ilTorinese

Santoriello, Calvo: “La Juventus dà rispetto e pretende rispetto”

Francesco Calvo, il nuovo CFO della Juventus, è intervenuto sulle parole pronunciate dal pm Santoriello in un convegno nel 2019 e diventate virali in rete: “Alcune frasi estrapolate dal contesto possono assumere un significato diverso da quello che hanno nel contesto corretto. Questo vale per la Juventus e per tutte le persone della Juventus che sono state coinvolte nelle indagini, e per il caso citato. La Juventus dà sempre rispetto e allo stesso tempo pretende rispetto in tutto l’iter giudiziario”.

I bimbi di JR emozionano piazza San Carlo

Oltre 1200 persone hanno preso parte questa mattina a Torino alla performance collettiva realizzata dall’artista JR per portare in Piazza San Carlo dalle vie adiacenti cinque teli, raffiguranti le immagini dei bambini incontrati durante le visite nei campi profughi dal Ruanda alla Grecia, alcuni dei quali saranno protagonisti nella mostra DÉPLACÉ·E·S” in programma alle Gallerie d’Italia – Torino di Intesa Sanpaolo.

L’inedita e suggestiva performance, che ha visto per la prima volta insieme i cinque teli con le immagini dei bambini – Valeriia (Ucraina), Thierry (Ruanda), Andiara (Colombia), Jamal (Mauritania), Mozhda (Grecia) – anticipa l’apertura della prima mostra personale in Italia in programma dal 9 febbraio al 16 luglio 2023 dell’artista famoso nel mondo per i suoi progetti che uniscono fotografia, arte pubblica e impegno sociale.

Combinando diversi linguaggi espressivi, JR porterà in mostra il suo tocco personale nel raccontare la realtà e stimolare riflessioni sulla fragilità sociale. L’esposizione, curata da Arturo Galansino, occuperà circa 4.000 metri quadrati del museo di Piazza San Carlo.

Mercoledì 8 febbraio è inoltre in programma un’apertura in anteprima gratuita della mostra al pubblico dalle ore 19:00 alle ore 22:30 (ultimo ingresso ore 21:00).

Monopattino a 100 km/h in tangenziale

Sui social è virale il video di un ragazzo su un monopattino elettrico sulla tangenziale di Asti.

Va ricordato che il monopattino non può viaggiare su strade a scorrimento veloce e  non può superare la velocità di 25 km/h nelle aree urbane. Il mezzo, ripreso da un automobilista dietro il monopattino, viaggiava attorno ai cento chilometri di velocità.

A bordo del monopattino un giovane che faceva consegne per Glovo.

(foto archivio)

Allarme veleno per i cani al parco pubblico

A seguito dell’avvelenamento di una cagnolina, sono scattati i controlli dell’unità cinofila antiveleno della Città Metropolitana a Nichelino. È stata riscontrata la presenza di una polverina bianca tossica sotto a un cespuglio nel Parco dei Giusti, area verde di 15mila metri. L’appello ai padroni dei cani è di prestare la massima attenzione.

Merlo: Universiadi 2025, una grande opportunità per un pinerolese unito

“Le Universiadi del 2025 rappresentano una straordinaria opportunità. Non solo a livello mediatico
per l’importanza di questo evento internazionale ma anche, e soprattutto, per le potenziali
ricadute turistiche e di crescita di un intero territorio. E con gli amici Sindaci di Pinerolo Luca
Salvai e di Torre Pellice Marco Cogno e in piena collaborazione con il Sindaco di Torino Stefano
Lorusso, è possibile concertare azioni e politiche attive che puntano a coinvolgere il comprensorio
pinerolese nel gestire ed organizzare questo evento. Ma quel che conta ancor più, è che le
Universiadi, attraverso l’iniziativa concreta dei Comuni maggiormente interessati dall’evento,
sappiano coinvolgere tutto il territorio pinerolese. Solo così è possibile costruire, seppur
progressivamente, l’unità e la compattezza di un territorio. La stagione dei campanilismi e delle
rivendicazioni particolaristiche micron territoriali non può che appartenere al passato”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.

CIA Agricoltura: “impiegare al meglio i fondi europei”

CARENINI (CIA PIEMONTE) DOPO L’INCONTRO CON IL NUOVO DIRETTORE DI ARPEA, MARENGO: «MAI COME OGGI,  NECESSARIO INDIRIZZARE AL MEGLIO I FONDI EUROPEI»

Il presidente regionale di Cia Agricoltori italiani del Piemonte, Gabriele Carenini, insieme al direttore regionale Giovanni Cardone e al responsabile Caa di Cia Piemonte, Giovanni Allasia, ha incontrato ieri pomeriggio il nuovo direttore di Arpea, Agenzia regionale piemontese per le erogazioni in agricoltura, Angelo Marengo, per fare il punto sulle attività istituzionali di comune interesse tra i due enti.

