ilTorinese

Alla scoperta dell’antico Pastiss della Cittadella

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IL PASTISS. STORIA E PROSPETTIVE

La costruzione del Pastiss fu voluta da Emanuele Filiberto e avviata nel 1572 come esteso progetto, poi non completato,di integrare la difesa dei tre bastioni della Cittadella piùesposti alle offese rispetto a quelle lato Dora e Po.

Il contratto  per l’esecuzione della casamatta, progettata daFerrante Vitelli dentro il fossato del bastione San Lazzaro,risale al 25 gennaio 1572. L’opera, conclusa nel 1574, risultòmolto complessa, tanto da meritare la denominazione di“Pastiss” (pasticcio).

Il suo fronte esterno a profilo trilobato  eraformato da una spessa muraglia nella cui fondazione eraricavata una galleria di contromina con funzione didispersione dell’onda d’urto di una mina lungo i suoi 140metri di sviluppo ed espulsione dei relativi prodotti gassosiattraverso 15 pozzi aperti nella volta. Presentava all’internovari ambienti operativi, posti su due livelli e autonomamentedifendibili, da cui eseguire le azioni di fuoco a 360°, con lastessa tecnica dei moderni capisaldi. Il fronte di gola era,inoltre, dotato di cannoniere per il tiro rovescio per la difesavicina del fossato e delle muraglie del bastione San Lazzaro,col quale comunicava per mezzo di un’ampia galleria cheintegrava la difesa del fossato con apposite feritoie per fuocodi fucileria.

Dopo la demolizione della Cittadella nel secondo Ottocento,il Pastiss è stato utilizzato come discarica per i materiali dirisulta dei cantieri edili dell’epoca. Fu riattivato nella parte piùprofonda durante la 2^ G.M. come rifugio di protezioneantiaerea per gli isolati di corso Matteotti compresi fra corsoGalileo Ferraris e via Amedeo Avogadro e nuovamenteabbandonato nel dopoguerra.

Riscoperto nel marzo 1958 da Guido Amoretti e CesarinoVolante, dal 1976, dopo i primi interventi di recupero di alcune parti in maniera autonoma da parte dell’allora capitano Amoretti e i primi volontari del gruppo ricerche e scavi, a seguito di autorizzazione del Comune di Torino èoggetto di un cantiere permanente di scavo e recuperogestito dall’Associazione Amici del Museo Pietro Micca,coordinato per oltre 30 anni dallo storino Piergiuseppe Menietti e dalla Direzione del Museo Pietro Micca.

Nel 2014 i principali settori recuperati e ripuliti sono stati restaurati su progetto dello studio di architettura Sonia Bigando e Roberto Nivolo a merito di contributo ministeriale favorito dal Consiglio regionale del Piemonte. Una buona parte degli ambienti recuperati sono stati messi in  sicurezza e dotati degli impianti adeguati alla visita.


Nel
2018 è stato realizzato un regolare ingresso  sul marciapiede di via Papacino 1 al posto dell’originario tombino precedentemente utilizzato come ingresso di fortuna. Dotata di una scala a chiocciola a norma disicurezza, contestualmente con altri complementari lavori dimessa in sicurezza di un delimitato percorso interno dotatodi pannelli didattici, la fortezza è oggi periodicamente apertaalla visita pubblica su diretta gestione dell’AssociazioneAmici del museo Pietro Micca su prenotazione presso il museo stesso ai recapiti info@museopietromicca.it e 011 01167580.

Attraverso un nuove contributo della Regione Piemonte in occasione del 450° anniversario di costruzione della cinquecentesca casamatta, è stato progettato un nuovo intervento di ricerca archeologica e di restauro funzionale che permetterà di valorizzare ulteriormente il percorso di visita sia inglobando un altro settore della galleria di contromina nella fondazione con uno dei pochi pozzi di aerazione ancora efficienti sia permettendo uno straordinario sguardo d’insieme delle gallerie di contromina del 1706 e, soprattutto, l’ingresso della camera di combattimento bassa dalla quale entrò per la prima volta nel marzo 1958 il generale Amoretti alla scoperta del Pastiss.

Un interessante e nuovo sguardo sul patrimonio archeologico sotterraneo di Torino e su una struttura unica al mondo nel suo genere, che merita di essere valorizzata e soprattutto di diventare area museale permanente rientrando a pieno titolo nel museo Pietro Micca e dell’assedio di torino del 1706 assieme all’altra area archeologica del Rivellino degli Invalidi venuta alla luce nel 2015 durante i lavori del nuovo parcheggio sotterraneo di corso Galileo Ferraris e unica parte salvaguardata del patrimonio sacrificato alle esigenze della modernità.

