ilTorinese

Utilizziamo al meglio il nostro tempo

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Parte 3

Per raggiungere sul serio l’obiettivo di utilizzare al meglio il nostro tempo occorre avere la voglia e il coraggio di organizzarlo in modo un po’ più razionale, utilizzando una parola che, soprattutto nel vocabolario dell’italiano medio, risulta solitamente ostica e antipatica: Programmazione.

Senza per questo ridurre la nostra vita a una rigida e ridicola serie di impegni. Partendo da due componenti fondamentali, ciò che dobbiamo fare e ciò che vogliamo fare. Possiamo anche suddividere queste componenti in più tipologie (ad esempio lavoro, impegni vari, attività personali, ecc.).

E riportiamo quindi gli impegni su una agenda, cartacea o (sarebbe meglio perché più agevole nelle modificazioni) elettronica (va benissimo anche quella già inserita nei cellulari). Utilizzare bene l’agenda ci permette, oltre a organizzare molto meglio il tempo, di liberare la mente, senza dover fare affidamento solo sulla memoria.

Non ci dimenticheremo impegni e appuntamenti, ma avremo sempre un quadro chiaro del tempo a disposizione per fare qualsiasi altra cosa non abbiamo già previsto di fare, semplicemente visualizzando l’agenda. Parlo per esperienza personale, in quanto da molti anni utilizzo con risultati eccellenti questo metodo.

Se smetteremo di farci spaventare dalla parola “pianificazione” e ne metteremo in pratica il metodo, grazie ad essa potremo facilmente programmare tutti i nostri impegni, rispettando senza ansia e stress le scadenze, e riusciremo così a gestire in maniera efficiente il nostro tempo, senza trascurare le cose, le attività e le persone che amiamo.

Cerchiamo infine di eliminare le azioni non necessarie, quelle cioè che sono frutto di abitudini spesso inutili, e che ci fanno perdere tempo. Ognuno di noi ne ripete qualcuna. Finiamo con lo spendere molti minuti delle nostre giornate in attività ripetitive e di routine senza mai domandarci se quelle azioni hanno ancora un senso e una effettiva funzione.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.

(Fine della terza e ultima parte)

Potete trovare questi e altri argomenti dello stesso autore legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.

Giorno della Memoria con Guareschi al “Pannunzio”

Lettura di “Diario Clandestino”

Lunedì 27 gennaio, ore 17,30, giorno della Memoria, Ornella Pozzi al Centro “Pannunzio” in via Maria Vittoria 35h a Torino leggerà pagine di  “Diario clandestino” di Guareschi internato militare in Germania (43 /45) . “Dedicheremo la nostra memoria oltre alla Shoah agli 800 mila IMI sempre dimenticati e sconosciuti”, commenta il presidente del Pannunzio Pier Franco Quaglieni.
Il creatore di Don Camillo stupirà i partecipanti con il suo racconto dell’internamento in Germania.

Alle Molinette salvata bimba di 8 mesi con il trapianto del fegato di un bimbo di 5 mesi 

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Nei giorni scorsi presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino è stato eseguito un eccezionale trapianto di fegato pediatrico tra piccoli ‘infanti’ (ovvero tra bambini di età inferiore ad 1 anno che non hanno ancora acquisito l’uso della parola). La ricevente una bimba torinese di soli 8 mesi di età. Nata affetta da una grave malformazione, nota come atresia delle vie biliari, la piccola era stata sottoposta nel mese di luglio scorso (a 2 mesi di vita) all’intervento ad intento riparativo di porto-entero-anastomosi secondo Kasai, presso la Chirurgia pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino (diretta dal dottor Fabrizio Gennari). Come purtroppo accade in circa un terzo dei casi dopo questo tipo di intervento, il flusso della bile dal fegato verso l’intestino non è ripreso ed il fegato della bambina è andato inesorabilmente incontro all’evoluzione in cirrosi epatica. Rapida è stata la comparsa di scompenso epatico, con sviluppo di versamento di liquido ascitico in addome e di stato di ittero severo. Seguita dal punto di vista medico presso il reparto di Gastroenterologia pediatrica (diretto dal dottor Pierluigi Calvo), la piccola è stata inserita in lista d’attesa nazionale pediatrica per trapianto epatico nel mese di novembre scorso da parte del professor Renato Romagnoli (Direttore del Dipartimento Trapianti e del Centro Trapianto Fegato adulto e pediatrico dell’ospedale Molinette di Torino).

