ilTorinese

Al Centro Peirone Anna Momigliano presenta “Costruito sulla sabbia”

Centro Federico Peirone dell’Arcidiocesi di TorinoStudi e relazioni cristiano islamiche

 

30 anni di studi e relazioni cristiano  islamiche: convegni internazionali, eventi culturali, ospiti da varie parti del mondo, iniziative con le scuole ,pubblicazioni per promuovere conoscenza e amicizia nel solco della Pacem in terris , degli incontri di Assisi e del documento di Abu Dhabi firmato da Papa Francesco e dal grande Imam di Al Azhar : il centro studi Peirone dell’Arcidiocesi di Torino li festeggia con un ricco calendario di appuntamenti.

Si aprono il 10 giugno, ore 18, al Circolo dei lettori, via Bogino 9, Torino con la presentazione del libro della scrittrice e giornalista Anna Momigliano “Costruito sulla sabbia”, in uscita per Garzanti. «Quando sono tornata in Israele, circa otto mesi dopo il 7 ottobre, ho trovato una nazione scossa, incattivita, spaventata, in balia di un senso di inevitabilità. Per capire cosa è diventato Israele dopo quel giorno, bisogna capire cosa stava diventando già prima.» L’incontro ha per titolo “Israele il conflitto e la paura”.

Anna Momigliano, scrittrice e giornalista, ha vissuto e studiato in Israele e negli Stati Uniti, dove si è laureata in Antropologia.. Collabora con il «New York Times», «Il Post», «Rivista Studio» e il quotidiano israeliano «Haaretz»; ha scritto per il «Washington Post» e «The Atlantic».

Con l’autrice interverranno l’ambasciatore Riccardo Sessa, Presidente delle Società italiana per l’organizzazione internazionale (SIOI) e Giuseppe Caffulli, giornalista, direttore della rivista Terrasanta e del giornale online Terrasanta.net. Introduce e modera il vice presidente del Peirone, il giornalista Paolo Girola.

 

 

Referendum a Torino, cosa c’è da sapere

Domenica 8 e lunedì 9 giugno 2025 i cittadini italiani sono chiamati a esprimersi sui referendum abrogativi relativi a cinque quesiti in tema di lavoro e cittadinanza.  I seggi saranno aperti la domenica dalle ore 7 alle 23 e il lunedì dalle ore 7 alle ore 15. Le operazioni di spoglio inizieranno alle ore 15 di lunedì 9 giugno. La Città di Torino invita gli elettori a controllare la propria tessera elettorale e ricorda che in caso di tessera smarrita o con gli spazi tutti timbrati, occorre richiedere un duplicato o una nuova tessera.

Rilascio tessera elettorale
La tessera elettorale può essere richiesta fino a giovedì 5 giugno presso l’Ufficio elettorale di corso Valdocco 20 – aperto con orario continuato dalle ore 8.15 alle 15 – e presso le anagrafi decentrate, durante i consueti orari di apertura. Nelle giornate di venerdì 6, sabato 7, domenica 8 e lunedì 9 giugno l’ufficio elettorale, la sede dell’anagrafe centrale e di alcune sedi decentrate saranno aperte in via straordinaria per il rilascio delle tessere e dei duplicati, con le seguenti modalità:

Ufficio Elettorale (corso Valdocco 20, piano rialzato):
– Venerdì 6 e sabato 7 giugno dalle ore 8.15 alle 18
– Domenica 8 giugno dalle ore 7 alle 23
– Lunedì 9 giugno dalle ore 7 alle 15

Anagrafi decentrate
Circ. 2 via Guido Reni 96/15 – Circ. 3 corso Racconigi 94 – Circ. 5 via Stradella 192 – Circ. 8 via Campana 30:
– Sabato 7 e domenica 8 giugno dalle ore 8.30 alle 18

Anagrafe centrale (via C.I.Giulio 22):
– Venerdì 6 giugno dalle ore 14.30 alle 18
– Sabato 7 giugno dalle ore 8.30 alle 18
– Domenica 8 giugno dalle ore 7 alle 23
– Lunedì 9 giugno dalle ore 7 alle 15

Esclusivamente presso l’anagrafe Centrale di via Giulio 22 sarà possibile ottenere anche il duplicato della carta d’identità nel caso in cui l’elettore fosse privo di documenti di riconoscimento.

Deterioramento – smarrimento tessera elettorale: in caso di smarrimento l’elettore può richiedere un duplicato della tessera elettorale, previa autocertificazione, senza necessità di denuncia all’Autorità competente; qualora la tessera risulti deteriorata questa va riconsegnata.

Per il rilascio del duplicato occorre esibire un documento di riconoscimento, mentre per l’emissione di una nuova tessera occorre esibire, oltre al documento d’identità, la vecchia tessera con tutti i diciotto spazi per la certificazione del voto timbrati.

Gli elettori con tessera elettorale completa per esaurimento degli spazi disponibili ed impossibilitati a recarsi presso gli uffici comunali potranno stampare autonomamente il proprio attestato sostitutivo della tessera elettorale, valido solo per la votazione di domenica 8 e lunedì 9 giugno, attraverso la piattaforma TorinoFacile. Il servizio sarà accessibile tramite SPID, CIEid, CNS collegandosi al link https://servizi.torinofacile.it da giovedì 5 giugno e fino alle ore 15 di lunedì 9 giugno. L’attestato sostitutivo è in carta libera e non può essere richiesto per gli altri componenti del nucleo familiare.

