ilTorinese

Elisoccorso, Croce Rossa, infermieri: il lato umano e vincente della sanità

Di Augusto Grandi

Ma chi l’ha detto che la sanità pubblica è un disastro? Un’urgenza in un piccolo paese sulle montagne valdostane. Al 112, gentilissimi, ti spiegano che il medico più vicino non c’è. Ma nessun problema. Mandano immediatamente una ambulanza e pure l’elisoccorso. Perché se bisogna andare all’ospedale di Aosta si risparmia molto tempo…

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“Bagno nella foresta”. Incontro di Shinrin – Yoku nel Parco del Castello di Miradolo

Sabato 3 e domenica 4 settembre

San Secondo di Pinerolo (Torino)

“Troverai di più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le pietre ti insegneranno ciò che non si può imparare da maestri”: con questa preziosa massima, lasciataci circa mille anni fa da San Bernardo di Chiaravalle (abate e teologo francese dell’ordine cistercencense, fondatore della celebre Abbazia di Clairvaux), la pinerolese “Fondazione Cosso” invita alla due giorni, sabato 3 e domenica 4 settembre, dedicata allo “Shinrin – Yoku”. Niente paura! Lo “Shinrin – Yoku” (in italiano “Bagno nella foresta”, in inglese “Forest Bathing”) è un particolare metodo della medicina giapponese (comparabile all’“aromaterapia”) diffusosi in Giappone nel corso degli anni Ottanta e che consiste in una totale immersione nei boschi, in un’avventura di profonda comunione con la natura attuata con tutti sensi. Una vera e propria terapia. In una serie di studi compiuti nel 2010 si è scoperto, infatti, che quando le persone passano alcune ore in un ambiente naturale (foreste, parchi e altri luoghi con un grande concentrazione di alberi) vi è un aumento della “funzione immunitaria”. Per questo motivo se un individuo si reca in una foresta e respira profondamente potrà godere di numerosi benefici, tra quali concentrazioni inferiori di cortisolo, diminuzione della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, diminuzione dello stress e cura della depressione. Il merito di questi benefici sarebbe da attribuire ai cosiddetti  “fitoncidi” o “monoterpeni” del legno degli alberi, i quali, oltre a rilasciare speciali sostanze nell’aria per proteggersi dal marciume e dagli insetti, sembrerebbero anche portare beneficio agli esseri umani. Provare per credere. Nell’evento organizzato dalla “Fondazione Cosso”, in collaborazione con l’Accademia “TRE – Evoluzione personale Coaching e Counseling”, è proprio possibile “sperimentare – dicono gli organizzatori – il potere curativo della Natura e imparare a rigenerarsi liberandosi dalle conseguenze di uno stile di vita ansiogeno e da forme di ‘Tecno-stress’, ormai una patologia vera e propria causata da un eccessivo e prolungato contatto con la tecnologia”. La due giorni si svolgerà nella suggestiva atmosfera del settecentesco Parco del “Castello di Miradolo” (via Cardonata 2, a San Secondo di Pinerolo) fra alberi centenari “dove natura libera e intervento umano danzano in profonda sintonia” ed i partecipanti saranno accompagnati da Valentina Erika Bassi, psicologa e formatrice, FTHub Guida di “Forest Bathing Certificata” e “Forest Therapy Guide”.

Orari: sabato 3 settembre 10/21 e domenica 4 settembre 9,30/15

Costo del pacchetto (immersione guidata in natura, due light lunch nel parco e un pic nic serale): 195 Euro a persona

Prenotazione obbligatoriainfo@trecounseling.it o tel. 351/6332428 (il lun. ed il merc. dalle 18 alle 20 e il ven. dalle 16 alle 18)

  1. m.

Auto della polizia investe una mucca in tangenziale

Sono feriti lievemente i quattro agenti che nella notte,  in tangenziale, a bordo di un’auto della Polizia hanno investito una mucca tra gli svincoli di corso Regina Margherita e Venaria Reale.

La mucca era sulla seconda corsia di marcia, ed è morta nell’impatto. Probabilmente ha oltrepassato la recinzione senza che l’allevatore se ne accorgesse.

(Foto archivio)

Un piano da mezzo miliardo per ridurre le perdite idriche

Fronteggiare l’emergenza idrica vuol dire non solo interventi di massima urgenza dettati dall’impellenza del momento, ma anche e soprattutto realizzare opere strutturate sul medio e lungo periodo per mettere in sicurezza e in efficienza un intero sistema.