La ricerca di un donatore deceduto compatibile non ha dato esito per sei settimane, nonostante il progressivo aggravamento delle condizioni della bambina. A questo punto il suo papà ha dichiarato la volontà di donare alla figlia la parte sinistra del suo fegato per salvarle la vita con un trapianto da vivente. Le valutazioni sul potenziale donatore hanno dato esito favorevole e l’intervento era stato programmato per la metà di questo mese di gennaio. A meno di 72 ore dall’avvio del trapianto da vivente, il Centro Nazionale Trapianti operativo (diretto dal dottor Giuseppe Feltrin) ha segnalato al Centro Regionale Trapianti del Piemonte e Valle d’Aosta (diretto dal dottor Federico Genzano) la presenza di un particolare donatore di organi compatibile con la piccola candidata torinese del peso di meno di 8 kg. Si trattava di un piccolo di 5 mesi di vita, di 6 kg di peso, deceduto in un’altra regione italiana per una grave patologia congenita encefalica non controindicante la donazione degli organi. Per quanto molto rischiosa come offerta di fegato (a causa delle piccolissime dimensioni del donatore), il professor Romagnoli ha immediatamente accettato, tenuto conto delle gravi condizioni cliniche della candidata, del perfetto accoppiamento dimensionale tra donatore e ricevente e della possibilità di evitare l’intervento chirurgico sul papà a scopo di donazione. Il prelievo del fegato del piccolissimo donatore è stato eseguito dal dottor Paolo Strignano dell’équipe del Centro Trapianto Fegato di Torino e, 48 ore prima del previsto trapianto da vivente, la piccola ricevente è stata condotta in sala operatoria per il trapianto da cadavere. Il complesso intervento chirurgico (il numero 4200 nella storia del Centro torinese) è stato eseguito presso l’ospedale Molinette dal professor Romagnoli e dalla sua équipe, coadiuvati dal dottor Angelo Panio e dai colleghi dell’Anestesia e Rianimazione 2 del Dipartimento di Anestesia (diretto dal dottor Maurizio Berardino). L’intervento è durato 11 ore ed è tecnicamente riuscito. Il fegato trapiantato ha ripreso immediatamente la sua funzione e la bambina è stata risvegliata ed estubata a meno di 12 ore dalla conclusione dell’operazione. La regressione dell’importante stato di ittero è stata rapidissima e la bimba è ora stata trasferita presso il reparto di Gastroenterologia dell’ospedale Infantile Regina Margherita per un periodo di riabilitazione. “La Sanità piemontese si conferma un punto di riferimento di eccellenza per la sanità italiana, soprattutto nel campo dei trapianti. Un grande applauso ai nostri professionisti ed ai genitori del piccolo donatore che, con un grande gesto, hanno permesso di salvare la vita della piccola paziente” dichiara Federico Riboldi (Assessore alla Sanità della Regione Piemonte). “Ancora una volta la nostra Azienda ospedaliero-universitaria Città della Salute di Torino è riuscita a dare una risposta efficace ad un così grave problema di salute di una piccola paziente grazie ad un trapianto di rara difficoltà” dichiarano Beatrice Borghese (Direttore generale facente funzioni della Città della Salute di Torino) ed Emanuele Ciotti (Direttore sanitario Città della Salute di Torino).

Rock Jazz e dintorni a Torino. Il trio Tavolazzi-Zirilli-Di Gennaro e Daddy G

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Alle OGR il trio Tavolazzi-Zirilli-Di Gennaro. Al Blah Blah il progetto Rome+Guest TBA.

Mercoledì. All’Osteria Rabezzana suona il quartetto di Federico Ponzano. A Eataly Lingotto si esibisce Leo Pari.

Giovedì. Alla Divina Commedia sono di scena i Soul Time Band. Al Cafè Neruda suona Simona Palumbo Latin Quartet. Il trombonista Gianluca Petrella è di scena al Banco. All’Off Topic Didie Cara presenta: Canzoni al telefono.

Venerdì. Alla Divina Commedia si esibisce la Marconi Blues Band. Al Folk Club è di scena Dalen. Al Magazzino sul Po si esibisce Ella Nadì. Al Blah Blah suonano gli Extrema.

