ilTorinese

Cavs e punti di primo soccorso a Lanzo e Cuorgné ancora chiusi

Riceviamo e pubblichiamo


Situazione inaccettabile all’Asl To4. 
Settanta Oss lasciati a casa entro fine anno?

 

Il Nursing Up: La Regione intervenga per bloccare questo possibile decadimento dei servizi ai cittadini

Il Nursing Up, sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie, esprime grande preoccupazione per la situazione dell’Asl To4 in cui una serie di fattori stanno portando ad un preoccupante e possibile decadimento dei servizi offerti ai cittadini, senza che siano stati messi in campo i giusti correttivi.

Riassumendo assistiamo a:

–          Un inspiegabile perdurare della chiusura dei punti di primo soccorso di Lanzo e Cuorgnè, che erano stati bloccati all’inizio della pandemia, come misura cautelativa e temporanea, e poi non sono stati mai più rimessi in funzione con la scusa della carenza del personale oggi non sufficiente a farli funzionare e, a quanto sostenuto dall’azienda, molto difficile da reperire;

–          L’inspiegabile perdurare della chiusura del Cavs di Lanzo (la struttura di sollievo post degenza), anch’esso chiuso all’inizio della pandemia e mai più riaperto. Il Cavs di Lanzo è stato spostato poi, nominalmente, dalla sua collocazione originaria all’interno dell’ospedale di Lanzo alla nuova sede all’interno di una Casa di Cura comunale che a oggi risulta essere chiusa.

–          La stessa Asl To4, che non riesce a reperire personale (medico, infermieristico e di supporto) per riaprire i punti di primo soccorso di Lanzo e Cuorgnè, ora pare abbia anche deciso di non rinnovare i contratti a 70 operatori socio-sanitari? Gli stessi che in questi anni hanno maturato competenze e conoscenze, e che entro la fine dell’anno andranno dunque perduti diminuendo in modo drastico la “forza lavoro” di tutta l’azienda?

Tutte queste situazioni configurano una possibile diminuzione dei servizi offerti al territorio in contrasto sia con le svariate richieste degli amministratori dei vari comuni, sia con le precise indicazioni della Regione, ribadite anche dal Presidente Alberto Cirio, che in più di un’occasione si è spesa delineando le strategie per invertire la tendenza.

Per questo, la preoccupazione del Nursing Up è molto alta, e chiediamo un intervento urgente della Regione e del Presidente Cirio stesso, affinché la situazione venga risolta.

Il segretario regionale Nursing Up Piemonte, Claudio Delli Carri, e il Segretario Aziendale Nursing Up dell’AslTo4, Marco Boccacciari, spiegano: “Onestamente non è accettabile che dopo mesi e mesi in cui gli amministratori del territorio e i cittadini hanno chiesto la riapertura dei due punti di primo soccorso di Lanzo e Cuorgné, nulla si sia mosso in questo senso. Ci domandiamo che cosa stia aspettando la direzione dell’Asl To4 a provvedere. Anche perché i vertici della Regione, e lo stesso presidente della Regione, Alberto Cirio, più volte, hanno dato precise indicazioni per una rimessa in funzione dei due punti di primo soccorso in tempi brevissimi. Ma ciò non è mai avvenuto. Perché, ad esempio, non si sono sfruttate le opportunità normative che oggi esistono, in sinergia con la Regione, che avrebbero di certo agevolato la loro rimessa in funzione? E perché si continua a lamentare, come ragione per la prolungata chiusura, la mancanza di personale, o addirittura le difficoltà a trovarlo, quando poi sembra che non verrà rinnovato il contratto a 70 operatori socio-sanitari della stessa Asl To4? E, ancora, perché il Cavs di Lanzo non è mai stato riattivato, anzi è stato trasferito in una struttura comunale chiusa e mai riaperta?

Chiediamo spiegazioni immediate a questa situazione – concludono Delli Carri e Boccacciari – e chiediamo che la Regione e il Consiglio Regionale approfondiscano e intervengano per trovare una soluzione in tempi brevissimi. Crediamo che sia anche una questione di correttezza verso i cittadini e come ha ribadito, anche recentemente, lo stesso presidente della Regione, Cirio.

