ilTorinese

In volo con l’Aeronautica: studenti piloti fino a giovedì

Le  assessore alla cultura, Rosanna Purchia, e alla pubblica istruzione, Carlotta Salerno, hanno partecipato alla presentazione di un’esperienza unica che l’Aeronautica Militare, grazie  a un accordo con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, sta offrendo agli studenti della città di Torino: un corso di cultura aeronautica, attività completamente gratuita e facoltativa, che vede la partecipazione di circa 150 studenti delle scuole secondarie di secondo grado della città, iniziato lunedì 28 marzo e che terminerà giovedì 7 aprile.

Il corso è suddiviso in due parti: durante questa settimana i giovani studenti hanno seguito un ciclo di lezioni teoriche sulle basi dei principi aerodinamici, gli strumenti e la sicurezza del volo con accenni alla meteorologia e al controllo del traffico aereo. E poi, giovedì 31 marzo, i ragazzi sono stati sottoposti a un test sulle conoscenze acquisite che contribuirà alla stesura di una graduatoria.

Questa settimana gli studenti vivranno l’esperienza del volo in formazione con un aereo militare, il Siai U-208. Ad accompagnarli, all’Aeroporto Aeritalia, saranno i piloti istruttori di volo del 60° Stormo dell’Aeronautica Militare di Guidonia, in provincia di Roma. A tutti i partecipanti verrà consegnato il diploma / attestato di frequenza che, oltre a poter essere valutato ai fini dei crediti formativi per il conseguimento della maturità, assegna anche un punteggio di merito per alcuni concorsi in Aeronautica Militare.

Al termine, sarà stesa una graduatoria finale e i primi classificati riceveranno come premio la possibilità di partecipare a uno stage all’Aeroporto di Guidonia, sede del 60° Stormo, per indossare – in quei giorni – i panni di pilota dell’Aeronautica Militare e volare con l’aliante Twin Astir. Un’occasione per avvicinarsi al mondo del volo che richiede impegno, competenza e passione e allo stesso tempo regala grandi emozioni.

Montaruli (Fdi): “Terroristi con la paghetta”

“A Torino potrebbe essere nata una nuova categoria: i terroristi con la paghetta.

Dopo mafiosi, truffatori mancava l’anarchico a spese dello Stato. Se fosse vero che Federico Buono, il 46enne che frequentava i centri sociali di via Alessandria e arrestato pochi giorni fa perché accusato di appartenere al gruppo eversivo messicano Its, percepiva il reddito di cittadinanza sarebbe una nuova dimostrazione dell’inefficienza di questa misura. Il reddito di cittadinanza non è un aiuto alle fasce deboli ma una droga per chi già delinque. Servono misure serie a sostegno dei più fragili che abbiano il lavoro come perno” commenta in una nota il deputato di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli.

L’isola del libro Speciale Joyce Carol Oates

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Joyce Carol Oates è una delle più prolifiche e importanti scrittrici americane. Nata nel 1938 a Lockport -area rurale dello stato di New York, vicino al lago Ontario- in una famiglia come mille altre. Salvo la nascita della sorella affetta da autismo e alcune rivelazioni.

Una su tutte: alla morte dalla nonna Blance -alla quale era molto legata e che le svelò la meraviglia della lettura- scopre che si era inventata un’identità ebraica e che il bisnonno si era suicidato.
Caratterizzata da un’intelligenza precoce e notevole, Joyce nel 1960 si laurea presso la Syracuse University, ed inizia a scrivere a 28 anni.
Frequentando l’Università del Wisconsin conosce l’uomo che sposa nel 1961, Raymond Smith, altro grande intellettuale e direttore editoriale. Hanno condiviso vita, pensieri, insegnamento e arte fino alla morte di lui nel 2008, per le complicazioni di una polmonite.
Oggi vive nella casa che aveva abitato con il marito dal 1978, a Princeton, nel New Jersey, università nella quale ha insegnato fino al 2014 ed è tuttora professoressa emerita. Magrissima e apparentemente fragile, ha invece una personalità fortissima, modi pacati con cui ammanta un’irriducibile fermezza.
E’ un’intellettuale di immensa cultura e spessore che da sempre volge uno sguardo attentissimo alla vita e alle sue infinite sfaccettature e derive. Una mente geniale e vulcanica grazie alla quale nell’arco di 60 anni ha scritto e pubblicato oltre 100 libri, spaziando tra generi diversi e sempre in modo mirabile.
E’ autrice di 58 romanzi, circa 30 raccolte di racconti, 8 volumi di saggi, poesie ed opere teatrali, a cui si sommano alcune antologie di articoli che ha scritto per riviste e quotidiani nell’arco della sua lunga carriera. Nel 2010 il presidente Barack Obama le ha conferito la National Humanities Medal.