Trasporto gratuito per impossibilitati a recarsi ai seggio
Domenica 8 e lunedì 9 giugno la Città di Torino organizza un servizio di trasporto assistito e gratuito per accompagnare ai seggi gli elettori impossibilitati o con grave riduzione della capacità di deambulazione autonoma. Telefonando al numero 011.01128008 è possibile prenotare il servizio, con le seguenti modalità:
– Fino a venerdì 6 giugno dalle ore 9 alle 13 e dalle ore 14 alle 17
– Sabato 7 e domenica 8 giugno dalle ore 9 alle 17
– Lunedì 9 giugno dalle ore 9 alle 11.

Variazione sezione
Per inagibilità della scuola Franchetti di via Randaccio 60, le sezioni elettorali 428,  429, 443, 446, 447 sono state spostate temporaneamente alla scuola Saba di Via Carlo Lorenzini 4.
Accedendo alla Sezione ToSeggio della pagina Servizio Elettorale del sito della Città di Torino (http://www.comune.torino.it/elezioni/toseggio.shtml) e inserendo via e numero civico di residenza è possibile conoscere il numero e l’ubicazione della propria sezione elettorale.

Come si vota
Per votare sono necessari un documento di riconoscimento personale (qualsiasi documento di identificazione munito di fotografia rilasciato dalla Pubblica Amministrazione; patente di guida; ricevuta carta identità elettronica) e la tessera elettorale personale a carattere permanente. L’identificazione dell’elettore è possibile anche nel caso di carte di identità e altri documenti di riconoscimento rilasciati dalla pubblica amministrazione scaduti, purché siano sotto ogni altro aspetto regolari e assicurino l’identificazione dell’elettore. In mancanza di un idoneo documento, l’identificazione può avvenire per attestazione di uno dei componenti del seggio che conosca personalmente l’elettore.
All’elettore verranno consegnate cinque schede, una per ciascun referendum abrogativo.

Dati e curiosità
633.309 sono i cittadini torinesi aventi diritto al voto (333.772 femmine e 299.537 maschi).
I torinesi che votano per la prima volta sono 24.939, dato che comprende: nuovi maggiorenni, nuovi residenti, nuovi cittadini italiani, ripristini residenza provenienti da irreperibilità.
I neomaggiorenni sono in totale 7344 (3527 femmine e 3817 maschi), quelli che compiranno 18 anni l’8 giugno sono 16 (10 femmine e 6 maschi). I centenari al 9 giugno sono 487 (387 femmine e 97 maschi); l’elettrice più longeva è la signora Anna, che il 7 giugno compirà 110 anni.
Le sezioni elettorali in tutto il territorio cittadino sono 931: 919 ordinarie (tra cui 49 sezioni speciali con raccolta del voto presso luoghi di cura o di detenzione e 50 sezioni volanti) e 12 speciali per studenti fuori sede.  In totale sono 980 i Presidenti nominati (919 sezioni ordinarie + 12 sezioni studenti fuori sede + 49 seggi speciali) e 2903 gli scrutatori. I loro compensi esentasse, previsti dalla Legge, sono:
– Presidenti: 262 euro
– Scrutatori – segretari: 192 euro
– Scrutatori di seggio speciale: 53 euro
– Presidenti di seggio speciale: 79 euro

A seguito della notifica dei decreti di nomina, le rinunce all’incarico ammontano circa al 30%, un dato fisiologico e in linea con le attese. Per sostituirli, la Città attingerà da una banca dati di coloro che, iscritti nelle liste elettorali di Torino, si rendono disponibili a sostituire i presidenti e gli scrutatori impossibilitati a garantire la loro presenza ai seggi. Su TorinoFacile è possibile compilare online l’istanza di disponibilità fino a venerdì 6 giugno compreso; entro tale data ci si può sempre candidare a ricoprire l’incarico di presidente di seggio.
Ad oggi le disponibilità ricevute ammontano già a 3894 per gli scrutatori, con un’adesione significativa da parte dei più giovani, e a 746 per i presidenti. Per essere inseriti in questi elenchi c’è ancora tempo fino alla fine della giornata di venerdì 6 giugno.

Voto studenti fuori sede
In occasione delle consultazioni referendarie, gli studenti iscritti nelle liste elettorali del Comune di Torino, che per motivi di studio si trovino domiciliati per un periodo di almeno tre mesi in un comune di una regione diversa dal Piemonte, possono esercitare il diritto di voto fuori sede dopo aver presentato istanza di ammissione al voto. Il numero di studenti torinesi fuori sede che hanno richiesto di esercitare il diritto di voto fuori sede è di 472. Il numero di studenti fuori sede che hanno richiesto di esercitare il diritto di voto a Torino è di 9.300.

I numeri della macchina organizzativa comunale
Sono circa 1500 i dipendenti della Città di Torino, provenienti da varie direzioni, impegnati per assicurare il diritto di voto alle torinesi e ai torinesi durante la tornata elettorale di domenica 8 e lunedì 9 giugno.
Oltre ai servizi Civici e ai Sistemi informativi, nelle diverse fasi sono impiegati gli agenti di Polizia Municipale, i dipendenti dei servizio economato, del servizio patrimonio, dei servizi tecnici, dei servizi educativi, del servizio autorimesse, dei servizi sociali, della Protezione civile e della Segreteria generale.
A supportare le operazioni di apertura dei seggi nelle scuole saranno presenti circa 300 operatori della Polizia Locale mentre circa 80 saranno impegnati nei vari plessi nel corso delle operazioni di voto a tutela dell’ordine pubblico.  Per tutta la durata delle operazioni di voto e di spoglio sarà in funzione un call-center elettorale con operatori pronti a rispondere ai quesiti posti dai presidenti di seggio, mentre il personale tecnico comunale assicurerà il buon funzionamento delle attrezzature informatiche, telefoniche, delle strutture e degli impianti. Saranno inoltre al lavoro circa 40 addetti comunali con il compito di raccogliere i dati di affluenza e scrutini, coordinare i rilevatori, inserire i dati delle sezioni comunicate dalla Polizia Locale. Durante il voto il personale dei servizi sociali sarà inoltre operativo per garantire un servizio di trasporto ed assistenza alle persone con gravi limitazioni di deambulazione per l’esercizio del diritto di voto.

