ilTorinese

Anpas Vssc di Caluso, come diventare volontari soccorritori

CORSO GRATUITO PER VOLONTARI SOCCORRITORI

 

L’Associazione Anpas Vssc Volontari del Soccorso Sud Canavese di Caluso organizza un corso gratuito per diventare volontari soccorritori e operare sulle ambulanze del Servizio di emergenza 118, nell’ambito dei trasporti socio sanitari e prestare assistenza sanitaria a eventi e manifestazioni.

Il primo incontro del corso si terrà lunedì 27 febbraio, alle ore 20.30, presso il Poliambulatorio di Caluso in via Roma 22 a Caluso.

Il corso è riconosciuto e certificato dalla Regione Piemonte secondo lo standard formativo regionale. Inoltre, all’interno dello stesso percorso formativo è prevista l’abilitazione all’utilizzo del defibrillatore semiautomatico esterno in ambito extraospedaliero.

Il corso è diviso in una parte teorica di 54 ore complessive a cui vanno ad aggiungersi altre 100 ore di tirocinio pratico protetto in ambulanza, in affiancamento a personale più esperto.

Al termine dell’intero percorso formativo, una volta ottenuta la certificazione, i nuovi volontari soccorritori e soccorritrici saranno in grado di operare in modo coordinato con la Centrale Operativa del Sistema Emergenza Sanitaria e gestire l’organizzazione di un soccorso sicuro nonché prestare assistenza sul luogo e durante il trasferimento. Gli argomenti trattati durante le lezioni riguarderanno diversi argomenti tra cui i codici d’intervento, i mezzi di soccorso, il linguaggio radio e le comunicazioni, la rianimazione cardiopolmonare, l’utilizzo del defibrillatore e il trattamento del paziente traumatizzato.

Per maggiori informazioni e adesioni contattare i Volontari Soccorso Sud Canavese al numero di telefono 011-9891607 o tramite l’email formazione@vssc-caluso.it.

La Pubblica Assistenza Volontari Soccorso Sud Canavese, associata Anpas, può contare sull’impegno di 110 volontari, di cui 65 donne, grazie ai quali ogni anno svolge circa 5mila servizi con una percorrenza di 241mila chilometri. Effettua servizi di emergenza 118, trasporti ordinari a mezzo ambulanza come dialisi e terapie, trasporti interospedalieri, assistenza sanitaria a eventi e manifestazioni, accompagnamento per visite anche con mezzi attrezzati al trasporto dei disabili.

L’Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) Comitato Regionale Piemonte rappresenta oggi 82 associazioni di volontariato con 10 sezioni distaccate, 10.425 volontari (di cui 4.062 donne), 5.753 soci, 640 dipendenti, di cui 71 amministrativi che, con 436 autoambulanze, 226 automezzi per il trasporto disabili, 261 automezzi per il trasporto persone e di protezione civile e 2 imbarcazioni, svolgono annualmente 534.170 servizi con una percorrenza complessiva di 17.942.379 chilometri.

Parco Gran Paradiso, Avetta (Pd): “In Piemonte si litiga”

Il consigliere regionale Alberto Avetta (Pd) annuncia un’Interrogazione: “Il centrodestra piemontese litiga sulle poltrone, la Valle d’Aosta governa il Parco e fa quello che vuole”

 

«Il centrodestra continua a litigare sulle poltrone e non riesce a trovare un accordo sul nome del futuro presidente dell’ente Parco nazionale del Gran Paradiso, con la conseguenza di lasciarne la gestione nelle mani della Valle d’Aosta. L’incapacità di chi governa la Regione Piemonte di trovare un accordo tra FdI, Lega e Forza Italia ha creato una situazione di stallo, facendo slittare la nomina del nuovo presidente e costringendo il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, a confermare Italo Cerise nel ruolo di commissario straordinario. Una grave inerzia che danneggia il Parco, in una fase in cui sarebbe necessario affrontare importanti priorità. In occasione del centenario del Parco la politica tutta si è spesa in giusti elogi celebrativi, ma ora che bisogna passare ai fatti, ecco che le destre che governano il Piemonte non sono in grado di decidere. Eccellenze come il Parco nazionale del Gran Paradiso sono una straordinaria opportunità per il territorio, anche in termini di attrattività turistica e di ricadute economiche. È intollerabile che Giunta Cirio la metta a rischio per una questione di poltrone. Il Parco ha bisogno subito di una nuova ed autorevole governance. Su questo tema presenterò un’Interrogazione in Consiglio regionale: la Giunta dovrà spiegare perché non è in grado di fare il nome del nuovo Presidente e di difendere gli interessi del Piemonte». 

