ilTorinese

Le terre blu di Nico Orengo

Vengo da un paese di mare; un paese che si confonde e affonda in quel giardino”. Con queste parole lo scrittore Nico Orengo si presentava nel suo racconto Terre blu.

Quel giardino” dove si sentiva a casa erano i Giardini Botanici Hanbury che si distendono dal promontorio della  Mortola verso il mare di Ventimiglia, a pochi chilometri dal confine francese. Diciotto ettari sull’estrema punta del Ponente ligure al quale dedicò la sua opera letteraria, ambientando racconti e poesie. Un gioiello naturalistico prezioso, uno dei giardini di acclimatazione più belli e preziosi d’Europa e dell’intero bacino mediterraneo. Orengo raccontava che sono blu le terre della Liguria quando fioriscono i carciofi, quando il mare “rimbalza il suo colore sotto i pini, quando si alza il fumo degli sterpi sulle fasce, quando la campanula buca i rovi e quando la bungavillea e il glicine sui muri incontrano il tramonto”. In questo modo il blu si imprime indelebilmente nella memoria, trasformandosi nel colore del ricordo e della terra. Quella terra “aspra e dolce della Liguria di Ponente che da Imperia a Ponte San Luigi corre anguillesca sul mare e su, verso l’interno di paesi d’incanto, umidi e solari”. Con Terre blu Nico Orengo raccontava una geografia sospesa tra la realtà e l’immaginazione come può essere solo quella di “un viaggiatore che ritorna sui suoi passi per constatare che c’è un albero in più e una pietra in meno, che il pollaio è una villetta, o che quel tal orto si è fatto casa”. Alla terra di confine dove ambientò quasi tutti i suoi romanzi Nico Orengo rimase sempre legatissimo. La sua Liguria non era solo uno spazio naturale pieno di odori e colori, suggestioni straordinarie sospese tra il blu del mare e i colori forti dell’entroterra  ma anche un luogo della memoria, degli anni della giovinezza e dell’adolescenza. Un mondo intero dove si intrecciavano indimenticabili ricordi che rievocò nei suoi romanzi (Dogana d’amore, Il salto dell’acciugaLe rose d’EvitaLa guerra del basilicoRibesLa curva del latte) con la sua scrittura lieve e ironica. Nel suo penultimo romanzo, Hotel Angleterre, accompagnò i lettori in un viaggio della memoria rimescolando ricordi, rievocando la figura della nonna paterna, la contessa Valentina Tallevitch, che, nelle fredde sere invernali, mentre gettava bucce di mandarino nel fuoco acceso nel camino, narrava ai nipoti vecchie storie della nobiltà russa in Costa Azzurra e nella Riviera di Ponente, a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. Nell’ultimo, Islabonita, ambientato a metà degli anni Venti, usa l’espediente narrativo del bestiario e di una figura antropomorfica di anguilla voyeur, per raccontare un epoca che stava per lasciare una traccia dolorosa e indelebile sulla pelle della nazione. Spesso nei suoi libri riecheggia l’amarezza per il  tramonto della società contadina e il declino dei suoi umanissimi valori a scapito  del rapido imporsi del modello industriale e urbano che il boom economico avrebbe poi codificato nell’avvento della società dei consumi. E la natura e l’ambiente, entrambi da difendere e tutelare, rappresentano desideri che emergono in molti racconti come Gli spiccioli di Montale dove, in un tratto di mare al confine con la Francia, un uliveto che rischia di scomparire, provocando uno strappo violento nella memoria, quasi come se un ricordo venisse rubato. Ci restano in eredità i suoi versi, le filastrocche ( A-ulì-ulè ) , i racconti, le battaglie contro la speculazione edilizia e per la salvaguardia dell’ambiente e delle tradizioni culturali, il bellissimo ritratto delle langhe fissato nelle pagine del romanzo Di viole e liquirizia. Nico Orengo morì a Torino, nella mattinata di sabato 30 maggio 2009, all’ospedale delle Molinette dove era stato ricoverato dopo una crisi cardiaca. Aveva 65 anni. Al capoluogo piemontese ( vi era nato il 24 febbraio del 1944)  era legato per l’intensa collaborazione con Einaudi e la lunga direzione di Tuttolibri, il settimanale letterario de  La Stampa, quotidiano per cui scriveva. Non casualmente scelse come ultima e definitiva dimora il piccolo cimitero dei Ciotti tra La Mortola e Grimaldi, aggrappato alla roccia e affacciato sul mare blu cobalto. Come scrisse lui stesso nell’agosto  del 2000, lo scenario non poteva che essere quello di “ una Liguria favolosa di sapori, fico polveroso e gelsomino stordente, di buganvillea e cappero, di garofano, calendula e rose, mirto e rosmarino”Un buon modo di ricordarlo è quello di leggere le sue opere magari accompagnandone il piacere con un buon bicchiere di vino, preferibilmente rossese o vermentino, secondo le antiche ricette della cucina ligure.

