ilTorinese

L’Ignota di Pirandello, un fitto intrigo e un mancato approfondimento

Al Carignano, “Comme tu me veux” prodotto dal parigino Théâtre de l’Odeon

 

Una donna, con un passato di ballerina nei più malfamati locali berlinesi ed un presente diviso tra la passione dello scrittore Salter e quella della figlia di lui Mop, viene un giorno riconosciuta dal fotografo Boffi come la moglie di un suo amico, Bruno Pieri, scomparsa da dieci anni. Malgrado le proteste di chi ancora la vorrebbe legata a sé (Salter tenta anche il suicidio), la donna, presa la decisione di seguire Boffi per poter rivedere il preteso consorte, si ritrova tra le pareti di una grande villa presso Udine a rivivere il “suo” passato attraverso le parole di zia Lena e di zio Saverio: il marito, al ritorno dalla guerra aveva trovato la villa distrutta e la moglie scomparsa, l’aveva cercata certo nei suoi pensieri che, oltraggiata dai soldati di passaggio, fosse fuggita in preda alla disperazione e alla vergogna. L’Ignota, come è chiamata la donna sempre avvolta da un velo di urticante ambiguità, pare aver trovato tra quelle persone una propria dimensione, ristabilita seppur precaria: sino a quando Salter annuncia con una lettera di aver ritrovato la vera Cia, la vera moglie scomparsa, in un manicomio di Vienna, e di essere disposto a condurla in villa per dimostrare a tutti che l’Ignota non ha nulla a che fare con quella triste vicenda. All’apparire della povera Demente che continua a ripetere un solo nome, “Lena”, tutti restano increduli e sconvolti, mentre l’Ignota – “un corpo senza nome” – confessa la propria impostura, nell’auspicato raggiungimento di un’esistenza serena, andandosene ancora una volta con Salter, ricacciando la certezza dell’essere e appropriandosi dell’apparire, legandosi alla realtà non come ci appare ma come ognuno di noi vorrebbe che fosse, all’interno di se stesso. Disseminando ancora certezze e più o meno percettibili ambiguità che certamente non sgombrano il campo dai dubbi.

In “Comme tu me veux”, che il parigino Odéon – Théâtre de l’Europe porta per la regia (e la scenografia) di Stéphane Braunschweig, per sole tre recite all’interno della stagione dello Stabile di Torino – Teatro Nazionale (lo spettacolo è in lingua francese con soprattitoli in italiano), c’è tutta “la filosofia” di Luigi Pirandello che è passato in un lungo percorso di novelle e drammi attraverso, solo per citare due tappe, “Il fu Mattia Pascal” e “Così è (se vi pare)” – siamo ormai nel 1930, l’Ignota è di diritto Marta Abba che lo rappresentò per la prima volta -, che ha posto le radici del dramma dentro lo svolgimento del caso Bruneri-Casella, che appassionò l’Italia intera, che ha visto nascere e crescere il nazismo hitleriano e il fascismo di Mussolini. In un’Italia che è uscita dalle rovine della Grande Guerra e che s’è incamminata verso un ventennio di altre distruzioni e di altri lutti, di discorsi roboanti dinanzi a folle oceaniche e plaudenti (il quadro ci è offerto attraverso immagini e filmati d’epoca). Braunschweig, mentre cadono i veli verdi che abbracciavano l’inizio della sua messinscena e si prepara una sala della villa che, con buona pace delle ampie indicazioni dell’autore di Girgenti, si riduce “all’ingombro” di tre divani, dove passeranno a fatica gli attori, con poca fantasia e con qualche momento di vera noia, ci tiene a porci visivamente di fronte alle macerie del prima e del dopo, di quella terra che l’Ignota ha lasciato un tempo per farvi ritorno poi, nella speranza di una nuova vita. “Come tu mi vuoi”, nelle mani di Pirandello – mani che per l’occasione non hanno forse saputo snellire e districare una materia che si costruisce per grandi blocchi (l’interminabile, compatto inizio del secondo atto, a soli due personaggi, a spiegarci con troppa ricchezza l’antefatto della vicenda: a rimpiangere, in altre parole la frammentazione e l’esatta geometricità della signora Frola e del signor Ponza, il cicaleccio furiosamente curioso del gruppo), che s’affida troppo, dall’interno, alle parole della protagonista – diventa un thriller, una ricerca della verità fine a se stessa, nel fitto intrigo di violenze, di interessi, di ricordi sfocati e costruiti, di ambiguità e su questo versante pare volgersi soprattutto l’attenzione del regista.

