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Il Politecnico di Torino entra nel TOP 17% al mondo, vicino alle prime 250 posizioni

QS WORLD UNIVERSITY RANKINGS

In QS World University Rankings, una tra le più importanti classifiche universitarie al mondo, nell’edizione 2024 il Politecnico di Torino si posiziona tra i TOP 17% tra gli Atenei Internazionali, migliorando nettamente il risultato dell’edizione precedente in cui si collocava al TOP 23%. Il Politecnico di Torino si avvicina al TOP 250, scalando ben 73 posizioni dal precedente 325° posto e collocandosi al 252° posto a livello internazionale: un risultato che assume maggiore rilevanza, alla luce delle 97 nuove università entrate nel ranking che portano a oltre 1500 gli Atenei presenti in classifica.

Guardando il risultato raggiunto nei singoli indicatori, il 222° posto e le 14 posizioni scalate rafforzano la crescita dell’Ateneo in Citations per Facultyl’indicatore che esprime la valorizzazione delle citazioni ricevute dalle pubblicazioni scientifiche prodotte dalle ricercatrici e dai ricercatori del Politecnico.

Fondamento di QS World University Rankings è Academic Reputation, l’indicatore che valuta le università sulla base della reputazione che essi hanno in ambito accademico internazionale: il Politecnico di Torino migliora la 232 posizione della scorsa edizione, portandosi al 225° posto a livello mondiale, risultando 8° tra le Università italiane. L’Employer Reputation, che misura l’opinione dei datori di lavoro sulla preparazione di Laureati del Politecnico, vede il nostro Ateneo mantenere il TOP 200 con la 194° posizione mondiale, che corrisponde al 2° posto a livello nazionale.

Il Politecnico, inoltre, migliora lo score in International Students, con cui si valuta la capacità di attrarre di studenti internazionali, che consente di migliorare di 18 posti il risultato ottenuto in QS 2023 e portarsi al 313° posto al mondo e al secondo in Italia La qualità della produzione scientifica, già trattata prima, viene sottolineata anche dal nuovo indicatore International Research Network – IRN, che misura il tasso di citazioni ottenuto da pubblicazioni con coautori internazionali, e in cui il Politecnico entra al 313° posto a livello mondiale, 16° in Italia.

In QS World University Rankings 2024 viene introdotto anche un nuovo indicatore che misura l’impatto sociale e ambientale, dove l’Ateneo si posiziona tra i TOP 10 Atenei italiani, 263° al mondo.

 

“L’eccellente performance raggiunta in QS World University Rankings 2024 premia gli sforzi finalizzati a  garantire l’elevata qualità della didattica, della ricerca e della terza missione del Politecnico – afferma il Rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco – Il risultato di oggi ci spinge a proseguire con le politiche e le strategie di crescita poste in essere in questi anni, al fine di continuare a rendere il nostro Ateneo attrattivo verso studenti, ricercatori e stakeholders che gravitano attorno al mondo accademico, e sempre attento all’impatto sul sistema socio-economico e ambientale, tema centrale del Piano Strategico dell’Ateneo”

The Hot Dogs. Giocando tra il soul, lo swing, il rock’n’roll

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

Mercoledì 28 giugno, ore 21.30

The Hot Dogs

Giocando tra il soul, lo swing, il rock’n’roll e il funk di mostri sacri della musica nera come Ray Charles, James Brown, Etta James e Wilson Pickett, gli Hot Dogs saltano tra le colonne sonore di American Graffiti e Blues Brothers e rivisitazioni di brani pop di oggi in chiave rhythm & blues.

The Hot Dogs è un progetto che nasce a Torino nel 2014 ispirato alle band che facevano sudare nelle piste da ballo degli anni ’40, ’50 e ’60. Professionisti nel settore musicale, i membri della formazione arrivano da molteplici esperienze e realtà: Bluebeaters, Africa Unite, Statuto, Bandakadabra, The Chicless, The Fonz e Soulful Orchestra.

Mercoledì 28 giugno

The Hot Dogs

Sugar Nanny, voce

Fiorella Coppola, voce e tamburello

Tiziano Di Sansa, sassofono tenore

Gianluca Cato Senatore, basso

Paolo Tondat, chitarra

Matteo Tommaso Pagliardi, batteria

Ora di inizio: 21.30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

Sport, approvato il piano triennale

Un dato: con 8,6 milioni di euro nel 2023, agli impianti sportivi piemontesi “sono state destinate le risorse più alte degli ultimi decenni, a fine mandato avremo investito su questo capitolo oltre 20 milioni”, ha dichiarato l’assessore Fabrizio Ricca.