«Abbiamo ricordato e ribadito lo spirito di collaborazione che da sempre contraddistingue il rapporto tra la nostra Organizzazione e l’ente pagatore della Regione – commenta il presidente di Cia Piemonte Gabriele Carenini -, rilanciando l’impegno per le nuove sfide che attendono il comparto primario del Piemonte. Mai come oggi le risorse destinate all’agricoltura sono determinanti per accompagnare lo sviluppo del settore, chiamato a svolgere un ruolo di primo piano nella transizione ecologica del sistema invocata dall’Europa a sostegno dello sviluppo e della promozione di un nuovo modello di società».

Aggiunge Carenini: «Con il nuovo direttore Marengo, c’è stato un incontro cordiale e all’insegna della massima operatività per valorizzare al meglio le straordinarie potenzialità dell’agricoltura piemontese».

Due anni all’assistente di Vattimo

All’assistente del prof. Gianni Vattimo due  anni di carcere per essersi fatto nominare suo erede. Sono queste le conclusioni del processo per il collaboratore  trentottenne  che da anni vive e lavora nella casa del filosofo. Il tribunale di Torino ha stabilito la responsabilità dell’assistente  al quale ha anche inflitto una multa di 900 euro.

Stille del mio silere: come la segreta linfa della mia Terra ispira il mio discernimento

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Salvatore Seguenzia è un siciliano verace nato ad Augusta (SR) il 19 maggio del 1969; sposato, padre di due figli e laureato: vive nella sua città natale, un’isola nell’Isola. Un fazzoletto di terra piena di storia, cultura e fascino posta in un meraviglioso angolo del Mediterraneo. Uno dei più bei posti della Sicilia con una stupenda scogliera selvaggia, il cui mare (fonte della sua ispirazione), caldo ed avvolgente, ha una cromatura blu tiffany con fondali a mozzafiato e trasparenti; il tutto contornato dall’immenso panorama che è abbracciato dall’Etna. Da qualche anno è un novello scrittore e poeta.

Lo stesso si definisce agli albori di un percorso di crescita in campo poetico letterario da cui è ispirato dalla naturale sorgiva della sua Sicilia: l’arte, la cultura, la storia, la tradizione ed il dialetto. Per il neo poeta contemporaneo la poesia è il genere libero per eccellenza; infatti, per lui il poeticare è l’arte di combinare parole, suoni, ritmi per evocare immagini, suggerire sensazioni, infondere sentimenti e trasmettere emozioni. È il sincronismo tra un’immagine visiva, che viene tradotta nel proprio pensiero, e un linguaggio comunicativo, posto in essere da un creato melodico dell’ascolto: una simbiosi unica nascente tra il sentimento e l’emozione. La poesia è quindi un’arte del linguaggio progettata per suggerire e far conoscere qualcosa attraverso il ritmo, l’armonia e l’immagine. All’uopo, Emily Dickinson diceva: Accendere una lampada e sparire. Questo fanno i poeti. Ma le scintille che hanno ravvivato, se vivida è la luce, durano come i soli. Essa deve riflettere attraverso i colori, i suoni e i ritmi, tutte le bellezze dell’universo. Salvatore Seguenzia si ripropone in un’indagine affascinante e originale ossia in quella forma poetica che, nel corso dei secoli, si è consolidata, trasformata e rivoluzionata. La forma metrica (ed in particolare il sonetto endecasillabo) è, infatti, traccia preziosa di una memoria che va custodita e ringiovanita, orma indelebile della tradizione poetica letteraria italiana: essa deve rimanere quella traccia che permetta a chiunque di seguire un proprio sentiero, costruito passo dopo passo, al fine di riscoprire emozioni rimaste celate tra i meandri del proprio egoismo, della propria indifferenza nonché del proprio cinismo. Scrivere una poesia è un’arte espressiva alla portata di tutti, ognuno con la propria modalità, che diventa trascinante una volta compreso il suo segreto. Essa, sebbene possa sembrare complessa nella sua forma comunicativa, dà la possibilità – con la debita applicazione e apprendimento – di avvicinarsi ad un mondo che riempie l’animo perché aiuta a fare esprimere i propri sentimenti con la melodia delle parole a tal punto di svegliare – appunto – emozioni. In questo mondo affollato e culturalmente cresciuto si scrive più che in ogni altra epoca, soprattutto di poesia: fiorente letteratura. Il verso è libero perchè si scaricano le pulsioni emozionali inerenti al proprio essere; si cerca dentro sé stessi di scovare l’imprevisto e lo sconosciuto, trovando il proprio ritmo.

