ilTorinese

Sarà giustiziato in Iran Djalali il medico di Novara

E’ accusato di spionaggio verso Israele. Il medico iraniano-svedese Ahmadreza Djalali fu arrestato a maggio 2016 durante una visita accademica in Iran. Dal 2012 al 2015 è stato ricercatore all’Università del Piemonte orientale a Novara. Nel settembre 2019 il Comune di Novara conferì a Djalali la cittadinanza onoraria. In città si sono volte numerose manifestazioni di solidarietà a favore del detenuto alle quali hanno preso parte decine di studiosi e ricercatori. Ahmadreza Djalali è stato ricercatore universitario presso il Centro di medicina dei disastri di Novara. La condanna a morte potrebbe essere eseguita, secondo l’agenzia di stampa Isna, entro il 21 maggio. Numerose sono state le pressioni internazionali per salvarlo, in particolare di Amnesty International che raccolto oltre 220.000 firme con le quali si chiedeva alle autorità di Teheran di rilasciare subito il medico perchè innocente.

Accordo rinnovato tra Politecnico e Cornaglia Group

CONFERMATA LA PARTNERSHIP TRA CORNAGLIA GROUP E POLITECNICO DI TORINO

 

Una collaborazione rivolta ad alzare la competitività dei prodotti e formare profili con nuove competenze

 

 

Torino, 4 maggio 2022

La partnership tra Cornaglia Group e Politecnico di Torino – nata nel 2016 per supportare lo sviluppo di innovative soluzioni nei sistemi di scarico, in linea con le nuove motorizzazioni ecologiche – è stata rinnovata oggi per i prossimi tre anni, con l’obiettivo di rafforzare ed incrementare la collaborazione tra eccellenza nella ricerca ed applicazione industriale. Il Rettore Guido Saracco e l’Amministratore Delegato ingegner Pier Mario Cornaglia hanno così confermato, anche formalmente, l’impegno reciproco in questa direzione.

“Il nuovo ed ampliato piano di collaborazione è rivolto principalmente ai settori dei sistemi di scarico, gestione termica delle batterie e filtrazione – spiega Andrea Bertoglio, Innovation Manager di CornagliaLe attività previste vanno dalla realizzazione di sistemi innovativi per le motorizzazioni con carburanti alternativi (sintetici, bio, idrogeno), allo sviluppo di soluzioni per il raffreddamento delle batterie – sia in ambito automotive che agriculture – con nuovi approcci manifatturieri a basso consumo energetico. Per quanto riguarda l’applicazione nell’ambito della filtrazione e dell’ottimizzazione di processo, si andrà verso un utilizzo sempre più ampio degli strumenti messi a disposizione dall’IoT e dalla data analysis, che consentiranno di arrivare allo sviluppo di prodotti più “smart” e ad un impiego più evoluto e performante della base dati aziendale”.

Il denominatore comune di quasi tutte queste nuove soluzioni tecnologiche sarà la progettazione e l’utilizzo di nuovi materiali che, combinati con l’impiego di nuove tecniche di simulazione e di testing, contribuiranno all’incremento della competitività dei prodotti dell’azienda.

L’accordo, quindi, consentirà un maggiore utilizzo dello strumento della formazione permanente tramite corsi dedicati ai dipendenti, nonché lo svolgimento in azienda di progetti, tirocini, tesi e il finanziamento di assegni e dottorati di ricerca che contribuiranno a formare figure altamente specializzate per i ruoli chiave necessari all’azienda.

La partecipazione a progetti europei e internazionali, insieme alla promozione e diffusione della cultura scientifica e tecnologica che caratterizza il territorio, andranno poi ad arricchire una partnership ormai consolidata tra due realtà dell’eccellenza scientifica ed industriale, rafforzandone la vocazione all’internazionalizzazione.

Il Rettore Saracco ha dichiarato: “È fondamentale, per la crescita delle aziende del nostro territorio, acquisire una vocazione sempre più internazionale e rivolta allo sviluppo di nuove tecnologie in ottica green, che il nostro Ateneo può supportare con la formazione continua, con il training on the job e con i dottorati di ricerca, modalità in cui crediamo fortemente per la formazione dei nostri studenti”.

