ilTorinese

Anagrafi più efficienti Torino e Milano a confronto

L’assessore all’Anagrafe, ai Servizi civici e al Decentramento della Città di Torino, Francesco Tresso, ha incontrato a Milano la sua omologa, l’assessora Gaia Romani, con i reciproci uffici.

La giornata è stata l’occasione per confrontarsi e dialogare sulle rispettive esperienze, per condividere modalità organizzative, azioni e progettualità legate a quello che è uno dei settori più importanti e strategici dell’attività degli enti comunali, punto di contatto delle amministrazioni con i cittadini.

L’assessore Francesco Tresso ha dichiarato: “Quello di oggi è stato un proficuo scambio di esperienze che vuole rafforzare il dialogo tra le due città, anche nella direzione di ricercare servizi di vicinanza e partecipazione alla cittadinanza. Con l’assessora Romani e i suoi uffici abbiamo avviato un tavolo di lavoro attivo utile non solo a scambiarsi dati e informazioni, ma anche per sviluppare progetti comuni”.

“Le somiglianze con la città di Torino sono molte – afferma l’assessora Gaia Romani- sia in termini di difficoltà che come amministrazioni affrontiamo quotidianamente, ma soprattutto nelle prospettive che ci siamo dati per il rilancio presente e futuro dei servizi al cittadino. Condividiamo una grandissima sensibilità sulla prossimità che questi devono avere per essere percepiti come utili ed efficienti dalla comunità, e attraverso un proficuo confronto sulle Circoscrizioni torinesi e gli omologhi Municipi milanesi, abbiamo trovato anche qui molti punti di contatto e di altrettante differenze utili. Sicuramente nei prossimi mesi porteremo avanti l’interlocuzione con tavoli di lavoro più specifici”

Cristiani sotto la Mezzaluna, musulmani sotto la Croce

Nella copertina del libro il sultano Maometto II concede a Gennadio II la carica di Patriarca ecumenico di Costantinopoli, il primo patriarca sotto la dominazione turca.
L’arcivescovo e teologo bizantino fu ben accolto dal sultano che ne fece il capo della popolazione greco-ortodossa. Sembra quasi un gesto di pace e di buon augurio ma ciò avvenne pochi mesi dopo la conquista ottomana della capitale bizantina nel 1453 che si concluse con un bagno di sangue. Si salvò il Patriarca e pochi altri. Il sultano conquistatore infatti lasciò ampia libertà alle sue truppe di uccidere e saccheggiare per le strade della città sul Bosforo e la maggior parte della popolazione civile fu massacrata. Allo stesso modo, beninteso, si comportarono i crociati cristiani nella Prima Crociata dopo la presa di Gerusalemme il 15 luglio del 1099. Nell’Antico Testamento, osserva Luigi Andrea Berto, studioso di storia medievale e autore di “Sudditi di un altro Dio, cristiani sotto la Mezzaluna, musulmani sotto la Croce”, Salerno editrice, si raccomanda di uccidere tutti gli uomini e di ridurre in schiavitù donne e bambini se gli abitanti di una città si erano rifiutati di arrendersi subito e si erano difesi tenacemente.
Questa fu in pratica la linea di condotta seguita per secoli da musulmani e cristiani dopo l’occupazione di un centro abitato. Sovrani e sudditi si sono trovati spesso a praticare fedi diverse, ma quali sono stati i piani messi in atto dalle élite nel corso dei secoli per governare questo avvicendamento di fedi e popoli? Come vivevano i cristiani sotto i musulmani e, viceversa, come se la passavano i musulmani nei Paesi cristiani? Quale era la condizione delle minoranze religiose nei regni cristiani e in quelli islamici? Il libro dello storico Berto indaga i complessi rapporti tra sovrani e sudditi di religioni diverse osservandone l’evoluzione in un ampio periodo che va dalle prime conquiste degli Arabi nel Vicino Oriente nel VII secolo fino allo scambio nel 1923 tra Turchia e Grecia dei cristiani e musulmani residenti nei loro territori. Furono mille anni di guerre ma anche dieci secoli di convivenza e relativa tolleranza. Tra il settimo e il sedicesimo secolo i musulmani conquistarono vaste aree delle regioni mediterranee e dell’Europa centro-orientale abitate prevalentemente da cristiani. Alcuni di quei territori, la cui popolazione nel frattempo era divenuta in maggioranza musulmana, furono riconquistati dai cristiani tra l’XI e il XV secolo. “Sia i musulmani che i cristiani, spiega Berto, consentirono ai sudditi appartenenti alla religione dei dominati di continuare a praticare la propria fede a condizione che essi accettassero la loro inferiorità. Tuttavia i dominatori “crearono sistemi diversi basati su differenti forme di legittimità”. I credenti islamici seguivano il Corano, il Libro sacro, mentre nei regni cristiani i sudditi musulmani erano considerati “servi del re” sotto la protezione dei sovrani e totalmente dipendenti dalla loro volontà. Per molto tempo i rapporti tra cristiani e musulmani furono pacifici ma, sottolinea lo scrittore, “non si può parlare di un mondo di pacifica convivenza e di proficua multiculturalità. Nelle fasi storiche caratterizzate da forti crisi i sudditi di religione diversa venivano spesso sottoposti a violente persecuzioni. “Pur rimanendo rilevanti differenze di trattamento e un certo grado di sdegnosa superiorità dei dominatori sui dominati”, i divieti e le discriminazioni riguardanti i “sudditi di seconda classe” non ebbero un forte impatto sulla vita di tutti i giorni. “Consolidate le conquiste, scrive Berto, i musulmani seguirono il precetto del Corano di attribuire ai sudditi cristiani ed ebrei lo status di “dhimmi”, protetti, assicurando loro libertà di culto e protezione.
I dhimmi maschi dai dieci anni in su dovevano versare una tassa chiamata “giza” la cui entità dipendeva dal reddito mentre i regnanti cristiani imposero una tassa simile ai sudditi islamici ai quali era vietato rubare le loro proprietà. Chi lo faceva doveva pagare il doppio del valore di quanto aveva portato via”. I musulmani inoltre erano considerati proprietà del sovrano e chiamati “servi regis” che li poneva in una condizione tra la servitù e la schiavitù. Essi comunque erano sotto la protezione speciale del re e ben determinate pene furono stabilite per chi li attaccava. Inoltre non potevano essere arrestati e condannati a morte senza il consenso del sovrano.
Filippo Re