 

Alberto AVETTA

Consigliere regionale Pd

BitGeneration: il mondo di Bitcoin raccontato a universitari e liceali

Il Bitcoin Wallet Conio ha il piacere di annunciare un’importante partnership con BitPoliTO, il gruppo studentesco del Politecnico di Torino che mira a promuovere la conoscenza e l’adozione di Bitcoin a livello universitario e fra i liceali. Conio fornirà finanziamenti per i progetti del gruppo studentesco del Politecnico di Torino e assicurerà il suo costante supporto a tutto il progetto.

Una delle attività principali della partnership è “BitGeneration”, il primo corso sperimentale in Italia in cui universitari e speaker di settore di livello internazionale introdurranno agli studenti delle superiori conoscenze fondamentali su Bitcoin. Durante questi seminari, i docenti parleranno della tecnologia e della storia del protocollo, oltre che di economia, matematica e informatica. Le lezioni, già partite il 31 gennaio, si terranno negli spazi del Politecnico di Torino e verranno registrate in video e pubblicate su YouTube per una maggiore accessibilità.

Nel primo incontro è stato proprio Giacomo Zucco, importante divulgatore italiano di Bitcoin oggi famoso a livello internazionale, a spiegare agli studenti le motivazioni che hanno portato alla nascita di Bitcoin: partendo dal concetto di moneta ed evidenziando le caratteristiche che contraddistinguono una buona forma di denaro. Nelle prossime lezioni, poi, proseguirà l’approfondimento dei fattori sociali ed economici dietro allo sviluppo di Bitcoin per dedicarsi, successivamente, alle parti più tecniche: dal funzionamento del Network fino all’architettura di un Wallet.

Con questa partnership, Conio dimostra di credere nello sviluppo del settore Bitcoin, investendo nella formazione di progetti e talenti, e collaborando con gli studenti che rappresentano i professionisti del futuro di questo settore. Secondo la scale-up fondata da Christian Miccoli, è importante sviluppare talenti in Italia per mantenere e accrescere il know-how in un settore strategico come quello della custodia dei digital asset.

Conio non è nuova a questi investimenti in attività di divulgazione e formazione. Di qualche mese fa è infatti la nascita del progetto EduFin 3.0, lanciato in collaborazione con Banca Generali, per andare a colmare il gap di alfabetizzazione in ambito finanziario che ancora esiste tra l’Italia e il resto d’Europa. Un’iniziativa realizzata con lo youtuber e imprenditore digitale Marco Montemagno, grazie anche al supporto di altri partner strategici del settore.

Questa partnership rappresenta un passo importante nell’adozione di Bitcoin in Italia, e siamo orgogliosi di lavorare con il Politecnico di Torino per promuovere la formazione e la conoscenza del settore in un ambiente accademico. Siamo convinti che questo genererà nuovi talenti e progetti innovativi che contribuiranno a far crescere il settore degli asset digitali in Italia, aumentando il know-how del paese in un settore strategico e promuovendo l’innovazione”, ha commentato Christian Miccoli CEO di Conio.

Conio

Fondata nel 2015 a San Francisco dall’idea di imprenditori italiani, Conio ha lanciato il primo wallet Bitcoin per smartphone in Italia. La sua missione è rendere le cripto e le valute digitali alla portata di tutti. Per questo ha deciso di brevettare un sistema di custodia multisignature che rende facile e sicuro custodire digital asset. Conio ha conquistato, fin dall’inizio, la fiducia di investitori istituzionali, fra cui importanti banche italiane, che hanno finanziato il progetto e creato partnership. Oggi, oltre ad aver raggiungo oltre 380.000 clienti privati, offre a banche ed istituzioni finanziarie soluzioni integrate per la gestione di criptovalute e Digital Asset.

Ufficio Stampa Conio

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Sequestrate 800 confezioni di creme cosmetiche illegali dannose per la salute

Sono circa 800 le confezioni di creme cosmetiche, potenzialmente dannose per la salute, sequestrate nei giorni scorsi dal Comando di Porta Palazzo della Polizia Locale di Torino, unitamente alla Polizia Locale di Novara e Trecate, durante un’indagine relativa alla vendita abusiva di farmaci che ha portato all’esecuzione di diverse perquisizioni in varie località del Piemonte Orientale.