Sabato. Al Magazzino sul Po sono di scena i Dub Pigeon. Al Blah Blah suonano i Game Over+ Damnation. Allo Ziggy si esibiscono i Witchunter+Axeblade. Alle OGR è di scena Daddy G.

Pier Luigi Fuggetta

Raccolta differenziata, si amplia il porta a porta nel centro storico

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A partire da metà febbraio verrà introdotto progressivamente per altre 11.500 utenze

 

 È stata avviata in questi giorni la terza fase di trasformazione del servizio di raccolta rifiuti nel centro storico di Torino, con la progressiva attivazione del porta a porta per tutte le frazioni.

Il nuovo servizio coinvolgerà parte del centro storico e del Quadrilatero Romano fino all’area di Porta Susa, per un totale di circa 11.500 utenze, fra domestiche e attività commerciali, comprese nell’area tra corso Regina Margherita, via della Consolata, Piazza Savoia, Piazza Arbarello, via Cernaia, Piazza Solferino, Corso Re Umberto, Corso Vittorio Emanuele II, Corso Inghilterra e Corso Principe Oddone.

Il sistema prevede la rimozione degli attuali contenitori stradali e la realizzazione della raccolta domiciliare per i rifiuti differenziati (carta e cartone, imballaggi in plastica, vetro e metalli, rifiuti organici) e non recuperabili, attraverso l’installazione di appositi contenitori che verranno collocati all’interno di spazi condominiali.

La progettazione del sistema di raccolta è stata preceduta da una puntuale attività di rilievo che ha portato alla definizione di soluzioni ad hoc per ottenere i migliori risultati di raccolta.

La progressiva attivazione del nuovo sistema di porta a porta si svilupperà in stretta correlazione con le attività di comunicazione. A partire dalla settimana corrente, quindi, i cittadini e le attività commerciali presenti nella zona riceveranno, a cura degli incaricati Amiat Gruppo Iren, le prime informazioni in merito al nuovo servizio. A seguire, gli addetti consegneranno gratuitamente a ogni utenza il kit per la raccolta domiciliare (biopattumiera e prima dotazione di sacchi per i rifiuti organici e sacchi per la raccolta della plastica) oltre al materiale informativo di supporto. In un secondo momento, in ogni edificio o condominio verranno collocati i nuovi contenitori preposti per la raccolta.

Infine, per chiarire i dubbi dei cittadini e permettere agli utenti non trovati e/o non identificati durante il passaggio porta a porta di ritirare lo starter kit, dal 30 gennaio al 3 maggio verrà attivato un Punto info distributivo presso il “Lab Oratorio” della Chiesa di San Filippo Neri, con ingresso da via Maria Vittoria 7/A, e attivo il giovedì e il venerdì dalle 16.00 alle 20.00 e il sabato dalle 9.30 alle 13.00.

Per qualsiasi necessità sarà possibile, inoltre, consultare il sito internet Amiat www.amiat.it , seguire la pagina Facebook «Raccolta Differenziata Torino», scaricare la nuova app Iren Ambiente, contattare il Servizio di Customer Care Ambientale, chiamando il numero verde 800 017277 (attivo dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 17.00), o scrivendo ad amiat@gruppoiren.it.

Il vecchietto dove lo metto?

Tra i molti cambiamenti intervenuti nella nostra società negli ultimi decenni vi è anche l’aumento della vita media; non è infatti difficile ormai trovare persone che hanno compiuto 90 anni ed oltre, specie nei Comuni di montagna.

All’aumento dell’età, però, non sempre corrisponde una qualità della vita accettabile: patologie degenerative sempre più frequenti, solitudine, problemi deambulatori costringono gli anziani al ricovero presso le strutture dedicate, le “Residenze Sanitarie Assistenziali”.

Se da un lato questi ricoveri mostrano che la società si è organizzata per sistemare gli anziani non autosufficienti, dall’altro denota il forte mutamento nelle abitudini sociali cominciato una ventina di anni fa almeno e tutt’ora in forte espansione.

Pensate soltanto a quanti anziani conosciamo, degenti presso queste strutture perché i figli sono entrambi occupati con il lavoro o impossibilitati ad occuparsi di loro per altre ragioni.