L’ingegner Cornaglia ha aggiunto: “Per rafforzare ed accelerare maggiormente lo scambio di idee tra azienda ed ente accademico Cornaglia ha dato vita ad una nuova sede dedicata presso la struttura di corso Ferrucci, sede di numerosi Centri Interdipartimentali. Siamo orgogliosi di poter dare il nostro contributo e ci aspettiamo che questa combinazione di punti di vista e di conoscenza reciproca con un’eccellenza indiscussa come il Politecnico di Torino contribuisca a rendere ancora più breve la distanza tra genesi ed applicazione di un’idea innovativa”.

 

“Happy days”, i Marcido tornano nel deserto di Beckett

Sino a domenica 8 maggio, al teatro Marcidofilm di corso Brescia 4

 

Uno spettacolo-simbolo di una storia teatrale costruita solidamente e con intelligenza negli anni, la ”necessità” di una ripresa a venticinque anni dal debutto (poi un terreno sondato in altri modi, con altri titoli), il successo e l’affermazione di una straordinaria quanto viscerale e appassionata Maria Luisa Abate (titolare della pièce, l’altra sera, in una delle repliche, confermatasi – se ancora ce ne fosse bisogno – tale ancora una volta, oggi ad alternarsi con Paolo Oricco), l’ideazione del Grande Girello – e la scommessa vinta da Daniela Dal Cin, ad un passo dal premio Ubu nel ’97 per la migliore scenografia: con la ripresa del 2006 s’inaugurava alla Promotrice torinese l’esposizione del lavoro della scenografa -, a sostituire il monticello di sabbia beckettiano e oggi ridimensionato per il palcoscenico della sala Marcidofilm! (il Grande Girello o la Grande Gogna?, strutture ferrose e cinghie in bella vista).

Sino a domenica 8 maggio l’esistenza e il lavoro dei Marcido Marcidorjs rincontrano “Giorni felici”, “Happy days in Marcido’s field” nella riscrittura drammaturgica da parte di Marco Isidori, e la tragedia di Winnie, ogni cosa prosciugata, rimandata ad altri spazi, una spensieratezza iniziale che coltiva una debole vena di speranza, le allucinazioni e il tempo passato, le dolcezze e il sarcasmo e lo strazio, niente progressiva discesa agli inferi, niente più oggetti di una vita, l’ombrellino o la borsa da cui estrarre spazzolino dentifricio specchio rossetto cappellino il flacone di un medicinale, più nulla: oggi una straripante parrucca grigia, un corsetto di rose rosse, un corpo bistrato, soltanto la voce, la sua ultima voce, al centro del deserto, in mezzo alla landa della vita. Anche Willie non c’è più, non è più Willie, oggi al suo posto tre esseri, tre presenze, nudi, sguscianti e striscianti, con il desiderio di colpire e di abbracciare, di farsi parte e di allontanarsi, i validissimi Valentina Battistone, Ottavia della Porta e Alessio Arbustini, “baratro vivente nonché recitante nonché danzante”, elenca l’Isidori, a rendere con centellinata precisione il processo di “suono” e di “senso”.

Isidori gioca di scomposizione, s’impadronisce del testo e se ne allontana con immediatezza, in un gioco perfetto d’incastri, di prospettive diverse, di angolazioni che ti obbligano a vedere e a sentire con sentimenti nuovi, forse anche nella difficoltà dell’assurdo, ma ancora convincenti, veri, afferrabili; costruisce la propria sfaccettatura scenica innanzitutto sonoramente, alterna e scuote, frantuma le voci e le ricompone, l’innalza sul coro o le incanala negli anfratti lasciati liberi dalla protagonista. È un gioco di vibrazioni, di sensazioni fitte di colori diversi, di spasmi che animano e attraggono. È il processo dei Marcido che continua a convincere, ad afferrare lo spettatore, ad impadronirsi di lui. Ci sono ogni sera gli stessi mezzi, la stessa sfida, lo stesso studio attento e, io credo, unico, quali erano quelli di venticinque anni fa. E il pubblico applaude certo non solo la fatica, il pubblico che ritorna, come quello che scopre, nuovo, giovane, incuriosito, animato, teatralmente focalizzato: ogni sera.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini: Maria Luisa Abate come Winnie, con la presenza del Coro nel “Grande Girello” inventato da Daniela Dal Cin, in un momento di “Happy days in Marcido’s field” nell’edizione del debutto, nel 1997; e Paolo Oricco che oggi si alterna a lei nel ruolo principale.