Scriveva Strehler nelle note di regia che accompagnavano la sua messinscena dell’aprile 1992 in omaggio ad Andrea Jonasson: “Pirandello, già tra gli anni Venti e gli anni Trenta, ci parlava di incomunicabilità, di senso del relativo, di rovesciamento dei valori: e di tutto questo, invece di farne un gioco o una moda, come talvolta è avvenuto in seguito, ha profondamente sofferto. Con lui l’individualismo borghese, cioè la riduzione del singolo uomo nella società borghese alla più estrema solitudine, arriva a un punto disperato, al punto che la stessa consistenza della personalità del singolo si disperde, e uno può essere, per usare un titolo pirandelliano, nessuno e centomila.” È proprio l’approfondimento di quella “personalità”, “la volontà di capire se esiste una realtà umana autentica”, il gioco della realtà e della finzione, l’avventura della maschera che gli altri ci impongono e che noi ci costruiamo di fronte agli altri, ad apparire debolmente dalla regia di Braunschweig, più attento a raccontare che non a calarsi con autentica attenzione nel mondo di Pirandello; si mantiene del descrittivo e i suoi attori sono spinti a fare altrettanto se si eccettuano il bisturi di coraggio e veemenza che Chloé Réjon usa sulla sua Ignota e il grande mestiere di un’attrice come Annie Mercier, che sta veramente un gradino al di sopra dei suoi colleghi come zia Lena (e non mi si chieda per quale ragione il personaggio del cognato della protagonista, il Masperi, debba essere affidato ad un attore di colore: proprio non saprei sconsolatamente rispondere). Claude Duparfait è il troppo giullaresco scrittore Salter, il giovane Pierric Plathier è il consorte Bruno Pieri, che di quella ricomparsa s’era anche fatto bene i conti in tasca. Spettacolo imperfetto ma una buona occasione comunque per vedere un assaggio di quel che succede in Francia. Si replica ancora sabato alle 20,45 e domenica, nel pomeriggio alle 15,30.

 

Elio Rabbione

 

Le immagini dello spettacolo sono di Simon Gosselin e Juliette Parisot

Le riprese di “Fast and furious” mandano in tilt il traffico

Le riprese del film “Fast and furious” hanno reso impossibile la viabilità in zona Gran Madre. Alcuni automobilisti hanno impiegato un’ora per fare poche decine di metri, grazie anche ai tanti curiosi che si fermano nella zona a scattare foto con il telefonino. Nonostante le 20 pattuglie dei vigili urbani i disagi alla circolazione sono stati notevoli

 

