ilTorinese

Cronaca postuma di un paese che non esiste più

“Di dove sei? Della Jugoslavia. È un paese che esiste? No, ma io vengo da lì”.

Un dialogo breve e asciutto, mirabilmente sintetizzato dalla scrittrice croata Dubravka Ugreši ne “La confisca della memoria” svela molto bene il dramma della dissoluzione di quello che era il paese degli slavi del sud. E Bruno Maran, fotoreporter di Stampa Alternativa che ha firmato importanti reportage dalle zone più calde del pianeta, con il libro “Dalla Jugoslavia alle Repubbliche indipendenti. Cronaca postuma di un’utopia assassinata e delle guerre fratricide”, pubblicato da Infinito Edizioni, racconta con lucidità e passione la parabola della Jugoslavia. Un paese che dopo la prima guerra mondiale si chiamava Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, poi Regno di Jugoslavia e successivamente un’originalissima esperienza socialista e federale per oltre quarant’anni, dal 1945 al 1991. La Jugoslavia era il frutto unitario composto da sei repubbliche  e due  province autonome (nell’ordine: Croazia, Slovenia, Serbia, Montenegro, Bosnia ed Erzegovina, Macedonia, Kosovo, Vojvodina ), formatosi dopo aver attraversato una tremenda guerra di liberazione dagli invasori nazi-fascisti, che provocò molti lutti e sparse rancori mai sopiti. Il paese venne così delineato da Josip Broz Tito e da Edvard Kardelj, il teorico e costituzionalista sloveno.  La “terra degli slavi del sud” si basava sulla politica della Fratellanza e Unità (Bratsvo i Jedinstvo) fra i diversi popoli jugoslavi, garantendo a ciascuno, comprese le minoranze nazionali, dignità, autonomia decisionale e rappresentatività istituzionale. Tito era infatti riuscito a bilanciare le rappresentanze etniche e a placare antichi odi in un equilibrio che appariva stabile, grazie probabilmente anche al collante dell’ideologia socialista rinnovata in chiave antistalinista e per alcuni versi filo-occidentale. L’originalità del progetto jugoslavo iniziò il suo declino nei primi anni ottanta, con la morte del maresciallo Tito. Nel 1991 scoppiò la guerra, che portò nell’Europa di fine Novecento i crimini contro l’umanità, lo stupro etnico, il genocidio, l’urbicidio di Sarajevo e di altre città, la fuga di milioni di profughi, per concludersi con una pace ingessata, cui fece seguito una guerra “umanitaria” in Kosovo e Serbia. Un modo drammaticamente coerente per chiudere un secolo segnato dalle guerre. Il libro di Maran è la storia di quel Paese, anno per anno, giorno per giorno. Un lavoro paziente, di ricerca, con il quale l’autore ha realizzato un testo per alcuni versi di fondamentale importanza per chi vuol conoscere questa parte della storia europea e un paese dove – secondo i più – è iniziato ed è finito  nel sangue quello che lo storico britannico Eric Hobsbawm definì il “secolo breve”. Un libro di storia, dunque. Da leggere, come meritano questi libri, con calma.  “Questo libro ci aiuta a comprendere il presente facendoci conoscere settant’anni e più di passato e ci consente di immaginare, o quanto meno, di auspicare, un futuro possibile”, ha scritto  Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. “Un futuro che, per quanto mi riguarda, deve comprendere, perché sia tale, due concetti fondamentali: giustizia e diritti”. Temi ricorrenti, spesso violati, a volte dimenticati che si accompagnano al bisogno di ricostruire storie e vicende partendo dai fatti. “La lettura del lavoro di Maran dimostra come gli eventi tragici verificatisi nei Balcani non affondino le loro ragioni in un atavismo tribale, bensì in “semplici” e fin troppo evidenti scontri tra gruppi di potere interni allo spazio jugoslavo e sostenuti da potenti alleati stranieri”, sottolinea Luca Leone, autore dei più importanti libri sulla Bosnia. Che aggiunge come “a restare stritolati, sfregiati, dilaniati, alla fine sono sempre i popoli, la giustizia e la verità”.  Soprattutto in questi paesi dove la storia è passata come un vento impetuoso nel corso dei secoli, tanto da far dire a Winston Churchill che “gli spazi balcanici contengono più storia di quanta ne possano consumare”.

Marco Travaglini

Lecce-Juventus. La gara della verità!

12esima giornata serie A

Sabato 29 ottobre ore 18

Per i bianconeri di Max Allegri è una partita pericolosa ma con approccio arrabbiato dopo l’eliminazione in Champions e la non certezza d partecipare all’Europa League visto che bisognerà blindare almeno il terzo posto nel girone.In una situazione poco piacevole come questa – in cui la Juve va male anche in campionato – i bianconeri devono necessariamente recuperare terreno e vincere. Un’ulteriore sconfitta a Lecce non farebbe che alimentare ulteriori malcontenti e polemiche. Da questa situazione se ne esce con carattere, personalità, grinta. Ma nella squadra vista contro il Benfica in Champions League non ci sono queste caratteristiche. Soprattutto in un momento difficile, come questo, la pressione è tanta e servono appunto personalità e carattere per superarlo nel miglior modo possibile.