 

Si tratta di creme schiarenti per la pelle contenenti il principio attivo idrochinone, sostanza vietata nei prodotti cosmetici dal Regolamento n. 1223 del 2009 del Parlamento Europeo. L’idrochinone è una sostanza cancerogena, responsabile della formazione di alcuni tumori e dermatosi cutanee molto gravi, tanto che in Italia dal 2000 ne è vietato l’uso nei cosmetici per la pelle e dal 2005 anche nelle tinture per capelli, in ogni percentuale di concentrazione.

I prodotti posti sotto sequestro giudiziario, sono stati rinvenuti all’interno di un box condominiale adibito a magazzino, utilizzato da un commerciante di nazionalità nigeriana che si occupa di importare e vendere in Italia merce di vario tipo, proveniente principalmente dall’africa subsahariana. L’uomo è stato denunciato per detenzione e commercio di cosmetici che possono essere dannosi per la salute umana.

Il procedimento penale si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari, pertanto vige la presunzione di non colpevolezza dell’indagato, sino alla sentenza definitiva.

Quando il partito (e la corrente) era una comunità

È inutile girarci attorno. I partiti del passato, e soprattutto alcune correnti della Democrazia Cristiana, non erano soltanto strumenti politici previsti dalla Costituzione, ma anche delle vere e proprie comunità.

Comunità umane innanzitutto. Cioè vere e proprie scuole di formazione, momenti di autentica amicizia tra i vari leader, militanti e simpatizzanti, luoghi dove si cresceva politicamente e culturalmente. Certo, luoghi anche di sano confronto e di duro scontro ma sempre riconducibili alla politica e al rispetto tra le persone e delle persone. Qualcuno potrebbe dire, e forse anche giustamente, che si tratta di un periodo ormai consegnato alla storia e che non sarà mai più riproponibile. C’è però un aspetto che non può essere facilmente eluso. E cioè, in quella lunga stagione – che coincide con l’intera prima repubblica e con l’inizio della cosiddetta seconda repubblica – i partiti, e le rispettive correnti al loro interno, coincidevano non solo con la militanza delle persone, il radicamento territoriale, la rappresentanza sociale e culturale ma erano anche momenti di crescita personale e comunitaria. Insomma, a prescindere che si facesse, o meno, politica per tutta la vita, si continuava a mantenere un ricordo straordinario per una esperienza che ti aveva segnato profondamente. A livello politico ed umano.
Ora, cosa centri tutto ciò – come afferma qualche sofisticato politologo – con la nostalgia o con la testa rivolta al passato resta un mistero. Quello che va evidenziato, semmai, è che oggi il confronto politico è sostanzialmente disciplinato da criteri e da metodi che sono semplicemente estranei ed esterni a tutto ciò che ha caratterizzato quella lunga stagione. E quindi sono altri i metodi, e i disvalori, che ne segnano il comportamento quotidiano. Si potrebbero sintetizzare con alcune parole d’ordine: fedeltà incondizionata al “capo”; partiti personali; inutilità cronica del dibattito e del confronto; correnti di mero potere senza alcuna rappresentatività sociale e culturale; leadership che si affermano e che si sciolgono come neve al sole; sottovalutazione e rinnegamento delle culture politiche e, in ultimo, aridità ed indifferenza alla volontà di dare anche un valore ed un rilievo umano ai rapporti politici all’interno dei partiti e delle rispettive correnti.
Certo, molte di queste degenerazioni sono anche il frutto e la conseguenza dell’irruzione della sub cultura del populismo grillino e di tutto ciò che ha caratterizzato quella malapianta politica. Ma è indubbio che la politica, al di là dello scorrere delle stagioni e del susseguirsi delle varie novità che la caratterizzano, non può rinunciare a delle specificità che conservano una bruciante attualità e una altrettanto e straordinaria modernità. Del resto, che cosa potrà mai nascere dalla concreta esperienza dei partiti personali, dall’azzeramento delle culture politiche o dal sostanziale abbandono del confronto politico se non una politica arida, disumana e finalizzata solo ed esclusivamente ai rapporti di potere? Appunto, rapporti tribali come a quelli a cui abbiamo assistito in queste ultime settimane in Parlamento dove gli insulti, le delegittimazioni morali, personali e politiche hanno il sopravvento su qualsiasi altra considerazione e criterio. Verrebbe da dire, usando una celebre affermazione di Mino Martinazzoli, il trionfo “del nulla della politica”.
Per questi semplici motivi, forse, è giunto il momento per iniziare ad invertire la rotta. Non per replicare il passato, come ovvio e scontato, ma per riscoprire quella “fondamenta” che rappresentano gli elementi costitutivi dell’agire politico anche nella società contemporanea.

