ilTorinese

Tra Colleretto e Torre del Lago l’indissolubile legame tra Puccini e Giacosa

E’ “Manon Lescaut” a segnare la nascita della collaborazione che legò il drammaturgo piemontese Giuseppe Giacosa e il compositore toscano Giacomo Puccini. L’opera fu caratterizzata da una complessa gestazione e il libretto passò nelle mani di diversi scrittori fino ad arrivare in quelle di Giacosa e di Illica, anche se si preferì, in un primo momento, lasciare nell’anonimato gli autori.

La prima rappresentazione dell’opera si tenne il 1° febbraio 1893 al Teatro Regio di Torino, un altro segno del destino forse che legava, indissolubilmente, le vite di Puccini e Giacosa.

A Luigi Illica spettava, prevalentemente, il compito di abbozzare la sceneggiatura, ma era Giuseppe Giacosa a dover tradurre in versi un testo letterario e, difficoltà maggiore, a dover mediare con il musicista toscano, famoso per le proprie intemperanze e per la propria imprevedibilità nel modificare i piani delle opere, fatto che causava tensioni e litigi continui con Giacosa stesso.
All’autore canavesano, sempre in collaborazione con Illica, si devono anche i libretti delle successive tre opere di Giacomo Puccini, le più famose create dal maestro e, sicuramente, le più rappresentate: “Bohème”, “Tosca”, “Madama Butterfly”. L’intensità e la delicatezza dei versi di Giacosa si adattano perfettamente alle note dell’autore toscano capace di alternare drammaticità, dolore, potenza e dolcezza e raggiungono il massimo lirismo soprattutto nelle descrizioni delle figure femminili: Mimì, Tosca, Cho Cho-san. Giacosa fu particolarmente coinvolto dalla stesura di “Bohéme”, l’opera più vicina al suo mondo. La sua spiccata sensibilità venne profondamente toccata dalla storia di un amore che nasce e muore in una soffitta di Montmartre, una vicenda comune e per nulla originale alla quale l’arte riuscì, tuttavia, a regalare fama e immortalità.  Le atmosfere parigine evocate in “Bohème”, la lotta per affermare il proprio talento contro tutto e tutti, il sacrificio per amore e quel mondo dove, come avrebbe scritto parecchi anni più tardi Charles Aznavour nell’omonima canzone: “Nous recitions des vers groupes autour du poele en oubliant l’hiver”, trovarono nella musica di Puccini la perfetta consacrazione lirica. Nonostante questo, più volte il librettista si lamentò con Giulio Ricordi per le difficoltà che incontrava nel proprio lavoro, tanto che giunse a scrivere: “Vi confesso che di questo continuo rifare, ritoccare, aggiungere, correggere, tagliare, riappiccicare, gonfiare a destra, per smagrire a sinistra, sono stanco morto… Vi giuro che a far libretti non mi colgono mai più…”. E, invece, soltanto pochi mesi dopo la fine di “Bohéme”, il drammaturgo cedeva e accettava di realizzare il libretto di “Tosca”.
Sicuramente meno congeniale a Giacosa fu l’affresco storico evocato dall’opera che trovò difficile da trasporre in versi tanto da farlo dichiarare sempre a Ricordi che quello di Tosca non fosse un “buon argomento per melodramma”.

Anche Giacomo Puccini sembrava poco coinvolto dal racconto tanto da proporre a Illica di abbandonare l’impresa. Nonostante tutto, comunque, “Tosca” andò in scena al Costanzi di Roma il 14 gennaio 1900 e, considerata la grandezza e l’immensità dell’opera, possiamo aggiungere fortunatamente. Sicuramente “Tosca” rappresenta un grande dramma di passioni politiche e di grandi ideali e la protagonista è una donna estremamente moderna, tanto forte e decisa da oscurare persino la figura maschile di Cavaradossi; ecco, forse, perché fu tanto difficile trasformarla in versi e in musica: era un personaggio che viveva di vita propria. Dopo “Bohéme” e “Tosca”, nel 1901 Giacosa affrontò un’altra fatica, cimentandosi con il libretto della “Madama Butterfly” e, come era inevitabile, ripresero i confronti con Puccini, tanto che Giacosa, esasperato arrivò a scrivere al maestro: “Avevo messo a questo libretto più amore che agli altri, ci avevo lavorato più di voglia e ne ero più contento…” e a precisare “… Avrai ragione tu, e sarà per te il meglio e te lo auguro di tutto cuore; ma data una così assoluta divergenza di vedute, io devo astenermi dall’intervenire più [pur rimanendo integri, ci s’intende, i miei diritti d’autore sull’opera]. Già, quando pure mi ci mettessi, il lavoro mi verrebbe stentato, scucito e scolorito. E a tutela della mia integrità artistica e anche per non usurpare un merito che non mi appartiene, dovrò far sapere, al pubblico, a che si ridusse la mia collaborazione, con riserva di pubblicare le scene mie, tutte mie, già da te, dall’Illica, dal signor Giulio entusiasticamente approvate”. Puccini era consapevole di non poter rinunciare al talento di Giacosa e, poco tempo dopo, invitò il suo librettista a raggiungerlo a Torre del Lago, il suo “buen ritiro”, dove poteva dedicarsi alla composizione e alla caccia, l’altra grande passione.

