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Il Festival di Sanremo accende la Mole e annuncia Eurovision Song Contest

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Stasera, dal palcoscenico del Festival di Sanremo, ospite il Sindaco Stefano Lo Russo, Eurovision Song Contest ha annunciato ufficialmente i 3 conduttori dell’edizione 2022 che si svolgerà a Torino il 10, 12 e 14 maggio.

Gli artisti che presenteranno la rassegna musicale internazionale, una delle più importanti al mondo seguita in 41 paesi con una audience di 200 milioni di spettatori, sono Laura Pausini, Alessandro Cattelan e Mika.

Dal Festival, insieme ad Amadeus e in collegamento con Torino, i tre hanno dato il via al countdown, proiettato sulla Mole Antonelliana, che segnerà i 100 giorni dalla partenza dell’evento.

 

Torino è pronta ad accogliere tutto il pubblico dell’Eurovision Song Contest – dichiara il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo -. Siamo felici di far vedere a tutto il mondo la nostra meravigliosa città. Essere al Festival di Sanremo – continua Lo Russo – è poi una grande emozione. Dopo la Liguria sarà Torino e il Piemonte il palcoscenico della musica internazionale. E da stasera conosciamo anche i tre conduttori: artisti straordinari e amati dal pubblico. L’Eurovision Song Contest oltre a essere una grande vetrina riporta anche al centro il messaggio di un’Europa unita, coesa e inclusiva. Mancano esattamente cento giorni alla partenza, questa notte dalla cupola della Mole Antonelliana parte il conto alla rovescia del più grande evento musicale europeo”.

 

Foibe, Leo: “No alle polemiche, memoria condivisa per ogni dramma”

“Dispiace che ogni anno le celebrazioni della Giornata del Ricordo diventino occasioni di grandi polemiche.

Così è avvenuto anche quest’anno, probabilmente anche a causa di informazioni molto parziali. In ogni caso il mio parere è che, seguendo l’appello del felicemente rieletto presidente Mattarella, si operi per arrivare a una memoria condivisa che parta dal riconoscimento delle vittime e della solidarietà che a loro è dovuta. Questo per le Foibe come per qualsiasi altro dramma storico e attuale”.  Così Giampiero Leo, vicepresidente del Comitato Diritti Umani della Regione Piemonte e portavoce del coordinamento interconfessionale ‘Noi siamo con voi’.

 “In questo senso il Comitato per i diritti umani della Regione Piemonte, fatto nascere dal presidente del Consiglio Mario Laus e oggi ricostituito a Torino con uno spirito unitario a proattivo dal presidente Allasia – dichiara Leo all’agenzia Ansa  –  si propone di operare con convinzione e equanimità come ha dimostrato la scelta delle quattro donne internazionali da parte del Comitato stesso. Pertanto non verranno considerati positivamente revisionismi settari, negazionismi e unilateralismi. Personalmente, per esempio, ho  partecipato a ogni iniziativa a favore del popolo curdo e ho aderito all’appello per liberare Ocalan, ma nello stesso tempo sostengo il diritto alla democrazia e alla vera libertà del popolo venezuelano oppresso dalla dittatura di Maduro. Quando si affrontano argomenti storici così delicati è opportuno far riferimento a storici veri e altamente qualificati come Gianni Oliva, evitando di dare spazio a divulgatori improvvisati e fautori di negazionismi propagandistici tanto che riguardino il Giorno della Memoria come quello del Ricordo”.

Foibe, Montaruli: “Conferenza giustificazionista? Vergogna!”

“Lo spazio Comala ospiterà per parlare di Foibe un personaggio che si esibisce a pugno chiuso accanto al busto del sanguinario dittatore Tito, se è questa la tanto magnificata offerta “culturale” dei collettivi di sinistra difesi dall’assessore Rosatelli c’è solo da vergognarsi”

A dichiararlo è la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, intervenendo in merito alla conferenza di Eric Gobetti (nella foto piccola)  “Fascismo e Foibe tra storia e propaganda” prevista per il 6 febbraio al Comala. “Gli stessi manifestanti che poche settimane fa si sono scontrati violentemente con gli agenti con la scusa di protestare contro la nuova sede dell’Esselunga, ora si rifanno vivi con un nauseante evento dal sapore giustificazionista proprio a ridosso del Giorno del Ricordo (10 Febbraio). Sulla locandina – prosegue Montaruli – campeggia addirittura una bandiera comunista titina, la stessa che fu il simbolo degli infoibatori. Mi auguro di sentire parole di sdegno e condanna anche da parte di quelle istituzioni cittadine che in precedenza si erano mostrate solidali con gli attivisti del Comala, dimostratisi nient’altro che militanti dei centri sociali con una palese ambiguità per la pulizia etnica delle foibe. Ogni offesa al ricordo dei martiri delle foibe è un insulto a tutta Torino e all’Italia intera”.