Per dare evidenza alla significativa ricorrenza del 450° anniversario di costruzione del Pastiss, il generale Franco Cravarezza, direttore del museo Pietro Micca, è orgoglioso di annunciare che quest’anno il museo Pietro Micca proporrà un nutrito programma di eventi a partire dal 25 gennaio per celebrare l’anniversario e valorizzare il patrimonio sotterraneo della Città con eventi, conferenze, progetti di restauro e tecnologici e, si spera, anche significativi passi per la istituzionalizzazione museale del Pastiss.

Tra i progetti già programmati, di seguito due particolari.

Il primo a inizio febbraio sarà la realizzazione di una speciale visita virtuale del Pastis nell’ambito del progetto VADUS, collaborazione tra Comune di Torino (Torino City Lab), ESA, TIM, ENEA e Università La Sapienza di Roma.

Il secondo progetto, relativo al recupero archeologico e funzionale del pozzo di aerazione all’interno del percorso di visita, andrà in porto entro aprile pv.

La prima attività, il 25 gennaio 2022.

Dopo una breve inaugurazione dell’anniversario, dalle ore 11 alle 17,30 la cinquecentesca fortezza del Pastiss sarà aperta alle visite gratuite.

Obbligatoria prenotazione a eventi@museopietromicca.it e 011 01167580 e necessario green pass rafforzato e mascherina indossata. Non idoneo per portatori di disabilità motoria.

IL DIRETTORE DEL MUSEOPIETRO MICCA

Gen. Franco Cravarezza

Peste suina, le nuove disposizioni regionali

Il vicepresidente della Regione Piemonte Fabio Carosso ha firmato  una nuova ordinanza relativa alla gestione epidemiologica della Peste Suina Africana.

Nel confermare tutte le previsioni già adottate dal Decreto 3/2022 del 12 gennaio, il nuovo provvedimento prevede l’estensione geografica della zona di controllo dell’infezione ai Comuni compresi nel raggio di 10 km dalla zona infetta, andando così ad interessare i Comuni delle province di Asti, Cuneo ed Alessandria ricompresi in tale raggio.

Nel territorio di questi Comuni viene disposto il divieto di qualsiasi tipo di attività venatoria e di gestione faunistica e la regolamentazione dell’attività agro-silvo-pastorale che deve essere sottoposta al preventivo parere positivo del Servizio Veterinario della ASL competente per territorio.

Le misure avranno decorrenza da lunedì 24 gennaio e saranno aggiornate in funzione dell’evolversi della situazione epidemiologica. L’ordinanza resterà comunque in vigore fino al 30 aprile 2022.

Reale Mutua Basket Torino – Cantù 83 – 85 dopo primo tempo supplementare

Il basket visto da vicino

Con i se e con i ma … mai si salirà.

 

Ennesima sconfitta, la sesta consecutiva, a testimonianza di una cattiva se non pessima conduzione della partita da chi comanda in panca.


Spero nessuno lamenti la mancanza di Toscano per “motivi” del momento,  diciamo così,  quando l’altra squadra, per “ motivi altrettanto del momento, ha perso il suo miglior giocatore a titolo definitivo per il campionato.

Ci si presenta ad armi pari, ma Torino resta in partita grazie ai due quarti di gioco splendidamente giocati con i 22 punti (!) del solo Trey Davies. Finalmente gioca senza pensieri e segna addirittura due giochi da 4 punti, con canestro da tre punti più fallo e tiro supplementare segnato.

Il gioco è inesistente,  come sempre, ma questa iniezione di spettacolo del piccolo statunitense numero 57 di Torino  sembra far disapparire tali difficoltà.

Torino non è fenomenale ma Cantù non è la succursale dei Golden State Warriors… .e comunque resta in partita. Il primo tempo si chiude 42 – 39per la Reale Mutua con 22, come già detto,  di Davies.

Si rientra e Torino arriva a condurre di 8 e qui arriva un colpo di genio di coach Casalone: fuori Davies dentro Zugno!!! Da più 8 a meno tre in poco tempo! L’inizio quarto quarto ha dell’incredibile: quintetto Torino con Davies Zugno Alibegovic Pagani Scott! Torino ha due play due pivot e una guardia in campo… . Nessuno segna e Landi e De Vico vegetano in panchina.

