio Segni e, per una strana circostanza, a casa ho trovato una cassetta con molte lettere e documenti che poi ho richiamato nel libro e prodotto come allegati. Ma nel rileggere il tutto la scoperta più grande, più significativa e più singolare è stato il costatare come documenti conosciuti erano stati raccontati in modo diverso se non opposto.
All’epoca fece scalpore la proposta di Cesare Merzagora che si propose per guidare un governo di tecnici svincolato da partiti. Certo che i tempi sono davvero cambiati se pensiamo ai governi di Lamberto Dini, su incarico del presidente Scalfaro, o di Monti, nominato dal presidente Napolitano …..

“In realtà quella di Merzagora era una autocandidatura, in realtà è mia convinzione che mio padre non fosse d’accordo su un Governo Merzagora ma pensasse piuttosto ad un monocolore DC”.

Per l’ipotesi di colpo di stato che sarebbe maturato nel 1964 e che indica come una gigantesca fake news ante litteram quale sarebbe stata la ragione alla base ?

“Non saprei dirlo, credo che sia stato il desiderio di un grande scoop. Eugenio Scalfari su ciò ha costruito la sua carriera di giornalista. In ogni caso questo ha influenzato fortemente tutto il corso degli anni Sessanta. Da lì è iniziato il racconto della Democrazia Cristiana golpista. Il risultato di questa predicazione è stata una campagna che dipingeva l’Italia come ad un passo dal colpo di Stato e la Dc come partito pronto a fare il golpe pur di sbarrare la strada al Pci. La narrazione successiva ha poi rafforzato la tesi scalfariana che ha fatto partire tutto dal luglio 1964, con l’azione golpista nella quale sarebbero stati coinvolti il Presidente della Repubblica e l’Arma di Carabinieri.

Antonio Segni era contro il centrosinistra ?

Mio padre non aveva una preclusione politica di principio, riteneva che si dovesse fare più avanti nel tempo e che l’esperienza dei due anni del Governo Fanfani (che aveva l’appoggio esterno del Psi) costituisse un pericolo enorme per il Paese. E non dimentichiamo la preoccupazione angosciata di Guido Carli, l’allora Governatore della Banca d’Italia, cui si aggiungevano quelle della stampa e della Cee”.

Che rapporto ha sviluppato con Scalfari ?

Lui e Repubblica appoggiarono fortemente la prima parte della campagna referendaria, come Montanelli. Con Scalfari c’è stato un buon rapporto ma nella vicenda in questione le sue responsabilità sono evidenti. La campagna sul presunto golpe del 1964 ha fatto molto male all’Italia. Paolo Mieli negli anni Novanta, in polemica con Scalfari disse “Avete dato la spinta psicologica al terrorismo rosso, se dite ai giovani che c’è uno Stato violento si fornisce ai giovani il motivo per rispondere con la violenza”.

Che reazioni ha avuto l’uscita del libro ?

E’ da poche settimane in libreria. Ho sentito parecchi amici che mi hanno detto che riapre il discorso non solo sulla crisi del 1964, ma anche di ciò che è seguito. Mi auguro che sia l’inizio di una revisione storica, di un cammino più lungo”.

Il suo libro si chiude con una interessante appendice di documenti. E tutto o c’è ancora qualcosa da aggiungere ?

In questa pubblicazione ho utilizzato tutto quanto era possibile utilizzare. C’è un punto, però, che ancora non è accertabile ed è quello dell’ipotesi del coinvolgimento del Kgb in questa vicenda. Non è chiaro perché gran parte del materiale che proviene dall’archivio del Kgb e dal Cremlino è ancora ampiamente secretato in quanto è stato consegnato così dal Governo Inglese. Ho chiesto all’archivio storico del Senato ma il Governo italiano è tenuto a seguire le indicazioni di quello britannico”.

Qual è il suo ricordo di Antonio Segni ?

