ilTorinese

In arrivo 3,5 milioni di euro per i Comuni alluvionati

Ammontano a più di 3,5 milioni di euro i contributi messi a disposizione dei Comuni torinesi colpiti dalle alluvioni nel 2019 per 47 interventi di ripristino di strade, ponti, edifici, infrastrutture e altre opere pubbliche danneggiate. Le somme fanno parte di un totale di 15.771.784 euro di contributi per 196 interventi in tutto il Piemonte.

«L’impegno della Regione Piemonte per i Comuni danneggiati dalle alluvioni del 2019 prosegue anche in questo nuovo anno – sottolineano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alla Difesa del Suolo Marco Gabusi -. Consapevoli della difficoltà del momento e delle necessità dei Comuni, soprattutto quelli più piccoli, stiamo utilizzando tutti gli strumenti disponibili per far sì che i contributi ci siano e siano erogati al più presto. I territori hanno bisogno di mettere in sicurezza le opere senza indugiare oltre in modo da evitare che si deteriorino ulteriormente ed è nostra ferma volontà continuare a sollecitare Roma nel progressivo sblocco delle somme».

I beneficiari dei contribuiti sono direttamente i Sindaci dei comuni colpiti e il Sindaco della Città Metropolitana di Torino, che nei prossimi giorni riceveranno dagli uffici tecnici regionali la comunicazione con la richiesta della documentazione necessaria per ottenere l’erogazione del contributo.

Gli interventi previsti nel Torinese riguardano i Comuni di Agliè, Ala di Stura, Almese, Angrogna, Balangero, Bibiana, Borgiallo, Borgofranco d’Ivrea, Borgone Susa, Bricherasio, Brosso, Burolo, Canischio, Castelnuovo, Nigra, Castiglione Torinese, Ceres, Chivasso, Coassolo Torinese, Coazze, Corio, Issiglio, Loranzè, Mercenasco, Mezzenile, Montanaro, Perosa Canavese, Pianezza, Pinasca, Prarostino, Prascorsano, Quassolo, Rocca Canavese, San Giorgio Canavese, San Mauro Torinese, Settimo Vittone, Sparone, Trana, Traversella, Val Di Chy, Valchiusa, Valperga, Villar Perosa, Virle Piemonte, Viù, oltre alla Città Metropolitana di Torino.