Teatro Regio, aperto confronto su nuovo sovrintendente

E’ ancora aperto il confronto tra i soci del Teatro Regio di Torino per la scelta del nuovo sovrintendente che sarà nominato dal consiglio di indirizzo nella riunione convocata dal sindaco Stefano Lo Russo per il 16 febbraio. La Regione Piemonte  dovrebbe scegliere il suo rappresentante entro il 10 febbraio, quindi in tempo per la riunione.

 Tra i candidati per la carica di sovrintendente c’è l’attuale direttore generale del Teatro Guido Mulè, ipotesi che avrebbe tra i suoi sostenitori l’assessore comunale alla Cultura Rosanna Purchia, fino allo scorso autunno commissario straordinario dell’ente, mentre la Regione preferirebbe una figura con un profilo ‘più forte’ dal punto di vista culturale. Circola il nome dell’attuale direttore dello Stabile Filippo Fonsatti, mentre non sembra molto gettonata l’ipotesi Sebastian Schwarz, già sovrintendente e oggi direttore culturale del Regio.

La Fondazione Crt auspica che “si individui una personalità con elevate competenze sia gestionali sia culturali e artistiche” spiega il consigliere Giampiero Leo (nella foto) d’intesa con il presidente Giovanni Quaglia. Leo precisa che si atterrà alle indicazioni della Fondazione “avendo apprezzato l’attenzione speciale dedicata al Regio dal presidente Giovanni Quaglia e dal segretario generale Massimo Lapucci”. “La Fondazione Crt, come ha più volte detto Quaglia – spiega Leo – si attribuisce un ruolo di aiuto regista perché il ruolo prioritario spetta agli enti politici, Comune e Regione. Il nostro pensiero è che debbano raggiungere una posizione di concordia e convergenza”.

Auto, Giachino: “Ok Giorgetti su incentivi, ma non basta”

 “Difendere l’industria dell’auto vuol dire difendere lavoro e innovazione non solo a Torino, ma almeno nelle sette regioni dove vi sono stabilimenti Stellantis, Iveco e grandi aziende dell’indotto”.

Così il leader dell’Associazione Si Tav Si Lavoro, Mino Giachino, promotore dell’iniziativa  che ha spinto la lega a presentare una mozione in Parlamento per creare un tavolo nazionale dell’auto. “L’apertura di Giorgetti a interventi per l’auto, che non c’erano 50 giorni fa nella Legge di Bilancio, è importante – dice a proposito dell’annuncio del ministro di incentivi per il settore – ma non è ancora sufficiente”. “Il Ministro Franco, che stimo molto, si ricreda: il settore dell’auto, che ha dato tanto al nostro Paese, potrà ancora dare molto in termini di lavoro, di occupazione e di una mobilità sostenibile. Pertanto va difeso e aiutato. Così come altri grandi Paesi europei”.

Il conformismo ci sta travolgendo

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Le polemiche, prendendo a pretesto un manifesto forse non proprio  felice, ma che certo non è una “vergogna”, come dice l’ANPI, sul Giorno del ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo Giuliano- Dalmata, si ripetono per il secondo anno di fila dopo l’uscita lo scorso anno di un fazioso libello giustificazionista del dramma del confine orientale dal 1943 al 1945.

