ilTorinese

Stellantis presenta il piano del decennio: tanto ambiente e ancora nulla su Torino

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A cura di lineaitaliapiemonte.it

Stellantis ha presentato ieri  ad Amsterdam “Dare Forward 2030”, l’atteso piano strategico per il prossimo decennio: l’azienda si impegna a diventare il campione del settore nella lotta contro il cambiamento climatico, raggiungendo le zero emissioni da carbonio entro il 2038 e la riduzione del 50% entro il 2030. Ma non ci sono novità per Torino e per Mirafiori per cui la situazione di incertezza continuerà e con l’incertezza andrà avanti l’uso degli ammortizzatori sociali

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Nuove regole per gli sponsor del verde pubblico

Con una delibera proposta dall’assessore al Verde Pubblico e alla Cura della Città, Francesco Tesso, la Giunta Comunale ha approvato le linee di indirizzo per la valorizzazione e manutenzione del verde pubblico mediante contratti di sponsorizzazione e accordi di collaborazione con soggetti privati e associazioni.

I soggetti interessati potranno far pervenire le loro proposte di sponsorizzazione rispondendo all’avviso pubblico che sarà pubblicato sul sito della Città nei prossimi giorni. Le proposte, che dovranno essere presentate seguendo scadenze mensili, verranno valutate da un’apposita commissione tecnica.

Attraverso i contratti di sponsorizzazione l’amministrazione civica potrà affidare ai privati la valorizzazione e manutenzione di aree verdi, aree per l’attività sportiva libera, aree gioco e aree cani comunali, oppure reperire risorse per la realizzazione di specifiche attività legate alla manutenzione, promozione e cura del verde.

Come novità delle nuove linee guida, la possibilità di contribuire alla valorizzazione degli spazi di rappresentanza dell’Amministrazione aperti alla cittadinanza, quali ad esempio le anagrafi o l’ingresso delle sale auliche dei matrimoni. Ma l’elenco di tutte le attività che i privati potranno sostenere è variegato: si va dalla fornitura di beni per allestire e realizzare aiuole o ponti fioriti o per incrementare e curare il patrimonio arboreo cittadino, alla sistemazione o all’acquisto di arredi (rastrelliere per biciclette, panchine, pannelli informativi) per parchi e giardini, fino alla manutenzione di fontane e impianti di irrigazione.

L’assessore Francesco Tresso ha commentato: “Ringrazio fin da ora tutti i partner privati che risponderanno alla nostra ricerca di sponsorizzazione, dimostrando così grande sensibilità e attenzione nel prendersi insieme cura della città”.

“PhotoAnsa 2021” Un anno di eventi in mostra al Forte di Bard

Fino al 1° maggio

Bard (Aosta)

Tutto il 2021. Narrato in oltre cento scatti fotografici selezionati nella 17^ edizione del volume  “PHOTOANSA” che raccoglie le immagini più significative dell’anno da poco trascorso, realizzate dai fotografi della prima Agenzia di informazione multimediale in Italia e quinta per importanza al mondo.

Le immagini – in cui si cristallizzano momenti di gioia estrema alternati ad altri, ahinoi più numerosi, che raccontano di dolorose tragedie umane – sono visibili, fino al prossimo 1° maggio, al “Forte di Bard” (principale polo culturale della Valle d’Aosta) all’interno delle sale dell’“Opera Mortai” della fortezza. Dodici le sezioni, per altrettanti temi trattati. Non più solo pandemia, ma tanti fatti nazionali ed internazionali, dalla cronaca alla politica, dallo sport al costume. Anche se sulla pandemia non si poteva certo (e purtroppo) tacere. Ma pandemia raccontata, per il procedere dei fatti ad essa  legati, sotto una prospettiva diversa rispetto al 2020; a due anni di distanza dagli esordi del Covid 19, alle foto dei malati nei reparti di terapia intensiva si sono via via sostituite quelle delle file dei cittadini in attesa d’essere vaccinati, delle tante riaperture dei luoghi della cultura, del lavoro e del turismo, accanto a quelle di chi esibisce il “Green Pass” e, per contrasto, alle manifestazioni di piazza dei negazionisti.