Formazioni
Lecce (4-3-3): Falcone; Baschirotto, Umtiti, Pongracic, Gallo; Askildsen, Hjulmand, Gonzalez; Strefezza, Ceesay, Banda. All. Baroni
Juventus (3-5-2): Szczesny; Danilo, Bonucci, Rugani; Cuadrado, McKennie, Locatelli, Rabiot, Kostic; Milik, Kean. All. Allegri

Enzo Grassano

È morto il giornalista Nino Battaglia

È morto la notte scorsa alle Molinette di Torino il giornalista Nino Battaglia. Ha dato la notizia sulla propria pagina Facebook il suo ex collega RAI, Orlando Perera. Battaglia, andato in pensione alcuni anni fa, era un volto molto noto a Torino e in Piemonte, conosciuto come conduttore e inviato del TG regionale, appassionato di cultura, di cinema e di politica. Sempre gentile e sorridente era da tutti apprezzato per la sua sottile ironia. In passato era stato redattore all’Agenzia Giornalistica Italia e negli anni ’70, collaboratore della Gazzetta del Popolo.

Tre auto distrutte all’incrocio: conducente passa col rosso e fugge

Ieri sera a Madonna di Campagna all’incrocio tra via Veronese, via Stampini e strada Aeroporto si sono scontrate tre automobili. Una Fiat 500 a noleggio, una Renault Mégane e un’altra vettura sono rimaste coinvolte nell’incidente. Sarebbe stata la prima auto  a “bruciare” il semaforo rosso. A bordo dell’auto a noleggio erano in quattro persone. I tre passeggeri sono stato portati  in ambulanza all’ospedale Maria Vittoria in condizioni non gravi, il conducente è scappato  a piedi, mentre le tre auto sono praticamente distrutte.

Quando si protesta perché ti concedono più libertà

A cura di lineaitaliapiemonte.it 

Posto che l’innalzamento al tetto del contante, dagli attuali 2000 a 10mila euro, non è prioritario, bisogna riconoscere che si tratta di un importante segnale di cambiamento psicologico: lo Stato si fida del cittadino fino a prova contraria e non lo considera evasore a prescindere. Non è poco ma c’è anche altro. E non ha nulla a chè vedere con l’acquisto in contanti di una borsetta Vuitton…

Continua a leggere:

 

https://www.lineaitaliapiemonte.it/2022/10/27/leggi-notizia/argomenti/messaggi-in-bottiglia/articolo/quando-si-protesta-perche-ti-concedono-piu-liberta-di-marco-corrini.html

Un nuovo volto per la “Ex Clinica Bernini”

La Giunta Comunale, su proposta dell’Assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni, ha approvato la richiesta di Permesso di Costruire in deroga (Legge n.106/2011) per la demolizione e ricostruzione del fabbricato denominato “Ex Clinica Bernini” costruita nel 1950 e noto per la sua funzione di struttura sanitaria ospedaliera privata.

Il fabbricato è collocato all’interno dell’isolato triangolare compreso tra corso Francia, via Duchessa Jolanda e via Goffredo Casalis in una porzione di città contraddistinta da costruzioni a prevalente destinazione residenziale di buona fattura. Attualmente, i locali interni sono dismessi e inutilizzati e, poiché non presidiati, risultano inadeguati allo svolgimento di una qualsiasi funzione per i cittadini, rivelandosi invece un rischio per la pubblica e privata incolumità.

La proposta presentata in Consiglio Comunale prevede la demolizione dell’immobile esistente e la successiva costruzione di un nuovo fabbricato edilizio a destinazione residenziale, innalzato per 8 piani fuori terra e in aggiunta, 2 piani interrati destinati ad autorimesse.

L’assessore Mazzoleni dichiara “L’operazione riveste un importante ruolo all’interno delle trasformazioni urbane cittadine poiché interessa una porzione non più in grado di soddisfare le esigenze della popolazione, non avendo più le caratteristiche necessarie allo svolgimento delle attività richieste ad una struttura sanitaria. Inoltre, la riqualificazione dell’area avrà riscontri positivi sulla più immediata porzione di città, prossima al centro cittadino e interessata dall’asse alberato storico di Corso Francia. La realizzazione di un nuovo fabbricato residenziale in sostituzione di quello esistente, costituirà quindi, l’occasione di riqualificazione di un tassello urbano centrale riportando in equilibrio il contesto urbano ed edilizio, oggi compromesso da una situazione di importante degrado”.

Onde acustiche, il Poli studia gli animali per riprodurre materiali che riducono le vibrazioni

IMPARARE DALL’EVOLUZIONE DEGLI ANIMALI PER RIPRODURRE MATERIALI PER LO SMORZAMENTO DELLE VIBRAZIONI E IL CONTROLLO DELLE ONDE ACUSTICHE

 

Uno studio del Politecnico di Torino, dell’Università di Torino, di Trento e del CNRS di Lille pubblicato sulla rivista “Matter” mostra come, attraverso l’evoluzione, la natura abbia selezionato delle strutture ottimizzate per il controllo delle vibrazioni e delle onde acustiche

 

 

La natura, attraverso milioni di anni di evoluzione, ha prodotto sistemi biologici con proprietà e funzionalità eccezionali. Molti organismi si sono adattati al loro particolare ambiente creando materiali e strutture straordinariamente efficienti. Tali materiali sono ottimizzati dal punto di vista delle loro proprietà meccaniche, termiche e ottiche in una maniera tale che, talvolta, nemmeno la tecnologia è ancora in grado di riprodurre.