Marco Travaglini

Da Roma più risorse alle università del Piemonte

 600 milioni di euro per il 2025. Incremento del 3,4% rispetto allo scorso anno

Aumentano le risorse per le università piemontesi. È di 602.386.749 euro lo stanziamento previsto per il 2025 dal Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO), il principale strumento per l’assegnazione delle erogazioni pubbliche agli atenei per le spese di funzionamento e del personale. Il Ministro Anna Maria Bernini ha firmato il decreto che va a ripartire il Fondo alle università. Per quelle del Piemonte l’incremento è del 3,4% rispetto al 2024 e del 33,7% in più rispetto ai 450.735.872 euro stanziati nel 2019.

“Un Paese che crede nel futuro investe nell’Università e nella Ricerca, perché è questa la strada della crescita. E il Fondo di Finanziamento Ordinario destinato ai nostri atenei è l’asse portante di questo percorso. Quest’anno la dotazione del Fondo è aumentata di 336 milioni rispetto al 2024, fino a raggiungere un totale di 9,4 miliardi. Possiamo essere orgogliosi di un cammino che sa difendere le sue priorità: valorizzare i giovani, attirare talenti, accettare le sfide di un mondo in rapido cambiamento. Abbiamo l’ambizione di poter avere un ruolo da protagonisti: perché se facciamo crescere la nostra Università, cresce l’Italia”, commenta il Ministro Bernini.

In dettaglio, le risorse destinate all’università di Torino ammontano a 341.555.733 euro con il 2% in più rispetto al 2024, il finanziamento previsto per il Politecnico, sempre di Torino, è di 190.704.260 euro (+6% sull’anno precedente), mentre lo stanziamento per l’università del Piemonte Orientale è di 70.126.756 euro (+2,4).

L’incremento dei finanziamenti alle università piemontesi si inserisce in un quadro di generale crescita delle risorse destinate agli atenei italiani. Il Fondo di Finanziamento Ordinario ammonta quest’anno a 9,4 miliardi di euro con uno stanziamento di 336 milioni di euro in più rispetto al 2024.

Giaveno, patente ritirata e segnalazioni per droga

Nella notte tra sabato e domenica la Polizia locale di Giaveno, congiuntamente ai Carabinieri della locale stazione, ha effettuato una serie di controlli straordinari sul territorio.

Tale controllo straordinario è stato richiesto anche dalla Prefettura per meglio monitorare le strade in occasione dei grandi spostamenti per le ferie.

La Polizia locale ha richiesto anche il supporto di un’unità cinofila della Polizia locale della Città di Moncalieri, con il cane specializzato nella ricerca di sostanze stupefacenti.

La notte di controlli si è conclusa con il ritrovamento in alcune vetture di sostanze stupefacenti tipo hashish, marijuana e cocaina. Tutte le persone trovate in possesso delle droghe saranno segnalate alla Prefettura; una di queste era anche il conducente dell’auto fermata e quindi gli è stata subito ritirata la patente.