Ma Il 2021 è stato anche l’anno del ritorno dei grandi avvenimenti internazionali, con la pioggia di missili su Gaza e Israele e la vittoria dei talebani coronata dall’assalto all’aeroporto di Kabul. Nello scatto di John Gresbee, si fissa con lucida accorata immediatezza il momento in cui i militari della “Coalizione Internazionale” aiutano un bambino ad entrare nell’area dell’aeroporto. Ancora una volta, guerra e bambini. La dolorosa, ignobile mortificazione dell’innocenza. Ci sono poi le immagini della politica nazionale: del governo a guida Mario Draghi e dei sindaci delle maggiori città italiane, la cui elezione è stata dimezzata da un astensionismo senza precedenti. A seguire: fra una sezione dedicata al grande caldo che ha caratterizzato l’inizio estate, con temperature vicine ai 50 gradi, e una allo sbarco su Marte del “Rover Perseverance”, ad essere protagoniste sono le vittorie nello sport (iconica la foto scattata dall’argentino Diego Azubel che documenta l’esultanza di Marcel Jacobs dopo la vittoria nei 100 metri a Tokyo) e nella musica.

Immagini che raccontano un’Italia diversa che vince grazie ai propri talenti: i trionfi degli atleti tricolore alle “Olimpiadi” e “Paralimpiadi” di Tokyo, la conquista del titolo di campioni d’Europa nel calcio, le vittorie europee del volley e del gruppo musicale dei “Maneskin” all’“Eurovision Song Contest”. Le immagini di giovani vincenti, di folle in delirio nelle piazze d’Italia, sono però offuscate da un altro triste primato che il “PHOTOANSA 2021” non poteva non registrare, quello dell’escalation della violenza contro le donne (giovani, anziane, madri di famiglia, studentesse o lavoratrici) che, giorno dopo giorno, va ad aggiornare le drammatiche statistiche sul femminicidio. Nella foto di Tino Romano, la manifestazione a Torino della rete nazionale “Non una  di meno” contro le violenze di genere. Mentre già è certo il tema chiave su cui andranno a incentrarsi i primi mesi del 2022: la straziante vicenda dell’Ucraina, chiusa nella morsa (crudele e ancora ad oggi incerta) di una guerra  “fratricida” voluta dalla “madre-matrigna” Russia.

 

Gianni Milani

 

“PhotoAnsa 2021”

Forte di Bard, via Vittorio Emanuele II 85, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

Fino al 1° maggio

Orari: dal mart. al ven. 10/18; sab. dom. e festivi 10/19

Nelle foto:

–         John Rigsbee: “Kabul, Afghanistan, 20 agosto”

–         Mahmud Hams: “Jabalia, Striscia di Gaza, 17 maggio”

–         Diego Azubel: “Tokyo, Giappone, 1 agosto”

–         Tino Romano: “Torino, Italia, 1 luglio”

Amedeo d’Aosta, un grande italiano del 900 nato a Torino

Di Pier Franco Quaglieni 

Amedeo di Savoia – Aosta, il terzo duca d’ Aosta, era nato a Torino nel 1898 a Palazzo Cisterna, la residenza torinese dei Duchi d’ Aosta, come Palazzo Chiablese fu la residenza dei Duchi di Genova.

Gli 80 anni dalla morte del Duca Amedeo d’Aosta in prigionia cadono in un momento particolare, quello in cui sta divampando una guerra che potrebbe degenerare in una terza guerra mondiale. E la figura del Duca è stata spesso strumentalizzata per le ragioni dinastiche meschine sollevate dopo la morte del re Umberto II da piccoli personaggi che volevano decidere loro la discendenza della più antica casa regnante d’ Europa.


