ilTorinese

La “Casa della vita” di Rosario Tornatore, artista

La grande bella dimora sulle alture di Cerrina, avvolta nel verdeggiante giardino che declina sull’esaltante scenario di campi e vigneti del Suol D’Aleramo come Carducci definì il Monferrato, può essere considerata una vera e propria “Casa della vita”, se con questo termine si vuole indicare il luogo in cui si conserva ogni cosa concresciuta con chi vi abita.

L’artista siciliano, tra i più noti nel campo dell’arte contemporanea, che abita qui dal 2001, vi ha trasferito il ricordo della vita precedente ricreando l’atmosfera intima della casa natale di Acireale attraverso i mobili e gli oggetti che l’hanno visto crescere.Le vetrinette colme di variopinte e preziose ceramiche di Caltagirone, le rustiche anfore in terracotta, l’ammaliante pupo siciliano, il leggendario Orlando protagonista della Chanson de Roland trattato dai pupari, i giocattoli dell’infanzia e, appesi alle pareti, i primi dipinti figurativi e i bozzetti delle scenografie di cui è stato maestro, basti pensare ai lavori per “Le sedie” di Jonesco, “il vangelo secondo San Matteo” di Pasolini, il “Viaggio” di De Sica, parlano della formazione ricevuta in una famiglia amante della bellezza, della cultura, della musica e dell’arte figurativa.

Il nostalgico ricordo della sorella scomparsa prematuramente è confermato dalla cosa più cara, il pianoforte su cui suonava, posto in un angolo appartato conservato con religiosa dedizione accanto alle fotografie che la ritraggono giovane e bella.La sensibilità di Tornatore si riversa anche sulla natura e sugli animali, tra i tanti che possiede quelli ritenuti i più fedeli amici sono i 7 cani e i 4 cavalli che lo ripagano con momenti di spensieratezza.

Appagato dagli innumerevoli successi ottenuti in ogni parte del mondo, dai lunghi soggiorni in centri propulsivi come Roma, Venezia e soprattutto Parigi dove ha frequentato i più grandi maestri delle avanguardie e ha allestito uno studio ancora oggi esistente, traferendosi nel cuore del Monferrato ha assaporato la tranquillità della vita semplice senza il clamore e la mondanità che disturberebbero la sua predisposizione alla meditazione.

Per questo ha allestito lo studio in cui lavora senza sosta ogni giorno in un angolo tranquillo e appartato della casa in modo da non avere distrazioni e continuare il percorso artistico volto alla ricerca della luce attraverso la rappresentazione delle sue visioni interiori di mondi invisibili, eppure possibili se ha facoltà di immaginarli. Partendo dai cicli precedenti delle Cosmocromie, Archecromie e Topocromie caratterizzate dalla geometrizzazione astratta, senza dimenticare le Iconocromie, definite “Naturalismo astratto” dal critico veneziano Toni Toniato, il geniale artista sta sperimentando la nuova tecnica dell’aggiunta dell’oro ai colori per far brillare maggiormente il colore-luce anche al buio.

L’atelier dove costantemente Tornatore si dedica a pittura, scultura, incisione, è un vero e proprio laboratorio dove s’intrecciano intuizione, meditazione e sperimentazione non basata su basi scientifiche bensì su una sua personalissima percezione cosmologica della natura e dell’universo. Al di là della grande finestra si delineano l’incantevole visione del paesaggio monferrino e il giardino dove gareggiano il verde delle conifere, il giallo e l’arancio degli agrumi di Sicilia con l’esaltante rosso delle foglie dell’acero che si accende miracolosamente, dopo il riposo invernale, nella bella stagione. Tutto è di stimolo al personalissimo infinito viaggio nell’indagare i misteriosi fenomeni del creato attraverso opere che denotano uno stile unico e immediatamente riconoscibile.

