ilTorinese

Dalle collezioni private il Rinascimento piemontese di grandi capolavori

Alla Fondazione Accorsi-Ometto, sino al 29 gennaio

Riecheggia il romanzo di Maria Bellonci, che fu Premio Strega nel 1986, “Rinascimento privato”, il titolo della mostra (visitabile sino al 29 gennaio prossimo) che la Fondazione Accorsi-Ometto presenta al visitatore negli spazi di via Po. Una mostra, te ne rendi conti appena entrati nelle sale, preziosa, intimamente ricca, elegantemente raccolta, i suoi pezzi fino a ieri nascosti in ville e palazzi di facoltosi industriali o in castelli di famiglie nobiliari che del Piemonte hanno fatto la storia. Tutti tacciono i grandi cognomi ma gli Agnelli e i Bruni Tedeschi, con le loro ricche collezioni circolano come in un sussurro, soltanto dichiarano la loro presenza i Ferrero della Marmora di Biella e i Pozzallo di Oulx nel rivelare al pubblico nomi preziosi del Rinascimento piemontese, con autori contesi da questo o quel museo, con i santi che ti guardano e le Madonne che ti incantano.

Una mostra che, con la collaborazione di Serena D’Italia e Vittorio Natale, il direttore della Fondazione Luca Mana deve aver sognato a lungo, facendo immaginare a noi “esterni” che il suo gravoso quanto entusiasmante compito sia stato quello non tanto di scovare le trentaquattro opere alla fine esposte ma soprattutto quella tessitura finissima di rapporti e convincimenti nei confronti dei proprietari che, è facile immaginare, non abbiano voluto in semplicità affidare, anche se per poco più di cento giorni, le loro personalissime reliquie artistiche da sempre, forse, prestate soltanto per studi allo sguardo degli addetti ai lavori. Reliquie che, abbandonando le sale dell’Accorsi, ritroveranno spazio nelle loro antiche ed eterne sedi, per non uscirne forse mai più.

“Rinascimento privato. Da Spanzotti a Defendente Ferrari nelle Collezioni piemontesi” vuole raccontare l’evoluzione della pittura del nostro territorio tra la metà del Quattrocento e la metà del Cinquecento, non soltanto la produzione artistica quanto anche i rapporti tra le botteghe e la fortuna collezionistica, come il suo prendere sempre maggior sviluppo: “la pittura rinascimentale piemontese si sviluppa intorno ai decenni centrali del XV secolo, grazie al contributo fondamentale non solo di opere provenienti dall’estero, come i trittici fiamminghi commissionati dai ricchi banchieri chieresi, ma anche grazie alla presenza di capiscuola come Antoine de Lonhy e Giovanni Canavesio che sanno imporre uno stile diverso dal vecchio linguaggio figurativo tardogotico”. Una strada che proseguirà nei decenni successivi con i nomi di Macrino d’Alba e Martino Spanzotti, capaci d’immettere nel territorio le influenze romane e lombarde che saranno l’importante bagaglio per la generazione successiva, quella di Defendente Ferrari e di Gandolfino da Loreto.

La mostra è suddivisa in sei sezioni. Affidata ai “Precursori” la prima, in cui si allineano i nomi e le opere di Giovanni Canavesio (di Pinerolo, prima del 1450-1500; suo un probabile “Sant’Agostino” di fine secolo), di Tommaso Biazaci (di Busca, documentato tra il 1465 e il 1488; importante per il suo trasferimento in Liguria dove, con i favori dei ricchi banchieri liguri, divenne il tramite tra le novità fiamminghe e la pittura piemontese), di Andrea De Aste. Il Salone Cinese è dedicato ai “Committenti”, dove fa bella mostra la “Madonna in trono tra San Nicola da Tolentino e santo vescovo” di Tommaso Cagnola, e ai “Grandi polittici tra scomposizione e ricostruzione”, in cui parti smembrate (come due ante) riconducono ad un polittico eseguito dallo Spanzotti e dall’allievo Ferrari tra il 1496 e il 1500.