IL COMMENTO Di Pier Franco Quaglieni

Il prof. Quaglieni

Dal 24 maggio al 7 giugno per le riprese del filmFast X” il divieto di transito nelle vie e nei corsi di Torino sarà a volte totale, altre volte parziale e riguarderà anche i pedoni e le biciclette oltre le odiate automobili. Due settimane di lavorazione per dieci giorni consecutivi di blocchi anche a sorpresa che genereranno il caos. Capisco che il Comune sia alla ricerca frenetica di soldi per cedere il suolo pubblico, ma in primis ci sono i diritti dei cittadini e di chi lavora. Non tutti possono bighellonare perché hanno il reddito di cittadinanza. Il discorso della promozione turistica è marginale, se si guarda da vicino l’assurdo blocco della città, forse approvato se non voluto dall’ineffabile assessor* Foglietta. Verranno inoltre vietati i permessi di sosta sulle strisce blu nelle vie limitrofe. Hanno dato in affitto la città per dieci giorni ad un colosso del cinema. Questa e’ la verità. Anche le aree taxi verranno spostate. Persino la navigazione sul Po verrà bloccata. Sono interessati la Crocetta, corso Massimo d’Azeglio,viale partigiani dietro a piazza Castello, la zona Crimea,i ponti sul Po,Lungo Po Cadorna, piazza Vittorio, piazza CLN ,via Tasso, via Milano ecc. L’elenco è molto più lungo. Vogliono costringere i torinesi a tornare ad essere dei bugia nen nel senso peggiore. Capisco tutti i discorsi di rilancio dell’immagine di Torino, ma queste operazioni in passato si facevano in agosto. Sono senza memoria i nostri amministratori. D’accordo che via XX settembre è stata bloccata per quasi un anno e che questo fatto è passato nell’indifferenza generale.  Ma lasciar mettere le mani sulla città da un’ impresa privata e’ un grave errore e uno schiaffo ai torinesi che lavorano. Signor Sindaco intervenga, per ridurre al minimo i gravi disagi annunciati ,visto che il disastro e’ fatto.  Grazie.

Premio Lattes. Bravi i traduttori italiani… troppo spesso ignorati!

Annunciati le traduttrici e i traduttori dal cinese, finalisti al “Premio biennale Mario Lattes per la Traduzione”

Monforte d’Alba (Cuneo)

“Il traduttore letterario è colui che mette in gioco tutto se stesso per tradurre l’intraducibile”: Italo Calvino dixit. Quel Calvino grande scrittore che tutti abbiamo imparato a conoscere, ma anche meticoloso traduttore, perfetto pur anche nel confrontarsi con quel “bizzarro modo di scrivere” del francese Raymond Queneau de “I fiori blu”. Meticoloso e attento, parola per parola centellinata nelle più varie sfumature per non cancellare il senso profondo della scrittura d’origine. Esercizio non facile, su cui si saranno messi indubbiamente di buzzo buono anche gli otto finalisti (cinque le opere selezionate) della seconda edizione del “Premio biennale Mario Lattes per la Traduzione” promosso dalla “Fondazione Bottari Lattes” di Monforte d’Alba (in collaborazione con l’Associazione culturale “Castello di Perno” e il Comune di Monforte d’Alba) e dedicato, quest’anno, alla “letteratura contemporanea in lingua cinese”. Questi i loro nomi e le opere selezionate, edite in Italia fra il 2020 e il 2021: Marco Botosso  e Maria Teresa Trucillo traduttori di “Colora il mondo” di Mu Ming (Future Fiction); Maria Gottardo e Monica Morzenti traduttrici di “I due Ma, padre e figlio” di Lao She (Mondadori); Patrizia Liberati Maria Rita Masci traduttrici de “Il dizionario di Maqiao” di Han Shaogong (Einaudi); Nicoletta Pesaro traduttrice di “Grida” di Lu Xun (Sellerio); Silvia Pozzi traduttrice di “Pechino pieghevole” di Hao Jingfang (add editore).