Giuliana Romano Bussola

 

 

Toro beffato: 23esima giornata di campionato Torino-Sassuolo 1-1

Sanabria (T) Raspadori(S)

Il Toro domina la gara contro il Sassuolo,segna il gol del vantaggio con Sanabria,prende 2 pali ed 1 traversa ma permette al Sassuolo di pareggiare nell’unica azione degna di nota dei neroverdi con un errore del portierone granata M.Savic.Juric a fine gara espulso per evidente nervosismo,dovuto al fatto che sono stati gettati al vento 2 punti importanti in chiave Europa.È mancata l’esperienza e la fortuna per chiudere prima la gara.
Rimane comunque una tappa importante per la crescita costante della squadra che sta imparando anche dagli errori. Ora la sosta per lo stage della Nazionale ed ancora 8 giorni di calciomercato,serve prendere una punta che entra a partita in corso e segna il più possibile.Successivamente,alla ripresa del campionato contro Udinese fuori casa e Venezia in casa 6 punti per sognare ancora l’Europa e poi largo ai giovani e via chi non rientra più nel progetto di Mister Juric.Il Toro è rinato!

Enzo Grassano

Provinciale 590, Iaretti: “Quella strada è pericolosa, bisogna intervenire”

Il gravissimo incidente stradale che è avvenuto nella serata di sabato 15 gennaio nella frazione Mogol in territorio del comune di Brusasco, con la scomparsa di un 19enne di Verrua Savoia ed il ferimento di un 44enne di Brozolo è, in ordine cronologico, soltanto l’ultimo dei sinistri con effetti tragici avvenuti lungo la strada provinciale 590 ‘della Valcerrina’, che presenta delle criticità particolari soprattutto nel tratto torinese, tra Brozolo e Cavagnolo.

E questa affermazione deriva senza entrare in alcun modo nel merito di quest’ultimo sinistro le cui cause sono in via di accertamento da parte dei carabinieri di Chivasso e di Cavagnolo. La strada, una ex statale passata nel 2001 dall’Anas alla Regione Piemonte e da questa immediatamente trasferita alle Province di Alessandria, Asti e Torino per le tratte competenti parte (ovviamente la partenza e l’arrivo sono in funzione di dove ci si trova) dal comune di Ozzano Monferrato nel punto di immissione con la ex strada statale 457 di Moncalvo e prosegue in territorio della Provincia di Alessandria (Pontestura nella frazione Castagnone, Solonghello, Mombello Monferrato, Cerrina, Odalengo Grande sino a Murisengo) per poi interessare brevemente la Provincia di Asti con Robella ed entrare nella competenza della Città Metropolitana di Torino con Brozolo, Brusasco, Cavagnolo, San Sebastiano da Po, Castagneto Po, Gassino Torinese, San Mauro Torinese sino a giungere in corso Casale. Sicuramente uno dei tratti di maggiore pericolosità è proprio quello tra Brozolo e Cavagnolo, comprendente la frazione Mogol di Brusasco. Si tratta di tratti, che pur in presenza di curve, consentono di viaggiare a velocità anche elevate, con un fondo stradale sovente in ombra (quindi tale da favorire anche la formazione di uno strato ghiacciato nei mesi invernali) e la presenza di alberi ai lati che comunque costituiscono un pericolo potenziale.

In questa parte della 590 vi è effettivamente un segnale di limitazione della velocità che avverte gli automobilisti che quella massima è di 50 km/h orari,  ma è assolutamente irrealistico in quanto – come potuto costatare personalmente nei giorni scorsi – viene sistematicamente violato da chi percorre l’arteria nei due sensi di marcia, oltre ad essere non dimensionato alla velocità, alla tenuta di strada delle vetture moderne. Analogamente non sembrano essere un deterrente neppure i Velo Ok posizionati nel territorio comunale di Brozolo, visto il passaggio di più auto incuranti anche qui del limite dei 50 km/h. Non sarebbe meglio, al di là degli attraversamenti urbani, elevarlo anche solo di una decina di chilometri e porre degli strumenti di controllo in postazione fissa che in questo modo andrebbero o a rilevare il passaggio nel punto specifico o su una tratta determinata e che, in questo modo, sarebbero certamente un deterrente per gli automobilisti che vogliono emulare i piloti delle Formula 1 e che, una volta colpiti nel portafoglio (e nei punti) sarebbero sicuramente più attenti a percorrere a velocità minore questa arteria ?

