ilTorinese

La risposta alla vaccinazione per COVID-19 è influenzata dal profilo genetico: uno studio delle Molinette

Ecco perché alcuni soggetti risultano più protetti

E’ stato scoperto perchè alcuni soggetti risultano più protetti dopo la vaccinazione per Covid-19. La risposta al vaccino è influenzata dal profilo genetico individuale. Lo studio, effettuato presso l’ospedale Molinette sui dipendenti della stessa Città della Salute, è stato appena pubblicato sulla rivista scientifica HLA.
La pandemia da COVID-19 ha lasciato profonde cicatrici nella nostra vita. Se stiamo uscendo da questa emergenza è anche grazie allo sviluppo di nuovi vaccini che stimolano il nostro sistema immunitario a difendersi dal virus e prevenirne gli effetti dannosi. Ma è anche stato chiarito che ognuno di noi ha una diversa risposta alla vaccinazione, ad un estremo ci sono quelli che sviluppano anticorpi in grande quantità e cellule immunitarie pronte a difenderli, all’altro estremo coloro che nonostante ripetute vaccinazioni risultano ancora indifesi e a rischio di malattia. Sappiamo che sono numerosi i fattori che possono spiegare questa variabilità, quali l’età (i più anziani rispondono di meno), il genere (le donne lo fanno in maniera più vigorosa), la concomitanza di altre malattie, o terapie che riducono la risposta immunitaria, o, ancora, la pregressa COVID-19.
Uno studio appena pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale HLA chiarisce che anche i nostri geni sono coinvolti nella risposta al vaccino. Nell’ambito di un grande studio, che ha coinvolto quasi 10.000 dipendenti della Città della Salute di Torino, è stata approfondita l’analisi sui fattori genetici che condizionano maggiormente la risposta ai vaccini con m-RNA. Questo studio, che ha incluso circa 500 dipendenti che si erano sottoposti a vaccinazione nel 2020, è stato reso possibile grazie alla collaborazione di Immunogenetisti (diretti dal professor Antonio Amoroso), Microbiologi (diretti dalla professoressa Rossana Cavallo), Epidemiologi (diretti dal dottor Giovannino Ciccone), con la regia della Direzione Sanitaria (diretta dal dottor Antonio Scarmozzino) ed il supporto della Banca del Piemonte e della Fondazione Ricerca Molinette. L’efficacia della vaccinazione è stata misurata grazie al dosaggio degli anticorpi contro il virus del COVID-19 (SARS-CoV-2) ed all’analisi delle cellule del sistema immunitario che riconoscono il virus. Contemporaneamente sono stati esaminati alcuni geni coinvolti nella regolazione della risposta immunitaria, in particolare quelli HLA o dell’istocompatibilità (gli stessi che sono studiati per gli abbinamenti tra donatore e ricevente di trapianto). È stato così possibile riconoscere che alcuni soggetti che presentano determinate caratteristiche genetiche (come la variante HLA-A3) più facilmente produrranno anticorpi dopo la vaccinazione, diversamente da quelli con altre varianti (come HLA-A24). A seguito della vaccinazione, anche la risposta delle cellule del sistema immunitario contro il virus è diversa a seconda delle caratteristiche HLA, chi ad esempio possiede la variante HLA-DRB15 riesce a difendersi adeguatamente dal virus, fino a 5 volte di più.
“La ricerca che abbiamo condotto – sottolinea il professor Antonio Amoroso, coordinatore dello studio – dimostra che tra i fattori che spiegano la diversa risposta al vaccino per il COVID-19, ve ne sono alcuni legati alle nostre caratteristiche genetiche che da sole possono predire in maniera importante quali soggetti saranno maggiormente protetti dalla vaccinazione. Queste evidenze potranno essere utili per personalizzare meglio la strategia vaccinale”.
Il Direttore generale della Città della Salute di Torino, Giovanni La Valle, puntualizza: “E’ proprio una ricerca tutta fatta in casa: i dipendenti di questo ospedale non solo hanno realizzato una ricerca importante in relazione alla risposta alla vaccinazione contro la COVID-19, ma sono anche quelli che si sono messi a disposizione per lo studio, donando un proprio campione di sangue per i test microbiologici e genetici. A tutti loro va il mio ringraziamento”.

La serata conclusiva di Lovers Film Festival

“Se per tre anni ci siamo corteggiate, questo è l’anno dell’innamoramento” Cosi Vladimir Luxuria ha aperto la serata conclusiva del Lovers Film Festival, il festival delle tematiche LGBTQ+ giunto, quest’anno, alla 38° edizione.