La cerimonia di premiazione (ad ingresso libero, con la possibilità di essere anche seguita in diretta streaming sulla pagina Facebook della Fondazione) si svolgerà sabato 25 giugno, alle 17, nel giardino del Castello di Perno (Cuneo) nel cuore delle Langhe, “Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco”,  condotta da Stefania Soma, in arte Petunia Ollister, esperta di valorizzazione dei beni culturali e comunicazione, creatrice dei #bookbreakfast da migliaia di follower su Instagram. In quell’ occasione si terrà una tavola rotonda, con le traduttrici e i traduttori finalisti, cui interverranno i giurati del Premio: Anna Battaglia, Melita Cataldi, Mario MarchettiAntonietta Pastore (membri della Giuria stabile) e Silvia Piera CalamandreiStefania Stafutti e Giovanni Vitiello (membri della Giuria specialistica per la lingua cinese). Sottolinea Caterina Bottari Lattes, presidente della “Fondazione”, nata nel 2009 con lo scopo principe di rendere memoria al nome e alla figura del marito Mario Lattes, editore scrittore artista poliedrico e fra i nomi più prestigiosi del panorama culturale del nostro Novecento: “Con il ‘Premio Mario Lattes per la Traduzione’ intendiamo porre l’attenzione sul fondamentale ruolo dei traduttori nella diffusione della letteratura e sull’impareggiabile contributo della traduzione nell’avvicinare popoli e culture differenti, abbattendo muri ideologici, creando ponti culturali e favorendo il dialogo”. Con questa iniziativa, nello specifico, la “Fondazione” si prefigge di promuovere la conoscenza di culture e autori meno noti al pubblico italiano e, al contempo, di incoraggiare la traduzione in italiano delle loro opere più significative per qualità letteraria e profondità di contenuti, riflessioni e testimonianza. “Il tutto nella piena consapevolezza – conclude la presidente – che la traduzione non si risolve in una semplice trasposizione di parole da una lingua all’altra e nello spostamento di un segno linguistico da un codice all’altro, ma è una disciplina che sa trasferire pensieri e concezioni tra culture diverse, con le quali il traduttore instaura un profondo legame”.

g.m.

Per info“Fondazione Bottari Lattes”, via Marconi 16, Monforte d’Alba (Cuneo); tel. 0173/789282 o www.fondazionebottarilattes.it

Nelle foto:

–       Castello di Perno (Cuneo)

–       Caterina Bottari Lattes

28 maggio 2017, Totti gioca l’ultima partita e si ritira

ACCADDE OGGI Una data storica per i tifosi della Roma e per tutti gli amanti del calcio.L’ultima bandiera viene ammainata.All’età di 41 anni,in quel giorno,Francesco Totti gioca la sua ultima partita con il club giallorosso.La gara è  Roma-Genoa fondamentale per la Champions League e finito con il risultato di 3-2 al 90′.
Dopo la fine del match, l’ex capitano inizia un lunghissimo e commovente  giro di campo e lege una lettera di dodici minuti al suo popolo presente in uno Stadio Olimpico esaurito in ogni ordine di posti.Un modo per suggellare 25 anni di carriera, in cui l’attaccante ha disputato 786 partite e messo a segno 307 gol.
Secondo posto nella classifica dei marcatori di serie A di tutti i tempi con 250 reti,dietro solo al mitico Giuseppe Meazza.Il palmares personale del Capitano vanta

Scudetto: 1 (2000-2001)

Supercoppa italiana: 2 (2001, 2007)

Coppa Italia: 2 (2006-2007, 2007-2008)

Campionato d’Europa Under-21: Spagna 1996

Campionato mondiale: Germania 2006

Enzo Grassano

 

Sotto il Cervo. La Palazzina di Caccia apre i suoi spazi segreti

28-29 maggio 2022

PASSEPARTOUT

 

 

“Passepartout” è il programma di visite guidate straordinarie alla (ri)scoperta degli spazi segreti, normalmente chiusi al pubblico, della Palazzina di Caccia di Stupinigi. Sabato 28 e domenica 29 maggio “Passepartout” permette di raggiungere la sommità della cupola juvarrianaper camminare lungo i suggestivi balconi concavi/convessi che affacciano sul grandioso salone centrale, guardare da vicino il tetto a barca rovesciata di Juvarra dalla complessa orditura in legno e ammirare dall’alto un panorama unico che si estende a 360 gradi sotto il cervo, simbolo della Palazzina di Caccia di Stupinigi.

“Sotto il cervo”, infatti, è una visita esclusiva al meraviglioso ambiente ligneo che ospita la cupola del padiglione centrale, realizzato da Filippo Juvarra. Dal grandioso salone centrale ovale a doppia altezza si percorrono 50 gradini per raggiungere la caratteristica balconata ad andamento concavo-convesso e infine arrivare, attraverso una stretta scala a chiocciola di ulteriori 50 scalini, alla sommità della cupola juvarriana per ammirare lo straordinario tetto a padiglione sorretto da una complessa orditura in legno e riconoscere dall’alto il grandioso progetto architettonico di Juvarra che con perfette geometrie, lungo un asse longitudinale che porta con lo sguardo fino a Torino, realizza un impianto scenografico straordinario per l’epoca.