I punti di primo soccorso vanno riaperti, così come il Cavs. Mentre per gli Oss è necessario pensare eventualmente anche ad un concorso mirato che non ne disperda le professionalità e le esperienze acquisite in questi anni. L’attuale situazione che abbiamo descritto nell’Asl To4 potrebbe rappresentare un problema per i servizi offerti ai cittadini. Un atteggiamento che rischia di danneggiare il lavoro di tutti. Attendiamo una risposta concreta dal Presidente Cirio e dalla Regione”.

Magliano: dalla parte delle Associazioni, perché l’USU torni un’eccellenza

Per il pieno diritto alla salute per le persone con paraplegia e tetraplegia.
Sosteniamo e sottoscriviamo convintamente le richieste delle Associazioni – I Do di Torino, Coordinamento Para-tetraplegici del Piemonte di Torino, Ancora di Novara, Idea di Alessandria e Arcobaleno di Asti – che hanno manifestato, nei giorni scorsi di fronte al Palazzo della Giunta Regionale, per il pieno rispetto del diritto alla salute per le persone con paraplegia e tetraplegia. Di questo tema mi sono costantemente occupato in Consiglio Regionale negli ultimi due anni, con il più recente Question Time discusso  a Palazzo Lascaris. In particolare, riteniamo non più rimandabile il ritorno alla piena capacità e alla piena attività dell’Unità Spinale Unipolare del CTO di Torino, secondo piano compreso. La riapertura della vasca riabilitativa, proprio in concomitanza con la presentazione della mia interrogazione, è stata una prima, ma solo parziale, buona notizia. Crediamo che ci sia spazio per intraprendere un percorso costruttivo e sensato che porti, tra le altre priorità, alla riduzione di liste d’attesa che attualmente arrivano a sfiorare i due anni e alla costituzione di un dipartimento di coordinamento delle USU piemontesi. Siamo sicuri che la stessa Giunta Cirio condivida questi obiettivi. L’USU di via Zuretti 24 a Torino deve tornare a essere un’eccellenza del nostro territorio e un punto di riferimento per tutti quei pazienti con lesioni midollari che, negli ultimi tempi, sono stati troppe volte costretti a rivolgersi ad altre strutture, talvolta fuori regione o a pagamento.
Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte

Uomo trovato in casa in un lago di sangue

I soccorritori del 118 hanno trasferito in ospedale a Biella un uomo di 37 anni.

Ora è ricoverato in gravissime condizioni. E’ stato  trovato nella sua abitazione di Viverone in un lago di sangue.

I carabinieri e vigili del fuoco sono sul posto per capire che cosa è accaduto. Al momento non si hanno altre informazioni.

(foto archivio)

Allontanamento zero, dibattito in Consiglio regionale

È proseguito oggi in Aula l’iter per l’esame del disegno di legge 64/2019 “Allontanamento zero. Interventi a sostegno della genitorialità e norme per la prevenzione degli allontanamenti”, iniziato nella scorsa seduta del Consiglio regionale.

Il provvedimento, presentato per la Giunta regionale dall’assessore all’Infanzia Chiara Caucino, era stato richiamato in Aula prima di terminare l’istruttoria in Commissione Sanità, secondo le modalità previste dal regolamento del Consiglio. Gli emendamenti depositati al momento sono circa 500.

Sono state respinte le richieste di rinviare il provvedimento in Commissione per un ulteriore approfondimento e le numerose istanze di sospensiva presentate dalle opposizioni. L’esame del Ddl proseguirà nella seduta d’Aula di domani.