A inizio serata è stato trasmesso il corto di Seyed Mohsen “It’s a gray world” che denuncia le uccisioni di persone omosessuali in Iran. Giampiero Leo, che ha portato i saluti del presidente della regione Cirio, come ufficio presidenza comitato diritto umano è intervenuto, tra gli altri, per annunciare a settembre un convegno internazionale sulle libertà mancate in Iran.

La serata è proseguita con le premiazioni, tra cui quella del torinese Andrea Romano per il film Nono piano a destra, e le esibizioni di Priscilla di Drag Race Italia e Paola e Chiara.

Torino, con questo Festival, da quasi 40 anni porta in scena e accende i riflettori su tematiche di inclusione, tolleranza e difesa dei diritti basilari umani.

Loredana Barozzino

Metropolitana di Torino, arriva il commissario per la linea 2

Il provvedimento di nomina del Commissario per la linea 2 della metropolitana torinese è stato pubblicato sullaGazzetta ufficiale. Nel testo della legge 41/2023 è scritto che “al fine di garantire la realizzazione della Linea 2 della metropolitana della città di Torino, con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, è nominato un Commissario straordinario”. Il commissario entro novanta giorni dall’atto di nomina, provvede all’espletamento delle attività di progettazione, di affidamento e di esecuzione e assume tutte le iniziative necessarie per assicurare la realizzazione degli interventi e la messa in esercizio dell’impianto”. Il sindaco Lo Russo afferma che la nomina servirà ad accelerare i tempi di realizzazione dell’opera.

Le città dei lettori, Torino quarta

Secondo  iLPassaparoladeiLibri.it  (dati al 31 marzo 2023)

Roma è la capitale anche dei lettori, Empoli si conferma la prima città non capoluogo di provincia, mentre Torino sorpassa…

Anche quest’anno come è consuetudine della nostra redazione abbiamo aggiornato le statistiche degli iscritti al nostro gruppo FB per vedere da dove legge chi legge. Nessuna rilevante sorpresa, tra i dati che riguardano gli iscritti delle grandi città, Roma guida sempre indisturbata la classifica con oltre 18.000 iscritti, seguita da Milano che ne registra 9.000. Il rapporto tra abitanti e iscritti mantiene Firenze in prima posizione tra le grandi città con 6.600 iscritti, Torino scavalca Napoli in quarta posizione, Padova perde 3 posizioni, mentre Empoli resta la prima città non capoluogo di provincia con più di 1.000 iscritti.

Il nord mantiene il primato, ma anche il sud è ben posizionato, al centro domina la Toscana e la Capitale.

Tra gli iscritti residenti all’estero, la classifica è guidata dalla Svizzera, con 1.178 membri, seguono Regno Unito, Germania e Francia, mentre è Londra la città straniera con più iscritti (389).

Qui sotto trovate la classifica delle città con oltre 1.000 iscritti

Tra parentesi la posizione al 31 dicembre 2021

1  – Roma  18.599

2  –  Milano  9195

3  – Firenze  6.659

4  – Torino  5.532  –  ( 5  + )

5  –  Napoli  5.276  –  (4 –  )

6  –  Genova  3.905

7  –  Palermo  3.718

8  –  Bologna  3.034

9  –  Bari  2.431

10  –  Cagliari  1.666  ( 12 +  )

11  –  Brescia  1.607

12  –  Catania  1.540  ( 14 + )

13  –  Padova  1.489  ( 10 – )

14  –  Verona  1.418  ( 13 – )

15  –  Prato  1.336

16  –  Venezia  1.259  ( 18 + )

17  –  Trieste  1.253

18  –  Perugia  1.169

19  –  Livorno  1.165

20  –  Siena  1.079

21  – Empoli  1.067  ( 16 – )

22  –  Parma  1.060  ( 24 + )

23  –  Messina  1022

24  –  Modena  1.010 ( 22 – )

Se volete sapere come è posizionata la vostra città scrivete alla nostra redazione.

redazione@unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Chi pensa che “social network” sia solo sinonimo di disimpegno potrebbe ricredersi scoprendo che il gruppo FB Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri ha raggiunto, primo tra i gruppi in lingua italiana sull’argomento, il numero di 260.000 iscritti: duecentomila persone che ogni giorno entrano su fb per scambiarsi opinioni sui libri appena letti, chiedere consigli sulle future letture, confrontare pareri e cimentarsi nella difficile arte della recensione letteraria, il tutto senza influenze da parte di scrittori o editori, che nel gruppo non hanno la possibilità di promuovere alcuna iniziativa, ma possono partecipare soltanto in qualità di lettori.