Inoltre, è stata elevata una decina di sanzioni amministrative per altre violazioni al codice della strada.  

“Ringrazio il Comandante della Polizia locale Gianni Franchino e il Comandante dei Carabinieri Giuseppe Francolino e tutti i loro agenti per il continuo monitoraggio del territorio. Purtroppo come si evince dal risultato, questi controlli sono necessari per evitare che alla guida ci siano persone potenzialmente pericolose”, dice il Sindaco, Stefano Olocco.

Primo giorno di insediamento di Tranchida alla Città della Salute: una visita lunga 9 km

Ieri alle 8 il dottor Livio Tranchida ha iniziato il suo primo giorno da Direttore generale della Città della Salute e della Scienza di Torino entrando dall’accesso principale del Pronto soccorso delle Molinette. Con lui erano presenti il nuovo Direttore sanitario, dottor Lorenzo Angelone, e il Direttore di presidio, dottor Antonio Scarmozzino. Durante la visita al Dea ha ricevuto informazioni sul progetto del futuro Pronto soccorso e ha incontrato operatori e pazienti.

Successivamente ha incontrato la professoressa Paola Cassoni, Direttrice della Scuola di Medicina dell’Università di Torino, e alcuni Direttori di Dipartimento. Ha visitato i reparti di Chirurgia vascolare e Medicina generale, per poi spostarsi all’ospedale Sant’Anna insieme al dottor Giampaolo Grippa, confermato Direttore amministrativo. Qui ha visitato la Terapia intensiva neonatale, la sala parto e il reparto di Ostetricia e Ginecologia 4.

Il percorso è proseguito all’ospedale Infantile Regina Margherita, dove la professoressa Franca Fagioli lo ha accompagnato nei reparti di Rianimazione, Pneumologia, Oncologia, Cell Factory e al Pronto soccorso. Infine, si è recato al Cto, visitando il Pronto soccorso, la Rianimazione, l’Ortopedia oncologica e il cantiere del nuovo reparto di Ortopedia al sedicesimo piano.

Al termine della mattinata ha pranzato alla mensa aziendale delle Molinette insieme ai Direttori sanitario e amministrativo. Nel pomeriggio si è dedicato ad alcune pratiche amministrative e a un incontro di lavoro con il dottor Grippa sul bilancio 2024.

“Ho provato emozione e senso di responsabilità nel visitare l’Azienda in questo mio primo giorno. Solo in mattinata ho percorso oltre 9 chilometri, un dato che restituisce l’idea delle dimensioni della Città della Salute con i suoi quattro ospedali. Ho incontrato un personale motivato e da subito inizierò a lavorare sui dossier più urgenti”, ha dichiarato il dottor Livio Tranchida.

Al via l’edizione 2025 di MITO SETTEMBREMUSICA con il concerto al Lingotto

Al via a Torino l’edizione 2025 di MITO SETTEMBREMUSICA con il concerto di mercoledì 3 settembre prossimo, all’Auditorium  Giovanni Agnelli del Lingotto, all’interno del percorso “Mitja e gli altri”. Verranno eseguiti il Valzer n. 2 dalla Suite per orchestra di varietà di Sergej Rachmaninov, il Concerto n. 2 in do minore per pianoforte e orchestra op. 18 di Sergej Rachmaninov e di Pëtr Il’ič Caikovskij la Sinfonia n. 6 in si minore op. 74 detta “Patetica”. A eseguirli l’Orchestra Filarmonica della Scala, fondata dai musicisti scaligeri con Claudio Abbado nel 1982.  Dirigerà  il maestro Myung- Whun Chung, al pianoforte il pianista giapponese Mao Fujita, nato a Tokyo.