Autrice estremamente versatile ha affrontato e sviscerato un parterre di molteplici temi: dalla violenza delle grandi città americane, ai legami spesso soffocanti e conflittuali che cementano le famiglie della borghesia, alle apparenze legate a vite che devono sembrare rispettabili. Difficile elencare tutte le tematiche di cui ha scritto; tra queste, pure la condizione femminile e le derive dei ruoli maschili in una società impostata sulla forte competizione. E’ autrice anche di biografie come “Blonde” dedicata al mito Marilyn Monroe, di thriller psicologici ed epopee sociali che ha vivisezionato nelle sue pagine.

Il suo eclettismo nasce in parte dalla sua capacità di avere punti di vista sempre stimolanti, per lei raccontare ed elaborare è fondamentale. Il suo metodo di scrittura è estremamente rigoroso: ogni giorno scrive a mano dalle 8 di mattina fino alle 13, poi una pausa fino alle 17 e di nuovo scrittura per un paio di ore, segue poi la correzione di quanto ha creato. Per lei scrivere è come respirare, ed è stata proprio la scrittura ad averle salvato la vita, traghettandola oltre i dolori che la vita le ha riservato.

“La notte, il sonno, la morte e le stelle” -La nave di Teseo- euro 24,00
Questa può essere definita un’autobiografia emotiva, però con personaggi inventati. Il romanzo –che tocca le corde del lutto e della perdita- è dedicato al secondo marito della Oates, il neuro scienziato di Princeton, Charles Gross, morto nel 2019.
La casa in cui è ambientato è quella in cui la scrittrice vive, anche se non esattamente la stessa; ma, per esempio, la camera da letto in cui si muove il personaggio di Jessalyn è quella della scrittrice. Ed è la prima volta che la 83enne Joyce Carol Oates ambienta un romanzo in casa sua.
Sono 830 pagine che parlano di una grande famiglia travolta dalla tragedia della morte del padre; il 67enne John Earle McClaren, soprannominato Whitey. E’ l’ex sindaco bianco repubblicano di Hammond, editore e rappresentante della ricca borghesia, patriarca di una famiglia di 5 figli.
Ha incontrato il suo destino nel momento in cui ha tentato di fermare il pestaggio di un sospettato da parte della polizia; è intervenuto e finito a sua volta sotto le percosse degli agenti. Ricoverato in gravi condizioni, muore dopo un penoso coma che porta al suo capezzale moglie e figli.
La Oates ha sfidato la sua bravura narrando non solo il rapporto tra moglie e marito, ma ampliando il suo sguardo fino a includere tutta la complessa famiglia. Ricostruisce le dinamiche che legano o allontanano i suoi membri, le loro personalità variegate, i loro pensieri più reconditi e il modo in cui ognuno a modo suo affronta la morte del patriarca. Primo fra tutti quello della vedova Jessalyn, che dopo 40 anni insieme a Whitey, si sente morire a sua volta.
Sullo sfondo di un’America razzista e divisa, Joyce Carol Oates porta in scena l’aggressione a un bianco, anziché a una persona di colore. E poi con il dono della sua scrittura potente si addentra nelle vite dei vari membri del clan McLaren; regalandoci un romanzo imponente e appassionante che mette alla prova i suoi personaggi di fronte al devastante dramma della perdita di una persona che era stata il perno intorno al quale si erano mossi.