Franco Marini, l’attualità del suo magistero

Un anno fa ci lasciava Franco Marini. Un grande sindacalista, un leader politico, un
uomo delle istituzioni. Una vita intera caratterizzata dall’impegno pubblico nelle sue
varie articolazioni ma sempre ispirata ad una cultura politica, ad un preciso fiocine
ideale e, soprattutto, ad uno “stile” che l’ha sempre contraddistinto.
Uno stile, cioè, sobrio e trasparente, ma sempre coerente e coraggioso. E questo filone ideale si
chiama semplicemente cattolicesimo sociale.
Ecco, Franco Marini – come prima di lui Carlo Donat-Cattin, il “suo maestro politico” – è
stato, sin dai primi passi nella Cisl, un interprete autorevole e significativo di questa
cultura che non tramonta con la scomparsa dei suoi leader ma continua a fermentare
e a lievitare l’intera politica italiana.
E il magistero politico, sociale, culturale ed istituzionale di Marini è destinato a lasciare
il segno nella concreta dialettica politica, in particolare nell’area cattolica italiana.
Anche se variegata e composita. Perchè i due caposaldi di fondo attorno ai quali si è
concentrata l’azione di Marini nella sua lunga esperienza pubblica sono sempre stati
quelli di porre la “questione sociale” al centro dell’iniziativa politica da un lato e la
difesa, la promozione e la tutela dei ceti popolari dall’altro. E quindi, una forte
attenzione alle ragioni, alle istanze, ai problemi che attraversano i ceti popolari nel
nostro paese. Non in chiave classista ma con l’obiettivo, parallelo, di favorire la
crescita, lo sviluppo e il progresso del nostro paese senza dimenticare però chi è più
difficoltà, chi vive ai margini e soprattutto chi rischia di uscire sconfitto o emarginato
dal divenire della storia. Il tutto senza cedere nulla alla retorica, alla propaganda o al
solo richiamo burocratico e protocollare della propria cultura. No, Franco Marini è
sempre stato esplicito su questo versante, ai limiti della ruvidezza. Non amava la sola
testimonianza, anche se la rispettava. La riteneva impotente e sterile. Perchè la sua
formazione è sempre stata ispirata ad un criterio ben definito. E cioè, la cultura
politica, un filone ideale – nel caso specifico il cattolicesimo sociale e popolare – hanno
un senso se sono accompagnati dall’azione. Dall’impegno sindacale a quello politico in
un partito, dalla presenza nelle sedi istituzionali al ruolo nei vari organi di governo.
Insomma, per Marini la difesa e la promozione dei ceti popolari richiede la conoscenza
e la condivisione di quelle domande e di quelle istanze e la capacità, al contempo, di
saper dare delle risposte concrete. E questo richiede alcuni elementi costitutivi del
modo d’essere in politica: radicamento territoriale, rappresentanza sociale, militanza
popolare, disponibilità all’ascolto e, infine, elaborazione politica e traduzione
legislativa. Elementi che portano ad una conclusione: la politica “popolare” è l’esatta
alternativa della deriva populista, demagogica, antiparlamentare e qualunquista.
Marini, come ovvio, non assecondava le mode che sono sempre fluide, passeggere ed
insignificanti. Perchè Marini è sempre stato l’interprete per eccellenza di una
tradizione che affondava la sua credibilità nella rete popolare della nostra società. Una
concezione che non è destinata a tramontare se non si vuol ridurre la politica alla sola
personalizzazione e spettacolarizzazione. Cioè, ad una dimensione che prescinde
radicalmente da ogni sorta di orizzonte ideale e da ogni radicamento sociale e
popolare.
Ecco perchè il magistero di Franco Marini resta attuale e contemporaneo. Innanzitutto
per tutti coloro che continuano a credere che il cattolicesimo sociale e popolare non
tramonta come una semplice moda. E, in secondo luogo, perchè la credibilità e la
nobiltà della politica ritornano solo se alcune categorie non vengono emarginate o
derise. E la lezione di Marini, come di altri leader e statisti che sono stati interpreti
eccellenti di quella tradizione, continua ad essere un faro che illumina l’azione
concreta di molti di noi che, con molta modestia e riconosciuta umiltà, cercano di non
far cadere quella fiaccola nei meandri dell’antipolitica e del qualunquismo anti
istituzionale.
Giorgio Merlo

Le Poste consegnano 43mila dosi di vaccino Moderna nel Torinese

Arriveranno a destinazione oggi i furgoni del corriere espresso di Poste Italiane, SDA, per la consegna di 43.000 dosi di vaccini Moderna presso le  Farmacie Ospedaliere a Cambiano, Rivoli, Ivrea , Magazzino Coes a Torino e Ospedale San Giovanni Bosco.

Il corriere SDA, grazie ai 40 mezzi speciali, in collaborazione con l’Esercito Italiano, consegnerà in Piemonte  71 mila dosi di vaccini portando a quasi 393 mila le dosi consegnate nella regione e a quasi 5,5 milioni le dosi consegnate in Italia dall’inizio del 2022.

Il totale delle dosi consegnate ad oggi in provincia di Torino, compresa l’attuale consegna è di 228.500.

Coinvolte nella fornitura anche le regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia, Friuli, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Trentino Alto Adige, Lombardia, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle D’Aosta e Veneto per un totale di 990mila dosi.