Le religioni e la pace

Giampiero Leo

In tempi tristi come questi, dove sentiamo un leader religioso come il patriarca russo ortodosso come Kyrili incitare i suoi fedeli ad arruolarsi in una guerra di aggressione,

oppure gli attuali governanti dell’Iran – trasformato in una teocrazia – utilizzare la
religione per giustificare un regime oppressivo, maschilista, patriarcale e indifferente
ai diritti umani, noi, del Coordinamento interconfessionale del Piemonte, riteniamo
urgente e doveroso offrire tutt’altra testimonianza.
Nell’incontro che si terrà venerdì 7 ottobre alle h 21.00, presso la Parrocchia Santa
Maria Goretti (che ringraziamo moltissimo per aver promosso una iniziativa così
bella e significativa), noi tutti – rappresentanti della quasi totalità delle religioni
presenti in Piemonte – diremo che siamo con Papa Francesco, con i saggi islamici
che si riconoscono nelle dichiarazioni di Abu Dabi, con il Dalai Lama, con Daisaku
Ikeda e con tutte/i coloro che concepiscono e vivono la propria fede innanzitutto
come un “comandamento” di amore, di altruismo, di fraternità, di compassione e di
giustizia. Lo affermeremo e cercheremo di testimoniare la possibilità che questa
“Via” esista e sia praticabile da ogni donna e uomo di buona volontà, anche
raccontando come concretamente viviamo, insieme, questa esperienza di dialogo e
unità (una unità che non ha annulla le identità, ma anzi le riporta alla loro vera
essenza) volta al bene comune.
Giampiero Leo
Portavoce del Coordinamento interconfessionale del Piemonte “Noi siamo con voi”

“Una canzone fa rivivere un ricordo…”

MUSIC TALES, LA RUBRICA MUSICALE

Il peggio sono i viaggi, le avventure

Una canzone fa rivivere un ricordo

Le domande senza risposta, questo è il peggio”

” Si t’étais là ” è una canzone della cantante francese Louane . È stato pubblicato il 21 ottobre 2017 come secondo singolo dal suo secondo album in studio Louane . La canzone ha raggiunto la posizione numero due nella classifica dei singoli francesi .

Tolti certi “cult”, non sono particolarmente amante della canzone francese anche se ammetto di aver goduto in adolescenza con “jo le taxi” di Vanessa Paradis che ha segnato una delle mie estati più belle e spensierate.

Ma questo brano, che cerca di elaborare un lutto (probabilmente la perdita dei genitori n.d.r.) mi ha particolarmente colpita.

Sarà la voce soave di Anne Peichert, conosciuta con il nome d’ arte Louane, sarà la perdita di mia madre che forse ancora del tutto non ho elaborato ma questa canzone mi tocca le corde dell’anima.

Di Louane si sa che è stata una semifinalista nella stagione 2013 di The Voice: la plus belle voix in Francia con Louis Bertignac come coach.

Nel 2014 è stata scritturata nel film La Famille Bélier , per il quale ha vinto il Premio César come attrice più promettente .

Il padre di Louane, Jean-Pierre Peichert, era francese, figlio di madre polacca e padre tedesco. Sua madre, Isabel Pinto dos Santos, era portoghese, figlia di padre portoghese e madre brasiliana.

Il 5 febbraio 2015, ha servito come atto di apertura per la vetrina di Jessie J a Parigi.

Il suo album di debutto in studio, Chambre 12 , è stato pubblicato il 2 marzo 2015, con grande successo. Anche il suo singolo ” Avenir ” ha scalato le classifiche francesi.

Nel 2017, ha fornito la voce per il brano “It Won’t Kill Ya”, dall’album di debutto di The Chainsmokers , Memories… Do Not Open .

Il 1 settembre 2021, per Pokemon 25 , ha pubblicato il brano “Game Girl”, il cui nome è un gioco di parole sul Game Boy .

Tutto questo per farla conoscere a chi, di voi, magari non ne sapeva nemmeno dell’esistenza…un po’ come me se non me l’avessero indicata.

Viviamo tra cose destinate a morire – Intra peritura vivimus.”