Senza contare che tali rilevatori di velocità sarebbero un utilissimo supporto all’opera di prevenzione messa in campo dalle forze dell’ordine che, devono comunque attendere anche ad altri importanti compiti istituzionali. E questo intervento che consentirebbe una drastica limitazione della velocità si potrebbe fare SUBITO in attesa che interventi strutturali tali da ridisegnare strade concepite nell’altro secolo, con un volume di traffico e automobili costruite con una concezione diversa, molto diversa da quelle attuali. E questi interventi sarebbero un salvavita come è avvenuto, sempre lungo lo stesso tracciato alla curva del Delfino tra Lauriano e San Sebastiano da Po e alla curva del ‘Baraccone’ a Castagneto Po.

L’auspicio è che la Città Metropolitana di Torino si ricordi anche di questa strada che coinvolge la sua estrema periferia orientale e prenda l’iniziativa con fatti concreti senza aspettare il prossimo sinistro.

E poiché ‘tempus regit actum’ come utente, sia pure non quotidiano, di quella strada, inoltrerò nei prossimi giorni una richiesta formale alla al Sindaco Metropolitano di Torino, alla Città Metropolitana di Torino ed al Difensore Civico Regionale, affinché queste istanze possano trovare un esame in tempi congrui

 

Massimo Iaretti

Consigliere dell’Unione dei Comuni della Valcerrina

Consigliere del Comune di Villamiroglio

Presidente Movimento Progetto Piemonte

 

Storie d’amore e libertà ai tempi della Cortina di ferro

Informazione promozionale / LIBRI

C’è un lui e c’è una lei, perché questo è un intreccio d’amore che si esalta nella fusione di due anime talmente distanti da risultare combaciabili. La passione è il loro filo conduttore, passione che si travasa dall’impegno sociale al sesso e viceversa.

 

DALLA KELETI ALL’ASTORIA  Il ciliegio di Csala

L’atmosfera è quella di un universo lontano – seppure geograficamente vicino – e il ritmo è incalzante, come quello della giovinezza – per qualcuno reale, per altri riacquistata nella maturità.
Romanzo storico, perché i fatti e il loro preciso contorno sono quelli della Cortina di ferro con le sue violente contraddizioni fuori dal tempo e dall’Europa del XX secolo. Siamo nell’Ungheria sul finire del 1956, nei tre mesi paradossalmente più caldi dell’anno, dove si incontrano i due popoli che l’autrice oggi frequenta nella sua esistenza reale: veneto e magiaro, per cui nulla dei profumi, dei sapori, dei luoghi è inventato e tutto si amalgama con vicende in qualche modo conosciute o comunque narrate da chi le ha vissute. C’è un lui e c’è una lei, perché questo è un intreccio d’amore che si esalta nella fusione di due anime talmente distanti da risultare combaciabili. La passione è il loro filo conduttore, passione che si travasa dall’impegno sociale al sesso e viceversa.

Ritmo incalzante, spezzato a tratti dall’immersione nel calendario politico dell’anno del Turbine (nome in codice dell’occupazione sovietica dell’Ungheria), con protagonisti lontani eppure vicini: il premier Nagy, Andropov capo del Cremlino, Nenni con le sue proteste e Togliatti e Ingrao che borbottano per i 110 intellettuali comunisti italiani critici verso il colpo di mano di Mosca.
Chi parla nel linguaggio secco ed essenziale in questa sorta di diario emozionante, è l’italiano che viene dalla drammatica esperienza di minatore in Belgio; chi lo avvince e ossessiona è l’irrequieta creatura “rocciosa come un uccellino”. La danza erotica si concede delle pause o avviene piuttosto viceversa; e si respirano l’incanto dei riflessi del Balaton, il profumo del pan di zenzero e del carbone fumante, la scodella di latte di capra da bere in fretta prima che il treno riparta, le marce militari alla radio di stato, le parole proibite sussurrate in biblioteca o nelle sontuose terme Szekenyi o nei caffè letterari che tanto ricordano gli incontri clandestini del nostro Risorgimento.

Un nuovo senso della vita riappare improvvisamente con gli occhi e il cuore di una ragazzina di vent’anni. Ci sono i vicini che ascoltano, ci sono le spie, l’Armata Rossa che staziona in città già prima della rivoluzione gentile e i soldati ungheresi che si strappano dai berretti la stella rossa per solidarizzare con i fratelli smaniosi di libertà. Eppure non è raro incontrare un cervo che si aggira tra le case, perché lì la natura mostra ancora i suoi segni. E c’è un segreto, il terribile segreto. Non voluta, dalle macerie di quel sogno di indipendenza, vedrete emergere quell’immagine che Eugène Delacroix dipinse nel suo La libertà che guida il popolo: la donna, personificazione dello spirito nazionale, che sulle barricate offre indomita al nemico il petto scamiciato. E poi c’è il ciliegio, il ciliegio di Csala.