Tra i pezzi più belli della mostra, al capitolo “Arredare decorando”, due fronti di cassoni nuziali: il primo a rappresentare tre armigeri, a combattere dinanzi a una fitta boscaglia, provenienti dalla collezione Vittorio Tornielli, l’architetto ingegnere costruttore del castello di Cereseto, per passare poi nelle collezioni Gualino. Il secondo, che illustra una bellissima “Annunciazione”, forse opera di un artista del Piemonte occidentale, venne acquistato da Pietro Accorsi ed esposto da Vittorio Viale alla mostra sul Gotico e Rinascimento del 1938. Al culto e alla devozione è affidata “Immaginare la santità”, con opere di Antoine de Lonhy (documentato in Borgogna dal 1446, passa nel sud della Francia e in Spagna per approdare in area piemontese negli anni Sessanta del Quattrocento, a portare un nuovo e più moderno linguaggio artistico), Gandolfino da Roreto (è documentato tra il 1493 e il 1518) e Gerolamo Giovenone. Di Oddone Pascale, originario di Trinità e attivo nel Saluzzese come a Finalborgo, è da sottolineare un “San Giorgio e il Drago”, certo di non precise proporzioni ma interessante nella descrizione del paesaggio, drago compreso.

 

Ultima sezione “Defendente Ferrari e la pittura rinascimentale in Piemonte tra tradizione e innovazione”, dove sono presenti anche opere di Spanzotti, Gerolamo Giovenone e Bernardino Lanino: considerando Defendente come l’ultimo maggior rappresentante del nostro Rinascimento (in mostra la bellezza di una prospettica “Natività”, con l’impagabile posizione del Bambinello, e soprattutto il “Bacio di Giuda”, un Orto del Getsemani tra alabarde, lanterne, costumi dell’epoca e violenza, rappresentato in tutta la sua tragicità, con il Cristo ripreso di spalle), maestro di polittici e di pale d’altare, prezioso ascoltatore della tradizione nordica, artista di successo presso una larga committenza ecclesiastica nel Piemonte occidentale.

Elio Rabbione

Nelle immagini: Giovanni Martino Spanzotti e collaboratore (Defendente Ferrari?), “Un santo tebeo e San Lorenzo”, 1496-1500 ca, pittura e oro su tavola, cm 110 x 70, Fondazione Accorsi-Ometto; Gandolfino da Roreto, “Sposalizio della Vergine”,1510-1515 ca, pittura su tavola, cm 29,7 x 32, coll. privata; Oddone Pascale, “”San Giorgio e il drago”, 1520-1530, pittura su tavola, cm 130 x 72, coll. privata; Defendente Ferrari, “Bacio di Giuda”, 1520 ca, pittura su tavola, cm 138 x 92, coll. privata.

Merlo: Sì ai grandi eventi, no ad altre cattedrali nel deserto

“Siamo convinti e sicuri che il Sindaco di Torino Stefano Lorusso e il Presidente della Regione Alberto Cirio porranno al Governo in modo corretto e trasparente la ‘questione olimpica’ in programma nel 2026 a Milano/Cortina. E cioè, o si sfruttano gli impianti esistenti – seppur adeguandoli – oppure si proceda allo smantellamento dei suddetti impianti per risolvere definitivamente il travagliato post olimpico di Torino 2006.
Al contempo, però, va sottolineato con forza e convinzione un caposaldo politico e programmatico. E cioè, gli eventi internazionali – quelli di natura sportiva innanzitutto – sono importanti e decisivi per lo sviluppo dei territori. Dei nostri territori, nello specifico. Purchè non inneschino meccanismi che poi si trasformano, con lo scorrere del tempo, in veri e propri boomerang. È inutile fare degli esempi concreti talmente sono noti a tutti.
Ecco perchè abbiamo fiducia nei nostri vertici istituzionali. Per la semplice motivazione che la strada non può che essere quella indicata. Ovvero, i grandi eventi nazionali ed internazionali non possono più essere disgiunti da una vera e percorribile sostenibilità finanziaria dopo queste grandi manifestazioni. Pena la grande dispersione di risorse pubbliche da un lato e le pesanti ricadute negative per i territori che ospitano gli eventi dall’altro”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.

Procede il cantiere della nuova Rsa di La Loggia

ULTIMI SEI MESI DI LAVORI PER LA COSTRUZIONE

Nel corso del primo semestre del 2023 termineranno i lavori per la costruzione della Rsa nel comune di La Loggia (To). La struttura verrà gestita dall’azienda 3AMilano, facente parte del Gruppo di società che fa capo a Massimo Blasoni.