Nuovo polo logistico elettorale
Al termine di ciascuna operazione di spoglio, la riconsegna del materiale elettorale al centro di raccolta avverrà direttamente presso i plessi di voto, tramite personale comunale delegato dal Sindaco: si tratta di una nuova modalità organizzativa che viene introdotta con lo scopo di semplificare l’attività di raccolta, garantendo maggiore efficienza e sicurezza. Novità anche per il polo logistico, con la nuova sede di via Ponchielli 66 che sostituisce il Quinto Padiglione di Torino Esposizioni, interessato dai lavori di riqualificazione del Parco del Valentino. Qui saranno al lavoro 160 dipendenti dei servizi civici comunali.

Info e approfondimenti
http://www.comune.torino.it/elezioni/referendum2025.shtml
Ufficio Elettorale tel. 011.01125245 – 011.01125393 – 011.01125229

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La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Laura Salvetti Firpo – Astensioni referendarie – Trattoria Bar dello Sport – Lettere

Laura Salvetti Firpo
È mancata ad oltre 90 anni Laura Salvetti, seconda moglie del prof. Luigi Firpo .”La Stampa” ne ha ignorato la scomparsa forse perché dopo il libro dei figliastri, i due gemelli figli di Firpo, che si sono scagliati contro il padre con velenosa cattiveria, l’epoca di Firpo e dei suoi famigliari appare davvero  finita.

Donna simpatica e molto appariscente, mi invitava qualche volta nella piscina della villa di viale Seneca che Firpo le aveva fatto costruire. Si prendeva il sole e si parlava quasi solo di politica. Mi diceva che lei era una “convinta  comunista” e si lamentava  del marito spesso assente… Poi ci fu un momento anche di forte dissenso, quando pretese di venire a presiedere il Direttivo del Centro “Pannunzio” in sostituzione del marito. Di lì in poi i nostri rapporti da amichevoli diventarono molto conflittuali per poi annullarsi. Alla fine votammo la sfiducia a Firpo come presidente.  Io cercai ancora di mediare,  ma non era più possibile perché ogni margine si era spezzato a causa soprattutto  di Laura che non andavo più a trovare in villa.  Dicevano che fosse una grande studiosa di Campanella come il marito,  ma io non l’ho mai sentita parlare dell’argomento. Si mise in luce come consigliera dello Stabile di Torino per alcuni processi pubblici che organizzo’. Quello a Craxi, privo di veri difensori, suscitò polemiche. La sua faziosità era aumentata nel tempo. La fondazione da lei creata intitolata al marito con l’apporto di ingenti fondi pubblici ha subito un colpo molto forte dal volume dei gemelli che scrissero contro il padre un libro oggi introvabile perché forse l’editore preferì ritirarlo dalle librerie. Al Centro Pannunzio di cui non fu mai socia neppure durante la presidenza di Firpo, la chiamavano Madonna Laura, anche se della musa petrarchesca non aveva nulla. Era una donna molto pragmatica e decisa  che tentò di esercitare un ruolo pubblico senza riuscirci. La tomba del marito è stata in totale abbandono per anni nel cimitero di Cavoretto. Un fatto che suscitò stupore.

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Astensioni referendarie
Il Cardinale  Camillo Ruini per il referendum per la fecondazione assistita schierò  la CEI per l’astensione perché non scattasse il quorum.

Ho già ricordato la settimana scorsa  che l’astensione è una delle quattro modalità di voto: voto, astensione, si’, no, come diceva Mattarella nel 1999 per il referendum sul sistema elettorale chiamato Mattarellum.
Adesso la CEI ha cambiato idea e richiama i cattolici al dovere di votare, anche se pare aver fatto un po’ marcia indietro. Io resto laico: la CEI e la Chiesa in particolare devono astenersi (scusate il bisticcio) dall’interferire nelle cose della politica italiana. Un voto o un non voto non è affare di coscienza, quindi i cittadini non hanno bisogno di indicazioni etico – politiche. Diceva giustamente Prodi che siamo cattolici adulti.

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Trattoria Bar dello Sport
A Cisano sul Neva, località nel primo entroterra tra Alassio e Albenga, c’è da quasi cento anni la trattoria Bar dello Sport da oltre 40 anni gestita dalla Famiglia Priano, tre fratelli con alcuni nipoti che si si sono affiancati per dare continuità ad un locale unico in riviera: un menu con molte opzioni di qualità a prezzi contenuti.

È un locale per definizione interclassista: a mezzogiorno pranzano molti operai , alla sera c’è un pubblico eterogeneo  con alcune frequentazioni  come i Pininfarina, Gino Paoli, Antonio Ricci,Carlo Levi, Ezio Greggio.

Giancarlo, detto anche Zorro e la sorella Marisa sono in sala, un altro sta ai fornelli.
Una conduzione che dà un tono famigliare al locale. Molti dei suoi piatti meritano attenzione, ma anche il modo in cui si è accolti è straordinario. È quasi un‘altera domus. Una certa “freddezza”tipicamente  ligure è  sconosciuta.Anche la prestigiosa Accademia della Cucina Italiana, guidata dal medico umanista Roberto Pirino, ha promosso dei convivi accademici da “Zorro”.