C’è stato chi ha detto che quel manifesto della Regione Piemonte e del Circolo dei lettori (che ha fatto una scelta coraggiosa) evocava il clima del 1948 e addirittura della propaganda nazista. Il manifesto in maniera molto dura evoca ciò che accadde in Istria e in Dalmazia con l’uccisione di 15mila italiani e la cacciata di oltre 300mila nostri  compatrioti dalle loro terre. Fu una pulizia etnica, lo ha detto anche il Presidente della Repubblica Mattarella  E’ strano questo arretramento di giudizio da parte di persone note per la loro onestà intellettuale che ora negano che fu pulizia etnica. Si può discutere se il manifesto sia esteticamente bello o brutto, ma certo rispecchia efficacemente, direi brutalmente  il dramma  reale dell’epoca e per questo da’ fastidio a tutti i negazionisti e i giustificazionisti delle foibe. E’ una vicenda atroce  come quella della cacciata degli Italiani. non credo sia materia di discussione per gli esteti, ma semmai per gli storici. Vedremo cosa accadrà il 10 febbraio. Fin d’ora mi schiero senza incertezze con l’ANVGD con cui collaboro da tanti anni. Ma l’ondata di conformismo non si ferma al 10 febbraio e  travolge anche il festival di Sanremo dove Ornella Muti pubblicizza la legalizzazione della canapa indiana e Roberto Saviano ricorderà davvero da par suo  i giudici Falcone e Borsellino “a titolo gratuito“. Il festival dovrebbe essere motivo di svago e non di propaganda politica.  Almeno così era in passato. E non può essere tribuna privilegiata  per i demagoghi. Anche la Polizia è oggetto di una campagna di stampa delegittimante per aver usato il manganello per contenere una protesta di studenti e di centri sociali che pretendeva di fare un corteo non autorizzato dalle disposizioni sanitarie. E una parte di studenti parla di repressione ( parola già usata nel 1968 e nel 1977), forse non sapendo neppure cosa significhi e i soliti giornalisti soffiano sul fuoco, elogiando l’occupazione del liceo Gioberti di Torino. Finalmente la ministra dell’ interno si è svegliata dal torpore dopo troppo lassismo che ha fatto moltiplicare il contagio e adesso fioccano contro di lei le interrogazioni e le interpellanze parlamentari  da parte di gente faziosa ed irresponsabile. Voglio dirlo chiaramente: io sto senza esitazioni dalla parte del Prefetto e del Questore di Torino.

Bilancio: accordo su contenzioso, in arrivo 28 milioni per la Città 

La Città di Torino ha concluso un accordo con il Ministero dell’Interno in merito al calcolo del gettito derivante dall’ICI e dall’IMU che aveva creato un’ingiusta riduzione delle attribuzioni dello Stato ai danni delle casse del Comune di Torino.

 

Il Comune di Torino, riconosciuto l’errore relativo all’anno 2012, ha fatto ricorso alla giustizia amministrativa presso il Tar del Lazio e successivamente al Consiglio di Stato, gradi di giudizio che hanno sempre riconosciuto la fondatezza dell’istanza avanzata da Torino.

La prima sentenza favorevole alla Città risale al 2014 presso il Tribunale amministrativo del Lazio.

In assenza di esecuzione spontanea della sentenza da parte dei Ministeri la Città ha proposto ricorso per l’ottemperanza da parte dei Ministeri.

L’assessore al Bilancio, Gabriella Nardelli, ha presentato, nel corso di una Giunta straordinaria, la delibera che formalizza l’accordo con il Viminale che prevede il pagamento di una prima tranche di 7 milioni di euro entro la fine di febbraio e i restanti 21 milioni entro fine aprile.

È un accordo molto positivo per la Città – dichiara l’assessore Nardelli – che chiude finalmente un lungo contenzioso. Nelle scorse settimane a Roma abbiamo ulteriormente motivato le nostre ragioni e ottenuto, in tempi stretti, un accordo che prevede il pagamento di quanto dovuto alla Città di Torino. È stato un lavoro tecnico e politico – conclude – nel quale è intervenuto anche il Sindaco, un lavoro di squadra grazie al quale si è conclusa una vicenda irrisolta da diversi anni”.

Toro: Bremer ha rinnovato

Ultim’ora

Una grande notizia per il Toro e per il popolo granata.Gleison Bremer,difensore centrale del Torino,ha rinnovato di 1 anno il suo contratto firmando fino a giugno 2024.Il precedente scadrà il 30 giugno 2023.Difensore eclettico,gran colpitore di testa,piedi buoni, è al Toro dal 2018.Implacabile in marcatura e gran goleador,12 reti segnate finora, è cercato dai più grandi club in Italia ed in Europa.Ora la base d’asta,per una sua eventuale cessione a luglio 2022, partirà da 35 milioni d’euro.Ma se il Toro si qualificherà in Europa chissà……se partirà.

Enzo Grassano

Donna guidava senza patente da 20 anni

Una donna guidava tranquillamente  nonostante dal 2001 avesse la patente sospesa dopo che era  stata fermata al volante di un’auto in stato di ebbrezza.

La polizia locale di Moncalieri nei giorni scorsi, in seguito ad un incidente in cui la donna è rimasta coinvolta senza conseguenze, ha scoperto la vicenda..

La patente non le era mai stata revocata, ma lei non ha mai sostenuto l’esame medico al termine del periodo previsto per la sospensione ai fini di riottenerla. Le sono inoltre intestati una ventina di veicoli, alcuni dei quali già confiscati.