Lo massacrano di botte. Naso e denti spaccati per una questione di soldi

La polizia ha arrestato nelle scorse ore  cinque persone, tre uomini e due donne, gravemente indiziate dei reati di sequestro di persona e di rapina in abitazione, il 6 giugno 2022 ai danni di un anziano (classe 1938), residente a Torino. 

In quella occasione, due uomini con i volti nascosti da passamontagna, dopo aver percosso violentemente il malcapitato, bloccandogli le mani con fascette da elettricista, si erano impossessati dell’orologio di pregio, che la vittima portava al polso, e di altri due orologi custoditi all’interno dell’abitazione dell’anziano, dandosi poi alla fuga.

La vittima, soccorsa  dopo circa due ore su segnalazione di un vicino di casa, che ne aveva udito i lamenti, era stata trovata esamine a terra ed immediatamente trasportata presso un nosocomio cittadino, ove i sanitari avevano riscontrato la frattura delle ossa nasali e la rottura dei denti dell’arcata inferiore; l’uomo era stato quindi ricoverato per diverse settimane prima presso la struttura ospedaliera e poi in una R.S.A. cittadina.

Le singolari modalità del crimine ed in particolare la circostanza che la porta d’ingresso dell’immobile non presentasse apparenti segni di forzatura conducevano sin da subito gli investigatori ad indirizzare le attenzioni nella cerchia di quanti potessero avere detenuto notizie salienti sulle abitudini dell’anziano e sui beni in suo possesso, nonché verosimilmente disponessero di una copia delle sue chiavi di casa.

L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Torino, supportata dall’analisi di immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza pubblici e privati situati in prossimità dell’abitazione della parte lesa, che avevano effettivamente immortalato i due presunti esecutori materiali della rapina immediatamente prima e subito dopo il compimento dell’efferato delitto, nonchè da una articolata attività, conduceva nei mesi a seguire all’identificazione di tre soggetti verso cui convergevano gravi indizi di essere gli autori della rapina, due quali esecutori materiali ed una quale mandante. Quest’ultima risultata essere una conoscente della vittima, che avrebbe commissionato il gravissimo atto a causa dell’acredine maturata nel tempo nei confronti dell’anziano, per motivi economici.

Al termine dell’attività d’indagine, il Tribunale di Torino, su richiesta della locale Procura della Repubblica, recependo le risultanze della Squadra Mobile, emetteva i provvedimenti di natura restrittiva in narrazione.

Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti cautelari venivano esperite le perquisizioni delle abitazioni e dei luoghi nella disponibilità degli indagati, che conducevano al rinvenimento di materiale e di documentazione utile ai fini investigativi e di riscontro.

La Mole si illumina di viola per la lotta all’epilessia

Anche quest’anno in occasione della Giornata Internazionale dell’Epilessia il 13 febbraio  la Mole Antonelliana si illuminerà di viola, simbolo della lotta all’Epilessia.


L’iniziativa, organizzata dalla Lega Italiana contro l’Epilessia (LICE) e dalla Fondazione LICE, ha come obiettivo quello di accendere una “luce speciale” sull’importanza dell’inclusione sociale delle Persone con Epilessia, dalla scuola al lavoro.

“L’Epilessia è ancora una malattia stigmatizzante – sottolinea la Dott.ssa Irene Bagnasco, Medico specialista in Neuropsichiatria infantile – Epilettologia presso l’Ospedale Martini di Torino e Coordinatrice LICE Macroarea Piemonte, Liguria, Val D’Aosta – attorno alla quale c’è pregiudizio e ignoranza. Sono ancora molte le persone che ritengono erroneamente che l’Epilessia sia una malattia rara oppure una malattia mentale. E ancora che non si possa andare a scuola o lavorare. Tutto ciò è dovuto alla scarsa conoscenza. L’epilessia colpisce tutte le età della vita, ma i due picchi di incidenza si hanno nell’età infantile e negli anziani. Ed è proprio in età evolutiva che la patologia va a impattare nel contesto di sviluppo, familiare, di relazioni con i pari, nel percorso scolastico e nelle attività ludico-ricreative-sportive”.

In occasione della Giornata Internazionale dell’Epilessia, LICE e Fondazione LICE, in collaborazione con il Giffoni Innovation Hub, presentano “Si va in scena. Storie di Epilessia”, la campagna di awareness contro lo stigma sociale che spesso comporta l’esclusione da una vita normale per chi convive con l’Epilessia, anche in ambito scolastico e lavorativo.