È da queste considerazioni che è stato predisposto dalla Regione Piemonte un piano da 486 milioni di euro per la riduzione delle perdite idriche nei prossimi quattro anni.

A presentarlo è stato l’assessore regionale all’Ambiente e coordinatore delle attività del Tavolo per l’emergenza idrica, Matteo Marnati,  che ha sostenuto che l’adattamento ai cambiamenti climatici deve passare principalmente attraverso due strategie: la riduzione delle perdite idriche, che rappresentano ancora un elemento di forte criticità nel nostro Paese, e la maggior resilienza dei sistemi acquedottistici attraverso interconnessioni, aumento della capacità dei sistemi di accumulo, la ridondanza e diversificazione delle fonti di approvvigionamento.

Il presidente della Regione, nominato nei giorni scorsi commissario straordinario per la gestione dell’emergenza idrica, ha sottolineato che questo piano nasce da una attività che è stata avviata a livello regionale già da tempo. La situazione attuale è la dimostrazione che temi come quello della siccità vanno trattati con prospettiva per tempo, non solo quando si genera l’emergenza. Ed è questo il modo in cui si intende lavorare in Piemonte.

Per contrastare la dispersione idrica ciascuno dei 6 Ambiti territoriali ottimali su cui sono organizzati i servizi pubblici integrati, come quello idrico, ha messo a punto strategie, programmi e interventi come la distrettualizzazione delle reti, la digitalizzazione e il rifacimento di alcuni tratti della rete acquedottistica).

Per quanto riguarda la dispersione idrica ci sono situazioni diversificate, che comunque complessivamente vedono i vari Ato compresi nella classe “discreta”, una classe ottima e due insufficienti; la media regionale si attesta su una percentuale di circa il 33%, una delle migliori aree territoriali a livello nazionale, sottolinea l’assessore, mentre per il nord ovest si attesta sul 31%

Sei anni da scontare, aggredisce figlio e compagna e tenta di passare il confine

A Ventimiglia è stato arrestato dalla polizia di frontiera un uomo di 29 anni nato a Novara e residente in provincia di Varese. Ha attraversato in treno Piemonte e Liguria tentando di scappare in Francia dopo aver aggredito la compagna e il figlio. Inoltre doveva scontare 6 anni e 2 mesi di reclusione, cumulo di pene per rapina aggravata e furto aggravato.

Vinovo, ultima notturna estiva

Mercoledì 31 agosto l’Ippodromo di Vinovo apre i cancelli e chiude una stagione, quella delle notturne. Sarà l’ultimo appuntamento sotto la luce dei riflettori, almeno per le corse in orario serale. Un convegno da 8 corse, al via dalle 19.05 e che propone in apertura uno degli appuntamento più attesi perché il Premio Cile è riservato ai 2 anni impegnati sul miglio. Fari puntati sulla stellina  Etsic’Etaitvrai, allievo di Philippe Allaire e interpretato da Andrea Guzzinati, che è ancora imbattuto. Ma ci sarà anche Elisa, l’allieva di Santo Mollo che è reduce da una vittoria Villanova d’Albenga. E ancora Eccezione, la puledra di Marco Smorgon.
Interessante anche il Premio Temuco con nove soggetti di tre anni sulla distanza del doppio km. Ospiti graditi saranno Manuel Pistone, Federico Esposito e Alessandro Gocciadoro che sfideranno i driver locali, come Smorgon al via con Deejay Bar. Non mancherà poi la corsa riservata alla categoria dei gentleman e ci sarà spazio per gli aspiranti allievi. Ingresso come sempre gratuito e possibilità di cenare nell’Hippo-Ristora per una serata diversa, anche grazie alla musica del deejay
Franco Fassi.
A Vinovo poi il trotto tornerà domenica 11 settembre perché solo per quest’anno il classico Gran Premio Marangoni – Trofeo Fabio Jegher per i 3 anni si è spostato sulla pista milanese de La Maura (mentre Vinovo a giugno aveva ospitato il GP Nazionale sempre per i 3 anni) e quindi si correrà domenica 4 settembre a Milano.