Per partecipare alla visita guidata è obbligatoria la prenotazione. I visitatori saranno muniti di caschetto di protezione. Non è consentito l’accesso con borse e/o zaini ingombranti. Lo spazio non è agibile a persone con disabilità. Le visite sono limitate a un numero massimo di 10 persone.

 

CALENDARIO

 

_Sotto il cervo – Visita alla cupola juvarriana

Sabato 28 e domenica 29 maggio, ore 10.30, 12, 14.30 e 16

Sabato 24 e domenica 25 settembre, ore 10.30, 12, 14.30 e 16

 

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

www.ordinemauriziano.it

 

Le visite guidate “Passepartout” sono in programma esclusivamente nei giorni segnalati alle ore 10.30, 12, 14.30 e 16. Durata: un’ora circa.

Il costo di 20 euro comprende la visita guidata e l’ingresso a prezzo ridotto in palazzina. Prenotazione obbligatoria al numero: 011 6200634.

I single aumentano e comprano casa a Torino

L’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha analizzato le compravendite realizzate attraverso le agenzie attive nelle grandi città italiane nel 2021. L’obiettivo è quello di stilare una classifica con le percentuali di acquisto da parte di single. La componente “single” è composta dalle compravendite concluse da single, divorziati, separati e vedovi.

Dalle analisi emerge che le prime tre città per compravendite di single sono Bologna, Milano e Torino, tre realtà in cui la popolazione single è cresciuta molto nel corso degli ultimi anni. Sono città con un’elevata attrattività lavorativa e la presenza di importanti atenei, con una forte prevalenza di studenti universitari e di lavoratori fuori sede che, quasi sempre, dopo un periodo in affitto acquistano l’abitazione.

Nel 2021 è Bologna la città con il più alto tasso di acquisto da parte di single (49,5%). Segue a breve distanza Milano (48,8%), città che nel 2020 era al comando di questa speciale classifica. Bologna riconquista quindi il primato che aveva perso nel 2020 a favore di Milano. A Bologna nel 2019, prima della pandemia, gli acquisti da parte di single si attestavano al 43,5%, per scendere poi al 41,5% nel 2020 in piena emergenza covid e infine salire al 49,5 nel 2021. Anche Milano, rispetto al 2020, evidenzia un aumento di acquisti da parte di single, si passa infatti dal 46,5% al 48,8% del 2021.

Al terzo posto si conferma Torino (39,1%), così come era accaduto nel 2020 quando la percentuale era sostanzialmente la stessa.

Genova, Roma, Verona e Firenze si attestano su percentuali che rispecchiano la media delle grandi città (intorno al 36,3%) e confermano le posizioni che occupavano anche nel 2020 (eccezion fatta per Roma che precedeva Genova).

Anche nel 2021 Bari, Palermo e Napoli si confermano le città con i tassi più bassi di acquisti da parte di single, rispettivamente con il 29,3%, il 28,3% e il 26,7%. Rispetto al 2020 Napoli e Palermo vedono un lieve rialzo delle percentuali, mentre a Bari diminuisce ulteriormente la componente di acquisti da parte di single.

