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Gli atenei e la Regione insieme per un Piemonte sostenibile

Nel Palazzo della Regione in piazza Castello a Torino , Bartolomeo Biolatti, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Gian Carlo Avanzi, Rettore dell’Università del Piemonte Orientale, Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino, e Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino, hanno firmato l’Accordo della Rete delle Università Piemontesi per lo Sviluppo Sostenibile – RUS Piemonte, con cui le quattro Università confermano di essere allineate agli obiettivi della Strategia Regionale di Sviluppo Sostenibile (SRSvS) e di essere disponibili per un lavoro a fianco della Regione per portare il Piemonte sul percorso di transizione verso un nuovo modello di sviluppo. Era presente Matteo Marnati, Assessore della Regione Piemonte, con specifica delega ad Ambiente, Energia e Ricerca, con i connessi rapporti con Atenei.

Negli anni 2020-2022, le Università piemontesi sono state impegnate congiuntamente nel progetto PASS – Piemonte e Accademia per lo Sviluppo Sostenibile, finanziato dal Ministero per la Transizione Ecologica. I quattro atenei piemontesi fanno parte della Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS), che si propone la diffusione della cultura e delle buone pratiche di sostenibilità, sia all’interno che all’esterno degli atenei italiani (a livello urbano, regionale, nazionale, internazionale). A conclusione del progetto PASS, le quattro Università piemontesi hanno voluto definire un coordinamento delle attività svolte su scala regionale nell’ambito della RUS nazionale, dando così vita alla RUS Piemonte.

I quattro Atenei piemontesi, unendo le forze nella RUS Piemonte, avranno la possibilità di realizzare azioni congiunte di coinvolgimento della popolazione (la cosiddetta terza missione delle Università), che potranno impattare su una comunità di oltre 140.000 persone, considerando l’insieme di studenti, collaboratori, staff tecnico-amministrativo e docenti. Queste azioni saranno rivolte a far crescere la “conoscenza, formazione e coinvolgimento” delle nuove generazioni, in un’ampia riflessione sullo sviluppo sostenibile del territorio.

Le sfide poste al 2030 e 2050 dall’Agenda Globale e dalla Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile impongono sistemi di governance collaborativi e transdisciplinari, che creino le condizioni per significativi salti di qualità nell’implementazione di politiche per la sostenibilità. Attraverso il progetto PASS e sul modello della RUS nazionale è stata definita e avviata una modalità operativa innovativa, nel contesto regionale, fondata sulla collaborazione tra le quattro Università piemontesi – Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Università del Piemonte Orientale, Politecnico di Torino e Università di Torino – e la Regione Piemonte, volta alla condivisione, all’elaborazione e all’attuazione delle politiche regionali per la SRSvS.

Attraverso il perseguimento degli obiettivi prefissati, il progetto PASS ha facilitato le condizioni per la promozione di una governance collaborativa, innovativa e duratura, tra Regione Piemonte e Atenei piemontesi, volta a valorizzare le sinergie del territorio e accelerare i tempi della transizione allo sviluppo sostenibile. È stato così possibile procedere all’individuazione di un sistema di collaborazione Regione-Atenei, attraverso la definizione delle modalità di cooperazione e di coinvolgimento del personale, unitamente all’attivazione di un primo nucleo di cooperazione tra RUS Piemonte e Regione Piemonte. L’esperienza del progetto PASS rappresenta il punto di partenza per la creazione di un rapporto strutturato fra la Regione e gli Atenei, tale da diffondere la cultura e le buone pratiche di sostenibilità, sia all’interno che all’esterno delle Università piemontesi, e promuovere lo sviluppo sostenibile delle comunità locali.

Parallelamente, valorizzando i rapporti di collaborazione tra Università e Regione nell’ambito di progetti di ricerca finanziati dalla Regione stessa, si è costituito un quadro delle competenze universitarie piemontesi in materia di sviluppo sostenibile, definendo gli strumenti per orientare la ricerca sui temi prioritari e potenziando gli stimoli per la diffusione degli studi di natura transdisciplinare sul tema.