In una delle opere di Alessandro Carrera, il saggista afferma: leggere la poesia è più faticoso che scriverla. Quindi, per il neo poeta siciliano, in tale contesto, sorge il problema della comunicazione della lingua poetica: ognuno ha la propria “lingua”. I pensieri ritmati in arte poetica sono insiti spasmi che si immedesimano in personali segreti espressi in parole ma non si deve trascurare il fatto che la poesia, affinchè abbia lunga vita nonché segnali di salute e validità, deve essere proposta all’altrui pensiero in modo tale la propria forma mentis di scrittura poetica riceve un saggio giudizio estraneo ed imparziale. Victor Hugo diceva: È quel mare che ho dentro che mi crea forti tempeste. Questa è la poesia, è arte. Per il neo poeta contemporaneo siciliano la sua tempesta non si rappresenta attraverso uno stato emotivo pieno di rabbia o rancore bensì attraverso la trasparenza di un’immagine che, elaborata dal suo pensiero moderno, reale e vigente, si trasborda su un foglio bianco attraverso il colare dell’inchiostro di una semplice penna racchiusa tra due dita. Nella sua silloge poetica Stille del mio silere la prefazione è stata curata dal critico letterario Maestro Giuseppe Aletti il quale afferma che gli stilemi usati dal neo poeta siculo sono poliformi e si dirigono verso policrome rotte espressive.

La superficie che accoglie i versi dell’autore è disseminata dalla perlustrazione del reale, la parola cerca una sua forma definitiva e nella tensione espressiva della ricerca porto nel quale trovare un approdo sicuro. Salvatore Seguenzia – come un novello Ulisse – si muove liberamente, senza limiti nel testare metri stilistici e contenuti. Ha scelto di aderire alla Collana Le Perle – Audiolibri al fine di cogliere ogni nuova opportunità di condivisione e divulgazione del testo e di assecondare le nuove possibilità che l’editoria digitale mette a disposizione degli autori: la parola come impronta sulla pagina bianca e la parola come suono che si dirige libera senza limiti di spazio e di tempo. È una poesia in divenire quella per chi avrà il piacere di leggerla scoprendola attraverso la lettura delle opere che l’autore ha prodotto e cerca di diffondere. Tra questi tentativi, un faro che illumina il suo cammino dei versi, che sono ospitati in questa silloge, è l’attaccamento alle sue radici siciliane. Da “Siculante”: Muoio nella Terra in capo ad Ortigia da un avvelenato spiffero d’aria porto nel cuore il silenzio dei sordi; da “Sogno Siculo”: In questo modo cade la strada della guerra mi basta pure una carezza il mio cuore rimane inciso e da “Parlo siciliano”: Il nostro parlare è uno solo sempre in questa Terra si è parlato con la nuova il sogno fu infranto. Il poeta siculo non si dimentica mai della bellezza rigogliosa della sua Sicilia, la dolcezza dei panorami, il sublime profilo architettonico delle città e dei monumenti, la presenza della storia millenaria degli uomini e delle culture che si sono adagiate e susseguite in questa terra magica, dove la concretezza e l’incanto camminano mano nella mano.