Solfrizzi come Ardante nel “Malato” di Molière La rivolta dell’individuo nei “Canti di Maldoror” messi in scena dai Marcido Marcidorjs

Spettacoli nelle sale teatrali torinesi

 

Siamo nella seconda metà del XVII secolo ma tutta la nevrosi che circola tra le pagine del “Malato immaginario” di Molière rimanda al secolo che abbiamo da poco lasciato, a quel Novecento che ha inventato – e vissuto – nuovi meccanismi drammaturgici, che ha prosciugato la scrittura e le azioni, che ha parlato più di altri di solitudine, di alienazione, di fuga dalla realtà. Quadro perfetto dell’ipocondriaco, il protagonista Argante, dice Guglielmo Ferro – regista di questa edizione prodotta dalla Compagnia Molière e La Contrada, Teatro Stabile di Trieste in collaborazione con il romano Teatro Quirino Vittorio Gassman in occasione dei quattrocento anni dalla morte del grande autore francese, in scena all’Alfieri da stasera sino a domenica 10 febbraio per la stagione di Torino Spettacoli – “ha più paura di vivere che di morire, e il suo rifugiarsi nella malattia non è nient’altro che una fuga dai problemi, dalle prove che un’esistenza ti mette davanti”. Quando i tempi di Freud erano ancora ben lontani, l’uomo Argante, cercando rifugio da ogni sua debolezza, si pone al riparo – all’interno della malattia, con l’aiuto cercato e la distruzione al tempo stesso dello stuolo di medici dai nomi e dalle virtù più assurdi – di quanto lo circonda, della vita di ogni giorno, di chi abita nella sua casa, delle vicende che come mostri gli piovono addosso. Non è certo una errata questione di anagrafe, non è questione di abbinare con troppa semplicità la malattia alla vecchiaia. È la rappresentazione della vita di mezzo, con le sue paure e le sue debolezze. Molière rappresenta quest’ultima sua opera quando da poco meno di un mese ha compiuto i 51 anni e Emilio Solfrizi, interprete oggi di Argante (dopo i vari Buazzelli, un grande Romolo Valli immerso nell’interno vermeeriano di Pier Luigi Pizzi, Bonacelli, Franco Parenti e Alberto Sordi sullo schermo), sta per raggiungere il mezzo secolo e si pone bene in linea con l’età, restituendo al “Malato” quell’aspetto che a volte è stato dimenticato. Oltre a rendere, con il cinismo e il disincanto con cui l’autore guarda alla sua epoca, il grande divertimento che sta nelle sue pagine e nei personaggi.

Le scene e i costumi sono firmati da Santuzza Calì e le musiche di Massimiliano Pace. Con Solfrizzi, Lisa Galantini, Antonella Piccolo, Sergio Basile, Viviana Altieri, Cristiano Dessì, Pietro Casella, Cecilia d’Amico e Rosario Coppolino.

Il resto, nella storia del teatro, prende i tratti della tragedia. Il 17 febbraio 1673, giunto alla quarta rappresentazione, Molière, seduto nella sua poltrona, sul palcoscenico del Palais-Royal, si sentì male e venne trasportato a casa, dove nella notte spirò. Una leggenda, cresciuta negli anni, raccontava del grande drammaturgo morto in palcoscenico sì, ma dalle sonore risate nel tentativo di recitare al pubblico le battute che lui aveva scritto.

 

