ilTorinese

Focus Covid e vaccini, lunedì 18 aprile

Lunedì 18 aprile

Situazione epidemiologica

Positivi: 826 (di cui 691 a test antigenico)
Positivi/tamponi: 8,0%
Tamponi: 10.367 (di cui 9.305 test antigenici)
Ricoveri ordinari: 732 (+49 rispetto a ieri)
Ricoveri Terapia Intensiva: 23 (+2 rispetto a ieri)
Decessi: 0

Il re e la regina del Gran Premio Città di Torino

Colbert Wf e Roberto Vecchione, Chance Ek e Pietro Gubellini: sono loro re e regina del Gran Premio Città di Torino 2022, patrocinato dalla Città Metropolitana di Torino, che ha confermato ancora una volta due dati precisi. La generazione dei 4 anni indigeni, come avevano già capito l’anno scorso tra GP Marangoni e Derby, è di quelle che faranno sognare tutti i tifosi italiani. E l’Ippodromo di Vinovo quando c’è da organizzare un appuntamento importante non sbaglia mai.

La Pasqua con il trotto si è rivelata un successo, perché il pubblico ha risposto ancora una volta in massa al richiamo del grande evento. Così come hanno risposto i protagonisti. Colbert Wf, allievo di Holger Ehlert preparato a puntino, ha tenuto il passo di Conan Op per saltarlo di gran carriera all’inizio della retta finale. E poi ha saputo resistere alla rimonta forsennata di Chuky Roc con Filippo Rocca che forse ha atteso un attimo di troppo per far partire la sua rimonta, mentre Enrico Bellei con Conan Op si è piazzato terzo. “Una grande prova sui una pista come quella di Vinovo che è molto selettiva – ha commentato Vecchione in premiazione – e la corsa peggio di così inizialmente non poteva venire, così sempre allo scoperto. Ma siamo usciti sulla distanza alla grande, era tirato a lucido”.

Bellissimo anche il Filly perché le femmine non hanno nulla da invidiare e lo ha dimostrato Chance Ek. Nonostante lo scomodo 7 è scattata subito davanti imponendo il suo ritmo e ha tenuto un passo notevole fino agli ultimi metri rendendo inutile la rimonta di Clarissa con Alessandro Gocciadoro mentre Crystal Pan con Bellei finiva terza. E il sorriso a 32 denti di Gubellini dice tutto: “I primi 50 metri che ha Chance non li vedi molto in giro, la sparata iniziale è pazzesca. Ci voleva una vittoria così e devo dire grazie a Fausto Barelli che me l’ha consegnata in condizioni esagerate”.

Spettacolo in pista, spettacolo anche fuori con tutto il contorno. C’era la puledrina, nuova mascotte dell’ippodromo, sono molti i bambini che hanno votato per scegliere il suo nome di battesimo (l’estrazione è in programma domenica 15 maggio). E c’erano l’Horse House di Candiolo con i pony per il battesimo della sella, gli amici del Circowow con la caccia al tesoro in tema ippico e altri giochi, l’agriturismo ‘Il giardino dei sapori’ di Nichelino, la carrozza adattata per il pubblico da ‘Servizi in Carrozza’ di Adamo Martin con i giri all’interno della pista apprezzatissimi.

Un’altra domenica da ricordare che ha reso orgoglioso anche l’ad di Hippogroup Torinese, Guido Melzi d’Eril: “Una bella iniezione di ottimismo in un periodo non facile per l’ippica italiana. Serviva un po’ di benzina fresca nel motore per andare avanti e queste due giornate con il Costa Azzurra e il Città di Torino sono state gratificanti. Il nostro settore ha bisogno di questi riconoscimenti”.

Archiviata solo per ora la stagione dei Gran Premi, Vinovo continuerà a tenere compagnia al pubblico con il trotto e tutto il resto ogni domenica da qui a metà giugno poi, fino ad agosto le corse serali. Impossibile mancare.