Sotto il profilo del governo del territorio, attraverso l‘individuazione e il rafforzamento delle sinergie tra ambiti di pianificazione regionali e tra questi e le Università, si è poi attivato un processo di revisione concertato degli strumenti regionali unitamente alla co-definizione di una visione collaborativa della pianificazione, capace di identificare elementi di innovazione. Tutte queste azioni sono state improntate ad un’ottica evolutiva pluriennale, ovvero volta ad una collaborazione duratura tra Atenei e Regione oltre il termine progettuale stesso, proponendosi di estendere tale collaborazione a tutti i campi della sostenibilità (i.e. istituzionale, sociale, economica e ambientale).

“La decisione del Piemonte di puntare allo sviluppo sostenibile del territorio è una scelta fondamentale che può dare buoni frutti solo se condiviso e realizzato con tutti i soggetti istituzionali che presidiano le frontiere del cambiamento e di cui le Università sono senz’altro alfieri imprescindibili – dichiara il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio -. “L’accordo che viene siglato oggi conferma l’alto livello di sintonia e di collaborazione che esiste e che ha l’obiettivo di garantire al Piemonte di poter crescere e di farlo in equilibrio con il suo prezioso patrimonio di risorse naturali”.

Marco Fontana (Fi): “Solidarietà a Montaruli e rispetto delle istituzioni, ma la politica si difenda”

Il sapore di tutto il processo ha tanto di politico e ideologico e ben poco di ricerca della verità processuale. La sensazione è che la morte di Angelo Burzi non sia ancora servita ad attivare le coscienze”

Piena solidarietá ad Augusta Montaruli. Comprendo il rispetto delle istituzioni ma è dovere della politica resistere e difendersi in ogni sede e luogo. Le sentenze si rispettano ma si ha per fortuna ancora il diritto di commentarle e sull’inchiesta di Rimborsopoli pesa come un macigno il doppiopesismo utilizzato. Anche sotto il profilo del diritto permane un’ampia zona grigia e dubbi sull’interpretazione utilizzata per le condanne. Il sapore di tutto il processo ha tanto di politico e ideologico e ben poco di ricerca della verità processuale. La sensazione è che la morte di Angelo Burzi non sia ancora servita ad attivare le coscienze”. Ad affermarlo il coordinatore cittadino di Forza Italia a Torino Marco Fontana.

Montaruli si dimette: “Sono certa della mia innocenza”

Augusta Montaruli, torinese, esponente di spicco di Fdi a livello nazionale  si è dimessa da sottosegretario all’Università, dopo la condanna definitiva in Cassazione per l’uso improprio dei fondi dei gruppi consiliari del Piemonte negli anni dal 2010 al 2014, la cosiddetta “rimborsopoli”, quando era consigliera regionale. “Ho deciso di dimettermi dall’incarico di Governo – commenta – per difendere le istituzioni certa della mia innocenza”.

Voto troppo basso alla tesi? I parenti della laureanda insultano e minacciano i prof.

Nella seduta d’esame finale della Scuola di specializzazione in pediatria dell’Università del Piemonte Orientale, a Novara, una specializzanda  ha conseguito il voto finale di 68/70.  Non deve essere sembrato abbastanza alto ai parenti della ragazza che si sono  lanciati contro i componenti della commissione insultandoli e sembrerebbe pure minacciando il figlio e la famiglia della presidente della commissione. La docente ha quindi presentato una denuncia ai carabinieri.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Scontro tra auto e monopattino, ragazzo in ospedale

Ennesimo incidente sulle strade delle città piemontesi che ha coinvolto un monopattino.Questa volta è successo a Biella  in via La Marmora dove, nella rotatoria in via Bona si è scontrata una vettura guidata da una 69enne con un monopattino condotto da un 20enne. Il giovane, ferito ma non in gravi condizioni  è stato trasportato in ospedale. Per i rilievi sono giunti gli agenti della polizia locale.