La stagione dei Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa continua dall’11 al 13 febbraio, alle ore 20,45, al teatro Marcidofilm di corso Brescia 4bis (info.marcido@gmail.com/www.marcido.it) con il secondo appuntamento, la riprogrammazione di due allestimenti che non sono potuti andare in scena nelle scorse stagioni, a causa della chiusura dei teatri per l’emergenza sanitaria. Un primo tempo dedicato a “Vecchio oceano” da “I canti di Maldoror” di Lautréamont (pubblicati in Belgio nel 1869), interprete Paolo Oricco (nella foto), scenario di Daniela Dal Cin, con la direzione di Marco Isidori. Scrive quest’ultimo negli appunti di regia: “Il primo dei “Canti di Maldoror”ci permette (dopo un drastico adattamento drammaturgico) di sondare quel territorio che coi suoi incerti confini è patria dello sbilanciamento dell’uomo dal consueto asse di animale sociale, per metterne a nudo, sotto l’abito di una normalità relazionale, il sempre costante, decisivo empito verso quella dimensione “extra” dalla quale, paradossalmente ma realmente, esso uomo ricava la propria patente di umanità. L’interpretazione “infuocata” di Paolo Oricco riesce con sapienza attoriale a sciogliere in “comunicazione” ogni nodo di un dettato poetico complesso per stratificazione metaforica e spessore concettuale, trasformando, anzi “formando” con esso testo un momento di grande, emozionante teatro”. Sulla scena un’opera in prosa cara al surrealismo, l’uomo dell’Ottocento attraversato da mille tormenti, la sua ribellione al Creatore, l’uccisione dello stesso Dio nella speranza di una serenità che al contrario non può ritornare.

La seconda parte della serata vede la messinscena di “Hansel e Gretel” dai Fratelli Grimm (siete avvertiti, “alla Marcido”), con Ottavia Della Porta (narratrice), Paolo Oricco (Hansel), Valentina Battistone (Gretel), Maria Luisa Abate (la matrigna e la strega) e Alessio Arbustini (il padre). Una favola che può essere letta in modo cruento ma pure rassicurante: come spiega Pierre Laforgue, “…la strega, che esiste nei fantasmi del bambino angosciato, lo perseguiterà e gli farà paura. Una strega che egli può spingere in un forno e bruciare vive è più rassicurante: il bambino sa che è capace di sbarazzarsene. I piccoli hanno bisogno di sentire delle storie dove dei bambini, grazie alla loro ingegnosità, si sbarazzano di questi personaggi persecutori”.

 

Elio Rabbione

Inferno Training Camp Torino: nelle palestre outdoor per prepararsi alla diabolica corsa

Sabato 19 febbraio e domenica 6 marzo allenamenti presso i campi specializzati

a Collegno (strada comunale della Varda, h 10) e Brandizzo (via Prati Neivati 10, h 15)

Forza e resistenza per trasportare pesi, velocità nel risalire funi, destrezza nello scavalcare muri, equilibrioper attraversare assi basculanti e coordinazione per oscillare sospesi tra corde, pioli e anelli. Questol’esplosivo mix di abilità da mettere in gioco sabato 19 febbraio e domenica 6 marzo agli Inferno Training Camp Torino, i centri sportivi outdoor per l’obstacle racing guidati a Collegno dal coach Andrea Siccardi e a Brandizzo dal coach Marco Ferro.

Una passione sportiva in costante crescita, ad oggi praticata nell’intera penisola da oltre 50mila persone,e accessibile a tutti, dagli atleti pro ai neofiti più curiosi, in cerca di un’esperienza alternativaall’insegna della pura condivisione. Ognuno spinto dal proprio obiettivo, ma tutti uniti dal desiderio di mettersi in discussione attraverso prove ritenute impensabili eppure così sfidanti da strappare fuori dalla personale comfort zone.

L’OBSTACLE RACING: una disciplina per superare i propri limiti

In occasione dei due appuntamenti in tutti i campi Inferno in Italia, a Torino, Milano, Firenze, Bologna, Roma e Modica, sarà possibile scoprire questa disciplina emergente davvero completa anche attraverso divertenti challenge: una perfetta sinergia tra allenamento di tipo funzionale all’aperto, per potenziare resistenza aerobica e abilità innatenecessarie per il superamento di ostacoli naturali e artificiali, e preparazione podistica base su terreni misti. Gli adrenalinici training day tenuti dai coach della ASD Federazione Italiana OCR saranno inoltre propedeutici per affrontare il circuito nazionale in tre tappe, rivelandone ostacoli in anteprima: il 12 e 13 marzo start line in Trentino per Inferno Snow, il 14 e 15 maggio Inferno Park nel Veronese, mentre gran finale nel Chianti l’8 e 9 ottobre con Ia Mud edition.Su infernorun.it tutte le informazioni, mentre iscrizioni alla mail training@infernorun.it