 

“Storia di una vedova” -Bompiani- euro 20,00
E’ profondo, struggente e magnifico questo memoir in cui la Carol Oates racconta la morte del suo primo marito, Raymond Smith, ricoverato per quella che sembrava una curabile polmonite; invece dopo una settimana è precipitato verso la fine per le complicanze di un’infezione.
Siamo a Princeton, New Jersey, sede dell’università nella quale ha insegnato fino al 2014. Joyce è nella casa che abita con il marito dal 1978, quando arriva l’allarmante telefonata a mezzanotte e mezzo del 18 febbraio 2008. Si precipita in ospedale, ma arriva che Ray se n’è già andato. Lei non si perdonerà di non esserci stata a tenergli la mano, lasciando che chiudesse gli occhi circondato solo da estranei. Si sentirà in colpa anche per averlo portato nell’ospedale dove un’infezione polmonare lo ha ucciso.
Le pagine raccontano lo shock, lo strazio lucido della moglie che perde il compagno di una vita, le mille incombenze che le piovono addosso e sono corollario della morte. Seguiamo la scrittrice e i suoi stati d’animo mentre procede a fatica nel mondo svuotato dalla perdita; dal penoso ritiro degli effetti personali del marito alle disposizioni per la sua cremazione, come da lui voluto, per arrivare alla noiosissima trafila burocratica come “esecutrice testamentaria” delle proprietà del defunto.
Poi arriverà l’onda d’urto gigantesca, quella del dolore più profondo, che lei descrive minuziosamente e con un coraggio da leone. Ecco la vedova -una sofferente sopravvissuta, ma in parte morta con lui- che si muove a stento tra insonnia, solitudine, una casa vuota che le ricorda Ray ad ogni angolo. Lei che si rifugia nella tana del letto, dal quale non vorrebbe più alzarsi, e accarezza spesso l’idea del suicidio.
Pagine e pagine in cui afferra il suo dolore e ne scrive con onestà e struggimento, raccontandoci i titanici sforzi per continuare a vivere, confrontandosi con il nuovo ruolo di vedova, con gli amici e le condoglianze da ogni dove. Una vita che va avanti…..nonostante tutto.

L’Epopea Americana è la quadrilogia che la Oates ha dedicato al sogno americano e all’instancabile corsa verso la felicità nell’America proletaria tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Il corposo racconto scandito in 4 romanzi per raccontare la grande avventura a stelle e strisce del XX secolo; caratterizzato da profondi mutamenti sociali e politici.

“Il giardino delle delizie” -Il Saggiatore- euro 21,00
E’ il primo capitolo dell’Epopea Americana. Al centro del romanzo c’è Clara Walpole: fragile e bellissima, figlia di due poveri braccianti, all’interno di una famiglia numerosa che si sposta di piantagione in piantagione, alla strenua ricerca di una casa e di una vita meno misera.
Tenta di affrancarsi da un simile destino, scappa dalla precarietà, convinta di essere sulla strada giusta per afferrare uno straccio di benessere. Ma della vita conosce davvero poco e si innamora di Lowry che ha qualche anno più di lei e vede come suo salvatore. Peccato lui la metta incinta e poi si dilegui. Clara a soli 16 anni dà alla luce Swan, al quale dedica ogni energia e la sua vita.
Poi sempre sullo sfondo della grande contraddizione del sogno americano, Clara finirà per appoggiarsi a Curt Revere, uomo facoltoso, molto più grande di lei, ma già sposato.

 

“I ricchi” -Il Saggiatore- euro 18,00
Il romanzo si basa su un fatto di cronaca avvenuto realmente. La storia è ambientata nell’America wasp, progressista e democratica, dietro la quale però si cela ben altro.
Al centro un ragazzino, Richard, ombroso e grassoccio, che adora la bellissima madre, Natashya Romanov Everett, per il figlio “Nada”. Vorrebbe essere al centro della vita della genitrice; invece si trova a fare i conti con la sua marginalità nella vita della donna…. e decide di ammazzarla.
Un romanzo che trabocca rabbia e dolore attraverso la sofferenza di un ragazzino che anziché sentirsi una persona, comprende di essere solo un comprimario nell’esistenza, piena di successo, della creatura che più ama sulla faccia della terra.