Ma questo ultimo elemento appare del tutto secondario e persino risibile.  Lo storico, scrivendo di un personaggio vissuto nella prima metà del secolo scorso dovrebbe freddamente prescindere dal momento in cui vive e dalle vicende contingenti. Ma, come sosteneva Croce,  la storia è sempre storia contemporanea, un’affermazione che ha costantemente suscitato in me qualche perplessità perché ritengo che lo storico non debba mai lasciarsi condizionare dal presente che sta vivendo, ma debba cercare di capire il passato ancor prima di giudicarlo come diceva il grande Bloch.

Ma oggi sto vivendo per la prima volta nella mia vita, dopo due anni di pandemia, il pericolo reale di una possibile guerra nucleare che ci travolgerebbe tutti e non sarebbe neppure confrontabile con le prime due guerre mondiali che provocarono milioni di morti. E allora, se penso al Duca d’Aosta che poco più che quindicenne chiese di partecipare come volontario alla Grande Guerra, non posso non vedere la distanza abissale dal nostro modo di pensare, a meno di accomunarlo ai giovani ucraini partiti dall’Italia per arruolarsi in difesa della loro Patirà, un esempio anni -luce distante dal comune sentire dei giovani d’oggi.

Davvero i giovani d’oggi non capirebbero il Duca, ammesso che sappiano chi sia stato. Il Duca d’Aosta ha dedicato tutta la sua vita alla Patria, servendola in armi con una dignità e un rigore che fanno pensare ai cavalieri antichi.  Carlo Delcroix, che lo conobbe di persona, mi racconto’ di questo principe sabaudo coraggioso che amava sfidare il pericolo anche come intrepido aviatore (consegui’ il brevetto di volo a Torino, come mi ha ricordato il mio amico Marco Papa appassionato storico dell’Arma azzurra): e che sull’Amba Alagi resistette al nemico inglese con sovrumano eroismo ed ebbe l’onore delle armi, quando rimasto senza munizioni, fu costretto alla resa.

Mori’ a Nairobi il 3 marzo 1942 in prigionia insieme ai suoi soldati, devastato dalla malaria. Era figlio del comandante della III Armata nella prima guerra mondiale , quell’Emanuele Filiberto che venne considerato il Duca invitto. Mentre scrivo questi ricordi, penso all’accusa che potrebbe essermi rivolta di voler rievocare fatti bellici che dovrebbero suscitare solo orrore e non consentirci di definirli eroici. Ma se penso al Duca d’Aosta che aveva studiato non solo sui libri i problemi africani (si laureo’ alla Facoltà di Giurisprudenza di Palermo in diritto coloniale)e diede un volto umano al colonialismo italiano in Africa Orientale, non posso considerare la sua vita come una manifestazione di angusto nazionalismo legato al fascismo, ma di autentico e sincero amor di Patria, la pace e’ il valore supremo a cui ispirarci, ma a volte guerra e pace non sono così distanti,  a prescindere dal libro di Tolstoj, perché la storia dei popoli sono un misto di contrasti inestricabili e la guerra resta a volte l’ultima ratio quando le diplomazie sono fallite.

 