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quaglieni penna scritturaLettere scrivere a quaglieni@gmail.com
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Liberali
Dal suo discorso in ricordo di Edoardo Massimo Fiammotto ho appreso due cose che non sapevo: che lei  rischiò l’espulsione  dal PLI e che Pannella le offrì una candidatura al Parlamento. Mi dice qualcosa in più? Giusy Enrico
Marco Pannella con Pier Franco Quaglieni

 

Sono cose vecchie e poco importanti. Nel 1969 mi dimisi dal Pli perché non ne condividevo la linea:
fu presa a pretesto una mia lettera ad un giornale dal genero “liberale”del gerarca fascista De Vecchi di Val Cismon per deferirmi  al collegio dei probiviri  presieduto dal Barone Mazzonis, con proposta di espulsione. Un gesto intollerante e illiberale che lo stesso Mazzonis rifiutò di prendere in considerazione, anche se il segretario del pli Arcari – destinato a tradire il partito in Consiglio comunale per passare a sostenere la giunta di sinistra nel 1975  – mi attacco’ con violenza e anche disprezzo nel congresso torinese con un intervento pubblicato dal giornale del Partito. Ero molto giovane e non credevo di dare così fastidio:  nella Gli truccarono in modo maldestro  due volte il voto (più votanti che elettori) per impedirmi di entrare nel Direttivo. Di quel periodo rimase come unica amica Nicoletta Casiraghi con cui collaborai quando divenne presidente della Provincia. Il Pli di Zanone mi offrì nei decenni successivi  più volte una candidatura, ma per coerenza rifiutai.
La storia con Pannella, che io conobbi nella Lid nel 1969, partecipando attivamente alla battaglia divorzista fu invece molto positiva. Il Centro Pannunzio ospitò persino,  nei primi anni 70 ,un congresso nazionale radicale che suscitò le proteste del perbenismo condominiale del palazzo di piazza Castello dove aveva sede il Centro. Alcune battaglie radicali mi furono estranee, ma la scelta di sostenere Tortora mi trovò entusiasta anche perché i liberali negarono il sostegno a Tortora, rinnegando il principio liberale della presunzione di innocenza . Tortora definì Zanone “il farmacista di Pinerolo“.In quel quadro maturò una mia candidatura in Parlamento  che poi non ebbe seguito. La quasi sicura elezione avrebbe comportato l’abbandono della conduzione del Centro Pannunzio e dopo una breve riflessione dissi a Marco che non potevo accettare. Egli capì il motivo e restammo amici fino alla sua morte. Fui io a festeggiarlo per i suoi 80 anni.
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 Gioielli sabaudi e palazzi aviti
L’ultimo Savoia principe ballerino richiede indietro gioielli e palazzi aviti facendo causa allo Stato, alienandosi le ultime poche simpatie degli italiani . E vuole anche il Pantheon per il Padre, ma non per il nonno che è già in Italia. Che brutta fine! Che terribili errori. Viva la Repubblica!
Saverio Giunti 
Ex monarchico
Temo di dover concordare con Lei non nei toni, ma nella sostanza. Gli parlai due sole volte e dimostrò di essere molto limitato. A me la cosa spiace molto perché ai Savoia si deve l’unità nazionale.

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Il Fante Sardo che provocò gli austriaci

Inizialmente l’Alfierie era posto in asse con via Garibaldi e con il filo dei palazzi del lato sinistro di via Roma, per far sì che non coprisse la visuale verso Palazzo Reale. I lavori di riqualificazione di piazza Castello, nel 2000, hanno richiesto un arretramento  verso Palazzo Madama

Tra passeggiate romantiche sotto luci natalizie e regali dell’ultimo momento, eccoci nuovamente giunti, nella settimana che precede il Natale, al nostro consueto appuntamento con Torino e le sue meravigliose opere. Oggi vorrei parlarvi di un monumento che, probabilmente vista la bellezza della piazza che lo ospita, passa spesso e volentieri inosservato all’occhio del passante: sto parlando del monumento all’Alfiere dell’Esercito Sardo presente in Piazza Castello. Questa volta l’opera di cui vi andrò a parlare è un po’ diversa dal solito, in quanto il soggetto rappresentato non è come per gli altri monumenti che abbiamo visto un personaggio storico famoso, ma bensì un semplice alfiere dell’esercito sardo; ecco perché in questo caso sarà più interessante capire la vita del suo autore. (Essepiesse)

La statua in marmo bianco posta quasi al centro di piazza Castello, di fronte a Palazzo Madama, rappresenta come detto in precedenza, un semplice alfiere dell’Esercito Sardo. Egli è raffigurato in posizione eretta mentre sguaina la spada con la mano destra e con la sinistra sorregge la bandiera italiana. Il soldato è posto su un doppio basamento in granito che reca sul fronte un bassorilievo e ai lati due stemmi; ai suoi piedi vi sono un cannone ed un ramo con foglie di quercia. Questo Alfiere è il simbolo di un Italia repubblicana e di uno scultore liberale che ha cercato di trasmettere con la sua arte la sete di cambiamento di una nazione ancora agli albori.

