ilTorinese

“Filippino di m…” Ma non è razzismo

Lo aveva insultato dandogli del “filippino di m …” invitandolo a “mangiar banane”

Poiché però il contesto era una lite di condominio, i termini utilizzati non permettono di ricondurre la vicenda a un caso di razzismo.

Questa la sentenza con la quale il tribunale di Torino (nella foto)  ha prosciolto, su richiesta della rappresentante della pubblica accusa, un uomo residente in città.

Il bollettino Covid di lunedì 13 dicembre

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 1.227 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 775 dopo test antigenico), pari al 2,4% di 50.228 tamponi eseguiti, di cui 45.044 antigenici. Dei 1227 nuovi casi gli asintomatici sono 838 (68,3%).

I casi sono così ripartiti: 773 screening, 374 contatti di caso, 80 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa 418.969, così suddivisi su base provinciale: 33.907 Alessandria, 20.248 Asti, 13.343 Biella, 59.945 Cuneo, 32.444 Novara, 223.096 Torino, 15.251 Vercelli, 15.339 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.719 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 3.677 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 49 ( +31 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 579 (+1 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 18.073

I tamponi diagnostici finora processati sono 10.569.321 (+ 50.228 rispetto a ieri), di cui 2.570.961 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.922

Sei decessi di persone positive al test del Covid-19, nessuno di oggi, sono stati comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 11.922 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.595 Alessandria, 728Asti, 441 Biella, 1.471 Cuneo, 959 Novara, 5.692 Torino, 548 Vercelli, 379 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 109 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

388.346 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 388.346 (+ 609 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 31.474 Alessandria, 18.746 Asti, 12.265 Biella, 55.793 Cuneo, 30.304 Novara, 207.237 Torino, 14.302 Vercelli, 14.028 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.555 extraregione e 2.642 in fase di definizione.

L’Esercito incontra i giovani a “Torino X-Mas Comics”

Grandissima affluenza di pubblico al “Torino X-Mas Comics”, importante manifestazione legata al mondo del fumetto e dei videogiochi.

Moltissime ragazze e ragazzi presenti ai due giorni di evento si sono avvicinati allo stand dell’Esercito per provare l’emozione di salire a bordo di un veicolo tattico “Lince” esposto nello stand e, con l’occasione, per ricevere informazioni sulle opportunità lavorative che offre la Forza Armata.

Chiuso tre giorni  un club privè Violata la normativa anti-covid

Giovedì scorso, gli agenti della Divisione P.A.S. hanno effettuato un controllo presso un Club Privè di Corso Taranto. Nel corso dell’attività, in cui venivano identificati i soci presenti, con controllo dei relativi green, si è rilevato che il bagno turco e la sauna presenti all’interno della struttura circolo erano regolarmente funzionanti ma non era stato tenuto il registro attestante gli accessi da parte dei soci che, secondo la normativa deve essere compilato e mantenuto per 14 giorni.

Per tale violazione, veniva quindi applicata la sanzione prevista e disposta la chiusura provvisoria dell’attività per 3 giorni. Provvedimento notificato nella giornata di ieri.

Incendio devasta azienda a Beinasco Nube nera nel cielo di Torino

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Le fiamme di un vasto incendio stanno bruciando un’azienda di trattamento rifiuti  di Beinasco, in via Aosta.

Squadre dei vigili del fuoco e forze dell’ordine sono sul posto. Le fiamme si vedono da tutta Torino.

Il Comune di Beinasco invita i cittadini a tenere chiuse le finestre delle abitazioni.

Notizia in aggiornamento

Sull’Altipiano dei Bau’

Stoccareddo , ovvero Stocare – Stocarè , nell’antica lingua cimbra Stocharech, Stokhare, Stockharecck, è una frazione di Gallio, centro del’Altopiano di Asiago (uno dei Sette Comuni della Spettabile Reggenza con Asiago, Lusiana, Enego, Fotza, Roana e Rotzo) in Provincia di Vicenza e diocesi di Padova. Questa frazione ha una particolarità: la quasi totalità dei residenti porta lo stesso cognome, Baù, una stirpe che da studi recenti discenderebbe dallo stesso capostipite da quale hanno ereditato fattori genetici protettivi verso alcune malattie.

I primi Baù arrivarono in questo posto probabilmente nel 1400, forse una famiglia patriarcale con numerosi figli e fratelli con numerose moglie e figli. La provenienza era, come del resto per gran parte di coloro che vivevano nei territori della Reggenza (che rispondeva alla Repubblica di Venezia sino a quando Napoleone non ne dichiarò la fine con l’infame Trattato di Campoformido cedendola all’Austria asburgica) era dalla Baviera o, come qualcuno sostiene addirittura da una parte del territorio dell’attuale Danimarca. Per secoli hanno vissuto come contadini, boscaioli, carbonai, vivendo onestamente i loro giorni e fidando nel’aiuto dell’Onnipotente, pur con qualche influenza di credenze precristiane.