L’AUTRICE

Sabrina Tonin nasce nel 1957 in un paesino da sempre dedito a commerci con i Paesi dell’Est, che diventano una sua seconda Patria. Lavora e vive infatti tra il Veneto e Budapest. Dopo il liceo si diploma alla Scuola Politecnica di Milano sotto la guida di Bruno Munari. Appassionata di letteratura, pittura, architettura e musica lirica, ama la scrittura che pratica per diletto personale fino al 2020, quando decide di partecipare a numerosi Concorsi letterari, ottenendo riconoscimenti anche internazionali. Nell’anno trascorso dal suo debutto vengono pubblicati quattro romanzi, Dalla Keleti all’Astoria è il suo primo lavoro, che lega la sua Patria natia a quella adottiva.

Pagina fb:

https://www.facebook.com/sabrinatoninart

Il libro è acquistabile ai seguenti link:
https://www.ilfilodiariannaedizioni.eu/?product=dalla-keleti-allastoria-il-ciliegio-di-csala

https://www.amazon.it/Dalla-Keleti-allAstoria-ciliegio-Csala/dp/B09KNGJ9X9/ref=sr_1_1?crid=2YIT2XR4P3EM1&keywords=dalla+keleti+all+astoria&qid=1642931431&s=books&sprefix=dalla+keleti+a%2Cstripbooks%2C78&sr=1-1

https://www.mondadoristore.it/Dalla-Keleti-all-Astoria-Sabrina-Tonin/eai979128003466/?utm_source=googleshopping&utm_medium=listing&utm_campaign=cpc&gclid=CjwKCAiAlrSPBhBaEiwAuLSDUHtqiZwpGGx9kdPsk0RnFUOKbuqraZLHiUN7dImsOvSjBy-2NwqVnxoCP5sQAvD_BwE&gclsrc=aw.ds

Sicurezza in Barriera, Giachino: “Meno male che ci sono i Carabinieri”

Non siamo a Beirut ma in corso Giulio Cesare 80 a Torino e la Camionetta dei Carabinieri è fuori della Chiesa della Madonna della Pace accerchiata da spacciatori. 

La presenza dei Carabinieri attorno alla Messa partecipatissima delle 10.30 preceduta dal Battesimo di  Tommaso grande segno di speranza .

Dopo il vertice in Prefettura chiesto dall’Arcivescovo Nosiglia vari interventi delle Forze dell’ordine perché manca un presidio fisso. Unico assente il Sindaco.

Quanto sarebbe importante in Consiglio Comunale straordinario che si tenesse nei locali della Parrocchia.

 
Mino Giachino 
SITAVSILAVORO

San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e dei Salesiani: mostra e funzione religiosa a Torino