Giorgio Merlo

Nuovo Punto lettura della Casa del Quartiere ‘Più SpazioQuattro’

Venerdì 10 febbraio, alle ore 11, in via Saccarelli 18, si terrà la conferenza stampa per l’inaugurazione del nuovo Punto lettura della Casa del Quartiere ‘Più SpazioQuattro’, alla quale parteciperanno gli assessori della Città di Torino Rosanna Purchia (Cultura) e Jacopo Rosatelli (Politiche sociali) insieme ad Alberto Re e Sonia Gagliano, rispettivamente presidente e coordinatrice alla Cultura della Circoscrizione 4 e Cecilia Cognigni, dirigente del Servizio Biblioteche.

Per l’occasione Gabriele Vacis – regista teatrale, drammaturgo, autore televisivo e cinematografico – terrà un reading pubblico.

Un percorso iniziato nel 2020 con la firma della convenzione tra l’Associazione la Casa delle Rane ONLUS – il soggetto gestore di ‘Più SpazioQuattro’, la Casa del Quartiere San Donato – la Città di Torino con il Servizio Biblioteche e la Circoscrizione 4, che si realizza con la restituzione alla cittadinanza di uno spazio rigenerato, dedicato alla lettura e alla promozione artistica e culturale.

Il nuovo Punto lettura di ‘Più SpazioQuattro’ sarà aperto a partire dal primo marzo e permetterà di poter prendere in prestito il patrimonio documentario delle Biblioteche civiche torinesi, con l’ausilio del personale e dei volontari della Casa del Quartiere.

Verrà così restituita ai cittadini una parte dei volumi della Biblioteca civica che ha avuto sede in via Saccarelli fino al 2015, insieme al suo patrimonio di storie.

Innestare un punto lettura all’interno di un luogo dinamico, ad alta densità relazionale e fortemente radicato nel proprio territorio come ‘Più SpazioQuattro’, significa abbinare la promozione della cultura all’esperienza delle Case del quartiere, integrandola con quella delle Biblioteche civiche torinesi, per sperimentare nuove forme di animazione culturale di più ampio respiro.

Il nuovo Punto lettura è motivo di gioia e di orgoglio per la Circoscrizione 4 – dichiarano il Presidente Alberto Re e la Coordinatrice alla cultura Sonia Gagliano – sarà uno spazio di libri, di lettura, di cultura ma anche un nuovo spazio sociale e aggregativo, all’interno della preziosa risorsa che è la nostra Casa del Quartiere Più SpazioQuattro. Uno spazio del quartiere a disposizione della città’.

Il punto lettura:

– promuoverà iniziative cittadine di promozione della lettura rivolte a specifici target di pubblico e  progetti già esistenti come Leggermente, Nutrirsi di Cultura e Nati per Leggere Torino anche in collaborazione con le Biblioteche civiche torinesi;

– distribuirà per la prima volta alla comunità i libri delle Biblioteche civiche torinesi non più utilizzati, attraverso il circuito del prestito grazie all’iniziativa ‘Una Biblioteca grande come un Quartiere’, in collaborazione con la Banca del Tempo della Circoscrizione 4, che ad oggi vede già coinvolti in questa esperienza di bookcrossing diffuso 27 negozi di prossimità di San Donato;

– collaborerà con il progetto Book2Book dell’associazione Mogoa, un’applicazione che ha come obiettivo quello di creare una biblioteca di prossimità mettendo in connessione i cittadini e i centri culturali;

– ospiterà residenze artistiche di case editrici indipendenti e eventi che coniugano la lettura con le altre arti.

 

Programma:

Ore 11.00 –  conferenza stampa alla presenza di:

–      Rosanna Purchia – Assessora alla Cultura

–      Jacopo Rosatelli – Assessore alle Politiche Sociali

–      Alberto Re – Presidente Circoscrizione 4

–      Sonia Gagliano – Coordinatrice V Commissione della Circoscrizione 4

–      Cecilia Cognigni – Dirigente Servizio Biblioteche.

