Calciomercato: Juve e Toro contro!
A poche ore dalla chiusura della finestra invernale del calciomercato, lunedì 31 gennaio ore 20, ancora protagoniste Juve e Toro ma questa volta contro!
Tutto comincia dal rifiuto del presidente granata Cairo di non vendere il difensore Bremer ai bianconeri che si vendicano acquistando il promettente difensore centrale Federico Gatti dal Frosinone,in procinto di passare ai granata da subito,mancavano solo le firme.Un vero e proprio sgarbo che mette a rischio la buona collaborazione tra granata e bianconeri visti gli affari fatti in passato e con Mandragora e Pjaca da riscattare proprio dalla Juve che aspetta d’incassare a giugno i 12 milioni pattuiti per entrambi i giocatori.Cosa accadrà?difficile da dire ma sicuramente si troverà una soluzione. Il rancore calcistico non porta nulla di positivo a nessuna società,specie durante questo periodo difficile,dove il mutuo soccorso tra i presidenti di serie A e B diventa fondamentale.
Enzo Grassano
Sugli schermi “La fiera delle illusioni” di Guillermo del Toro
PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione
All’origine, nel 1946, il romanzo “Nightmare Alley” scritto da William Lindsay Gresham, già l’anno successivo portato sullo schermo da Edmund Goulding con Tyrone Power quale protagonista, film peraltro bocciato dal pubblico che non accettò di vedere sullo schermo uno dei suoi attori preferiti, romantico e irreprensibile, rivestire un personaggio così fortemente negativo. Con “La fiera delle illusioni” la storia è ripresa oggi da Guillermo del Toro, felicemente, ancora una prova vinta (anche se per una certa scrittura “di troppo” la perfezione della “Forma dell’acqua” forse non è così prossima), ancora un riallacciarsi o trovare ispirazione nel cinema americano degli anni Quaranta e Cinquanta, ancora la volontà di rendere minacciose o torpide le acque, un gran falò che tutto consuma e distrugge all’interno di una casa sperduta in qualche angolo d’America, da cui il protagonista Stan Carlisle fugge via, lasciandosi alle spalle un cadavere con parole di odio e conflitti tra un padre e un figlio mai sopiti.
Nel buio di una notte, tra insegne colorate (stanno circolando negli States poche edizioni in bianco e nero: chissà quali altre immagini, piene d’effetti e di nuove suggestioni) e scrosci di pioggia che, con l’altra presenza che sono i fiocchi densi di neve, non abbandoneranno mai l’intera vicenda, l’uomo, passato angoscioso e tanta ambizione, tanta prontezza nell’apprendere l’arrangiarsi della vita, arriva ad un vecchio luna park che sarebbe certo piaciuto a Fellini, incontrando Molly (Rooney Mara), la ragazza elettrica, che ha i sapori e l’innocenza di Gelsomina, o quanti sono corrotti anche nel corpo, quei freaks che anche Gabriele Mainetti ha saggiato di recente, il nano che alimenta tanti trucchi e l’Uomo Bestia, chiuso nel lerciume di una gabbia a succhiare il sangue dal collo squarciato di una gallina, come una intera umanità di farabutti e imbroglioni che furbescamente sbarcano il lunario vivendo nella e sulla menzogna, sospetti e bugie, il gioco spudorato e sempre sull’orlo del precipizio del mentalismo e dello spiritismo, che aleggiano in ogni angolo, non ultimi quelli dell’impresario che è Willem Defoe e della coppia Toni Collette/David Stratheim, ambigua di sguardi e di povere illusioni (lui perfetto nei suoi sogni del tempo ormai andato, lei bravissima come sempre ma con poco spazio a sua disposizione).
Illusioni per pochi soldi, il contatto con i morti a cui guardare con fiducia, un comodo mondo per allocchi o gente con nessuna speranza che nessuno vede. Incubi che a poco a poco prendono falsamente corpo, sotto quei tanti occhi che come in un vecchio film surrealista ti seguono, ti catturano, ti manovrano.