Operata da sveglia in gravidanza per una gravissima infezione al torace. Salvi mamma e feto

All’ospedale Molinette di Torino

Una donna di 39 anni alla 17^ settimana di gravidanza viene colpita da una gravissima infezione polmonare e del torace. E’ accaduto pochi giorni fa. Una probabile polmonite trascurata ha condotto la donna a recarsi presso il Pronto soccorso dell’ospedale Mauriziano di Torino, dove è poi stata trasferita nel reparto di Ginecologia dello stesso ospedale, dove è avvenuta la diagnosi di empiema pleurico: una raccolta infetta formatasi tra il polmone e la parete del torace, molto resistente alle normali terapie antibiotiche.

L’unica possibilità di cura è l’intervento chirurgico, ma con il rischio di mettere in pericolo il nascituro. Tuttavia, grazie alle moderne tecniche chirurgiche ed anestesiologiche applicate presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, è stato effettuato l’intervento con la paziente sveglia (awake surgery, “chirurgia da sveglio”), evitando i rischi per la gravidanza.

Un quadro clinico comune, nella pratica clinica di chirurgia toracica, che viene normalmente affrontato con una pulizia chirurgica, per via mini-invasiva nella maggior parte dei casi. Tali interventi chirurgici, tuttavia, devono essere normalmente eseguiti in anestesia generale, con potenti farmaci, molto rischiosi da somministrare ad una donna in gravidanza, per il rischio di gravi conseguenze sul feto o di aborto.

Allo stesso modo, l’empiema pleurico, se non sottoposto al pronto trattamento chirurgico, può portare alla sepsi, ovvero la diffusione dell’infezione in tutto il corpo, un quadro potenzialmente letale.

Una volta stabilizzata, la paziente, grazie alla pronta e fattiva collaborazione tra l’ospedale Mauriziano e la Città della Salute di Torino, è stata quindi trasferita presso il reparto di Chirurgia toracica universitaria dell’ospedale Molinette (diretto dal professor Enrico Ruffini).

Qui, in collaborazione con l’Anestesia e Rianimazione universitaria (diretta dal professor Luca Brazzi), è stato possibile pianificare ed eseguire l’intervento chirurgico a paziente sveglia, eliminando i rischi per la gravidanza, legata all’anestesia generale. La chirurgia toraco-polmonare eseguita in anestesia locale e sedazione, senza anestesia generale e ventilazione meccanica, detta awake surgery, “chirurgia da sveglio” fa parte dell’expertise del reparto diretto dal professor Ruffini, e consente di sottoporre pazienti ad alto rischio a procedure chirurgiche da cui sarebbero altrimenti esclusi per via dell’elevato rischio anestesiologico.

L’intervento è stato eseguito con successo dal dottor Paraskevas Lybéris, dal professor Enrico Ruffini, dal dottor Francesco Guerrera e dall’anestesista dottor Giulio Rosboch, utilizzando la tecnica dell’awake surgery. E’ stato possibile trattare l’infezione grave per via mini-invasiva, evitando la somministrazione dei potenti farmaci che sarebbero stati utilizzati con le tecniche anestesiologiche classiche, potenzialmente dannosi per il feto.

Per la riuscita di un intervento così delicato è stato fondamentale anche l’apporto del personale sanitario ed infermieristico della sala operatoria e del reparto.

Le condizioni della paziente sono subito migliorate ed i controlli ecografici hanno confermato le buone condizioni del nascituro.

Ora la paziente è stata trasferita nuovamente presso l’ospedale Mauriziano e proseguirà le cure presso il reparto di Pneumologia (diretto dal dottor Roberto Prota)

E dopo Pasqua arrivano gli “Gnocchi di barbabietola, fonduta Blu del Monviso e spugnole”

Dici Pasqua e pensi a un considerevole numero di ricette che scandiscono la storia gastronomica di ogni regione, raccontando al palato una tradizione che non ha pari.