Ma Cantù gioca da A2 e si resta comunque in ballo fino alla fine. Davies si rimette a giocare da solo e pareggia la partita sbagliando di un nulla il tiro della vittoria.  Si va all’overtime dove fino all’ultimo si potrebbe vincere con una rimessa sotto di due a tre secondi circa dalla fine che, disegnata in maniera immaginifica dal comandante del vascello, mette Davies al tiro dall’angolo marcato da tre giocatori avversari. Partita persa ed ennesima tristezza inanellata nei cuori dei tifosi del basket di Torino.

Giudizio sui giocatori è essenziale.

Davies gioca da solo e fa quel che può: senza di lui oggi la partita non avrebbe avuto storia.

Scott continua nel suo momento di gioco adatto solo all’A2 ma si divora, così come Pagani, canestri incredibili da sotto nel supplementare!

Alibegovic, se avesse segnato (forse) una bomba da tre nel supplementare, avrebbe potuto diventare eroe di giornata.

Landi,  che continua ad andare a luci ed ombre, sembra non essere gradito dal coach che nei momenti decisivi lo dimentica in panchina tanto da farlo rivestire per quanto tempo resta seduto.

E poi? Zugno. Mi dispiace,  il mio giudizio è solamente tecnico e MAI entrerà nel campo umano del ragazzo, sia chiaro, ma capire perché il coach lo metta in campo e lo faccia giocare è un vero mistero: nei momenti decisivi perde due palloni che danno il la a contropiedi con esiti disastrosi per Torino e nel supplementare tira un pallone sul vetro da solo da tre e un altro se lo fa stoppare… . Davies 40’ è l’unica soluzione.

Per ultimo De Vico. Non riesce a fare il protagonista in A2. Deve tornare a fare il gregario in serie A dove può dare il meglio di sé.  Non riesce ad esprimersi e addirittura si fa espellere per doppio fallo tecnico.  È la più grande delusione dell’anno, almeno al momento.

E quindi? Ci rassegniamo a finire mestamente un campionato anonimo giocando le ultime partite sperando di strappare qua e là qualche vittoria? Non saprei che dire. Per sognare avremmo bisogno di almeno un buon innesto se non due (e giocatori liberi buoni ce ne sarebbero) ma non si sa cosa voglia o possa fare la dirigenza. Per l’ennesima volta Torino perde contro una squadra che la precede in classifica (mai vinta una, ndr) e qualcosa vorrà pur dire.

Siamo senza attacco e senza qualità tattica offensiva e difensiva: qualche dubbio sul coach? Forse una guida meno inesperta potrebbe aiutare? Dobbiamo aspettare molto la fine del film “  Torna a casa … lone” ?

Ai “poster” l’ardua sentenza … ma intanto la Torino del basket dell’ultima era sportiva cestistica non era mai stata così brutta né così in basso. Sperem… .

Paolo Michieletto

Sgominata la “banda della monetina”: derubavano donne anziane distraendole con un trucco

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Torino, 24 Gennaio Rubavano le borse con il consolidato sistema delle monetine lanciate a terra, consistente nel distrarre la vittima con un rumoroso lancio di monete sull’asfalto mentre un terzo malvivente si impossessava della borsa incustodita sul sedile anteriore dell’auto.

Il trucco è stato visto dai carabinieri di Susa che hanno fermato la banda. Si tratta di tre peruviani, di 25, 30 e 36 anni, responsabili di furto aggravato in concorso.  

Nei giorni scorsi i carabinieri avevano seguito gli spostamenti di un’auto già avvistata in altri luoghi che erano stati teatro di furti ai danni di donne sole e anziane. I militari dell’Arma, dopo aver appurato che a bordo della vettura si trovavano dei sudamericani corrispondenti alle descrizioni fornite dalle vittime, li hanno seguiti e colti in flagranza nel parcheggio della “Coop” di Piossasco. È stata individuata la base logistica dentro cui il gruppo nascondeva una piccola parte della refurtiva (occhiali, borse, tablet, cellulari) dal valore stimato superiore ai 25.000 euro.

Con i bancomat rubati alle vittime prelevavano denaro contante, che poi veniva reinvestito in proprietà in Perù, o acquistavamo beni di lusso.  