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Monica McInerney “Le madrine” – Fazi Editore- euro 18,00

L’autrice è australiana, ma vive a Dublino con il marito irlandese, ed ha al suo attivo 12 best seller internazionali. Qui racconta con tocco profondo, ma lieve, il rapporto che lega una giovane donna alle sue madrine e alla madre, in un alternarsi tra passato e presente.

Protagonista è Eliza Miller, cresciuta dalla madre Jeannie, che proprio stabile non è, ma quella figlia l’ha voluta a tutti i costi, anche se senza un compagno al suo fianco e tra mille difficoltà.

Jeannie nella vita da ragazza madre si è arrabattata sempre come ha potuto, cambiando continuamente luoghi in cui vivere con la piccola Eliza che ad appena 8 anni ha già svoltato molte case in posti sempre diversi.

Jeannie ha promesso di svelarle il nome del padre al compimento dei 18 anni; peccato che alla soglia dei 40 anni venga trovata morta nella vasca da bagno, lasciando dietro di sé il dubbio tra suicidio o incidente dovuto all’abuso di alcol.

Fortuna vuole che Eliza sia cresciuta supportata anche dall’affetto delle migliori amiche della madre, che sono diventate le sue madrine, Olivia e Maxie. Negli anni le due vice-madri l’hanno ospitata, amata e protetta.

Ora, quando Eliza ha 30 anni, una vita amorosa inesistente e si dedica solo al lavoro, viene licenziata e sfrattata di casa. E’ il momento giusto per raggiungere le madrine in Scozia e fare una sorpresa a Maxie che sta per sposarsi. Il viaggio si trasforma nell’occasione per uscire dal guscio in cui si era protetta e andare alla scoperta non solo del passato della madre (che le madrine avevano custodito e protetto) ma anche a quello del padre.

 

 

Patrick Deville “Kampuchea” -Nottetempo- euro 17,00

Patrick Deville è uno scrittore e viaggiatore francese 65enne, direttore della Maison des Écrivains Étrangers et des Traducteurs; e tra i tanti premi ottenuti è stato anche insignito del Gran Premio di letterature dall’Académie Française.

In questo libro, tra romanzo e diario, rievoca orrori e pagine di storia dell’Indocina in epoca coloniale, ma non solo.

Un Sudest asiatico raccontato da Joseph Conrad, Somerset Maugham, dall’esploratore Henri Mouhot, che cercando farfalle si imbatté invece nei meravigliosi templi di Angkor Wat letteralmente avvolti e attraversati dalla giungla. E aggiungo io, uno dei siti più affascinanti al mondo che se avete l’occasione vi consiglio di visitare perché lasciano letteralmente senza fiato per la loro bellezza e la storia antica che racchiudono.

Deville ha intitolato questo suo romanzo-non romanzo del 2011 “Kampuchea”, cioè “Cambogia” in lingua Khmer, e attraversa la storia recente del paese, sconfinando anche in Laos e Vietnam, riavvolgendo i fili delle tappe che portarono i francesi ad appropriarsi dell’Indocina nell’Ottocento. Ripercorre anche il tracollo coloniale nel 1954, poi i conflitti ripetuti. Soprattutto il massacro, metodicamente organizzato e messo in pratica, di quasi due milioni di persone, ad opera dei Khmer rossi, che tra 1975-1979 distrussero un intero popolo e ogni influsso occidentale.

L’autore rimanda spesso agli avventurieri del passato; ne riassume gesta, scoperte ed errori, in una sorta di diario di viaggio documentatissimo, nel corso del quale ha raccolto anche preziose memorie e testimonianze di reduci, poliziotti, sopravvissuti.

Ricerche e reportage che documentano pure il processo a Kang Kei Iev, detto Duch,

uno dei 5 leader dei Khmer Rossi. Personaggio tra i più spietati e forieri di morte, direttore dell’S-21, il luogo di tortura e orrore all’ennesima potenza. Viene processato e nel 2010 condannato a 35 anni di prigionia per crimini contro l’umanità.

Proprio come fece Conrad prima di lui, Deville si avventura nel cuore di tenebra dell’Indocina che attraversa in lungo e in largo anche risalendo il fiume storico Mekong.

 

 

Sebastian Barry “Mille lune” -Einaudi- euro 19,00

E’ decisamente un West rivisitato in chiave moderna quello dello scrittore irlandese Sebastian Barry che racconta la storia di due soldati gay che adottano un’orfana lakota, e l’idea di questa trama in ambiente western ha un’origine particolare.