Queste proprietà sono spesso ottenute mediante strutture “gerarchiche”, con lunghezze caratteristiche che vanno simultaneamente dalla macro alla nanoscala, strutture gerarchiche che sono facilmente osservabili in materiali quali il legno, le ossa, la tela di ragno o le spugne marine. Finora è stata posta l’attenzione soprattutto su strutture che la natura ha ottimizzato dal punto di vista delle proprietà meccaniche “quasistatiche” quali, ad esempio, la resistenza alla frattura, la tenacità o l’adesione mentre esistono molti meno studi relativi alle proprietà dinamiche, come lo smorzamento delle vibrazioni, l’assorbimento del rumore o la trasmissione sonora.

In particolare, vi è una scarsa conoscenza di come le strutture gerarchiche giochino un ruolo nella ottimizzazione delle strutture naturali. Nel recente articolo “Optimized structures for vibration attenuation and sound control in nature: A review”, pubblicato sulla rivista Matter, i ricercatori del Politecnico di Torino Federico Bosia, Antonio Gliozzi e Mauro Tortello, insieme ai colleghi dell’Università di Torino, di Trento e del CNRS di Lille, hanno raccolto e sistematizzato alcuni esempi eclatanti esistenti in natura di ottimizzazione strutturale per il controllo di onde e vibrazioni, mettendo in evidenza alcuni tratti e strategie comuni in diversi sistemi biologici.

Lo studio consentirà di “imitare” alcune di queste strutture, ovvero di adottare un approccio bioispirato, e di applicarlo alla progettazione di metamateriali acustici, ovvero materiali innovativi che sono emersi di recente per il controllo delle onde sonore.

 

Le strutture biologiche di interesse da questo punto di vista possono essere classificate in tre principali categorie: le strutture estremamente resistenti agli impatti – come il cranio del picchio, le “mazze” del gambero mantide, o la struttura di alcune conchiglie marine; strutture per la percezione e la predazione – i ragni, gli scorpioni, le falene (un tipo di falena si è evoluta fino a formare delle ali che consistono in un metamateriale naturale che le rende invisibili al sonar dei pipistrelli), persino gli elefanti, ognuno dei quali ha elaborato una strategia innovativa per generare e sfruttare vibrazioni di varie frequenze; infine le strutture per il controllo, la focalizzazione e l’amplificazione del suono – ad esempio il sistema di eco-localizzazione dei delfini e la complessa ed eccezionale struttura presente nei mammiferi: la coclea. Molto spesso, infine, è possibile trovare dei tratti comuni ai vari casi considerati, come l’eterogeneità dei componenti, la porosità variabile, l’organizzazione gerarchica ed efficienti meccanismi di risonanza.

“Questo lavoro di review – commentano Federico Bosia, Antonio Gliozzi e Mauro Tortello – aiuta a conoscere meglio molti sistemi che la natura ha ottimizzato attraverso milioni di anni di evoluzione. Comprenderne meglio il funzionamento e i tratti comuni può aiutare a sviluppare materiali che impieghino quanto la natura ha già ottimizzato. Ciò può essere utile per svariate applicazioni che riguardano la manipolazione delle onde acustiche o elastiche, andando, ad esempio, da sistemi per la protezione dalle onde sismiche ad altri che consentano di “raccogliere” l’energia delle onde elastiche alla microscala (energy harvesting)”.

 

Questo lavoro è stato svolto nell’ambito del progetto “BOHEME: Bioinspired hierarchical Metmaterials”, finanziato dalla Commissione Europea (grant n. 863179).

 

Il ritratto aureolato di “Margherita di Savoia. Regina d’Italia”

A palazzo Madama, nella sala del Senato, sino al 30 gennaio

Ricordate, dai banchi della scuola? “Onde venisti? quali a noi secoli / Sì mite e bella ti tramandarono? / Fra i canti de’ sacri poeti / Dove un giorno o regina, ti vidi?” Carducci, mangiapreti e tritura monarchi, la vide passare per le vie di Bologna e ne rimase folgorato, cancellando in un attimo il suo passato repubblicano e beccandosi ogni tipo di critica dai compagni di un tempo: caduto anche lui sulla strada di Damasco, il giorno dopo era al cospetto dei sovrani, avviando con lei un’amicizia (il gossip dell’epoca ci andò a nozze e i rumors sulle visite alle regali stanze invadevano salotti e mercati), una fitta corrispondenza e la sana abitudine delle camminate estive tra i sentieri della Val d’Aosta. Fino al 30 gennaio, nella Sala del Senato di Palazzo Madama, l’antico foglio originale, ripensato e corretto, de “Alla regina d’Italia”, è uno dei tanti oggetti che trovano spazio, nell’elegante quanto arioso allestimento dell’architetto Loredana Iacopino e per la cura di Maria Paola Ruffino, all’interno della mostra “Margherita di Savoia. Regina d’Italia”. Oltre settanta opere d’arte, tra ritratti, dipinti, sculture, abiti e gioielli, strumenti musicali e manoscritti, tappezzerie e mobili, un racconto prezioso attraverso i settantacinque anni di vita della sovrana (nacque a Torino, a palazzo Chiablese, nella notte del 20 novembre 1851 e morì a Bordighera all’inizio del 1926) raccolto dal Musée d’Orsay di Parigi, dalle Gallerie degli Uffizi – Palazzo Pitti, dal Palazzo del Quirinale e dal Museo di Palazzo Boncompagni-Ludovisi di Roma, dal Palazzo Reale di Napoli e dalla Reggia di Caserta, dai Musei Civici di Venezia, dai Musei Reali e dalla Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, dal Polo Museale del Piemonte.