Emergenza Covid, grazie a 13 mila volontari oltre 200 mila interventi da febbraio 2020

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La Protezione civile ha messo in campo 13.115 volontari dall’inizio dell’emergenza Covid ad oggi, per un totale di oltre 201.673 interventi (dal 5 febbraio 2020 al 16 gennaio 2022).

Gli interventi riguardano principalmente l’assistenza e l’informazione alla popolazione, l’assistenza ai centri vaccinali, il soccorso e l’assistenza sanitaria, la logistica, il supporto organizzativo, amministrativo e di segreteria ed altri ambiti.

Per il Commissario generale dell’Unità di Crisi Vincenzo Coccolo, “anche in questa lunga emergenza Covid il volontariato della Protezione civile del Piemonte ha dato grande prova di disponibilità ed efficienza, al fianco degli operatori sanitari in prima linea per fronteggiare la pandemia. A loro il doveroso ringraziamento dell’Unità di Crisi”.

“La Protezione civile piemontese – afferma l’assessore regionale alla Protezione civile Marco Gabusi – si è rivelata determinante e determinata nella lotta contro la pandemia. Tutta l’esperienza acquisita dalla tragica esperienza dell’alluvione del 1994, quando il Coordinamento piemontese si è strutturato ed è cresciuto fino a diventare la migliore Protezione civile del Paese, ci ha consentito di poter contare su un esercito di donne e uomini formidabili, dalle grandi capacità e inventiva”.

Anche questa settimana i volontari sono stati impegnati nei centri vaccinali di Torino e di tutte le principali località del Piemonte per facilitare la logistica ed assistere la popolazione nella campagna vaccinale in corso.

Pareggio deludente! 23esima giornata di campionato Milan-Juventus 0-0

Rossoneri e bianconeri prendono 1 punto a testa al termine di una gara povera d’emozioni

e rendono felice soltanto l’Inter capolista con ancora una gara da recuperare contro il Bologna fuori casa ed a questo punto pronta ad iniziare una vera e propria fuga solitaria verso il secondo titolo consecutivo di campione d’Italia.Partita priva d’emozioni con 2 squadre contratte che non sono riuscite a prendere il sopravvento l’una sull’altra.I bianconeri senza idee e quasi rassegnati ad accontentarsi di 1 punto che li mantiene a galla nella lotta per il quarto posto, l’ultimo utile per qualificarsi in Champions League.Ora la sosta che servirà soprattutto a capire come intervenire nel calciomercato aperto ancora per 8 giorni con la chiusura che avverrà il 31 gennaio.

Enzo Grassano

Addio a Giulio, chitarrista appassionato di Lucio Battisti

Giuliano Ariosto per gli amici  “Giulio”, era un grande appassionato di musica, soprattutto quella di Lucio Battisti

Malato da tempo è deceduto nelle scorse ore ad Asti dove era molto conosciuto. Era un artista protagonista  di molte iniziative musicali organizzate con l’amico Francesco Li Causi, che  lo ricorda così in un post su Facebook: “Ora potrai suonare la tua chitarra e cantare con Lucio. Immagino già il casino che farai. Come sempre la tua voce era di alcuni toni al di sopra delle altre. Abbiamo fatto tanto io te e Renzo. Il successo di Born ti Sing con le sale strapiene al Don Bosco. Poi i Battistiani con Enzino Perrone sito pienone al Politeama con una marea di chitarristi, amanti come noi delle canzoni di Battisti. Le tue partecipazioni al Cantanapoli e in ultimo qualche tempo fa nel mio locale. Eri irrefrenabile.Un vulcano di idee. Ci mancherai. Mi mancherai”.

La “Casa della vita” di Rosario Tornatore, artista

La grande bella dimora sulle alture di Cerrina, avvolta nel verdeggiante giardino che declina sull’esaltante scenario di campi e vigneti del Suol D’Aleramo come Carducci definì il Monferrato, può essere considerata una vera e propria “Casa della vita”, se con questo termine si vuole indicare il luogo in cui si conserva ogni cosa concresciuta con chi vi abita.