“Con un padre che per tutta la mia giovinezza è stato al centro politico italiano si può essere o contestatori o tifosi e io sono stato un suo tifoso. Era un uomo dal carattere difficile, certamente, ma di grande sentimento e di grande spessore.”

Massimo Iaretti

 

Vita di trincea, il messaggio sempre attuale di Rigoni Stern

Caro direttore, come sempre, ogni articolo di Marco Travaglini è motivo di una gioiosa lettura e attenzione e alla fine  sempre di commozione come in questo caso l’articolo su  Mario Rigoni Stern ovvero:  

La memoria dell’ umanità nell’uomo  che comprende cosa è giusto e cosa no, come un risvegliarsi da un sogno drammatico e capire che  l’essere umano  non è fatto per una guerra di conquista, di parole ridondanti di un uomo che si crede al di sopra dell’uomo, che  lo utilizza come  fa un bambino  nel  gioco di soldatini.  Come allora non riflettere  su quanto,  con parole comprensibili, Mario Rigoni Stern ha descritto della vita di trincea in Russia a 40° sotto zero, della ritirata con in mente la casa, il focolare che ti impedisce di arrenderti   quando i piedi divengono ghiacciati al punto che non puoi più proseguire se non stringendo i denti …e avanti un piede e l’altro con dolore disperato,  forse raggiungere una hisba, dove una popolazione di donne vecchi e bambini ti accolgono con un po’ di calore, quel calore che ti ridona la vita,  e ti offrono metà  della loro cena ovvero una patata cotta, un gesto di cristiana umanità.  Grazie a  Marco Travaglini che con la sua avvincente  e credibile scrittura ci ricorda tutto questo.  Con  gratitudine

Wilma Minotti Cerini

Mario Rigoni Stern, il centenario del grande vecchio dell’Altipiano

Inter-Juventus 1-1

Pareggio giusto! prima Dzeko e poi Dybala pareggia su rigore.

Un gol per tempo decidono il Derby d’Italia. Al vantaggio nerazzurro di Dzeko risponde Dybala su rigore nel finale.
È la supersfida delle grandi notti al Meazza di Milano per la sfida valida per la 9ª giornata di Serie A tra Inter e Juventus. Il Derby d’Italia,una grande classica del nostro calcio, per l’occasione vede il ritorno della capienza al 75% di spettatori allo stadio. La gara è terminata 1 a 1,in un vortice d’emozioni.Prima passano meritatamente in vantaggio i nerazzurri di Inzaghi grazie a Dzeko nel primo tempo.Poi bnel secondo tempo di marca bianconera ristabilisce la parità Dybala su calcio di rigore,calciato perfettamente,nel finale. Un risultato giusto per quanto visto sul rettangolo di gioco nell’arco dei 95′ di gara. Meglio l’Inter nella prima frazione di gioco, mentre la Juventus si è fatta preferire nella ripresa. Con questo pareggio l’Inter si porta a 18 punti in classifica, mentre la Juventus sale a 15 punti.

Vincenzo Grassano

Reale Mutua Basket Torino – Piacenza 90 -75: bella vittoria di una bella Torino

Il basket visto da vicino

Il risultato va addirittura stretto per la Reale Mutua se lo rapportiamo a quanto visto durante tutta la partita. Sempre in controllo e con largo margine di sicurezza, il punteggio finale non fa risaltare il dominio di questa sera.

Non ci sono dubbi: il quintetto base di Torino compete in qualità con quello dell’altr’anno e fa pensare che possa essere addirittura migliore, e, soprattutto, sembra essere un livello molto diverso il feeling tra allenatore e giocatori, da far ben sperare che i pochi errori sin qui fatti possano essere cancellati dal tempo e dall’amalgamarsi del gruppo nel corso dei mesi.

Decisivi? A turno un po’ tutti. Trey Davies conduce per mano la squadra durante tutta la partita e regala momenti di spettacolo tra tiri da lontano e assist per i compagni. Davon Scott è concreto e non è mai facile da superare. Giordano Pagani sigla il suo massimo in carriera con 11 punti e sta acquisendo sempre maggiore fiducia in campo facendo ben sperare per il futuro. Il fisico da supergladiatore da film epici ce l’ha, e se comincia ad avere padronanza del campo il futuro suo e di Torino diviene più roseo.