Il padre era Ferdinando di Savoia-Genova, fratello di Vittorio Emanuele II, e la madre Elisabetta di Sassonia, al suo battesimo parteciparono Massimo d’Azeglio, allora Presidente del Consiglio, Cavour con le differenti cariche di ministro della Marina e dell’Agricoltura e Commercio, Alfonso La Mormora. Rimasta orfana di padre a soli quattro anni, appena tredicenne fu adocchiata come futura sposa dell’erede Umberto, ma i tempi non erano ancora maturi. Maturarono in maniera definitiva il giorno del matrimonio, il 22 aprile 1868: matrimonio che risultò essere, anche questo, “troppo affollato”, dal momento che già da quattro anni circolava e aveva preso il cuore del futuro re una innamoratissima Camilla, questa davvero bella, la duchessa Eugenia Attendolo Bolognini Litta, di sette anni maggiore di lui, della miglior nobiltà milanese, un amore eterno e un figlio adulterino da crescere. Margherita all’inizio mal sopportò quel triangolo di cui tutti erano a conoscenza; ma poi seppe creare intorno a sé e all’immagine della coppia reale una perfetta cornice di finzione, di felicità e di salda unione che ebbe il proprio primo sfolgorante traguardo nei festeggiamenti delle nozze d’argento nell’aprile del 1893.

Era l’Italia di quel lungo periodo un paese che, nella propria diseguaglianza, guardava ai grandi sviluppi, all’espandersi a piccoli o grandi passi delle ferrovie, dell’industria, dell’istruzione, si poneva di fronte alle prime organizzazioni dei lavoratori, passava dalla carrozza all’automobile, dalla storia risorgimentale a quella coloniale: al centro, per lunghi decenni, Margherita, nella Storia – come nella mostra di Palazzo Madama – aureolata, posta al centro nelle vesti di icona di stile, di “eterno femminino regale”, di madre – quante volte sarà stata accanto alla culla del piccolo Vittorio Emanuele, disegnata da Domenico Morelli, uno dei pezzi più belli della mostra? -, di benefattrice, di musa, di illuminata sovrana, di colei che promuove la diffusione dell’istruzione e della formazione professionale, che accresce il consenso attorno a Casa Savoia, che crea salotti portando cultura e arte e li allieta con la sua voce e con il suono del pianoforte (era innamoratissima di Beethoven), che guarda alla modernità con occhio sempre attento e con cuore aperto al popolo (“La regina Margherita mangia il pollo con le dita”) e forgia frasi come “A che servirebbe essere principi se non si potesse fare il bene che si vuole?” o “Tutto quel che viene dal popolo deve ritornare al popolo”. Diremmo grandiosa. Ma è anche la sovrana che appoggiava l’operato di Bava Beccaris, nel maggio 1898, in occasione dei moti di Milano, che guardava con fiducia al fascismo e a Mussolini, unico argine ai disordini del biennio rosso, che forse non era di parere poi molto lontano da quello di Marco Minghetti, suo amato maestro di latino, che nel 1864 portò la capitale a Firenze e fu il responsabile dell’eccidio di piazza San Carlo, a Torino, che causò la morte di 47 persone, tra militari e civili.

Margherita si circondò del bello, molto dell’arredamento di palazzo Reale trovò posto nelle sale del Quirinale, i mobili intarsiati del Piffetti e la ricchezza barocca di Valentino Besarel, bellunese, occuparono i grandi saloni come gli ambienti di Monza e le abitazioni private della sovrana, i servizi di Meissen e di Sèvres, oggi in mostra, ornarono le tavole dei grandi pranzi, gli abiti alla moda – quella moda che la regina seguiva, con gli abiti parigini di Worth, o per molte occasioni dettava – rivestirono le dame della aristocrazia in occasione di balli e feste a corte. Margherita è la sovrana che si mostra al popolo ed elargisce sussidi a congregazioni religiose e istituzione laiche, asili d’infanzia, scuole, associazioni caritative; promuove la moda del pizzo nelle toilette femminili, aiutando nello stesso tempo la scuola di merletto di Murano e le tante donne che con le loro famiglia da quel lavoro dipendono. Come riporta in auge la moda del corallo (le lavorazioni sono ambientate in una delle sale più belle della mostra), amante dei libri crea biblioteche, nel ’93 tiene a battesimo la Biennale di Venezia. Il regicidio a Monza, ad opera di Gaetano Bresci, decreterà la fine di un epoca forse dorata e la sovrana, lasciando il Quirinale al figlio e ad Elena di Montenegro andrà ad abitare il palazzo romano che da lei prenderà il nome, dedicandosi ancor più ai viaggi e al mondo dell’arte. L’ultima sala accoglie immagini dei Lumière, i viali torinesi con i tramvai, le piazze e le folle, gli antichi panorami, le precedenti e le teche che abbiamo attraversato ci hanno mostrato la sovrana nei tanti ritratti, uno per tutti quello di Pietro Paolo Michetti, le porcellane preziose e le tante componenti dell’arredamento, i mandolini e le chitarre, il ritratto di un giovane Vittorio Emanuele III ad opera di Giacomo Grosso, la pace di Gressoney La Trinité rappresentata da Demetrio Cosola e un altro capolavoro dell’arte di Andrea Tavernier, “Finita la messa”, due diversissime opere di Giacomo Balla, “Le risaiuole” di Angelo Morbelli, un abito nero con manto a striscio, in velluto di seta, ricamato con paillettes e jais e merletto lavorato a macchina, datato 1905-1915, appartenuto alla sovrana. In una teca, una piccola etichetta con il numero 239/B legata con un filo rosso, la Rivoltella Harrington & Richardson, modello “Massachusetts”, con cui in un nero 29 luglio, in tarda serata, venne assassinato il sovrano Umberto I. Tre coli l’avevano colpito al volto e alla gola, uno era andato a vuoto.