Un primo dubbio da sollevare è il rapporto tra stipendio percepito e costo della degenza in RSA: a fronte di uno stipendio (buono) di 2000 euro al mese, va considerato che un mese in RSA ha un costo che si aggira tra i 2500 ed i 3000 euro + IVA al mese.

Vale dunque la pena lavorare e, per questo motivo, dover spendere circa 1000 euro al mese in più di quanti ne guadagniamo, nella migliore delle ipotesi? Certo, qualcuno sosterrà che in tal modo si crea occupazione perché in una RSA trovano impiego OSS, infermieri, medici, cuochi e cucinieri, tecnici, giardinieri, ecc, ma pensando unicamente all’aspetto occupazionale arriveremo a perdere di vista ogni valore umano, a catalogare le persone in base a quanto contribuiscano all’aumento del PIL e non in base agli affetti o alla relazione di parentela.

Se tornassimo ad occuparci dei nostri ascendenti, come loro si sono occupati di noi quando le parti erano invertite? In una società i più grandi hanno il compito di allevare ed educare i più giovani fin quando questi siano in grado di badare a se stessi; dopo, però, non vanno buttati via perché inutili ma, anzi, aiutati perché non più in grado di essere autonomi, in una sorta di patto sinallagmatico tra le generazioni.

Spesso sembra che le persone vengano paragonate agli oggetti di uso quotidiano: fino a qualche anno fa portavamo a riparare la TV, la radio o l’elettrodomestico guasti, chiamavamo il tecnico per frigo, lavatrice o forno quando si guastavano e il falegname quando i mobili mostravano segni di usura nello scorrimento dei cassetti, le maniglie non chiudevano più correttamente e così via.

Ora, complice la tecnologia che rende obsoleti oggetti di 3 anni, appena qualcosa si guasta valutiamo se sia di una classe energetica superiore, se la garanzia aggiuntiva sia scaduta e 90 volte su 100 decidiamo di buttare via l’oggetto per acquistarne uno nuovo; con quello che abbiamo speso, il risparmio energetico derivante alla nuova classe energetica si manifesterà dopo almeno 4 anni, quando probabilmente cambieremo nuovamente l’elettrodomestico.

Con gli anziani rischiamo di fare la stessa cosa: quando non ci servono più e diventano impegnativi meglio destinarli ad una struttura che li accudisca per noi, anche se non è la scelta economica migliore, pur di non modificare le nostre abitudini, non rinunciare alla nostra libertà, non sacrificarci in nome dell’amore parentale.

Ma è una ruota che gira: quando toccherà a noi preferiremmo avere uno dei nostri congiunti, anche solo qualche ora, a casa ad alternarsi ad una badante o essere scaricati in una struttura dove saremo poco più che numeri e vedere i nostri cari quando si liberano?

Se la ricerca scientifica puntasse davvero sul migliorare la qualità della vita anziché prolungarla soltanto? Se coinvolgessimo gli anziani in tutti i livelli della nostra società, anziché esautorarli quando non sono più attivi, quando diventano un peso? Non dimentichiamo che gli anziani rappresentano la nostra memoria storica e la loro esperienza può aiutarci ad evitare il ripetersi di errori.

Pensiamoci, potrebbe toccare a noi.

Sergio Motta

Merlo: Acea cessione ramo d’azione, debolezza politica pinerolese indebolisce territorio

“Senza mettere affatto in discussione il ruolo e le iniziative intraprese dai vari Sindaci ed
amministratori locali, è indubbio che sul complicato e complesso tema della ‘cessione del ramo
d’azienda’ e del futuro dell’Acea è mancata del tutto una vera e propria regia politica del territorio.
Ognuno, come ovvio e legittimo, aveva ricette diverse sul come affrontare e risolvere un problema
che lasciava pochi margini di azione. Ma la profonda divisione tra gli amministratori locali e i
Sindaci, e quindi dei vari territori che rappresentano, ha certificato la sostanziale impossibilità di
arrivare ad un risultato convincente e capace di incidere sull’esito finale dell’intricata vicenda.
Ora, si tratta di una partita che ha evidenziato due elementi di fondo.
Innanzitutto la mancanza radicale di un coordinamento politico territoriale frutto e conseguenza
dell’ormai assenza dei partiti come strumenti capaci di rappresentare e di farsi carico delle istanze
importanti che emergono dal territorio. E, al contempo, la sostanziale assenza di esponenti
amministrativi che vengono riconosciuti come ‘riferimento’ politico per tutto il territorio.
In secondo luogo, e giunti a questo punto, le uniche due garanzie che non possono essere
sacrificate sull’altare dell’assenza di una qualsivoglia guida politica, sono la certezza che per il
cittadino utente non ci sia alcun danno e che, dall’altro, i singoli Comuni non vengano indeboliti o
mortificati.
Tutto il resto è secondario. Purtroppo, però, non possiamo non registrare che a volte l’assenza di
un riconosciuto e autorevole coordinamento politico del territorio finisce per danneggiare
irreversibilmente la credibilità e la forza di un intero comprensorio. Nello specifico, il territorio
pinerolese”.

