- Prendere piena conoscenza delle criticità negli istituti detentivi piemontesi, che non si discostano dal trend nazionale. È stato questo lo scopo della seduta aperta del Consiglio regionale del Piemonte dedicata alle condizioni di lavoro della Polizia penitenziaria.
“Il Governo ha recentemente varato l’istituzione del medico penitenziario – ha spiegato Lina Di Domenico, vice capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria – è un risultato storico ma ci vorrà del tempo affinché queste figure professionali vengano materialmente inserite. Se la Regione facesse uno sforzo e ci sostenesse, anche col supporto di medici specialisti, aiuterebbe a snellire le procedure di concorso. Infatti sono in previsione dei concorsi pubblici per assunzioni di personale ma le procedure più lunghe sono quelle che riguardano le visite mediche previste. Sarà concluso entro quest’anno il concorso per 120 allievi commissari; ha avuto appena inizio il corso per 1.479 allievi agenti. È previsto entro quest’anno il concorso per 411 allievi viceispettori, il concorso per 1.758 allievi agenti (anche questa procedura sarà conclusa nel 2023). Inoltre, sappiamo che è stata prevista nella Finanziaria l’assunzione straordinaria di 1000 unità per il quadriennio 2023-2026. Infine, stiamo valutando l’introduzione delle body-cam: questo assicurerebbe di poter riprendere lo svolgimento di operazioni di polizia penitenziaria durante gli eventi critici che si realizzano negli istituti. Sarebbe a garanzia non solo del personale operante, ma anche del detenuto”.
La Regione può e ha intenzione di fare la sua parte come sta già facendo per fronteggiare la difficile situazione – ha rassicurato l’assessore al Lavoro nel suo primo intervento e in chiusura – sono già in corso interlocuzioni formali per capire come intervenire sul fronte della sanità e come riuscire a individuare degli spazi per la formazione di nuovi agenti di Polizia penitenziaria. La sanità penitenziaria, dopo essere stata avocata a un sistema nazionale ha fatto venire meno garanzie che toccano anche il detenuto, oggi in troppe situazioni si rischia che non sia così, e questo incrementa le criticità anche per la Polizia penitenziaria che poi deve gestire le situazioni, ha concluso.
In Piemonte solo nel 2022 ci sono state 31 aggressioni e 71 agenti sono rimasti feriti. Nel 2023 ci sono già stati 11 aggressioni e 12 agenti feriti. L’istituto di Torino “Lorusso e Cotugno” viene giudicato il carcere più complesso in Italia, e anche il minorile “Ferrante Aporti” non si sottrae alle problematiche.
Numeri e criticità evidenziate anche dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali.
Il segretario regionale del Sappe Vincente Santilli si è soffermato sulle carenze d’organico stimate in Italia in quattromila agenti, sui logoranti ritmi di lavoro e sulle aggressioni subite dai poliziotti: “È grave che il personale sia lasciato senza strumenti di difesa anche rispetto al disagio mentale, rischiando anche, in assenza di protocolli certi, di essere incriminato per tortura”.
Raffaele Tuttolomondo del Sinappe ha parlato di “situazione disastrosa nei tredici istituti del Piemonte, con turni doppi e carenza dei sottufficiali”.
Gerardo Romano dell’Osapp: “Dopo 42 anni veniamo finalmente ascoltati, la situazione è allo sfascio a causa di una disorganizzazione del sistema carcerario e per il silenzio della politica. Non ci sono punti di riferimento, molte carceri sono senza direttori e comandanti degli agenti, mancano anche in strutture come quella di Novara dove sono ristretti detenuti per reati di mafia”.
Vincenzo Ricchiuti segretario regionale aggiunto della Cisl-Fns: “C’è scarsità di mediatori culturali su una popolazione carceraria straniera che tocca il quaranta per cento. Nelle sole due Rems, a Bra e San Maurizio Canavese, i 38 posti non sono sufficienti per la popolazione carceraria piemontese con problemi psichiatrici. Si aggiunge la mancanza di medici e di presidi h24”.