Poi il regista abbandona quel mondo slabbrato, quei tendoni attraverso i quali, pur tra gli inganni, circola ancora un minimo di umanità. Ed è uno spartiacque dal quale non è dato tornare indietro la fuga di Stan e Molly, come se avesse inizio un altro film. Una storia nuova che si sposta tra i grattacieli newyorkesi e le suite di lusso e i locali mollemente frequentati, gli studi di psichiatri dalla perfetta eleganza, i divani le scrivanie le lampade il mobile bar la libreria in legno prezioso, tutto è bellezza, tutto è ostentata signorilità, tutto è un successo per la coppia che s’è formata di recente, che maneggia ancora tarocchi e segreti catturati con false parole e subdole promesse.
È entrata in scena, non certo da comparsa ma bensì da primadonna, la femme fatale che ha i tratti di Cate Blanchett, la Lilith priva di scrupoli, algida e spietata, bionda peccaminosa, una sorta di Barbara Stanwick o di Veronica Lake, una immagine che può ricordare la Kim Basinger di “L.A. Confidential”. Lilith senza scrupoli e in grado di dimostrarsi più capace di Stan, più abile negli inganni, più veloce a tenderli e a portarli a termine. Il dark s’è fatto thriller nello sguardo lento di Guillermo del Toro, un lento racconto che cattura ogni più piccolo particolare, il buio dell’inizio se possibile è cresciuto, i colpi di pistola e il sangue hanno il loro primo piano. Si affastellano sull’orlo di un precipizio che porta Stan, assassinio e colpevolezza usciti da un romanzo di Dostojevski, dritto dentro il proprio inferno.
Senza possibilità di ritorno. Del Toro, messi da parte i tenui tratti che non convincono, costruisce ancora un’opera ardimentosa e intrigante, ci porge su di un piatto d’argento i legami che collegano il cinema e le regole della sua illusioretà a richiamare i giochi della vita, ha dalla sua e guida egregiamente una squadra d’attori di magnifico spessore, laddove Bradley Cooper eccelle in quella sembianza enigmatica e nel correre sempre più disumanizzato incontro alla tragedia finale, nella concretezza di una parabola che nasce e muore nell’ombra della menzogna.
L’isola del libro
Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
Simonetta Agnello Hornby “Punto pieno” -Feltrinelli- euro
E’ il terzo capitolo della saga della famiglia siciliana dei Sorci (dopo “Caffè amaro” e “Piano nobile”); abbraccia il periodo tra secondo dopoguerra e 1992 con le stragi di mafia.
Il romanzo inizia il 5 aprile del 1955 con la morte del barone Andrea Sorci, uno dei figli di Enrico. Il palazzo avito è ormai vittima dell’incuria e lontano dai fasti antichi. La decadenza non è solo delle stanze perché la storia inizia con un fatto gravissimo che aggiunge sfascio morale alla progressiva perdita di ricchezza della blasonata famiglia Sorci.
Il barone Andrea in un accesso di follia ha ucciso la sua povera domestica spaccandole la testa, poi è uscito di casa, si è accasciato su una panchina ed ha lasciato questo mondo.
A insabbiare la vera dinamica del delitto è il figlio illegittimo del barone Enrico, il potentissimo avvocato Peppe Vallo; detto “l’Americano” perché oltreoceano aveva fatto fortuna, anche grazie a connivenze poco limpide. In virtù dei suoi rapporti con consolato americano, polizia e malavita riesce a dirottare le indagini e a salvare il buon nome della famiglia.
Casata che in realtà sta affondando economicamente per lo sperpero della fortuna ereditata, mentre faide e antichi rancori minano i rapporti tortuosi e complicati tra i suoi membri.
Al centro del romanzo c’è la sorta di sorellanza nel Circolo del Punto Pieno creato dalle zie che i Sorci chiamano “le Tre Sagge”,alle quali ricorrono per risolvere questioni spinose grazie al loro acume e buon senso.