Fonte: Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa

“Lepanto. I piemontesi combattono” Al Centro Studi Piemontesi

Lunedì 30 maggio riprendono gli incontri in sede

Lunedì 30 maggio alle ore 17.30

presentazione del libro

Lepanto I piemontesi combattono

di Massimo Alfano

e Giorgio Enrico Cavallo

Pathos edizioni

Con gli Autori

interviene

Giorgio Federico Siboni

Università di Milano

 

La battaglia navale di Lepanto fu una grande vittoria dell’occidente cristiano contro l’oriente musulmano. Fu tuttavia una vittoria non sfruttata che non portò un risultato strategico. Dal punto di vista del Ducato di Savoia gli obiettivi della grande strategia mediterranea erano qualcosa di relativamente lontano. C’era invece la necessità di affermare la propria esistenza in ambito marittimo, quale alleato efficace e determinato. La determinazione e l’efficacia caratterizzavano i due grandi interpreti che la storia offrì al ducato in quegli anni: Emanuele Filiberto di Savoia e Andrea Provana di Leynì. La partecipazione, con la totalità delle proprie forze navali, alla campagna che portò a Lepanto, non fu semplicemente una scelta di opportunità politica, ma fu principalmente la testimonianza dell’impegno del Ducato di Savoia nel sostenere e propugnare il proprio modello di civiltà.

Info e prenotazioni: 011 537486; info@studipiemontesi.itwww.studipiemontesi.it

La conferenza potrà essere seguita in differita sul

Canale YouTube del Centro Studi Piemontesi

“Alla ricerca di Vivian Meier”, il documentario al Cinema Massimo

TORINO | CINEMA MASSIMO (via Verdi 18)
DOMENICA 29 MAGGIO 2022, ORE 18.15

PROIEZIONE DEL DOCUMENTARIO ALLA RICERCA DI VIVIAN MAIER
(Finding Vivian Maier)
DI JOHN MALOOF E CHARLIE SISKEL

Introduce la serata Edoardo Accattino.

 

In occasione della mostra Vivian Maier. Inedita, allestita fino al 26 giugno 2022, alle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino, domenica 29 maggio, alle ore 18.15, il Cinema Massimo (via Verdi 18, Torino) ospita la proiezione del documentario Alla ricerca di Vivian Maier (Finding Vivian Maier) di John Maloof e Charlie Siskel, già candidato al Premio Oscar nel 2015.

La serata, organizzata dal Museo Nazionale del Cinema e Ares srl, sarà introdotta da Edoardo Accattino.

Alla ricerca di Vivian Maier (84’) – proposto in versione originale sottotitolata in italiano – è il cine-ritratto della storia privata e professionale di Vivian Maier, raccontato attraverso immagini inedite, filmati e interviste. Da New York alla Francia a Chicago, John Maloof e Charlie Siskel indagano il mistero di questa donna, giramondo e fotografa autodidatta: i ricordi discordanti delle famiglie per cui aveva lavorato come bambinaia, il lato oscuro di una donna che in vita aveva scelto di celare se stessa e la propria arte.

Ingresso: € 5.00; è possibile prenotarsi online al sito: www.vivianmaier.it

La rassegna Vivian Maier. Inedita si prefigge di raccontare aspetti sconosciuti o poco noti della misteriosa vicenda umana e artistica di Vivian Maier, approfondendo nuovi capitoli o proponendo lavori finora inediti, come la serie di scatti realizzati durante il suo viaggio in Italia, in particolare a Torino e Genova, nell’estate del 1959.

La mostra, curata da Anne Morin, è co-organizzata da diChroma e dalla Réunion des Musées Nationaux – Grand Palais, prodotta dalla Società Ares srl con i Musei Reali e il patrocinio del Comune di Torino, e sostenuta da Women In Motion, un progetto ideato da Kering per valorizzare il talento delle donne in campo artistico e culturale. L’esposizione presenta oltre 250 immagini, molte delle quali inedite o rare, come quelle a colori, scattate lungo tutto il corso della sua vita. A queste si aggiungono dieci filmati in formato Super 8, due audio con la sua voce e vari oggetti che le sono appartenuti come le sue macchine fotografiche Rolleiflex e Leica, e uno dei suoi cappelli.

Catalogo Skira.