Infatti tutto è partito da una rivelazione che le fece il nonno prima di morire circa 50 anni fa; dunque una gestazione di quasi mezzo secolo nella mente dell’autore irlandese. L’antenato gli disse che il suo bis-zio aveva preso parte al genocidio degli indiani; e a Sebastian venne spontaneo interrogarsi su come un irlandese fosse finito dall’altra parte del mondo, nel lontano West e a contribuire al terribile genocidio dei nativi americani.

Per scrivere questo libro Barry ha compiuto un’approfondita e puntigliosa ricerca documentandosi su oltre 150 libri a tema western; solo allora ha collocato il suo racconto all’interno di una dolorosa pagina di storia.

Protagonista è la piccola indiana lakota Ojinjintka (nella sua lingua di origine significa “rosa”), ha avuto un’infanzia serena, cresciuta con amore dalla madre coraggiosissima e famosa tra la sua gente.

Poi sono arrivati i soldati e hanno sterminato tutti gli indiani del villaggio: «Per loro non eravamo niente……e mi domando cosa vuol dire quando un altro popolo decide che vali così poco che può solo ammazzarti».

Su questo si interroga la bimba, unica superstite del massacro in cui ha visto morire tutta la sua famiglia. E questa è la tranche del suo passato.

Poi si apre il suo futuro. Fondamentale è l’incontro con gli ex soldati Thomas McNulthy e John Cole che la adottano e amano, anche perché dice lei: «..ero la figlia di niente». Ed ecco la sua seconda vita con il nome di Winona.

Cresce protetta dall’amore di Thomas e John, al riparo dalle brutture che toccano agli indiani e alle persone di colore nel Tennessee nel 1870, dove la portano i suoi salvatori creando una famiglia arcobaleno.

Lavora con successo e soddisfazioni come contabile nello studio di un avvocato; mentre sul versante sentimentale viene corteggiata dal commesso Jas Jonski che vorrebbe sposarla. Winona tentenna indecisa e intanto va avanti con la sua vita, ma un’altra tragedia è all’orizzonte. Viene brutalmente aggredita e violentata; e man mano che la nebbia del trauma si dirada riesce a mettere a fuoco il volto del colpevole e ad agire di conseguenza.

 

 

Tracy Rees “Casa Silvermoor” -Neri Pozza- euro 19,00

Inghilterra, Yorkshire, estate 1897, contea di Grindley che vive grazie alla miniera di carbone diventata il destino dei suoi abitanti, e a volte perdono la vita nel profondo delle gallerie senza aria. Tommy Green è all’ultimo giorno di scuola: intelligente, brillante, lo studente migliore che emerge sulla classe di ignorantelli e sogna un futuro diverso, lontano dalla miniera. Oppure una parentela con il conte Sedgewick di Casa Silvermoor, sua lussuosissima magione; non per un sogno di agi e ricchezze, quanto piuttosto per la possibilità di viaggiare ed avere una vita lontana dall’estrazione del carbone.

Invece il suo sembra un destino ormai segnato come quello degli avi, tutti consumati dal lavoro in miniera. Anche lui allo scoccare dei 14 anni dovrà abbandonare gli amati studi per scavare carbone nelle viscere della terra.

Pure Josie Westgate è figlia di un minatore del paese di Arden, da sempre in rivalità con Grindley. I padroni della miniera di Arden, i conti Berridge, sono decisamente più avidi e spietati dei Sedgewick, e le condizioni di vita dei concittadini di Josie sono pessime. La sua stessa famiglia ne fa le spese. In più lei non ha vita facile tra le mura domestiche, vessata dai continui rimproveri della madre, che propende invece per i figli maschi.

Intorno al 1898-99 i due ragazzi si incontrano, Josie ha 13 anni e coglie subito la tristezza che ammanta Tracy. Il romanzo alterna le narrazioni in prima persona dei due ragazzi, e la Rees mantiene un ritmo costante, dimostrando una grande attenzione nel ricostruire contesti storici e culturali di quel periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento. Notevoli le sue descrizioni dell’ambiente e del paesaggio, nonché della durissima vita dei minatori inglesi. E non manca una certa suspense abilmente orchestrata con lievi tocchi gotici.