Nella sagrestia della chiesa dei Santi Scalzi le zie accolgono donne di ogni età, estrazione sociale, esperienze di vita e lì, al riparo dal resto del mondo, ricamano corredini, tovaglie, lenzuola, asciugamani che otterranno un enorme successo anche commerciale. Soprattutto hanno ritagliato uno spazio unico in cui ogni donna viene accettata, dalla prostituta alla monaca; e tutte possono sentirsi libere di essere se stesse. Mentre cuciono febbrilmente parlano di tutto; dalla legge Merlin all’uomo sulla luna. Un circolo che però dà anche fastidio a qualcuno, come almagnaccia Cusumano…..
Poi ci sono altri sviluppi…e tra i protagonisti spicca Peppe Vallo, uomo del mistero e colluso con la Mafia. Seduce Mariolina, più giovane di lui di 42 anni; la loro è una passione intensa che continua anche quando Beppe la induce a sposare l’innocuo Alfio,«dell’altra sponda» e marito solo di facciata.
Poi c’è il nipote di Andrea, Rico, uomo tormentato che, credendo nel progresso, s’inventa svariate iniziative, tutte destinate a finire in nulla. Dalle delusioni cerca conforto in molteplici amanti;mentre sua moglie Rita Sala si rivela uno dei personaggi più perspicaci e intelligenti.
E sullo sfondo appaiono anche personaggi realmente esistiti come Marco Rostagno ucciso dalla mafia, o il giudice Falcone che morì con la moglie e gli agenti della scorta, sepolti dai macigni di un’autostrada fatta saltare per aria. Unico baluardo di amore, bellezza e solidarietà in una società in frantumi resta il Circolo del Punto Pieno.
Larry Watson “Uno di noi” -Mattioli- euro 16,00
Larry Watson è nato nel North Dakota nel 1947, ora vive nel Wisconsin a Kenosha, dopo una carriera da docente universitario, poeta e scrittore. Questo suo romanzo ha anche ispirato l’omonimo film girato dal regista Thomas Bezucha nel 2020 e arrivato a luglio nelle sale italiane. Magistralmente interpretato daidue mostri sacri di intensità e bravura Kevin Costner e Diane Lane.
Libro e film sono ambientati a inizio anni Cinquanta tra North Dakota e Montana, e possono essere annoverati come neo –western, ambientato negli spazi della frontiera americana che esiste ancora.
La vita dei coniugi George e Margaret Blackledge è stata segnata dalla morte dell’unico figlio James, accidentalmente caduto da cavallo e spezzatosi il collo. Sono sposati da quasi 40 anni,decisamente una coppia solida che ha retto al dolore più devastante che possa esserci. George è un ex sceriffo, uomo tutto d’un pezzo, poche parole e sguardi che dicono tutto; Margaret ha reagito alla perdita del figlio riversando il suo affetto sul nipotino Jimmie, piccolo tenero orfano di padre e rimasto in casa Blackledge con la madre Lorna.
I rapporti tra la nuora e Margaret non sono dei più facili, a unirle è l’amore per il bambino; ma tutto si complica quando Lorna sposa in seconde nozze un certo Donnie Weboy e si porta via Jimmie.
Il bimbo che ora ha 4 anni è stato il regalo che la vita ha fatto a Margaret e George e in parte ha compensato quello che la tragedia gli aveva portato via; ma ormai la nuova vita di Lorna ha allontanato i nonni dal nipote. E per Margaret la cosa è inaccettabile, tanto più che subodora qualcosa di poco chiaro nella nuova coppia.
E’ così che decide di andare a riprendersi il bambino; sembra fatta di acciaio, è tenace, battagliera e disposta a farlo anche da sola. E’ lei l’elemento trainante nella coppia; quanto a George, è meno convinto, ma non può certo lasciarla andare da sola. I due partono alla ricerca dei Weboy, attraversano spazi immensi e deserti alla volta del Montana, e alla fine dopo varie ricerche ritrovano Jimmie. Ma quello che scoprono è tutt’altro che piacevole.