Il provvedimento definisce le politiche strategiche e le linee d’indirizzo prioritarie in attuazione della legge 23/2020. Prevede, tra l’altro, misure per l’efficientamento energetico e il completamento degli impianti esistenti, nuovi impianti in aree carenti o a vocazione turistica e il recupero e la ristrutturazione di impianti di eccellenza destinati a gare di livello nazionale e internazionale.
Per quanto riguarda la promozione sono previsti interventi che incentivino lo sport per tutti, progetti a favore dei soggetti con disabilità e per la valorizzazione degli sport tradizionali e delle società storiche piemontesi.

Diego Sarno (Pd) ha affermato “che si evince una scelta sui contributi regionali: alla crescita generale sui fondi dello sport, si sottovalutano le esigenze degli Enti di promozione sportiva, stanziando pochi fondi a loro favore”.

Sono intervenuti anche Sarah Disabato (M5s), Francesca Frediani (M4o-Up), Alessandra Biletta (Fi) e Federico Perugini (Lega) che ha risposto a Sarno affermando che “i 599mila euro destinati agli Enti di promozione sportiva sono 599mila più dello zero che aveva stanziato la Giunta precedente”.

Sacchetti Deliveroo con il messaggio “Con te. Sempre” di Enpa

Deliveroo la piattaforma leader dell’online food delivery è al fianco di ENPA, l’Ente Nazionale Protezione Animali, per una campagna di sensibilizzazione sul tema dell’abbandono degli animali. 5.000 sacchetti per la consegna del cibo con il messaggio “Con te. Sempre” di Enpa saranno distribuiti dai ristoranti a Torino, Roma, Genova e Verona aderenti all’iniziativa.

Credem punta su Torino

  • Inaugurata la nuova sede dell’istituto all’interno di Villa Frassati, edificio di grande pregio storico ed artistico che è stato completamente ristrutturato;

 

  • obiettivo di tale nuova apertura è confermare la strategia di forti investimenti sul territorio, in particolare nelle aree ad elevato potenziale come Torino.

 

Credem, la più solida banca commerciale in Europa(*), ha inaugurato nei giorni scorsi la nuova sede di Torino all’interno di Villa Frassati, edificio di grande pregio storico ed artistico in corso Trento angolo corso Galileo Ferraris. L’istituto ha avviato nei mesi scorsi un’importante opera di ristrutturazione della villa, realizzata nel 1916 dal celebre ingegnere ed architetto piemontese Giuseppe Momo (1875- 1940). L’edificio è inoltre legato alla memoria di Piergiorgio Frassati (1901-1925), beatificato nel 1990 da Giovanni Paolo II.

 

Per Credem, l’obiettivo di tale nuova apertura è confermare la strategia di forti investimenti sul territorio, in particolare nelle aree ad elevato potenziale come Torino, in cui la banca conta ad oggi 13 mila clienti, 65 tra dipendenti, consulenti ed agenti finanziari, 700 milioni di euro di patrimoni dei clienti depositati presso l’istituto e 750 milioni di euro di prestiti alla clientela.

 

La nuova sede, che si sviluppa in tutti i 1.400 metri quadrati dell’edificio suddivisi su tre piani, ospita una filiale della banca con sportello automatico operativo 24 ore al giorno, gli uffici dei professionisti dedicati alle imprese, dei consulenti finanziari e delle società Credemleasing e Credemfactor.

 

L’edificio è stato inaugurato nei giorni scorsi con un evento a cui hanno partecipato oltre 200 persone, che ha visto l’intervento del Presidente di Credem Lucio Igino Zanon di Valgiurata che ha commentato: “sono particolarmente orgoglioso di poter inaugurare questa nuova prestigiosa sede in quella che è anche la mia città ed a cui sono particolarmente legato. Torino ed il Piemonte hanno sempre rappresentato per Credem delle aree molto importanti, con un vivace tessuto economico ed imprenditoriale e questo importante investimento ne è la dimostrazione. Abbiamo scelto di ristrutturare Villa Frassati per restituire alla città un luogo rilevante dal punto di vista architettonico e storico, poiché siamo convinti che sia nostro dovere anche valorizzare il patrimonio artistico e culturale dei territori in cui operiamo a beneficio di tutta la comunità”.