L’artista siciliano, tra i più noti nel campo dell’arte contemporanea, che abita qui dal 2001, vi ha trasferito il ricordo della vita precedente ricreando l’atmosfera intima della casa natale di Acireale attraverso i mobili e gli oggetti che l’hanno visto crescere.Le vetrinette colme di variopinte e preziose ceramiche di Caltagirone, le rustiche anfore in terracotta, l’ammaliante pupo siciliano, il leggendario Orlando protagonista della Chanson de Roland trattato dai pupari, i giocattoli dell’infanzia e, appesi alle pareti, i primi dipinti figurativi e i bozzetti delle scenografie di cui è stato maestro, basti pensare ai lavori per “Le sedie” di Jonesco, “il vangelo secondo San Matteo” di Pasolini, il “Viaggio” di De Sica, parlano della formazione ricevuta in una famiglia amante della bellezza, della cultura, della musica e dell’arte figurativa.

Il nostalgico ricordo della sorella scomparsa prematuramente è confermato dalla cosa più cara, il pianoforte su cui suonava, posto in un angolo appartato conservato con religiosa dedizione accanto alle fotografie che la ritraggono giovane e bella.La sensibilità di Tornatore si riversa anche sulla natura e sugli animali, tra i tanti che possiede quelli ritenuti i più fedeli amici sono i 7 cani e i 4 cavalli che lo ripagano con momenti di spensieratezza.

Appagato dagli innumerevoli successi ottenuti in ogni parte del mondo, dai lunghi soggiorni in centri propulsivi come Roma, Venezia e soprattutto Parigi dove ha frequentato i più grandi maestri delle avanguardie e ha allestito uno studio ancora oggi esistente, traferendosi nel cuore del Monferrato ha assaporato la tranquillità della vita semplice senza il clamore e la mondanità che disturberebbero la sua predisposizione alla meditazione.

Per questo ha allestito lo studio in cui lavora senza sosta ogni giorno in un angolo tranquillo e appartato della casa in modo da non avere distrazioni e continuare il percorso artistico volto alla ricerca della luce attraverso la rappresentazione delle sue visioni interiori di mondi invisibili, eppure possibili se ha facoltà di immaginarli. Partendo dai cicli precedenti delle Cosmocromie, Archecromie e Topocromie caratterizzate dalla geometrizzazione astratta, senza dimenticare le Iconocromie, definite “Naturalismo astratto” dal critico veneziano Toni Toniato, il geniale artista sta sperimentando la nuova tecnica dell’aggiunta dell’oro ai colori per far brillare maggiormente il colore-luce anche al buio.

L’atelier dove costantemente Tornatore si dedica a pittura, scultura, incisione, è un vero e proprio laboratorio dove s’intrecciano intuizione, meditazione e sperimentazione non basata su basi scientifiche bensì su una sua personalissima percezione cosmologica della natura e dell’universo. Al di là della grande finestra si delineano l’incantevole visione del paesaggio monferrino e il giardino dove gareggiano il verde delle conifere, il giallo e l’arancio degli agrumi di Sicilia con l’esaltante rosso delle foglie dell’acero che si accende miracolosamente, dopo il riposo invernale, nella bella stagione. Tutto è di stimolo al personalissimo infinito viaggio nell’indagare i misteriosi fenomeni del creato attraverso opere che denotano uno stile unico e immediatamente riconoscibile.

Giuliana Romano Bussola

 

 

Toro beffato: 23esima giornata di campionato Torino-Sassuolo 1-1

Sanabria (T) Raspadori(S)

Il Toro domina la gara contro il Sassuolo,segna il gol del vantaggio con Sanabria,prende 2 pali ed 1 traversa ma permette al Sassuolo di pareggiare nell’unica azione degna di nota dei neroverdi con un errore del portierone granata M.Savic.Juric a fine gara espulso per evidente nervosismo,dovuto al fatto che sono stati gettati al vento 2 punti importanti in chiave Europa.È mancata l’esperienza e la fortuna per chiudere prima la gara.
Rimane comunque una tappa importante per la crescita costante della squadra che sta imparando anche dagli errori. Ora la sosta per lo stage della Nazionale ed ancora 8 giorni di calciomercato,serve prendere una punta che entra a partita in corso e segna il più possibile.Successivamente,alla ripresa del campionato contro Udinese fuori casa e Venezia in casa 6 punti per sognare ancora l’Europa e poi largo ai giovani e via chi non rientra più nel progetto di Mister Juric.Il Toro è rinato!

Enzo Grassano

Provinciale 590, Iaretti: “Quella strada è pericolosa, bisogna intervenire”

Il gravissimo incidente stradale che è avvenuto nella serata di sabato 15 gennaio nella frazione Mogol in territorio del comune di Brusasco, con la scomparsa di un 19enne di Verrua Savoia ed il ferimento di un 44enne di Brozolo è, in ordine cronologico, soltanto l’ultimo dei sinistri con effetti tragici avvenuti lungo la strada provinciale 590 ‘della Valcerrina’, che presenta delle criticità particolari soprattutto nel tratto torinese, tra Brozolo e Cavagnolo.