 

“Loro” -Il saggiatore- euro 23,00
In queste pagine è raccontata la vita difficile di una famiglia affossata dalla miseria, i Wendall, famiglia patriarcale.
Si muovono nei sobborghi di Detroit e cercano di fuggire dalla loro condizione sociale precaria, ai livelli più bassi. Sono bianchi poveri e ignoranti che quotidianamente sgomitano per risalire la scala sociale; ma anche razzisti convinti di meritarsi –anche solo per il colore della pelle- ricchezza e la realizzazione di quel sogno americano che dovrebbe lanciarli in alto rispetto alle loro origini.
Al centro della narrazione c’è Loretta; a 16 anni rimane incinta del suo primo amore, che viene assassinato. La giovane si arrabatta come può, incattivita dalla sua mala sorte, e destinata a una vita infelice. Il figlio bastardo Jules è un ragazzo sveglio che però finisce invischiato in faccende malavitose.
Poi ci sono altri personaggi in cerca di riscatto in questo romanzo intriso di degrado, violenza e povertà.

 

“Il paese delle meraviglie” – il Saggiatore- euro 23,00
E’ la storia di Jesse Vogel, nato in una famiglia numerosa e povera, unico sopravvissuto alla furia del padre che ha massacrato i familiari. Adottato dalla famiglia di un ricco medico, diventa un celebre neurochirurgo; ma la vita continua a non fargli sconti.
Dovrà affrontare la deriva della vita della figlia Michelle. La giovane fugge dalla ricca casa paterna e si rintana in una sbandata comunità di hippies, con la quale si muove errabonda attraverso l’America, tra droghe, trasgressione e baratro profondo.
E’ un altro capitolo della disperazione che si annida nei romanzi dell’Epopea Americana, che la Carol Oates ha saputo delineare a fondo e magnificamente.

La cooperativa Arcobaleno compie trent’anni

Numerose e variegate attività sociali

I cittadini torinesi spesso associano il nome della cooperativa Arcobaleno alla ben nota raccolta della carta porta a porta, ma la realtà  di questa cooperativa risulta ben più complessa e variegata.

“La cooperativa Arcobaleno – spiega il suo Presidente Tito Ammirati – quest’anno  compie il suo trentesimo anno di vita; per la nostra stessa natura di cooperativa sociale, esprimiamo un’attività di lavoro capace di offrire opportunità a persone svantaggiate che, altrimenti, non potrebbero averle.

Siamo da sempre alla costante ricerca di equilibrio tra il fare impresa e avere cura della persona e dell’ambiente”.

“La prima iniziativa con cui abbiamo avviato l’attività  – spiega il Presidente Ammirati – è  stato il progetto Cartesio, il servizio della raccolta di carta e cartone, reso iconico e indimenticabile dall’inconfondibile cestino giallo da 50 litri, che veniva posizionato negli androni dei condomini torinesi.

Il servizio Cartesio – aggiunge il Presidente- effettuato per conto di Amiat, viene svolto con il sistema del porta a porta, senza costi aggiuntivi, a vantaggio di tutti coloro che pagano la tassa raccolta rifiuti, dai privati agli uffici, dalle ditte alle grandi utenze. Si tratta della sezione della cooperativa  he ha il maggior numero di addetti, 180, nata nel lontano 1993, attraverso una iniziale fase di sperimentazione.

Il Circolo di Legambiente, insieme al Comune di Torino, proposero, infatti, una sperimentazione  di questa raccolta differenziata nell’area del quadrilatero storico torinese. La situazione oggi risulta profondamente cambiata, essendo approdati alle eco isole, dove, nella Spina 3, sono presenti anche i cassoni dedicati alla carta. Nel corso degli anni si è modificata la tipologia di raccolta cartacea; oggi prevale la presenza del cartone su quello della carta, essendo diminuito il consumo individuale di riviste e quotidiani. All’inizio della raccolta, a partire dal ’93, i mezzi noleggiati erano soltanto due e le persone impiegate sei.

Nel ’95 Amiat e il Comune di Torino diedero vita a un appalto triennale. Il primo luglio 1995 nacque ufficialmente  il servizio Cartesio. Poco dopo i cestini di cartone, che erano stati adottati per la raccolta della carta, furono sostituiti dai cestini di plastica e, in seguito, questi sarebbero stati internalizzati dentro i cortili dei condomini”.