Elio Rabbione

Immagini dell’allestimento della mostra a Palazzo Madama (ph. Perottino)

Il ritorno di Cioccolatò, aziende prestigiose e una tradizione unica

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Torino e il Piemonte sono luoghi simbolo per il mondo del cioccolato. Ci sono gli ingredienti migliori, aziende prestigiose e una tradizione unica che unisce le botteghe, le pasticcerie e l’industria. Ogni anno tra ottobre e novembre la città diventa la capitale del cioccolato e il profumo del cibo degli dei scivola tra le strade del centro come una magia.

Quella magia la compie CioccolaTò. Quest’anno è un’edizione speciale perché racconta un viaggio che comincia e finisce a Torino e che mescola cioccolato e caffè grazie al main sponsor Oropuro Caffè.

‘Il giro del cioccolato in 10 giorni’ è il claim dell’edizione 2022 di CioccolaTò.

Dal 28 ottobre al 6 novembre ritorna il villaggio del cioccolato dove protagonisti assoluti sono i maestri cioccolatieri più famosi d’Italia. Un viaggio lungo dieci giorni fatto di gusto, spettacoli e che coinvolge tutti i sensi e regala emozioni a ogni assaggio.

‘Il Giro del mondo’ non è soltanto uno slogan ma il titolo di un’edizione ricca di contenuti che ha l’ambizione di portare i visitatori nei luoghi dove il cioccolato è protagonista.

CioccolaTò 2022 ha un vasto programma di appuntamenti tematici che guidano il pubblico nella scoperta e nella conoscenza. Piazza San Carlo e via Roma sono il cuore della manifestazione un laboratorio di cioccolato a cielo aperto.

In piazza San Carlo è allestita ‘Casa CioccolaTò’ dove ogni giorno andranno in scena gli showcooking con gli chef stellati, i laboratori con i Maestri Artigiani e Pasticceri Torinesi e di Conpait (Confederazione Pasticceri Italiani).

Torna ‘La Fabbrica del Cioccolato’, una storica e una moderna, allestita in collaborazione con il maestro cioccolatiere Silvio Bessone e la Selmi Group, azienda leader nel settore dei macchinari per la lavorazione del cioccolato. Silvio Bessone firma anche la ‘Mostra del Cacao’ nel Mondo, tra fotografie, filmati, sacchi di cacao e storie vere.

Chef Stellati di Torino a CioccolaTò

Chef Andrea Larossa Ristorante Larossa

Chef Marcello Trentini Ristorante Magorabin e Pastry Chef Filippo Novelli La Perla

Chef Claudio Vicina Ristorante Casa Vicina

Chef Fabrizio Tesse Ristorante La Pista

Pastry Chef Halloween Cioccolatino o Scherzetto

Silvia Federica Boldetti Pastry Queen 2016 – campionessa del mondo – Maestro AMPI

Maestri Cioccolatieri come Guido Castagna, Guido Gobino, Silvio Bessone,

Maestri Artigiani e Pasticceri Torinesi e di Conpait – Confederazione Pasticceri Italiani.

Le Cucine al Cacao nel mondo

Showcooking con la cucina Venezuelana, Peruviana, Portoghese, Messicana fino ad arrivare all’Africa con Camerun, Eritrea Senegal in collaborazione con l’associazione di promozione sociale Panafricando.

Fuori di Cioccolato

Molti gli eventi off della manifestazione in tutto il territorio cittadino, dal CioccoCabrio Bus che porterà a conoscere luoghi e storie legate al cioccolato sorseggiando la calda bevanda (info su www.somewhere.it) alla Merenda Reale® un viaggio nei caffè storici e nelle caffetterie delle Residenze Reali coinvolte, dove scegliere tra una fumante cioccolata calda o un Bicerin, al Tour Torino Golosa organizzato da www.turismotorino.org e ai percorsi nei caffè storici e nelle cioccolaterie a cura di  www.viaggiacorte.it .

 

CioccolaTò Diffuso

In molti ristoranti, nei dieci giorni più golosi dell’anno, si potranno degustare piatti dedicati al cioccolato.

CioccolaTissima

Incontro tra arte e cioccolato. Un’iniziativa realizzata in collaborazione con Artàporter e Diffussisima. Giovani artisti realizzeranno opere dedicate al cioccolato che saranno esposte nei locali storici, pasticcerie e cioccolaterie della città e, dal 3 al 6 novembre, in concomitanza con Artissima, anche in piazza San Carlo.

Lunedì 31 ottobre

CioccoHalloween

Cioccolatino O Scherzetto?

piazza San Carlo – Casa Cioccolatò – Ingresso libero fino a esaurimento posti

Una giornata di ‘eventi gustosi da paura’, giochi, animazione, horror games a cura di N.I.D.A. Nazionale Italiana dell’Amicizia. I bambini si sfideranno e verranno premiati in modo cioccolatoso.

Dalle 15 alle 17 – laboratorio bimbi con Silvia Federica Boldetti Pastry Queen 2016 – campionessa del mondo – Maestro Ampi. A seguire una grande sorpresa serale, sempre a cura di N.I.D.A. (CioccolaTò 2022 conferma la valenza sociale con progetti di sostegno e rinnova il legame con la ‘Nazionale Italiana dell’Amicizia’ che partecipa attivamente organizzando i momenti di animazione).