Alibegovic, De Vico e Landi si alternano segnando da lontano e da vicino a mantenere alta la pericolosità della Reale Mutua in campo e tutti vanno bene a canestro e segnano finalmente con costanza anche da tre punti

Zugno regge bene il campo e Toscano, con una sua parte di curva che lo inneggia composta da tantissimi bambini (simpatica davvero questa parte di tifoseria) gioca bene e si dedica come suo solito anima e cuore sul campo.

La Reale Mutua gioca in scioltezza e regala schiacciate e tiri spettacolari come non si vedeva da tempo.

Peccato il pubblico relativamente mancante perché la partita è stata divertente.

Il ritorno anche della tifoseria storica al Parco Ruffini, aiuta sicuramente i giocatori a “gasarsi” e a cercare di entusiasmare il resto del palazzetto che dovrà tornare “caldo” come un tempo. Sicuramente lo shock della finale persa l’altr’anno e lo scarso spettacolo che si vedeva, pur vincendo, con quella squadra, ha lasciato uno strascico negativo da cancellare con gioco e spettacolo. I tifosi “dal 1989” ci sono e sostengono la squadra: si attendono i tifosi del 2021. Se Torino comincia a giocare bene sarà inevitabile (speriamo e incrociamo le dita…).

Paolo Michieletto

 

Didattica ambientale a cascina Ressia

E’ l’inizio dell’anno scolastico a segnare il passo per l’ambiente nell’Istituto Calamandrei di Crescentino.

Mercoledì 20 ottobre le classi 1^ agraria e 1^ geometri si sono recate presso Cascina Ressia dove hanno costruito un accogliente rifugio per specie impollinatrici al fine di aumentare la biodiversità degli insetti utili.

Ottimo strumento di didattica ambientale “l’hotel degli insetti” verrà in seguito  posizionato nel giardino e nell’orto scolastico per favorire la nidificazione di insetti antagonisti nel controllo dei parassiti.

Suddivisi in gruppi di lavoro e coordinati da  Renza Baiardi ,guida naturalistica del Parco , unitamente ai professori Francesco Brancaccio, Gianni Regis e Valeria Rpta, i ragazzi hanno costruito una casetta con materiale di recupero per un giardino sostenibile.

Un “bug hotel” rappresenta cosi’ una valida metodologia didattica e  laboratoriale utile per illustrare molteplici aspetti delle discipline scolastiche afferenti alle scienze per i ragazzi, futuri conservatori della natura.

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La missione biblica di Lo Russo erede di Chiamparino