“Attualmente  – aggiunge il Presidente  Ammirati – ci troviamo di fronte a una situazione ibrida; una parte di Torino espone questi  cassonetti; in altri quartieri torinesi la raccolta avviene ancora all’interno delle abitazioni. Amiat sta affrontando questo processo di cambiamento e gli ultimi quartieri coinvolti sono quelli di vanchiglia e Vanchiglietta”.

“In realtà la filosofia della nostra cooperativa- prosegue il Presidente Ammirati – è sempre stata, sin dall’inizio, quella di investire nell’innovazione e nelle nuove imprese. Nel lontano 2008 abbiamo iniziato a installare impianti fotovoltaici,  settore nel quale avevamo impiegato 34 addetti. Questa sezione è poi stata chiusa per il cambiamento delle esigenze di mercato.

Abbiamo poi instaurato delle relazioni strutturate con il mondo accademico e l’Università di Torino per avviare alcuni progetti di ricerca sulle alghe, dalle quali poter poi ricavare un combustibile, rendendoci in seguito conto che si sarebbe trattato di un processo troppo costoso da poter essere realizzato”.

“Questi quattro lunghi anni di confronto con i professori dell’Università  –  aggiunge il Presidente – ci hanno suggerito un nuovo modo di processare le materie vegetali per ricavare del materiale adatto al mondo della nutraceutica. Biosfered e Abel sono due aziende controllate da Arcobaleno, che si occupano dellacommercializzazione e della produzione di materie vegetali per il mondo della nutraceutica .

Abel Nutraceuticals sviluppa e utilizza tecniche estrattive all’avanguardia per la creazione di estratti botanici per gliintegratori alimentari e produce innovativi trasformati vegetali funzionali per il settore alimentare.

Gli estratti sono ottenuti facendo uso di tecniche innovative e dell’utilizzo di tecnologie a basso impatto green. L’agenzia ha ricevuto la certificazione ISO 22000 inerente la sicurezza in campo alimentare”.

“Un’altra attività di cui da anni abbiamo iniziato a occuparci – prosegue il Presidente della Cooperativa  Arcobaleno – è  quelladella gestione della logistica e del trattamento  dei rifiuti derivanti da apparecchiature elettriche e elettroniche (RAEE). Si tratta di rifiuti che richiedono un processo in accordo a particolari normative, eseguito da aziende specializzate, per evitare la tossicità  di alcune materie prime costituenti, che potrebbero arrecare danni all’ambiente e alle persone. Tra questi rifiuti figurano  piccoli e grandi elettrodomestici, apparecchiature informatiche e telefoniche.

Tale attività viene svolta dalla Transistor, azienda controllata dalla cooperativa che, grazie alla lavorazione di rifiuti elettronici e informatici, recupera materie prime seconde”.

“Le persone che lavorano nella cooperativa Arcobaleno –  precisa il Presidente – sono oggi in tutto 310. Abbiamo una sede in via Paolo Veronese 202; nel 2008, per venire incontro  a un’esigenza da parte di una cooperativa sociale di Chivasso, l’abbiamo incorporata e, così,  Cascina Rapella è  diventata la seconda sede di Arcobaleno, presente nella frazione La Mandria di Chivasso. La terza sede è  poi nata a Leini’, dove abbiamo trasferito l’attività  legata al recupero dei rifiuti elettronici e informatici. Nascerà una quarta sede a Mappano, che ospiterà l’attività di produzione degli estratti vegetali.

La cooperativa Arcobaleno si occupa anche di un prezioso servizio di digitalizzazione e archiviazione, vale  a dire di dematerializzazione dell’archivio fisico, per poter usufruire più facilmente di quello sotto forma digitale. Offriamo inoltre un servizio di distruzione certificata di documenti secondo gli standard di GDPR”.

Ultima attività in ordine di tempo in cui la  cooperativa è  impegnata, insieme a quaranta realtà piemontesi che operano nel sociale, è rappresentata  dalla presentazione di una proposta di legge regionale d’iniziativa popolare per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico.

