A cura di piemonteitalia.eu
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In occasione del 2050° anniversario della fondazione di Aosta, il pioniere della street art italiana ha ideato una serie di opere murali che traducono in linguaggio contemporaneo la complessità storica, archeologica, geografica e culturale della città.
Il primo lavoro, dipinto sulla parete della Scuola Primaria “Giovanni Pezzoli”, avrà come soggetto la figura di Giano Bifronte, divinità tra le più antiche del culto pubblico romano.
Martedì 2 settembre alle ore 14.30, il contesto urbano di Aosta accoglie una operazione artistica di grande profilo.
Ozmo, pseudonimo di Gionata Gesi (Pontedera, PI, 1975) pioniere della street art italiana, artista conosciuto e apprezzato a livello internazionale, ha ideato una serie di opere murali, capaci di tradurre in linguaggio contemporaneo la complessità storica, geografica e culturale della città, che saranno ospitate sulle pareti di alcuni edifici particolarmente significativi, all’interno del tessuto cittadino di Aosta.
L’iniziativa, promossa e sostenuta dal Comune di Aosta, s’inserisce nel novero delle manifestazioni di AOSTAE 2025, il palinsesto di eventi organizzato per celebrare il 2050° anniversario della fondazione del capoluogo aostano.
Per la prima volta in Italia, un tale progetto è stato affidato a un unico artista che per l’occasione ha creato un itinerario di murali, inizialmente limitato a due pareti, ma che si svilupperà in un futuro prossimo in altri spazi, con lavori che dialogano con il patrimonio identitario di Aosta: il paesaggio alpino (natura), la memoria di epoca preistorica (passato), la condizione di frontiera (identità).
L’operazione non è quindi un murale monumentale isolato, ma una regia diffusa che invita lo spettatore a ricomporre i frammenti in un racconto unitario. Ogni parete, pensata in una sorta di proiezione maieutica, non introduce un messaggio esterno, ma fa emergere ciò che già esiste in forma latente nel paesaggio urbano e nella comunità che lo abita.
“Nell’anno delle celebrazioni per i 2050 anni della nostra città, Aosta si specchia svelando un suo volto antico e nuovo, trasformando muri in portali nei quali ci immergiamo scoprendo storie che parlano di noi – sottolinea Samuele Tedesco, assessore alla cultura e alle politiche giovanili del Comune di Aosta. Gli interventi di Ozmo, artista internazionale, ci dimostrano che Aosta in questi anni ha saputo rinnovarsi senza paura nei suoi linguaggi e nelle sue forme, senza nostalgia, ma con profondo coraggio. Il Giano, Dio dei Passaggi, diventa dunque un monito per ribadire che le soglie non servono per restare fermi, ma per andare oltre e proseguire nel cammino, nella scoperta di nuove visioni”.
“Questo progetto murale – afferma Ozmo – si sviluppa in alcuni luoghi distinti della città, che corrispondono a soglie simboliche che riportano a macrotemi come la natura, l’origine e la storia della città e la sua identità”.
Il primo murale è collocato sulla parete della Scuola Primaria “Giovanni Pezzoli” (via Parigi 137), il cui edificio si affaccia direttamente sulla Strada Statale 26, che ripercorre il tracciato della Via delle Gallie romana, segnando un confine simbolico tra Aosta antica – con Porta Praetoria, il criptoportico e l’assetto urbano romano – e la città moderna che si sviluppa lungo nuovi assi e infrastrutture.
Il soggetto del murale è la figura di Giano Bifronte, divinità tra le più antiche del culto pubblico romano, solitamente riprodotto come un busto con due volti che osservano in direzioni opposte.
Il Giano di Ozmo volge lo sguardo verso la viabilità e verso il complesso scolastico, a significare quanto la figura mitologica non si presenti solo come nume della strada, ma anche iniziatore e protettore del percorso formativo individuale. Giano diventa così una figura di sintesi tra stratificazione urbana e formazione personale, tra infrastruttura antica e individuo in costante divenire.
Il secondo sarà posto sul muro della Scuola Cerlogne, in corso Saint Martin de Corléans, nelle vicinanze di una delle più antiche testimonianze simbolico-spirituali d’Europa, ovvero l’area megalitica di Aosta che conserva la stele antropomorfa risalente al terzo millennio a.C., esposta in permanenza al MegaMuseo – Museo Archeologico Contemporaneo, che sorge proprio di fronte al complesso didattico.