(Lucio Anneo Seneca)

Buon ascolto

Chiara De Carlo

https://www.youtube.com/watch?v=yo-CCYzm_SQ&ab_channel=LouaneOfficielVEVO

GLI APPUNTAMENTI

Reimmaginando Lucio:

https://fb.me/e/9fo31sl7n?ti=wa

Un quartetto per la Resistenza

Con  Sara D’Amario. Regia di François-Xavier Frantz

Sabato 8 ottobre 2022

ore 21

Chiesa di San Remigio

Via San Remigio

Villadeati (AL)

Per prenotazioni: 3290488928

Due donne, due uomini, una sola protagonista. Sara D’Amario è l’interprete di Un quartetto per la Resistenza, monologo per la regia di François-Xavier Frantz. La storia, ambientata negli anni della Resistenza, inizia tra le montagne tra Barge e Bagnolo, passa per Moncalieri, per arrivare a Torino nei giorni della Liberazione.

Mattatrice assoluta è la torinese Sara D’Amario che qui si cimenta in 4 ruoli diversi.

La storia

In Un quartetto per la Resistenza, Sara D’Amario veste i panni di Maria Rovano, nome di battaglia Camilla, e di Leletta Oreglia d’Isola, due donne apparentemente agli antipodi per cultura e formazione politica. La prima è comunista e incarna il pragmatismo di una donna del popolo, la seconda è di famiglia nobile ed è cattolica, poetica e luminosa. In comune hanno il fuoco della libertà, sono testimoni della Resistenza e le loro voci, diverse ma complementari, compongono l’asse portante principale della rappresentazione. Le altre due presenze evocate da Sara D’Amario sono due uomini, anche loro molto diversi: Pompeo Colajanni, il comandante Barbato, e Aimaro Isola.

Il primo adulto, siciliano, carismatico, trascinatore, preparato dal punto di vista militare e strategico. L’altro è un adolescente, fratello minore di Leletta, che osserva tutto con sensibilità, profondità e passione; qualità che lo porteranno a scrivere Paesaggi Partigiani, a dare voce alla natura in modo poetico, pensandola come un essere dotato di una memoria propria e concreta, oltre a farlo diventare uno degli architetti più celebri d’Italia.

Aimaro Isola ha letto e registrato, proprio per lo spettacolo, diversi passaggi, battute significative, poetiche, struggenti.

Lo spettacolo sarà preceduto dalla proiezione del video della durata di 5 minuti dal titolo “I Dormienti”, sull’opera di Hilario Isola dedicata a Maria Rovano, Camilla e al comandante Barbato.

La versione dell’8 ottobre a Villadeati sarà inedita poiché ci sarà anche il racconto di cosa accadde il 9 ottobre 1944 nel piccolo paese del Monferrato.

La lettura

Il senso allegorico di Un quartetto per la Resistenza è ben chiaro. François-Xavier Frantz e Sara D’Amario mettono in risalto che, in una particolare condizione storica, persone con sensibilità, cultura, provenienza radicalmente diverse e posizionate ai poli opposti della società italiana di allora, hanno saputo unirsi in nome di una causa fondamentale, vitale per tutti, lasciando un messaggio di speranza univoco e potente.

Ecco perché le loro parole delineano differenti modi per lottare per la pace, ma riescono a intendersi in termini di consapevolezza e di impegno in un momento di confusione storica. In altre parole, le voci di Camilla, di Leletta, di Barbato e di Aimaro offrono un messaggio dal valore inestimabile, senza barriere, senza limiti, vitale per tutte e tutti, in modo duraturo, fino a noi, fino ad oggi.

Gli Interpreti

Sara D’Amario è nata a Moncalieri e nel 1993 si è diplomata presso la Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino, fondata e diretta da Luca Ronconi.

Si è perfezionata a New York con Susan Batson e Elizabeth Kemp; ha conseguito la laurea in Lettere Moderne, specializzandosi in drammaturgia presso l’Università degli Studi di Torino e a teatro è stata diretta, tra gli altri, da Luca Ronconi, Krzysztof Zanussi, Nanni Garella e Luca Zingaretti.

Per il cinema ha recitato in diversi film, tra cui Il ricco, il povero e il maggiordomo, La banda dei Babbi Natale, Il cosmo sul comò (con Aldo Giovanni e Giacomo), Caos calmo (con Nanni Moretti), Solo un padre (Luca Lucini), Colpo d’occhio (di Sergio Rubini), Assassini dei giorni di festa (di Damiano Damiani), La ragazza del lago (con Toni Servillo), Casomai (di Alessandro D’Alatri), Come diventare grandi nonostante i genitori (di Luca Lucini).