Per me, nato in Piemonte, orgogliosamente piemontese, fortemente radicato in Piemonte, Stoccareddo era fino all’estate scorsa soltanto il nome di una località geografica della Provincia di Vicenza, dove si svolgeva il ‘raduno dei Baù’ con una cadenza annuale, che riuniva i moltissimi Baù ‘dispersi’ ai quattro angoli d’Italia e del mondo.

La scorsa estate, poiché sono figlio di una Baù, Lucia, nata nel 1933 e mancata il 12 dicembre del 1969, figlia di Arturo, maggiore dei carabinieri, nato a Codroipo nel 1890, figlio di Giovanni,maresciallo dell’Arma nato a Sasso d’Asiago (come mi spiega una nota di mio zio Gianfranco, il primo dei figli di Arturo e fratello di Lucia, che risaliva al 1993), si fa forte in me l’idea di andare sui posti dai quali veniva la famiglia della Mamma.

Da giornalista la prima cosa che mi viene in mente è di chiedere  ad un collega del posto indicazioni utili su chi contattare. Chiamo il Giornale di Vicenza, mi passano il corrispondente dai 7 Comuni, Giovanni Rigoni (altro cognome molto diffuso sull’Altipiano, vadasi l’indimenticato Mario Rigoni Stern). Questi gentilissimo mi indirizza per la cultura cimbra al presidente dell’Istituto di Cultura Cimbra di Roana, Giancarlo Bortoli, per Stoccareddo ed il raduno ad Amerigo Baù,

Con entrambi, che incontrerò di lì a pochi giorni, le telefonate sono cordialissime. Con Amerigo l’appuntamento è nella piazza di Stoccareddo. “Non si preoccupi a descriversi, tanto la riconosco subito’ mi dice.

Arriva il giorno e nell’ultima decade di agosto parto con destinazione prima Asiago, poi il giorno dopo Stoccareddo. Il giorno prefissato prendo l’auto, supero il Sacrario dei Caduti della Grande Guerra e seguo le indicazioni per Stoccareddo. Una breve fermata per fare qualche foto alla chiesetta di Santa Maria Maddalena, poi il superamento del ponte sul Buso, inaugurato alla fine degli anni Ottanta che ha avuto l’onore della menzione della rivista della Federacciai, ‘Acciaio forma e funzione’.

E man mano che mi avvicino a Stoccareddo mi prende una strana sensazione, come di esserci sempre stato, quel paesaggio fatto di boschi e di verde non contaminato più di tanto dalla mano dell’uomo, mi sembra familiare, anche se non ci sono mai, mai stato e non l’ho mai visto neanche in cartolina.

Poi arrivo nella frazione, la supero e, essendo in anticipo sull’orario (cosa per me strana, ritardatario cronico) vado sino a Sasso, dove il bisnonno Giovanni nacque, dove tutto – per la mia parte materna – ha avuto inizio.

Nella frazione di Asiago, però, non mi fermo, torno nella ‘Patria avita’ dei Baù, parcheggio in piazza dove c’è uno splendido panorama ma prima faccio una visita alla chiesa parrocchiale, costruita dall’architetto Vincenzo Bonato di Magrè di Schio intitolata al Santo Patrono, San Giovanni Battista, in stile gotico alpino, dopo pochi anni dichiarata dalla Sovrintendenza ai beni culturali ‘Monumento di interesse nazionale’  soltanto pochi anni dopo la sua inaugurazione nel 1923.

Poi l’incontro con Amerigo, persona solare, altruista, emigrato prima in Svizzera (sono stati moltissimi i Baù nel corso degli anni a lasciare le valli avite, per i più disparati motivi), poi tornato nel luogo natio e coordinatore dei raduni dei Baù, momentaneamente interrotti soltanto per la maledetta emergenza sanitaria da Covid-19.

In breve mi illustra quella che è la storia della borgata, della grande famiglia dei Baù, il contributo che hanno dato in più momenti alla storia d’Italia, come siano sparsi in tutto il mondo, ma anche di come il legame con la terra d’origine sia sempre rimasto.

Particolarmente impressionante è il monumento ai Caduti che riporta quasi esclusivamente il cognome Baù, uniti ad un paio di Marini della vicina contrada Zaibena (alcuni dei quali emigrati in Sardegna dai quali dovrebbe avere avuto origine anche la star televisiva Valeria Marini).