La vita del Duca d’Aosta fu esemplare perché ispirata a valori e doveri che senti ‘ connaturati al suo essere principe senza privilegi .Da giovane si fece assumere per un anno come manovale sotto falso nome nel Congo belga, per conoscere da vicino come sarebbe potuta essere la sua vita se non fosse stato un Savoia. Un esempio su cui occorre riflettere se vogliamo cercare di comprendere un personaggio che merita il rispetto e la gratitudine di tutti gli Italiani. Il Duca nel 1940 fu decisamente ostile all’ingresso in guerra dell’Italia voluto da Mussolini.Il suo parere venne ignorato e come soldato,dichiarata la guerra, fece il suo dovere fino in fondo,pagando di persona la guerra sciagurata voluta dal dittatore. Il poeta piemontese Nino Costa ,all’annuncio della sua morte , scrisse una poesia che è degna di essere letta . Costa, che era un uomo che sentiva profondamente il valore della pace e della fratellanza umana e cristiana e che ebbe un figlio caduto nella Resistenza,si sentì toccato profondamente dalla morte ad appena 44 anni di questo principe che visse il dovere di servire l’Italia con una passione civile e patriottica che è solo dei grandi spiriti.  Il suo medico personale che lo segui’ in prigionia e che gli fu vicino fino alla fine, Edoardo Borra, albese, ci ha lasciato una biografia del Duca da cui emerge la sua esemplare figura morale, senza mai scadere nell’agiografia,  Gianni Oliva, scrivendo un libro sui Duchi d’Aosta, ha dedicato la sua particolare attenzione ad Amedeo, andando oltre certe vulgate antifasciste faziose e storicamente inconsistenti.


È importante che sia proprio Oliva a ricordare a Torino a Palazzo Cisterna domani il Duca nella sede della Citta’ Metropolitana che conserva cimeli che lo riguardano e che verranno esposti in questo anniversario.

Confagricoltura: siccità record, in Canavese si sta già irrigando

Il  1° marzo si apre la stagione primaverile meteorologica, con prospettive allarmanti. Sulla base delle rilevazioni dell’Arpa –  evidenzia in una nota Confagricoltura Piemonte – la situazione è particolarmente critica su tutto il Piemonte. Il monitoraggio idrologico settimanale dei deflussi dei principali fiumi piemontesi indica livelli di deficit che vanno ben oltre la soglia critica. Il Po a Torino presenta un deficit del 57%, la Dora Baltea a Tavagnasco, ai confini con la Valle d’Aosta, è sotto il livello del 51%, l’Agogna a Momo, in provincia di Novara, del 78%, così come lo Scrivia a Serravalle, il Pellice a Villafranca Piemonte è all’87%, il Sangone a Torino del 92% e, dato più preoccupante in assoluto, il fiume Bormida a Cassine, in provincia di Alessandria, è in deficit del 95%.

Siamo estremamente preoccupati: se non arriverà qualche precipitazione – spiega Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemontesarà molto complicato effettuare le semine dell’orzo, degli erbai e soprattutto del mais. Senza un minimo di umidità i semi non riusciranno a germinare, col rischio di perdere completamente i raccolti”.

Si spera nelle piogge, perché diversamente tra qualche settimana la situazione diventerà molto critica. “Già oggi in Canavese in alcune aziende hanno attivato l’irrigazione a pioggia per assicurare un minimo di umidità necessaria per far nascere i prati appena seminati. Stiamo preparando i terreni per le semine – dichiara Sergio Tos, agricoltore di Azeglio e presidente zonale di Confagricoltura per il Canavesema non è pensabile di irrigare di qui fino al raccolto, sia perché, se non arriveranno precipitazioni, non ci sarà acqua disponibile, sia perché i costi sono proibitivi”.

Siamo di fronte a una situazione mai vista prima d’ora, che sta mettendo in crisi soprattutto le imprese cerealicole. “I costi energetici sono esorbitanti: nell’arco di 12 mesi il gasolio per le lavorazioni agricole è aumentato di oltre 40%, l’urea per le concimazioni è rincarata del 300% e adesso manca anche l’acqua: produrre in queste condizioni – dichiara Tommaso Visca, presidente di Confagricoltura Torinovuol dire lavorare in perdita, ma se vogliamo continuare l’attività di allevamento è necessario garantire gli approvvigionamenti di alimenti per il bestiame, con costi sempre più pesanti da sostenere. È una situazione difficilissima da gestire”.

Le indicazioni della Società Meteorologica Italiana non sono confortanti: le previsioni sono di annuvolamenti tra venerdì e sabato; successivamente il flusso di aria umida orientale dovrebbe attenuarsi, con il ritorno di schiarite e temperature in aumento, che nel corso la prossima settimana porteranno i termometri, nelle ore più calde, oltre i 15 gradi.