“L’esperienza di Arcobaleno come cooperativa sociale di inserimento lavorativo – spiega il suo Presidente Ammirati – ci ha portato a conoscere molto spesso e da vicino gli effetti disastrosi che accompagnano questo fenomeno che di giocoso e piacevole non ha nulla. La risposta è  a due livelli, quello di sostegno,  cura e vicinanza a chi ne cade vittima, e quello di costituire delle reti che accrescano  la capacità di incidere sulle scelte che le istituzioni devono saper assumere. Auspichiamo che il percorso  avviato ci consegni una legge che consideri il problema come merita, che non trasformi le persone in vittime sacrificali per affari melmosi.

In questi trent’anni il nostro obiettivo è rimasto sempre lo stesso: garantire qualità dei servizi offerti e simultaneamente offrire  opportunità a persone con fragilità diffuse, insomma trent’anni da funamboli!”.

MARA MARTELLOTTA

Arresti per spaccio di  stupefacenti a Barriera Milano

Individuato un alloggio utilizzato per la detenzione della droga

Nelle scorse ore, i poliziotti del Comm.to Barriera Milano sono risaliti, attraverso un’articolata attività di indagine, all’individuazione di un alloggio sito in via Giaveno che  avevano fondato motivo di ritenere venisse utilizzato come deposito e laboratorio da un cittadino di nazionalità nigeriana, arrestato negli scorsi giorni per reati inerenti allo spaccio di sostanze stupefacenti.

All’atto del suo arresto, avvenuto in virtù del possesso di alcune dosi di marijuana, infatti, non era stato trovata alcuna traccia di sostanze stupefacenti nell’appartamento ove ha la residenza.

I poliziotti, nel corso di successivi accertamenti, sono però riusciti a risalire ad alcuni bonifici inerenti all’affitto di un’altra unità abitativa, ubicata nel medesimo stabile, a circa una decina di metri dal domicilio dell’uomo.

Lì, lo scorso giovedì, hanno rinvenuto una quantità di marijuana di circa 400 grammi, già suddivisa in dosi e pronta allo smercio, un bilancino di precisione e materiale vario utile al confezionamento; il tutto è stato sottoposta a sequestro.

Nelle stesse ore, personale della Volante del Commissariato ha individuato  in corso Brescia un 38enne di nazionalità gabonese sospetto. L’uomo, alla vista della pattuglia, si disfaceva di un fazzoletto e si dava alla fuga. Raggiunto, ha opposto resistenza agli agenti, ma è stato definitivamente fermato nonostante la forza esercitata. Nel fazzoletto che aveva gettato i poliziotti hanno rinvenuto, sequestrandole,  21 dosi di crack: il pusher aveva nelle tasche la somma di denaro contante di circa 420 €. E’ stato arrestato per  detenzione ai fini di spaccio di stupefacente e per resistenza e violenza a P.U.

“Noi di Centro” si radica sul territorio

Dopo la nomina di tutti i segretari provinciali, adesso è la volta dei coordinatori delle varie zone della provincia di Torino. A livello provinciale ogni zona corrisponde agli ex collegi della Camera dei Deputati mentre sul versante della Città ci sarà un responsabile per ciascuna circoscrizione.
Un lavoro che punta a fare di Noi Di Centro un partito nazionale e organizzato e fortemente presente nei territori, dove già si conta l’adesione di centinaia di amministratori locali e comunali.
Un progetto politico ed organizzativo che punta alle ormai prossime elezioni politiche e regionali. Una sforzo organizzativo che mira anche e soprattutto a recuperare una nuova dimensione della politica dopo essere stata svilita e delegittimata da anni di populismo patrocinato dal grillismo e
da tutte quelle forze che hanno individuato nel populismo e nella demagogia la leva decisiva per scardinare i connotati della politica democratica, partecipativa e collegiale.
È giunto il tempo, cioè, di voltare pagina e di archiviare definitivamente tutto ciò che ha contribuito ad immiserire la politica – a livello nazionale come a livello locale -, ad azzerare le culture politiche, a distruggere i partiti e, in ultimo, a squalificare la classe dirigente attraverso la prassi grottesca
“dell’uno vale uno”. Ecco perchè, come Noi Di Centro, vogliamo contribuire ad invertire la rotta che si è creata in questi ultimi anni. E lo si può fare solo con il ritorno della politica, dei partiti organizzati e, soprattutto, delle rispettive culture politiche”.