Il termine dei lavori nel cantiere tra via Umberto Saba e via Eugenio Montale è previsto per giugno 2023. L’avvio ufficiale della struttura, con l’ingresso dunque dei primi ospiti, è invece stimato per agosto/settembre 2023.

L’edificio, progettato dall’architetto Federico Toso di Udine, è un edificio di quattro piani e a forma di H, orientato sull’asse est/ovest per il miglior soleggiamento possibile e distribuito in 6 nuclei di cui 2 per piano e distinti per un totale di 120 posti letto.

La società e il Comune di La Loggia hanno stabilito invece che la presentazione ufficiale della struttura sarà prevista per marzo/aprile 2023. In questa occasione verranno divulgati tutti i riferimenti, e-mail e numero di telefono, attraverso cui far recapitare la propria candidatura. A parità di titolo verrà data priorità ai residenti del Comune di La Loggia.

Attualmente la costruzione della struttura è terminata, e si stanno ultimando le finiture interne: pavimenti, controsoffitti e serramenti. In seguito, si procederà anche con la costruzione delle aree verdi esterne, con percorsi e attrezzature sportive, e alla realizzazione di tutte le opere di insediabilità  necessarie a garantire una completa accessibilità e fruibilità della struttura, individuate dallAmministrazione comunale di La Loggia in esecuzione della deliberazione n. 95/2018.

Questo edificio presenterà caratteristiche all’avanguardia per quanto riguarda l’ecosostenibilità e il risparmio energetico. Realizzate in classe energetica A3, produrrà autonomamente circa 165.000 kWh di energia, che corrisponde a oltre il 60% dell’intero fabbisogno, riducendo l’emissione in atmosfera di oltre 69 tonnellate all’anno di anidride carbonica.

«Il nostro gruppo continua a crescere: siamo i secondi in Italia nel nostro della gestione e costruzione di RSA» – dichiara Massimo Blasoni, azionista di maggioranza del Gruppo – «Negli ultimi sei mesi abbiamo aperto la residenza di Torrazza Piemonte e da poche settimane abbiamo presentato ufficialmente anche la nuova struttura di Borgo Ticino. A brevissimo apriremo anche una nuova residenza in Sardegna, a Villacidro».

«La nuova apertura a La Loggia è un traguardo di cui siamo orgogliosi» – dichiara Valentino Bortolussi, responsabile dello sviluppo immobiliare – «Operiamo in un settore, la sanità, che gioca un ruolo fondamentale nel nostro Paese. L’apertura della struttura avrà inoltre un impatto positivo in termini di ricaduta professionale: saranno impiegati dai 50 ai 60 dipendenti».

Distillerie Berta, la migliore grappa d’Italia si produce in Piemonte

Amaretti di Mombaruzzo e grappa: abbinamento classico, elegante e sempre molto apprezzato. 

Io ho avuto modo di goderne con la grappa più premiata d’Italia, inserita in una delle guide più autorevoli in materia vini e distillati, la guida Bibenda 2023.

La grappa invecchiata della Distilleria Berta –  situata a Casalotto Mombaruzzo ( At) – ,  selezione 2002 del Fondatore Paolo Berta , si è infatti aggiudicata il titolo “Miglior Grappa d’Italia 2023, ottenendo così il massimo riconoscimento che viene assegnato ogni anno dalla Fondazione Italiana Sommelier.
La visita alla distilleria è stata un viaggio nel tempo, tra profumi di grappa, sbuffi di vapore e antiche foto che hanno sottolineato come la distillazione sia un’arte a tutti gli effetti, che ha bisogno – come la vendemmia e la successiva lavorazione per il vino – di attenzioni, cure e tanto studio, per rendere le tecniche di produzione al passo coi tempi. 
L’azienda, aperta al pubblico, dispone di tre grandi aree, che si affacciano davanti alle  colline dolci e maestose del Monferrato e che scandiscono esattamente le fasi di produzione della grappa.   Una parte dedicata  alla lavorazione vera e propria delle uve, nel loro lungo e interessante percorso all’interno dei  caratteristici ” vasi comunicanti ” di acciaio ; una seconda, suddivisa sua volte da due ulteriori sale: una prima, dove le grappe così prodotte riposano e invecchiano in ampissime botti di legno – la cantina dei Tini –   e l’altra , in stile più moderno,  con luci soffuse e dagli effetti cromatici e suggestivi.  Oltre ad annusare le note tipiche della grappa, si respira quell’aria secolare che attraversa i lunghi corridoi caratterizzati da pavimenti in cotto e muri di mattoni,intervallati da  piccole insenature con all’interno i ” tester ” in vetro delle grappe iconiche dell’azienda.