E in questo contesto, la variopinta cultura sicula si interseca perfettamente nella multiforme proposta stilistica del poeta. Solo nel distendere le parole sulla pagina, l’autore trova la piena libertà del sentire, nell’attingere dalla parte più intima e versa di sé stesso, senza conformismi o ruoli da svolgere o interpretare: l’unico obbligo è quello di sondare chi siamo e porgerlo senza infingimenti al lettore. Viviamo nel tempo della frammentazione, dove ogni individuo è un mondo separato, e Seguenzia sente questa spersonalizzazione dell’essere umano come parte di una comunità che lo accoglie e comprende; per questo nei sui componimenti cerca di evidenziare – uno a uno – i vari elementi che caratterizzano la cornice che li accoglie: partendo da Homo, per poi continuare con Colori, Vivo, Amico, Pelle, Tela. I punti cardinali si rilevano nella visione storica del proprio territorio, in un orgoglioso moto d’appartenenza, ma anche nel rilevare il disfacimento di questo tesoro, le contraddizioni, e l’impegno civile di chi sorveglia e protegge dall’incedere barbarico dei nostri tempi, vedi L’uomo malvagio, Il caporalato. La lettura di una raccolta poetica è un viaggio che si compie sempre in due, chi scrive e chi desidera sentirsi interpretato. Come afferma Pavese fare poesie è come fare l’amore: non si saprà mai se la propria gioia è condivisa”, tuttavia nessuna soddisfazione è maggiore dell’autodeterminarsi, nell’affermare semplicemente: Io sono. La poesia, oggi, è il regno della parola; ha un potere rilevante. Solitamente, nei sui libri, che fin d’ora ha scritto, pone sempre una primaria frase: Scrivere è il desiderio del pensiero: si arricchisce con la cultura ed è libero di esprimerlo. Non si deve restare con una parola nuda né è necessario ubriacarsi di parole in quanto, da esseri raziocinanti, si è mossi da un pensiero così riflesso da decomporsi ben prima di pronunciarlo. Quando ieri si scriveva una cartolina, si apprezzava, oltre il tatto e la calligrafia, il pensiero: sincero e diretto. Oggi, la tecnologia (ben venga per svariati motivi) ha sminuito il concetto di scrivere la ‘parola’; basta uno ‘sticker’ e si invia il nostro pensiero, che dev’essere interpretato, e la risposta si identifica in un semplice ‘like’. Bene, il neo poeta contemporaneo sta – pian piano – riscoprendo quanto è importante la lettura; leggere vuol dire arricchirsi di quegli elementi, appresi in quel momento astratti o apparenti, che aiutano ad accrescere e rinforzare la colonna portante del nostro modo di comunicare, del pensare, dell’agire. Diventano valori ideali per un domani.

Pertanto, quando si ritrova in talune circostanze, gli viene spontaneo ‘buttare’ giù le parole che centrifugano il suo pensiero e, attraverso la poesia, poi esterna il suo sentimento letterario; libero di esprimerlo, appunto. Ciò che gli viene libero di esternare attraverso la poesia, spera possa essere un punto di riferimento del lettore. Non per forza deve essere apprezzato il suo sentimento letterario ma, quantomeno, capisca – attraverso l’emozione che in quell’attimo prova – di immedesimarsi in talune occasioni che ha vissuto, che siano state positive o negative, e potersi dare delle risposte, apportare correzioni o prendere in considerazione per future esperienze. La poesia aiuta a dialogare, ad essere più accorti, più lungimiranti, più essere sé stessi. Il nostro odierno vivere è scandito da un pallido grigiore che soggiace, oramai, dentro ognuno di noi; ma lui spesso afferma, invece, ed è sempre più convinto di una sua veduta: Colora la tua giornata: colora ogni attimo di quel colore adatto a te; cerca sempre di essere il pittore di te stesso. La parola, per lui, rimane un’arte che va affiancata con la melodia; una melodia che proferisce talvolta acuti stonati e non viene considerata ed ascoltata ma, in altri attimi, riesce a trasmettere tutto il suo splendore. Fino a quando la parola avrà una sua melodia, quindi un suo sentimento, continuerà a trasmettere quell’energia per vivere un emozionante sogno in realtà. In conclusione, si può aggiungere che ad oggi, l’autore siciliano Seguenzia Salvatore ha scritto un altro libro di poesia quale “Megar…imando Hyblaea” (2020) ed altri di narrativa quali “Io rivivo dal buio” (2021) ed “Il calendario storico” (2022). Inoltre, talune poesie sono state inserite in varie opere letterarie internazionali come “Luci Sparse”, “La Panchina dei Versi”, “Il Paese della Poesia”, “L’Enciclopedia dei Poeti Contemporanei”, “Habere Artem”, “Il Tiburtino”, “Poeti del nuovo millennio a confronto” e “Penna d’Autore”. Altre poesie, invece, sono state lette e riprodotte sui canali virtuali dal Maestro Alessandro Quasimodo, figlio del poeta Salvatore premio Nobel nel 1959 per la letteratura, nonché dal Prof. Hafez Haidar già Docente presso l’Università di Pavia, scrittore e traduttore libanese naturalizzato italiano e candidato al Premio Nobel per la Pace 2017. Infine lo scrittore è stato già ospite televisivo nelle trasmissioni “Vox libri” e “Eccellenze Italiane” e ha partecipato a vari eventi letterari dove è stato insignito di vari riconoscimenti al merito e d’onore.