Lorna è finita in una famiglia assai disfunzionale, fagocitata dal temibile clan Weboy che vive
isolato in una landa deserta e squallida, in un ranch sperduto in mezzo al nulla fuori dalla cittadina di Bentrock dove detta legge anche sulla polizia.
George e Margaret sprofondano in una sorta di incubo in cui devono fare i conti con lo spietato clan matriarcale dove a governare con pugno durissimo sui figli, sulla nuora e su Jimmie, è la pericolosa, perfida Blanche Weboy che trasuda odio, cattiveria e aggressività da ogni poro.
Salvare Lorna e Jimmie dalla violenza, dalle botte e dai soprusi di una famiglia marcia fino al midollo non sarà per nulla facile per i Blackledge. I Weboy non intendono lasciare andare la donna e il bambino e George e Margaret dovranno fronteggiare un’ondata di violenza e orrore incredibili, un mondo feroce dove la sola legge è quella di una famiglia disposta anche a uccidere ……
Un romanzo e un film che narrano magnificamente due modi opposti e inconciliabili di essere madri e di fare famiglia, e pagine che vi terranno col fiato sospeso fino alla fine.
Jonathan Lee “Il grande errore” –Sur– euro 18,00
Galeotta fu una panchina di marmo a Central Park dedicata a un grande uomo –“il padre della Greater New York”- sulla quale si sedette nel 2012 lo scrittore inglese 40enne Jonathan Lee, da poco trasferitosi a New York, direttore editoriale dell’editore britannico Bloomsbury ed autore di altri 4 romanzi.
E’ dedicata a un personaggio che ha costruito alcuni luoghi cult della Grande Mela, Andrew Haswell Green, vissuto per buona parte nel XIX secolo e assassinato a 83 anni, davanti al portone di casa nel 1903.
Green è stato l’artefice di Central Park, Metropolitan Museum of Art, Museum of Natural History e lo zoo del Bronx. Di lui si era un po’ persa memoria, ma la verità è che fu uno dei padri della New York moderna che conosciamo oggi.
Jonathan Lee ha ricostruito la sua vita a partire dalle umili origini contadine, e il romanzo viaggia su due linee temporali che finiscono per assemblarsi.
Andrew era nato nel 1820, settimo degli 11 figli di un povero contadino del Massacchusetts; uomo duro, spiazzato da quel figliogracile, pelle e ossa, taciturno e sensibile che amava la letteratura ed era diverso dagli altri. Quando ha 12 anni la madre muore e lui sospetta che si sia suicidata. Il padre frequenta e porta in casa altre donne, e decide di spedire Andrew lontano da casa a fare l’apprendista in una bottega.
E’ proprio lì che il destino gli mette sulla strada l’avvocato Samuel Tilden. Dapprima suo mentore, poi divenne l’amore della sua vita, in un’epoca in cui l’omosessualità non era per nientelecita e veniva mascherata da matrimoni di facciata, escamotage al quale però Green non volle piegarsi. Tilden fu colui che gli ispirò la costruzione della Public Library.
Green era geniale, tenace e dotato di una volontà ferrea che lo portò lontano e legò il suo nome in modo indissolubile a una delle città più affascinanti e moderne del mondo.
La seconda linea del racconto invece inizia dal giorno del delitto, 13 novembre 1903, in cui Cornelius Williams – misterioso uomo dalla carnagione scura, baffi sale e pepe, in bombetta– lo attende davanti alla sua abitazione al 91 fra la Quarantesima e Park Avenue. Lo apostrofa con la domanda «Ditemi dov’è lei, Green» e poi esplode 5 colpi che stroncano la vita di Andrew. E a quell’epoca venire assassinati era visto come qualcosa di vergognoso, la gente finiva per associare la vittima a qualcosa di losco nascosto nel suo passato e nella sua vita.