La terza area è quella adibita alle degustazioni e alla vendita non solo di grappe, ma anche delle tipicità dolciarie della zona ( come, appunto, gli amaretti di Mombaruzzo) . 
In particolare, ho avuto il privilegio anche di degustare la grappa ” Riserva 1947 – 2022″ , prodotta proprio per il 75°anniversario dell’azienda e della quale il Presidente Chicco Berta va particolarmente fiero: viaggia in maniera positiva la sua produzione e questa bottiglia si configura di buon auspicio per l’anno lavorativo in corso. 
Gusti e intensità vellutate, molto ampie al naso, che evidenziano aromi stratificati, in cui frutta secca e aromi tostati si alternano a sensazioni speziate e tabaccose.
Un privilegio sensoriale ed olfattorio che mi auguro possa essere goduto da tanti di voi: perchè la grappa non è cara, è costosa.
CHIARA VANNINI

Lions Venaria dona defibrillatore all’Unitre

Sabato 14 gennaio alle ore 10:30, presso la sede Lions di Via Nazario Sauro 18 a Venaria Reale, si terrà l’inaugurazione del defibrillatore che il Gruppo Leo del Lions Club di Venaria Reale ha donato alla nostra associazione e che sarà installato nella nostra sede.

«È con sommo piacere che abbiamo accolto la notizia che il gruppo Leo del Lions Club di Venaria Reale, il gruppo dei giovani, ha individuato come destinataria della sua azione di solidarietà sociale per il 2022 la nostra associazione attraverso il dono di un defibrillatore – dichiara il presidente dell’Unitre Venaria Reale, Giuseppe Lumetta – . Sabato mattina sarà per noi occasione per un ringraziamento pubblico nei confronti del Lions Club, ma anche verso la Sezione della Croce Verde di Venaria Reale che si è dichiarata disponibile ad organizzare un corso di formazione per alcuni nostri volontari all’uso corretto del dispositivo. Pienamente riconoscenti verso la loro disponibilità a sostenere iniziative volte ad innalzare il livello di sicurezza della nostra sede».

All’evento interverranno:

IGOR DI CARLO, presidente Lions Club Venaria Reale Host

LORENZO SPAGO, responsabile Sezione Croce Verde di Venaria Reale

FABIO GIULIVI, sindaco della Città di Venaria Reale

GIUSEPPE LUMETTA, presidente Unitre di Venaria Reale

Il sindaco della Città di Venaria Reale, Fabio Giulivi afferma Il defibrillatore rappresenta uno strumento salvavita fondamentale e questa nuova installazione va ad aggiungersi alla rete dei circa 30 già presenti in Città, che fa di Venaria un Comune sempre più cardioprotetto. A fronte di un arresto cardiaco è di estrema importanza intervenire in tempi brevissimi, nell’arco dei primi 3 minuti, cosa fondamentale per salvare la persona interessata, consentendo ai soccorsi medici di arrivare. Non possiamo che ringraziare il gruppo Leo del Lions Club di Venaria Reale per questo importante regalo non solo fatto ad Unitre Venaria Reale, ma direi a tutti i venariesi».

Contatti: 011.4591704 (dal lunedì al venerdì, ore 15-18) info@unitrevenaria.it

Foto Mario Alesina

Nuove aree di sosta per il turismo itinerante

Via libera al regolamento per alzare gli standard dei Glamping e delle strutture ricettive all’aperto

Crescono intanto anche i movimenti: arrivi a 300.000 per un totale di 1.300.000 pernottamenti

L’assessore Poggio: «Aumentiamo la qualità dei servizi per attrarre gli escursionisti più esigenti combattendo l’abusivismo»

 

Il Piemonte alza gli standard qualitativi delle strutture ricettive all’aperto con nuove aree di sosta e nuove regole per contrastare l’abusivismo, finalmente anche con la classificazione delle strutture fino a cinque stelle e con l’istituzione per i turisti itineranti di nuove aree di sosta e di servizio che prima non esistevano.