Dal cosciotto d’agnello alla pasta fatta in casa, dalla torta Pasqualina al brasato al Barolo, dal casatiello napoletano alle pardulas sarde la celebrazione della resurrezione di Cristo è un osanna di sapori e di gusti che imbandiscono le tavole italiane invitando alla condivisione. Accanto a piatti evergreen, la Pasqua 2022 dà il benvenuto anche a nuove proposte che promettono di stuzzicare il palato nei giorni di festa…

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Il mecenatismo del cardinale Della Rovere, tra Torino e Vinovo

“Il Rinascimento in Piemonte” sino al 12 giugno nelle sale del Castello di Vinovo

È davvero “una perfetta occasione per aprire il nostro castello”, come sottolineano il Sindaco di Vinovo Gianfranco Guerrini e l’Assessore alla Cultura Maria Grazia Midollini, la mostra “Il Rinascimento in Piemonte”, patrocinata dalla Regione Piemonte, dalla Città di Torino e dalla Città Metropolitana, nonché dall’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento e curata dallo storico Ilario Manfredini. Mostra che considera con attenzione e con un suggestivo sguardo di nicchia i “Tesori d’arte al Castello di Vinovo”. A lungo rimandata per immancabili motivazioni pandemiche, sino al 12 giugno prossimo offrirà la possibilità al visitatore di aggirarsi nel giardino, nelle sale  – dal salone d’onore alla Sala del Fregio, dalla Sala degli Stucchi e dei Medaglioni all’ambiente di Carlo VIII – e nello splendido chiostro che, oltre alle grottesche messe in salvo, offre, con le colonne, in alternanza i medaglioni in cotto degli imperatori Nerone e Galba, per confluirli verso quelli della Giustizia Ritrovata. Fregi, pitture riscoperte, curiosi schizzi alle pareti, soffitti riportati alla luce, storia e tradizioni e personaggi, ampi ambienti dove, se non appieno, hanno trovato posto preziosi materiali, come miniature e volumi e documenti – come tre piccole tavole dovute a Gandolfino da Roreto: principali prestatori la Galleria Sabauda, l’Archivio di Stato, Palazzo Madama, Pinacoteche di Pavia e Faenza – che ricreano l’evoluzione di questo alto esempio d’architettura rinascimentale del nostro territorio, costruito su disegno di Baccio Pontelli, come gli ampliamenti che hanno ridisegnano in modo definitivo il “castrum novum”, con l’abbandono del “castrum vetus”. La mostra ha un’appendice anche nella chiesa parrocchiale, dove si può ammirare il complesso scultoreo tardo quattrocentesco del “Compianto”, opera realizzata per il perduto convento del Tivoletto da un ignoto artista forse di area lombarda.

Un doveroso rilancio, un tesoro ritrovato quindi che ben si propone come luogo “di visita, svago, promozione culturale e turismo”, un punto d’interesse che non dovrà essere esclusivamente passeggero ma che il Comune dovrà fare (più) gelosamente suo, affidandosi (ancora, ma non solo) all’esercizio encomiabile, davvero al non risparmio delle proprie forze, dell’”Associazione Amici del Castello” e di quei tanti volontari che non solo recentemente hanno dato vita alla esistenza e al mantenimento della costruzione. Collaborazioni non troppo felici del passato hanno certo rallentato quel processo di affermazione di questo luogo di alto interesse, ma nulla vieta che – come sta già succedendo – partecipazioni, o sponsorizzazioni, di differente genere portino ad un aiuto economico più solido che rinforzi gli interessi e le finalità che questo comune, di quindicimila abitanti, alle porte di Torino, non deve certo lasciarsi sfuggire.

Punto centrale della mostra è la figura di Domenico Della Rovere, promotore di una straordinaria stagione artistica. Era nato a Vinovo nel 1442 Domenico e già a soli ventitré anni si trasferiva sulle orme del fratello Cristoforo, protonotario apostolico, a Roma, sotto la protezione del cardinale Francesco Della Rovere che nel 1471 sarebbe salito al trono pontificio con il nome di Sisto IV. Alla morte del fratello, nel 1478, Domenico, nominato cardinale, grazie ai “prestigiosi, impegnativi e remunerativi incarichi” ottenuti all’interno della Curia romana, vide consolidata la sua posizione, sia a Roma come in Piemonte. Mecenate sì ma le fortune economiche e il progressivo consolidarsi della carriera gli dettero modo di concretizzare quei progetti che più gli stavano a cuore. Tra il 1485 e il 1490 affidò alla architettura di Baccio Pontelli e alla pittura narrativa del Pinturicchio il palazzo Della Rovere, in seguito chiamato Palazzo dei Penitenzieri, in quella che è oggi via della Conciliazione e che all’epoca inglobava piazza Scossacavalli, luogo famoso di Borgo e ricco anche della presenza dello studio di Raffaello. Il 19 luglio 1482 venne trasferito alla diocesi di Ginevra ma soli cinque giorni dopo la scambiava con il vescovo di Torino Giovanni III divenendo quindi vescovo della città, titolo che si andava ad aggiungere ai molti altri già acquisiti, non ultimi Ivrea e la Fruttuaria di San Benigno. Nel 1490 decise la costruzione del duomo di Torino su disegni di Meo del Caprina, addossandosene in gran parte le spese con l’invio da Roma di grandi casse colme di pezzi d’argento: le abbondanti maestranze e il denaro che certo non difettava gli dettero modo di pensare anche alla nuova costruzione di Vinovo. Moriva nel 1501 nominando suo erede il fratello Martino. La sua salma, prima inumata nella cappella del Presepio in Santa Maria del Popolo a Roma, venne in seguito portata a Torino: di recente, nelle cripte del nostro duomo, è venuta alla luce la sua lapide.