Le atlete dell’U.S. Ski&Snowboard team sulle piste di Montgenevre

LE ATLETE DELL’U.S. SKI&SNOWBOARD TEAM SULLE PISTE DI MONTGENEVRE

Grazie mille per averci invitate, non ci aspettavamo un’accoglienza così, è stato incredibile“.

Questo è stato uno dei tanti commenti di apprezzamento delle quattro atlete americane che negli scorsi giorni si sono allenate sulle piste di Montgenèvre, in vista dei FIS Alpine Ski World Championships 2023 che si stanno svolgendo in questi giorni nelle stazioni di Couchervel e Meribel.

Le quattro atlete di punta delle discipline tecniche della squadra americana Paula Moltzan, Nina O’Brian, Ava Sunshine, Katie Hensien, coordinate dall’allenatore Magnuss Andersson, sono state invitate dal Sindaco di Claviere Simona Radogna per una merenda a base di prodotti tipici italiani, prima di partire per raggiungere i siti di gara.

 Le ragazze sono state accolte, oltre che dal Sindaco, anche dai rappresentanti dell’ufficio del turismo, della scuola sci di Claviere e dello sci club.

È stato un vero piacere – sottolinea Simona Radogna, Sindaco di Claviere – poter conoscere queste campionesse che non solo si sono dimostrate molto disponibili e amichevoli, ma hanno dimostrato di aver apprezzato la nostra calorosa accoglienza e le nostre montagne ed è per questo che speriamo di poterle ospitare presto sulle nostre piste da sci“.

Paula Moltzan ha infatti dichiarato che amerebbe tornare con il marito durante la pausa estiva.

Le atlete, nel corso del pomeriggio, hanno inoltre incontrato alcuni giovani atleti dello Sci Club Claviere ai quali hanno dato preziosi suggerimenti per affrontare al meglio la vita agonistica; primo fra tutti: “Impegnatevi sempre, facendo del vostro meglio, senza dimenticare di divertirvi e di amare e rispettare la montagna“. Un altro messaggio fondamentale che le ragazze  hanno condiviso è stato: “Praticare uno sport agonistico ad alto livello permette di instaurare delle amicizie solidali e durature poiché in gara la competizione non dev’essere con le vostre compagne di squadra, ma con il cronometro.”
La riprova di questi discorsi è stata la conquista, due giorni dopo, della medaglia d’oro del team parallelo, disciplina che più di tutte dimostra l’importanza dell’affiatamento di squadra.

Quelle particolari feste bianche

Da alcuni anni, in particolare sui siti di incontri, è facile incontrare annunci che recitano, più o meno, così: “Bel ragazzo porco festaiolo raggiunge solo ospitali no mercenari per fare porcate tutta la notte.oppure “Questa sera ospito coppia anche con amico per divertimento. Portare festa bianca. [..]

Ma cos’è questa festa? Chi sono in festaioli? Questo tipo di festa, chiamata chemsex, non ha conosciuto pause neanche durante la pandemia e, anzi, possiamo dire che durante lo stop forzato ad ogni incontro umano i chemsex siano stati una forma di interazione sociale che quasi non ha conosciuto interruzioni,proprio perché basata su qualcosa di proibito, di illecito, da nascondere, e sappiamo quanto il proibito istighi a compiere ciò che proibisce (vedi il Proibizionismo negli anni ’20 del secolo scorso).

I chemsex sono feste organizzate in case private o in appartamentiaffittati a ore o giorni, dove più persone si ritrovano per praticare sesso (in Italia sono in prevalenza maschi gay) sotto l’effetto di stupefacenti di vario tipo; tra questi vanno per la maggiore GHB, crack, cocaina, crystal meth, MDPV oltre al viagra e altri farmaci contro la disfunzione erettile, per rimediare agli effetti anafrodisiaci di alcuni di quegli stupefacenti.

Il livello della festa è estremamente variabile, a seconda dell’età, del ceto sociale, delle etnie presenti e delle sostanze utilizzate, fattore quest’ultimo che determina il mood della festa.

Sorgono immediate diverse considerazioni, alcune di ordine sociale, altre di ordine medico e criminologico.