“Madama Butterfly” debuttò alla Scala di Milano il 17 febbraio 1904 e fu un fiasco colossale tanto da convincere Puccini a effettuare alcune modifiche e a riproporla, questa volta con successo, al pubblico di Brescia, il 28 maggio 1904. La storia della fanciulla giapponese suicida per amore sarà l’ultima collaborazione tra Giacomo Puccini e Giuseppe Giacosa. La salute del drammaturgo piemontese era sempre più fragile e le crisi di asma si intensificarono. Giacosa morì il 2 settembre 1906 nella sua villa di Colleretto, nella casa dove era nato e nella quale aveva voluto tornare in una delle brevi tregue che la malattia gli aveva concesso. Venne sepolto nel minuscolo cimitero di campagna del paese, in un angolo isolato. Sulla lapide sono state incise soltanto tre parole “Giuseppe Giacosa. Poeta” seguite dalla data di nascita e da quella di morte. Puccini, più giovane di lui di undici anni, morì nel 1925 a seguito di un intervento che aveva lo scopo di porre rimedio a un cancro alla gola. Inizialmente sepolto a Milano nella cappella della famiglia Toscanini il compositore venne traslato due anni dopo, per volontà della moglie Elvira, a Torre del Lago, nella cappella della sua villa. Lasciava incompiuto il suo canto del cigno, la “Turandot”, una favola crudele di dolore e di amore, di egoismo e di sacrificio che si scioglie e si trasfigura nell’urlo di Calaf alle stelle.

Barbara Castellaro

Al via il “Cuneo Bike Festival”

In anteprima, al Cinema “Monviso” di Cuneo, il noto giornalista sportivo Marco Pastonesi racconterà la Parigi – Roubaix di Sonny Colbrelli

Venerdì 9 settembre (ore 21)

Cuneo

Cofinanziata nell’ambito del “Programma Interreg Alcotra Italia – Francia”, è ai nastri di partenza la seconda edizione del “Cuneo Bike Festival”. L’anteprima della rassegna è in programma per venerdì 9 settembre (ore 21) presso il Cinema “Monviso” di via XX Settembre 14, nel capoluogo della Granda, dove il giornalista Marco Pastonesi, storica firma della “Gazzetta dello Sport” (ha seguito da inviato 12 Giri d’Italia, 9 Tour de France e un’Olimpiade, ma anche 2 Giri del Ruanda ed uno del Burkina Faso) presenterà il suo ultimo libro “Con il cuore nel fango” (Rizzoli, 2022), in cui racconta la storica vittoria ottenuta il 3 ottobre 2021 alla “Parigi – Roubaix” dal ciclista bresciano Sonny Colbrelli, primo italiano sul podio della “corsa delle corse” ventidue anni dopo Andrea Tafi (primo nel 1999). Il libro, scritto per trasmettere una fra le testimonianze più forti ed emblematiche del ciclismo italiano, appare quanto mai attuale dopo il problema cardiaco che ha colpito Colbrelli (crollato a terra per un malore, nel marzo del 2022, al termine della prima tappa del Giro di Catalogna) come un buon auspicio e come incoraggiamento al grande atleta per il rientro in gruppo. “Oggi – sottolinea Pastonesi – in un momento in cui per l’uomo ancor prima che per l’atleta si apre un nuovo capitolo ancora tutto da scrivere, l’intento di raccontare la sua forza e la sua determinazione è ribadito, più forte che mai”.