Info sulla Mostra: aperta sabato e domenica dalle 10 alle 19, aperture straordinarie lunedì 18 e lunedì 25 aprile; chiusure il pomeriggio di sabato 23 aprile e la mattina di domenica 24, la mattina di domenica 22 maggio, di sabato 4, domenica 5 e domenica 12 giugno. Sono possibili visite guidate la domenica alle 15 e alle 17, su prenotazione.

Intero Euro 10,00 – Ridotto Euro 6,00

Per rendere più comode le visite è stato creato, per tre giornate festive, un servizio gratuito di navetta. Il calendario completo è il seguente: lunedì 18 aprile partenza ore 14 da piazza Bengasi e ritorno da Vinovo alle ore 17; domenica 15 maggio da piazza Bengasi ore 9,30 e ritorno da Vinovo alle ore 12; domenica 5 giugno da piazza Bengasi ore 14 e ritorno da Vinovo alle ore 17.

Per usufruire del Servizio gratuito navetta: Associazione Amici del Castello di Vinovo 338 2313951; Comune di Vinovo 011 9620413; cultura@comune.vinovo.to.it

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini, la facciata principale e il giardino del castello di Vinovo; un fregio del chiostro; una grottesca: “Lo sposalizio della Vergine”, opera di Gandolfino da Roreto.

“Puliamo il mondo” a Volpiano

Sabato 23 aprile nella zona degli impianti sportivi


Ritrovo alle 14 all’ingresso del campo di atletica di via San Grato, con guanti e mascherina

Sabato 23 aprile il Comune di Volpiano, in collaborazione con Legambiente, organizza «Puliamo il mondo», per rimuovere i rifiuti abbandonati nella zona degli impianti sportivi; ritrovo alle 14 all’ingresso del campo di atletica di via San Grato 110, con guanti e mascherina. L’iniziativa è accompagnata dalla distribuzione, nei giorni precedenti, delle borracce in alluminio agli alunni del primo anno della scuola primaria di Volpiano, con l’obiettivo di promuovere comportamenti «plastic free» e salvaguardare l’ambiente.

Commenta Luca Ferrero, assessore all’Ecologia del Comune di Volpiano: «Riprendiamo questa iniziativa dopo due anni di fermo dovuti alla pandemia. Cerchiamo di sensibilizzare quanto più possibile i cittadini per contenere al massimo il fenomeno delle discariche abusive e soprattutto l’abbandono di rifiuti di ogni genere nelle campagne e sui bordi delle strade. La corretta gestione del rifiuto è ciò che serve per contribuire concretamente alla salvaguardia del pianeta. Spero che a questo evento partecipino numerosi giovani perché è proprio da loro che dobbiamo aspettarci un vero cambiamento; insieme alle nuove generazioni dobbiamo impegnarci al massimo su questo tema».