Il Forte di Bard omaggia il “Giro d’Italia”

“The best of cycling 2021”

Il Forte di Bard omaggia il “Giro d’Italia” con le immagini più belle di un’annata corsa su due ruote

Fino al 31 luglio

Bard (Aosta)

Il passaggio della borraccia fra due ciclisti. Uno (chi la passa) importante professionista delle due ruote. L’altro, che la riceve e tocca il cielo con un dito, un coraggioso e promettente bambino – dilettante – tifoso, ma già in corsa per un avvenire di successi sportivi che gli auguriamo di tutto cuore. E’ quasi certo che la foto non diventerà famosa come quella, la più iconica nella storia del ciclismo italiano, che sulla salita polverosa del Col du Télégraphe (“Tour dr France 1952”), ritrae i mitici Coppi e Bartali immortalati nello storico gesto di solidarietà del passaggio, per l’appunto dall’uno all’altro, di una benedetta borraccia d’acqua. Gesto, come ben si sa, di cui mai s’è decifrata la vera origine. “Chi aiuta chi?”. Il “Ginettaccio” soccorre il “Campionissimo”, o viceversa? Caso irrisolto. Ma poco importa. Resta chiaro ciò che conta davvero. Quella solidarietà e generosità sportiva, di cui forse oggi restano, ahinoi, poche tracce. “Chi aiuta chi?”: non è il caso invece della foto di cui sopra. Quella che ritrae l’olandese Pascal Eenkhoorn che, in una tappa del “Tour of Britain 2021” porge in dono la propria borraccia al piccolo Graham Xander, che era riuscito nell’impresa prodigiosa di pedalare per un lungo tratto, sul marciapiede in salita, davanti ai corridori in fuga. Un’immagine “che rappresenta appieno lo strettissimo legame che c’è fra i professionisti in gara e chi li segue da bordo strada” e che ritroviamo fra i 60 scatti, esposti fino al 31 luglio, al “Forte di Bard”, quale omaggio all’ormai prossimo “Giro d’Italia” (6 – 29 maggio) che, nella sua 15^ tappa, la Rivarolo Canavese – Cogne (22 maggio), solcherà per 140 chilometri le strade della Vallée. Le foto, ospitate negli spazi delle “Scuderie”, sono state selezionate fra quelle che hanno partecipato all’ultima edizione del concorso “The best of cycling 2021” organizzato da Roberto Bettini, il decano dei fotografi del ciclismo, prima con l’agenzia “Olympia” poi alla “Gazzetta dello Sport” e dal 2001 editore e direttore della rivista “Sprint Cycling Magazine”, diventata digitale dal 2014. Il concorso – alla sua quinta edizione cui hanno partecipato 78 fotografi con oltre 200 fotografie visionate da una competente Giuria, presieduta dal ct della Nazionale Daniele Bennati – raccoglie gli scatti più suggestivi realizzati da professionisti di tutto il mondo nel corso delle competizioni ciclistiche della stagione conclusa: fotografie dei grandi eventi (le Olimpiadi, il Giro d’Italia, il Tour de France e le classiche monumento) ma anche quelle realizzate in competizioni di minor risalto, in grado tuttavia di mettere in evidenza il fascino di questo sport antico e moderno al tempo stesso.