Notiziona. Sergio Chiamparino dice che si ritira dalla politica. Ora, finalmente è arrivato il suo (degno) successore. Stefano Lo Russo. E lunedì la nuova Giunta. Per ora alcune cose si sanno. Metà donne e perché no …. anche metà assessori che vengono da fuori. Nuova giunta, nuovo gruppo dirigente del PD e nuova politica. E’ venuto pure Piero Fassino ad “omaggiare” il suo ex pupillo.
Ex perché oramai Piero fa la spola tra Ferrara e Roma. Poi Presidente della commissione Esteri del parlamento. In giro per il mondo.
Ex pupillo perché cresciuto. Lo Russo ha chiamato Boccia che, in caso di sconfitta chiedeva le sue dimissioni. Ho vinto caro Boccia, e perché non ti dimetti tu, ora. L’oggetto del contendere è noto. Il rapporto con i Cinquestelle. Conte annaspa. Oramai questa partita deve giocarsela fino in fondo.
Più rilassata Chiaretta. A giorni di nuovo mamma. Sono queste le cose veramente importanti della vita. Passaggio di consegne con il nuovo Sindaco che fa un po’ la corte a Damilano  che, per ora, dice di fare solo opposizione. Il fronte democratico e,  diciamo così, centrista si sta muovendo.
Il governatore Cirio è pronto a collaborare con il “compagno” Lo Russo. Tutti sanno ed aspettano i soldi dell’Europa. Spenderli sarà un attimo. Speriamo che li spendano bene. Viceversa Torino collasserà.  Meccanica e Food vanno bene, soprattutto con le esportazioni. Stellantis di Torino importa un fico secco. Non ci possiamo contare manco un po’ . Sempre Cirio è contento. Se accettavano la mia richiesta di iscrizione a Fratelli d’Italia ero rovinato. Con Crosetto che va e viene dalle trasmissioni in TV. Sempre più difficile difendere la Meloni, che solo ora ha scoperto che a Roma, vicino all’isola Tiberina,  dopo il ponte pedonale sul Tevere c’è il ghetto ebreo con la Sinagoga  più grande ed importante d’Europa. Oramai i Fratellini d’Italia sanno di essere per sé e per gli altri del centro destra un problema. Ora La Russa non ha dubbi: Silvio Berlusconi detto Berlusca Presidente della repubblica. Buontempone.
Tra una sconfitta e l’altra, la destra continua a sperare nella futura vittoria elettorale. Futura,  proprio futuribile. E Mario Draghi non perde un colpo.
Schiena diritta ed avanti. Piaccia o non piaccia il centro moderato vince dappertutto.
Milano Roma Torino. Persino a Napoli qualcosa sta cambiando. Il famoso Masaniello De Magistris molto bravo nell’arringare le folle e poi le due gallerie che unificano la città letteralmente fuori uso.
Non a caso è la città più indebitata d’Italia.
Giusto per gradire, la seconda è Torino.
Dove poter avere la residenza o la carta d’identità è un’ impresa biblica. Caro Sindaco Stefano Lo Russo auguri per il poderoso lavoro che dovrai affrontare.  Quasi una missione impossibile per la quale necessitano mille e poi mille miracoli. Il primo che dovrai fare sarà un giunta nuova, innovativa e composta da professionisti dei singoli settori. Speriamo ardentemente che avvenga. Grazie del tuo lavoro,  Sergio Chiamparino. Sono passati più di 50 anni da quando hai cominciato a fare politica.
Oltre mezzo secolo. E che secolo.
Quello delle guerre mondiali e delle rivoluzioni mancate. Grazie Sergio del tuo bel gesto. Darà ancora più forza a Stefano Lo Russo. Il nuovo Sindaco è molto determinato. Ha le idee chiare e una buona considerazione di se stesso. I propositi sono buoni. Speriamo che seguano i fatti.

A Torino le giornate del Premio Roberto Morrione

Tornano da giovedì 28 a sabato 30 ottobre le giornate di premiazione del Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo. Si svolgeranno a Torino, al Circolo dei lettori e in OGR Torino, e online. 


Il riconoscimento Testimone del Premio Roberto Morrione Cecilia Strada (Nella foto)

L’evento chiuderà le celebrazioni del decennale della nascita del Premio Morrione ed è stato insignito della medaglia del Presidente della Repubblica, riconoscimento attribuito ad iniziative ritenute di particolare interesse culturale, scientifico, artistico, sportivo o sociale.

Ispirati dal romanzo di Louis- Ferdinand Céline, gli organizzatori hanno scelto come tema “Al termine della notte. La transizione nel XXI secolo”. Le domande alle quali si cercherà una risposta sono “Siamo finalmente giunti al termine della notte? Quale transizione sta attraversando il nostro secolo? E quale notte sta vivendo il giornalismo investigativo in Italia?”.  A rispondere saranno 53 speaker: giornalisti, esperti, comunicatori, accademici, rappresentanti della società civile del nostro Paese.

Le tre giornate sono promosse dall’associazione Amici di Roberto Morrione e dalla RAI, con il patrocinio della Camera dei deputati, la collaborazione della Fondazione Circolo dei lettori, di OGR Torino e dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte.