 

E nel colloquio si parla anche di un dramma che risale alla Grande Guerra e che i libri di storia non riportano, se non raramente ed in estrema sintesi: quello dei profugati. I profugati furono gli abitanti dei 7 Comuni che, sotto il fuoco delle artiglierie austriache, perché sull’Altopiano c’era il fronte, dovettero lasciare le loro case e le loro cose, per cercare scampo in un’Italia che spesso li accoglieva con sospetto perché parlavano una lingua simile al tedesco (il cimbro, la lingua antica) e per questo sovente erano considerati come spie.

Questa è la massa umana che abbandonò con un silenzioso dolore l’Altopiano e che Emlio Lussu, allora giovane ufficiale della Brigata Sassari che andava a prendere posizione (e a morire) incontrò e descrisse nel suo bellissimo ‘Un anno sull’Altpipiano’.

Mentre parlo con Amerigo arriva Terenziano Baù, altro nativo del luogo che è emigrato nel 1972 come semplice manovale ed è diventato imprenditore immobiliare in Lussemburgo con 3 figli che vivono in Europa, ma che quando si trovano parlano nella antica lingua.

Terenziano, quando sa che sono un giornalista, mi punzecchia (è una persona simpatica la cui vita dovrebbe essere di esempio per tutti) e cita il ‘banchiere di Dio’, facendo riferimento allo scandalo Giuffrè. Io gli rispondo, gli dico che , pur non essendo ancora nato, conoscevo quanto era accaduto e ricordo che all’espoca era ministro delle finanze il socialdemocratico Luigi Preti (politico di altri tempi che incontrai nella sua casa di Bologna nella penultima tappa del mio viaggio di nozze).

Intanto passa il tempo, seduti nel bar davanti alla chiesa beviamo un primo giro di spritz, e intanto passano signori e signore che hanno tutti in comune il fatto di chiamarsi Baù, tutte e tutti con gli occhi azzurri (come li aveva ma Mamma).

In questo lasso di tempo con queste persone, in particolare con Amerigo e con Terenziano, si crea un dialogo e cresce forte una sensazione, come di essere sempre stato lì, di avere lì, Sasso di Asiago del resto è a tre chilometri e le famiglie Baù sono anche lì, una parte forte della mia radice, del mio essere.

Eppure non siamo parenti, non ci siamo mai sentiti prima, sino a qualche ora prima non sapevo neanche della loro esistenza.

Parliamo poi delle ricerche per cui i Baù avrebbero ereditato delle caratteristiche particolari nel preservarsi da malattie cardiovascolari, cosa che li ha portato loro e Stoccareddo all’attenzione della grande stampa internazionale, addritittura in Cina e negli Stati Uniti.

Racconto di una mia esperienza del 2017 quando in vacanza a Baden Baden con mia moglie, anziché vedere la Foresta Nera, complice uno svenimento e conseguente ricovero urgente in Ospedale, ho trascorso 4 giorni in terapia intensiva monitorato ora per ora nel timore dei sanitari tedeschi (che spero di un giorno poter rivedere per ringraziarli di persona) di qualcosa di brutto. Fortunatamente fu soltanto una sincope che mi ha portato a dover perdere peso, mangiare e bere meglio e vivere una vita più sana. Nel raccontare questo sia Amerigo che Terenziano non hanno avuto dubbi: “Ti ha difeso il sangue”.

Da quella giornata sono ripartito arricchito con una certezza: tornerò sull’Altipiano perché comunque vorrò ancora andare alla ricerca delle mie radici materne e tornerò ancora scrivere di questa splendida gente, di questi luoghi e dell’Altopiano.

A chi volesse saperne di più consiglio il libro

‘Stoccareddo: il paese dei Baù – Una grande famiglia in un piccolo villaggio 600 anni di vita e di storia’ di Amerigo Baù.

Non lo faccio mai, un giornalista deve riportare i fatti ma in questo caso vorrei dedicare queste righe

A mia mamma Lucia, a mio nonno Arturo, a tutti i miei famigliari Baù

A tutti i Baù di Stoccareddo e sparsi per il mondo, in particolare ad Amerigo e Terenziano Baù per la bella e sincera accoglienza e per la lezione di vita nelle poche ore che abbiamo trascorso insieme

Massimo Iaretti

Trapani – Reale Mutua Basket Torino 70 – 66: dimensione “reale” di Torino sarà la mezza classifica?

Il basket visto da vicino.

È provocatorio il mio titolo ma anche perché “provocato” da una conduzione pessima della partita da parte del coach presente in panca… . In anni precedenti segnalavo che Torino è una piazza importante e il comportamento da provinciale, come si dice in gergo e senza offesa per le province… , non è adeguato.  Torino gioca sempre al livello di chi si trova davanti, che sia alta classifica che sia bassa, vedasi sconfitta di misura con Cantù e vittoria di altrettanta misura contro Biella, prima e ultima in classifica rispettivamente.  Ora, la seconda sconfitta consecutiva mette in luce quanto da me più volte rammentato,  e cioè che il sistema di gioco offensivo di Torino è affidato sempre ad iniziative dei singoli, mentre la tattica difensiva si concentra nel detto “speriamo che sbaglino”.