Vanja Cecchini (Cgil-Fp) si è soffermata sulla dotazione organica che a livello nazionale dovrebbe ammontare a 2913 unità, ma in realtà si attesta a 2216: “Sono previste 3mila assunzioni a livello nazionale per il 2023-2024, ma andranno a solo a coprire i pensionamenti”.
Per Guido Pregnolato (Uspp) nei tredici istituti in Piemonte all’aumento dei carichi di lavoro si somma l’accorpamento dei servizi: “I disturbi psichici toccano il tredici per cento dei detenuti, abbiamo oltre 490 collutazioni”.
Marco Missimei (Uilpa) ha incentrato il suo intervento sulla sanità penitenziaria su cui la Regione ha competenza diretta: “Bisogna evitare di movimentare i detenuti, è la sanità che deve entrare in carcere e non viceversa per una questione di sicurezza pubblica”.
Nella seconda parte della mattinata si sono succeduti gli interventi dei gruppi politici.
Il capogruppo della Lega ha ribadito la necessità di ricorrere a strumenti come il taser per sedare detenuti aggressivi, e l’opportunità di far scontare le pene ai detenuti stranieri nei loro Paesi d’origine. Chiesto anche il supporto psicologico per gli agenti.
Il Gruppo misto M4o – Up ha ricordato che in Quarta commissione si sta affrontando da mesi l’attenzione sulla sanità carceraria, sottolineando che l’argomento va trattato in maniera lucida e completa, non omettendo di parlare anche dei sucidi e dei pestaggi che coinvolgono i detenuti, ai quali va garantita una vita dignitosa.
Il capogruppo di FdI ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno per rafforzare il monitoraggio psicologico dei detenuti e per potenziare gli organici degli agenti. Ha anche annunciato la mozione per prevedere lo svolgimento annuale del Consiglio regionale aperto su queste problematiche.
Per il Gruppo Moderati servono attenzione sanitaria per detenuti e percorsi di sostegno psicologico per gli agenti, che spesso soffrono di burn out. Ha annunciato l’ordine del giorno per stanziare risorse specifiche per chi vuole dare da lavorare a carcerati e per ampliare gli effetti della legge Smuraglia.
Per il Gruppo del Pd non è solo prioritario risolvere la mancanza del personale sociosanitario, ma bisogna riorganizzare e investire in progetti educativi per i detenuti, per la formazione continua degli agenti, per i quali è necessario l’aumento degli stipendi.
Per il M5s non si possono azzerare con un ordine del giorno le carenze strutturali delle carceri, ma bisogna assumersi l’impegno per monitorare maggiormente il fenomeno: “Nel dibattito odierno manca un rappresentante del Governo, direttamente competente”.
Il presidente della Quarta commissione ha infine ricordato che entro maggio termineranno le audizioni del gruppo di lavoro sui problemi della sanità penitenziaria, e che prima della pausa estiva sarà presentato un documento programmatico su possibili soluzioni.
Addio Olimpiadi invernali, niente gare a Torino
È in gravi condizioni, ricoverato al San Giovanni Bosco un addetto alla sicurezza dell’Eurospin in via Forlì a Torino. È stato accoltellato ieri sera nel tentativo di bloccare un rapinatore.