Per la prima volta verranno svelati i temi delle inchieste finaliste realizzate dagli under 30 giunti in finale della decima edizione del Premio Morrione e registrandosi su www.premiorobertomorrione.it sarà possibile vederle in anteprima e in esclusiva durante le tre giornate del premio.

IL PROGRAMMA

Si comincia giovedì 28 ottobre alle 20.45 al Circolo dei lettori con la serata dedicata a Patrick Zaki e ai diritti umani in Egitto; dopo i saluti Elena Loewenthal, direttore della Fondazione Circolo dei lettori, prenderanno la parola Laura Silvia Battaglia, giornalista freelance, Rai Radio 3, Washington Post, Riccardo Noury, portavoce Amnesty International Italia, Azzurra Meringolo Scarfoglio, giornalista Esteri Rai 1 e GR Rai, Cecilia Scolari, rappresentante Station to Station. Conduce Iman Sabbah, corrispondente Rai da Parigi. L’evento è organizzato in collaborazione con Amnesty Italia e 6000 Sardine.

Venerdì 29 ottobre, la giornata si apre con due dirette radiofoniche di Radio Rai: alle 9.05 Mara Filippi Morrione, portavoce del Premio, e i finalisti intervengono alla trasmissione Radio Anch’io di Rai Radio 1 condotta da Giorgio Zanchini; alle  10.00 si affronterà il tema della lunga notte del giornalismo investigativo a Tutta la città ne parla di Rai Radio 3 condotta da Pietro Del Soldà.

Dalle 10:00 alle 13.00 al Circolo dei lettori, in via Bogino n.9, si tiene l’incontro: Oltre la città, dopo la pandemia. Riscrivere, rileggere, rimodellare i paradigmi della vita associata con Alessandra Battisti, docente di Tecnologia dell’Architettura dell’Università degli Studi La Sapienza di Roma, e Valentina Boschetto Doorly,  manager del turismo e futurista. Conduce Stefano Lamorgese, giornalista Report Rai3

Nel pomeriggio, dalle 17.00 alle 19.00, si svolge il dibattito “Al termine della notte: transizione ecologica, sostenibilità e sfide per l’economia” con Silvana Dalmazzone, docente di Economia dell’Ambiente e delle Risorse naturali dell’Università di Torino, Elisa Gallo, presidente di Fiab Torino Bike Pride, Davide Mattiello, netturbino e presidente di Benvenuti in Italia, Roberto Sommella, direttore di Milano Finanza. Conduce Eva Giovannini giornalista di Rainews24.

Afghanistan: stanotte guardiamo le stelle” è il titolo della serata che si apre alle 20.45 al Circolo dei lettori con il reading dello scrittore Ali Ehsani e continua con le testimonianze degli inviati a Kabul: Emanuele Giordana, giornalista e presidente dell’associazione Afgana, Francesca Mannocchi, giornalista e documentarista, Giampaolo Musumeci, autore e conduttore di Nessun luogo è lontano Radio 24, e Barbara Schiavulli, direttrice Radio Bullets. Conduce Pietro Del Soldà, Rai Radio 3.

Sabato 30 ottobre si apre alle 10.00 con Luca Scuccimarra, docente di Storia delle dottrine politiche dell’Università La Sapienza di Roma, Telmo Pievani, docente Filosofia delle Scienze Biologiche dell’ateneo di Padova. Conduce Stefano Lamorgese, giornalista Report Rai3. I lavori della mattina si chiudono alle 13.00.