Giorgio Merlo, già parlamentare e amministratore locale.

Torino fa ripartire le lancette dei suoi orologi storici

Per decenni hanno accompagnato la vita quotidiana dei torinesi, scandendo con precisione i momenti della giornata. Con l’avvento del digitale e dei dispositivi mobili hanno perso progressivamente centralità, e la scarsa manutenzione li ha resi silenziosi testimoni del tempo che scorre. Ora, nella città che un tempo indicava l’ora esatta a tutta Italia grazie al segnale emesso dall’Istituto Galileo Ferraris, le lancette degli orologi pubblici torneranno a muoversi.

Nell’ambito del progetto EfficienTo – il piano di efficientamento energetico degli edifici comunali sviluppato dalla Città di Torino e dato in concessione a Iren Smart Solutions – è stato infatti avviato un intervento dedicato al controllo, alla riattivazione e alla futura manutenzione dei circa 60 orologi storici pubblici presenti in città, dislocati in diverse vie e piazze sia in centro che in periferia.

Nei giorni scorsi, sulla facciata dell’ex dazio in corso Moncalieri 80 sede di un distaccamento dei Vigili del Fuoco, è stato riposizionato e riattivato il primo orologio che è stato oggetto di un attento intervento di restauro e manutenzione. Nei prossimi mesi saranno messi in funzione progressivamente tutti gli orologi, e questi elementi inconfondibili dell’arredo urbano torinese torneranno a segnare l’ora esatta dopo anni di inattività.

“In un’epoca dominata dal digitale, ci piace l’idea che i torinesi possano tornare a guardare all’insù per consultare l’ora, ritrovando quei punti di riferimento che da decenni caratterizzano facciate, incroci e scorci della nostra città. Le lancette di un orologio in movimento simboleggiano una città viva e in movimento – commenta l’assessore alla Cura della città, Francesco Tresso – e inoltre, con questa iniziativa vogliamo anche rendere omaggio alla storia di una città che è stata all’avanguardia anche in questo campo. Dal 1979, infatti, il segnale di ora esatta trasmesso dalla Rai partiva proprio da Torino, accompagnando per oltre trent’anni la quotidianità di milioni di italiani”.

TORINO CLICK

Il nuovo housing sociale di via Fiesole

 

Appartamenti e stanze singole per rispondere all’esigenza temporanea e urgente di un’abitazione da parte di famiglie e persone che si trovano in difficoltà perché hanno perso la casa o il lavoro. È il nuovo housing sociale che è stato inaugurato questo pomeriggio in via Fiesole 15/A.

L’immobile, di proprietà comunale e in precedenza utilizzato dai Servizi educativi, è stato oggetto di importanti interventi di ristrutturazione a carico di Intesa Sanpaolo, per uno stanziamento di 2,5 milioni di euro, che hanno restituito una struttura completamente rivista, tanto negli spazi interni quanto in quelli esterni. Per la struttura è inoltre attivo il servizio di accompagnamento realizzato attraverso progetti nell’ambito del piano di inclusione sociale con il contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo, impegnata nel costruire sinergie e processi efficaci per migliorare la qualità della vita delle persone più fragili e accompagnarle verso l’autonomia. La Città di Torino ha impegnato 1.245.000 euro di risorse PN Metro Plus cofinanziate da spesa comunale per la gestione della struttura per il periodo 2024-2026, oltre a 210mila euro per l’acquisto di arredi e attrezzature.