INFERNO SNOW: sull’Alpe Cimbra il 12 e 13 marzo

Sarà l’Alpe Cimbra in Trentino a ospitare la winter edition sulla neve, Inferno Snow, il cui programma si arricchirà ulteriormente nel suggestivo scenario della stazione di fondo presso Malga Millegrobbe. I tracciati innevati, completamente off road ma senza eccessivi dislivelli, si districheranno tra gli altipiani e i rigogliosi boschi a cornice, puntellati da ostacoli dai nomi di ispirazione dantesca, come Lucifero, Caronte, Cerbero e Limbo. Ben tre differenti distanze troveranno spazio nel weekend: 8 km (200m D+) con 25 ostacoli nella gara individuale del sabato, mentre la domenica la Short individuale di 3 kmdisseminati di 12 ostacoli e, importante novità, la sfida a team (tre membri, composizione libera), sullo spesso percorso della standard in versione collaborativa. Per la prima volta, inoltre, la Short assegnerà le qualifiche agli OCR European Championships 2022, che si terranno a giugno in Val di Fiemme.

INFERNO PARK: nel Veronese il 14 e 15 maggio

La seconda tappa approderà in una nuova destinazione tra le colline Moreniche e il fiume Mincio, a due passi dal Lago di Garda. A Valeggio sul Mincio, nell’omonimo Parco Naturale, la due giorni infernale vedrà susseguirsi la corsa individuale su 8 km e 25 ostacoli e la team su analogo tracciato. La manifestazione sarà prova del Campionato Italianoriconosciuto dalla Federazione Italiana OCR e anche occasione per qualificarsi ai Campionati Europei2023.

INFERNO MUD: nel Chianti l’8 e il 9 ottobre

Per conoscere i successori del trentino Loris Pintarelli e della toscana Righerta Kadija, che proprio in questa location hanno conquistato il titolo italiano 2021, ci si troverà al Norcenni Girasole Village di Figline Valdarno, in provincia di Firenze, con la fangosa Mud. Nel cuore del Chianti alla competizione individuale su 12 km con 30 ostacoli, finale del Campionato Italiano OCR, si aggiungerannoanche la team e Inferno Kids dedicata ai piccoli diavoli, il cui ricavato sarà devoluto in beneficenza.

Misure antismog, scatta il livello arancio: fermi i diesel Euro 5

Da giovedì 10 febbraio, le misure di limitazione del traffico passeranno al livello arancio. I dati previsionali forniti da Arpa Piemonte evidenziano infatti il superamento del valore di 50 mcg/mc di concentrazione media giornaliera di PM10 nell’aria per tre giorni consecutivi.

Alle limitazioni strutturali in vigore, per il trasporto persone si aggiungerà il blocco dei veicoli diesel con omologazione Euro 5 valido tutti i giorni (festivi compresi) dalle ore 8 alle 19, mentre il blocco dei veicoli diesel Euro 3 e Euro 4 verrà esteso alle giornate di sabato e domenica, sempre dalle ore 8 alle 19.

Per i veicoli adibiti al trasporto merci si bloccheranno anche i diesel con omologazione Euro 3 ed Euro 4, tutti i giorni (festivi compresi) dalle ore 8 alle 19.

Con l’attivazione del livello arancio si fermeranno anche tutti i veicoli dotati di dispositivo “Move In”.

Si ricorda che eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, vengono comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entrano in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi sono disponibili alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambie

Addio a Gianna, maestra e sindacalista

DAL PIEMONTE

I funerali di Gianna Bolla si terrranno sabato mattina nella chiesa di San Martino a Novara

Il mondo sindacale e della scuola novarese perde una figura molto stimata e conosciuta. Aveva 71 anni Gianna Bolla, già dipendente del Comune aveva insegnato nelle scuole materne della città. Molto attiva nell’ impegno sindacale nella Cgil, dove era componente  del direttivo dei pensionati, era studiosa del periodo storico  della Resistenza.