E’ tempo di tamburello negli sferisteri piemontesi

La nuova stagione sportiva presentata a Moncalvo

Il gruppo dei sindaci dei Comuni protagonisti sul palco e la voce del soprano Elena Canale hanno concluso fra gli applausi, nei giorni scorsi, la presentazione della nuova stagione del tamburello in Piemonte, sport di radicata tradizione che torna ad animare da queste settimane i campi di tanti borghi della regione e non solo. A Moncalvo, in un Teatro Civico popolato da atleti, dirigenti, tecnici e primi cittadini, la passerella del tamburello ha visto sfilare i team che animeranno i campionati grazie alla presentazione di Ivo Anselmo e Tatiana Lazzaro. A sipario aperto il benvenuto è toccato ai rappresentanti nazionali e regionali della Federazione e della Commissione Storica Muro Roberto Gino, Alessandra De Vincenzi, Gianni Macario eMimmo Basso. A seguire il saluto di casa del sindaco di Moncalvo Christian Orecchia, l’intervento del presidente della provincia di Asti Paolo Lanfranco e poila sfilata di formazioni iniziata con le squadre impegnate nei campionati Open femminili (Pieese e Tigliolese) e proseguita con gli altomonferirni del Cremolino (unica équipe impegnata nella serie A di tamburello libero) e gli atleti piemontesi militanti nei campionati open fuori regione. Quindi il momento saliente della presentazione delle otto iscritte al campionato di tamburello a muro di Serie A maschile che quest’anno vede fra le novità il ritorno degli astigiani del Moncalvo e del Rocca d’Arazzo che si aggiungono a CastellAlfero, Calliano, Montemagno, Montechiaro, Grazzano Badoglio e ai campioni uscenti del Vignale. Con partite previste il sabato e la domenica (e nelle festività) il calendario riserva al pubblico di appassionati un palinsesto di sette giornate di andata e altrettante di ritorno per la regular season (dal 17 aprile al 10 luglio) seguite dalle semifinali (16 e 17 e 23 e 24 luglio) e dalla finalissima secca prevista per domenica 7 agosto alle 16 su sferisterio ancora da ufficializzare.

Applausi e foto di rito hanno accompagnato la salita sul palcoscenico di tutti i team affiancati dai sindaci dei relativi comuni, in prima linea a sostenere il buon esito della stagione per le squadre portacolori dei loro paesi. A salutare gli atleti anche la delegata del Coni Lavinia Saracco prima di un emozionante chiusura finale con le parole di “Con te partirò” attraverso la voce di Elena Canale che hanno ottenuto la standing ovation del pubblico con il successivo trasferimento nei locali della Pro Loco di Moncalvo per la minicena di benvenuto alla nuova annata di “tam tam”.

Il debutto della massima serie del muro è previsto proprio nel weekend pasquale con la prima giornata di gioco (fischio d’inizio per le partire previste in aprile: ore 15.30) distribuita fra le giornate di sabato 16 aprile (CastellAlfero-Rocca), domenica 17 aprile (Montechiaro-Vignale, Moncalvo-Grazzano) e lunedì 18 aprile, giorno di Pasquetta (Calliano-Montemagno).

Consegna agli agenti un passaporto falso 

Il soggetto arrestato era destinatario di un ordine di carcerazione

Martedì pomeriggio, in via Botticelli, gli agenti del Commissariato Barriera Milano hanno arrestato un uomo per possesso di documentazione falsa valida per l’espatrio. Insospettiti dal suo atteggiamento infatti, hanno fermato l’uomo che con nervosismo consegnava agli agenti un passaporto, poi risultato falso, pensando di farla franca.

Gli agenti subito insospettiti dalle fattezze del documento e non trovando riscontro sui terminali hanno accompagnato l’uomo, un 50enne di originario della Guinea, presso gli uffici del commissariato per approfondire gli accertamenti. Riusciti a risalire alla vera identità dell’uomo, hanno scoperto che quest’ultimo risultava essere destinatario di un Ordine di Carcerazione e doveva espiare una pena di tre anni di reclusione.

Dopo un ulteriore approfondimento presso il laboratorio di Analisi Documentali del Corpo di Polizia Municipale di Torino, che ha constatato l’effettiva falsità del documento, l’uomo è stato tratto in arresto per il reato contestato e tradotto in carcere per l’espiazione della pena.