E questa affermazione deriva senza entrare in alcun modo nel merito di quest’ultimo sinistro le cui cause sono in via di accertamento da parte dei carabinieri di Chivasso e di Cavagnolo. La strada, una ex statale passata nel 2001 dall’Anas alla Regione Piemonte e da questa immediatamente trasferita alle Province di Alessandria, Asti e Torino per le tratte competenti parte (ovviamente la partenza e l’arrivo sono in funzione di dove ci si trova) dal comune di Ozzano Monferrato nel punto di immissione con la ex strada statale 457 di Moncalvo e prosegue in territorio della Provincia di Alessandria (Pontestura nella frazione Castagnone, Solonghello, Mombello Monferrato, Cerrina, Odalengo Grande sino a Murisengo) per poi interessare brevemente la Provincia di Asti con Robella ed entrare nella competenza della Città Metropolitana di Torino con Brozolo, Brusasco, Cavagnolo, San Sebastiano da Po, Castagneto Po, Gassino Torinese, San Mauro Torinese sino a giungere in corso Casale. Sicuramente uno dei tratti di maggiore pericolosità è proprio quello tra Brozolo e Cavagnolo, comprendente la frazione Mogol di Brusasco. Si tratta di tratti, che pur in presenza di curve, consentono di viaggiare a velocità anche elevate, con un fondo stradale sovente in ombra (quindi tale da favorire anche la formazione di uno strato ghiacciato nei mesi invernali) e la presenza di alberi ai lati che comunque costituiscono un pericolo potenziale.

In questa parte della 590 vi è effettivamente un segnale di limitazione della velocità che avverte gli automobilisti che quella massima è di 50 km/h orari,  ma è assolutamente irrealistico in quanto – come potuto costatare personalmente nei giorni scorsi – viene sistematicamente violato da chi percorre l’arteria nei due sensi di marcia, oltre ad essere non dimensionato alla velocità, alla tenuta di strada delle vetture moderne. Analogamente non sembrano essere un deterrente neppure i Velo Ok posizionati nel territorio comunale di Brozolo, visto il passaggio di più auto incuranti anche qui del limite dei 50 km/h. Non sarebbe meglio, al di là degli attraversamenti urbani, elevarlo anche solo di una decina di chilometri e porre degli strumenti di controllo in postazione fissa che in questo modo andrebbero o a rilevare il passaggio nel punto specifico o su una tratta determinata e che, in questo modo, sarebbero certamente un deterrente per gli automobilisti che vogliono emulare i piloti delle Formula 1 e che, una volta colpiti nel portafoglio (e nei punti) sarebbero sicuramente più attenti a percorrere a velocità minore questa arteria ?

Senza contare che tali rilevatori di velocità sarebbero un utilissimo supporto all’opera di prevenzione messa in campo dalle forze dell’ordine che, devono comunque attendere anche ad altri importanti compiti istituzionali. E questo intervento che consentirebbe una drastica limitazione della velocità si potrebbe fare SUBITO in attesa che interventi strutturali tali da ridisegnare strade concepite nell’altro secolo, con un volume di traffico e automobili costruite con una concezione diversa, molto diversa da quelle attuali. E questi interventi sarebbero un salvavita come è avvenuto, sempre lungo lo stesso tracciato alla curva del Delfino tra Lauriano e San Sebastiano da Po e alla curva del ‘Baraccone’ a Castagneto Po.

L’auspicio è che la Città Metropolitana di Torino si ricordi anche di questa strada che coinvolge la sua estrema periferia orientale e prenda l’iniziativa con fatti concreti senza aspettare il prossimo sinistro.

E poiché ‘tempus regit actum’ come utente, sia pure non quotidiano, di quella strada, inoltrerò nei prossimi giorni una richiesta formale alla al Sindaco Metropolitano di Torino, alla Città Metropolitana di Torino ed al Difensore Civico Regionale, affinché queste istanze possano trovare un esame in tempi congrui

 

Massimo Iaretti

Consigliere dell’Unione dei Comuni della Valcerrina

Consigliere del Comune di Villamiroglio

Presidente Movimento Progetto Piemonte