Primo premio edizione 2021, si diceva, all’immagine “poetica” della borraccia passata di mano in mano dal “grande” ciclista al “piccolo” tifoso, in un gesto, di forte suggestione emozionale, cristallizzato dal fotografo inglese Alex Whitehead e scattata durante il passato “Tour of Britain”. Notevoli anche gli scatti del colombiano Andres Felipe Cano che coglie l’eroica ( da corsa d’altri tempi) fatica di atleti trasformati in autentiche sagome di fango durante la “Paris – Roubaix”, così come quella festosa realizzata dall’italiana Jennifer Lorenzini, con tanto di coppa in mano (sullo sfondo, le imponenti guglie gotiche del Duomo di Milano) al colombiano Egan Bernal, vincitore del Giro d’Italia 2021. “Nelle fotografie proposte dalla mostra – si è scritto a ragione – c’è l’essenza del ciclismo: la fatica, la gloria, il dolore, la passione, le suggestioni. Ci sono soprattutto i colori: un vero caleidoscopio creato dalle maglie dei ciclisti e dai panorami, dal pubblico e dalle bandiere che sventolano al passaggio dei corridori”.

Gianni Milani

“The best of cycling 2021”

Forte di Bard, via Vittorio Emanuele II 85, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

Fino al 31 luglio

Orari: mart. – ven. 19/18; sab. – dom. e festivi 10/19. Lun. chiuso

Nelle foto:

–       Alex Whitehead: “Tour of Britain”

–       Andres Felipe Cano: “The heroes, Paris-Roubaix”

–       Jennifer Lorenzini: “Egan Bernal, Giro d’Italia 2021”

Prosegue la stagione dell’Orchestra Polledro

Un terzo appuntamento previsto martedì  17 maggio prossimo al teatro Vittoria

 

Prosegue la stagione 2021’22 dell’Orchestra Polledro con, sul podio,  il direttore Federico Bisio e quale primo oboe il Maestro Carlo Romano, già  primo oboe dell’Orchestra RAI. Appuntamento martedì  17 maggio prossimo alle 21, preceduto  dalle prove aperte della stessa Orchestra all’Hub Cecchi Point, in via Cecchi 17, nell’ambito degli eventi del Salone del Libro.

Il programma risulta molto ricco e comprende tre Sinfonie, la Sinfonia in Sol maggiore ED 10:G10 di Joseph Myslivecek; la Sinfonia in re minore Op. 12 n. 4 G 506 intitolata “La casa del diavolo” e, ultima ma non meno importante, la Sinfonia in La maggiore  n. 64 Hob 1:64 di Franz Joseph Haydn dal titolo  “Tempora mutantur”.

Myslivecek, musicista pratese, morto a Roma nel 1781, è stato attivo soprattutto in Italia e, all’epoca, era uno dei compositori più prolifici d’Europa, capace di rimanere fedele alle convenzioni dell’opera seria italiana, senza approfondirne, però, gli aspetti drammatici.

Nonostante sia considerato il padre dell’opera ceca e uno dei primi compositori cechi a diventare un famoso operista, bisogna osservare che il suo linguaggio operistico non presenta caratteristiche ceche, ma maggiormente improntate all’opera seria italiana.

Per il teatro Regio di Torino compose nel 1767 Il Trionfo di Clelia e, nel 1773, l’Antifona.

La Sinfonia in Sol maggiore è strutturata sul modello delle Sinfonie da opera, in tre movimenti, di cui il secondo presenta, come fosse un concerto solistico, un ruolo predominante affidato all’oboe e alle mani del maestro Carlo Romano.

La Sinfonia in re minore opera 12 n. 4, nota come “La casa del diavolo”, fu composta da Luigi Boccherini nel 1771 mentre il musicista era al servizio  dell’Infante Don Luis di Spagna. Si tratta di una delle più note e eseguite delle Sinfonie di Boccherini, che rappresentano la parafrasi di un brano tratto dal Don Juan di Gluck, che ne rappresenta l’ultimo movimento. Il titolo di “Casa del diavolo” compare sulla copia  manoscritta milanese della Sinfonia. Siamo in presenza di una scelta formale compiuta da Boccherini, una vera e propria imitazione del brano di Gluck, con il quale intrattiene una relazione formale molto stretta. Il finale di Boccherini è  costruito a partire dalle unità tematiche di Gluck, ma nessuna di queste è  ripresa in maniera letterale. Tutte le modifiche sono apportate per rendere il movimento rispondente alle linee generali della forma sonata.