In televisione ha partecipato a molti sceneggiati, tra cui Le stagioni del cuore, Il commissario Nardone (nel ruolo di Rina Fort), Le tre rose di Eva (nel ruolo di Angela Corti), Non smettere di sognare, Distretto di polizia 8, Io ci sono (la storia vera di Lucia Annibali), L’onore e il rispetto, Sacrificio d’amore, I Topi, “Fratelli Caputo” di cui è la protagonista femminile accanto a Nino Frassica e Cesare Bocci, oltre alle soap opera Vivere e Centovetrine.

È in tournée con 4 One Woman Show: (XXn) SFUMATURE DI DONNE DI SCIENZA ( un monologo su 20 scienziate che hanno rivoluzionato il mondo), STORIE DI DONNE DI FUOCO E DI LUCE ( in cui racconta di alcune donne che hanno cambiato il loro destino e hanno acceso luci che non si sono mai spente nelle menti e nei cuori di tante persone), GREENMINDS (un viaggio intorno alla terra tentando di schivare le fake news), UN QUARTETTO PER LA RESISTENZA (la storia di 20 mesi di due donne e due uomini emblematici per la Storia del nostro Paese) e una commedia feroce NEGLI OCCHI DI MIA MADRE – IL MAMMONE sul trio più famoso del mondo: Mamma, Moglie e Mammone, tutti per la regia di François- Xavier Frantz.

È autrice di quattro romanzi: NITRO (Baldini Castoldi Dalai editore, 2009); UN CUORE XXL (Fanucci Editore, 2013) vincitore del Premio Sirmione per la Letteratura per Ragazzi; KIKKA (Fanucci Editore, 2014); MAGNETIC (Leggereditore, 2018) semifinalista Premio Bancarellino 2019.

François-Xavier Frantz è regista, attore e drammaturgo francese e vive in Italia da diversi anni.

Si è diplomato nel 1983 alla Scuola per Attori Le Cours Simon di Parigi e nel 1988 si è diplomato con lode in Arti Plastiche all’Accademia di Belle Arti di Metz (Francia). Nel 1993 ha partecipato a un seminario intensivo di regia condotto da Luca Ronconi, presso il Teatro Stabile di Torino.

Tra il 1983 e il 2004 ha lavorato come attore, regista teatrale, drammaturgo con alcuni grandi maestri, tra cui Anatoli Vassiliev (Russia), Jerzy Grotowski (Pontedera), Michelle Kokosowski – Académie Expérimentale des Théâtres (Francia).

Ha collaborato con Daisy Amias alla prima creazione mondiale di Phaedra (Seneca), Andromaca (Jean Racine) in lingua coreana a Seoul – Corea del Sud, e sull’adattamento di Nadja di André Breton; in seguito ha collaborato con Isabelle Janier sulla messinscena di diversi testi di Marivaux.

Tra le sue regie teatrali spiccano varie opere di Pasolini, Fassbinder, Georges Ribemont-Dessaignes, Tennessee Williams, Werner Schwab, Jean Genet, Edouard Dujardin.

Ha realizzato alcuni cortometraggi di fiction in lingua francese e italiana.

Tra il 2004 e il 2011 ha lavorato come produttore di lungometraggi per il cinema a livello internazionale presso Love Streams agnès b. Productions, Parigi. Dal 2011 lavora come attore, autore, regista e script doctor indipendente anche in Italia.

Partners e sponsor

Un quartetto per la Resistenza è una produzione dell’associazione Ancóra con il sostegno del Comune di Barge, del Comitato Resistenza e Costituzione, del Consiglio Regionale, della Fondazione CRT, in collaborazione con Constellation Factory, Polo del ‘900 e Istituto della Resistenza di Cuneo, l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, Comune di Moncalieri, Proloco di Moncalieri.