La Giornata Internazionale sarà anche l’occasione per lanciare un contest dedicato al tema dell’inclusione sociale, dalla scuola al lavoro.  La storia migliore, selezionata da una giuria di esperti, diventerà il soggetto di un cortometraggio che sarà presentato dal 20 al 29 luglio al Giffoni Film Festival 2023.

La Campagna LICE 2023 “SI VA IN SCENA. STORIE DI EPILESSIA” proseguirà per tutto il 2023. Chi volesse partecipare al contest e raccontare la propria storia di Epilessia entro e non oltre il 13 marzo 2023, potrà trovare tutte le informazioni su Lice e Fondazione LICE.

Anche quest’anno si rinnova la tradizionale illuminazione dei monumenti italiani: i monumenti delle principali città italiane si coloreranno di viola, il colore della lotta all’Epilessia. Numerose le manifestazioni previste nella Macroarea Piemonte-Liguria-Val D’Aosta.

 

Sezione Piemonte-Liguria-Val D’Aosta

Elenco illuminazioni di viola

  1. Torino, Mole antonelliana e concerto la sera del 13 febbraio
  2. Novara, concerto il 14 febbraio
  3. Cuneo, Torre Civica e concerto il 12 febbraio
  4. Genova, Piazza De Ferrari
  5. Novara, Cupola di San Gaudenzio
  6. Gaslini di Genova, I Supereroi al centro epilessia
  7. Alessandria, ingresso Ospedale SS Arrigo e Biagio

 

Nei Paesi industrializzati, l’Epilessia interessa circa 1 persona su 100. Questa patologia si può verificare in tutte le età, con due maggiori picchi di incidenza, uno nei primi anni di vita e l’altro – sempre più elevato – nell’età più avanzata. Attualmente si calcola infatti che in Italia ogni anno si verifichino 86 nuovi casi di Epilessia nel primo anno di vita, 20-30 nell’età giovanile/adulta e 180 dopo i 75 anni. Alla base dell’alto tasso di incidenza nel primo anno di vita ci sono soprattutto fattori genetici e rischi connessi a varie cause di sofferenza perinatale, mentre per gli over 75 la causa risiede soprattutto nel concomitante aumento delle patologie legate all’età: ictus cerebrale, malattie neurodegenerative, tumori e traumi cranici. 

 

 

 

 

Per maggiori informazioni:

www.lice.it

https://fondazionelice.it/

https://www.facebook.com/FondazioneEpilessiaLICE

I primi settant’anni dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema

 Dal 1953 passione e inclusione con il cinema

Un excursus sulle attività per il 2023, da febbraio a dicembre

Nel 2023 l’Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC) festeggia il suo 70° anniversario e lo fa con un ricco programma di proiezioni, incontri e rassegne durante tutto l’anno, da febbraio a dicembre.

Fondata dalla storica del cinema Maria Adriana Prolo il 7 luglio 1953, in Via Riberi 7 a Torino, insieme ad altri sei pionieri del cinema torinese – Giordano Bruno Ventavoli, Leonardo Mosso, Giovanni Pastrone, Mario Gromo, Augusto Ferraris e Carlo Giacheri – l’Associazione ha conservato e valorizzato il patrimonio raccolto da Maria Adriana Prolo fino al 1992. In quell’anno, l’Associazione ha donato il patrimonio all’allora neonato Museo Nazionale del Cinema per iniziare così un nuovo percorso affiancando il Museo nella promozione della memoria storica audiovisiva e nel creare sinergie per coinvolgere nuovi pubblici costruendo con essi un dialogo costante.

In occasione del 70° anniversario, in rete con numerosi partner e istituzioni del territorio, l’Associazione Museo Nazionale del Cinema ha deciso di promuovere molteplici iniziative durante tutto l’anno per celebrare questa ricorrenza, nel rispetto della propria storia, ma soprattutto con uno sguardo proiettato al futuro – dichiarano Vittorio Sclaverani e Valentina Noya, rispettivamente Presidente e Vice-Presidente dell’AMNC. Ad accompagnare l’Associazione in questo percorso ci sarà un padre nobile del cinema italiano, il regista Davide Ferrario, nuovo Presidente onorario della nostra realtà. Da anni il regista di Tutti giù per terra accoglie con entusiasmo e generosità le nostre proposte culturali decentrate: nel 2013 ha diretto il corto Lighthouse in occasione di un altro 70°, in quel caso della Biennale Cinema di Venezia, girato alla Casa nel Parco di Mirafiori durante una proiezione delle comiche di Buster Keaton organizzata proprio dall’AMNC. Davide Ferrario è un autore che da sempre dialoga con la Storia del Cinema: ha scritto, infatti, insieme al regista Daniele Segre, il documentario dedicato alla fondatrice del Museo del Cinema Occhi che videro e diretto Dopo mezzanotte a seguito dell’inaugurazione del Museo alla Mole Antonelliana. Con Davide condividiamo il lavoro e la visione che portiamo avanti dentro e fuori dal carcere, luogo in cui l’Associazione lavora da anni con il progetto LiberAzioni e contesto che il regista conosce molto bene anche grazie a numerosi suoi lavori, a partire dal film Tutta colpa di Giuda. Siamo quindi felici di poter condividere con lui, come nuovo Presidente onorario, il percorso dell’AMNC dei prossimi anni certi che ci sarà uno scambio proficuo e fertile”.