Notte brava al “Calamaro Jazz”

L’idea di andare a fare una scampagnata a Genova era venuta allo Sterlazza. “Una bella botta di vita ce la siamo ben meritata, no?”, esordì alla riunione della Sezione di Zerbolò, appoggiato al bancone del baretto mentre sorseggiava una regolarissima “panaché”, con tre quarti di birra e uno di gazzosa.

In fondo, oltre alle riunioni, ai tornei di calcetto nei paesi della Lomellina e alla Festa de L’Unità, qualche puntata a Pavia o Mortara, la loro vita – dello Sterlazza e dei suoi amici – si consumava tutta lì, tra casa, campo sportivo, circolo Operaio e sezione intitolata a Gaspare Lunelli, comandante partigiano del pavese . L’organizzazione del viaggio verso il mare venne assegnata a Gaudenzio Sparagnetti, sacrestano di San Bartolomeo, detto il “cattocomunista”.

Per risparmiare era stato scelto il treno, da Pavia ad Alessandria e da lì dritti verso Frugarolo,Novi, Serravalle, Arquata, Ronco Scrivia e – finalmente! – Genova, la Superba. La visita alla città e il pernottamento si stabilì fossero compito dello Sterlazza, che vantava maggior dimestichezza con le “cose di mondo”, come diceva spesso, aggiungendo la sua intercalazione preferita: “Cavolo in fiore!”. Così, Sparagnetti, Sterlazza e Vito Sangiusti, il custode del campo sportivo di Zerbolò e factotum del Comune ( era l’unico dipendente e s’arrangiava in tutti i ruoli, dal messo all’operatore ecologico), partirono all’avventura. Giunti a Novi ligure, Sterlazza abbassò il finestrino del vagone e, respirando avidamente l’aria, esclamò: “Cavolo in fiore! Si sente già l’odore del mare. Sentite che roba!”. Amleto Scavardi, capostazione di Novi, lo guardò dalla banchina scuotendo la testa. Era giorno di mercato e lì, a pochi passi dalla stazione, sostavano l’acciugaio di Masone e il pescivendolo di Arquata, con i loro prodotti e i loro “profumi”. Ma l’entusiasmo dello Sterlazza era incontenibile . “E’ il vento che scende dal Turchino che porta fin qua l’odore del mare. Bello, eh?”. Gridava con voce tonante, sferrando tremende manate sulle spalle di Gaudenzio che subiva l’irruenza del compagno, emettendo lievi lamenti. A Genova Principe, appena usciti dalla stazione, s’incamminarono verso il Porto antico e da lì, per tutta la giornata, si persero tra i carruggi dei sestieri del centro storico, tra scalinate e bettole, il Lagaccio e Prè, la Maddalena e San Nicola, fino a Sampierdarena e alla Lanterna. Finirono la serata in un night-club e poi, stanchi e su di giri,a dormire in un alberghetto di Piazza Caricamento dove, a dire dello Sterlazza, si pernottava con poca spesa. Al loro ritorno furono in tanti i zerbolesi che, in preda alla curiosità e rosi dall’invidia, vollero sapere per filo e per segno i particolari di quel viaggio verso la città del mare. I tre non si fecero pregare e raccontarono le loro peripezie genovesi con un’enfasi che nemmeno Marco Polo fece trasparire dalle cronache dei sui viaggi raccolte ne “Il Milione”. Cos’avevano mangiato e bevuto, quali vie, monumenti e chiese avessero visitato e poi le persone incontrate, le cose curiose, il viaggio. Gaudenzio e Vito rispondevano alle domande un po’ intimiditi, quasi schernendosi. Sterlazza, invece, si sentiva a suo agio nel ruolo del narratore e teneva banco con la sua voce acuta e un po’ sgraziata, mitragliando a destra e sinistra i suoi “cavolo in fiore”, pavoneggiandosi per l’idea della trasferta in terra ligure. Alla domanda di Eugenio su quale fosse stata la cosa più incredibile che era capitato loro di vedere, si trovarono d’accordo su di un fatto accaduto quando,a sera inoltrata, erano finiti in quel locale notturno. Lì, mentre Sparagnetti e Sangiusti sorseggiavano l’ultimo amaro della giornata, Sterlazza era andato in bagno per espletare delle impellenti necessità idrauliche e lì, con grande sorpresa, si era trovato di fronte ad un water luccicante. “Non era di ceramica ma d’oro! Stupiti, eh? Era proprio un cesso d’oro zecchino. E io l’ho fatta lì. Che città, Genova!”. Sterlazza gonfiava il petto, compiaciuto. E chi lo ascoltava rimaneva lì, a bocca aperta. Così, in un crescendo di particolari che, con il passar del tempo, diventarono sempre più straordinari e unici, altri tre o quattro del paese decisero di avventurarsi a Genova sulle orme dei tre concittadini che, come esploratori, avevano aperto i loro occhi su di un mondo nuovo e meraviglioso. Detto e fatto, partirono e – giunti a Genova –  girarono per la città, guidati dallo Sterlazza che si era offerto come capo-comitiva. “Mi raccomando, non perdetemi di vista. Fate come facevano gli scout quand’ero giovane, eh. Seguire il capo senza indugio e senza troppe domande che vi faccio vivere io un’esperienza indimenticabile”. Sterlazza li portò ovunque ma non riuscì a trovare il locale dotato di quella rarità. Solo a tarda sera, ormai stanchi e un po’ sfiduciati, raggiunsero il “Calamaro Jazz”. Era quello il locale dove i sanitari erano del prezioso metallo, assicurò il Sterlazza. Entrarono e, dopo aver consumato, si avvicendarono al bagno senza però trovare il prezioso vaso sanitario. Che non fosse il locale giusto? Eppure Sterlazza era quasi certo di non sbagliare. Quasi, a dire il vero. Così, per togliersi ogni dubbio, avvicinandosi con cautela ad un cameriere, sussurrò: “Senta, mi sa dire dov’è il cesso d’oro dove, un paio di settimane fa, mi è capitato di fare i miei bisogni?”. “Ah, il cesso d’oro”, eh..rispose, sorridendo, il cameriere. E, ad alta voce, si rivolse ad uno degli orchestrali che stavano provando i loro strumenti:” Mario, vieni un po’ qui. Ho trovato quello che ti ha pisciato nel sassofono”. Cacciati a malo modo dal “Calamaro Jazz”, la comitiva degli zerbolesi tornò al paese. Il più mogio e silenzioso era proprio quel “cavolo” dello Sterlazza. E dire che poteva vantare un mezzo record: nessuno prima e nemmeno dopo di lui riuscì a fare ciò che aveva fatto, soddisfando in quel modo le sue più intime necessità.