La lunga e straordinaria attività musicale  di Myung-Whung Chung è segnata dalla nomina  a direttore emerito della Filarmonica della Scala di Milano dal 2023, è primo direttore ospite principale in assoluto della Staatskapelle di Dresda, direttore musicale onorario della Tokyo Philarmonic Orchestra e dell’Orchestre Philarmonique de Radio France di Parigi.
È stato insignito di numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Commandeur de la Légion d’Honneur del governo francese, commendatore dell’Ordine della Stella d’Italia  e grande ufficiale al merito della Repubblica italiana del governo italiano. Gli sono, tra l’altro, state consegnate le chiavi della città di Venezia.
Mao Fujita nel 2017 ha vinto il primo premio al concorso Clara Haskil in Svizzera, ottenendo anche il Premio del Pubblico, il Prix Modern Times e il Prix Coup de Coeur, evento che lo ha portato all’attenzione della comunità musicale internazionale. Nel 2019 è  anche stato medaglia d’argento al Concorso Cajkovskij di Mosca.

La Suite per Orchestra Jazz n. 2 ( The Second Waltz) è una composizione di Sostakoviĉ risalente al 1938 e nacque per la neonata  Orchestra Jazz Nazionale Sovietica, coordinata da Wiktor Knuschewitzki. Fu eseguita per la prima volta il 28 novembre 1938  a Leningrado.  Causa le vicessitidini della seconda guerra mondiale, la partitura della suite andò perduta, ma una sua riduzione per pianoforte fu riscoperta nel 1999 da Manashir Yakubov.
Il concerto n. 2 in do minore per pianoforte e orchestra op. 18 risulta il più popolare  ed eseguito dei quattro concerti per pianoforte del compositore russo Rachmaminov, nonché uno dei concerti per pianoforte più famosi di tutti i tempi. Venne composto tra il 1900 e il 1901.
La Sinfonia n. 6 in si  minore op. 74 detta ‘Patetica’ di Cajkovskij rappresenta la sua ultima Sinfonia e venne eseguita per la prima volta nove giorni prima della sua scomparsa, il 16 ottobre del calendario Giuliano del 1893 a San Pietroburgo. Per le tematiche presenti all’interno della stessa, la bellezza dei temi, la maturità compositiva  e il pathos che domina la Sinfonia, può essere considerata uno dei brani più significativi del compositore russo.

Mara Martellotta

Ultimi giorni: “Adapted Sceneries” al MAO per non dimenticare la “Tienanmen coreana”

La tradizionale pittura di paesaggio coreana si confronta con la “modernità” e la memoria ancora viva dei fatti del “18 maggio ‘80”

Fino al 7 settembre

“Scenari adattati”. Ovvero il passaggio dalla delicata, sacrale bellezza artistica del paesaggio alla rivendicazione del farsi, la pittura, atto di ricerca e memoria legata alla storica tragicità di spietate, mai del tutto sopite, dittature. “Adapted Sceneries”: di qui il titolo dato alla mostra programmata fino a domenica 7 settembre prossimo, al secondo piano delle “Collezioni permanenti” e nell’area espositiva “t-space” al piano terra del “MAO” di Torino. Organizzata dal “Museo” di via San Domenico in collaborazione  con il coreano “Gwangju Museum of Art”, la rassegna é dedicata alla più storica “pittura di paesaggio coreana” (sansuhwa) affiancata ad opere di più stretta “attualità” (storica ed artistica), insieme ad altre ispirate al “Movimento di Democratizzazione del 18 maggio” ovvero alla rivolta popolare scoppiata il 18 maggio 1980 nel centro di Gwangju (la “Tienanmen coreana”) in Corea del Sud contro la dittatura di Chun Doo-hwan con scontri, davanti alla “Chonnam National University” che portarono a migliaia di vittime fra studenti, professori e comuni cittadini. Nel 1997 i presidenti Chun Doo-hwan e Roh Tae-woo vennero processati e condannati per il “massacro” di Gwangju, insieme ad altri 17 imputati e, in seguito, graziati. Nel 2002 venne creato un cimitero nazionale per le vittime e il 18 maggio fu dichiarato “Giornata Nazionale di Commemorazione”.