 

“Belfast”. Pagine convincenti e debolezze tra i ricordi del regista

Sugli schermi il film di Kenneth Branagh, con sette candidature agli Oscar

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

All’inizio le immagini di oggi a colori, poi è sufficiente che la macchina da presa scavalchi un muretto perché la strada del quartiere, dove vivono in amicizia cattolici (in minoranza) e protestanti e dove tutti si salutano e si sorridono, le facce che s’incrociano e gli abbracci, le madri che corrono a recuperare i figli che non hanno ancora voglia di rientrare, le urla e i giochi del piccolo Buddy, gli innocenti diverbi e le pacche sulle spalle, tutto affonda nel bianco e nero bellissimo, che ci riporta con più facilità a quella fine degli anni Sessanta, di Haris Zambarloukos. Sono le prime immagini di “Belfast” che Kenneth Branagh, sceneggiatore e regista, dedica alla propria infanzia (come il nostro Sorrentino con “È stata la mano di Dio”), al suo amore per la propria città (ma i confini per lui sono tra quelle case di operai che arrancano per arrivare a fine mese), ai genitori (una madre che combatte con le rate da pagare e che ogni mese gioisce se è riuscita a farsene fuori una, ed un padre che lavora lontano e che torna a casa ogni quindici giorni esatti), ai nonni (lei più ruvida, il vecchio nonno pieno d’affetto e malato, gran filosofo della vita, che guida il ragazzino nei suoi compiti di aritmetica, così che il nipotino possa eccellere in classe e guadagnare i primi banchi, vicino alla cattedra, soprattutto vicino alla compagna Catherine per cui già stravede: e qui, diciamolo subito, Judi Dench e Ciaràn Hinds sono le chicche del film, capaci di portarsi a casa ad occhi chiusi quegli Oscar quali migliori attrice e attore non protagonisti – vivaddio a Hollywood fanno ancora una distinzione! – cui sono candidati). Al suo amore per il cinema, via di fuga domenicale dalla tragedia che sta per sopraggiungere, gli occhi sgranati e le bocche spalancate verso lo schermo grande (o su quello ridotto della tivù), che scorrano le immagini di “Mezzogiorno di fuoco” o di “Citty cittty bang bang” o di Raquel Welch in bikini preistorico in “Un milione di anni fa” è la stessa cosa: e visto che Buddy è Branagh, un alter ego biondo e già maturo, quel bambino sa, dentro quella sala, cosa farà da grande.

Poi, il 15 agosto 1969, i “troubles” tra Cattolici e Protestanti riducono in cenere la convivenza tra le persone, improvvisamente. La famiglia di Buddy ne è coinvolta, loro sono protestanti ma non sicuramente accesi, le invasioni e i saccheggi (certo la tentazione c’è, il fustino di polvere per lavare fa gola anche a lui ma ci pensa sua madre a farglielo restituire) li lasciano al teppistello che, tra macchine bruciate e barricate a difendere l’entrata della strada, cerca di imporre a tutti la propria legge. Il mondo in un attimo è cambiato, magari si buttano in un angolo i giochi con l’obbligo di scendere in strada. Ahimè, è anche il mondo in cui il film presenta delle crepe, accusa il “non tutto è perfetto”, diventa a tratti retorico o troppo sentimentale o anche furbetto e “facile”. E ancora: si rivela un susseguirsi di episodi, di momenti, alcuni eccellenti nel grande valore delle immagini, nella ricercatezza che è propria del regista (lo notavamo anche nel recente “Assassinio sul Nilo”), altri di tono minore. Vuol dire troppo e fa vedere troppo, in una realtà che a volte non sai se intendere come tale o rivoltarla in gioco o immaginazione del piccolo protagonista: la scena in cui il padre, da sempre considerato un eroe, colpisce il cattivo di turno con un sasso e gli toglie la pistola di mano, è un momento francamente non del tutto apprezzabile o credibile. Come, per alcuni tratti, ne soffre lo sguardo del Buddy del più che volenteroso ma ancora inesperto Jude Hill, con i suoi stupori, le sue ansie, i suoi pianti, la sua allegria, il suo dire sì alla decisione dei genitori di lasciare Belfast, un ragazzino di oggi che s’impegna a “costruire” il Branagh ragazzino di nove anni di ieri mentre lo stesso Branagh avrebbe dovuto avere il coraggio di lasciarlo andare a briglia sciolta, recuperando con maggior sincerità, con più efficace naturalezza i tanti diversi sentimenti secondo la sua “inesperienza”.