Torino, maggio 2022

Proiezione del documentario
Alla ricerca di Vivian Maier (Finding Vivian Maier)
Torino, Cinema Massimo (via Verdi 18)
Domenica 29 maggio 2022, ore 18.15

Ingresso: € 5.00

Informazioni e prenotazioni: www.vivianmaier.it

Mostra
VIVIAN MAIER. INEDITA
Torino, Musei Reali | Sale Chiablese (piazza san Giovanni 2)
Fino al 26 giugno 2022

Orari:
dal martedì al venerdì dalle 10.00 alle 19.00; sabato e domenica dalle 10.00 alle 21.00
Informazioni:
Tel. 338 169 1652; info@vivianmaier.it
www.vivianmaier.it

Ufficio stampa Musei Reali Torino
Spin-To – Comunicare per innovare
T. +39 011 19712375
museirealitorino@spin-to.it
Dora Mercurio (Stampa locale e nazionale)
M. +39 334 1078066| mercurio@spin-to.it
Stefano Fassone (Responsabile Ufficio Stampa)
M. +39 347 4020062 | fassone@spin-to.it
Torino, Corso Duca d’Aosta 1
Milano, viale Premuda 38/A
www.spin-to.it

Ufficio stampa mostra
CLP Relazioni Pubbliche
Anna Defrancesco, T. +39 02 36755700: M. +39 349 6107625
anna.defrancesco@clp1968.it; www.clp1968.it

Panza (Lega) – Autonomia idroelettrica: confermata nel DDL Concorrenza la regionalizzazione

Concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche

La riassegnazione delle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche non verrà modificata dal DDL Concorrenza. I beni costituenti quelle che vengono definite le “opere bagnate” infatti passeranno senza compenso in proprietà alle Regioni o alle Province Autonome, che potranno poi procedere a riassegnarne l’utilizzo, non la proprietà che rimane in capo alle regioni, andando a stipulare nuovi contratti di concessione. Questo permetterà di rivedere i contratti di concessione siglati nel passato, alcuni anche 70 anni fa, con gli operatori idroelettrici.
I nuovi contratti di concessione saranno una straordinaria occasione di sviluppo – dichiara l’europarlamentare Alessandro Panza, responsabile delle politiche per le aree montane della Lega –  che porterà risorse e benefici ai territori dove sono allocati i grandi impianti delle centrali idroelettriche. Consentiranno un’equa remunerazione all’operatore che si aggiudicherà la concessione per il periodo previsto, da 30 fino a 50 anni, e saranno improntati alla tutela dei territori, agli investimenti sugli impianti e alla gestione coordinata delle risorse idriche, conciliando i diversi interessi legati agli impianti e ai territori, passando dallo sviluppo degli impianti alla fruizione della montagna, dalla gestione dei livelli dei laghi alle necessità dell’irrigazione.
Doveroso il ringraziamento al senatore Paolo Ripamonti, relatore del provvedimento al Senato, in un grande lavoro della Lega che ha concretamente tutelato i territori e che con questo provvedimento dà un impulso significativo anche a quel concetto di autonomia che tanto ci è caro – conclude Panza.
Così in una nota l’europarlamentare Alessandro Panza,  responsabile delle politiche per le aree montane della Lega

Tagli Iveco, Costanzo: Orlando si attivi

“SI ADOPERI PERCHE’ VENGANO INGLOBATI IN IVECO CON CLAUSOLA SOCIALE”

“Da settimane gli operai di Meridiana, cooperativa cui Iveco ha appaltato la logistica, scendono in piazza e scioperano contro il licenziamento collettivo di 40 lavoratori. Il motivo è che Iveco ha optato per l’internalizzazione delle attività di Meridiana e ora vuole lasciare a casa chi per anni ha contribuito a portare avanti il gruppo. Trovo inspiegabile e vergognoso che Iveco – che produce veicoli industriali e bellici sta vivendo un periodo roseo, anche grazie al conflitto in Ucraina decida di lasciare a casa numerosi operai specializzati e di lunga esperienza. Per questo ho depositato un’interrogazione al Ministro Orlando: batta un colpo e per una volta si faccia sentire. I lavoratori devono essere immediatamente inglobati in Iveco attraverso la clausola sociale che favorisce la stabilità occupazionale del personale impiegato”. Così in una nota la deputata Jessica Costanzo (Italexit).