“Sono felice e onorato della proposta dall’AMNC – commenta il regista Davide Ferrario, neo Presidente onorario. Ne seguo e condivido da tempo l’attività, a cui talvolta ho avuto la fortuna di dare il mio contributo. In particolare, c’è una coincidenza che mi rende cara la cosa: nel 2023 sono esattamente 20 anni che girammo, sotto la volta della Mole, Dopo mezzanotte, che uscì l’anno dopo al festival di Berlino. In quel film c’è tutta la passione e l’affetto che ho per il Museo e che ho avuto la fortuna di comunicare a una platea internazionale.”

Il ricco programma di proiezioni, incontri e rassegne prende avvio già da febbraio con molte iniziative a partire da tre proiezioni a ingresso libero, ospitate presso la sala Gabriella Poli del Centro Studi Sereno Regis (Via Garibaldi 13, Torino): sabato 11 febbraio alle 16.30 si terrà un dialogo a distanza tra le pagine scritte da Luisa Viglietta e le immagini del documentario Astrosamantha – La donna dei record nello spazio dedicato all’astronauta Samantha Cristoforetti, in occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza. Si prosegue il giorno successivo, domenica 12 febbraio alle 15.30, con la proiezione per famiglie del film d’animazione di Ron – Un amico fuori programma nell’ambito della rassegna AffiDarsi che proseguirà fino al 12 marzo con altri quattro appuntamenti settimanali ospitati presso il CineTeatro Baretti e il Cinema Massimo. Lunedì 13 febbraio alle 21.00 invece si ricorderà il 40° anniversario della tragedia del Cinema Statuto attraverso il documentario Sale per la capra di Fabrizio Dividi, Marta Evangelisti e Vincenzo Greco, alla presenza degli autori insieme a Michela Favaro, Vice Sindaca della Città di Torino con deleghe alla sicurezza e alla legalità.

 

Martedì 14 febbraio alle 9.30 presso il Cinema Massimo avrà luogo, in collaborazione con i Servizi educativi del Museo Nazionale del Cinema, una proiezione speciale per le scuole secondarie di II grado di Eldorado di Markus Imhoof. Al termine della proiezione seguirà un incontro con gli studenti a cura dell’AMNC che ha consegnato il Premio Maria Adriana Prolo 2022 al regista svizzero, candidato più volte agli Oscar, in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani, e che gli ha dedicato il numero monografico della rivista Mondo Niovo, con il patrocinio di Amnesty International Italia.

Da metà febbraio l’AMNC, insieme al centro del protagonismo giovanile Comàla (C.so Ferrucci 65/a, Torino) e la Fondazione Merz (Via Limone 24, Torino), ospiteranno la rassegna a ingresso libero 7 sere per 7 registe che metterà in dialogo importanti autrici internazionali con giovani cineaste italiane, per lo più legate al mondo produttivo piemontese. Lo stimolo di questo progetto deriva da una parte dal desiderio di volgere al femminile la fortunata rassegna da tempo promossa da Comàla che ha sempre dato spazio ai registi e dall’altra mostrare alcuni film diretti da registe che sono entrate nella nuova classifica dei migliori film di sempre pubblicata dalla famosa rivista cinematografica inglese Sight and Sound. La rassegna verrà inaugurata con Ritratto della giovane in fiamme di Céline Sciamma giovedì 16 febbraio per chiudersi domenica 23 marzo con Jeanne Dielman, 23 quai du commerce, 1080 Bruxelles di Chantal Akerman, considerato il miglior film di tutti i tempi proprio dalla rivista punto di riferimento del cinema mondiale. Nell’ambito del programma saranno mostrati film di registe riconosciute a livello internazionale come Sofia Coppola (Il giardino delle vergini suicide), Jane Campion (Lezioni di piano), Susanna Nicchiarelli (Miss Marx), Andrea Arnold (Fish Tank) e Chloé Zhao (The Rider). Il percorso più indie della rassegna sarà inaugurato da Elsi Perino e Ilaria Ciavattini con il loro film Un uomo deve essere forte in programma il 19 febbraio, a seguire Flavia Montini e Anita Otto presenteranno il pluripremiato Los Zuluagas il 26 febbraio, Cristina Monti introdurrà il suo racconto dedicato alla Resistenza Non aver paura! Donne che non si sono arrese il 5 marzo, Francesca Frigo di BabyDoc condividerà la sua esperienza nel mondo dell’accoglienza dei migranti attraverso il documentario Sanperè! – Venisse il fulmine il 20 marzo. La Fondazione Merz accoglierà, infine, le proiezioni di Gente dei bagni di Stefania Bona e Francesca Scalisi in programma il 12 marzo e di Ventisette di Donatella Di Cicco il 24 marzo.

Il 20 febbraio alle 20.45 il Cinema Massimo (Via Verdi 18, Torino) ospiterà l’anteprima del film Pluto (Or: How I Learned NOT to Stop Worrying and NOT to Love the Bomb) di Renzo Carbonera (2022, 75′), prodotto da Kiné con Rai Cinema, in collaborazione con EiE Film e la distribuzione di OpenDDB. L’attore principale del documentario dedicato al nuovo rischio di minaccia atomica è Andrea Pennacchi, noto per le sue partecipazioni nei film di Mazzacurati, Segre e Milani, ma soprattutto per il personaggio del Pojana, conosciuto nel programma televisivo Propaganda Live.