 

Reading a cura di Gabriele Vacis

 

Aperitivo di saluto

Ore 17.00 laboratorio di lettura e scrittura di filastrocche e storielle con Pino Pace a cura di Babelica, per bambini dai 7 anni in su.

Ore 19.00 aperitivo al Piano1

 

A seguire ‘4 chiacchiere con Enrico Remmert’: si parlerà dell’immaginario, del suono e dell’emozione della scrittura.

Filma ragazzina che si cambia nel camerino del negozio. Lei urla e arrivano i carabinieri

Un uomo di 41 anni, di Carignano è stato denunciato dai carabinieri della compagnia di Moncalieri. Nei giorni scorsi  una ragazza di 16 anni lo ha sorpreso mentre la filmava con il cellulare nel camerino di un negozio di abbigliamento a Moncalieri, dove la minorenne stava provando dei vestiti. La giovane si è messa a urlare e i genitori con il personale del negozio hanno chiamato i carabinieri. I militari hanno sequestrato il cellulare dell’uomo e nella sua abitazione, hanno trovato altri due telefoni, un pc e 36 grammi di hashish.

Pensati libera, ma non troppo

Chiara Ferragni ha scenograficamente scelto di fare la sua entrata di spalle alla 73esima edizione del Festival di Sanremo, indossando una stola-manifesto realizzata da Maria Grazia Chiuri, direttrice artistica della nota casa di moda Dior, attribuendo espressamente quelle parole al duo artistico Claire Fontaine.

Il gesto (e il relativo immancabile post della influencer sul social network Instagram) ha tuttavia sollevato immediatamente la reazione dello street artist “Cicatrici Nere”, artista e tatuatore di Bologna che rivendica la paternità dell’opera e della frase.

L’occasione, oggi di dominio pubblico trattandosi di un evento andato in onda in prima serata nazionale, consente di svolgere alcune riflessioni sui requisiti che devono guidare il giudizio di comparazione tra le opere in caso di contestato plagio, tutelato all’art.171 della Legge sulla protezione del diritto d’autore (L. 22 aprile 1941, n. 633).

Anzitutto, si precisa che il plagio è realizzato quando si verifica l’illegittima appropriazione della paternità dell’opera e dei suoi elementi creativi; in tale ipotesi sussiste la violazione sia del diritto morale d’autore sia del diritto di utilizzazione economica.

La Corte di Cassazione è più volte intervenuta nel tentativo di definire in modo univoco i limiti dell’ipotesi di plagio, giungendo ad affermare che non può parlarsi di plagio con riguardo all’idea su cui l’opera si fonda, non proteggendo la disciplina sul diritto d’autore l’idea in sé (ottenibile anche fortuitamente, come autonomo risultato dell’attività intellettuale di soggetti diversi e indipendenti), trovando, invece, esso il presupposto nell’identità di “espressione”, intesa come forma attraverso la quale si estrinseca il contenuto del prodotto intellettuale, meritevole di tutela allorché rivesta il carattere dell’originalità e della personalità.

Dunque, in altri termini, le idee di per se stesse non ricevono protezione nel nostro ordinamento, ma è necessario che sia identico il modo in cui sono realizzate e cioè la forma esterna di rappresentazione.

In sostanza, si richiede che l’autore del plagio si sia appropriato degli elementi creativi dell’opera altrui, ricalcando in modo pedissequo quanto da altri ideato e espresso in forma determinata e identificabile.

Svolte tali prime, sia pure sintetiche, considerazioni di diritto, rimane la domanda se i fatti occorsi possano o meno ricondursi nell’alveo della citata tutela del diritto d’autore e, in caso di risposta positiva, quali mezzi di tutela civilistici (e penalistici) possano essere intrapresi dal dichiarato autore dell’opera.

Non resta che attendere e vedere le eventuali azioni di rivendicazione dell’opera che saranno intraprese e se lo scontro rimarrà soltanto “virtuale” o raggiungerà le – forse più opportune – aule di Giustizia.

Simone Morabito

Avvocato

Ex Nihilo Nihil Fit di Alessia Savoini allo Spazio Musa

Mercoledì 15 febbraio 2023, alle ore 19.00, lo Spazio Musa di Torino sarà sede e luogo della parola,  dell’orecchio che si accosta al labbro e della voce che diviene tempo e spazio. Accoglierà la narrazione poetica di Ex Nihilo Nihil Fit, testo di Alessia Savoini, prodotto di mesi trascorsi tra la camera da letto e il Day Hospital, in chemioterapia, tra la cura e la spina.