 

Il Gruppo Credem, inoltre, è attivo a Torino e provincia con cinque tra filiali centri finanziari e 40 professionisti di Credem Euromobiliare Private Banking, banca del gruppo focalizzata sulla gestione dei grandi patrimoni, tre uffici e 12 agenti finanziari di Avvera specializzata nei mutui e nel credito al consumo per i privati.

 

L’edificio che ospita la nuova sede di Credem, Villa Frassati, testimonia nelle forme architettoniche, sapientemente ideate da Giuseppe Momo, il ritorno all’eclettismo neobarocco degli anni dieci del Novecento. Figura di notevole rilievo nell’architettura dei primi quarant’anni del “secolo breve”, Momo realizzò numerose opere a Torino ed in Piemonte, ma soprattutto a Roma dove, su committenza di papa Pio XI, contribuì alla trasformazione architettonica della Città del Vaticano all’indomani dei Patti Lateranensi. La sua opera più nota è la monumentale scala a doppia spirale elicoidale ideata per i Musei Vaticani e inaugurata nel 1932. Costruita nel 1916, Villa Frassati è connotata da un elegante giardino interno e si ispira, nelle forme sinuose, all’architettura del barocco piemontese: splendido è soprattutto lo scalone, che nelle forme morbide preannuncia già l’effetto ottenuto da Momo nel progetto per i Musei Vaticani. Oltre al pregio architettonico, l’edificio ha anche un alto valore storico e simbolico, perché è stata la dimora della famiglia del beato Giorgio Frassati, come ricorda una targa posta all’ingresso dell’edificio su Corso Ferraris. La famiglia era illustre: la madre, Adelaide Ametis, pittrice molto apprezzata, espose le sue opere anche alla Biennale di Venezia. Il padre, Alfredo, fu il fondatore e il direttore del quotidiano La Stampa. Il beato Frassati, morto giovanissimo, è noto per il suo impegno per i poveri e le classi più disagiate della società, ma anche per la sua intensa attività all’interno dei giovani dell’Azione Cattolica, dei quali è oggi patrono. Le sue reliquie sono custodite nel Duomo di Torino.

(*) Credem è risultato l’istituto più solido a livello europeo tra le banche commerciali ed il migliore in Italia in base alla pubblicazione dei dati relativi ai requisiti patrimoniali (SREP) diffusi dalle banche rilevanti vigilate direttamente dall’autorità di Francoforte. Il requisito preso in considerazione è il Pillar 2 Requirement (P2R) che per il Gruppo Credem è pari all’1,0%, parametro migliore in Italia ed al primo posto in Europa tra le banche commerciali all’interno del panel di istituti vigilati direttamente da Francoforte che hanno dato il consenso alla pubblicazione dei dati in forma aggregata, disponibile al seguente LINK. Vedi anche i comunicati stampa Il Gruppo Credem si conferma tra le migliori banche vigilate da BCE per solidità patrimoniale e Credem si conferma la più solida banca commerciale in Europa.

“I have a dream”, la collettiva di Spazio 44

Presso la galleria d’arte nel cuore di Torino, fino al 14 luglio

Venerdì 30 giugno prossimo alla galleria Spazio 44, in via Maria Vittoria 44, alle 18.30 si terrà il vernissage della mostra collettiva “I Have a dream”, aperta fino al 14 luglio prossimo.

La galleria d’arte torinese Spazio 44 promuove talenti e realtà emergenti supportando e divulgando il loro lavoro e favorendo la circolazione di idee e dialogo tra artisti e cultori intorno alle tematiche più diverse.

Questo è lo spirito da cui nasce la mostra collettiva di arte contemporanea “I Have a dream”.

Tutto parte dalla riflessione “Era consapevole il reverendo Martin Luther King di incidere le sue parole nel marmo vivo della storia? Sì. Lo era. Quel 28 agosto del 1963, al termine della marcia per i diritti civili, quando pronunciò il suo discorso davanti al Lincoln Memorial di Washington era consapevole di aver inciso con parole che avrebbero lasciato il segno: “Sono felice di unirmi a voi in questa che passerà alla Storia come la più grande dimostrazione per la libertà nella storia nel nostro Paese”.