18 aprile 1990: record italiano! ben 4 squadre nelle finali delle coppe europee

Bei tempi!
Accadde oggi

Bei tempi che sembrano lontani anni luce:quando il calcio italiano ed il nostro campionato erano i più belli d’Europa e del mondo. Lo ricordiamo con piacere e tanta nostalgia nella nostra rubrica “Accadde oggi“.18 aprile 1990, 32 anni fa ben 4 nostre squadre finaliste nelle coppe europee. In Coppa dei Campioni il Milan va in finale dopo aver eliminato il Bayern Monaco, vincendo 1-0 all’andata con un rigore di van Basten e perdendo al ritorno per 2-1 con il gol rossonero firmato da Borgonovo. La squadra di Sacchi alzerà la coppa battendo il Benfica con una rete di Rijkaard. In Coppa delle Coppe la Sampdoria in finale all’ultimo atto battendo il Monaco; dopo il 2-2 esterno, i blucerchiati vincono 2-0 con i gol di Vierchowod e Lombardo. A Goteborg, nella finalissima, sono due gol di Vialli nei supplementari a regalare la coppa ai doriani. In Coppa Uefa addirittura sono due le italiane ad andare in finale: la Juventus che elimina il Colonia e la Fiorentina che pareggia per due volte contro il Werder Brema, ma si qualificano in virtù del gol in trasferta firmati da Nappi. Nella finalissima fu la Juve a festeggiare, vincendo 3-1 in casa con le reti di Galia, Casiraghi e De Agostini, dopo il momentaneo pari di Buso, al ritorno pareggio 0-0 ad Avellino.
Altri tempi davvero quando il calcio italiano dominava in Europa e tutti ci temevano!

Enzo Grassano

Salvatore Zito scelto per il lancio della nuova galleria A.R.P. a Parigi

Dal 21 aprile: gli inediti “Stick Spinosi” su pandemia e guerra, 4 nuovi Nft, 40 quadri e 7 sculture

 

L’artista italiano Salvatore Zito è tra i primi a inaugurare le personali della nuova galleria parigina Art Research Paris (A.R.P.). Proprio di fronte all’Eliseo, il gallerista Jean-Jacques Wattel, già noto esperto d’arte della casa d’aste Tajan, ha infatti appena aperto con François Coudert un grande spazio innovativo per l’arte e ha scelto, tra le personali da ospitare, quella dedicata agli “stick” inconsumabili del torinese Zito, che il filosofo Gianni Vattimo ha definito “un pittore dell’ulteriorità, che nasconde e fa presenti gli orizzonti ulteriori”.

Non ci saranno soltanto le opere fisiche di Zito, ma anche gli Nft, le opere virtuali dell’artista, che è un pioniere tra i creatori di Non-fungible tokentra i primi al mondo ad effettuare la digitalizzazione di lavori reali e il primo artista di Torino ad aver intrapreso questa strada. Non arte che nasce e si concretizza dentro un Pc, quindi, ma un lavoro che parte dalla tela e poi rinasce in un’unica diversa opera, con la creazione di algoritmi che diventano figure in movimento, negoziabili in criptovaluta e ricercati dai nuovi collezionisti in linea con la filosofia del Metaverso.

L’esposizione si terrà dal 21 aprile fino al 3 maggio, salvo proroghe, al 174 di rue du Faubourg Saint-Honoré. Ci sono 40 quadri, 7 sculture policrome in legno e smalto e 4 Nft (Non-fungible token).

Le opere in mostra nella capitale francese appartengono alla collezione “Leggeri Stick Spinosi”: i celebri stick (il gelato con il bastoncino) o “Pinguini” di Zito, presenti in molte collezioni pubbliche e private. Gli inediti presentati a Parigi sono 4 e rimandano alla pandemia vissuta, al lockdown e agli odierni scenari di guerra.

Le singole opere non hanno titolo, perché come dice l’artista «il messaggio deve arrivare all’osservatore senza mediazione verbale». «Ci sono tanti significati in questo ciclo – aggiunge Zito – molti dei quali afferenti agli ultimi anni che abbiamo vissuto: il senso di costringimento e chiusura, ma anche quello di possibile liberazione, che offrono gli stick, fatti di filo spinato o emergenti, come forma incorporea dallo stesso. Inconsciamente o consciamente, l’artista traduce nell’opera quello che vede e vive. Nell’estetica dei miei ultimi lavori – aggiunge – ho trasferito il senso claustrofobico del periodo storico che stiamo attraversando».