In primis, alcuni dei partecipanti considerano tali feste niente più che un puro svago, come andare al privè o ad un concerto, ma molti altri ne diventano dipendenti non riuscendo più a concepire un rapporto sessuale se non è con più partners e grazie all’aiuto degli stupefacenti. Già questo dovrebbe far riflettere sull’opportunità per la nostra società di modificare alcuni comportamenti o avremo, nel giro di pochi anni, un gran numero di persone che non sapranno relazionarsi senza aiuti chimici e, come altro fattore, future generazioni concepite da organismi strafatti di droga.

Leggendo qua e là alcune interviste e parlando direttamente con chi partecipa a questi festini, esce un mondo variegato sia di motivazioni che spingono a partecipare alle feste sia di esperienze vissute. Si va dal ragazzo che partecipa perché solo a queste feste trova il coraggio di osare, di lasciarsi andare, all’altro ragazzo che partecipando può ottenere gratuitamente le sostanze che usa abitualmente; si arriva alla ragazza che, dipendente dal crack, riesce solo in questo modo ad avere orgasmi soddisfacenti, al marito voyeur che, da quando porta a queste feste la moglie e la vede intrattenersi con altri partners, ha riscoperto l’innamoramento per lei.

E’ evidente che questo genere di feste rappresenti, per sua natura, una fonte di rischi.

Partiamo dalla dipendenza dalle sostanze psicotrope che non è mai positiva; intanto perché è una dipendenza patologica e poi perché, nell’assunzione di tali sostanze, è implicito un rischio enorme per la salute (ipertermia, tachicardia, dispnea, allucinazioni, psicosi, convinzione di essere immortali) che possono portare chi ne faccia uso a compiere gesti pericolosi (camminare su un cornicione, nuotare in condizioni psicofisiche inadatte, essere convinto di poter volare o che, semplicemente, non si regge in piedi e rischia di finire investito quando uscirà di lì).

Non tralasciamo la perdita di controllo che porta un individuo a dimenticare le più banali norme di prevenzione nei confronti dellepatologie a trasmissione sessuale e delle gravidanze; ecco in parte spiegato come, dopo anni relativamente tranquilli circa la diffusione di tali malattie, vi sia stato  nuovamente un aumento dei casi e non soltanto per quelle più famose (HIV, epatite, sifilide) ma anche per le patologie considerate meno pericolose (clamidia, papillomavirus, candida) che, in un organismo debilitato dagli stupefacenti, trovano il tappeto rosso ad attenderle.

Non dimentichiamo, inoltre, che gli artt. 71 e 72 della L. n. 685/1975 puniscono la cessione, a qualsiasi titolo (quindi anche gratuitamente) della sostanza stupefacente e che, specie per i giovani, non è bello essere oggetto di una segnalazione in Prefettura quale assuntore abituale di stupefacenti.

Per ultimo, attenzione a non porvi alla guida di un veicolo dopo aver fatto uso di stupefacenti perché, oltre a mettere a rischio la vita di chi incontrate e la vostra (di cui però vi importa evidentemente poco), rischiate sanzioni salate oltre alla reclusione(artt. 186-187 C.d.S.).

Resta da determinare cosa non funzioni più nel sesso tradizionale e perché.

Sergio Motta

Superenalotto, due quote milionarie a Torino

Il mitico 6 del SuperEnalotto che ha fatto vincere il jackpot da record da 371 milioni di euro, ha premiato a Torino due tra le 90 quote da cinque euro, acquistate su un sistema della bacheca Sisal. A queste vengono assegnati  4 milioni 123mila euro lordi  a testa e sono state centrate alla tabaccheria di piazza Mattirolo e al bar H di via Sospello.

Bonus edilizia, la preoccupazione delle imprese artigiane: stop a sconto in fattura e cessione crediti

“A rischio anche l’iniziativa della Regione per l’acquisto di 50milioni di crediti”

 Felici e Tanino (Confartigianato Imprese Piemonte): In pericolo occupazione e investimenti nelle costruzioni: il Governo ci ripensi”.