Proprio questa stele, che si presenterà con una veste che ricorda un personaggio dei fumetti, diventerà ponte tra le varie epoche, lasciando emergere echi di un passato remoto, con trame capaci di connettere i bambini di oggi con le radici preistoriche della città.
CON L’ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE REGINA ELENA ODV
Sabato 30 agosto 2025 l’Associazione Internazionale Regina Elena Odv ha organizzato a Castiglione Falletto (CN) una commemorazione dell’800° anniversario del legame del Comune con la famiglia Falletti.
Hanno concesso il patrocinio all’evento: il Consiglio Regionale del Piemonte, la Provincia di Cuneo e il Comune di Castiglione Falletto.
Nel 1225 la Marchesa Alasia del Monferrato, reggente al trono del Marchesato di Saluzzo per il nipote il Marchese Manfredo III, concesse questo feudo a Bertoldo Falletti. Castiglione rappresentava infatti un unicum: era un’isola del Marchesato di Saluzzo nelle Langhe.
La commemorazione dell’800° anniversario di questo importante atto, che segnò la storia del Comune langarolo, si è tenuta nella Chiesa Confraternita dei Disciplinanti ed è stata aperta dai saluti del Sindaco Piero Eirale e di Christian Rocco, Consigliere Comunale di Novello.
Dario Destefanis, Consigliere Comunale delegato agli eventi e autore di eccellenti libri storici sul territorio, nel suo magistrale intervento ha raccontato la storia dei Falletti a Castiglione: la loro presenza nel Comune è attestata a partire da metà Trecento, quando diedero al maniero le sue forme quasi attuali. Furono sempre vicini alla comunità nei momenti di necessità, prestando denaro e facendoselo restituire in grano o vino.
L’ultimo loro esponente fu Alessandro, che si spense nel 1709 a Bra a casa del nipote Giovanni Tommaso Brizio, lasciandogli in eredità il Castello di Castiglione Falletto e tutte le proprietà a condizione che lui e i suoi discendenti prendessero il cognome Brizio Falletti.
I Brizio Falletti, tutt’oggi esistenti, cedettero il maniero castiglionese ai Conti Patrizio di Scagnello, i quali nel 1871 lo alienarono a loro volta ai Vassallo di Dogliani.
Lo scrivente ha fatto scoprire al pubblico la storia del Marchesato di Saluzzo e dei suoi sovrani: nel 1142, diciassette anni dopo la morte del Marchese di Savona Bonifacio del Vasto, gli otto figli avuti dalla seconda moglie Agnese di Vermandois si spartirono i possedimenti paterni: Manfredo fu il capostipite dei Marchesi di Saluzzo, il cui territorio aveva come confini le Alpi e i fiumi Po e Stura di Demonte. Alla sua morte nel 1175 gli succedette il figlio Manfredo II, che fu il primo sovrano saluzzese a venire qualificato ufficialmente come tale. Egli prima del 1173 sposò Alasia del Monferrato, figlia del Marchese Guglielmo V. Dalla loro unione nacquero cinque figli, tra i quali l’erede al trono Bonifacio, che premorì al padre. Al decesso di Manfredo II nel 1215 il trono passò quindi al nipote Manfredo III, di appena undici anni, nato dall’unione tra il sopraccitato Bonifacio e Maria di Torres. Ad esercitare la reggenza fu la Marchesa Alasia, la quale rimase accanto al nipote fino alla sua morte avvenuta nel 1232. Ella seppe creare una solida alleanza tra i Marchesati di Saluzzo e del Monferrato, fu protettrice e sostenitrice dei trovatori, compositori ed esecutori della poesia lirica occitana e nel 1225, come spiegato dal Consigliere Destefanis, concesse il feudo di Castiglione a Bertoldo Falletti. Concordò inoltre con il Conte di Savoia Tommaso I le nozze di suo nipote con Beatrice, primogenita del futuro Conte di Savoia Amedeo IV, che vennero celebrate nel 1235.