Un suggerimento per chi si vuol cimentare a scrivere poesie: I poeti, parlando a sé stessi, parlano al mondo (Giuseppe Aletti)

Al Teatro Astra di Torino “Frankenstein”, la nuova produzione TPE “Buchi Neri”

Dall’8 al 12 febbraio prossimo sarà di scena ,lo spettacolo che indaga il rapporto con la verità scientifica. Previsto un incontro anche con il meteorologo Luca Mercalli al Circolo dei Lettori

 

Dall’8 al 12 febbraio prossimo andrà in scena al Teatro Astra una nuova produzione dal titolo “TPE Buchi Neri”, che si inserisce nell’ambito della tematica che accompagna la stagione teatrale 2022/2023, quella del rapporto con la verità scientifica. Verrà messo in scena il celebre “Frankenstein” di Mary Shelley, scritto da un’autrice ancora adolescente, che anticipa l’ansia climatica contemporanea, dando origine a un nuovo genere letterario: l’horror fantascientifico.

Ad andare in scena sarà l’OHT Office for a Human Theatre, per la regia e scene di Filippo Andreatta, con suoni e musica di Davide Tomat e la performance di Silvia Costa.

Per la prima volta OHT si confronterà con un classico della letteratura occidentale, ovvero “Frankenstein o il moderno Prometeo”.

Pubblicato nel 1816, esso non soltanto rappresenta un’icona letteraria, ma anche una reazione estetica all’eruzione del vulcano Tambora in Indonesia, una delle più potenti mai registrate dall’uomo.

Sorprendentemente vicino alle sfumature politiche della ricerca di OHT, Frankenstein rappresenta un mito in cui i paesaggi esteriori si confondono con quelli interiori. Gli strapiombi del Monte Bianco diventano vertigini intime e personali nell’incontro fra il mostro e il suo creatore; luoghi inaccessibili come le Alpi si trasformano in rifugio determinante per una creatura inafferrabile, che in queste montagne impara a conoscersi, attraverso i fenomeni naturali che vi si manifestano.

La radicalità del lavoro di Mary Shelley si materializza nell’emancipazione della creatura, in quanto il demone e il paesaggio diventano un tutt’uno, mentre Victor Frankenstein non sembra più in grado di controllare ciò che lo circonda. Frankenstein si rivela come un veemente romanzo contemporaneo di formazione; incastrato dai limiti della tassonomia culturale, l’essere – più che-umano per eccellenza della letteratura occidentale non ha avuto una lettura distaccata dal contesto in cui veniva interpretato. Questo ha sempre rappresentato un limite che ha imprigionato il libro tra i lacci di un’interpretazione imbrigliata dai lettori normali. L’immaginario di Frankenstein ha sempre prevalso sulla realtà del libro e è proprio da questo scarto che nasce il lavoro di OHT. Per la prima volta è il mostro a parlare e prendere la parola, non come un soggetto escluso, ma come un concittadino, un nostro pari mostruoso che si rivela neonato della letteratura occidentale e capace di creare un nuovo immaginario.

La nuova produzione di OHT si muove dall’esperimento del Dottor Victor Frankenstein e, scartando la narrazione, opera affondi parziali e verticali nel testo, senza alcun limite di forma, linguaggio e durata. L’opera di Mary Shelley diventa un materiale prezioso da esaminare, da sezionare, ricucire e un corpo disponibile per esperimenti scenici diversi. Una reading session, un radiodramma, un’installazione, una release musicale e un libro verranno generati come parti di una stessa sperimentazione che avanza nel romanzo orizzontalmente per poi indagarne le molteplici ramificazioni.

Mary Shelley, i cui genitori erano filosofi, la madre femminista, il padre un politico anarchico dalle idee illuministe, fu influenzata profondamente da loro nello sviluppo del suo pensiero, e decise di prendere i loro due cognomi fino al matrimonio con il poeta Percy B. Shelley. La sua vita fu segnata dalla perdita dei suoi figli e da un aborto spontaneo che le risultò quasi fatale. Oltre a “Frankenstein” scrisse, tra gli altri, “The last man”, considerato uno dei primi testi post apocalittici e ambientato negli ultimi anni del XXI secolo, che, attraverso la voce dell’ultimo uomo, narra di una pandemia che annienta l’intera umanità e le sue istituzioni sociali.