Sempre al Cinema “Monviso” nei giorni seguenti saranno protagonisti due “docufilm” dedicati al mondo delle due ruote: sabato 10 e domenica 11 settembre alle 21 sarà proiettato La bicicletta e il badile di Maurizio Pansieri e Alberto Valtellina, mentre lunedì 12 e martedì 13 settembre, sempre alle 21, sarà la volta di Tanta Strada di Lorenzo K. Stanzani. Il primo racconta di come, nell’estate del 2021, Pansieri e Valtellina decidono che non ha più senso spostarsi in automobile, soprattutto per andare in montagna, così ripercorrono l’itinerario ciclistico e alpinistico di Hermann Buhl, alpinista austriaco fra i più grandi di tutti i tempi; per lui la bicicletta era una necessità e il mezzo che aveva a disposizione per spostarsi e compiere le sue imprese, per loro sarà il mezzo per ripensare lo sport in modo sostenibile. Il “docufilm” di Stanzani presenta invece un viaggio in bicicletta attraverso l’Emilia-Romagna realizzato da un gruppo in cui sono presenti persone diversamente abili, per raccontare la bellezza dell’offrire a chiunque, a prescindere dalle personali capacità, la possibilità di essere felici attraverso lo sport, la natura e la compagnia.

Dopo queste anteprime, “Cuneo Bike Festival” si svolgerà per cinque giorni, da venerdì 16 a mercoledì 21 settembre. Il calendario completo degli eventi, tutti gratuiti, è pubblicato sul sito comune.cuneo.it/cuneobikefestival, dove è possibile riservare il proprio posto agli appuntamenti per cui è richiesta la prenotazione.

g.m.

Nelle foto:

–       Marco Pastonesi

–       Logo “Cuneo Bike Festival”

Incontro con Patrizia Leotta a Moncalieri

Martedì 13 settembre 2022

MONCALIERI NEL CUORE

Moncalieri, ore 19

Pagina facebook della Biblioteca Arduino @bibliomonc

Moncalieri nel cuore è il format nato per dare voce alle storie dei tanti moncalieresi che le vicende della vita hanno portato a trasferirsi mettendo radici lontano: in altre città o all’estero. Quando e perché hanno lasciato Moncalieri? Che ricordi hanno di Moncalieri, diretti o trasmessi da qualche famigliare? Sono mai tornati a Moncalieri in seguito? E come l’hanno trovata, messa a confronto con i ricordi che ne avevano?

Laura Pompeo

Assessore alla Cultura

Martedì 13 settembre Moncalieri nel cuore – lo spazio di approfondimento culturale dedicato ai racconti di vita dei moncalieresi che si sono trasferiti stabilmente in altre città e desiderano raccontarsi – torna dopo la pausa estiva e dà la parola a Patrizia Leotta, moncalierese di nascita, insegnante di scuola superiore, residente a Velletri. Nel format curato dalla Biblioteca civica Arduino, che ritorna ogni secondo martedì del mese, a dialogare con l’ospite c’è Gianfranco Chieppino. L’incontro viene trasmesso sulla pagina facebook della Biblioteca alle ore 19.

 

Chi vuole e ha storie da proporre alla rubrica può scrivere a:

assessore.cultura@comune.moncalieri.to.it

Fino all’11 settembre a ZOOM Torino l’Infinity Party

Manca poco all’inizio della scuola, ma perché non approfittare di queste ultime giornate di vacanza per fare il pieno di divertimento e ottenere 2 mesi di ingressi omaggio al Bioparco?

Fino all’11 settembre si svolge, a ZOOM Torino, l’Infinity Party: una settimana ricca di giochi, musica e tanto svago.

Tutti i giorni, dalle 11.00 alle 19.00 nella zona solarium di Bolder Beach giochi a premio animatori intratterranno le famiglie.

Venerdì, sabato e domenica, la musica sarà la protagonista. si aggiungeranno al palinsesto baby dance e DJ Set con revival anni ’90 e Commerciale per grandi e piccini. Le attività si svolgeranno fino alle 21.

Come sempre, sarà possibile visitare tutto il parco alla scoperta dei 9 habitat e degli oltre 300 animali ospitati, partecipare ai talk con i biologi in programma e godersi le due spiagge, Bolder e Malawi Beach, per nuotare accanto a pinguini e ippopotami, separati solo da una vetrata.

L’acquisto online del biglietto per l’Infinity Party darà diritto ad ingressi gratuiti illimitati fino al 6 novembre per poter partecipare a tutti gli eventi dell’autunno, come Family Oktoberfest (nei weekend dal 17/9) e Halloween (dall’8/10).

San Giusto Canavese: la Polizia di Stato libera immobile confiscato

A seguito delle determinazioni assunte in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, la Polizia di Stato coadiuvata da personale della Compagnia dei Carabinieri di Ivrea e dei Vigili del Fuoco, ha dato esecuzione allo sfratto dell’immobile confiscato al boss della ‘ndrangheta Giuseppe Fazari sito a San Giusto Canavese, da tempo occupato abusivamente da suoi familiari.