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“Non parlare di Dio a chi non te lo chiede ma vivi in modo tale che prima o poi te lo chieda”.
San Francesco di Sales scriveva e affiggeva sui muri delle case foglietti volanti per diffondere la fede cattolica invitando la gente a leggerli, si rivolgeva principalmente ai giovani e alle donne testimoniando un infinito amore verso Dio e verso l’umanità. Per questo motivo è diventato il patrono dei giornalisti e degli scrittori, un po’ di tutti noi che scriviamo su questo giornale, il nostro patrono la cui festa ricorre il 24 gennaio ma quest’anno la festa è ancora più importante perché ricorrono i 400 anni dalla sua morte e Torino lo ricorda con una grande mostra al Valdocco. Nato in Savoia nel 1567 Francesco studiò teologia ad Annecy e divenne vescovo di Ginevra. Morì a Lione a soli 55 anni nel 1622. In occasione del quarto centenario della morte il Museo Casa don Bosco ha allestito la mostra “Francesco di Sales 400”, un percorso espositivo che narra la vita, la fede e la spiritualità del patrono dei Salesiani di don Bosco. Una rassegna che vuole celebrare il Santo di cui i salesiani portano il nome. Nei saloni del Teatro Grande di Valdocco in via Maria Ausiliatrice 32 si vedono gli scritti liturgici del Santo, lettere olografe, documenti sulle vite dei Santi, croci argentate e un paramento di fine Cinquecento indossato da Francesco di Sales durante una messa al Santuario della Consolata di Torino. È possibile ammirare un ritratto di San Francesco di Sales del 1618, una lettera autografa del 1608, stampe, dipinti, libri e oggetti particolari come un medaglione in osso di manifattura piemontese su cui è raffigurata l’ostensione della Sindone del 4 maggio 1613 in piazza Castello in cui compare anche Francesco di Sales. L’opera più importante scritta dal Santo è La Filotea, brevi scritti che Francesco inviava alla cugina Louise du Chastel diventata sua figlia spirituale. Imitando San Luca che nel suo Vangelo si rivolge a Teofilo (amico di Dio) san Francesco di Sales si rivolge a Filotea (amica di Dio), cioè ad ogni persona che vuole amare Dio sopra ogni cosa. La mostra è anche l’occasione per visitare i numerosi spazi espositivi che compongono il nuovo Museo Casa don Bosco aperto due anni fa. A fine gennaio la Basilica di Maria Ausiliatrice festeggerà come ogni anno don Bosco. Domenica 30 alle 11 la messa sarà celebrata dal rettore maggiore dei salesiani don Angel Fernandez Artime e lunedì 31 alla stessa ora la funzione sarà presieduta da monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino. La mostra su san Francesco di Sales è aperta al pubblico fino al 15 gennaio 2023, martedì e giovedì 9,30-12,30, mercoledì e venerdì 14,30-17,30, sabato e domenica 9,30-12,30, 14,30-17,30, lunedì chiuso.
                         Filippo Re

Anziane gemelle derubate di gioielli per 100 mila euro

Due finti tecnici del gas hanno truffato due anziane gemelle torinesi che li hanno fatti entrare in casa

Sono state derubate di gioielli per un valore  di 100mila euro ma soprattutto, come hanno dichiarato a Cronaca Qui le due donne,  dei ricordi di una vita: «Erano i gioielli di nostra nonna e di nostra madre».

Venerdì mattina i due truffatori hanno suonato al campanello delle anziane in un condominio di via Saluggia. I malviventi hanno detto che li aveva mandati l’amministratore per fare un controllo sull’impianto di riscaldamento. Hanno detto che dovevano usare una sonda che sarebbe stata pericolosa per i metalli e che avrebbe potuto causare esplosioni. Così hanno fatto raccogliere dalle donne tutti i loro anelli e collane che poi hanno rubato, dandosi alla fuga.

Vaccinati e non vaccinati, ecco come cambiano i rischi I dati del Piemonte

PER I NON VACCINATI RISCHIO 12 VOLTE PIÙ ALTO DI TERAPIA INTENSIVA E 7 VOLTE MAGGIORE DI MORTALITÀ SE SONO OVER40

Nell’ultima settimana dal 15 al 21 gennaio, che dalle stime degli epidemiologi della Regione Piemonte rappresenta il momento di massima circolazione del virus per questa quarta ondata, i casi positivi sono stati l’1,6% tra i vaccinati con il ciclo primario completo (oltre 3,4 milioni di persone con la doppia dose o il monodose nel caso di chi ha ricevuto Johnson&Johnson).

Una percentuale che triplica e sale a circa il 5% tra coloro che non si sono ancora vaccinati o che solo di recente hanno fatto la prima dose (798 mila persone sull’intera popolazione piemontese con più di 5 anni d’età attualmente vaccinabile).

I ricoveri in terapia intensiva sono stati 13 su 100 mila tra i non vaccinati e 1 su 100 mila tra i vaccinati. La mortalità nell’ultima settimana ha riguardato persone con più di 40 anni e i decessi sono stati 18,4 su 100 mila tra i non vaccinati over40 contro 2,8 su 100 mila tra quelli vaccinati. Significa che i non vaccinati hanno un rischio circa 12 volte più grande di finire in terapia intensiva e circa 7 volte maggiore, dopo i 40 anni, di morire a causa del Covid.