Hot spots: Martin Parr in the American South

Proiezione del film Giovedì 10 febbraio, ore 18.30, Gymnasium di CAMERA

In occasione della mostra Martin Parr. We Love Sports, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia propone, giovedì 10 febbraio alle ore 18.30, la proiezione del documentario Hot spots: Martin Parr in the American South (USA, 2013, 30’), un’approfondita testimonianza sul lavoro del fotografo inglese, alla sua prima commissione da parte dell’High Museum of Art di Atlanta.
Il regista del film Neal Broffman ha seguito Martin Parr per sei mesi in un viaggio alla scoperta della variegata umanità della città di Atlanta: il film inizia al Car Wash Cactus, dove Parr fotografa le persone che freneticamente lavano, asciugano e lucidano le proprie automobili. Dal primo scatto all’autolavaggio fino all’Atlanta Steeplechase, sei mesi più tardi, Parr si muove attraverso il vivace paesaggio della città e dei suoi abitanti, che osserva con uno sguardo unico e personale, mettendo a nudo vizi e abitudini, peculiarità e stranezze.
Guidato sempre dall’istinto e dall’umorismo che lo contraddistinguono, Martin Parr realizza il ritratto di tutta una città e di una cultura – quella del sud degli Stati Uniti – osservandola attraverso una lente umoristica, capace tuttavia di rivelare particolari verità sulla società e sulle persone.
Produttrice esecutiva del film è Elisa Gambino che è anche produttrice esecutiva del film candidato agli Oscar nel 2020 A Love Song for Latasha.

Neal Broffman è un filmmaker documentarista, direttore della fotografia e produttore con sede ad Atlanta. Dal 1990 al 1999 ha lavorato per la CNN International, realizzando film e riprese di momenti cruciali della storia di più di 40 paesi, dalla Guerra del Golfo del 1990 alla dissoluzione dell’Unione Sovietica, dalle prime elezioni democratiche in Sud Africa alla guerra in Bosnia. Ha viaggiato in Europa, Asia, Medio Oriente e Africa, sviluppando un forte interesse per le diverse modalità di interazione umana nel mondo. Ha trascorso molto tempo in Somalia durante l’intervento delle Nazioni Unite, dove ha documentato la fine del coinvolgimento militare statunitense sul territorio.

L’incontro ha un costo di 3,00 €.
È consigliato prenotare l’incontro sul sito di CAMERA (www.camera.to).

l’Italia dell’intelligenza artificiale si incontra a Torino

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Ital-iA 2022

L’iniziativa nata per sviluppare obiettivi comuni tra istituzioni pubbliche, industria italiana e la ricerca scientifica delle università e dei centri di ricerca nazionali

 

Giovedì 10 e venerdì 11 febbraio l’Università di Torino, il Politecnico di Torino e l’Università del Piemonte Orientale ospitano ital-iA2022, il secondo convegno del Laboratorio Nazionale “Artificial Intelligence ed Intelligent Systems” (AIIS), creato dal CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica). Il Laboratorio è stato creato nello scorso giugno 2018 con il sostegno del Dipartimento di Informazione e Sicurezza della Presidenza del Consiglio dei Ministri per sviluppare obiettivi comuni tra istituzioni pubbliche, industria italiana e la ricerca scientifica delle università e dei centri di ricerca nazionali. Il laboratorio conta oggi 58 nodi che includono quasi tutti gli Atenei Italiani oltre al Consiglio Nazionale delle Ricerche, la Fondazione Bruno Kessler e l’Istituto Italiano di Tecnologia.

Il convegno sarà online e la partecipazione gratuita con obbligo di iscrizione sul sito https://www.ital-ia2022.it/. Agli iscritti verranno inviati per mail i link per partecipare.