Grande successo per l’edizione zero del “Festival”, svoltasi in città nello scorso week end
Torino ha ampiamente superato la prova, allineandosi con i suoi “apartment gallery” (o “gallerie d’appartamento”), ai successi guadagnati, negli ultimi anni, in grandi metropoli occidentali come New York, Los Angeles, Londra e Berlino. L’edizione zero, sotto la Mole, di “Àprile – Festival delle case per l’arte” (con un bell’accento sulla “A” di “Àprile” per creare a bella posta un gioco di ironica confusione con il nome del mese e per sottolineare invece il concetto di “case a porte aperte”) si è infatti conclusa all’insegna di un successo andato oltre le più rosee aspettative. Festival indipendente, friendly, green e sostenibile, l’evento è stato progettato e realizzato grazie ad un assiduo lavoro di artisti, organizzatori e appassionati (aggregati in una sorta di informale associazione) e finanziato da un crowdfunding accessibile sulla piattaforma “Produzioni dal basso”:
https://www.produzionidalbasso.com/project/aprile-festival-delle-case-per-l-arte/
Sabato 15 e domenica 16 aprile, nelle due giornate dedicate alle arti figurative e performative, sette appartamenti privati hanno aperto gratuitamente le loro porte per accogliere cittadini e turisti appassionati d’arte nelle sue molteplici espressività. In soli due giorni si sono registrate più di 850 presenze complessive. L’“app Seetizen”– appositamente sviluppata per poter fruire al meglio della variegata offerta culturale – ha registrato 2320 connessioni, il programma del Festival è stato scaricato da 791 utenti, la “web page” con il crowdfunding dedicato è stata visitata da 734 potenziali sostenitori.
Il Festival ha coinvolto 23 artisti, 16 musicisti, 8 performer, 3 attrici offrendo più di 40 eventi, tutti gratuiti. Il bike tour per seguire le proposte del “Festival” ha registrato subito il sold out. Sei quartieri sono stati invasi da un’esplosione di creatività racchiusa nelle mura domestiche: Centro, Quadrilatero, Borgo Dora, Vanchiglia, San Donato e Parella. In soli 30 giorni di presenza su “Facebook” la pagina di “Àprile – Festival delle case per l’arte” ha raggiunto 36mila utenti, suscitando un notevole interesse soprattutto nelle donne tra i 25 e i 34 anni.
Tra il pubblico che ha affollato esposizioni, concerti e performance il più giovane partecipante aveva 9 mesi mentre il più anziano 92 anni, proveniente dal Regno Unito.
“Àprile – Festival delle case per l’arte” ha creato “una rete di reti, una costellazione di esperienze – sostengono gli organizzatori – che, a partire dallo spazio quotidiano, la casa, ha offerto modalità alternative di vivere, fruire e abitare l’arte”.
Esperimento dunque da non mettere in soffitta. Anzi! Da implementare, con il sostegno magari delle più blasonate Istituzioni cittadine. Mentre, intanto, “ i lavori – promettono gli organizzatori – per l’edizione 2024 sono già, e con entusiasmo, iniziati!”
- m.
Nelle foto:
– “Àprile – Casa Mercanti”, via de Lellis 30
– “Àprile – Casa Museo Zonarosato”, via Exilles 84
RITRATTI TORINESI
Presidente della Giunta regionale piemontese dal 1995 al 2005, appassionato di ciclismo tanto da essere eletto presidente della Lega del Ciclismo Professionistico e, dal novembre 2019, Presidente del Museo del Cinema di Torino: Enzo Ghigo – torinese doc classe 1953 – è uno dei piemontesi più riconosciuti e apprezzati in Italia.
La sua ultima carica è proprio il segno della stima per il lavoro svolto per la Regione Piemonte. Grazie al suo intervento, il Museo dei Cinema ha registrato un boom di ingressi, facendolo schizzare tra le attrattive più visitate in Italia. Per questo abbiamo voluto sapere quali siano state le strategie usate e anche qualche curiosità sulla sua precedente carriera da politico.
Dagli ultimi report turistici, il Museo del Cinema di Torino ha superato- per indice di gradimento dei visitatori (90,9%)- il Museo Egizio e attrattive nazionali come il Colosseo e l’Arena di Verona. Come avete fatto a raggiungere questi risultati?
Le ragioni non sono ascrivibili ad un’unica considerazione, ma ad una molteplicità di fattori: un ruolo chiave è stato giocato dai festival e dalle masterclass. Quest’ultime hanno coinvolto degli artisti internazionali, come Tim Roth, Christopher Nolan e Kevin Spacey. Grazie, soprattutto, a quest’ultimo le televisioni di tutto il mondo hanno parlato del Museo e, di conseguenza, hanno avvicinato molti turisti alla Mole. Il Museo ha saputo modificare la sua immagine, facendone salire il gradimento.