All’origine del mito di Frankenstein è presente la vulcanologia. Nell’aprile del 1815 il monte Tambora, nell’isola di Sumbawa, in Indonesia, eruttava emettendo circa duecento km al cubo di materiale nell’atmosfera. Il Tambora diventava così il primo Supervulcano, ovvero un vulcano la cui eruzione toccava il valore più alto della Scala VEI (indice di esplosività vulcanica). L’eruzione fu sentita a più di 2500 km di distanza e abbassò la cima del monte Tambora di 1499 metri, provocando un’anomalia climatica chiamata “L’anno senza estate”, nel 1816, che coincideva con l’anno della pubblicazione di Frankenstein. Nelle parole di Mary Shelley, Frankenstein nasce a Napoli, vicino ai Campi Flegrei che, come il Tambora, è uno dei rarissimi Supervulcani del mondo.

 

Sabato 11 febbraio, alle ore 17:30, al Circolo dei Lettori di Torino, sarà presente uno spunto letterario intorno al tema del cambiamento climatico, con “I Dialoghi” con Luca Mercalli, una collaborazione tra TPE Teatro Piemonte Europa e Fondazione Circolo dei Lettori.

Questa lezione, a cura del climatologo, meteorologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli, avrà come titolo “Dall’anno senza estate all’anno senza inverno – spunti letterari sul cambiamento climatico”. Lo studioso parlerà della grande anomalia climatica dell’era moderna, avvenuta durante la stesura del romanzo Frankenstein da parte di Mary Shelley, eruzione che coprì di cenere il cielo, causando un oscuramento globale, carestie e un drastico calo delle temperature. Luca Mercalli tratterà anche il tema del surriscaldamento globale dell’epoca contemporanea, per esplorare accadimenti reali e riflettere su spunti letterari nell’ambito del cambiamento climatico.

L’incontro si inserisce nell’ambito de “I Dialoghi”, che accompagnano la stagione TPE “Buchi Neri”.

Ingresso libero

Consigliata la prenotazione, scrivendo a dialoghi@fondazionetpe.it

O tramite form su circolodeilettori.it

Negli spazi del Teatro Astra è anche stata pensata un’installazione, uno scarto architettonico omesso dai disegni esecutivi del teatro stesso. Un affondo nell’architettura del teatro che si manifesta attraverso la sua aporia intellettuale. Si tratta di un luogo precluso, omesso alla vista, capace di evocare la presenza del mostro e di scatenare un dialogo incomprensibile, con la necessità di rimanere nascosti e capace di rendere l’invisibilità. Siamo di fronte a un incontro sentimentale fra l’oscenità architettonica e l’evocazione del mostro di Frankenstein.

Mara Martellotta

Fondazione Teatro Piemonte Europa

Via Rosolino Pilo 6, 10143 Torino

Sede organizzativa: Via Santa Teresa 23, 10121 Torino

 

“Mutamorfosi” al Café Muller

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Lo spettacolo ideato e portato in scena dall’artista Sara Lisanti, con un reading di poesia introduttivo del poeta Gian Giacomo Della Porta, il 9 febbraio prossimo alle ore 21

Il 9 febbraio prossimo, alle ore 21:00, presso la sala teatro del Café Muller di Via Paolo Sacchi 18/d, a Torino, verrà portato in scena lo spettacolo “Mutamorfosi”, ideato dall’artista salernitana Sara Lisanti e introdotto da un reading di poesia del poeta torinese Gian Giacomo Della Porta.

La performance avrà inizio col momento poetico denominato “La calma della crisalide”, simbolo dell’imminente trasformazione, un’interpretazione contemporanea della poesia del cambiamento, la forza che precede l’esplosione in bellezza e che prepara lo spettatore alla fase in cui la parola lascia spazio ai colori, al silenzio e, infine, alla musica di un’immagine in movimento interpretata dalla talentuosa artista Sara Lisanti che, partendo da un bozzolo, si troverà rinchiusa all’interno della propria sofferenza, quasi fosse la consapevolezza ultima atta a innescare le fasi della metamorfosi, fino alla nascita, o alla rinascita.

Attraverso una continua stratificazione di suoni che andranno a determinare l’intensità delle varie fasi dello spettacolo, la Lisanti cambierà pelle più volte, prendendo spunto dalla muta tipica dei rettili e armonizzandosi nel più umano concetto di “venire al mondo”, nella fatica che precede il primo vagito del neonato, nella voce liberatoria di una nuova bellezza.

Mutamorfosi”

Café Muller, via Paolo Sacchi 18/d, Torino

Ore 21:00

Info e prenotazioni: 3389357120 – 3899641668

inforadoass@gmail.com