Il suo discendente il Marchese di Saluzzo Ludovico II, dalla seconda consorte Margherita di Foix- Candale ebbe cinque figli: quattro di loro furono gli ultimi sovrani del piccolo Stato Piemontese. Alla sua morte nel 1504 gli succedette il primogenito Michele Antonio, sotto la reggenza della madre. Quando egli si spense nel 1528 la corona passò al fratello Giovanni, inviso dalla mamma perché era filo imperiale e si opponeva all’influenza che la Francia esercitava sul marchesato dal 1375. Proprio per questo, dopo appena sette mesi, Giovanni venne deposto dal Re di Francia Francesco I, il quale era stato fomentato dalla Marchesa Margherita! Il trono andò quindi al fratello minore Francesco, molto più malleabile. Il destino volle però che quest’ultimo si stancò ben presto di una madre così invadente, il cui unico obiettivo era quello di continuare ad esercitare il potere e la costrinse così a tornare nella sua terra natale, dove si spense nel 1536. Alla morte l’anno seguente di Francesco, divenne marchese suo fratello minore Gabriele, Vescovo di Aire, il quale posò l’abito talare per cingere una corona ormai solo più formale, in quanto i francesi avevano occupato il marchesato. Le sue nozze con Maddalena di Annebault celebrate il 10 dicembre 1544 nella Cappella marchionale di Revello rappresentarono “il canto del cigno” del Marchesato di Saluzzo. Gli invasori il 23 febbraio 1548, dopo aver accusato Gabriele di cospirazioni filo imperiali, lo rinchiusero nella fortezza di Pinerolo, città dove egli morì il 29 luglio seguente dopo aver mangiato un melone, molto probabilmente fatto avvelenare proprio dai francesi, i quali annessero il Marchesato di Saluzzo. Questo territorio venne occupato nel 1588 dal Duca di Savoia Carlo Emanuele I e diventò sabaudo con il Trattato di Lione del 1601.
Il Comitato per la tutela del patrimonio e delle tradizioni dell’Associazione Internazionale Regina Elena Odv ha quindi conferito uno speciale attestato di benemerenza al Comune di Castiglione Falletto, a Gianni Boffa, ad Alfio Cavallotto e al Consigliere Destefanis.
Successivamente Alfio Cavallotto, contitolare della Tenuta Cavallotto e comproprietario del castello con la famiglia Reviglio della Venaria, quest’ultima erede dei Vassallo di Dogliani, ha ospitato i presenti sulla terrazza del maniero per un brindisi con vista mozzafiato sulle Langhe. Egli ha spiegato l’intervento di ristrutturazione che sta interessando l’edificio, illustrando i rifacimenti già terminati, come quelli riguardanti le scuderie e le cucine medievali militari e quelli ancora in corso, tra i quali quello riguardante la torre centrale. Una volta terminati i lavori il castello verrà aperto al pubblico.
Alla cerimonia l’Associazione Internazionale Regina Elena Odv è stata rappresentata dal Vice Segretario Amministrativo Nazionale e dal Fiduciario di Chivasso Silvano Borca con la consorte.
Tra i presenti: Piero Eirale, Sindaco di Castiglione Falletto; Dario Destefanis, Consigliere Comunale delegato agli eventi; Christian Rocco, Consigliere Comunale di Novello; Don Antonello Pelisseri, Parroco di Castiglione Falletto e Alfio Cavallotto, comproprietario del maniero.
La cerimonia è stata impreziosita dalla presenza dei rievocatori “La Gente di Nichilinum del medioevo”, impersonata dal Gruppo Storico Conte Occelli.
ANDREA CARNINO
Si è chiusa la sessione estiva 2025. La Juventus ha puntato su rinforzi mirati e riscatti strategici, confermando ambizioni immediate e continuità nel progetto tecnico.
Il Torino ha invece avviato una mini-rivoluzione, con molte uscite e nuovi innesti funzionali, puntando su sostenibilità e ricambio generazionale.
Ora tocca al campo dire se le scelte pagheranno.
Acquisti Juventus:
Joao Mario
David
Zhegrova
Openda
Acquisti Torino
Anjorin
Ismajli
Israel
Ngonge
Aboukhlal
Simeone
Asllani
Nkounkhou
Enzo Grassano
La procura ha aperto un fascicolo conoscitivo sulla morte di una paziente psichiatrica di 40 anni ricoverata in una struttura di Collegno. La donna stava mangiando una brioche e un boccone le avrebbe ostruito le vie respiratorie, causandone il decesso. I familiari avrebbero trovato sangue accanto al corpo e per questo hanno chiesto approfondimenti.