Mostra, dunque, su cui riflettere, non solo come suggestivo, poetico “spaccato” artistico di un’arte le cui origini risalgono al periodo cosiddetto “Goguryeo” (37 a. C. – 668 d. C.) e tipicamente caratterizzata nel corso dei secoli, fino ai primi del Novecento – con il declino del “buddismo” e la diffusione del “confucianesimo” – dai “colori brillanti” e dalle “linee fluide”, riattate in epoca moderna in minuti contrasti di bianco e nero, da cui emergono astratte visioni di figure umane e animali captate in un certosino gioco di realtà e pura fantasia, ma anche in pagine narrative che ancora vogliono essere documento storico di denuncia e vitale espressione e domanda di quotidiana libertà sociale per cui combattere e resistere fino alle estreme conseguenze.

L’evento espositivo rientra nell’ambito del progetto “Cultural City Gwangju 2025” e dell’accordo di collaborazione tra la “Città di Gwangju” e la “Città di Torino” sottoscritto nel 2024.“Adapted Sceneries” offre dunque un’opportunità significativa “per far conoscere – sottolineano i curatori Ik YunHyeokjin Lee e per il ‘Museo’ torinese Davide Quadrio (direttore) e Anna Musini – la tradizione artistica e la storia di Gwangju e della regione di Jeollanam-do al pubblico italiano attraverso la collaborazione con il ‘MAO’ di Torino, città che si distingue per la sua vivacità culturale e che, come Gwangju, soprannominata la ‘Città dell’Arte’, valorizza la cultura come elemento chiave della sua identità”.

L’itinerario espositivo offre dunque inizialmente  uno sguardo approfondito sulla “pittura Namjonghwa” (“Scuola di pittura del Sud”), un genere fondamentale nella storia dell’arte coreana, insieme però a “reinterpretazioni contemporanee” della pittura più tradizionale. Tra le opere esposte, quelle di Heo Ryeon (soprannominato “Peonia” per il frequente reiterarsi della profumatissima “pianta” nei suoi dipinti), Heo Baekryeon e Heo Hangmyeon sottolineano la “sensibilità estetica della pittura coreana classica”, mentre i lavori di Lee SunbokHeo DalyongHong Sungmin e Kim Hoseok (con quel minuto lavoro grafico di “The History of the Gwangju Democratic Uprising 2” dove il caos segnico di una sorta di “nuvola antropomorfa” racconta, a ben guardare, la durezza della rivolta e della sofferenza popolare) mostrano l’evoluzione del linguaggio pittorico, attraverso un riavvicinato dialogo fra tradizione e modernità. Uno spazio particolare viene dato proprio alle opere ispirate al “Movimento di Democratizzazione del 18 maggio”, movimento quasi del tutto sconosciuto in Europa. Attraverso queste opere e alcuni importanti materiali d’archivio forniti grazie al supporto di “5.18 Democracy Moviment Archives” e “The May 18 Foundation”, il pubblico potrà approfondire le testimonianza drammatiche di questo momento storico cruciale per la Corea, “non solo ammirandone la bellezza del panorama artistico, ma anche comprendendone il valore e il significato sia in relazione alla storia moderna, sia allo scenario culturale globale”.

Gianni Milani

“Adapted Sceneries”

“MAO-Museo d’Arte Orientale”, via San Domenico 11, Torino; tel. 011/4436932 o www.maotorino.it

Fino al 7 settembre

Orari: mart.- dom. 10/18; lunedì chiuso

Nelle foto: Parte allestimento (Ph.Studio Gonella); Heo Baekryeon “Painting of Bronze Vessels and Flowering Plants”, 1950 circa; Heo Hangmyeon “View of Baekyangsa Temple”, 1942; Kim Hoseok “The History of the Gwangju Demomocratic Uprising 2”, 2000

Aggressione a giovane calciatore del Volpiano: la condanna del Sindaco Panichelli

Durante una partita di calcio disputata a Collegno tra il Carmagnola e il Volpiano, un genitore della squadra avversaria ha aggredito con violenza il portiere tredicenne del Volpiano, provocandogli un trauma allo zigomo e al malleolo. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri, che hanno identificato l’aggressore.