Questo è il libro che chi ama profondamente New York divorerà con passione, perché ci racconta anche la storia della città e rispolvera dall’oblio la statura di Andrew Green, la sua «..fame d’imprese grandiose, di opere di portata imprescindibile, capaci di resistere alla prova del tempo…».
Una su tutte, il Central Park, che volle con tutte le sue forze e che quando iniziò a prendere forma gli valse l’ammirazione di sindaci e governatori che lo definirono «Un uomo che porta a casa il risultato».
Sabina Minardi “Il grande libro del vintage” -Il Saggiatore- euro 29,00
La giornalista Sabina Minardi è responsabile delle pagine culturali dell’Espresso e sempre molto attenta ai fenomeni culturali, come la tendenza a rispolverare il passato traslandolo nel presente.
E’ in questa direzione che si muove il Vintage, oggi decisamente in voga come testimoniano le folle che si muovono tra i banchi dei mercatini in cui echi, oggetti, abiti, utensili ormai tramontati del passato suscitano una nostalgia che induce all’acquisto e a una sorta di ritrovata sicurezza e tenerezza.
La pandemia ha innescato tutta una serie di riflessioni sull’ambiente, il riciclo, e un modo nuovo di muoversi in un presente incerto. C’è anche una spinta ecologista che muove il vintage, un modo di sbloccare i ricordi, ridurre i consumi, frenare gli sprechi e dare uno stop al fast fashion spesso poco chiaro quanto a filiera di produzione.
Dalle famose pastiglie Leone in scatole di latta colorate ai vinili, dai vecchi telefoni agli abiti che evocano il calore di chi li ha indossati in passato, dai libri vissuti alle borsette e via di questo passo….oggi il vintage è trasversale e chic. Piace ai giovani che vogliono fuggire dall’omologazione ed esprimere una personalità da scoprire; va forte tra le signore ma anche tra gli uomini che vanno alla ricerca di chicche come bretelle, cravatte, gemelli e oggetti da scrivania dei tempi che furono.
La Minardi è bravissima nel raccontare quanto e come le cose siano fatte non solo di tela, stoffe, pelle, metalli, ecc., ma soprattutto di valori altamente simbolici e profondamente affettivi.
Trend positivo per il mercato immobiliare
Alla luce degli ultimi dati, il mercato immobiliare confermerà il trend positivo che lo ha caratterizzato nel corso del 2021.
Soprattutto il segmento residenziale – afferma Fabiana Megliola, Responsabile Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa – registrerà transazioni non lontane dai volumi attesi per l’anno appena trascorso e prezzi in aumento grazie alla spinta che arriva, ancora una volta, dal mercato del credito. Quest’ultimo, nonostante il rialzo atteso dei tassi, offrirà ancora prodotti convenienti. Il segmento dell’abitazione principale resta quello più dinamico, ma ci aspettiamo un recupero dell’investimento dopo il rallentamento registrato nel 2020 e nel 2021 a causa della pandemia.
L’attenzione degli investitori sarà indirizzata sia sulle grandi città sia sui piccoli centri, quindi grandi o piccole realtà che hanno un’offerta di servizi, di infrastrutture e di sedi universitarie, perciò in grado di attrarre e di garantire ai potenziali investitori una redditività interessante. Si punterà anche sulle aree dove sono in corso importanti interventi di riqualificazione.
Nel 2021 abbiamo visto un ritorno del turismo estivo (soprattutto nazionale e di prossimità oltre che europeo) e un buon andamento del mercato della casa vacanza. Se queste tendenze si confermassero anche nel 2022, saranno premiate le località in grado di attirare sia chi è alla ricerca della casa vacanza sia chi desidera investire per mettere a reddito con locazione turistica.