Pietro Perotti, artista, ex operaio, filmmaker indipendente e Premio Maria Adriana Prolo nel 2018, condurrà un laboratorio artistico gratuito dall’11 al 26 febbraio, Gli occhi e le mani, presso Comàla, per creare maschere e coreografie in gommapiuma e plastazote che andranno a colorare lo sciopero globale per il clima del 3 marzo e il Carnevale per l’ambiente che animerà le strade del quartiere Cit Turin domenica 5 marzo.

Il cinema al femminile sarà nuovamente protagonista il 22 febbraio presso la sede torinese delle Gallerie d’Italia, nell’ambito della mostra JR – Déplacé∙e∙s, con la presentazione del film Visages, Villages di Agnès Varda e JR introdotto da Marco Mastino ed Edoardo Peretti, responsabile del progetto Parole&Cinema.

In occasione dell’8 marzo, Festa della Donna, la rete del progetto Le cose che abbiamo in comune organizzerà una giornata presso il Liceo Domenico Berti di Torino dedicata alle diverse forme di resistenza femminile tra Nepal, Africa e Iran, costruita insieme alle testimonianze di diversi artisti originari di questi paesi.

Sabato 11 marzo il regista Giovanni Piperno sarà presente nella sala del CineTeatro Baretti con il documentario distribuito dall’Istituto Luce-Cinecittà Cipria che mette in scena, attraverso un attento lavoro sugli archivi, le storie attualissime di tre donne italiane all’inizio del secondo conflitto mondiale.

Sempre all’interno del progetto Parole&Cinema, nell’ambito di Biennale Democrazia, si parlerà di Luciano Bianciardi, a pochi mesi dal centenario dalla nascita: la libertà erosa e l’alienazione legate al mondo del lavoro, in particolare negli ambiti delle professioni culturali, sono tematiche centrali nel romanzo La vita agra e più complessivamente nell’opera di Bianciardi, scrittore disincantato nella sua irriverenza e preveggente nella sua lucidità. Tematiche e atmosfere che tornano nella trasposizione cinematografica del suo romanzo più celebre, realizzata in forma di commedia amara da Carlo Lizzani nel 1963 con protagonisti Ugo Tognazzi e Giovanna Ralli.  L’incontro e proiezione del film di Lizzani avranno luogo presso il Centro Studi Sereno Regis, giovedì 23 marzo alle ore 21.00.

PRIMAVERA ed ESTATE

Ad aprile si svolgerà la quindicesima edizione di cinemAutismo, iniziativa curata da Marco Mastino e Ginevra Tomei, in programma il 2 aprile, Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo. Per proseguire i percorsi dedicati all’inclusione, durante la primavera l’Associazione produrrà, nell’ambito dell’ottava edizione di Cinema Plurale, dei piccoli film che documenteranno il lavoro degli artisti legati a InGenio Arte Contemporanea, all’Archivio d’arte irregolare della Città di Torino e le attività promosse dalla rete Motore di Ricerca.

Fino a giugno verranno portate avanti le attività della terza edizione di Ragazzi in Città, un progetto di proiezioni e produzioni partecipate che coinvolgerà le studentesse e gli studenti di diverse scuole del territorio cittadino con particolare attenzione ai quartieri di Barriera di Milano e di Mirafiori grazie a due tutor d’eccezione come il regista Giovanni Piperno e lo sceneggiatore Pier Paolo Piciarelli. Mentre in estate prenderà il via la terza edizione di Barriera a cielo aperto, la rassegna che unisce diversi spazi della periferia nord a partire dall’Arena cinematografica Monterosa.

AUTUNNO/INVERNO

In autunno si svolgerà la quarta edizione di LiberAzioni festival – l’arte dentro e fuori il carcere, diretto da Valentina Noya, con la restituzione dei laboratori artistici organizzati presso la Casa circondariale Lorusso Cutugno di Torino e dei due concorsi nazionali: quello cinematografico dedicato alla cittadinanza libera e quello letterario esclusivamente dedicato alla popolazione detenuta. A dicembre sarà consegnato, infine, il 22° Premio Maria Adriana Prolo e pubblicato il numero 108 di Mondo Niovo 18-24 ft/s, la rivista fondata nel 1961 e ora diretta da Davide Mazzocco. Dal 2022 l’AMNC ha deciso di uscire dalla vetrina del Torino Film Festival, ex Cinema Giovani, per ricercare una posizione libera e autonoma in dialogo con la Giornata mondiale dei diritti umani, il 10 dicembre, in collaborazione con Amnesty International Italia.

Nel corso di tutto l’anno proseguiranno le attività di digitalizzazione, catalogazione e valorizzazione delle immagini conservate nell’Archivio Armando Ceste e nel Fondo Corrado Iannelli grazie alla preziosa collaborazione con Claudio Coloberti, Rewind Digital e il laboratorio di Zenit – Arti Audiovisive.

Partner principale dei progetti dell’Associazione sarà il Museo Nazionale del Cinema: grazie a una rinnovata sinergia, l’AMNC e l’istituzione diretta da Domenico De Gaetano collaboreranno alla maggior parte delle attività in programma a partire da un evento speciale organizzato per il prossimo 7 luglio. Il Museo e l’AMNC, in un periodo ancora molto complesso per la fruizione cinematografica in sala, ritengono fondamentale cooperare e co-progettare insieme, lavorando per diffondere una cultura cinematografica alle nuove generazioni grazie alla nodale collaborazione con i Servizi Educativi. Le due realtà nel corso del 2023 intendono anche far accrescere nel pubblico le potenzialità creative dei nuovi linguaggi, grazie alle due sale VR allestite alla Mole Antonelliana. Durante tutto l’anno il Museo e l’AMNC si porranno costantemente in ascolto del territorio con l’obiettivo di rendere il patrimonio museale sempre più accessibile a tutte e a tutti, pensando al cinema come strumento privilegiato per poter leggere la realtà.