Di spirito liberale e repubblicano, Vincenzo Vela è stato uno dei padri del risorgimento artistico italiano. Nato e cresciuto a Ligornetto, un piccolo villaggio del canton Ticino, trascorse gli anni più floridi della sua carriera a Torino. Impiegato fin da piccolo nelle cave del Mendrisiotto come scalpellino, e poi da adolescente nel cantiere del Duomo di Milano, lo scultore svizzero fu molto apprezzato per il suo talento artistico e per la sua forte passione politica: partecipò, nel 1848, con molti suoi compatrioti sensibili alla causa dell’Indipendenza, alle Cinque Giornate di Milano ed in seguito alle battaglie di Peschiera e Sommacampagna.

Dopo l’esito negativo dello scontro con gli austriaci tornò a Milano, dove riprese la sua attività artistica. Giunse a Torino nel 1852, dove oltre ad esercitare l’attività di scultore e docente dell’Accademia, divenne intermediario tra il governo piemontese e i sostenitori ticinesi. In questo clima, Vela aderì con entusiasmo all’iniziativa dei cittadini milanesi di omaggiare, tramite la realizzazione di un’opera, l’Esercito Sardo, simbolo di speranza per tutti loro, esuli ed oppressi, di liberarsi dal dominio austriaco.

Il 15 gennaio 1857 il Consiglio Comunale ricevette la lettera dei “Moltissimi cittadini milanesi interpreti dei voti, e dei desideri del loro paese”intenzionati a “dare una prova solenne d’ammirazione e d’affetto al glorioso esercito sardo, che difende e reintegra l’antico onore delle armi italiane”.Dal momento dell’offerta all’inaugurazione del monumento passarono quasi due anni, durante i quali si discusse sull’opportunità o meno di collocarlo in posizione centrale davanti al Palazzo Madama, o se scegliere una posizione diversa, come piazza Maria Teresa o piazza Carignano.

Vela e il rappresentante dei cittadini milanesi scrissero più volte al Consiglio Comunale, ricordando quanto la localizzazione del monumento valessecome forte dimostrazione politica, e appoggiati in questa linea da Massimo D’Azeglio, riuscirono a convincere tutti che piazza Castello fosse la posizione più appropriata per la statua. Il monumento venne inaugurato il 10 aprile 1859 (pochi giorni prima della II Guerra d’ Indipendenza), ma l’iscrizione ( “I MILANESI ALL’ESERCITO SARDO 15 GENNAIO 1857” ) venne scoperta solo due mesi dopo, l’8 giugno, per paura di compromettere troppo i cittadini milanesi, che il quel periodo erano ancora sotto il dominio austriaco.

Scampato alle minacce di distruzione fatte dal generale dell’esercito austriaco quando il 26 aprile 1859 l’Austria, stufa delle aperte provocazioni (tra cui appunto la posa dell’Alfiere Sardo di fronte al Parlamento sabaudo) dichiarò guerra al Regno di Sardegna, l’Alfiere resta tutt’ora davanti a Palazzo Madama come il simbolo di un gesto di sfida e provocazione alla politica di quel tempo.

Parlando appunto della collocazione del monumento, bisogna ricordare che inizialmente l’Alfierie era posto in asse con via Garibaldi e con il filo dei palazzi del lato sinistro di via Roma, per far sì che non coprisse la visuale verso Palazzo Reale. I lavori di riqualificazione di piazza Castello, nel 2000, hanno richiesto un arretramento dell’Alfiere verso Palazzo Madama, scelta da molti giudicata un po’ infelice in quanto il monumento in marmo bianco si mimetizza molto facilmente con la facciata chiara del palazzo, soprattutto guardandolo dalla prospettiva di via Garibaldi.

Per anni piazza Castello si è presentata ai visitatori come un grande rondò destinato al traffico automobilistico, mentre la piazzetta antistante Palazzo Reale era utilizzata come parcheggio. Il progetto di riqualificazione è iniziato con l’eliminazione del parcheggio di piazzetta Reale ed è proseguita con successivi interventi di pedonalizzazione della parte monumentale con annesse le modifiche sulla viabilità. La riqualificazione ha inoltre permesso di cogliere visivamente, nella sua interezza, la spazialità originaria della piazza e la riappropriazione, da parte dei cittadini, di un luogo simbolicamente significativo della città di Torino.

Ed anche per oggi il nostro piccolo viaggio all’insegna della storia della città termina qui. L’appuntamento è sempre per la prossima settimana con Torino e le sue meraviglie.

(Foto: il Torinese)

Simona Pili Stella

Difendere la libertà d’espressione nello spazio digitale: richiesta di trasparenza a Meta