La Regione, insomma, grazie al nuovo regolamento approvato dalla Giunta articolato in 15 punti, apre al turismo glam, il cosiddetto escursionismo di fascino gettonatissimo soprattutto dopo il periodo delle chiusure e rigorosamente all’aria aperta. A partire da quest’anno le imprese del settore potranno, infatti, allestire nuove aree per campeggiatori e camperisti mandando definitivamente in soffitta quelle improvvisate e spesso abusive ai margini delle strade o delle piazzole di sosta.

«Con l’approvazione del nuovo regolamento abbiamo voluto dare un segnale agli operatori che chiedevano la possibilità di attrezzare nuove aree di sosta e servizio, totalmente mancanti nella precedente legislazione piemontese, ma che chiedevano anche regole aggiornate per garantire standard più elevati e contrastare l’abusivismo – ha osservato l’assessore alla Cultura, Turismo e Commercio Vittoria Poggio -. Così facendosiamo andati incontro alla domanda dei turisti più esigenti che cercano caratteristiche esclusive e sicure».

La sfida è dunque quella di mettere un freno all’abusivismo e battere la concorrenza straniera in parte già vinta con l’incremento delle prestazioni alberghiere che ha portato un aumento dei flussi stranieri tornati ai livelli pre Covid nelle terre del Piemonte, ma in parte ancora da conquistare con il turismo itinerante i cui movimenti all’interno delle strutture ricettive all’aperto risultano una componente importante del totale regionale ospitando circa il 9% degli arrivi e il 12% delle presenze con un valore assoluto che, nel 2021, è stato pari a oltre 300.000 arrivi e circa 1.300.000 pernottamenti. Una quota aumentata in particolare nel periodo estivo: nei mesi di luglio e agosto i campeggi accolgono, infatti, circa il 13% degli arrivi e il 20% di pernottamenti.

«I vantaggi riguardano anche le aziende – ha aggiunto l’assessore Poggio – il nuovo regolamento prevede infatti nuove regole per i campeggi Glamping che offrono location degne degli alberghi di lusso. In questo modo – ha concluso l’assessore – siamo andati incontro alle istanze dei privati che chiedevano di potersi rendere disponibili per incrementare l’offerta a patto però di garantire sicurezza e qualità».

Servizi come la pulizia o la sicurezza potranno essere appaltati all’esterno con contratti ad hoc. È previsto anche l’utilizzo di nuovi loghi per identificare la classificazione delle strutture, e di stazioni di sosta intermedie lungo gli itinerari turistici cosiddetti «Posti Tappa».

Super Toro! Milan-Torino 0-1

Ottavi di finale Coppa Italia

Adopo T al 114′

Un gran bel Toro, infarcito di giovani, batte il Milan ai tempi supplementari e si qualifica ai quarti di finale della Coppa Italia, dove incontrerà la vincente di Fiorentina-Sampdoria.
I granata,in 10 dal 70′ per l’espulsione, esagerata, di Dijdij (doppio cartellino giallo), hanno disputato una gara epica, intensa d’altri tempi! Un Toro organizzato,attento e feroce,il Milan non ha mai messo sotto i granata,anzi ne ha subito i veementi ritorni,frutto di folate offensive affidate a Vlasic e Miranchuk.
Poi nel secondo tempo entrano Seck, Adopo, Bayeye che diventano decisivi per questa incredibile ma meritata qualificazione.
Orgoglio granata ed appartenenza:di tutto ciò gran parte del merito va dato a Juric ed ai suoi preparatori atletici. Ma quanto corre il Toro!

Enzo Grassano

Trenta daspo da 1 a 5 anni nei confronti di ultrà bianconeri

Nei giorni scorsi sono stati adottati dal Questore di Torino 30 Daspo – da 1 a 5 anni, di cui 8 con obbligo di firma – nei confronti di supporter bianconeri aderenti ai gruppi ultrà della Juventus “San Marco 1988” (ex Drughi), “Gruppo Storico” (ex Tradizione), “Milano 1986” (ex Viking), “Genova” (ex Nab) e “La 12 Curva Sud” (ex Drughi Asti Praia).