Marco Travaglini

Iniziate anche in Piemonte le prime vaccinazioni per il vaiolo delle scimmie

Sono iniziate anche in Piemonte le prime vaccinazioni per il vaiolo delle scimmie. Non avendo registrato fino ad oggi un elevato numero di casi (in tutto 28 di cui 20 importati da altri territori) il Piemonte non è stato tra i primi a ricevere dal Ministero della Salute un quantitativo consistente di vaccini a scopo preventivo.

La consegna della prima fornitura è stata ultimata in questi giorni, per un totale di circa 600 fiale che la Regione è pronta a somministrare.

L’Assessorato alla Sanità, per essere immediatamente operativo, aveva già predisposto infatti un Piano che è stato inviato la scorsa settimana alle Aziende sanitarie con le prime indicazioni.

La priorità di accesso (come da circolare ministeriale del 5 agosto) è prevista per gli operatori dei laboratori analisi con una possibile esposizione al virus e a seguire alle persone a maggior rischio di trasmissione, che potranno manifestare la volontà di essere vaccinate ai Centri di Malattie infettive, Centri per la diagnosi e cura delle Infezioni sessualmente trasmesse e agli ambulatori per la Profilassi pre esposizione HIV.

L’attività di informazione alla cittadinanza verrà svolta in stretta collaborazione anche con le associazioni territoriali di riferimento.

Impegno Civico: con il “taglia bollette” costi ridotti dell’80 per cento

Riceviamo e pubblichiamo

Gli italiani non possono reggere ancora il peso di questa crisi: non appena arrivati al governo, abbiamo in programma un decreto ‘Taglia-Bollette’.

In via emergenziale lo Stato paga l’80% della bolletta delle imprese almeno fino a fine anno: una misura che costa 13,5 miliardi di euro, ma che porta con sé enormi benefici ed evita a tante aziende, lavoratori e famiglie di finire sul lastrico per il prezzo incredibile raggiunto dal gas: siamo arrivati a 340 euro al Megawattora contro i 40 del periodo precedente a questa crisi.