Dalle 16.00 alle 17.00 Cecilia Strada, responsabile comunicazione di Resq – People Saving People, e il giornalista di Avvenire Nello Scavo incontrano i finalisti del Premio Morrione nel panel “Oltre la notte, testimoni del nostro tempo”. A seguire la presentazione delle cinque inchieste della decima edizione del Premio con i nove finalisti under30 (Anna Berti Suman, Giovanni Culmone, Matteo Garavoglia, Youssef Hassan Holgado, Tobias Hochstöger, Pietro Mecarozzi, David Ognibene, Jacopo Ottenga Barattucci, Arianna Organtini) e i loro tutor (Laura Silvia Battaglia, Francesca Mannocchi, Giampaolo Musumeci, Danilo Procaccianti, Barbara Schiavulli, Francesco Cavalli, Pietro Ferri, Stefano Lamorgese, Giulio Vasaturo). Conduce l’intero pomeriggio Marino Sinibaldi, presidente del Centro per il libro e la lettura.

Si passa in OGR Torino, Corso Castelfidardo n. 22, per la serata finale di Premiazione della decima edizione del Premio Morrione, con l’assegnazione dei riconoscimenti alle inchieste finaliste e ai loro autori, del Premio Baffo Rosso Sigfrido Ranucci e del riconoscimento Testimone del Premio Roberto Morrione Cecilia Strada.

La serata é condotta da Marino Sinibaldi, presidente del Centro per il libro e la lettura, e sul palco si avvicenderanno: Valerio Aprea, attore, Paola Barretta, ricercatrice Osservatorio di Pavia e Carta di Roma, Mauro Biani, vignettista, Giovanni Celsi, presidente ass. Amici di Roberto Morrione, Luigi Ciotti, presidente Libera Nomi e Numeri contro le mafie, Francesco De Vitis, vice direttore Radio 1 Rai, Mara Filippi Morrione, portavoce dell’associazione Amici di Roberto Morrione, Gian Mario Gillio, giornalista di Riforma – Settimanale delle chiese battiste, metodiste e valdesi , Giuseppe Giulietti, presidente FNSI e presidente giuria Premio Morrione, Stefano Marroni, capo ufficio stampa Rai, Andrea Montanari, direttore Rai Radio 3, Simona Sala, direttrice Radio 1 e GR Radio Rai, Andrea Vianello, direttore di Rainews24. 
Gli interventi musicali saranno a cura del cantautore Federico Bianco.

La serata é trasmessa in diretta nel canale Youtube e Facebook del Premio Morrione.

CREDITI PER I GIORNALISTI

La maggior parte degli eventi riconosce crediti formativi ai giornalisti che si registreranno attraverso la piattaforma Sigef.

MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE 
Ingresso gratuito sia in presenza che online.
– Gli incontri – dalla sera di giovedì 28 ottobre al pomeriggio di sabato 30 – si tengono al Circolo dei lettori in via Bogino n. 9. L’ingresso è gratuito ma i posti sono limitati ed è obbligatoria la prenotazione: via telefono al + 39 011 8904401 o via email, a info@circololettori.it specificando nomi e recapiti telefonici dei partecipanti.
– La serata di premiazione di sabato 30 ottobre si svolge invece in OGR Torino in Corso Castelfidardo n. 22 dalle ore 21.00 alle 23.00. L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento dei posti in sala.
– Per partecipare agli incontri online collegati alla nostra pagina facebook o al nostro canale youtube.

TRE GIORNATE IN SICUREZZA
Per accedere agli incontri a partire dai 12 anni è necessario il green pass. E’ richiesto di indossare la mascherina e il rispetto del distanziamento.

LA RETE DEL PREMIO ROBERTO MORRIONE

Il Premio Roberto Morrione per il giornalismo investigativo è promosso dall’associazione Amici di Roberto Morrione e dalla Rai con il contributo di Otto per Mille della Chiesa Valdese, Compagnia di San Paolo, Fondazione Circolo dei lettori, Federazione Nazionale della Stampa Italiana, UsigRai, IND-International Network Distribution, Ordine Nazionale dei Giornalisti, Ordine dei Giornalisti del Piemonte, Associazione della Stampa Subalpina, Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro.
Sono media partner Rainews24, RAI Italia, RAI Radio1, RAI Radio3, TGR, Agenzia Dire, Domani, Fanpage.it, Libera Informazione, Impakter, Riforma.it, Radio Beckwith, ToRadio, Corriere della Sera Torino, La Repubblica Torino, La Stampa Torino. Il Premio è realizzato in collaborazione con Rai Per Il Sociale, Rai Teche, Report, Articolo21, Carta di Roma, Euganea Film Festival, Eurovisioni, Italian Contemporary Film Festival-Toronto, Fiera del Libro di Iglesias, I Siciliani, Libera Associazioni Nomi e Numeri Contro le Mafie, Libera Piemonte, OGR Torino, Osservatorio di Pavia, Premio Città di Sasso Marconi, Scuola di giornalismo Lelio Basso, Scuola Holden, UCSI.