In qualità di cittadini, giornalisti, studiosi e utenti attivi dello spazio pubblico digitale, vogliamo esprimere preoccupazione per una tendenza sempre più evidente e pericolosa: la cancellazione selettiva di contenuti e profili da parte delle grandi piattaforme social, senza trasparenza né possibilità di appello effettivo.
Il caso recente dell’espulsione permanente del giornalista Giustino Mariano, corrispondente da quindici anni per Radio Radicale e collaboratore di testate quali Il Riformista, Il Foglio e Huffington Post, rappresenta un esempio emblematico. I suoi profili Facebook e Instagram sono stati rimossi in maniera definitiva dopo la pubblicazione di corrispondenze documentate su gravi violazioni dei diritti umani in Turchia, Iran e Gaza.
Non si tratta purtroppo di un caso isolato e colpisce sempre più spesso pagine e profili di utenti esposti a sostegno di Israele, della Democrazia e della Libertà.
Si verificano:
 • Shadow ban, cioè riduzione invisibile della visibilità dei contenuti;
 • Limitazioni arbitrarie alla diffusione dei post;
 • Cancellazioni improvvise di interi profili, anche giornalistici o culturali;
 • Mancanza di motivazioni chiare e impossibilità di conoscere quali regole si sarebbero violate;
 • Assenza di un reale contraddittorio, né vie d’appello indipendenti.
Tutto ciò avviene senza trasparenza procedurale e in uno spazio comunicativo che, pur essendo formalmente privato, ha assunto un ruolo sistemico nell’informazione globale, comparabile a quello di un’infrastruttura pubblica.
Chiediamo pertanto a Meta (Facebook e Instagram):
 1. Di fornire spiegazioni trasparenti e dettagliate per ogni provvedimento restrittivo o sospensivo adottato, soprattutto nei confronti di professionisti dell’informazione.
 2. Di rendere pubblici i criteri degli algoritmi di moderazione nei casi di limitazione o oscuramento dei contenuti.
 3. Di introdurre strumenti reali di contraddittorio, con possibilità di difesa e revisione da parte di organismi indipendenti.
 4. Di garantire la tutela del pluralismo e della libertà di stampa, in conformità ai principi costituzionali e agli obblighi del Digital Services Act dell’Unione Europea.
A istituzioni italiane ed europee, chiediamo di:
 • Vigilare attivamente sull’applicazione delle norme europee in materia di trasparenza, accountability e tutela dei diritti fondamentali nei servizi digitali;
 • Sostenere le voci giornalistiche e civiche che subiscono esclusioni arbitrarie, specialmente in contesti di documentazione su crisi internazionali o violazioni dei diritti umani;
 • Promuovere l’adozione di strumenti di garanzia procedurale, affinché nessuna piattaforma possa esercitare un potere censorio non contestabile su scala globale.
La libertà d’espressione non è negoziabile. La trasparenza delle decisioni che riguardano il diritto di informare e di essere informati deve essere una priorità democratica, anche — e soprattutto — nel mondo digitale.
Italia Liberale e Popolare 
Direttivo Nazionale

Osteopatia e sedentarietà: come proteggere il corpo dall’alternanza tra scrivania e sport

 

Lunedì 16 giugno, alle ore 10.00, presso il Circolo Sporting di Torino, si terrà un incontro specialistico rivolto ai professionisti giornalisti, dedicato al ruolo dell’osteopatia nel supportare i professionisti dell’informazione, spesso costretti a lunghi periodi di sedentarietà davanti al computer, seguiti da improvvise attività sportive intense.

L’evento, dal taglio scientifico ed evidence-based, vedrà la partecipazione degli osteopati Nicolas Ricciardi e Gabriele Palazzolo, entrambi in possesso dei titoli accademici BSc e MSc in osteopatia. I due relatori approfondiranno una tematica attuale e poco discussa: l’impatto fisico negativo del passaggio repentino dalla posizione seduta protratta (tipica del lavoro giornalistico) a un’attività fisica vigorosa, spesso praticata senza un adeguato riscaldamento o una preparazione funzionale del corpo.

Secondo recenti pubblicazioni in ambito biomeccanico e clinico, questo tipo di alternanza può favorire l’insorgenza di dolori muscolari, rigidità articolari, e squilibri posturali che, se trascurati, possono degenerare in patologie croniche. L’osteopatia, in questo contesto, rappresenta un valido approccio integrato per migliorare la funzionalità generale del corpo, intervenendo su compensi e rigidità derivanti dal lavoro sedentario.

Durante l’incontro, verranno presentati dati e articoli scientifici a supporto delle tecniche illustrate, insieme a consigli pratici su come prevenire traumi muscoloscheletrici attraverso trattamenti osteopatici regolari, stretching mirato e correzione della postura.

Un appuntamento pensato non solo per informare, ma per offrire strumenti concreti ai giornalisti che desiderano coniugare benessere fisico e professione in modo consapevole e sostenibile.

VALERIA ROMBOLA’

Confindustria Piemonte orientale, Robiglio presidente

2025

Nei prossimi anni Novara e il territorio circostante attrarranno colossali investimenti e questo è già oggi una grande opportunità, destinata a cambiare nel profondo le prospettive di questa parte di Piemonte. Come Confindustria Novara Vercelli Valsesia dovremo essere protagonisti di questa evoluzione, per la crescita delle nostre imprese, per i nostri giovani, per le nostre comunità. Sono fermamente convinto che le ricadute degli investimenti sull’area novarese possano diventare un “ponte” per lo sviluppo ecosistemico di tutto il quadrante della nostra Associazione, in una virtuosa logica di interconnessione delle differenti aree. Dobbiamo lavorare quasi in simbiosi con le amministrazioni per fare in modo che questi investimenti diventino volano per la crescita”. Lo ha detto il neopresidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia, Carlo Robiglio, all’Assemblea annuale di Confindustria Novara Vercelli Valsesia (Cnvv) organizzata con Confindustria Piemonte, svoltasi a Novara. Nel suo intervento ha sottolineato “il ruolo dell’impresa come portatrice di responsabilità sociale in un rapporto simbiotico e virtuoso con il territorio” e “l’attenzione a sviluppare nella comunità e sui territori una forte ‘Cultura di impresa’ intesa come crescita delle aziende a livello dimensionale, di competenze e di competitività mantenendo sempre al centro la persona, come capacità di ascolto e di confronto tra gli imprenditori, per rendere patrimonio di tutti le esperienze virtuose, e come interazione con il contesto sociale, per far conoscere sempre più l’importanza del sistema imprenditoriale”.