Si è svolto questa mattina, al Grattacielo Piemonte, in videocollegamento con gli Enti interessati, il primo incontro di presentazione del progetto del nuovo Ospedale di Torino Nord, convocato dal presidente della Regione, Alberto Cirio, in accordo con l’assessore alla Sanità, Federico Riboldi e l’assessore al Welfare Maurizio Marrone, in occasione dell’apertura della Conferenza dei Servizi per l’approvazione del Progetto di fattibilità tecnico-economica (PFTE).
Oggi prende il via anche la Conferenza dei Servizi per il nuovo ospedale di Savigliano che prevede lo stesso iter di approvazione, per la trasmissione del progetto a Inail entro la fine dell’anno per il finanziamento.
All’incontro hanno partecipato il direttore dell’Asl Città di Torino Carlo Picco, insieme ai progettisti, oltre a rappresentanti del Comune di Torino, di Città Metropolitana di Torino, della Soprintendenza per i beni archeologici, belle arti e per il paesaggio, dell’Agenzia interregionale per il fiume Po, di ARPA, del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche, del Politecnico di Torino, che ha predisposto le linee guida alla progettazione poste a base della gara per la selezione dei professionisti.
L’iniziativa nasce da una visione condivisa tra Regione Piemonte, ASL Città di Torino e Città di Torino, formalizzata con il Protocollo d’Intesa del 18 aprile 2023 finalizzato alla realizzazione del nuovo ospedale cittadino.
«Ho voluto che l’avvio oggi della Conferenza dei servizi avesse anche la veste formale di un incontro perché ritengo che sia estremante importante cristallizzare questo che è a tutti gli effetti un momento storico. Siamo alla fase operativa di un intervento strategico per la città e per il Piemonte, visto che da 70 anni a Torino non si progettava un nuovo ospedale – dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio – E’ un intervento su cui c’è piena condivisione a livello istituzionale: c’è stata quando abbiamo dovuto scegliere l’area e c’è oggi che entriamo nel vivo del progetto che dovrà essere esaminato nei prossimi 60 giorni, per la trasmissione entro fine anno a Inail che provvederà alla realizzazione e al finanziamento con l’obiettivo di completare l’opera entro il 2031.
Nella giornata di oggi prende il via anche la conferenza dei servizi per il nuovo ospedale di Savigliano, che seguirà lo stesso iter di finanziamento da parte di Inail e che rappresenta un ulteriore tassello del complesso piano di edilizia sanitaria che, dopo tanti anni in cui non si investiva in nuovi ospedali, rappresenta una vera rivoluzione per la sanità pubblica della nostra regione».
«Anche per l’ospedale della Città di Torino stiamo procedendo spediti verso la sua realizzazione, così come sta avvenendo per le altre opere del grande piano di edilizia sanitaria della Regione Piemonte da quasi 5 miliardi di euro, il più importante investimento dal dopoguerra ad oggi, che darà ai cittadini piemontesi nuove strutture all’avanguardia per una sanità sempre più vicina ai bisogni dei pazienti e della comunità – spiega l’assessore alla Sanità Federico Riboldi – Con il Parco della Salute e della Ricerca e con il nuovo ospedale cittadino, Torino avrà finalmente, nel giro di pochi anni, 2 grandi strutture nuove e moderne in grado di soddisfare le esigenze della popolazione».
«La Conferenza dei Servizi è la sede giusta per avere garanzie circa il superamento di qualsiasi criticità legata alla tenuta idrogeologica e viaria del sito individuato, così da arrivare al taglio del nastro di un nuovo ospedale necessario il prima possibile e con una comunità territoriale unita e coesa» aggiunge l’assessore al Welfare Maurizio Marrone.