Per maggiori info: http://www.premiorobertomorrione.it

Facebook https://www.facebook.com/PremioRobertoMorrione

Twitter https://twitter.com/premiomorrione

Instagram https://www.instagram.com/PremioMorrione/

 

Covid, il bollettino di domenica 24 ottobre

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 160 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 96 dopo test antigenico), pari allo 0,5% di 35.529 tamponi eseguiti, di cui 31.818 antigenici. Dei 160 nuovi casi, gli asintomatici sono 96 (60%).

I casi sono così ripartiti: 66 screening, 69 contatti di caso, 25 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 387.396,così suddivisi su base provinciale: 31.888 Alessandria, 18.517 Asti, 12.203 Biella, 55.821 Cuneo, 30.029 Novara, 206.341 Torino, 14.411 Vercelli, 13.773 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.598 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.815 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 20 (+2 rispetto aieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 185 (+6 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3.573

I tamponi diagnostici finora processati sono 7.983.229 (+35.529 rispetto a ieri), di cui 2.335.292 risultati negativi.

I DECESSI RIMANGONO 11.804

Nessun decesso di persone positiva al test del Covid-19, è statocomunicato oggi dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte.

Il totale rimane quindi 11.804 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.581 Alessandria, 721Asti, 436 Biella, 1.467 Cuneo, 950 Novara,5.639 Torino, 533 Vercelli, 376 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 101 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

371.814 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 371.814 (+139 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 29.982 Alessandria, 17.634 Asti, 11.702 Biella, 53.776 Cuneo, 28.933 Novara, 198.675 Torino, 13.740 Vercelli, 13.326 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.506 extraregione e 2.540 in fase di definizione.

Rock Jazz e dintorni Dave Burrell e i Lou Dalfin

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 


Martedì.
Al Blah Blah si esibisce il gruppo del musicista americano Lowell Levinger.

Mercoledì. Al Polski Kot è di scena il gruppo folk Duo Gessemì.

Giovedì. Al Cafè Neruda suona il trio del percussionista Gilson Silveira. Al Circolo della Musica di Rivoli si esibisce Chris Brokaw preceduto dalla cantautrice Marta Del Grandi. Al Magazzino di Gilgamesh suona il bluesman Max Altieri. Al Polski Kot è di scena Alidè Sans.

Venerdì. Al Folk Club suona il pianista jazz Dave Burrell. A Saluzzo al Magda Olivero si esibiscono i Lou Dalfin. Al Cafè Neruda sono di scena i Derby Mates. Al Circolo della Musica di Rivoli, gli Ardecore sonorizzano il classico di Friedrich Wilhelm Murnau “ Nosferatu , Eine, Symphonie Des Grauens”. Al Blah Blah si esibisce  A Copy For Collapse.

Sabato. Inizia “Moncalieri Jazz” con il “concerto a pedali” del quartetto Magasin Du Cafè alla Cascina delle Vallere. Allo Zac di Ivrea è di scena il quartetto Tjuana  Horror Club. Al Folk Club si esibisce Davide Van De Sfroos. Al Cap 10100 è di scena La Municipàl.

Domenica. Allo Ziggy si esibiscono i Bohèmien. Per “Moncalieri Jazz “ al Teatro Matteotti è di scena Gegè Telesforo.

Pier Luigi Fuggetta