 

Giovedì 3 novembre
Convegno Cioccolato&Turismo

Ore 10.30 piazza San Carlo – Casa CioccolaTò

Ospiti nazionale e internazionali, collegati a distanza e in presenza si confrontano sulla valorizzazione e la tutela del patrimonio artistico, storico e culturale del cioccolato. Progetti e parole dalla produzione artigianale alla promozione, all’insegna del consumo responsabile. Appuntamento organizzato in collaborazione con Città di Torino, Camera di Commercio di Torino, Turismo Torino e Provincia, VisitPiemonte Dmo e The Chocolate Way la prima rete internazionale che lega città d’arte, capitali europee e distretti produttivi artigianali accomunati dal cioccolato.

Modera l’incontro Luca Ferrua Direttore di “Il Gusto”.

 

Venerdì 4 novembre

Il matrimonio d’amore tra cioccolato e caffè                                

Oropuro Caffè, main sponsor dell’edizione 2022 di CioccolaTò realizzerà laboratori e degustazioni tra caffè e cacao. Il giorno del caffè sarà Oropuro day, una giornata ricca di eventi, incontri e workshop in cui scoprire le caratteristiche e i più̀ antichi segreti della tostatura napoletana direttamente da professionisti del settore. In piazza San Carlo, allo stand Oropuro verrà riprodotto l’intero processo di torrefazione. In collaborazione con Desa e Centrale del Latte di Alessandria e Asti. Il programma completo e gli appuntamenti sono consultabili sul sito http://www.oropurocaffe.com.

 

Chocolate Food Experience e ChoccoDelivery 

Chocolate Food Experience spazio in piazza San Carlo dove si può gustare la cucina al cacao e ordinare i piatti direttamente da casa grazie alla collaborazione con Glovo. Un progetto partner anche con il Pastificio Bolognese Muzzarelli Torino.

I COMPAGNI DI VIAGGIO

La Cucina al Cacao nel Mondo. 

eBook ‘10 volte cioccolato’ di Paola Uberti – Dopo il grande successo di ‘Le Ricette del Risparmio’ (Libriricette) l’autrice ha realizzato in esclusiva per CioccolaTò una raccolta di 10 ricette provenienti da 10 paesi.

 

App Moovit

Particolare attenzione è stata riservata alla mobilità e all’accessibilità. L’app Moovit guiderà gli ospiti da casa fino a CioccolaTò con un web trip planner disponibile in 45 lingue. Raggiungere il centro di Torino in maniera sostenibile sarà semplice grazie alle diverse opzioni presenti all’interno dell’applicazione che permetteranno di scegliere tra mezzi pubblici, sharing o taxi.

CioccolaTò è un appuntamento della Città di Torino realizzato da Etica Srl.

Tutti gli eventi nei musei della Fondazione

AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI

28 ottobre – 3 novembre 2022

 

SABATO 29 OTTOBRE

 

Sabato 29 ottobre ore 15

ARTE E TÈ IN ORIENTE

MAO – Visita guidata alla mostra Buddha10 con degustazione di tè.

A cura di Theatrum Sabaudiae in collaborazione con The Tea

Nella mostra temporanea, un’installazione di composizioni vegetali accoglie il pubblico e depura l’aria: un momento di purificazione che prepara ad accedere agli spazi successivi della mostra, custodi di icone buddhiste sacre e devozionali.

L’incontro con straordinarie statue buddhiste delle collezioni del MAO, alcune delle quali mai esposte al pubblico, messe in dialogo e in contrasto con alcuni esemplari provenienti dal Museo delle Civiltà di Roma e dal Museo d’Arte Orientale E. Chiossone di Genova e con significative opere di artisti contemporanei, diventa l’occasione per riflettere su molteplici tematiche, spaziando dall’originaria collocazione e funzione delle opere, alle modalità di importazione in occidente, dalle logiche e procedure di restauro, alle complesse relazioni fra vero e falso.

Questi e altri interrogativi saranno al centro della visita guidata che si propone come momento di condivisione e riflessione su questioni che si celano dietro a soggetti dalla natura e funzione essenzialmente sacra.

Segue La fragranza celeste dell’autunno: l’osmanto, una proposta autunnale per la degustazione di tè Gui Hua, a cura di Claudia Carità (The Tea – Torino), studiata come ideale prosecuzione dell’esperienza in mostra.

I fiori di osmanto e la loro inebriante fragranza autunnale, costituiscono un’icona dell’immaginario orientale. Nelle regioni remote di Cina e Giappone è possibile trovare arbusti di osmanto coltivati nei giardini dei templi buddhisti per ricordare la riconoscenza alle divinità lunari.

La mitologia cinese e, successivamente, la poesia Tang e Song hanno attribuito ai fiori di osmanto origini paradisiache associandolo alla luna. Essenza amata durante la dinastia Ming, per la gente comune l’osmanto simboleggiava oro e giada, fama e fortuna.

Tre giorni di vita per ogni fiore e un’essenza spirituale che in 2000 anni non è mai svanita anche attraverso il tè, la bevanda elitaria d’eccellenza, servita alla corte degli imperatori.

Il percorso di degustazione affronterà la dolcezza e la complessità aromatica del fiore dell’osmanto. Terroir, cultivar e grandezza delle foglie si combineranno con la stagione autunnale a raccontare l’inebriante fragranza fruttata e floreale di questi piccolissimi fiori che colorano di ambra. Infusioni differenti per apprezzare la freschezza del Gui Hua Cha con provenienza Guangxi e le note calde da Red Osmanthus da piccole tea cake originarie di Lincang – Yunnan.