Dei provvedimenti interdittivi, 6 sono stati adottati per gli episodi delittuosi verificatisi in occasione della partita Juventus-Inter dello scorso 6 novembre, allorquando gli ultras bianconeri, al fine di riservarsi l’area retrostante la balaustra della curva sud, hanno allontanato con violenza e minacce altri tifosi estranei al contesto ultrà.

Gli altri 24 Daspo sono stati invece emessi a seguito della rissa avvenuta nell’intercinta del settore ospiti dello Stadio Olimpico Grande Torino durante il derby dello scorso 15 ottobre tra sodalizi ultras juventini.

Torino città universitaria: negli appartamenti sfitti lo studentato diffuso

Oggi, mercoledì 11 gennaio,  nel Salone del Rettorato, è stato presentato alla stampa il progetto di residenzialità studentesca Torino Student Housing, promosso dall’Università e dal Politecnico di Torino con l’obiettivo di offrire locazioni di qualità agli studenti fuorisede, mettendo in uso gli appartamenti sfitti in Città. Sono intervenuti Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino, Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino, Jacopo Rosatelli, Assessore al Welfare del Comune di Torino, Carlotta Salerno, Assessora all’Istruzione e Paolo Biancone, Professore ordinario di economia aziendale dell’Università di Torino.

Torino Student Housing nasce sia per dare risposta all’esigenza di studenti fuori sede nazionali e internazionali degli Atenei torinesi di trovare alloggi di qualità, sia per rimettere in uso appartamenti sfitti che molto spesso non sono adeguati né per affitto a lungo termine né a breve poiché da ristrutturare totalmente. Il progetto, che coinvolge stakeholder diversi (proprietari di casa, imprese di ristrutturazione, manutenzione e gestione, ordini professionali, etc.) in un’ottica inclusiva, prevede benefici per tutti gli attori coinvolti, consentendo di migliorare la qualità dell’ospitalitàanche in riferimento al settore turistico e all’housing più in generale.

Secondo le stime dell’Associazione Piccoli Proprietari Immobiliari, nella sola Città di Torino sono circa 50 mila gli appartamenti che, per motivi diversi, sono inutilizzati: alcuni oggetto di eredità in attesa di destinazione, altri per la necessità di importanti ristrutturazioni, altri ancora per inerzia della proprietà nei confronti di una messa in affitto con il rischio di morosità.

La messa in uso di appartamenti distribuiti su tutto il territorio torinese permette di bonificare alcuni quartieri, creando occasioni di aggregazione e presidio, elevando il valore immobiliare e sociale. L’attrazione di un maggior numero di studenti internazionali e nazionali non residenti porta inoltre ad un aumento dei consumi, che si riversa sul territorio con un forte impatto sociale. Gli studenti molto spesso usufruiscono infatti di attività economiche di quartiere (bar, locali, negozi ecc.) creando quindi poli-centri che possono rappresentare ecosistemi innovativi per la Città.

La ristrutturazione funzionale può diventare una forma di circulareconomy che consente il riutilizzo di spazi antropizzati senza il consumo di suolo e con ridotti consumi energetici. Il riutilizzo di arredi e complementi d’arredo attraverso un circuito di economia circolare potrebbe abbattere la produzione dei rifiuti e la messa in uso di attrezzature ancora funzionali. La ristrutturazione degli appartamenti consentirà alle imprese del territorio di sviluppare la propria attività economica facendo lavorare la filiera di fornitura e i professionisti locali.

Il progetto prevede standard di ristrutturazione con livelli di servizio definiti (numero di servizi/studente, dimensione delle stanze, arredi, wifi etc.) con materiali di qualità, ma nello stesso tempo scontati in virtù delle quantità acquisite; un canone sostenibile dell’appartamento indipendentemente dalla localizzazione territoriale e dalle caratteristiche dell’immobile e il supporto per la gestione delle locazioni attraverso l’utilizzo di operatori e piattaforme multilingua verso studenti internazionali, potenziando così l’attrattività degli atenei in contesti internazionali e valorizzando Torino come hubinternazionale di conoscenza e formazione.