Il film è dedicato a coloro che sono partiti e a quanti sono rimasti, anche a quelli che si sono persi lungo il percorso: Branagh è ormai un beniamino di Hollywood (e una macchina per far soldi) e il suo “Belfast” non rimarrà a mani vuote nella notte degli Oscar (sono sette le candidature, oltre a quelle a cui già abbiamo accennato, quelle per migliori film e regia, miglior sceneggiatura originale, miglior sonoro e migliore canzone, “Down to Joy” di Van Morrison, ma tutta la colonna sonora è godibilissima). Chissà con quanta nostalgia guarda oggi a quella strada, a quella nonna lasciata sulla porta di casa ancora a sentenziare, a quel nonno sepolto e festeggiato subito dopo, a quella biondina che aveva giurato di voler sposare? Chissà.

Nei primi due giorni 353 dosi di Novavax

NOVAVAX, 353 DOSI NEI PRIMI DUE GIORNI

In totale, nei primi due giorni sono state somministrate 353 dosi di Novavax (129 ieri). Le preadesioni sono 1.860 circa.

INCIDENZA DEL CONTAGIO NEGLI ADULTI

Nella settimana dal 21 al 27 febbraio l’incidenza regionale (ovvero l’incremento settimanale di nuovi casi di Covid per 100.000 abitanti) è di 321.1 in diminuzione (- 25,2%) rispetto ai 429.5 della scorsa settimana.

Si consolida dunque per la sesta settimana consecutiva il calo dell’incidenza, in linea con quanto accade nel resto del Paese ed in Europa.

L’incidenza della fascia di età 19-24 anni scende a 294.8 con una diminuzione del 9,1 % rispetto alla settimana precedente.

Nella fascia 25-44 anni l’incidenza è di 397.8 (-23,3%).

Tra i 45 ed i 59 anni si attesta a 307 (-22.7%).

Nella fascia 60-69 anni l’incidenza è 211.4 (-25,7%), con il calo più consistente.

Tra i 70-79 anni l’incidenza è invece di 220.7 (-9,7%).

Nella fascia over80 l’incidenza è 240.9 (-25,2%).

INCIDENZA DEL CONTAGIO NELLE FASCE DI ETÀ SCOLASTICHE

In età scolastica, nel periodo dal 21 al 27 febbraio, l’incidenza, ovvero i nuovi casi settimanali su 100 mila per le specifiche fasce di età, è in diminuzione per la quinta settimana consecutiva: si conferma la tendenza in atto.

Nella fascia 0-2 anni, l’incidenza è di 313.1 (-39,1%)

La fascia di età 3-5 anni registra un’incidenza di 422.9 (- 45,6%), con il calo più consistente.

Nella fascia tra i 6 ed 10 anni, l’incidenza è 596.3 (-36,5%).

Nella fascia 11-13 anni, l’incidenza è 563.7 (- 27,7%).

Nella fascia tra i 14 ed i 18 anni, l’incidenza è 326.9 (-33,1%).

Disoccupato un giovane piemontese su quattro

Il dato arriva al 58% considerando la sola popolazione femminile nella fascia d’età 15-24: la situazione è drammatica. Ho presentato un Question Time in Consiglio Regionale per chiedere alla Giunta politiche in grado di cambiare le cose.