La degustazione si accompagnerà con dolcezze e piccole preparazioni ideali in abbinamento ai tè proposti, servite in monodose ad ogni partecipante presentate su un piccolo vassoio dedicato.

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Claudia Carità, selezionatrice di té, laureata in economia e commercio presso l’Università di Torino, fonda nel 2011 il marchio The Tea che identifica un catalogo di tè scelti attraverso il confronto diretto con produttori e importatori con preferenza per chi si avvale del marchio ETP (Ethical Tea Partership). Dal 2013 The Tea è stato scelto da Slow Food Italia e valutato dal Laboratorio Chimico della Camera di Commercio per rientrare nel progetto “Maestri del Gusto” di Torino e Provincia.

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Prenotazione obbligatoria, l’iniziativa verrà attivata con un minimo di 10 partecipanti, fino a un massimo di 20 persone.

Info 011.5211788 –  prenotazioniftm@arteintorino.com  (da lunedì a domenica 9.30 – 17.30)

Costi: 19 € a partecipante

Costi aggiuntivi: biglietto di ingresso alla mostra; gratuito per possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte.

Appuntamento 15 minuti prima dell’inizio.

 

Sabato 29 ottobre, ore 15 e domenica 30 ottobre, ore 10 e ore 15

CACCIA AI MOSTRI. ATTIVITÀ PER LE FAMIGLIE IN OCCASIONE DI HALLOWEEN

GAM – Attività per le famiglie

La GAM per le famiglie ha in serbo un’insolita visita in museo per il weekend più terrificante dell’anno: Halloween! Attraverso le opere del ‘900, in un viaggio tra i mostri di Francis Picabia e le suggestioni animalesche di Alberto Savinio fino alle forme fantastiche di Pinot Gallizio, i bambini e i loro genitori potranno confrontarsi con la paura del diverso, del brutto e mostruoso. Vedremo insieme che spesso dietro le apparenze si nascondono personaggi molto meno spaventosi di quello che la nostra fantasia vuol farci credere e le maschere sono spesso una protezione contro ciò che ci spaventa.

In laboratorio negli spazi dell’Educational Area utilizzeremo carta, forbici colori e fantasia i bambini potranno creare un mostro a regola d’arte. Al termine dell’attività verrà offerta a ogni bambino una sacca piena di dolci e sorprese a tema Halloween!

Costo: Euro 10 a partecipante

Costo aggiuntivo: adulti biglietto di ingresso al museo ridotto; gratuito per i possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Valle d’Aosta

Informazioni e prenotazioni: 0115211788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

DOMENICA 30 OTTOBRE

 

Domenica 30 ottobre ore 15

TERRIFICHE PARVENZE. DIVINITÀ IRATE NELLE COLLEZIONI DEL MAO

MAO – visita guidata in occasione di Halloween

Ghirlande di teste umane, cadaveri come seggi e calotte craniche che fungono da ciotole sono solamente alcuni fra gli innumerevoli simboli apparentemente macabri che costellano l’immaginario tantrico buddhista e induista. Attraverso una selezione di opere d’arte indiana e himalayana, l’itinerario si sofferma su immagini e simboli strettamente connessi alla morte che, molto spesso, si trovano in associazione a divinità dalle fattezze terrifiche, illustrandone i particolari significati e funzioni, in un totale rovesciamento di prospettiva nel quale anche parvenze feroci e mostruose sono strumenti per allontanarsi dalle angosce del samsara.

A cura di Theatrum Sabaudiae.

Costo: € 6 a partecipante; costi aggiuntivi: ingresso alla mostra temporanea (gratuito per possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte)

Info e prenotazioni: t. 011.5211788, prenotazioni ftm@arteintorino.com

 

LUNEDI 31 OTTOBRE

 

Lunedì 31 ottobre

MUSEI DA BRIVIDO! HALLOWEEN AL MUSEO

musei aperti e ingresso gratuito per gli under 35 alle collezioni di GAM, MAO e Palazzo Madama

 

Per festeggiare il ponte di Ognissanti i musei della Fondazione Torino Musei propongono numerose iniziative dedicate alle famiglie e al pubblico adulto che, nel lungo weekend di festa, potranno trascorrere un pomeriggio al museo fra mostre, visite guidate e attività tematiche.

Inoltre, per celebrare la Giornata nazionale “Giovani e Memoria” del Ministero per gli Affari Regionali e le Autonomie, GAM e MAO saranno eccezionalmente aperti lunedì 31 ottobre e, insieme a Palazzo Madama, offriranno l’ingresso gratuito alle collezioni per tutti gli under 35: un’occasione da non perdere per tutti i giovani che desiderano conoscere il patrimonio artistico dei Musei Civici e, per tutte le famiglie, l’opportunità di trascorrere un Halloween diverso dal solito!

 

COSA SI PUÒ VISITARE:

 

  • GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea

Nella giornata del 31 ottobre ingresso gratuito per gli under 35 alle collezioni permanenti e alle mostre Ottocento. Collezioni GAM dall’Unità d’Italia all’alba del NovecentoFlavio Favelli I Maestri Serie Oro e Jannis Kounellis in Videoteca.

  • MAO Museo d’Arte Orientale

Nella giornata del 31 ottobre ingresso gratuito per gli under 35 alle collezioni permanenti custodite nelle cinque gallerie del Museo. Ingresso alla mostra temporanea Buddha10   secondo le tariffe ordinarie (gratuito per possessori di Abbonamento Musei e Torino Card).