Il Sindaco di Volpiano, Giovanni Panichelli, condanna con fermezza l’accaduto: “È un fatto molto grave soprattutto perché perpetrato da un adulto nei confronti di un ragazzo. Lo sport è rispetto delle regole e, soprattutto, dell’avversario, quindi atti di violenza non dovrebbero mai entrare sul campo di gioco. Per questo non posso che esprimere la mia solidarietà al giovane calciatore, alla sua famiglia e alla squadra del Volpiano.”

Il primo cittadino aggiunge: “Già spiace se episodi simili avvengono tra ragazzi, o sugli spalti tra genitori, ma che un adulto arrivi ad aggredire un minorenne è un fatto ancora più grave e poco edificante. Lo sport deve essere occasione di aggregazione e benessere, mai di divisione o di violenza.”

L’Amministrazione comunale esprime quindi la propria vicinanza al giovane atleta, ai suoi familiari e alla società sportiva, ribadendo con forza il valore educativo e sociale dello sport.

La ragazza dei lupi

La mia vita selvaggia fra i lupi italiani

Molto interessante il saggio di Mia Canestrini, giovane ‘lupologa’ italiana, sia per professione, che per indole personale.

In un non lunghissimo testo, con il tratto veloce e conciso di chi sa comunicare, c’è tutto sulla sua vita, il contatto con la natura e un’infanzia passata in un paradiso ambientale come l’appennino tosco-emiliano.

E’ un’esistenza già segnata dalla sua infanzia, anni verdi con le orecchie già accarezzate da storie di lupi, avvistamenti, pericoli, leggende, paura e fascinazione. Si tratta di tratti ancora infantili e in seguito adolescenziali, che tracceranno però solchi profondi sulla sua vita di adulta.

Nel volume c’è infatti molto sulla vita di una ragazza intelligente, avventurosa, colta e capace, quanto della realtà di un animale immaginifico come il lupo, da sempre lontano e vicino di vita con noi umani, con le sue realtà e le fantasie sulla sua supposta ferocia.

Iscritta alla facoltà di Scienze Naturali e poi specializzata in Conservazione della biodiversità animale, Mia passa oltre dieci anni principalmente nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-emiliano con il ruolo di Tecnico per i progetti LIFE dell’Unione Europea, la salvaguardia dei lupi e loro coesistenza con le persone che vivono su alpi e appennini.

Con il coinvolgimento emotivo di un romanzo, viene tracciata la sua vita operativa in mezzo a boschi e montagne, seguendo gli spostamenti dei branchi, ricercando resti escrementizi dei lupi da gestire in laboratori attrezzati per mapparne alimentazione, età e malattie; e poi cuccioli da salvare, adulti da curare, verifiche sui danni da predazione.

Con minuziosità, il libro della Canestrini pubblica foto sulle tante fototrappole posizionate sui passaggi di esemplari solitari e branchi, commentando gli appostamenti di volontari e del personale addetto, gli incontri con pastori (spesso vittime economiche delle predazioni) e le operazioni congiunte con i Carabinieri Verdi, verifiche sui resti di razzie su animali domestici, in un ritmo di scrittura affascinante e per niente cattedratico.

Questo libro interessa poi un pubblico non solo residente nei luoghi citati dal libro. Infatti i branchi, inizialmente partiti da est, oltre che scendere sull’appennino, si sono moltiplicati e spostati – lentamente ma progressivamente – verso occidente, arrivando in Val di Susa, Chisone, e la vicina Francia alpina.