Renato Zambon  Segretario regionale Noi Di Centro
Guido Calleri Di Sala Segretario provinciale Noi Di Centro

Auto si ribalta, un ferito grave

Ieri pomeriggio, in autostrada  tra gli svincoli Volpiano Sud-Brandizzo Ovest e Settimo Torinese, verso Torino, un’auto si è ribaltata. Un uomo, ferito gravemente è stato portato in ospedale. È intervenuta la polizia stradale. Si sono formate lunghe code per più di un’ora.

Beatrice Laurent, grande risultato a Dobbiaco

Una atleta che avrà grandi soddisfazioni.

“Un grande successo per la pragelatese Beatrice Laurent che si è classificata al secondo posto della 15 kilometri di tecnica classica a Dobbiaco, nell’ultima gara della stagione 2021/2022 della categoria under 18 di Coppa Italia. Una importante medaglia d’argento per la sua prima gara lunga. E i recenti risultati, e relativi successi, di Beatrice Laurent confermano che l’atleta pragelatese potrà avere nel futuro grandi soddisfazioni e che, per quanto ci riguarda, porterà il nome di Pragelato in tutta Italia e forse anche livello europeo”.

Mauro Maurino, vice Sindaco Pragelato

Confagricoltura Piemonte: limitati i danni da grandine

Resta alta la guardia per il timore di gelate

Stando ai primi sopralluoghi effettuati dei tecnici di Confagricoltura nelle pianure tra il Torinese e il Cuneese colpite dalle grandinate di venerdì pomeriggio (1 aprile) i danni provocati dal maltempo non dovrebbero essere rilevanti. “Le grandinate generalmente si abbattono su aree circoscritte – dichiara Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – e in base ai rilievi i frutteti danneggiati sono pochi; sono state colpite le piante in fioritura ma, per il momento, le produzioni non sono in pericolo”.

La primavera, soprattutto quest’anno, è una stagione che non lascia tranquilli gli agricoltori.

“Le preoccupazioni maggiori per i frutticoltori sono legate al gelo – spiega Michele Ponso, presidente nazionale dei frutticoltori aderenti a Confagricoltura e imprenditore agricolo a Lagnasco – perché in qualche zona la notte scorsa la temperatura è scesa sotto lo zero e alcune aziende hanno attivato gli impianti antibrina, azionando i ventilatori o accendendo fuochi nei frutteti. Per le prossime notti – continua Ponso si prevede ancora freddo intenso, fino a mercoledì; se il cielo dovesse rasserenarsi il rischio di gelate permarrà alto”.

Marco Bruna, agrotecnico, direttore zonale di Confagricoltura nel Saluzzese, chiarisce che “la notte tra sabato e domenica sono state accese le candele antigelo a scopo precauzionale; per fortuna le temperature sono state poco al di sotto dello zero e un annuvolamento del cielo ha favorito un rialzo delle colonnine. Tra i frutticoltori è ancora vivo il ricordo della gelata dell’8 aprile scorso, quando un improvviso abbassamento delle temperature ha provocato enormi danni agli impianti”.

Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, torna sul tema delle assicurazioni.

“Finora le produzioni coperte dai rischi sono poche, anche perché i costi sono molto elevati, così come le franchigie in caso di danno: Confagricoltura si sta confrontando con le compagnie assicurative – aggiunge Allasia – per trovare una soluzione che consenta di proteggere le imprese a costi accettabili”.

(foto Confagricoltura)

“Passepartout” alla Palazzina di Caccia di Stupinigi: si aprono le porte degli spazi segreti 

Fino al 6 novembre

Il progetto si intitola “Passepartout”. E certo, da parte della “Fondazione Ordine Mauriziano” non si poteva pensare a titolo più significativo per l’organizzazione di “visite guidate straordinarie” alla (ri)scoperta degli “spazi segreti”, di norma chiusi al pubblico, della Palazzina di Caccia di Stupinigi. Sei gli appuntamenti, un week-end al mese, da marzo a novembre.