 

  • PALAZZO MADAMA – Museo Civico d’Arte Antica

Nella giornata del 31 ottobre ingresso gratuito per gli under 35 alle collezioni permanenti e all’allestimento nella Corte Medievale La porta della città. Un racconto di 2.000 anni.

Ingresso alla mostra temporanea Margherita di Savoia, Regina d’Italia secondo le tariffe ordinarie (gratuito per possessori di Abbonamento Musei e Torino Card).

I musei osserveranno il consueto orario di apertura dalle 10 alle 18 (le biglietterie chiudono un’ora prima). Ultimo ingresso ore 17.

 

Lunedì 31 ottobre ore 15

TERRIFICHE PARVENZE. DIVINITÀ IRATE NELLE COLLEZIONI DEL MAO

MAO – visita guidata in occasione di Halloween

Ingresso gratuito alle collezioni per under 35.

Ghirlande di teste umane, cadaveri come seggi e calotte craniche che fungono da ciotole sono solamente alcuni fra gli innumerevoli simboli apparentemente macabri che costellano l’immaginario tantrico buddhista e induista. Attraverso una selezione di opere d’arte indiana e himalayana, l’itinerario si sofferma su immagini e simboli strettamente connessi alla morte che, molto spesso, si trovano in associazione a divinità dalle fattezze terrifiche, illustrandone i particolari significati e funzioni, in un totale rovesciamento di prospettiva nel quale anche parvenze feroci e mostruose sono strumenti per allontanarsi dalle angosce del samsara.

A cura di Theatrum Sabaudiae.

Costo: € 6 a partecipante; costi aggiuntivi: ingresso alla mostra temporanea (gratuito per possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte).

Info e prenotazioni: t. 011.5211788, prenotazioni ftm@arteintorino.com

GIOVEDI 3 NOVEMBRE

 

Giovedì 3 novembre

HIC SUNT DRACONES. ATELIER DELL’ERRORE • CHIARA CAMONI

GAM – apre la mostra

3 novembre 2022 – 5 marzo 2023

Hic sunt Dracones si compone di due percorsi intrecciati: quello di Chiara Camoni e quello del collettivo Atelier dell’Errore. È un racconto in cui le due storie artistiche, molto diverse, si fronteggiano e si rispondono l’una all’altra. Dopo la precedente mostra a cura di Elena Volpato, Sul principio di contraddizione, questa esposizione riconosce la presenza di un pensiero metamorfico nell’arte contemporanea o, quanto meno, nei suoi territori più fertili, quelli distesi a cavallo del suo confine estremo, dove i cartografi un tempo avrebbero lasciato scritto il loro avvertimento e disegnato draghi d’ogni specie e forma.

Infohttps://www.gamtorino.it/it/hic-sunt-dracones-chiara-camoni-atelier-dellerrore

Giovedì 3 novembre

POETICIZZARE IL DESERTO INVECE DI SAPERE DOVE TERMINA

GAM – opera inedita di Riccardo Benassi (galleria Zero…, Milano) in occasione di Artissima

3 novembre 2022 – 8 gennaio 2023

A partire dal 3 novembre 2022 e fino all’8 gennaio 2023 la GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea presenta nei suoi spazi l’opera inedita di Riccardo BenassiPoeticizzare il deserto invece di sapere dove termina, 2019-2022. Originariamente composta nel 2019, come colonna sonora temporanea dello shopping mall/concept store disegnato da Zaha Hadid per City Life a Milano, è ora rielaborata da Benassi in forma di scultura sonora la cui presenza, nello spazio della GAM, agisce attraverso la forza minimale di un segno grafico. La traccia audio, 4 secondi in loop, è interamente realizzata con la voce dell’artista, attraverso un uso non convenzionale dell’Autotune, una scelta che sottolinea la commistione tra il soggettivo corporeo delle corde vocali e la ‘rettificazione’ oggettivante della griglia digitale. La commistione si trova ribadita nella particolare scelta di utilizzare l’unico speaker morbido attualmente disponibile. Il suo corpo flessuoso si sovrappone idealmente alla corporeità dell’artista che ha generato i suoni, in una duplicazione tecnologica che sembra desiderare l’identificazione col biologico e persino il suo superamento in una forma assoluta. Benassi riconduce la traccia audio alla tipologia di suoni chiamata Mallwave, un sottoinsieme della Vaporwave, musica pensata per insinuarsi, come un sottofondo quasi inavvertito, nel vuoto psicologico degli ascoltatori distratti, dallo shopping, dalla necessità di spostarsi da un luogo all’altro, dai propri pensieri. Il dislocamento di quel vuoto nello spazio di un museo che, al contrario, è intessuto di significati e di volontà di ascolto e osservazione da parte del pubblico, rivoluziona la vacuità del centro commerciale e dei cosiddetti non-luoghi del contemporaneo, ne fa realmente la poesia di un deserto incastonato in un’architettura: una proiezione, o il miraggio, di uno spazio che non possiede un termine e forse neppure un tempo.

L’esposizione fa parte del progetto di Artissima, in collaborazione con la Fondazione Torino MuseiSo will your voice vibrate (Così vibrerà la tua voce), che comprende anche un’installazione sonora al MAO con Charwei Tsai (galleria mor charpentier, Parigi, Bogotà) e una performance a Palazzo Madama di Darren Bader (galleria Franco Noero, Torino).

Info: ingresso con acquisto del biglietto del museo (gratuito Abbonamento Musei)

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html