Dal 28 agosto 1963 l’espressione I have a dream” è diventata un’icona universale.

In un discorso di diciassette minuti ha scolpito la potenza del suo messaggio “Io ho un sogno che i i miei quattro figli piccoli vivano un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle. Ho un sogno. Oggi”.

Dall’antichità a oggi il sogno è stato inteso sotto mille sfaccettature e molteplici significati, divenendo molto caro alla letteratura e all’arte. Nel mondo dell’arte classica non è raro ritrovare sculture e affreschi che rappresentino le divinità ninfe o scene mitologiche, che hanno per soggetto il sonno, il sogno, inteso come molle abbandono all’ebbrezza, all’eros, o come sforzo rigenerativo e profetico. Gli episodi mitologici sono numerosissimi, come le splendide testimonianze che dal passato affollano i siti archeologici e i musei del mondo.

L’immagine onirica è anche legata all’ambito biblico o a un evento storico. Chiese e cappelle sono spesso arricchite di narrazioni bibliche dove non mancano citazioni di sogni premonitori e annunci angelici. Nel Settecento, con l’avvento dell’Illuminismo, la rappresentazione del sogno iniziò ad acquisire un nuovo linguaggio, il sogno non era più un elemento solo benevolo, ma vi si inserì il germe del dubbio, dell’incubo che il sogno può proiettare.

Alla fine dell’Ottocento gli studi del neurologo e psicoanalista austriaco Sigmund Freud influenzarono anche il mondo dell’arte e della letteratura. Artisti simbolisti e surrealisti trassero ispirazioni dalle Sue teorie e fondamentale rimaneva il saggio dal titolo “L’interpretazione dei sogni “. L’artista Salvator Dalí nei suoi dipinti creò gli archetipi della trasposizione sulla tela del mondo onirico, incarnando alla perfezione le teorie del surrealismo. L’incontro tra l’artista catalano e Freud rafforzò le sue conoscenze sul mondo dei sogni.

Moltissime sue opere sono dettate dall’inconscio e ispirate a sogni e incubi realizzati dall’artista, che dipinge i frutti mostruosi della mente in chiave simbolica. Un tecnica proposta da Salvator Dalí era quella di fare un breve pisolino con una pesante chiave in mano, che sarebbe caduta dalla mano dell’artista svegliandolo nel momento in cui i suoi sogni erano ancora chiari e vividi.

In questo modo le visioni che si erano materializzare nel sonno sarebbero rimaste facilmente registrabili e, quindi, traducibili in un’opera d’arte autentica e originale. In tempi più recenti psicoanalisti, psicologi e consulenti hanno dato suggerimenti su come ottenere dall’inconscio l’ispirazione artistica.

Secondo William Shakespeare gli “uomini sono fatti della stessa sostanza dei sogni e nello spazio di un sogno è racchiusa la nostra breve vita”.

Con questa mostra collettiva Spazio 44 ha appurato che i sogni influenzano la creatività di ciascuno di noi e questa collettiva si pone come obiettivo quello di aiutare gli artisti a produrre opere d’arte a partire dall’arte onirica, guidandoli a identificare i simboli più vividi del sogno e a esplorare le immagini più potenti, incoraggiandoli a sperimentare nuove tecniche artistiche e nuovi mezzi, diversi da quelli solitamente praticati, in modo tale da superare i blocchi creativi e trovare un nuovo modo di lavorare.

Mara Martellotta

 

Gli artisti coinvolti con i loro sogni sono

Antonello Alessandro

Bichescu Mariana

Cerquetti Lorella

Coniglio Giorgia

Costi Susi

Gattoli Flavia

La Mensa Vincenzo

Moauro Sabina

Nicolis Albino

Trento Franco

Venti Gioia

Virvar

Zamitt Lewis Mario

 

Ospiti

Claudia Converso

Giani Rosanna

 

Galleria d’arte Spazio 44.

Via Maria Vittoria 44

Tel 0115690068

Cell 3473091631

www.spazio-44.it

 

“Quel che ancor non sai tu lo imparerai Solo qui fra le mie braccia”

Music Tales, la rubrica musicale 

“Nei quartieri dove il sole del buon Dio

Non dà i suoi raggi

Ha già troppi impegni per scaldar la gente

D’altri paraggi

Una bimba canta la canzone antica

Della donnaccia

Quel che ancor non sai tu lo imparerai

Solo qui fra le mie braccia”

Siamo in tema “cantautorale”, e si parla di Fabrizio De Andrè.