Sabato 8 ottobre 2022

ore 21

Chiesa San Remigio

Via San Remigio

Villadeati (AL)

Per prenotazioni: 3290488928

www.duepuntisas.it

Juventus-Maccabi Haifa, Champions League

Mercoledì 5 ottobre h.21

La bella e netta vittoria in campionato contro il Bologna ha riportato  entusiasmo in casa bianconera, ma il momento difficile non sembra ancora del tutto superato. La sfida di mercoledì 5 settembre contro il Maccabi Haifa, valevole per il terzo turno di Champions League, è un’occasione molto importante per la Juventus affinché ottenga un nuovo risultato positivo.In Europa i bianconeri sono ancora a zero punti dopo 2 giornate avendo subito le sconfitte contro PSG e Benfica.
Formazioni

JUVENTUS (3-5-2): Szczesny; Bremer, Bonucci, Danilo; Cuadrado, Locatelli, Paredes, Rabiot, Kostic; Vlahovic, Milik.

MACCABI HAIFA (3-4-1-2): Cohen; Batubinsika, Goldberg, Seck; Sundgren, Lavi, Abu Fani, Haziza; Chety; Pierrot, David.

Enzo Grassano

La Diplomazia risorgimentale a Torino

Dal Palazzo delle Segreterie alla Società del Whist Accademia  Filarmonica

Torino può essere definita la città italiana dove tutto ebbe inizio in tempi moderni. Il Palazzo delle Segreterie è uno dei primi esempi di struttura appositamente concepita per ospitare i capi a comando degli Stati, specialmente quelli degli Esteri, rendendolo ai tempi, uno strumento molto efficace, semplice e soprattutto veloce accessibile alle predisposizioni di esecuzione del sovrano. Durante il risorgimento si svolgevano anche i balli diplomatici a Corte, uno dei più importanti ed esclusivi si teneva a Torino preso la Società del Whist-Accademia Filarmonica, fondata da Cavour nel marzo 1841, ispirato dai club per gentiluomini londinesi, creò un circolo di nobili liberal-moderati per colmare il “vuoto sociale creato dalla scomparsa della tradizionale vita di corte” ed avere anche un degno luogo d’incontro. Infatti, in essa si incontravano le maggiori diplomazie a Torino e vi trovavano  rifugio e accoglienza molti rifugiati politici di molte nazioni. Ma anche la nobiltà e civiltà dei caffè intellettuali, i quali solitamente erano frequentati dai maggiori esponenti della diplomazia vecchia e nuova, della cultura, dell’eleganza, dell’ esercito e  da noti politici.

Sofia Scodino

Piemonte da scoprire tra arte e storia

Un bel libro-guida da sfogliare e leggere per visitare il Piemonte nella stagione dei grandi colori.