A tagliare il nastro sono stati oggi il sindaco Stefano Lo Russo e l’assessore alle Politiche Sociali e Abitative Jacopo Rosatelli insieme al presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro, al presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo Marco Gilli e al presidente della cooperativa Animazione Valdocco Paolo Petrucci.

Per il sindaco Stefano Lo Russo si tratta di “un nuovo tassello attraverso il quale la Città di Torino prosegue nella creazione di un sistema integrato di servizi per rispondere ai bisogni dei cittadini con difficoltà di tipo abitativo, economico e occupazionale. In questo luogo – spiega – persone e famiglie fragili troveranno una risposta concreta per far fronte all’emergenza abitativa e alle diseguaglianze socio-economiche e un approdo da cui ripartire. Quello che inauguriamo oggi è davvero un bell’esempio dei benefici della collaborazione tra pubblico e privato”.

Gian Maria Gros-Pietro, presidente Intesa Sanpaolo, commenta: “La riqualificazione dell’immobile di via Fiesole è un progetto che parla di assistenza alle persone, di emergenza abitativa e di rigenerazione urbana. In Intesa Sanpaolo crediamo molto in iniziative come questa, utili a ridurre le disuguaglianze, dal 2018 uno dei nostri obiettivi strategici. Il progetto porta pieno vantaggio per la cittadinanza perché migliora la situazione di nuclei familiari in difficoltà, recupera un bene in disuso, ha ricadute in termini occupazionali e sarà di beneficio a tutto il quartiere: rappresenta quindi una collaborazione pubblico-privato fattiva e concreta che mette Torino al centro”.

La sinergia tra la Fondazione Compagnia di San Paolo e la Città di Torino è un elemento strategico in un contesto che vede la collaborazione tra enti pubblici e privati – come in questo caso Intesa Sanpaolo – per rispondere, con un approccio integrato e multidimensionale, alle problematiche sociali della comunità, sviluppando modelli e processi di welfare innovativi e sostenibili. In particolare, con interventi come l’Housing di Via Fiesole, tutti contribuiamo al superamento della povertà abitativa: la casa rappresenta una leva fondamentale per ridurre le disuguaglianze e migliorare la qualità di vita delle persone in difficoltà” afferma Marco Gilli, presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo.

L’edificio è stato completamente rimesso a nuovo ed è organizzato su due livelli, con oltre 1500 metri quadrati di superficie e un’area verde di pertinenza. Due sono le tipologie di ospitalità previste che potranno accogliere persone e nuclei in condizione di fragilità: quella di medio lungo periodo, in ambienti dedicati e composti sia da unità abitative autonome per nuclei familiari, che da stanze di tipo alberghiero, per una capienza totale di 69 persone e quella di breve periodo dedicata all’accoglienza in pronto intervento ed emergenziale, sia per singole persone che per nuclei familiari, per una capacità massima di 20 posti e in connessione all’operatività del Servizio di Pronto Intervento Sociale della Città.

Il progetto gestionale della struttura, assicurato invece attraverso le risorse del programma PN Metro Plus, è stato affidato con gara di appalto ad un’associazione temporanea di imprese, costituita dalla Cooperativa Animazione Valdocco Onlus e dalla Cooperativa Sociale P.G. Frassati Scs Onlus. Compiti dell’associazione temporanea, in raccordo con i Servizi sociali invianti, saranno anche quelli di assicurare l’affiancamento nei percorsi personalizzati dedicati agli ospiti e mirati all’inclusione sociale e all’autonomia abitativa, garantire l’attività di mediazione culturale e facilitare l’accesso ai servizi messi a disposizione da Istituzioni e Terzo settore.

Paolo Petrucci, presidente della Cooperativa Animazione Valdocco, aggiunge: “Inauguriamo un servizio, unico nel suo genere, in cui le attività degli operatori professionali delle nostre cooperative hanno l’obiettivo di costruire e intraprendere dei percorsi orientati all’autonomia e al pieno inserimento sociale delle persone ospiti dell’housing. Ancora un esempio in Città di buone pratiche di collaborazione tra pubblica amministrazione e terzo settore”.

Particolare attenzione sarà inoltre riservata all’ospitalità dei minori dei nuclei accolti. Per loro sono previste iniziative e attività specifiche orientate al benessere e all’integrazione, in particolare attraverso opportunità di socializzazione e di inclusione sportiva e ricreativa presenti sul territorio.