Torino Student Housing, partito oggi con il coinvolgimento attivo di tutti gli stakeholder, prevede la creazione di tavoli di lavoro per la definizione di standard di servizio e protocolli di intesa per il perfezionamento delle operazioni. La realizzazione di un cantiere pilota di sperimentazione consentirà poi di analizzare dettagliatamente gli aspetti per la creazione del circolo virtuoso. Infine si partirà operativamente con la ristrutturazione e messa in affitto degli appartamenti che man mano verranno messi a disposizione del progetto da parte dei proprietari.

“I fuori sede che studiano e vivono a Torino, internazionali e nazionali, sono oggi parte significativa e importante della popolazione torinese – dichiara il Rettore di UniTo, Stefano Geuna. Segno anche di come la città sia cambiata negli ultimi anni anche grazie all’Università con la sua crescente attrattività. Sono infatti circa 40 mila le studentesse e gli studenti che hanno scelto i nostri atenei, ponendo anche nuovi bisogni di residenzialità e di socialità. Torino Student Housing rappresenta una grande opportunità per aumentare il potenziale di recettività e gli standard di qualità. Incontrare questi nuovi bisogni è oggi una priorità inderogabile per gli Atenei, che stanno lavorando in questa direzione, ma anche per tutto il territorio, perché studentesse e studenti formati ed in empatia con la città sono il capitale fondamentale sul quale costruire il futuro di Torino”.

“Il progetto – aggiunge il Rettore del Politecnico, Guido Saracco è strategico per consentire agli Atenei del territorio di essere attrattivi non solo in termini di didattica e ricerca, ma anche nel garantire spazi residenziali a studenti fuori sede e stranieri sempre in crescita. Gli studenti stranieri che formiamo ai nostri valori sono una grande opportunità per il Paese di attenuare gli effetti della denatalità. Particolarmente meritorio poi quello che sapremo realizzare per l’accoglienza degli studenti provenienti da Paesi poveri o da zone di guerra”.

“Hanno dimostrato interesse le principali banche del territorio, l’Api, l’associazione proprietari di casa, le centrali cooperative, la Camera di Commercio e gli ordini professionali – sottolinea Paolo Biancone, professore di economia aziendale di Unito e ideatore del progetto -, ogni categoria dovrà fare la sua parte mettendo a disposizione risorse ed entusiasmo. La previsione è quella di mettere a disposizione circa 10.000 appartamenti nell’arco dei prossimi cinque anni”.

“Tutte le azioni che servono a dinamizzare il mercato delle locazioni private dichiarano gli Assessori Carlotta Salerno e Jacopo Rosatelli convincendo i proprietari a mettere a disposizione alloggi sfitti, sono benvenute. Crediamo fortemente nel potenziale delle studentesse e degli studenti universitarie/i, per questo motivo la Città offre loro diversi servizi e spazi affinché l’esperienza di studio sia il più dinamica, stimolante e funzionale possibile. L’iniziativa di Torino Student Housing sposa perfettamente questi obiettivi e come Assessori con delega alla casa, Torino città universitaria e politiche giovanili, non possiamo quindi che fare un plauso agli Atenei Torinesi, auspicando in una collaborazione sempre più sinergica anche sotto questo aspetto”.

“L’iniziativa presentata questa mattina risponde ad una delle esigenze più strategiche per la nostra città – commenta Alessandro Ciro Sciretti, Presidente di Edisu Piemonte -, offrire un mercato immobiliare accessibile, supportando sia la proprietà che gli studenti, è ormai essenziale per proseguire nello sviluppo universitario di Torino. Ringrazio Università e Politecnico per questa iniziativa che Edisu Piemonte sosterrà con determinazione e con le competenze che la nostra struttura matura ogni giorno nell’erogazione del servizio abitativo per la popolazione universitaria piemontese. Infine, in concomitanza del percorso di avvicinamento verso l’Universiade del 2025, potenziare la ricettività torinese aiuterà a promuovere ulteriormente l’attrattività internazionale del nostro territorio”.

In ospedale donna cade da barella e muore: la causa un’emorragia?

Era in Pronto Soccorso di Chivasso da giorni, è caduta dalla barella ed è morta.

La procura verificherà il motivo del decesso dell’anziana, 74 anni. Secondo il medico legale a uccidere la donna sarebbe stata un’emorragia. L’autopsia chiarirà le cause in modo approfondito.