Trascuro la portata delle cose flessibili,

riordino

su ogni vertebra spezzata

l’intera misura dell’onda

e dall’orecchio

il guaito della conchiglia.

L’evento prevede una presentazione della raccolta, performance di reading poetico e a seguire dibattito, dove sarà possibile esporre ed esporsi al luogo fertile della domanda, alla possibilità dell’incontro e del confronto, all’interno di Spazio Musa, che attualmente ospita la mostra “Babele”, del curatore Caspar Giorgio Williams.

Saranno inoltre rese disponibili copie per l’acquisto della raccolta Ex Nihilo Nihil Fit.

Ad una sola azione tende,

che fu il primo

o che sia l’ultimo

con in distinzione, mors –

ne cancella il volto.

E allor se da principio timor di quel che viene ha mosso,

non so consolare

l’animale che piange il morto.

Concept e voce: Alessia Savoini

Sound e chitarra: Nico Tommasi

Ex Nihilo Nihil Fit è un processo ancora in fase di inseminazione, la parola che svela la parola e ne osserva il dispiegamento, la paura, l’accettazione, l’abbandono, il ritrovamento. La malattia è un accesso a uno sguardo differente e se tutti gli eventi sono neutri, lo spazio interpretativo è l’unico versante in cui scorgere il sintomo della risposta.

Desiderai tentare la lingua,

gustai

e mordicchiai

il fiore nella mia bocca:

dunque da due dei miei sensi,

queste grandi aperture dell’anima

venne a me tutto il mondo.”

Alessia Savoini, Borgomanero, 1994. I suoi incipit si situano sulla soglia, ogni volta che la parola è stata come sete una promessa del labbro, lingua sul taglio, la sua voce rimarcava presenza. Per dieci anni ha vissuto a Torino, città dove ha sedimentato la conca e conosciuto la prefazione dell’orlo, quello che a maggio 2022 ha costituito una massa d’ombra nel torace e l’ha portata a scrivere Ex nihilo nihil fit. Nel 2010 riceve la sua prima proposta di pubblicazione come vincitrice al premio selezione opere inedite della casa editrice Aletti Editore, con la quale si è aggiudicata i primi posti in classifica in diversi concorsi. Nel giugno 2019 collabora con la rivista filosofica Sovrapposizioni al progetto Eros, nel marzo successivo contribuisce all’uscita del secondo numero cartaceo della stessa, per il progetto Deserto. Nel novembre 2020 la rivista online di poesia Poesiainverso pubblica alcuni suoi frammenti, in seguito cui la rivista d’arte greca Εξιτήριον ne propone una traduzione.

Nico Tommasi, Trento, 1995. La passione per la musica lo accompagna dagli albori, il suo incipit è al clarinetto, “volevo suonare il sax ma non c’era…”. Durante il periodo della scuola media si appassiona di chitarra elettrica e avvia i primi studi con la scuola Lizard Academy, a cui seguirono numerosi concerti all’attivo con band rock e metal. Con il tempo la passione attecchisce e prende la forma delle cose che restano: a quindici anni si incammina nel lungo percorso del conservatorio e della chitarra classica, inizialmente a Riva del Garda, concludendo gli studi a Torino.

Attualmente esibisce un format, Food for fish (cibo per pesci), un progetto in solo che ha la volontà di adattare la musica classica “seriosa” a contesti più abituali e meno formali, “letteralmente dandomi in pasto al pubblico”.

Cancro ascendente sagittario, affianca la passione per la musica a quella del fonico, per cui ha studiato presso la scuola APM di Saluzzo, riuscendo in tal modo a “sopravvivere di arte e mangiando aria per ora”.