Il convegno prevede 2 giornate diverse:

Il giorno 10 febbraio si terranno 7 workshop tematici:

–          AI per l’industria

–          AI per la Finanza ed il Commercio

–          AI per Cybersecurity

–          AI per la Pubblica Amministrazione

–          AI per la Medicina e la Salute

–          AI per la Sostenibilità

–          AI responsabile ed affidabile

Che hanno visto la sottomissione di 270 contributi da parte di circa 1500 persone da Atenei, Centri di Ricerca e Aziende.

Il giorno 11 febbraio si terrà una sessione plenaria che vedrà, dopo il saluto dei Rettori degli Atenei ospitanti una serie di interventi.

La Prof.ssa Luigia Carlucci Aiello (docente emerito dell’Università di Roma la Sapienza), dalla sua posizione di capostipite della AI italiana terrà un intervento su “L’AI in Italia tra passato e futuro”.

Il Dr. Marco Gay (Presidente di Confindustria Piemonte) parlerà delle prospettive dell’AI nel mondo delle aziende.

Il Dr Andrea Cosentini del Ministero dell’innovazione, Dipartimento per la trasformazione digitale parlerà delle iniziative verso una AI responsabile.

A questo seguiranno dei report sui workshop del giorno precedente e spazio per la discussione.

Sitohttps://www.ital-ia2022.it/

Instagramhttps://www.instagram.com/ital_ia2022/

Ospedali, le indicazioni della Regione per la ripresa delle attività ordinarie mediche e chirurgiche

La Regione Piemonte ha dato indicazioni alle Aziende sanitarie di una progressiva ripresa delle attività ordinarie negli ospedali sia mediche che chirurgiche ed ambulatoriali, sulla base della favorevole variazione dell’andamento epidemiologico Covid degli ultimi giorni.

La nota della Regione riguarda:

a) l’ attività di ricovero procrastinabile (ricoveri elettivi non oncologici con classe di priorità B e C, ricoveri elettivi con classe di priorità D);

b) l’attività ambulatoriale e clinico-strumentale procrastinabile (prestazioni in classe P e D);

c) libera professione intramuraria.

“Le prestazioni urgenti e non procrastinabili sono sempre state garantite durante tutta la fase pandemica e naturalmente continueranno ad esserlo anche in questa fase – sottolineano il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità, Luigi Genesio Icardi -. Ora che la curva del contagio è finalmente in discesa è necessario, però, aggiornare la risposta sanitaria alle necessità di salute dei cittadini ripristinando le prestazioni meno urgenti, ma comunque importanti. Un ringraziamento a tutti i professionisti ed operatori della nostra sanità per il loro impegno, che ci consente di garantire le migliori cure al Piemonte, pur nella complessità del periodo che stiamo vivendo”.

“Lunedi prossimo abbiamo in programma un incontro specifico sulle liste d’attesa: è intenzione della Regione affrontare questo tema annoso e così rilevante per la nostra sanità con lo stesso metodo di lavoro messo in campo per la campagna vaccinale che ha consentito al Piemonte di raggiungere risultati eccellenti”- concludono il presidente Cirio e l’assessore Icardi.

La nota, firmata dal Direttore regionale Sanità Mario Minola e dal Commissario dell’Area sanitaria dell’Unità di Crisi Emilpaolo Manno, precisa che la ripresa dell’attività ordinaria dovrà essere erogata nel rispetto delle misure di prevenzione anti Covid-19, tenendo conto della situazione sanitaria ed organizzativa a livello di singola azienda sanitaria e continuando ad assicurare le risorse necessarie alle attività essenziali al contrasto della pandemia.

Nel caso in cui l’andamento pandemico subisse un peggioramento, conclude la nota, sarà necessario prevedere una pronta e tempestiva riorganizzazione delle attività assistenziali in base alle mutate esigenze organizzative.