GRANDI CITTA’ | PREVISIONI PREZZI 2022 |
Bari | Da 1% a 3% |
Bologna | Da 2% a 4% |
Firenze | Da 2% a 4% |
Genova | 0% |
Milano | Da 2% a 4% |
Napoli | Da 0% a 2% |
Palermo | Da 1% a 3% |
Roma | Da 0% a 2% |
Torino | Da 0% a 2% |
Verona | Da 1% a +3% |
Fonte: Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa |
Sembra confermarsi la ricerca di abitazioni più ampie e con spazi esterni riscoperti durante la pandemia. Naturalmente restano sempre in cima alle preferenze le abitazioni situate in quartieri serviti, collegati, meglio se con uno sfogo verde intorno.
Alla luce del rialzo dei prezzi che ha interessato le grandi città si sta verificando uno spostamento migratorio verso l’hinterland dove è anche più facile trovare soluzioni con spazi esterni, oltre che soluzioni indipendenti e di nuova costruzione a prezzi naturalmente più accessibili. Riteniamo quindi che queste realtà avranno buoni risultati anche nel corso del 2022 alla luce dell’atteso rialzo dei prezzi nelle metropoli.
Gli immobili di nuova costruzione avranno un buon trend: particolarmente apprezzati durante il lockdown, soprattutto perché in grado di garantire risparmio energetico, sono oggi sempre più appetibili. Anche le tipologie usate, grazie al sostegno dei bonus, avranno un buon riscontro.
Aspettative positive per le locazioni grazie a una buona domanda e a un’offerta non sempre sufficiente. Con l’avanzamento della campagna vaccinale e il rientro progressivo di lavoratori e studenti negli uffici e nelle università, i valori stanno già recuperando. Resta comunque il segmento di mercato più sensibile all’andamento della pandemia e alle conseguenti restrizioni.
Sul versante mutui non dovrebbero esserci importanti cambiamenti e, anche se le previsioni sono per tassi in lieve aumento, non riteniamo che ci possano essere impatti importanti sul mercato. L’economia italiana, inoltre, sta ripartendo bene e questo è un altro elemento che gioca a favore del mercato immobiliare. Il 2022 vedrà compravendite tra 710 e 720 mila così come anche i prezzi che chiuderanno tra +1% e +3%”.
Fonte: Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa
Una domenica primaverile, quella di ieri a Torino e in Piemonte, con temperature sui 16 gradi, alla quale seguiranno giorni altrettanto soleggiati ma ventilati
I pollini sono in anticipo, nell’inverno che finora è stato segnato da pochissime precipitazioni tanto da ridurre la portata del Po al 50 per cento e dei fiumi in generale ancora peggio in tutto il Piemonte.
Alcune piante come i cipressi e i noccioli hanno avviato una ripresa vegetativa negli ultimi giorni di dicembre, processo accentuato nelle prime due settimane di gennaio, emettendo anticipatamente il loro polline. Un picco anomalo – spiega l’agenzia Arpa – è stato rilevato il 15 gennaio a Novara con 591 pollini al metro cubo di Cupressaceae. Quello dei pollini in anticipo non è un evento unico: due altri precedenti si sono verificati negli inverni 2006/2007 e 2011/2012 ma si tratta di fenomeni che, osserva Arpa “avvengono in modo sempre più frequente e ravvicinato e con un quantitativo di polline rilasciato incrementato”.
A cura di lineaitaliapiemonte.it
Di Marco Corrini
Merlo: Adesso può partire il “Centro”
“Lo spettacolo inguardabile che la politica nel suo complesso ha fornito in questi giorni è sotto gli occhi di tutti. L’unica grande e significativa novità è la rielezione a Capo dello Stato di Sergio Mattarella.
Ma il quadro politico è destinato a cambiare. E a cambiare profondamente. Sotto questo versante, occorre lavorare da subito per il ritorno del sistema elettorale proporzionale che può restituire credibilità ed autorevolezza alla politica e agli stessi partiti, oggi profondamente ed irreversibilmente in crisi.