 Il “sistema casa” del Piemonte: oltre 50mila imprese e 80mila addetti

 

“Un provvedimento inaspettato, ingiusto e dannoso, che lascia increduli noi e tutte le imprese artigiane e i professionisti che operano nel Sistema Casa del Piemonte. Per questo speriamo in un ripensamento del Governo per evitare ulteriori situazioni di crisi finanziaria per le realtà produttive e un problema di carattere “sociale” per quei committenti più deboli o addirittura fiscalmente incapienti che hanno basato la fattibilità dei lavori sulla possibile opzione di cessione del credito o sconto in fattura.”

E’ questo il commento di Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, sul decreto legge relativo alla cessione dei crediti approvato ieri dal Governo.

Confartigianato Imprese Piemonte ricorda come quello del “sistema casa” in Piemonte sia rappresentato da oltre 50mila imprese e 80mila addetti.

“Speravamo in una soluzione che risolvesse il problema, invece non solo non c’è nessuna risposta ma, al contrario, il Governo ha bloccato, tranne in limitati casi, la possibilità di continuare ad applicare lo sconto in fattura o a cedere i crediti – Commenta Enzo Tanino, Presidente di Confartigianato Piemonte Edilizia– con questa situazione ci potremmo trovare, infatti, sia con il problema irrisolto dei crediti incagliati sia a non poter operare più su nuove potenziali commesse legate ai bonus.”

Secondo Confartigianato Imprese Piemonte il blocco previsto nel decreto legge coinvolge le tante imprese che, sulla base delle norme sinora vigenti, hanno effettuato investimenti ed assunzioni nella prospettiva, di poter continuare ad operare anche attraverso i bonus fiscali.  Viene quindi a mancare uno degli aiuti esistenti per raggiungere gli obiettivi green che la Comunità Europea è procinto di approvare. Anche il blocco della possibilità di acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici rappresenta l’eliminazione di un altro possibile aiuto nello sblocco dei crediti incagliati.

 “L’intervento sugli Enti Pubblici – sottolinea Felici – di fatto, fa tramontare la tanto apprezzata iniziativa di far acquistare dalla Regione Piemonte 50milioni di euro di crediti: questo è un fatto gravissimo”.

Per Confartigianato Imprese Piemonte i bonus e gli incentivi nel settore delle costruzioni, soprattutto in questi anni di situazione congiunturale proibitiva, hanno dato prova di essere stati apprezzati e praticati su larga scala dando forte impulso al rilancio dell’edilizia e di tutto l’indotto. Soprattutto nel comparto artigiano edile, settore chiave dell’economia nazionale e del Piemonte, hanno avuto un peso specifico importantissimo sia in termini di fatturato che di occupati.

“Purtroppo – conclude Tanino – in Piemonte, nonostante l’enorme mole d’investimenti che sono andati a ricadere positivamente su imprese, tecnici e indotto, ci sono ancora diversi miliardi di euro che le realtà piemontesi del Sistema Casa non sono ancora riuscite a incassare attraverso la cessione dei crediti. Ovvero migliaia di imprese rischiano seriamente di chiudere per mancanza di liquidità”.

Secondo Confartigianato Imprese Piemonte, solo in questi ultimi giorni si è compreso come il possibile sblocco dei crediti fiscali incagliati sarebbe dipeso anche dalla loro classificazione nel bilancio dello Stato. Non tanto dalla necessità di evitare le frodi, dunque.

Infatti, in attesa che, ormai a giorni, si pronunci anche l’ISTAT su questa partita, intanto Mef ed Eurostat hanno fatto intendere come una nuova stagione come quella trascorsa, con aliquote altissime di detrazioni e compravendita libera dei crediti fiscali nascenti, sarebbe impensabile. Infatti, con ogni probabilità, questa si tradurrebbe in un aumento di debito pubblico.

“Ma è anche vero – conclude Felici  che per raggiungere gli obiettivi di transizione ecologica, non si potrà prescindere da percentuali di detrazione “accattivanti” almeno per gli interventi energetici e antisismici, per i quali concedere le cessioni a terzi. Non dimentichiamoci che la vera svolta per la realizzazione di migliaia di interventi tra il 2021 ed il 2022, è stata proprio la possibilità di cessione del credito fiscale”.