Le donne sfruttate sul lavoro. Presentato un rapporto in Regione

2023

IL PRIMO RAPPORTO SULLO SFRUTTAMENTO DELLE DONNE NEL LAVORO

DI SLAVE NO MORE E ACLI

Il presidente Cirio: “L’impegno delle reti diffuse sul territorio è fondamentale,

ma purtroppo non ancora sufficiente per arginare totalmente un fenomeno tristemente attuale che dobbiamo contrastare con maggiore forza e con maggiori mezzi”

L’assessore Marrone: “Scelta Sociale permetterà nuove opportunità e contratti di lavoro regolari alle operatrici e agli operatori dell’assistenza domiciliare”

Ringrazio di aver scelto il Palazzo della Regione per presentare un’indagine che contiene informazioni fondamentali per contrastare la violenza di genere. I dati dimostrano che l’impegno delle reti diffuse sul territorio è fondamentale, ma purtroppo non ancora sufficiente per arginare totalmente un fenomeno tristemente attuale che dobbiamo contrastare con maggiore forza e con maggiori mezzi”: è quanto ha dichiarato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio aprendo, in videocollegamento da Bruxelles, la presentazione del primo Rapporto sullo sfruttamento delle donne, nel lavoro domestico e di cura, nell’agricoltura e nell’ambito del fenomeno migratorio, promosso dall’Associazione Slaves No More e dalle ACLI e relativo al 2022.

La Regione Piemonte – ha poi ricordato il presidente Cirio – ha compiuto passi importanti: l’allora presidente Chiamparino diede il via ad un programma triennale che noi abbiamo rilanciato per il 2022-24 sostenendolo economicamente, perché è un’iniziativa positiva e siamo consapevoli che è un tema sui cui occorre lavorare uniti per cambiare realmente le cose, partendo da studi come quello presentato oggi. Prendiamo il lavoro dell’Associazione Slaves No More e delle Acli, che sono una realtà preziosamente radicata sul territorio, come uno stimolo a fare di più e meglio”.

L’assessore alle Politiche sociali Maurizio Marrone ha aggiunto che “è necessario contrastare il lavoro nero e la piaga dello sfruttamento che purtroppo affligge ancora troppe donne. Come Regione Piemonte stiamo lavorando in questa direzione, basti pensare al voucher Scelta Sociale, che rivoluzionando il sistema dell’assistenza domiciliare permetterà nuove opportunità e contratti di lavoro regolari alle operatrici e agli operatori del settore. Ma non solo, la cooperazione internazionale decentrata della Regione è anche in prima fila nei Paesi di forte immigrazione per contrastare lo sfruttamento delle donne vittime di tratta e costruire opportunità di crescita, dignità e sviluppo in loco”.

Nel ringraziare il Presidente della Regione Piemonte per l’attenzione dimostrata verso questa problematica e per aver concesso il patrocinio della Regione e l’utilizzo della Sala istituzionale per questa evento – ha dichiarato Pino Gulia, presidente di Slaves No More – l’associazione ha voluto confermare, con questa iniziativa promossa insieme alle ACLI di Torino, il metodo del dialogo aperto tra riferimenti ideologici differenti, per fare emergere la drammatica situazione di sfruttamento in cui vivono molte donne, di cui una gran parte di origine straniera. Il Rapporto dà conto di una carenza giuridica e di una disattenzione sociologica su un fenomeno che evidenzia da un lato un persistente maschilismo, e dall’altro un’elevata discriminazione di genere”.

L’iniziativa – ha aggiunto Raffaella Dispenza. presidente ACLI Torino – si inserisce nell’ambito di un filone di lavoro che le ACLI portano avanti sul tema delle disuguaglianze e delle fragilità, questa volta attraverso la lente femminile, una prospettiva interessante anche per contestualizzare e rilanciare l’azione quotidiana di tutela, di accompagnamento e di contrasto alle discriminazioni che svolgiamo come ACLI sul territorio sia attraverso i servizi sia attraverso le progettualità dell’associazione e della sua rete di circoli. È importante continuare a tenere alta l’attenzione su questi temi e, nel contempo, fare quel lavoro quotidiano di tessitura e ricomposizione delle conflittualità spesso correlate a situazioni di sfruttamento, emarginazione e illegalità”.

Sono intervenuti anche Valentina Cera, consigliera della Città Metropolitana con delega a Politiche sociali e di parità, Jacopo Rosatelli, assessore alle Politiche sociali della Città di Torino, Francesco Carchedi, sociologo dell’Università La Sapienza di Roma e membro del direttivo di associazione Slaves no more.

Il focus dedicato alle dinamiche e alle azioni messe in campo nel territorio torinese ha visto la partecipazione di Osvaldo Milanesio, dirigente del Settore Politiche per le pari opportunità, diritti ed inclusione, progettazione ed innovazione sociale della Regione, Donatella Demo, responsabile del Coordinamento madre-bambino del Gruppo Volontariato Vincenziano Torino, Michela Quagliano, consigliera di parità della Città Metropolitana di Torino, Cristina Maccari, segretaria della Cisl Torino-Canavese, Roberto Santoro, presidente di Enaip Piemonte.