 

Ferito con un collo di bottiglia durante una lite: 30 enne grave in rianimazione

Un trentenne, ferito gravemente, è stato trasportato  in codice rosso all’ospedale Maggiore della Carità di Novara, dove si trova in rianimazione, dopo essere stato colpito con un collo di bottiglia. L’episodio è avvenuto al culmine di una lite con un coetaneo. L’aggressore è stato fermato dalla polizia.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

Aeroporto a porte aperte per bimbi e famiglie

Aeroporto a Porte Aperte sta per tornare! Il 6 e il 7 maggio tutti i bambini e ragazzi dai 5 ai 18 anni potranno scoprire come funziona il nostro aeroporto insieme alle loro famiglie. Prenotazioni aperte da martedì 2 maggio. Scopri di più: https://bit.ly/43GVjA9
#TorinoAirport Space Festival

“Progetto Incroci” la Polizia aiuta gli studenti a percepire i rischi della vita quotidiana

Personale della Polizia Stradale di Torino, Specialità della Polizia di Stato, nell’ambito del “Progetto Incroci”su proposta formativa nata dalla sinergia tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e la Direzione Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria, delle Comunicazioni e per i Reparti Speciali della Polizia di Stato, giovedi 20 aprile ha trascorso alcune ore con le classi dell’Istituto di Istruzione superiore “Carlo Cattaneo” di Torino,che ha aderito all’iniziativa.

La proiezione di un filmato e lo svolgimento di specifici esercizi elaborati dal Dipartimento di psicologia della “SapienzaUniversità di Roma, sono stati importanti mezzi per interagire con gli studenti e riflettere sui pericoli che si possono correre nei viaggi “fisici e virtuali”: quelli sulla strada, in ambito ferroviario e quelli della rete.

Il Progetto Incroci, avviato dal corrente anno, vede impegnati 150 poliziotti appositamente formati per la diffusione dei contenuti ai giovani delle scuole secondarie di secondo grado su tutto il territorio nazionale.

Tale proposta formativa, a contenuto fortemente esperienziale, consente di soffermarsi su situazioni diverse, a far riconoscere ai giovani quei segnali che nascondono rischi di diversa natura e gravità e aiutarli a mettere in atto corrette strategie di difesa.

Al teatro Regio in scena mercoledì 26 e venerdì 28 aprile “La sposa dello zar”

Una delle opere principali di Nikolai Rimskij Korsakov nella prima esecuzione torinese

 

Sarà in scena mercoledì 26 e venerdì 28 aprile prossimi, alle ore 20, al Teatro Regio di Torino l’opera dal titolo “La sposa dello zar” o, nel titolo originale, “La fidanzata dello Zar”, di Nikolaj Rimskij Korsakov, per la prima volta a Torino in forma di concerto.

L’esecuzione è affidata a Valentin Uryupin, premiato interprete di musica slava e vincitore del Premio Internazionale di direzione d’Orchestra “Sir Georg Solti” di Francoforte. Salirà sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Regio, quest’ultimo istruito da Andrea Secchi.

L’opera verrà eseguita in lingua originale russa, con sopratitoli in italiano e in inglese.

Si tratta di un’opera in quattro atti molto avvincente, musicalmente trascinante, velatamente drammatica, con venature sinistre con le lotte al potere che si intrecciano alle vicende personali dei protagonisti.

La storia è immersa nella cultura russa del Cinquecento con un folclore espresso attraverso cori e canti popolari, accanto a una precisa direzione politica, che ha al suo vertice lo spietato Zar Ivan il Terribile.

Le vicende storiche rappresentano un personaggio a tutti gli effetti, sorgente del veleno che il potere inietta nella mente dei suoi sudditi, colti nella vita quotidiana alle porte di Mosca, verso la fine di quel secolo, il Cinquecento, in cui lo zar dominava il popolo con la paura e la repressione.

La prima rappresentazione assoluta avvenne a Mosca al Solodovnikov Teatr il 22 ottobre 1899.

Protagonista dell’opera è lo Zar Ivan il Terribile, vedovo e in cerca di una nuova moglie, la cui scelta cadrà sulla giovane Marfa, che ama un altro uomo, ma si piega alla volontà dello Zar e rinuncia, così, al suo amato.

“Considero quest’opera l’unica tragedia altamente “shakespeariana” dell’intera eredità di Rimskij -Korsakov, in cui le emozioni esplosive si completano reciprocamente con una struttura stellare.

Il compositore era al massimo della sua maestria e sappiamo che il processo di composizione ha richiesto meno di un’estate. La musica è passata attraverso di lui, in quanto egli era in sintonia con il libretto di Mej Tjumenev, nonostante sia stato scritto in una lingua piuttosto arcaica, capa e di creare, proprio per questo, un incredibile conflitto a più livelli. Il popolo compone, soleva affermare il compositore, e noi ci co tentiamo di elaborare.

Per tutte le recite serali, il pubblico ha la possibilità di degustare una cena a buffet nel Foyer del Torino. Si tratta di Opera Buffet, acquistabile online al costo di 27 euro o direttamente la sera dello spettacolo a trenta euro, presso le casse nel foyer d’ingresso.

Mara Martellotta