«Il Nuovo Ospedale andrà a superare il Maria Vittoria, che oggi opera in spazi angusti, con problemi strutturali evidenti e senza possibilità di espansione. Eppure è l’ospedale con il maggior numero di accessi al Pronto Soccorso in Piemonte: era quindi indispensabile non allontanarci troppo dalla sede originaria- sottolinea il direttore Carlo Picco- Abbiamo lavorato in grande comunione di intenti con Regione, Comune, Politecnico di Torino e tutti gli Enti coinvolti. Il risultato sarà un Ospedale da oltre 500 posti letto che potrà davvero cambiare la fisionomia sanitaria della Città e dare ai Cittadini una risposta moderna ed efficiente. Questo progetto è nato dal nulla a fine 2022, grazie alla disponibilità di INAIL a finanziare l’edilizia sanitaria: in tempi rapidissimi abbiamo siglato un Protocollo d’Intesa, individuato l’area e avviato la gara senza ricorsi. Oggi possiamo dire che per Torino si tratta di un risultato epocale. Ora dobbiamo spingere sull’acceleratore per arrivare entro fine anno con il progetto validato e consegnato a INAIL, così da procedere rapidamente con i lavori».
Fin dalle prime fasi, il progetto è stato sviluppato con il supporto scientifico del Politecnico di Torino, con l’obiettivo di definire linee guida innovative e pienamente coerenti con le tempistiche previste da INAIL. Il Nuovo Ospedale dell’ASL Città di Torino si propone infatti come risposta concreta alle criticità emerse durante l’emergenza pandemica e rappresenta un passo decisivo per superare le attuali limitazioni strutturali degli ospedali Maria Vittoria e Amedeo di Savoia, ormai non più adeguati ai modelli organizzativi contemporanei e offrire alla città e all’area metropolitana un presidio di cura innovativo e moderno. L’intervento si inserisce nella più ampia pianificazione socio-sanitaria regionale che prevede un piano di edilizia sanitaria di oltre 4,5 miliardi di euro: un cifra record per un piano che prevede la realizzazione di 11 nuovi ospedali, 4 ampliamenti e grandi ristrutturazioni, 91 case di comunità, 30 ospedali di comunità e 49 centrali operative territoriali. Il nuovo ospedale di Torino nord sorgerà su un’area comunale di circa 60 mila metri quadrati, compresa tra corso Regina Margherita, Corso Lecce e corso Appio Claudio, la cosiddetta area dei giostrai.
Ad aggiudicarsi la gara di progettazione è stato il Raggruppamento Temporaneo di Progettazione guidato da ATI-Project (mandataria), con SMA Progetti, Ferrari Giraudo e Associati, 3E Ingegneria e P’arcnouveau.
La soluzione proposta prevede un complesso moderno e funzionale articolato in sei torri collegate tra loro, con parcheggi, aree verdi pubbliche e semi-pubbliche, terrazze panoramiche, percorsi pedonali e carrabili definiti, oltre a spazi dedicati alle emergenze e alla terapia intensiva. La nuova struttura ospiterà 503 posti letto e sarà anche un nuovo HUB per il Dipartimento Materno-Infantile dell’azienda sanitaria torinese.
È poi previsto un Blocco Emergenza dedicato, comprensivo di Pronto Soccorso, Blocco Operatorio e interventistico, con accessi indipendenti. Le torri avranno un’altezza massima di cinque piani per quattro degli edifici, con possibilità di futura espansione per le restanti due. I principali impianti tecnologici saranno collocati in copertura, integrati da pensiline fotovoltaiche, in un’ottica di sostenibilità ed efficienza energetica.
Dal punto di vista architettonico, l’involucro unirà materiali tradizionali come il mattone ad ampie vetrate ed elementi contemporanei, in armonia con il contesto urbano torinese.
Con l’apertura della conferenza dei servizi il progetto entra nella fase di valutazione. Gli enti partecipanti hanno infatti a disposizione 60 giorni per far pervenire osservazioni e proposte di modifica al progetto che, al termine del procedimento, sarà trasmesso entro fine anno a INAIL per l’approvazione, il finanziamento-già previsto dal Decreto Interministeriale 5 novembre 2024 – e per la realizzazione.
Quest’iter infatti condurrà alla procedura di gara per la realizzazione che ha un costo complessivo di 347 milioni di euro. Nel corso del 2026 Inail provvederà alla validazione del progetto e alla gara per la realizzazione tramite appalto integrato, La durata prevista dei lavori è di cinque anni. Trattandosi di un’opera pubblica di rilevante complessità finanziata dallo Stato, come previsto dal Codice degli appalti, il progetto è stato trasmesso anche al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, massimo organo tecnico dello Stato, che esprimerà il proprio parere entro i prossimi 45 giorni.