Lo scopo di questa assemblea – ha invece sottolineato il presidente di Confindustria Piemonte,Andrea Amalberto – è mettere a sistema energie e competenze per avanzare una proposta che ha cinque cardini: più medie imprese, attraverso aggregazioni e crescita interna, per rafforzare la struttura portante del nostro sistema produttivo; più connessioni tra start-up, PMI e grandi imprese; più semplificazione e tempi certi; più strumenti efficaci, come una Finpiemonte rafforzata, capace di sostenere progetti complessi e sinergie pubblico-private; più attenzione ai territori, attraverso proposte concrete da portare avanti con determinazione e continuità. Disponiamo come Piemonte di molti degli asset necessari per affrontare un futuro che si sta costruendo ora: con intelligenza, con competenza, con coraggio. La politica accompagni questa trasformazione con strumenti stabili e visione lunga, che vada oltre a quelle elettorali. Forti di queste certezze, noi ci siamo. Come Confindustria Piemonte, come sistema di imprese, come comunità di innovatori e costruttori”.

Intervistato da Giuseppe Bottero (La Stampa) al presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, sul tema dell’energia, uno dei maggiori ostacoli alla competitività delle imprese, ha detto, tra l’altro, che “serve il coraggio di tutti, senza divisioni politiche, per trovare un sistema che ci consente di avere una produzione continua”. “Non si può – ha aggiunto – parlare solo di sforare il patto di stabilità per le armi; credo che invece l’industria debba essere posta al centro e su questo serve puntare su ricerca e sviluppo. Sui dazi si deve accelerare nella negoziazione; questo capitolo ci preoccupa, ma è soprattutto l’incertezza che crea pericoli perché può colpire alcuni nostri settori che già soffrono”.

Oltre ai saluti del rettore dell’Università del Piemonte orientale, Menico Rizzi, e del sindaco di Novara,Alessandro Canelli, si è collegato da Kiev il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. I lavori sono proseguiti con una tavola rotonda cui hanno partecipato Regina Corradini D’Arienzo, amministratore delegato e direttore generale di Simest, Dario Fabbri, analista geopolitico e direttore del mensile Domino, Marco Fortis, direttore e vicepresidente della Fondazione Edison (che ha presentato una ricerca sul sistema economico regionale realizzata in esclusiva per l’occasione), eFrancesca Mariotti, consigliere di amministrazione di Almaviva.

Intervistato da Andrea Rossi (La Stampa), il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin ha detto, tra l’altro, che «la realtà di questo Paese è che ci siamo affidati per anni a carbone e gas senza esplorare altre fonti. Oggi ci troviamo ancora una dipendenza dal gas per il 40% per la produzione di energia», il cui meccanismo del prezzo «è figlio del peggior impianto della peggior ora. Noi dobbiamo – ha aggiunto – crescere con le rinnovabili, con l’idroelettrico, con il geotermico. E poi c’è il nucleare di ultima generazione, sul quale sto spingendo per il quadro regolatorio. Nei primi anni del prossimo decennio, nel 2031-2032, si potrà avere la produzione in serie a livello industriale degli small reactor”.

Nel suo intervento Robiglio ha inoltre sottolineato come “dovremo anche rafforzare il rapporto con le nuove generazioni, avvicinando sempre più giovani alle imprese e aumentando le sinergie i rapporti con il mondo della scuola e della formazione, in un territorio in cui i Neet, che non studiano e non lavorano, sono il 20%, e il calo demografico sta avendo un forte impatto sul comparto produttivo, con la crescente carenza di manodopera qualificata e il progressivo invecchiamento della popolazione attiva. Dovremo aiutare le aziende associate, soprattutto le più piccole, a governare le trasformazioni in atto e a innovare per crescere e diventare un forte agente di cambiamento, in particolare nelle filiere in cui sono coinvolte e delle quali devono essere sempre più protagoniste, aspetto che può rappresentare un vero vantaggio competitivo. Saremo parimenti impegnati a coinvolgere le grandi aziende e le multinazionali, sia per la loro ricaduta sui territori in termini di occupazione sia per il loro ruolo di capi-filiera che spesso le vede ambasciatrici di un Made in Italy al quale rivolgeremo dovuta attenzione, in particolar modo nella lotta alla contraffazione. Aiuteremo anche le imprese a gestire al meglio il passaggio generazionale, metteremo al centro la formazione, la sicurezza sul lavoro, le politiche di welfare e per le pari opportunità; ci impegneremo sui temi della sostenibilità e della green transition, asset imprescindibili, e lavoreremo per l’internazionalizzazione, facendo meglio conoscere il ruolo di Bruxelles, e per la crescita dimensionale. In una fase di crescente incertezza intensificheremo il dialogo con la pubblica amministrazione e con la politica, anche istituendo apposite deleghe territoriali in capo ai vicepresidenti”.

Confindustria Novara Vercelli Valsesia

Che splendore quelle antiche miniature… e quel “Libro d’Ore” di van Eyck!