Un’ora la durata delle visite, in programma alle 10,301214,30 e 16. Tanto basta per scoprire le stanze chiuse di re Carlo Felice, in attesa di restauro, con le sue particolari decorazioni a tema marino, così come gli ambienti nascosti della servitù, i passaggi e i corridoi ricchi di fascino e di storia e, infine, la sommità della cupola juvarriana, per camminare lungo i suggestivi balconi concavi/convessi che affacciano sul grandioso salone centrale, guardando da vicino il tetto a barca rovesciata dalla complessa orditura in legno e ammirando dall’alto, dopo aver percorso i 50 scalini di una stretta scala a chiocciola, un panorama unico che si estende a 360 gradi sotto il cervo, simbolo della Palazzina. Ma andiamo per ordine.

“Le stanze chiuse del re” (17 euro, il biglietto d’ingresso) è il nome della prima visita guidata, avvenuta il  26-27marzo e  in programma il 5-6 novembre, all’appartamento di Ponente. Opposto allo speculare appartamento di Levante, l’appartamento (in attesa di restauro) è l’insieme delle stanze appartenute al re Carlo Felice e alla duchessa Cristina di Borbone. Gli spazi vennero ampliati sotto la direzione di Benedetto Alfieri nel XVIII secolo per accogliere le stanze di Vittorio Emanuele, duca d’Aosta e figlio di re Vittorio Amedeo III. L’appartamento si apre all’ingresso con un atrio contraddistinto da due statue in marmo dei fratelli Collino rappresentanti rispettivamente “Meleagro” e “Atalanta”. Le due anticamere successive sono contraddistinte da una decorazione della seconda metà del XVIII secolo ascrivibile alla scuola del Cignaroli con scene di caccia e di vita agreste. Tutte le sovraporte degli ambienti raffiguranti “Marine”, datate 1755, sono riconducibili alla maniera di Francesco Antoniani, pittore di origine milanese e principale esponente di una dinastia operante a Torino principalmente per Casa Savoia durante il Settecento. Nelle camere da letto i lampadari in vetro di Murano con bracci a cornucopie, risalgono alla fine del XVIII secolo così come i letti intagliati e laccati. I camini di tutto l’appartamento sono in marmo di Valdieri e il pavimento in seminato alla veneziana.

“Dietro le porte segrete” (17 euro, il biglietto d’ingresso) è la visita in programma il 24-25 aprile e il 29-30 ottobre, agli ambienti della servitù, ai passaggi e ai corridoi segreti usati per divincolarsi nel dedalo di stanze e raggiungere discretamente le sale e gli appartamenti privati. La visita conduce proprio negli spazi nascosti dove si muoveva la servitù e dove si trova ancora il quadro dei campanelli automatici che permette di comprendere da vicino il funzionamento di una residenza come quella di Stupinigi.

“Sotto il cervo”, infine (20 euro, il biglietto d’ingresso), in programma il 28-29 maggio e il 24-25 settembre, è una visita esclusiva al meraviglioso ambiente ligneo che ospita la cupola del padiglione centrale, realizzato da Filippo Juvarra, con una vista mozzafiato sul paesaggio circostante. Dal grandioso salone centrale ovale a doppia altezza si percorrono 50 gradini per raggiungere la caratteristica balconata ad andamento concavo/convesso e infine arrivare, attraverso una stretta scala a chioccola di ulteriori 50 scalini, alla sommità della cupola juvarriana per ammirare lo straordinario tetto a padiglione sorretto da una complessa orditura in legno e riconoscere dall’alto il grandioso progetto architettonico di Juvarra che con perfette geometrie, lungo un asse longitudinale che porta con lo sguardo fino a Torino, realizza un impianto scenografico straordinario per l’epoca.

Per partecipare alle visite guidate è obbligatoria la prenotazione.

Per info: Palazzina di Caccia, piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi-Nichelino (Torino); tel. 011/6200634 o www.ordinemauriziano.it

  1. m.