Ma la vera sfida politica è la ricostruzione e il rilancio del “centro”. Cioè di un partito di centro. La caduta di credibilità dei rispettivi schieramenti è evidente a tutti. Ed è stata platealmente confermata proprio in questi giorni in Parlamento. Parlare oggi della sinistra alleata con i 5 stelle e di centro destra è addirittura surreale. Serve un partito di centro che sappia declinare credibilmente una vera politica di centro. Sul campo ci sono già le forze, i partiti, i movimenti e i leader che possono centrare questo obiettivo ed incarnare questo progetto . Unendo le forze di questi soggetti il “centro” può realmente decollare per rinnovare la politica da un lato e dare stabilità allo stesso sistema politico dall’altro.
È inutile, come evidente, continuare con coalizioni che ormai hanno esaurito platealmente la loro funzione e non sono più credibili agli occhi dei cittadini/elettori. Adesso va invertita la rotta.
E l’unica novità che può emergere, dopo il fallimento del populismo dei 5 stelle e la crisi irreversibile del centro destra, è la nascita di un ‘centro’ democratico, plurale, riformista e di governo. Che resta l’unica alternativa credibile allo spettacolo deprimente offerto dalla sinistra e dalla destra in questi ultimi tempi”.
Giorgio Merlo, Presidente Nazionale ‘Noi Di Centro’.
Canone concordato il più scelto
A Torino nella prima parte del 2021, secondo l’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa, i canoni di locazione hanno registrato una sostanziale stabilità per i monolocali (+0,3%), un lieve aumento per i bilocali (+1,1%) e i trilocali (+0,7%).
La macroarea Centro-San Salvario è stata quella che ha subito il ribasso dei canoni più importante come previsto. Infatti, nell’area si sono sempre concentrate le richieste di lavoratori trasfertisti e studenti universitari vista la presenza di diverse facoltà universitarie. Inoltre, l’offerta di immobili in locazione è aumentata nell’ultimo anno a causa delle minori presenze turistiche. In lieve aumento i canoni di locazione nelle macroaree di Nizza-Lingotto-Mirafiori Sud e di Santa Rita-Mirafiori Nord: diversi i quartieri che hanno segnalato un incremento dei valori soprattutto dove c’è carenza di offerta e una maggiore domanda da parte di chi non riesce ad accedere al credito.
Variazione percentuale dei canoni di locazione per macroarea (I sem 2021 su II sem 2020)
Macroarea | Monolocali | Bilocali | Trilocali |
Centro-San Salvario | -0,6% | -1,0% | 0,0% |
Borgo Vittoria-Barriera di Milano | -1,0% | 2,2% | 0,6% |
Francia-San Paolo | 1,6% | -0,3% | 0,4% |
Santa Rita-Mirafiori Nord | 0,0% | 6,1% | 0,4% |
Nizza-Lingotto-Mirafiori Sud | 1,8% | 1,6% | 0,7% |
Collina | 0,0% | 0,6% | 2,3% |
A Torino il taglio più affittato è il bilocale con il 55,2% delle preferenze. Il 74,6% è rappresentato da contratti stipulati per uso abitativo. In generale quelli più utilizzati sono a canone concordato con il 51,7% delle preferenze.
Nella prima parte del 2021 il canone medio di un monolocale si attesta su 290 € al mese, quello di un bilocale su 390 € al mese, mentre per il trilocale la spesa sale a 500 € al mese.
BILOCALI: variazione percentuale dei canoni di locazione
2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 | 2016 | 2017 | 2018 | 2019 | 2020 | I sem 2021 |
-0,2 | -1,4 | -5,5 | -3,0 | -1,8 | +0,9 | +0,3 | +2,0 | +0,7 | -1,0 | +1,1 |
TRILOCALI: variazione percentuale dei canoni di locazione
2011 | 2012 | 2013 | 2014 | 2015 | 2016 | 2017 | 2018 | 2019 | 2020 | I sem 2021 |
-0,2 | -3,1 | -4,4 | -4,5 | -1,6 | +1,1 | +0,6 | +1,4 | +2,6 | -1,3 | +0,7 |