La proposta di Impegno Civico è concreta e fattibile: si tratta di un decreto da firmare appena si sarà insediato il nuovo esecutivo. Un provvedimento finanziato utilizzando i fondi che lo Stato incamera in virtù della crescita economica, ossia tutti gli extraprofitti derivanti dalla speculazione e le risorse provenienti dall’aumento dell’inflazione a cui assistiamo in questi mesi. Questi fondi li utilizziamo per ridurre dell’80% le bollette alle imprese, così ne beneficia il nostro sistema produttivo ed evitiamo che chiudano 120mila imprese, mandando a casa 375mila lavoratori. Ne beneficiano inoltre ampiamente anche le famiglie, che pagano meno i beni e i servizi prodotti.

Nel frattempo sosteniamo con tutte le nostre forze il decreto che il governo Draghi sta mettendo a punto per affrontare questa pesante crisi. E al contempo, continuiamo a batterci per arrivare a un tetto massimo europeo al prezzo del gas. Una battaglia che, se le forze politiche italiane mostrassero sostegno al governo Draghi, si potrebbe vincere, a maggior ragione dopo l’apertura che ha mostrato ieri la Germania. Sappiamo che la destra non lo vuole introdurre, forse perché significherebbe tagliare i finanziamenti che attraverso il gas arrivano a Putin e alla sua sciagurata guerra. Eppure questa misura serve a portare i nostri concittadini fuori da una pesantissima crisi. Impegno Civico manterrà quest’impegno. Noi siamo dalla parte degli italiani. Noi difendiamo la libertà”.

Luigi Di Maio

Impegno Civico

Uncem, banda ultralarga: eterni ritardi

SIAMO MOLTO LONTANI DALL’84% DI FAMIGLIE CON CONNESSIONE A BANDA LARGA

“Negli ultimi giorni sui giornali sono stati ripresi numeri Eurostat relativi alle connessioni delle famiglie alla banda larga e ultralarga. Al netto di un po’ di confusione tra i due sistemi e le relative velocità, che molti fanno, la media italiana dell’84% delle famiglie con connessione a banda larga, contro l’85% dell’Europa, non è reale. Nella classifica riguardante la connettività, seppure l’Italia è balzata dal 23° al 7° posto in un anno, gli indicatori sono inferiori alla media dell’Ue, soprattutto per quanto riguarda l’adozione complessiva della banda larga fissa, 66% in Italia, contro il 78% nell’Ue, riporta CorCom. Rimangono molte carenze anche per quanto riguarda la copertura delle reti ad altissima capacità, che è ancora molto indietro rispetto alla media Ue – 44% contro il 70%. Sempre CorCom ci dice delle sperequazioni tra ‘aree popolate’ e non per quanto riguarda il 5G. Ora, dei ritardi del piano banda ultralarga siamo stanchi di parlare. E i Sindaci sono molto arrabbiati per il piano degli ultimi anni che non sta funzionando, che non raggiunge i civici, le case, dunque non è FTTH fino alla richiesta di collegamento, richiesta dal privato cittadino che risiede in ‘area bianca’, dal pozzetto stradale alla propria casa. Richiesta che ad esempio riceve un NO dalla Città metropolitana di Torino, per dirne una, come molte altre province, perché ‘tagliare la strada è un problema’. E soluzioni non ci sono. Molto molto grave. Ora non resta che sperare nel Piano Italia 1Giga. Come ho detto qualche giorno fa in una telefonata al Ministro Colao, confidiamo molto, ci vogliamo credere, negli interventi che riguardano in particolare 6.232 comuni nei quali verranno realizzate infrastrutture FTTH per portare la fibra ottica nella prossimità degli edifici, mentre una parte complementare dell’intervento prevede la copertura dei servizi FWA in 7.120 comuni. Il Piano Italia 5G prevede anche il finanziamento di interventi nelle zone attualmente coperte solo da reti mobili 3G (o dove le reti 4G non garantiscono performance adeguate) e dove non è pianificato lo sviluppo di reti 4G o 5G nei prossimi 3 anni. Di fatto è quello che abbiamo sempre chiesto come Uncem. E nei prossimi giorni presenteremo la mappatura Uncem delle aree del Paese senza segnale per la telefonia mobile. Da lì si deve partire”.

Così Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.