L’attenzione al territorio si rinforza inoltre con l’apertura degli spazi interni ed esterni della struttura, con attività e collaborazioni con le associazioni già presenti e con la comunità locale, oltre che col fatto che il progetto prevede che la struttura stessa sia anche un presidio territoriale sempre aperto.

TORINO CLICK

Riapre la linea Cuneo-Saluzzo-Savigliano

Si è svolto ieri  il viaggio inaugurale del primo treno della linea ferroviaria Cuneo-Saluzzo-Savigliano, che riapre al traffico lunedì dopo 13 anni.

A bordo del convoglio, partito da Cuneo, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi, l’assessore regionale Marco Gallo, i Consiglieri regionali della zona, il presidente della Provincia Luca Robaldo, tutti i sindaci della tratta e moltissimi amministratori del territorio. Alla cerimonia hanno partecipato, inoltre, i vertici di Arenaways, dell’Agenzia della Mobilità Piemontese e la Direzione regionale di RFI.

La riapertura di questo collegamento ha comportato un impegno economico significativo per la Regione Piemonte, che ha destinato 4,5 milioni all’anno per i prossimi 10 anni.

I treni viaggeranno tutti i giorni, con arrivo e partenza delle stazioni di Cuneo e Savigliano, fermeranno nelle stazioni di Busca, Costigliole Saluzzo, Verzuolo, Manta, Saluzzo.

Per consentire la ripresa del traffico viaggiatori, Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS) ha investito undici milioni di euro nella sistemazione dell’armamento e delle opere d’arte (ponticelli, sifoni, sottovia), oltre che del risanamento dei cavi di segnalamento. Sono stati aggiornati i sistemi di telecomunicazioni e circolazione con l’upgrading del Sistema di Controllo Marcia Treno (SCMT). Ulteriori interventi di sistemazione sono stati eseguiti per la pavimentazione dei marciapiedi e la messa in sicurezza delle stazioni intermedie di Busca, Manta, Verzuolo, Costigliole e Saluzzo, dove sono partiti i lavori di restyling. Completate anche le attività di messa in sicurezza dei 48 passaggi a livello lungo la linea, sostituendo le casse di manovra e, laddove necessario, eseguendo modifiche sostanziali all’intero sistema ,nel rispetto della normativa vigente.

L’impegno di RFI proseguirà con un ulteriore investimento di 36 milioni di euro destinati a interventi di manutenzione straordinaria sulla tratta Saluzzo-Bivio Madonna dell’Olmo con il rinnovo dell’armamento, risanamento dei cavi di segnalamento e consolidamento di opere d’arte.

La definizione degli orari è stata studiata attentamente per rispondere alle principali esigenze di mobilità del territorio, garantendo collegamenti efficaci verso le destinazioni con flussi di traffico più significativi, offrendo soluzioni integrate per una mobilità completa e funzionale.

La produzione della linea prevede 142 treni alla settimana nel “periodo di alta” ossia da settembre a giugno, e 50 treni alla settimana nel “periodo di bassa” corrispondente alle vacanze scolastiche estive.

In alta stagione, nei giorni feriali dal lunedì al venerdì sono previsti 24 collegamenti al giorno, di cui 14 lungo tutto il percorso Cuneo-Saluzzo-Savigliano e 10 nella tratta Saluzzo-Savigliano. Il sabato sono previsti 14 collegamenti lungo tutto il percorso Cuneo-Saluzzo-Savigliano e 8 la domenica e festivi.

In bassa stagione, nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì, sono previsti 10 treni al giorno di cui 6 lungo tutto il percorso Cuneo-Saluzzo-Savigliano e 4 nella tratta Saluzzo-Savigliano.

Questa riapertura rappresenta un’importante opportunità per migliorare la mobilità di un vasto territorio. Si stima infatti che il bacino d’utenza potenziale della linea sia di circa 180.000 persone, comprendendo non solo i residenti delle città di Cuneo, Saluzzo e Savigliano, ma anche quelli dei numerosi comuni limitrofi e delle valli circostanti. Il ripristino del servizio ferroviario offre un’alternativa sostenibile ed efficiente per studenti, lavoratori e turisti, contribuendo alla riduzione del traffico su strada e al miglioramento della qualità della vita nel territorio.