Le operazioni di sgombero disposte con ordinanza del Questore sono state condotte senza problematiche sotto il profilo dell’ordine pubblico ed hanno consentito di mettere in sicurezza e di restituire l’immobile all’Agenzia Nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

Siccità, la situazione in Piemonte resta critica

È ancora difficile la situazione complessiva di deficit idrico in tutto il bacino del Po e resta critica nella zona ovest del distretto del fiume in particolare in Lombardia e in alcune zone  del Piemonte

Qui i grandi laghi alpini e gli affluenti di monte restano ampiamente sottodimensionati. Nella zona del Delta del Po è  stabile la risalita delle acque salmastre, e il cuneo salino è presente a una distanza di 20-23 chilometri dalla  costa. Le piogge di fine agosto-inizio settembre, disomogenee sul territorio, hanno contribuito a una ripresa dei livelli delle portate del Po che però restano sotto la media storica di periodo.

Lepri, PD: “Ennesimo stop all’ex Marco Antonetto?”

Riceviamo e pubblichiamo

Il candidato alla Camera del Partito Democratico lancia l’allarme sulla Casa di Comunità di Strada Villardora 220 e rilancia l’impegno a monitorare e difendere in Parlamento l’utilizzo dei fondi del PNRR.

“Dopo lunghissime attese, il cantiere dell’ex Marco Antonetto di Torino è finalmente partito nel mese di febbraio 2022. Così è stato, ma oggi l’opera è di nuovo ferma, pare a causa di una bonifica per amianto”, denuncia l’onorevole Stefano Lepri, candidato in Parlamento nel collegio nord ovest di Torino. “Sulla riforma della medicina territoriale permane preoccupazione, sia per le pericolose dichiarazioni di Giorgia Meloni in merito alla revisione del PNRR, sia per i ritardi della Giunta Cirio, che si manifestano proprio in un territorio particolarmente bisognoso come la Circoscrizione 5 di Torino. Sebbene, infatti, risulti dalle analisi epidemiologiche che in questa area della città gli uomini abbiano una speranza di vita di 4 anni inferiore rispetto ai quartieri più ricchi di Torino e le donne di 2 anni inferiore, si continuano a trascurare i bisogni di salute di questo territorio. Su 18 Case di Comunità della Città di Torino, la Giunta Cirio ha, infatti, voluto collocarne solo una (l’ex Marco Antonetto di Strada Villardora) nella popolosa Circoscrizione 5, che con i suoi 121.000 abitanti rappresenta il 14% della popolazione torinese.

A parole la destra ha a cuore le periferie, ma nei fatti le trascura. Se Cirio e Icardi avessero selezionato le sedi delle Case di Comunità alla luce di un nuovo Piano socio sanitario, ancora assente, e del piano di edilizia sanitaria ospedaliera, la Circoscrizione 5 dovrebbe avere molta maggiore attenzione. Invece, non solo si è vista destinare un’unica Casa di Comunità, ma oggi i lavori sono anche fermi, a data da destinarsi. Cercherò di vederci chiaro, insieme ai consiglieri regionali e comunali PD che si sono ben occupati finora del tema. Intendo sollecitare una ripartenza del cantiere e un chiarimento sui fondi aggiuntivi che a più riprese sono stati promessi per l’ex Marco Antonetto”.

Missioni Don Bosco, formazione scolastica contro la disuguaglianza di genere

8 settembre, Giornata mondiale dell’alfabetizzazione

 Al centro dell’attenzione soprattutto le bambine

 

-Il caso del Congo

Nelle realtà del mondo dove tocchi con mano l’impotenza di risolvere alla radice i problemi che causano povertà e marginalità, la presenza salesiana nel campo della formazione scolastica è maggiormente preziosa“. Questo il commento di don Daniel Antúnez, presidente di Missioni Don Bosco, alla vigilia della Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione indetta dall’Unesco e dopo il viaggio nelle missioni nei due Congo, Kinshasa e Brazaville[1].

La condizione ordinaria dei bambini e dei ragazzi in questi Paesi si costruisce nelle periferie, come Mbuji-Mayi dove solo il 20% delle famiglie può godere di acqua e di energia, e non sempre di entrambe queste risorse. La vita è per strada, necessariamente; l’abbandono dei piccoli con qualsiasi pretesto (un occhio diverso dall’altro, una malattia incomprensibile, l’albinismo) li trasforma in “stregoni” e dunque in una minaccia per le comunità. I salesiani come don Mario Perez li accolgono, li difendono e li aiutano a darsi un futuro, così come succede per i piccoli schiavi delle miniere dove si estraggono minerali, preziosi all’industria e alla vanità dei Paesi ricchi.