L’ ultima sinfonia in programma è quella n. 64 in La maggiore ( Hoboken), nota anche con il soprannome “Tempora mutantur”. Fu composta tra il 1773 e il 1775. Il probabile periodo di composizione fa collocare la scrittura della Sinfonia al termine del periodo dello Sturm und Drang  durante il quale Haydn aveva prodotto alcuni tra i brani più importanti del suo repertorio.

Il soprannome “Tempora mutantur” fu dato dallo stesso Haydn. Il compositore,  infatti, sulle partiture orchestrali preparate per la prima esecuzione di questa sinfonia al castello Esterhazy, appose la dicitura “Tempora mutantur”, proprio all’inizio del manoscritto.

La versione completa della locuzione è  “Tempora mutantur, nos et mutamur in illis”. La strumentazione prevede due oboi, due corni e archi. Sono, quindi, presenti in tutto quattro movimenti, coerentemente con i canoni della Sinfonia del Classicismo.

Per molto tempo gli studi haydiani si interrogarono invano sul significato dell’iscrizione, finché nel 1975 il musicologo Jonathan Poster sciolse l’enigma, provando che si trattava dell’incipit di un distico latino del poeta inglese John Owen, vissuto tra il XVI e il XVII secolo, famoso anche nel XVIII come il “Marziale britannico”, proprio per i suoi epigrammi, genere in cui Marziale, poeta latino del primo secolo dopo Cristo, notoriamente eccelse. In italiano si può rendere con la dicitura “I tempi cambiano e anche noi cambiamo con essi. Ma come? L’uomo diventa sempre peggiore man mano che passa il tempo”.

La Sinfonia è strutturata per due oboi, due corni e archi, (con il fagotto che raddoppia il basso, cioè  violoncelli e contrabbassi all’unisono) ed è tra le più inusuali di Haydn,  maestro riconosciuto dell’insolito. Il primo movimento si attiene alle regole della forma sonata; il tempo Allegro con spirito inizia con un tema di otto battute che è un’unità  in sé  conchiusa, ma presenta al suo interno fortissimi contrasti di dinamica, strumentazione e natura del materiale musicale.

Il primo movimento è un bell’esempio del modo in cui Haydn sappia manipolare dall’interno le regole della composizione, per sorprendere di continuo l’ascoltatore.  Il secondo, un largo in re maggiore, rappresenta uno dei momenti più sperimentali dell’arte di Haydn. Non deve stupire che il titolo di questa Sinfonia siacollegato a questo movimento estremamente strano, quasi una rappresentazione musicale del decadimento del mondo. Il ritorno alla normalità è rappresentato dal Largo, dal Minuetto con Trio  (Allegretto in la maggiore), che non possono che sembrare un ritorno alla normalità.

 

Orchestra da Camera Giovanni Battista Polledro

Sede operativa c/o Cecchi Point, via Antonio Cecchi 17.

MARA MARTELLOTTA

www.orchestrapolledro.eu

Pa, Ruffino: servono formazione e assunzioni

“Il settore degli appalti pubblici è essenziale per la messa a terra degli interventi finanziati con il PNRR. La digitalizzazione del comparto è imprescindibile proprio per ripianare lo storico gap che, purtroppo, grava sugli enti locali. Troppe amministrazioni però sono sprovviste di competenze di personale formato per gestire questi nuovi strumenti digitali” E’ l’allarme lanciato dalla deputata di Azione Daniela Ruffino al Ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini.