Il lupo assurge sempre di più, perciò, a presenza nuovamente globale.

Dietro questi dati statistici, soggiace inoltre la parte più filosofica e archetipica della figura di questo meraviglioso animale (per l’autrice, di un sacro valore esistenziale), da noi temuto, spesso amato, sempre rispettato.

Sono, queste, pagine fitte di incontri e collaborazioni entusiasmanti con le tante persone che hanno interagito con l’autrice per lunghi anni, fino a che .. come in una moderna fiaba, i lupi le hanno fatto trovare l’amore.

FERRUCCIO CAPRA QUARELLI

Mia Canestrini, LA RAGAZZA DEI LUPI, La mia vita selvaggia tra i lupi italiani, Piemme editore, 220 pagine

Coop, “Dona la spesa per la scuola”

In 61 punti vendita Nova Coop si svolge la raccolta annuale di materiali didattici e di cancelleria in favore di studenti e famiglie bisognose realizzata insieme ad associazioni e onlus del territorio.

Sul territorio torinese, in programma 5 punti di raccolta a Torino e attività in altre 23 città

Dal 28 agosto al 06 novembre, la settima edizione di ‘Coop per la Scuola’ offre invece agli istituti scolastici la possibilità di ricevere gratuitamente materiali didattici e di cancelleria grazie alla raccolta e devoluzione di buoni scuola distribuiti con la spesa. Possono aderire tutte le scuole piemontesi, pubbliche o paritarie. Nell’ultima edizione 3185 istituti piemontesi hanno ottenuto premi dal valore complessivo di oltre mezzo milione di euro

Sabato 6 settembre, nei negozi Nova Coop di Piemonte e alta Lombardia, si tiene la raccolta straordinaria di materiali didattici e articoli di cancelleria “Dona la Spesa per la Scuola”. Come ogni anno, l’iniziativa viene realizzata in stretta collaborazione con le onlus e le realtà locali del terzo settore a cui sono devoluti i prodotti raccolti perché siano consegnati a famiglie in condizione di bisogno economico, come aiuto diretto in vista dell’avvio del nuovo anno scolastico.

Per tutta la giornata soci e consumatori potranno acquistare materiali didattici e di cancelleria che intendono donare e consegnarli, all’uscita, ad associazioni di volontariato e realtà benefiche del territorio che li destineranno alle famiglie bisognose. I volontari potranno anche dare indicazioni sull’elenco dei prodotti maggiormente necessari da reperire.

Secondo i dati Istat più recenti (luglio 2025) in Italia più di un minore sotto i 16 anni su 4 (il 26,7%) è a rischio povertà o esclusione sociale e l’accesso a percorsi educativi è fortemente influenzato dal titolo di studio dei genitori: un minore su due (51,8%) i cui genitori hanno al massimo la licenza media è a rischio povertà o esclusione sociale, una probabilità che scende significativamente se i genitori hanno conseguito un titolo d’istruzione superiore. Complessivamente, le famiglie con minori in povertà assoluta sono quasi 748.000 (il 12,4%) e sostenere l’offerta educativa fin dalla prima infanzia è un modo per prevenire che la povertà materiale si trasformi in povertà educativa.

A partire dal 28 agosto e fino al 06 novembre torna anche l’iniziativa Coop per la Scuola, giunta alla settima edizione nazionale. In tutti i negozi Nova Coop e sul sito coopshop.it, per ogni 15 euro di spesa effettuata si riceve un buono scuola che può essere consegnato a uno degli istituti iscritti al programma o donato direttamente attraverso l’App, disponibile sia per i sistemi Ios che Android. I Soci Coop hanno inoltre la possibilità di trasformare i punti Socio Coop in buoni scuola (50 punti=5 buoni; 100 punti=12 buoni). Al termine della campagna le scuole del territorio potranno usarli per richiedere gratuitamente, oltre 100 tipologie di premi, adatti a tutti i gradi scolastici. Quest’anno, per la prima volta, saranno inserite a catalogo anche attrezzature per il videomaking e premi esperienziali a tema cinema. Inoltre, i gruppi classe potranno partecipare al concorsorealizzato in partnership con il Giffoni Film Festival Cibo e clima – siamo i registi del nostro futuro, attraverso il quale studenti e insegnanti diverranno autori, sceneggiatori e registi, per raccontare come le scelte quotidiane legate al cibo influenzano il clima.