 

LA GUERRA IN UCRAINA, LA PANDEMIA: L’OSSIMORO VISIVO DELLE NUOVE OPERE

Le quattro opere Nft corrispondono ai quadri inediti di Zito, che Wattel ha voluto per inaugurare la sua galleria parigina.

Potente è l’ossimoro visivo delle sue nuove creazioni, che è poi la cifra stilistica che percorre tutti gli “stick spinosi” della pittura di Salvatore Zito.

Due di queste nuove opere sono state realizzate durante la pandemia da Covid-19.
Cieli azzurri, luminosi, parlano di libertà e di spazi aperti, inarrivabili però per chi li guarda, che resta dietro a un filo spinato. Si assapora l’ebbrezza attraverso la breccia delineata dalla forma dello stick, ma non ci si può immergere, né raggiungerla. Oppure è il cielo stesso a essere rinchiuso, trattenuto da uno stick spinato che imprigiona i cirri, costretti vicini, ammassati ma pronti a esplodere per sganciarsi da un momento all’altro.

Altri due inediti dipinti, invece, sono nati a marzo 2022. Il mese della guerra in Ucraina, con la distruzione, le atrocità. La vitalità è sequestrata dalla paura, dalle bombe che uccidono o che mettono in fuga. Ed ecco che l’allegria di un aquilone colorato arresta la spensieratezza dell’infanzia, quell’emozione davanti alla semplicità, svanisce. Il vento soffia ancora e l’aquilone sembra voler tornare a esserne sospinto, ma più si muove più si dilania. Il filo spinato si spezza e cede al tentativo dell’aquilone di riprendere il suo volo.

 

IL PASSAGGIO ALL’INNOVAZIONE DIGITALE NFT

Salvatore Zito è pioniere dell’arte Nft in Italia. A Torino è stato il primo in assoluto ad applicare la tecnologia digitale alle opere d’arte. Tra i primissimi al mondo a trasferire in codice binario opere fisiche e reali. Attraverso la stretta collaborazione con la galleria d’arte digitale torinese Hesos Art le sue opere hanno preso vita nella terza dimensione.

Un passaggio all’arte digitale che Zito ritiene naturale: «Da sempre gli artisti cercano di sfondare il muro della seconda dimensione, giocando con le ombre, i chiaroscuri, in una ricerca perpetua di profondità e prospettive. L’arte ha sempre sfidato lo spazio, sperimentando forme e colori. L’intenzione è ricreare il movimento, la sua suggestione pur restando statica, dominante è l’esplorazione delle dimensioni, la volontà di andare oltre».

In un Nft, l’opera si muove e il suo racconto si espande. Nella terza dimensione si arricchisce di suoni e movimenti. Così i token “Ice cream” si animano: lo stecco ruota mentre gli aculei lo infilzano; le api ronzano e girano per proteggere il nettare del loro alveare che riveste sullo stick.

 

LO STICK È UN ‘RICOPERTO’ DI METAFORICO SIGNIFICATO

Nelle sue opere, Salvatore Zito mostra una raffinata capacità di sintesi semantica che conduce l’osservatore in una visione onirica neo-pop, densa di ironia. Sceglie lo stick, il gelato col bastoncino, il Pinguino nato nel secolo scorso a Torino, e lo trasforma in un’icona tributo alla città.
Con un sapiente uso cromatico, sulla tela di Zito quel piacere momentaneo, che si consuma velocemente e delizia il palato, si ribalta, diventa inconsumabile, il concetto di tempo si capovolge e muta in un’opera che dura. Una delle prime collezioni, infatti, si intitola “I love Torino”.

Del gelato da passeggio, solo lo stecco di legno rimane nudo, il resto è un “ricoperto” di metaforico significato. Così un oggetto ludico, infantile si riveste di verde acido, di aculei, di spine, di chiodi e api. Affiora una dimensione ibrida in cui l’originale morbidezza convive e si contrappone con una suggestione pungente.

Chi guarda si trova in una sospensione sensoriale: ne è attratto e respinto. Da una parte l’esplosione dei colori, la lucentezza, la freschezza lo richiamano, lo seducono; dall’altra elementi che graffiano, pungono lo allontano perché l’oggetto è inavvicinabile: un duello che cattura lo sguardo e restituisce ricordi amplificati e significati arricchiti.