 

Giovani di spirito

Lo spirito a cui mi riferisco non è, purtroppo, quello goliardico né lo humour britannico o, più semplicemente, la verve toscana: è quello comunemente chiamato alcool.

Il nostro Paese, come molti altri nel mondo, vanta una tradizione importante nella produzione di vini, liquori e distillati (la grappa può essere solo italiana, le altre sono acqueviti) e questo fa sì che quasi tutti noi, per tradizione, beviamo vino o birra pasteggiando, in determinate occasioni ci si rivolge allo champagne francese e in compagnia ordiniamo volentieri uno spritz, un vermouth o un cocktail.

Sappiamo da sempre che, se bevuto in quantità improprie, l’alcool provoca danni anche seri all’organismo per cui ci insegnano a non bere a digiuno o durante la gravidanza ed a non esagerare quando si “fa serata”.

La legge italiana, come quella di altri Paesi, impedisce la vendita di alcolici ai minori di 18 anni sempre ed ai maggiorenni dopo le ore 24, e la somministrazione oltre le ore 03 per tutelarli mentre il loro organismo è ancora in fase di sviluppo, prova ne sia che la somministrazione a minori di anni 16 è considerata reato mentre tra i 16 ed i 18 illecito amministrativo.

Da alcuni anni, tuttavia, soprattutto nei giovani (e particolarmente nelle donne) si assiste ad un consumo esagerato di alcolici, quasi sempre lontano dai pasti, con effetti drastici: ubriacatura, ricoveri in coma, risse e, alla lunga, steatosi, cirrosi e tumori all’apparato digerente.

Come non bastasse, spesso all’assunzione di alcolici viene associata quella di sostanze stupefacenti che ne potenziano l’effetto; un tempo, quando a tutti noi capitava di aver alzato un po’ il gomito, dovendo guidare andavamo piano per evitare incidenti, per evitare di essere fermati dalle forze dell’ordine e perché, causa diplopìa alcolica, dovevamo guidare con un occhio e non possedevamo, quindi, la vista stereoscopica.

Ora, complice l’assunzione contemporanea di sostanze stupefacenti (dalle piste di coca al crack all’ecstasy e altro) il comportamento è totalmente alterato e spinge chi sia sotto l’effetto di tali sostanze a guidare pericolosamente, a tentare imprese al limite del suicidio (e, a volte, oltre il limite), a compiere reati efferati (omicidi, lesioni gravissime, rapine).

Complice uno Stato che spende molto più in aerei da guerra che in educazione, prevenzione e repressione dei reati assistiamo a condannati cui vengono concessi i domiciliari che faranno prestoperdere le tracce, famiglie distrutte dalla perdita di un congiunto, costi enormi per la Giustizia che nessuno riuscirà mai ad esigere.

Anche tralasciando i reati, stradali e non, il problema dell’etilismo è comunque preoccupante ed in costante aumento, per risolvere il quale occorre rivedere l’educazione scolastica e familiare, la repressione delle violazioni e, nell’insieme, educare ad uno stile di vita diverso.

Non sto a dilungarmi su come l’alcool venga metabolizzato dall’organismo umano; dico soltanto che solo una piccola parte dell’alcool ingerito viene eliminato attraverso il respiro e le urine; la parte preponderante viene assorbita dal fegato.

Occorre intanto considerare che l’alcool non è un nutriente perché l’organismo umano non può utilizzare direttamente il suo apporto calorico, e che la sua assunzione costante provoca danni irreparabili all’organismo (ulcera, steatosi, cirrosi, cardiopatie, danni al sistema nervoso).

Considerando anche che gli assuntori abituali di alcool hanno solitamente vita sedentaria si può dire che il contenuto del bicchiere, giunto nel nostro organismo, si trasforma in grasso; aggiungiamo che spesso gli adolescenti, anche per colpa degli orari scolastici, si alimentano con cibi ricchi di grassi saturi (fritti, grassi idrogenati, salse) e possiamo capire come il loro fegato sia destinato ad ammalarsi irrimediabilmente.

L’aspetto peggiore di tutto ciò è che, pur vigendo leggi severe a tutela dei minori, la somministrazione e la vendita a minori, il divieto di portare in strada bottiglie di vetro nelle zone della movida di ogni grande città è un corteo continuo di giovani, alcuni dei quali hanno sì e no 16 anni, che viaggiano con bottiglie di birra e bicchieri contenenti alcolici mentre le forze dell’ordine, purtroppo, non riescono a fronteggiare tale emergenza.

Trattandosi di una vera e propria emergenza sociale, è opportuno e urgente che lo Stato e le Regioni si attivino su questo fronte con l’educazione a cominciare dalla scuola secondaria di 1° grado, con l’implementazione di servizi di prevenzione e cura e con la repressione dei reati connessi all’abuso.

E’ davvero grave vedere ragazzi di 18-20 anni che si recano dal medico di base chiedendo la pillola azzurra perché hanno difficoltà a completare un amplesso.