 

Il 24% dei giovani piemontesi nella fascia d’età 15-24 non lavora; una percentuale che arriva al 58% considerando solo le ragazze, elemento che di per sé rappresenta una rilevantissima differenza di genere. Questi dati drammatici (fonti: Istat, Eurostat) rendono la situazione in Piemonte particolarmente grave in un contesto, quello europeo, nel quale il tasso di occupazione tra i giovani (cioè la percentuale di occupati rapportata al totale della popolazione raffrontabile di età compresa tra i 15 e i 24 anni) è invece in progressivo aumento.

Con un Question Time presentato a Palazzo Lascaris chiederò alla Giunta, nella seduta di domani del Consiglio Regionale, quali misure urgenti si intendano attuare a favore dell’occupazione giovanile in Piemonte. Aiutare i giovani a entrare – e a rimanere – nel mercato del lavoro è una parte essenziale delle politiche che promuovono la crescita economica e migliorano le condizioni di vita di un territorio, in questo caso quello della nostra regione. Da qualche anno è attivo, in Piemonte, il programma “Garanzia Giovani”, rivolto ai giovani NEET (acronimo per “Not in Education, Employment or Training”, cioè persone non impegnate nello studio, né nel lavoro, né nella formazione: 135 mila in Piemonte), costituito da una rete di operatori specializzati dei Centri per l’impiego e delle Agenzie accreditate, che accompagna i giovani nel mondo del lavoro. Ma, a fronte di questi numeri e di questi dati, servono altri e ancora più efficaci strumenti.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Avetta (Pd): “Il divario digitale pregiudica la competitività del Piemonte”

“Sanità territoriale, Pmi e micro-imprese, commercio e cibo necessitano di collegamenti internet adeguati. Il piano di digitalizzazione del Piemonte è pre-condizione per qualsiasi scelta strategica di sviluppo sociale ed economico. Si lavori con Anci ed Uncem sfruttando wireless ed ITALIA 1 GIGA”

“Il divario digitale pregiudica la competitività del Piemonte. Pochi giorni fa abbiamo approvato la delibera sul PNRR sanitario che prevede la realizzazione di 91 case di comunità, 29 ospedali di comunità e 43 centrali operative. Una buona notizia, soprattutto per i tanti “piemonti” rurali e montani, ma non possiamo dimenticarci delle infrastrutture digitali. Non si può fare vera sanità di territorio senza adeguati collegamenti internet. Le case e gli ospedali di comunità devono essere dotati di personale e di collegamenti digitali per la diagnostica. Pensiamo inoltre alle tante imprese micro, piccole e medie, che, ancora oggi, stoicamente, resistono nelle nostre vallate. Pensiamo alle potenzialità dell’enogastronomia legata al commercio online. I piemontesi che vivono nei nostri tanti ‘piemonti’ hanno diritto a questi servizi”. Così dichiara il consigliere regionale Alberto AVETTA (Pd), a margine dei lavori della II Commissione in cui si è tenuta l’informativa dell’assessore regionale Matteo Marnati sul piano strategico Bul (banda ultra larga).

Il piano di digitalizzazione del Piemonte è una pre-condizione indispensabile per qualsiasi scelta strategica di sviluppo sociale ed economico. Abbiamo di fronte a noi tante possibilità, ma dobbiamo farci trovare pronti. Il Piemonte ha le carte in regola per guidare questo percorso, anziché subirlo. Deve agire sulle potenzialità del wireless, che è una formula più dinamica e meno impattante della fibra posata lungo le strade, e sulle opportunità del nuovo piano ITALIA 1 GIGA che, nell’impianto del PNRR, è destinato a recuperare le aree che gli operatori privati considerano a fallimento di mercato. I bandi del PNRR legati al digitale valgono il 27% delle risorse complessive ed è importante che siano pubblicati al più presto. La Regione deve coordinare questo percorso ed agire in stretta sintonia con ANCI e UNCEM, rafforzando le funzioni della Cabina di Regia regionale per fare pressione sul Governo. Il Piemonte ha caratteristiche particolari non sempre adeguatamente considerate dai piani nazionali. Dobbiamo pretendere maggiore duttilità e trasformare un vestito confezionato in un abito su misura”.  