OPEN DAY BIMBI AL VALENTINO: SU 1000 PRENOTATI GIÀ VACCINATI QUASI METÀ IN TRE ORE 

Al Valentino ieri per l’open day bimbi 5-11 anni le prenotazioni erano mille. Quasi metà dei bambini sono stati vaccinati in sole tre ore a partire dalle 15.30 fino alla 18.30 (le vaccinazioni pediatriche si  sono chiuse  alle 21, si attendono i dati)

Ieri aggiungendo anche la fascia degli adulti, erano più di 3000 in tutto le convocazioni programmate all’hub Valentino, che è gestito e coordinato dalla Città della Salute di Torino in collaborazione con l’Asl Città di Torino.

Il bollettino Covid di domenica 23 gennaio

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 8.673 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 7.394 dopo test antigenico), pari al 14,5% di 60.007 tamponi eseguiti, di cui 50.980 antigenici. Degli 8.673 nuovi casi gli asintomatici sono 7.731 (89,1%).

I casi sono così ripartiti: 7.199 screening, 1.107 contatti di caso, 367 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa 793.382, così suddivisi su base provinciale: 65.404 Alessandria, 36.742 Asti, 29.500 Biella, 110.577 Cuneo, 61.778 Novara, 415.533 Torino, 28.081 Vercelli, 29.295 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 3.906 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 12.566 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono155 (+13 rispetto a ieri)

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.120 (+35 rispetto a ieri)

Le persone in isolamento domiciliare sono 173.346

I tamponi diagnostici finora processati sono 13.629.328 (+60.007 rispetto a ieri).

I DECESSI DIVENTANO 12.462

Sono 11, 1 di oggi, i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 12.462 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.641 Alessandria, 761 Asti, 469 Biella, 1.540 Cuneo, 1.002 Novara, 5.955 Torino, 574 Vercelli, 401 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 119 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

605.299 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 605.299 (+6.021 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 52.352 Alessandria, 30.107 Asti, 22.044 Biella, 86.827 Cuneo, 50.883 Novara, 312.139 Torino, 21.398 Vercelli, 23.548 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 2.191 extraregione e 3.810 in fase di definizione.

Sospesa dal Questore la licenza di un circolo privato per 15 giorni

Venerdì  il Questore di Torino ha sospeso ai sensi dell’art. 100 TULPS l’attività di un  circolo privato sito in via Cigna.

Lo scorso mercoledì, in occasione di un controllo amministrativo effettuato da personale della Polizia di Stato della Divisione Amministrativa e Sociale della Questura, il presidente del suddetto circolo era stato sanzionato per  aver violato la normativa contro la diffusione del COVID 19 e contestualmente denunciato all’ A.G. ai sensi del testo unico Leggi sanitarie 1265/1934; il locale era stato chiuso per 5 gg.

Durante il medesimo controllo, gli operatori di polizia avevano, inoltre, riscontrato che il circolo aveva consentito l’accesso al pubblico a persone non iscritte nel registro dei soci e di fatto apriva al pubblico un locale di intrattenimento in assenza della prescritta autorizzazione: in merito, il presidente era stato  denunciato all’Autorità Giudiziaria ai sensi dell’art. 681 c.p. e sanzionato amministrativamente per aver aperto al pubblico un locale di intrattenimento senza averne titolo, consentendo l’accesso al circolo a persone non socie.

Il controllo è scaturito a seguito di diverse segnalazione relative al disturbo alla quiete pubblica nonchè a seguito di fatti delittuosi, piuttosto gravi, occorsi all’inizio di questo anno e nel mese di novembre 2021, che hanno coinvolto gli avventori del locale, anche a causa del consumo eccessivo di bevande  alcooliche.

Tenuto conto del continuo abuso di sostanze alcoliche, del verificarsi di gravi  episodi di violenza e di disturbo alla quiete pubblica e decoro degli spazi urbani, il Questore di Torino ha  ritenuto che il locale costituisca fonte di concreto e attuale pericolo per la sicurezza dei cittadini, dei consociati e degli avventori, con indubbi riflessi negativi sull’ordine pubblico; pertanto, ha disposto,  ai sensi dell’art. 100 Testo Unico Leggi Pubblica Sicurezza, la sospensione dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande all’interno del circolo che rimarrà, dunque, chiuso  per 15 giorni a  decorrere dalla giornata di venerdì.