Genovese, morto nel 1999, è stato un cantautore italiano.

Considerato uno dei più importanti, influenti e innovativi cantautori italiani, è conosciuto anche con l’appellativo di Faber che gli dette l’amico Paolo Villaggio, con riferimento alla sua predilezione per i pastelli e le matite della Faber-Castell, oltre che per l’assonanza con il suo nome, e talvolta come “il cantautore degli emarginati” o il “poeta degli sconfitti”.

In quasi quarant’anni di attività artistica, De André ha inciso quattordici album in studio, più alcune canzoni pubblicate solo come singoli e poi riedite in antologie. Molte sue canzoni raccontano storie di emarginati, ribelli e prostitute, e alcune per il loro valore poetico sono accolte da antologie scolastiche già dai primi anni settanta. I testi hanno meritato a De André l’elogio del poeta Mario Luzi.

Insieme a Bruno Lauzi, Gino Paoli, Umberto Bindi e Luigi Tenco, è uno degli esponenti della cosiddetta scuola genovese, un nucleo di artisti che rinnovò profondamente la musica leggera italiana.  È l’artista con il maggior numero di riconoscimenti da parte del Club Tenco, con sei Targhe e un Premio Tenco. Nel 1997 gli venne conferito il Premio Lunezia per il valore musical-letterario del brano Smisurata preghiera.

A ritmo di mazurca, De André, con “città vecchia” racconta frammenti di vita di quello strano popolo dimenticato che vive presso le aree più malfamate della zona del porto di Genova, «nei quartieri dove il Sole del buon Dio non dà i suoi raggi». Si tratta di personaggi molto cari al cantautore ligure durante tutta la sua carriera artistica: vecchi alcolizzati che sfogano i loro dispiaceri nel vino, prostitute e loro clienti (che di giorno le insultano e di notte le frequentano spendendo tutti i loro risparmi), ladri, assassini e «il tipo strano, quello che ha venduto per tremila lire sua madre a un nano».

Per il titolo e il contenuto del brano, De André si ispirò a La città vecchia, celebre poesia di Umberto Saba ambientata nei malfamati vicoli della zona portuale di Trieste.

La canzone all’epoca fu anche parzialmente censurata.

“Il mondo intero è un quartiere.”

Buon ascolto

CHIARA DE CARLO

https://www.youtube.com/watch?v=cKBjwy25fkQ&ab_channel=FaberZenaFaber

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

Iren, PD Liguria: Presidente porto Genova nuovo ad? Subito chiarezza

Garibaldi: ‘Smentistica o si dimetta’

Genova – “Il presidente dell’Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, smentisca il suo interesse per la nomina ad amministratore delegato di Iren, così come da diversi giorni si legge sulla stampa locale. Oppure, se ha maturato la volontà di fare altro rispetto al presidente dell’Autorità portuale e commissario per la nuova Diga e Bucci è d’accordo, lo dica”. Così, all’agenzia Dire, il capogruppo del Partito democratico in consiglio regionale della Liguria, Luca Garibaldi. “L’unica cosa che non si può fare, con miliardi di euro di investimenti in campo, è continuare a veleggiare nel non detto e nell’incertezza”, aggiunge il dem.
Garibaldi ricorda che “per i patti parasociali tra i soci -Genova, Torino, Reggio Emilia- l’indicazione del nuovo amministratore delegato di Iren dovrebbe spettare al Comune di Genova. Uno dei nomi di cui si parla con maggiore insistenza è proprio quello di Signorini. La vicenda viene descritta come una partita di risiko, con l’ipotesi di un commissario all’Autorità Portuale (un altro): da una settimana nessuno degli interessati dice nulla, penso che sia necessario un segnale di chiarezza”.

Agenzia Dire 

Piemonte Latte: numeri eccezionali per fronteggiare le prossime sfide del settore

90 milioni di fatturato e 1,7 milioni di litri di latte raccolti nel 2022 sono il biglietto da visita della cooperativa, capace di innovare e collaborare

Sabato 24 giugno si è tenuta nella sede di Savigliano l’assemblea annuale di Piemonte Latte, un appuntamento fondamentale per tutti i soci della cooperativa che hanno così potuto conoscere e discutere i risultati raggiunti. Con un fatturato superiore ai 90 milioni di euro e una base solida di oltre 270 soci, Piemonte Latte si conferma un’eccellenza del settore lattiero-caseario.