Lo porta in edicola e in libreria un turista curioso che dalla sua Lombardia ha scoperto le bellezze artistiche e paesaggistiche della nostra regione. Si è innamorato così tanto della sua nuova terra che non l’ha più lasciata. Un tal giorno, Paolo Ponga, giornalista e scrittore di romanzi, ha fatto la scelta della sua vita: via dal caos della periferia milanese per trasferirsi sulle dolci colline del Monferrato. Con la macchina fotografica a tracolla ha viaggiato per le otto province del Piemonte scoprendo posti e luoghi di cui si parla poco o meno di tanti altri ma che hanno fascino da vendere. Tutti angoli da conoscere meglio e valorizzare come meritano. Si tratta di trenta località scelte dall’autore lungo un percorso che si snoda tra arte, cultura e storie avvincenti. Ecco qualche suggerimento. Nell’astigiano l’obiettivo di Ponga è puntato su San Secondo di Cortazzone, la chiesa in cima a una collina, in mezzo alla campagna, uno dei più interessanti esempi del romanico astigiano, risalente al secolo XI, e sull’antica cripta di Sant’Anastasio, secondo vescovo di Asti, eretta mille anni fa o forse anche prima, vero e proprio tesoro nascosto nel centro di Asti, la cui atmosfera misteriosa ricorda all’autore le pagine del Codice da Vinci di Dan Brown.
In provincia di Alessandria, a metà strada tra Casale e Valenza, sorge il castello di Giarole fondato in seguito a un diploma concesso da Federico Barbarossa a quattro cavalieri della nobile famiglia Sannazzaro. L’attuale conte Sannazzaro, previo appuntamento, guida i visitatori nelle sale del maniero attraverso otto secoli di storia. Raggiungiamo il paese medievale di Rocca Grimalda, nell’Ovadese, dove il castello è diventato un’oasi fiorita. Furono i Grimaldi piemontesi, ramo collaterale della famiglia del Principato di Monaco, a trasformare nel Settecento il castello militare nella splendida dimora attuale con giardini all’italiana, medievali e romantici. Anche qui è possibile vedere il castello con una visita guidata condotta dai proprietari. Nel biellese ampio spazio al Ricetto medievale di Candelo, uno dei borghi più belli d’Italia, con le mura fatte di ciottoli di fiume, costruito dagli abitanti del paese per ripararsi dalle incursioni dei briganti. Il Ricetto, dal latino “receptum”, ossia un rifugio difeso da fortificazioni, veniva utilizzato come deposito di prodotti agricoli e come luogo per difendersi in caso di pericolo o di guerra. Entrarci significa fare un salto indietro nel tempo di 700 anni. A Dronero, nel cuneese, il famoso Ponte del Diavolo con i suoi merli a coda di rondine. L’opera fu costruita nel 1428 sul torrente Maira, grandioso intervento per quei tempi, così come è molto suggestiva la leggenda sul diavolo, tutta da leggere. A Monticello d’Alba, 2000 abitanti sulle colline del Roero, si trova il castello delle favole, “per le torri potenti e i camminamenti ricchi di merli”, voluto mille anni fa dai vescovi di Asti per difendere il territorio dalle invasioni dei Saraceni, come quella distruttiva del 920 dopo Cristo.
Le cronache medioevali narrano di almeno due grandi assedi al castello tra il 1187 e il 1300. E che dire dell’Abbazia fortificata di San Nazzaro Sesia nel novarese? Ben pochi la conoscono, eppure è uno dei complessi monastici più significativi della nostra regione. Il comune, 700 abitanti, fa parte del Parco naturale delle Lame del Sesia e la sua fondazione risale forse all’età Longobarda, al tempo della regina Teodolinda. Oppure l’affascinante chiesa romanica di San Michele a Oleggio nella campagna novarese, a 15 chilometri dal capoluogo, tra Bisanzio e il Romanico lombardo, con un ciclo pittorico straordinario, di gusto bizantino, risalente all’anno Mille. Investigatore a caccia di opere d’arte: Ponga scova preziosi gioielli quasi perduti, di cui si sa ben poco, e uno di questi si trova vicino a Ivrea. È la piccola pieve di Santa Maria di Vespiolla, nel comune di Baldissero Canavese. Ricca di affreschi risalenti al Quattrocento la chiesa fu eretta forse già prima del X secolo ed era il centro del potere spirituale del territorio circostante. La prima data in cui viene citata in un documento è comunque il 1122. In provincia di Torino citiamo ancora l’antica Abbazia di Santa Fede, vicino a Cavagnolo, in Val Cerrina, dimenticata e da riscoprire, di origine longobarda ma rifatta nel XII secolo e nominata dal Barbarossa in un documento dell’epoca. Nel Verbano-Cusio-Ossola un’attenzione particolare viene riservata alla chiesa monumentale di San Gaudenzio, a Baceno, in Valle Antigorio, adagiata su uno sperone roccioso, con la facciata romanica in pietra e e il portale cinquecentesco. Nel vercellese spiccano le rovine dell’antico castello di Vintebbio e la sua lunga storia iniziata nell’Alto Medioevo e il castello-monastero di Lenta tra misteri, abbandono e uomini di buona volontà. C’è ovviamente molto altro nel volume di Paolo Ponga, un invito quindi a leggerlo e a viaggiare per il Piemonte nella stagione più incantevole dell’anno. Tutte le informazioni per le visite ai siti si trovano alla fine del libro.
Filippo Re
Nelle foto la Chiesa San Secondo di Cortazzone, il castello di Sannazzaro di Giarole, il ricetto di Candelo