“Dal 3 agosto del 2021 è infatti in vigore il decreto “BIM”, che stabilisce modalità e tempi di progressiva introduzione presso le Pubblica Amministrazione, di nuovi processi, metodi e strumenti elettronici per la gestione e il controllo dei progetti edilizi e infrastrutturali. Si  tratta potenzialmente di una svolta molto importante: l’utilizzo di questo nuovo sistema permetterebbe  di ottenere una serie di vantaggi:  tempi di costruzione ridotti e certi, costi inferiori di gestione e manutenzione, risoluzione di errori e anomalie, uso più efficiente delle risorse. Ci sono però 5498 piccoli comuni al di sotto dei cinquemila abitanti che non riescono ad accedere a questa importante innovazione. Occorre uno sforzo maggiore e tempi rapidi per non perdere il treno di questa sfida fondamentale. Assumiamo e formiamo personale”. Ha concluso la deputata di Azione

La Ciclofficina promuove il riuso a Santena

SANTENA – Domenica 15 maggio 2022, durante l’89° Sagra dell’Asparago a Santena, arriva il progetto ECO3R con la Ciclofficina Fiab-Muoviti Chieri.
Un’iniziativa che promuove l’economia circolare e il concetto di riuso. La Ciclofficina, infatti, sarà presente con uno stand in piazza Martiri della Libertà a Santena, in cui dalle 9 alle 18 sarà possibile portare la propria bicicletta che potrà essere riparata, con un’offerta libera, oppure scambiata rispettando la filosofia del riuso.
Infatti, il progetto ECO3R cofinanziato da AtoR e promosso dal Consorzio Chierese per i  Servizi, capofila del progetto, e dal Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, che coinvolge i 19 Comuni del Chierese e del Carmagnolese che fanno parte del Consorzio, si pone come obiettivo educare e diffondere i temi del riuso e del riciclo rendendo parte attiva la comunità.
«Saremo presenti alla Sagra con un progetto che dà una seconda vita alle biciclette – spiega Davide Pavan, direttore del Consorzio Chierese per i  Servizi – educando alle 3 R: riusa, ricicla e riduci».

Con la “corriera della reciprocità” da Torino ad Agliè, San Giorgio Canavese e Castellamonte

Mobilità sostenibile per il 1° Festival della Reciprocità per scoprire le maestrie delle Tre Terre Canavesane

Le Tre Terre Canavesane, in collaborazione con la Città Metropolitana di Torino nell’ambito del PUMS Progetto Urbano di Mobilità Sostenibile, propongono un servizio di navetta in bus da Torino Porta Susa in occasione dei principali eventi del Festival, che è stata denominata la CORRIERA DELLA RECIPROCITA’. “L’obiettivo – ci ha detto Pasquale Mazza Consigliere della Città metropolitana delegato ai trasporti e sindaco di Castellamonte – è quello di favorire gli spostamenti di gruppo limitando il traffico dei mezzi privati e di consentire la partecipazione agli eventi anche a fasce di pubblico che non usano l’automobile.”

Si parte l’8 Maggio con il Mercato della terra e della Biodiversità per una visita alle Tre Terre Canavesane in compagnia di Marco Peroni, autore, attore e studioso del territorio canavesano.

Partenza ore 8,30 Torino Porta Susa in bus

Arrivo ore 9,15 Agliè Piazza Castello

Accoglienza narrativa da parte di Marco Peroni “Agliè e le parole: da Guido Gozzano alla Lettera 22”

Visita guidata al Castello Ducale e alla mostra “Lettera 22 un macchina per leggere” presso Castello di Agliè

Ore 11 Trasferimento in bus a San Giorgio Canavese

Lungo il tragitto, a cura di Marco Peroni: presentazione di San Giorgio Canavese “La biodiversità dalla cultura alla coltura, dal passato al presente”

0re 11,15 Accoglienza in musica da parte degli allievi del Conservatorio di Torino a San Giorgio Canavese con Martina Merlo, pianoforte; Michele Giacoppo, clarinetto; Clara Piccoli, violoncello in Glinka: Trio Pathétique in re minore e Fauré: Trio op.120 in re minore. Esibizione alla corda molle di circo urbano del Collettivo6tu. Inaugurazione del Festival della Reciprocità

Ore 11,45 circa Visita libera al Mercato della Biodiversità

Pranzo Libero presso l’Ala Mercatale con i prodotti Slow Food o presso il Ristorante della Luna.