Il bilancio della cooperativa riporta numeri da record, a riprova di un’annata eccezionale e di un lavoro importante svolto a supporto dei soci conferenti. Nonostante una crisi energetica senza precedenti, che ha determinato un aumento esponenziale di tutti i costi per gli allevatori, Piemonte Latte ha saputo rispondere alle molte sfide a fianco dei propri soci, raccogliendo nel 2022 circa 1,7 milioni di litri di latte e garantendo al mercato una fornitura costante di materia prima. L’assemblea ha inoltre deliberato un conguaglio sul latte conferito nel 2022 pari a circa 500.000 €.

I risultati rivelano anche un riconoscimento della qualità del latte della cooperativa da parte di chi si occupa della trasformazione. Un apprezzamento evidenziato nella prima edizione del Festival dei Formaggi Piemontesi, organizzato da ONAF, durante cui la cooperativa ha svolto un ruolo da protagonista, ospitando la prima giornata e collaborando attivamente all’evento. Evento che ha visto la partecipazione di molti caseifici che utilizzano proprio il latte di Piemonte Latte, alcuni dei quali sono stati premiati nella propria categoria come eccellenza del territorio.

L’assemblea dei soci è stata anche un’occasione per discutere delle sfide future. I primi mesi del 2023 hanno evidenziato una flessione dei consumi e un importazione crescente a livello nazionale di latte estero. Piemonte Latte, in risposta a questi cambiamenti, continua a investire per migliorare la filiera locale, incentivando gli sforzi dei propri soci nel garantirsi nuove certificazioni di benessere animale e promuovendo l’innovazione degli allevamenti attraverso il ricorso a energie rinnovabili, come energia solare e biogas. Investimenti nella sostenibilità che testimoniano lo sguardo della cooperativa al futuro del territorio e del settore.

Traguardi e sfide, a fronte dei quali il Presidente di Piemonte Latte, Roberto Morello, ha ribadito l’importanza della forma cooperativa dell’impresa, “un pilastro fondamentale che ci ha permesso di distinguerci e di raggiungere questi obiettivi”.

Morello ha dichiarato: “Attraverso l’unione delle nostre forze e l’impegno di ogni socio siamo riusciti a superare le difficoltà e a confermarci protagonisti del settore lattiero-caseario. Piemonte Latte è un esempio tangibile di come il lavoro di squadra e la condivisione delle conoscenze possano portare al successo duraturo. Siamo orgogliosi di rappresentare allevatori professionisti, donne e uomini che credono nei valori fondamentali della cooperazione e sanno adattarsi ai cambiamenti del mercato. Guardando avanti, siamo determinati a mantenere questa tradizione di eccellenza e a continuare a coltivare il nostro ruolo di punto di riferimento per il comparto”.

Scuderia Efferre: sfida a Castiglione Torinese, bene Lovazzano a Bubbio

Alla 10° edizione dello Slalom Bubbio – Cassinasco era presente Gabriele Lovazzano, su Peugeot 106, per lui è arrivata una 42° posizione assoluta e terzo di classe A1400. Il pilota piemontese è una abituale presenza di questa gara, che quest’anno è servita come messa a punto della vettura e test per il prossimo Rally Valli Oltrepo’ che si disputerà a Casteggio (PV) nel primo fine settimana di Agosto.

Però il prossimo importante appuntamento per la scuderia Efferre sarà per inizio Luglio al Rally di Castiglione Torinese, dove si presenta in forze.

Debutto sulla Renault Clio Rally 5 della Racing Garage per Nussio-Macsenti, che , tra gli altri, sfideranno i compagni di squadra, Saredi-Colombo, anche loro imnpegnati su Renault Clio Rally5.

A caccia della classe N2 rivedremo la Peugeot 106 di Castagna-Mingozzi, altri piloti a caccia del primato di classe e relativa qualifica per la finale CRZ saranno Robone-Bariani (Fiat 600 A0) e Bossuto-Bondì (Peugeot 106 RS). Presente anche la copilota Claudia Spagnolo, impegnata con Azzaretti su Citroen Saxo RSP.

Partecipazione di Fabio Vasta, per lui il Rally Coppa Valtellina, dovrà dettare le note a Ballardini su Mini RS.