Sergio Motta

Numero unico 112, gestione chiamate tra Azienda Zero e polizia municipale

GIORNATA EUROPEA DEL NUMERO UNICO DI EMERGENZA 112. PRONTO IL PROTOCOLLO D’INTESA PER LA GESTIONE OPERATIVA DELLE CHIAMATE TRA AZIENDA ZERO REGIONE PIEMONTE E POLIZIA LOCALE DI TORINO

Ricorre sabato 11 febbraio, la Giornata europea del Numero Unico di Emergenza (NUE) 112, che i cittadini di tutta Europa possono utilizzare per chiedere soccorso in caso di emergenza  di tipo sanitario, forze di polizia, vigili del fuoco e soccorso in mare.

Il NUE, con 15 Centrali Uniche di Risposta (CUR) è attivo attualmente nelle regioni Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sicilia, Toscana, Umbria, Val d’Aosta e nelle province autonome di Bolzano e di Trento.

Rispondendo alla chiamata inoltrata al NUE, l’operatore della centrale unica riceve in tempo reale il numero telefonico e la localizzazione del chiamante che, in formato digitale ed integrando le informazioni con la tipologia di soccorso necessario, trasferisce la chiamata alla centrale operativa di secondo livello a cui compete l’intervento (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Vigili del Fuoco, Polizia Locale ed Emergenza Sanitaria), garantendo agli enti di soccorso di ricevere esclusivamente richieste già filtrate e selezionate.

La chiamata di emergenza riceve normalmente una risposta entro dodici secondi e, nel caso in cui il contatto con la centrale non avvenga per una qualsiasi ragione, l’utente viene immediatamente richiamato. Il NUE assicura l’accesso al servizio da parte dei cittadini sordi. E’ infatti operativo dall’estate 2021 il “112 Sordi” che consente ai cittadini con tale disabilità di accedere al servizio di segnalazione delle emergenze attraverso un apposito sistema studiato e realizzato in linea con le direttive europee per colloquiare in tempo reale.

Il sistema, con un solo numero, da accesso a tutti i servizi di emergenza con localizzazione del chiamante e con la garanzia di un servizio multilingue che permette di accogliere le chiamate nelle lingue più diffuse.

Proprio in questi giorni sarà siglato il nuovo Protocollo operativo d’intesa per la gestione delle chiamate “NUE 112” inoltrate alla Centrale operativa del Corpo di Polizia Locale della Citta’ di Torino  tra  l’Azienda Zero Regione Piemonte – Numero unico Emergenza 112 – e la Polizia Locale di Torino.

Con tale documento si condividono  le modalità operative di gestione delle chiamate di emergenza, identificate dalle Centrali Uniche di Risposta NUE 112 come competenza della Polizia Locale di Torino con il fine ultimo di rendere maggiormente efficace la risposta gestionale e operativa del soccorso pubblico.

Nel giorno della ricorrenza della Giornata Europea del Numero Unico di Emergenza, è bene ricordare ai cittadini che in caso di allarme, criticità e pericolo è sempre meglio chiamare il NUE 112 preferendolo al consueto numero della Polizia Locale 011.011.1.

L’assessora alle Politiche per la Sicurezza del Comune di Torino, Gianna Pentenero: “La sicurezza di una comunità ha molto a che fare con la responsabilità condivisa. Ogni volta che siete a conoscenza diretta o indiretta di qualcosa che possa nuocere a cose o persone, vi invitiamo a chiamare tempestivamente le Forze dell’ordine perché intervenire a poca distanza e poco tempo dopo un evento può aiutare tutti e tutte, ecco perché è importante avere dei protocolli che ottimizzano le sinergie tra enti”.

Luigi Genesio Icardi, assessore alla Sanità della Regione Piemonte: “Il lavoro svolto da Azienda Zero, quale struttura di gestione delle Centrali Uniche di Risposta e dal Comando della Polizia Locale è un tangibile esempio della collaborazione tra i diversi Enti deputati al soccorso. Collaborazione che vede il cittadino al centro, sia nel recepire il suo bisogno, sia nell’avere una valida, professionale e migliore risposta dalle Istituzioni”.

Il Commissario di Azienda Zero, Carlo Picco: “Azienda Zero, con le Centrali Operative 112 e la Polizia Locale, con la sua Sala Operativa, hanno lavorato insieme per realizzare un accordo finalizzato alla creazione di uno strumento tecnico e procedurale per migliorare ancora di più il lavoro sinergico svolto sino ad oggi. Un doveroso ringraziamento va  a tutti i Professionisti coinvolti, a vario titolo, nel raggiungimento di questo importante risultato, che rappresenta  un valido esempio di collaborazione e cooperazione tra le Istituzioni.”

 

Avetta (Pd): “Non si chiuda la caserma Barriera di Casale”

SICUREZZA: “CIRIO CHIEDA A CROSETTO DI NON CHIUDERE LA CASERMA BARRIERA CASALE”

Il consigliere regionale Alberto Avetta (Pd) annuncia un’Interrogazione: “La stazione in strada Traforo del Pino è un presidio importante: cosa pensa di fare la Regione? Mettere qualche telecamera in più?”