Nella passata edizione sono state 3185 le scuole piemontesi che hanno aderito a Coop per la Scuola, ottenendo 6420 premi per un valore complessivo di circa 505 mila euro.

Per maggiori informazioni o per iscrivere la propria scuola: www.coopperlascuola.it.

Sul territorio metropolitano di Torino “Dona la Spesa per la Scuola”coinvolgerà i seguenti punti vendita e associazioni:

Alpignano, presso il supermercato Coop con i volontari del Gruppo Volontariato Vincenziano SS. Annunziata di Alpignano;
Avigliana, presso il superstore Coop con i volontari di CE.I.M Avigliana;
Beinasco presso l’ipercoop con i volontari della Caritas di Beinasco
Borgaro T.Se presso il supermercato Coop con i volontari della Caritas di Borgaro;
Caluso presso il supermercato Coop con i volontari dell’AVULSS di Caluso;
Carmagnola presso il supermercato Coop con i volontari del Centro di Ascolto Il Samaritano – Caritas di Carmagnola;
Chieri presso l’ipercoop con i volontari di “Insieme per gli altri odv”
Chivasso presso il supermercato Coopcon i volontari dell’Associazione PUNTO A CAPO Chivasso
Ciriè presso l’ipercoopcon i volontari della Caritas di Ciriè
Collegno presso il supermercato Coop di via Roma e l’ipercoop di Piazza Paradiso con i volontari del Centro Ascolto P.G. Frassati di Collegno;
Cuorgnè presso l’ipercoop con i volontari dell’Associazione Mastropietro
Giaveno presso il superstore Coop con i volontari della Caritas Volontariato Giaveno;
Ivrea presso il superstore Coopcon i volontari della Caritas di Ivrea;
Nichelino presso il supermercato Coopcon i volontari della Caritas Interparrocchiale di Nichelino;
Orbassano presso il supermercato Coop con i volontari del Gruppo Volontariato Vincenziano di Orbassano;
Pinasca presso il supermercato Coop con Caritas Valli Chisone e Germanasca e insegnanti delle scuole di Perosa e valli;
Pinerolo presso l’ipercoop con i volontari del C.E.A. Centro Ecumenico d’Ascolto – Emporio Solidale “Una goccia”
Piossasco presso il supermercato Coopcon i volontari dell’associazione “A Piossasco nessuno resta solo”;
Rivoli presso il superstore Coop con i volontari del CdA – Centro di Ascolto;
San Mauro Torinese presso il supermercato Coop con i volontari di San Vincenzo di San Mauro;
Settimo Torinese presso il supermercato Coop con i volontari della Caritas di Settimo Torinese;
Strambino presso il supermercato Coop con l’Istituto Comprensivo di Strambino;
Susa presso il supermercato Coop con la Comunità mamma – bambino “Il Mandorlo”;
A Torino: presso il supermercato Coop di Corso Belgio con i volontari della Parrocchia San Giulio D’Orta, S. Croce, SS Gesù; presso il supermercato Coop di Corso Molise con i volontari della Parrocchia Santa Caterina da Siena – Gruppo San Vincenzo; presso il superstore Coop di Via Botticelli con i volontari della Parrocchia Resurrezione del Nostro Signore; presso il superstore Coop di Corso Novara con i volontari dell’Associazione Generazioni Migranti; presso l’ipercoop di Parco Dora Con i volontari del Sermig Arsenale della Pace.