Ore 15,30-16 Trasferimento in bus a Castellamonte

Lungo il tragitto: presentazione a cura di Marco Peroni di Castellamonte “La maestria canavesana: i ceramisti”

Ore 16 Passeggiata sulle tracce della maestria della ceramica per piazze e vie di Castellamonte: visite a Rotonda Antonelliana, Arco di Pomodoro, Cantiere delle arti di Sandra Baruzzi e Guglielmo Marthyn, alle botteghe dei ceramisti Maurizio Grandinetti e Giose Camerlo, Stufa di Ugo Nespolo

Ore 18,00-18,30 circa Partenza per ritorno a Torino entro le 19,15-19,30

Costo di partecipazione: 18 euro inclusi gli ingressi al Castello di Agliè e alla mostra Lettera 22. Pranzo libero escluso. Pagamento in contanti al momento della salita sul bus. Posti limitati (max 28 persone)

Prenotazioni obbligatorie entro 6 maggio a Kubaba Viaggi: 011.9833504 info@kubabaviaggi.it

Dovranno essere rispettate le norme vigenti per la prevenzione dal Covid19.

“Sua maestà l’asparago: unico, come il nostro territorio”

Cascine Piemontesi promuove il prodotto d’eccellenza  di Santena e delle Terre del Pianalto

 

La stagione degli asparagi è iniziata. Quest’anno l’avvio di campagna è stato ritardato a causa del freddo primaverile che ha rallentato lo sviluppo dei germogli in pieno campo; la raccolta è iniziata in questi giorni e si protrarrà almeno fino alla prima decade di giugno.

 

Attualmente è iniziata la raccolta dei turioni (è definita con questo termine la parte degli asparagi che consumiamo) nei principali areali di produzione, che trovano nel territorio del Santenese e del Pianalto di Poirino la loro terra d’elezione.

L’andamento siccitoso della stagione – spiegano I tecnici di Confagricoltura – farà sì che la produzione sia inferiore alla media delle annate precedenti; la qualità in compenso si presenta ottima.

Il consorzio Cascine Piemontesi, in collaborazione con Confagricoltura Torino, ha organizzato una campagna promozionale per la valorizzazione dell’asparago di Santena e delle terre del Pianalto, riconosciuto quale Pat – prodotto agroalimentare tradizionale del Piemonte.

Per illustrare le caratteristiche dell’asparago e diffonderne la conoscenza al pubblico dei consumatori Cascine Piemontesi ha realizzato la produzione di tre videoclip, che illustrano il territorio, le tecniche di coltivazione e l’utilizzo del prodotto in cucina.

 

In Italia la superficie destinata alla coltivazione dell’asparago è di circa 9.500 ettari (elaborazioni Confagricoltura su dati Istat) concentrati soprattutto in Puglia, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte.

 

Attualmente in Piemonte si coltivano oltre 260 ettari di asparagi; le imprese agricole impegnate nella coltivazione sono circa 640. La superficie coltivata è in aumento: nel 2010 erano 346 le aziende produttrici di asparagi, con 180 ettari di superficie. Il principale territorio di produzione è il Torinese, con oltre 90 ettari, seguito da Cuneo con 73 ettari e Vercelli con 71 ettari.

 

La domanda di prodotto da parte dei consumatori, dopo il freno dovuto alla pandemia, è in aumento per tutte le varietà di asparago: verdi, bianchi.

 

La coltivazione dell’asparago in Piemonte esprime le sue caratteristiche d’eccellenza in un territorio molto particolare, il Pianalto, ereditato dal pleistocene come risultato di processi ecologici lontani nel tempo. Comprende un altopiano argilloso di circa 400 chilometri quadrati che collega città quali Chieri, Santena, Poirino, Pralormo, fino a Montà d’Alba.