L’assessore alla Cultura Chiarelli: «Segno dell’apprezzamento verso questo patrimonio divulgativo e scientifico su cui continueremo ad investire»
Circa 46 mila ingressi e boom di visitatori il 31 agosto con 2.400 presenze. E’ un agosto da record quello del museo regionale di Scienze Naturali di Torino. L’ingresso gratuito ha attratto turisti e piemontesi, che negli scorsi giorni hanno affollato le sale di via Accademia Albertina.
Nel frattempo, proseguono i lavori che porteranno alla progressiva apertura degli spazi al piano terra del Museo. A contribuire alla presenze anche il progetto di promozione del Museo, che ha portato all’esposizione di una copia in resina dello scheletro di un «Giganotosaurus carolinii»all’ingresso del Grattacielo della Regione Piemonte. Numeri importanti anche per il gigante preistorico, che da quando è stato esposto lo scorso 6 giungo ha attratto la curiosità – dato stimato – di oltre 10 mila persone, in particolare famiglie e scuole.
«I numeri di agosto dimostrano quanto interesse c’è attorno a questo patrimonio divulgativo e scientifico su cui continueremo ad investire – afferma l’assessore alla Cultura del Piemonte Marina Chiarelli –. Abbiamo deciso di rendere il Museo gratuito ad agosto perché crediamo in una cultura per tutti, aperta e condivisa. Le potenzialità del Museo sono molteplici e aumenteranno ulteriormente dopo il completamento dei lavori. Il nostro obiettivo è quello di rendere questo spazio uno dei principali cuori pulsanti dell’apprendimento e della produzione culturale».
«Siamo molto felici della risposta dei cittadini alla nostra iniziativa – sottolinea il direttore del Museo Marco Fino -. Non solo perché il mese di agosto è diventato una grande festa del Museo, ma perché le persone hanno ancora una volta dimostrato quanto siano legati a questo luogo, sostenendoci con la loro presenza anche durante i lavori corso, spingendoci a dare l massimo per continuare con la progressiva riapertura delle sale».
Due cittadini egiziani di 21 e 19 anni sono stati arrestati dalla Polizia di Stato per furto con strappo in concorso.
Nella tarda mattina di sabato, personale del Commissariato Dora Vanchiglia interveniva in corso XI Febbraio per il furto con strappo di una collanina ai danni di una persona anziana. Mentre la vittima era in compagnia del coniuge, uno dei due soggetti, alle spalle, gli strappava il monile in oro e si dava alla fuga con il complice a bordo di un monopattino.
Dopo aver ricevuto la descrizione dei presunti autori e individuata la loro via di fuga, i poliziotti li intercettavano in via Milano dove stazionavano nei pressi di un banco mercatale all’angolo con Piazza della Repubblica. Qui venivano fermati dagli agenti del commissariato, in procinto di rimettersi in movimento.
La Procura della Repubblica ha richiesto la convalida dell’arresto.
Ieri si è svolto il momento conclusivo delle due settimane di Campo Scuola a Chambons frazione di Fenestrelle, organizzate dall’Associazione Nazionale Alpini.
Quello che hanno vissuto in questi giorni i ragazzi
e ragazze è stata un’esperienza di vita, un’occasione per mettersi alla prova, per imparare cosa significa davvero lavorare insieme, condividere sacrifici e gioie, affrontare la natura con rispetto e coraggio. L’insegnamento che, grazie ai nostri straordinari alpini, si porteranno a casa sarà fatto di valori unici: solidarietà, cooperazione, amicizia, spirito di servizio.
Gli Alpini ci ricordano ogni giorno che “il NOI viene dell’IO”.
Ed è proprio questa la lezione più importante che questi campi sanno trasmettere: crescere vuol dire diventare più forti individualmente, ma anche imparare a costruire una comunità che sa vivere insieme.
Desideriamo ringraziare l’ANA Nazionale, la Sezione di Pinerolo e tutti i volontari che rendono possibile questo progetto.
Grazie davvero per aver messo a disposizione tempo, passione ed esperienza, permettendo a tanti ragazzi di vivere giornate che resteranno per sempre stampate nella loro mente.
Questo campo – siamo certi – non sarà solo un ricordo estivo, ma rappresenterà un punto di partenza aiutando ciascuno dei ragazzi a guardare al domani con il coraggio di chi sa affrontare le difficoltà e con la generosità di chi è disposto a fare la propria parte per gli altri.
Davide Nicco
Marina Bordese