La tecnologia diagnostica e il rapporto tra ospedale e territorio

Gabbrielli (ISS): “Mettere in campo le migliori competenze in questo settore per sfida PNRR”

Il nostro servizio sanitario ha di fronte importanti sfide per continuare a garantire la migliore presa in carico del paziente, il miglior percorso di cura e di assistenza, e la gestione delle risorse del PNRR sarà decisiva per lo sviluppo di grandi opportunità offerte dalla tecnologia digitale. La tecnologia diagnostica e il rapporto tra ospedale e territorio: come facilitarne l’uso a beneficio di tutte le professioni sanitarie è stato il focus approfondito durante la Winter School 2023 di Motore Sanità, a Pollenzo, con Carlo Tomassini e Valerio Biglione, Direzione Scientifica Motore Sanità;  Francesco Gabbrielli, Direttore Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali, ISS; Pietro Giurdanella, Componente del Comitato Centrale FNOPI e Presidente OPI di Bologna; Giovanni Gorgoni, Direttore Generale ARESS Puglia;  Loredana Pau, Vice Presidente e Coordinatrice Associazioni Europa Donna Italia.

IL PNRR impone dei ritmi molto rapidi su base nazionale e anche regionale per i progetti di sviluppo e questa è una grande sfida per il sistema Paese, una sorta di sliding doors- ha spiegato Francesco Gabbrielliperché per la prima volta siamo chiamati a rispondere allo sviluppo di sistemi di telemedicina sui vari territori, rispettando diverse esigenze, e soprattutto provando a farlo in maniera coordinata su tutto il territorio nazionale per offrire i migliori servizi. Per farlo al meglio e in breve tempo abbiamo la necessità di mettere in campo le migliori competenze in questo settore, in un momento in cui le Regioni guardano verso l’autonomia, anche sanitaria”. È possibile prevedere delle difficoltà nell’applicazione dei provvedimenti nelle singole regioni? Ci sarà disomogeneità? “Potrebbero esserci. La diversità tra le soluzioni organizzative nei vari territori non è di per sé un problema. Diventa un problema quando le regioni agiscono come se non esistesse nessun altro intorno a loro, come se fossero delle monadi. E invece nell’ambito della sanità digitale occorre condividere gli standard, la modalità di applicazione e l’interoperabilità dei dati dei sistemi. La telemedicina, se costruita sulle esigenze del territorio, funziona molto meglio, ma nello stesso tempo va costruita tenendo presente dei punti di riferimento fissi, uniformi e coerenti sul territorio nazionale, in modo che tutti i servizi siano uguali per garantire in maniera equa l’accesso a tutti i cittadini. Il fascicolo sanitario elettronico è un grande punto di riferimento. Per questo occorre fare un grosso lavoro di armonizzazione delle banche dati e del modo con cui vengono utilizzate nella pratica”.

La tecnologia digitale impone il ricorso a nuovi processi e occorre anche considerare dei casi in cui è necessario un supporto diverso, ad esempio nel settore oncologico. “Difendere i diritti delle donne che hanno avuto un tumore al seno è il nostro scopo. Per raggiungerlo alcune cose è possibile farle da remoto, altre come una mammografia, non è possibile farle– ha detto Loredana Pau-. Al momento chi ha ad esempio una metastasi può leggerlo direttamente dal fascicolo elettronico sanitario, ecco noi pensiamo che non sia il modo giusto, né lo è ricevere una diagnosi oncologica via e mail, per questo pensiamo che bisogna trovare dei sistemi di protezione in queste circostanze”.

L’evoluzione dei bisogni dei cittadini – ha concluso Pietro Giurdanellaci impone di rivedere i modelli e prendendo i dati del Piano nazionale di cronicità vediamo che è necessaria una riorganizzazione dei processi di lavoro e delle modalità interoperative, riorganizzazione  che si scontra con una filiera normativa che tarda ad adeguarsi al bisogno di cambiamento”.