Palazzo Madama svela alla Città la sua ricca Collezione di manoscritti e miniature raramente esposte al pubblico

Dal 23 maggio all’8 settembre

Partiamo dai numeri: 20 codici miniati10 incunaboli e un ricco fondo di 80 tra fogli e “miniature” ritagliate (“cuttings”), databili fra il XIII ed il XIV secolo e appartenenti all’importante Collezione del “Museo” di piazza Castello, raramente esposta al pubblico per l’estrema delicatezza delle opere. Fra le più preziose in assoluto, il celebre codice delle “Très Belles Heures de Notre Dame di Jean de Berry” (noto anche come “Heures de Turin – Milan”) con miniature del fiammingo Jan van Eyck, mai più esposto al pubblico dal 2019. E’ per davvero un campionario d’arte di stupefacente preziosità, raccontata attraverso secoli e secoli di grande storia, il progetto espositivo “Jan van Eyck e le miniature rivelate”, in corso a “Palazzo Madama” da venerdì 23 maggio a lunedì 8 settembre, sotto la curatela di Simonetta Castronovo (Conservatrice del “Museo”) e realizzato in partnership con il Dipartimento di “Studi Storici” dell’“Università di Torino”“Il progetto, sulla base degli studi appena conclusi da parte dell’‘Ateneo torinese’ – sottolinea Castronovo – intende quindi svelare e illustrare al pubblico un patrimonio che pochi conoscono, affiancando alle vetrine una grafica che, oltre a inquadrare ciascun volume e ciascun frammento nel giusto contesto geografico e stilistico, apra anche degli approfondimenti sia sulle tecniche di realizzazione dei manoscritti e i materiali impiegati, sia sulle biblioteche nel Medioevo e nel Rinascimento e sulla circolazione dei libri in questo periodo”.

L’iter espositivo si articola in sei sezioni cronologiche: dal “Duecento – Trecento” fino al “Cinquecento”, passando per il “Quattrocento” in Francia e nelle Fiandre, dove troviamo il già citato codice  “Les Très Belles Heures de Notre Dame de Jean de Berry”, commissionato intorno al 1380 dal duca Jean de Berry, fratello del re di Francia, e che per una ventina d’anni impegnò diversi artisti, fino ad arrivare, negli Anni Venti del Quattrocento, attraverso diversi colpi di scena e passaggi di proprietà, nei Paesi Bassi alla bottega dei fratelli Hubert e Jan van Eyck (Maastricht?, 1390 – Bruges, 1441), pioniere quest’ultimo dell’arte fiamminga, nonché perfezionatore della tecnica a olio, che gradualmente sostituì in Europa l’uso del colore a tempera. Dai Paesi Bassi, il “Codice” approdò in Piemonte nel XVII secolo, diviso in due frammenti, confluiti, il primo, nella Biblioteca di Vittorio Amedeo II di Savoia e, il secondo, nella Biblioteca del conte Francesco Flaminio d’Agliè. Agli inizi dell’Ottocento, quest’ultimo fu acquistato dal marchese Gian Giacomo Trivulzio per la sua celebre “raccolta milanese” e ceduto (senza non poche “beghe” diplomatiche) al “Museo Civico” di Torino solo nel 1935, insieme al famoso “Ritratto Trivulzio” di Antonello da Messina. Di qui, il titolo “Heures de Turin – Milan”. Splendida e, per quei tempi, “rivoluzionaria”, nella minuta precisa trattazione del “vero” e nel contrasto dei piani prospettici e dei chiaroscuri, la scena della “Nascita del Battista” non meno che la “Messa dei morti”, ambientata “nella vertiginosa verticalità di una cattedrale gotica che sfonda i bordi della cornice dipinta”.

Fra le altre opere di grande valore, ricordiamo, ancora gli “Statuti della Città di Torino” del 1360, oggi conservati nell’“Archivio Storico” del Comune, con i primi ordinamenti che regolavano la vita cittadina, nonché i rapporti del Comune con i conti di Savoia; quindi, due Statuti di Corporazioni medievali, la “Matricola degli orefici” e quella dei “Cordovanieri” di Bologna, e infine una “Bibbia” del 1280, autentico capolavoro del Duecento bolognese. Proseguendo, al “Gotico” internazionale e lombardo appartengono una serie di frammenti provenienti da raffinati “Libri d’Ore” e “Antifonari” legati al gusto della corte dei Visconti. Preziose (accanto alle opere di van Eyck) anche altre testimonianze dell’arte fiamminga e franco fiamminga, con nomi che vanno da Simon Marmion ad Antoine de Lonhy, pittore borgognone poi attivo tra Savoia, Valle di Susa, Torino e Chieri nell’ultimo quarto del Quattrocento. Stupendi, per chiudere l’iter espositivo, il rinascimentale “Messale” del cardinale Domenico della Rovere miniato da Francesco Marmitta e il cosiddetto “Libro di Lettere Astrologiche” (1550), manuale di calligrafia, forse realizzato per il giovane Emanuele Filiberto di Savoia, con straordinarie iniziali a inchiostro, ancora di ispirazione medievaleggiante.

Davvero una mostra evento. Che fa onore alla Città e al suo Antico “Museo Civico”.

Gianni Milani

“Jan van Eyck e le miniature rivelate”

Palazzo Madama – Corte Medievale, piazza Castello, Torino; tel. 011/4433501 o www.palazzomadamatorino.it

Fino all’8 settembre

Orari: lun. e da merc. a dom. 10/18; martedì chiuso

Nelle foto: Jan van Eick “Heures de Turin – Milan” (“Nascita del Battista” e “Battesimo di Cristo”), 1420-’24; Simonetta Castronovo; Francesco Marmitta “Messale del cardinale Domenico della Rovere”, 1490-‘92

“Gtt protegga di più e meglio i controllori”

Caro Direttore,
I controllori dei possessori dei biglietti sulla rete dei trasporti pubblici svolgono una funzione importante ma debbono essere protetti maggiormente da Gtt perché quotidianamente a partire dalle linee che servono i quartieri  più svantaggiati, subiscono reazioni anche violente da parte dei tanti che non pagano il biglietto del tram. Mi auguro che leggendo il “torinese” Presidente e Amministratore delegato facciano il punto della situazione.
Mino GIACHINO