«La Regione era a conoscenza della decisione dell’Arma dei Carabinieri di chiudere la stazione Barriera Casale di strada Traforo del Pino, sulla collina di Torino?  C’è stata qualche interlocuzione con la Regione Piemonte, oppure anche la Giunta regionale, come i cittadini della Circoscrizione 7, è stata colta alla sprovvista? Benissimo ha fatto il Presidente Luca Deri a sollevare immediatamente la questione e, vista l’importanza che l’assessore Ricca ripone sul tema della sicurezza, la Regione pensa di attivarsi per chiedere al ministro Crosetto, che ben conosce le esigenze dei nostri territori, di ripensare la decisione presa? La stazione Barriera Casale è l’unico presidio delle forze dell’ordine su tutta la zona dell’Oltre Po, svolge un ruolo molto importante per gli abitanti di questa area collinare, e l’accorpamento con la stazione Barriera Piacenza in corso Moncalieri, anche se non dovesse comportare una riduzione dell’organico, crea legittime preoccupazioni, in particolare alla luce delle notizie di rapine e di truffe che colpiscono chi abita in tali zone. Né crediamo che la presenza fisica di un presidio possa essere sostituita con telecamere, che tanto piacciono alla Giunta Cirio. Siamo consapevoli che esiste un problema di risorse e questo impone piani di accorpamento, ma dal Governo Meloni ci aspetteremmo più investimenti a favore dell’Arma, istituzione che continua a godere di una grande fiducia, e un potenziamento della presenza delle forze dell’ordine. Presenterò un’Interrogazione in Consiglio regionale, chiedendo all’assessore Ricca e alla Giunta di prendere un’iniziativa finalizzata a trovare una soluzione che eviti la chiusura della caserma»

I 50 anni degli Abba al Teatro Colosseo

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Stagione 2022-2023

Domenica 12 febbraio ore 21
ABBA SYMPHONIC
Real Tribute Show
poltronissima € 57,35 | poltrona A € 50,45 | galleria € 45,85 | galleria B € 40,10
In tutto il mondo si sta celebrando il 50esimo compleanno degli ABBA, la leggendaria band svedese che ha scritto alcune tra le pagine più significative e indimenticabili nella storia della musica pop e della disco music di tutti i tempi, vendendo più di 400 milioni di album in soli dieci anni e battendo molteplici record mondiali.
ABBA SYMPHONIC è uno spettacolare concerto sinfonico dedicato a celebrare uno dei più importanti gruppi di sempre: da Waterloo a Chiquitita, passando per Mamma MiaKnowing Me Knowing YouFernandoDancing QueenSuper TrouperGimme Gimme e tantissimi altri, ABBA SYMPHONIC propone al pubblico un viaggio potente, emozionante e coinvolgente attraverso i grandi successi della leggendaria band svedese, riarrangiati in maniera magistrale per orchestra sinfonica e band.
Non un semplice tributo, ma uno show a 360 gradi, una vera e fedele riproduzione dei dettagli che hanno caratterizzato e contraddistinto gli ABBA: dai costumi pittoreschi ai video psichedelici, passando per una produzione luci altamente scenografica e spettacolare; tutto è più che perfetto, anche la passione che esce dal palco e si respirerà in teatro.

Pronto soccorso, accordo sulle indennità del personale

 IL PRESIDENTE CIRIO E L’ASSESSORE ALLA SANITA’ ICARDI: «ATTO DOVUTO VERSO I LAVORATORI PIU’ DISAGIATI»

 

Sanità regionale e Organizzazioni sindacali del Comparto hanno siglato  l’intesa sull’indennità che verrà corrisposta al personale infermieristico e a tutti gli altri profili professionali operanti nei Servizi di Pronto Soccorso.

 

«Completiamo il percorso di adeguamento tariffario per chi lavora in prima linea sul fronte del Pronto soccorso – commentano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi -, dando attuazione, tra le prime Regioni in Italia, a questa specifica disposizione contrattuale, con effetto in busta paga già da aprile 2023. Un atto dovuto, che non esaurisce, ma conferma l’attenzione e l’impegno della Regione verso la realtà del Pronto soccorso, attraverso un piano straordinario di intervento che passa anche attraverso il potenziamento del personale, l’incremento dei posti letto, il trasferimento dei pazienti verso Cavs, Rsa e Strutture private accreditate, con una specifica cabina di regia e il monitoraggio costante delle attività».

 

La Regione Piemonte ha ripartito per questa operazione di ristoro del personale 3 milioni 955 mila euro all’anno, che andranno alle Aziende del Servizio sanitario regionale in rapporto al numero dei dipendenti interessati.

 

Nello specifico, l’accordo prevede che l’indennità venga erogata mensilmente ad ogni singolo operatore nella misura di 5 euro per ogni giornata di effettiva presenza e di 8 euro per il personale operante su turni da 12 ore. Mediamente si tratterà di un compenso intorno a 100 euro al mese, per una platea di circa tremila operatori.

 

E’ interessato alla corresponsione dell’indennità il personale dipendente di tutte le aree e di tutti i ruoli assegnato stabilmente o temporaneamente, con contratto a tempo determinato o a tempo indeterminato, parziale e pieno, ai servizi di Ppi, Pronto soccorso, DEA I e II Livello, Obi, MECAU (solo qualora le strutture svolgano attività di pronto soccorso e primo intervento), nonché alle strutture di pronto soccorso ostetrico-ginecologico e pediatrico e alle attività assimilabili a Pronto soccorso nei setting sede di DEA.

 

Le parti hanno inoltre convenuto sull’attivazione, entro il 10 marzo 2023, di un tavolo di confronto politico regionale sulle problematiche del sistema dell’emergenza-urgenza intra-extra ospedaliera e territoriale.

Un successivo incontro, entro il mese di aprile 2023, è stato concordato per verificare congiuntamente l’utilizzo delle risorse extra-tetto (circa 86 milioni di euro per il potenziamento dell’assistenza territoriale) e gli andamenti occupazionali.

L’accordo è stato siglato dalla Regione e da tutte le rappresentanze sindacali del Comparto: Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl, Fials, Nursind e Nursing Up.