Alcuni se la prendono con gli stranieri di Torino, ma, sinceramente, chi li ha acquistati dovrebbe dolersene e non lamentarsi. Trey Davies continua a giocare con la paura di fare qualcosa di sbagliato agli occhi del coach e, giocando teso, sbaglia più di quanto farebbe se potesse giocare a briglie sciolte. Chiunque abbia giocato sa che quando hai paura di sbagliare, nel basket, sbaglierai… ed infatti quando prende iniziative individuali si rivela sicuramente meglio di quanto si pensi. Davon Scott gioca a tre centimetri da canestro ma la sua parte di pivot di A2 la svolge. Discorso a parte per Alibegovic e Toscano, che a differenza di “altri” possono sbagliare a ripetizione senza mai rischiare la benevolenza tecnica… . E oggi hanno fatto  di tutto almeno dal secondo quarto in avanti ma non cose belle. Aristide Landi, che ricorda la controfigura del miglior Amoroso della storia torinese del basket, prova a dare il suo contributo ma non basta. Pagani si sta involvendo in sé stesso ed il playmaker che Torino schiera come riserva, reduce dall’aver guidato la squadra retrocessa l’altr’anno, Ruben Zugno, non riesce nemmeno ad essere un cambio accettabile nemmeno in difesa.  De Vico non sta adattandosi al ruolo di “star” in A2, mentre era molto abile come comprimario in A1, e forse deve cominciare a pensare di fare questo salto, o tornare in A1, dove talvolta è più facile eccellere quando non devi essere tu a tirare la carretta.

Non neghiamolo, la Reale Mutua Basket Torino è sopra le sue possibilità in classifica, ma è un campionato mediocre in cui tutti possono vincere è perdere con tutti… quindi la speranza non è morta, ma fare qualcosa per salire di tono è obbligatorio.

Paolo Michieletto

È cuore Toro! Torino-Bologna 2-1

17esima giornata di campionato serie A. 

Sanabria(T) aut. Sumaoro(T)  Orsolini (B)

Ha prevalso il cuore Toro con una gara tutta grinta,tecnica ed acume tattico.I granata,sempre più di Juric,hanno disputato una partita ordinata, d’attacco,chiudendo tutti gli spazi di gioco al Bologna.Il punteggio poteva esser più largo ma c’è stata una doppia svista arbitrale:rigore inesistente per i felsinei dell’ex Mihajlovic e poco dopo negato al Toro un clamoroso penalty.Con questa vittoria i granata salgono al 12esimo posto con vista Europa,non tanto distante.Bene tutta la squadra e soprattutto Sanabria.Con l’infermeria che si sta svuotando e magari con l’arrivo del rossoblù Orsolini(oggi avversario ma a gennaio chissà tra l’altro autore di una buona gara fin dal suo ingresso)nessun traguardo può esser precluso ai granata di Juric.Ora testa alla Coppa Italia con la disputa dei 16esimi di finale giovedì 16 dicembre ore 21 a Genova,stadio Marassi per Sampdoria-Torino.

Enzo Grassano

Muore nello schianto contro un palo il “re dei macellai”

Lo chiamavano il “re dei macellai”, Alessandro Rodia morto a soli 43 anni in un incidente stradale alle 20 di venerdì

L’uomo stava percorrendo via Lanzo a Borgaro in direzione del centro a bordo della sua Fiat 500X. Nella rotatoria della zona industriale la vettura si schianta contro un palo dell’’illuminazione pubblica. Rodia è stato sbalzato fuori  dall’auto: il noto macellaio è morto sul colpo. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e i carabinieri che stanno vagliando la dinamica dell’incidente.
(Foto archivio)

“Ci avete rotto i polmoni” La protesta di Legambiente

Flash mob di Legambiente per chiedere un drastico per chiedere un drastico cambio di rotta sull’inquinamento atmosferico urbano

 

Lunedì 13 dicembre h. 11:00
Piazza Palazzo di Città

 

 

Lunedì 13 dicembre alle ore 11.00 le attiviste e gli attivisti di Legambiente scenderanno in piazza per un flash-mob con lo slogan “Ci avete rotto i polmoni”, per chiedere alla nuova giunta torinese un drastico cambio di rotta sull’inquinamento atmosferico urbano e per affrettare le misure necessarie a rientrare nei nuovi e più stringenti limiti di esposizione fissati dall’OMS, nel quadro generale di una stringente necessità di limitare le emissioni climalteranti per rientrare nei parametri dell’Accordo di Parigi.

 

L’appuntamento è alle 10.30 in Piazza Palazzo di Città.