Nel diario del viaggio di don Antúnez  – che si è compiuto nelle settimane centrali di agosto scorso – le pagine si sono riempite di note e di progetti. Se le situazioni estreme richiedono di essere affrontate con una fantasia e con un coraggio speciali, quelle ordinarie chiedono una dose analoga di perseveranza e di fiducia. Come a Masina, cintura della capitale del Congo Repubblica Democratica. Un’area di 10 km2 accoglie più di 4.000.000 di abitanti con circa 2.200.000 minori. Si stima che il numero dei giovani tra i 6 ei 13 anni sia di circa 350.000 e che, tra questi, 193.000 non vadano a scuola. A pagare più degli uomini sono le donne: l’80% degli analfabeti è costituito dalle appartenenti al sesso femminile, costrette a occuparsi della prole abbandonata dai mariti e della casa considerata uno suo esclusivo onere.

Il messaggio che vorremmo dare nella Giornata mondiale dell’alfabetizzazione” sottolinea il presidente di Missioni Don Bosco “è di mettere al centro dell’attenzione la scuola soprattutto per le bambine. Attraverso di loro si fa davvero un investimento sul futuro della società“. Le ripercussioni si vedono a proposito di educazione sanitaria, di pianificazione familiare, di cura dei bambini ma anche di coscienza civile e di imprenditorialità legata ai bisogni effettivi.

Con le risorse che i salesiani del Congo, guidati da padre Ghislaine Nkiere, mettono insieme anche con l’aiuto dei donatori italiani, a Masina sono stati organizzati quattro corsi scolastici. Partendo dall’oratorio che coinvolge circa 3.000 persone, sono stati attivati 4 cicli formativi che durano 10 settimane. Sono coinvolte 124 ragazze alla volta (110 adolescenti fra i 15 e 18 anni e 14 ragazze madri dai 18 ai 20 anni) che imparano i rudimenti della lettura, della scrittura e del calcolo. Avranno così l’opportunità di approcciarsi alla vita e al futuro dei loro figli con più coscienza di sé e del mondo che le circonda. Al termine, si sottoporranno a un test di verifica.

Questo è uno dei progetti scolastici avviati da poco nei due Congo, analogo per finalità agli altri che Missioni Don Bosco sta sostenendo in questo momento in Africa a Gambella (Etiopia), a Monrovia (Liberia), a Ivato (Madagascar), a Bamako (Mali), a Namugongo (Uganda); o in India a Parulia o in Brasile a Rio de Janeiro e a Areia Branca. Sono un vettore di emancipazione in culture in cui la cura dei minori è a dir poco trascurata e la disuguaglianza di genere è pervasiva.

Portiamo una goccia nel deserto” osserva don Antúnez, “ma è pur vero che qualcuno almeno riesce a dissetarsi per sopravvivere e per sostenere gli altri“.

La polizia locale ha rimosso 50 veicoli abbandonati

E’ stata raggiunta e superata la quota dei cinquanta veicoli rimossi perché lasciati in stato di abbandono nel territorio comunale di Valenza. Per l’esattezza, al momento, dalla primavera del 2021 ad oggi sono ben 51, grazie al servizio istituito dal Comando di Polizia Locale, con il coordinamento del comandante Gianluigi Talento e dietro impulso del sindaco di Valenza.

L’operazione, finalizzata a risolvere diverse situazioni di abbandono che si protraevano da anni, ha interessato sia il territorio cittadino, in particolare le aree periferiche, che le frazioni, sia pure in misura minore.

In un caso è stato anche rivenuto un veicolo che era stato rubato e restituito, pertanto, ad Asti al legittimo proprietario.

Il servizio proseguirà in modo costante per provvedere alla rimozione del maggiori numero possibile di veicoli abbandonati che costituiscono un degrado al decoro urbano e occupano inutilmente degli spazi.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

8 settembre 1888, nasce il primo campionato della storia del calcio!

Accadde oggi

Oggi è una giornata storica per il calcio e per il suo miliardo e mezzo di appassionati a livello mondiale! Esattamente l’8 settembre di 134 anni fa,in questo preciso giorno del 1888, inizia il primo il campionato di calcio della storia, in Inghilterra.Partecipano  12 squadre rappresentanti tutti i membri fondatori che organizzano il primo torneo antesignano dell’attuale Premier League.
Il campionato è dominato dalla squadra Preston North End che vince quasi tutte le gare di campionato – diciotto vittorie su ventidue partite e quattro pareggi.Fondamentale è l’apporto dell’attaccante John Goodall, capocannoniere,che totalizza 21 reti.

Enzo Grassano