Rassegna mensile dei libri: febbraio

I tre libri più letti e discussi in questo mese di febbraio nel gruppo FB Un libro tira l’altro, ovvero il passaparola dei libri sono Violeta, il nuovo romanzo di Isabel Allende (Feltrinelli); Le Ossa Parlano, (Sellerio), nuova avventura investigativa di Rocco Schiavone creata dalla penna di Antonio Manzini  e al terzo posto troviamo La Canzone di Achille, di Madeline Miller (Feltrinelli), romanzo che, pur essendo molto presente nelle discussioni, non sembra convincere del tutto i nostri lettori.

Andar per libri

E’ in corso il tour promozionale del libro Streghe D’Italia (NPS, 2021) che vedrà l’editore e i vari autori in giro per la penisola. Tra le tappe previste, la presentazione al festival “Lucca Città di Carta”, il 24 aprile 2022. Inoltre mercoledì 2 marzo alle 18.30 gli autori dei racconti saranno ospiti della rassegna letteraria virtuale “Culturalmentre”, in diretta sulla pagina Facebook “Nati per scrivere”.

Sulla stessa pagina la presentazione in diretta del nuovo romanzo di Mirko Tondi Era L’11 Settembre, prevista per mercoledì 16 marzo, alle 18,30.

 

Focus on: NPS edizioni

E’ il marchio editoriale dell’associazione Nati Per Scrivere, impegnata nel promuovere la cultura del libro in Toscana e ovunque trovi attenzione al tema,  mira a valorizzare gli scrittori italiani tramite prodotti letterari curati e di qualità e questo mese è la protagonista del nostro speciale letterario, dedicato alle case editrici indipendenti.

NPS ha in scuderia autori come Elisa Cordovani e Alessandro Ricci, ha numerose collane editoriali, nelle quali si distinguono particolarmente quella dedicata alla narrativa fantastica e quella dedicata ai piccoli lettori, NPS cura la collana Gli Straordinari, (In collaborazione con l’associazione e magazine L’Ordinario) e la rassegna  Culturalmentre reperibile tutti i mercoledì alle 18.30, sulla pagina FB dell’associazione, oltre che occuparsi di laboratori di scrittura creativa, workshop e incontri su scrittura e editoria.

Venite a conoscere gli autori di NPS e le ultime novità pubblicate seguendo i nostri articoli, sulla pagine del sito novitainlibreria.it

 

Incontri con gli autori

Se volete conoscere nuovi autori, magari indipendenti, non perdetevi le interviste della redazione del sito Novità in libreria. It: questo mese conosciamo meglio  Patrizia Bove, napoletana, autrice di Dodici Note- Storie Di Donne E Musica” (Iod Edizioni, 2021);  Valentina Milazzo che nella sua auto-pubblicazione  I Promessi Sposi Ai Minimi Termini racconta il popolare romanzo di Alessandro Manzoni con linguaggio semplice, organizzato in periodi brevi ad alta leggibilità; Matteo Cortesi, l’esordiente autore di Quando Tutto Si Fa Ombra (auto-pubblicazione) un’antologia di racconti che mettono in evidenza quanto sia labile il confine tra le luci e le ombre delle nostre esistenze; Daniela Santini è l’esordiente scrittrice del romanzo Bignè E Tacchi A Spillo (Bookabook 2021),  che lei stessa ha definito “una lettura fresca e spensierata”;Alessandro Niccoli, avvocato e scrittore di San Miniato (Pi) che nel 2021 Nafis E I Corridoi Colorati,  un romanzo a carattere ambientalista interamente auto-prodotto e illustrato da Sara Panicci.

 

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