In tempi antichi il Pianalto era attraversato da un fiume, ma circa diecimila anni fa una serie di movimenti tellurici sollevò l’intera area, facendone mutare il corso. Il fiume lasciò così uno strato di argilla formata da micro-minerali che rendono il terreno molto compatto e in grado di trattenere gli elementi nutritivi. Questa particolare fertilità rende l’intera area del Pianalto famosa per la produzione di ortaggi, eccellenze dell’orticoltura del Piemonte, tra cui l’asparago spicca per le sue qualità e il sapore caratteristico che gli viene conferito proprio dalle peculiarità pedologiche delle “terre rosse” del Pianalto.

 

L’asparago di Santena e delle Terre del Pianalto è considerato il re degli ortaggi, riconosciuto dal 1999 quale PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale), storicamente legato a Camillo Benso, conte di Cavour che lo definì senza riserve la “sorgente della prosperità di Santena”. Le particolarità pedologiche del terreno che risulta formato dal 60% di sabbia e una percentuale minima di calcare e buona permeabilità, assicurano le proprietà organolettiche tipiche dell’asparago di questa terra.

 

Le cultivar sono riconducibili agli ecotipi Marte, Eros, Gijmlin ottenuti da ricerche e studi effettuati in Italia ed in Europa e a un ecotipo locale chiamato “asparago santenese” legato ad una selezione di Precoce d’Argenteuil ottenuta negli anni ’50-’60 sul territorio interessato.

 

L’asparago di Santena e delle Terre del Pianalto è verde con sfumature violacee; i turioni hanno l’apice appuntito grazie al terreno ricco, alla maturazione fuori serra e all’utilizzo di concimi organici. L’asparago di Santena e delle Terre del Pianalto si caratterizza per un sapore dolce e delicato. Ha una lunghezza media di 22 cm e la parte colorata comprende circa il 65% della lunghezza totale.

 

Gli asparagi vengono confezionati in mazzetti e commercializzati con la base del turione bianca dovuta alla tecnica di coltivazione con baulatura del terreno e ai metodi di raccolta che prevedono l’utilizzo di un tipico coltello che consente di tagliare l’asparago senza traumatizzare la zampa (con il termine “zampa” si intende la parte che rimane nel terreno e che fruttificherà nuovamente). Il segreto per apprezzarne la bontà, come suggeriva Cavour, è il consumo entro poche ore dal raccolto o al massimo entro due giorni.

Sono un centinaio le attività agricole che hanno già aderito a Cascine Piemontesi; per oltre il 50% sono situate nelle Langhe e nell’Albese, ma è in crescita il numero delle aziende delle zone del Monregalese, Saluzzese, Saviglianese, Cuneese, Torinese e Astigiano.

Aderiscono a Cascine Piemontesi allevatori e apicoltori, produttori di ortofrutta, castagne, cereali e di altre coltivazioni agricole, del comparto lattiero caseario, corilicolo e vitivinicolo.

 

https://www.cascinepiemontesi.it/

 

Al via il ritiro online delle multe

La Polizia Locale rende noto che, a partire dal 6 maggio 2022 avrà inizio un servizio sperimentale di “ritiro giacenza degli atti in modalità digitale” gestito mediante moderni software e finalizzato  a favorire il ritiro dell’atto da casa con risparmio di tempo da parte dei destinatari delle notificazioni.

La fase sperimentale avrà una durata di sei mesi, fino al 6 novembre 2022 e proseguirà in caso di riscontri positivi.

Al cittadino, destinatario di un avviso di notifica di un verbale a lui interessato che non sarà trovato in casa dal postino,  verrà recapitata una lettera con la quale, oltre alle modalità classiche di ritiro dell’atto presso gli uffici postali presenti sul territorio, sarà segnalata la possibilità di ricevere il documento  attraverso un collegamento internet, senza doversi recare presso l’ufficio postale.

Sarà infatti sufficiente andare sul sito Internet della società Mail Express Poste Private-  www.ufficiopostale.it  – incaricata dal Comune di Torino – Polizia Locale del servizio di notificazione degli atti giudiziari relativi ai verbali per le violazioni al Codice della Strada, cliccare alla voce “RITIRO GIACENZA DIGITALE”  e in pochi passaggi, seguendo le indicazioni ricevute, si potrà scaricare la notifica in formato PDF direttamente da casa.