Il Rapporto in sintesi

I lavori delle donne, e in particolare quelli delle donne migranti, sono caratterizzati da un alto tasso di precarietà, informalità e irregolarità. Quello delle donne è un bacino enorme di “sfruttamento strutturale” che, almeno tendenzialmente, coincide con l’intera area del lavoro femminile.

All’interno di questo grande bacino, il Rapporto si sofferma sulle forme di sfruttamento più gravi, lesive di diritti fondamentali, con potenziali conseguenze sulla vita, la salute, la genitorialità, le relazioni, l’inclusione sociale di tante donne.

I dati sull’economia informale nel nostro Paese sono insufficienti e non consentono neanche di produrre stime metodologicamente significative. Ma il numero delle donne gravemente sfruttate è certamente considerevole, se pensiamo che solo in agricoltura, secondo l’ipotesi più accreditata, si tratta di non meno di 50.000 lavoratrici.

Per quanto riguarda il lavoro domestico e di cura, il 70% di coloro che lo svolgono sono migranti. Il settore presenta secondo l’ISTAT un tasso di irregolarità del 57%, a fronte di una media nazionale del 12,6%. A causa delle difficoltà di essere in regola con il permesso di soggiorno, a fronte di un numero di colf e badanti registrate all’INPS di 920.000, si stima che il totale delle impiegate e impiegati nel settore si aggiri sui 2,1 milioni secondo l’Osservatorio Domina. In quest’area di irregolarità possono celarsi le forme più gravi di sfruttamento.

Elementi caratterizzanti dello sfruttamento lavorativo delle donne sono la sottoposizione sistematica a molestie, ricatti e violenze sessuali, la dipendenza dal datore di lavoro, specie nel caso in cui la lavoratrice domestica abiti nella stessa casa, o in cui la lavoratrice agricola viva in un’abitazione messa a disposizione dal datore o dal caporale. Inoltre quando le donne riescono ad avere con sé i figli, le responsabilità di cura sono spesso un ulteriore fattore di vulnerabilità, e una delle ragioni per cui talvolta le donne sono costrette a sottostare ai ricatti sessuali di caporali e datori di lavoro. Altro elemento caratterizzante il grave sfruttamento delle donne è la scarsa o inesistente soggettività contrattuale, dovuta in parte alla dipendenza dai caporali, e in parte ai condizionamenti familiari. In alcuni settori esiste inoltre un consistente gap salariale tra donne e uomini, pur nella comune condizione di sfruttamento. In agricoltura, ad esempio, in alcune zone una donna percepisce 25-28 euro al giorno, mentre un uomo può arrivare a 40.

Il grave sfruttamento femminile, infine, comporta talvolta il transito da una forma di sfruttamento all’altra, tipicamente dallo sfruttamento sessuale allo sfruttamento lavorativo e viceversa. Alcune donne svolgono entrambi per guadagnare di più e ripagare più velocemente il debito contratto con i trafficanti. Si verificano

anche casi di sfruttamento lavorativo emersi a seguito della denuncia di violenza domestica subita dalla lavoratrice ad opera del partner, il che mostra l’intreccio di sfruttamento e violenza nell’esperienza femminile.

Lo sfruttamento sessuale ha dimensioni enormi. Si tratta di una delle forme più coercitive di sfruttamento delle donne, che raggiunge punte di violenza sistematica nel caso delle persone LGBT+, soprattutto di provenienza brasiliana. Il Rapporto si sofferma su alcune tendenze recenti, in particolare la prostituzione indoor e gli annunci online. La ricerca ha riguardato 200 siti web attivi in tutta Italia. Il business che ne scaturisce, secondo stime ISTAT del 2021, è di 4,7 miliardi di euro, un volume di affari doppio rispetto all’intero settore alberghiero.

Il sottotitolo del volume è “Il diritto di essere protagoniste”, poiché la ricerca si sottrae a una rappresentazione vittimistica, mettendo in evidenzia l’agency delle donne, le loro competenze, la loro capacità di prendere decisioni importanti sul proprio futuro e su quello delle loro famiglie pur nella condizione di sfruttamento, le potenzialità di sindacalizzazione e di auto-organizzazione.