Si nota anche dal numero di visitatori in costante crescita, come registrano i dati di gennaio 2023.
Il trend è estremamente positivo, anche nei primi giorni di aprile. Poi ci sarà la mostra di Tim Burton, che ci permetterà di raggiungere ottimi risultati anche nell’ultima parte dell’anno. Dopo il Covid si è registrato un forte incremento dei visitatori nei musei, dato che è in contrasto con quelli dei cinema: i visitatori ricercano un’esperienza unica, mentre sono meno interessati a vivere un’esperienza visiva in modo differente. Stiamo lavorando anche su questo aspetto ed io faccio il tifo affinché il pubblico torni in sala.
Quali sono, alla luce di questi successi, i prossimi obiettivi?
E’ questa la vera scommessa. Stiamo pensando al nuovo allestimento del Museo che è un’impresa davvero interessante, perché il fatto di essere ospitati all’interno della Mole, è sicuramente un’ottima garanzia. Prima di tutto vogliamo lavorare sull’aspetto tecnologico, in quanto-a differenza di un museo tradizionale- raccontiamo un’arte che è ancora in evoluzione. Vogliamo dare voce a quello che piace al pubblico di oggi e alle nuove generazioni. Un progetto del genere richiederà almeno 4 o 5 anni.
Le mostre hanno avuto sempre una grande importanza per il Museo. Qual è stata quella di maggior successo?
Probabilmente sarà quella dedicata a Tim Burton che, pur avendo un pubblico molto ben connotato, ha interpretato molti generi e piacerà a tipologie differenti di spettatori. Ci sarà anche una sezione dedicato alla serie “Mercoledì” e questo sarà un aspetto unico perché nella medesima mostra in Malesia non era presente.
La Mole è la sede del Museo del cinema. Ma qual è il legame personale che ha con questo monumento simbolo?
Io sono nata a febbraio del 1953 e mia madre mi raccontava che mentre era in giro con me nei miei primi mesi di vita era caduta la guglia della Mole. Anche quando nel 2000, con la Giunta di cui ero allora Presidente, decidemmo di trasferire la sede del Museo qui e questa si rivelò un’ottima scelta.
Ha fatto riferimento al suo precedente mandato da Presidente della Regione Piemonte. Quali sono le differenze rispetto all’attuale mandato?
Sicuramente le responsabilità. Prima avevo una gestione molto più “ampia” anche solo in termini territoriali, mentre qui lo spazio d’azione è circoscritto. Sicuramente l’esperienza precedente mi ha lasciato molto perchè grazie a quel ruolo, spero, di poter svolgere al meglio questo.
Il Cinema è diventato, dal 2019, al centro del suo lavoro. Ma quali sono i suoi film del cuore?
Posso dirle che il film italiano che mi ha particolarmente colpito è il capolavoro di Fellini “Amarcord”, mentre a livello internazionale mi è piaciuto molto “Il grande Lebowski” per la particolarità della trama.
Valeria Rombolà
***
Ha partecipato alla realizzazione del progetto editoriale
Accadde oggi
È il caso di scriverlo”altri tempi” ma il 18 aprile del 1990,poco prima dei mondiali di calcio Italia ’90, è una giornata storica per il calcio italiano con ben quattro nostre squadre italiane finaliste nelle coppe europee. In Coppa dei Campioni il Milan vola in finale dopo aver eliminato il Bayern Monaco:la squadra di Berlusconi vincerà la coppa battendo il Benfica in finale.
In Coppa delle Coppe la Sampdoria va in finale battendo il Monaco;i blucerchiati vinceranno poi la coppa con i gol di uno strepitoso Vialli.
In Coppa Uefa le semifinali sono una sfida Italo tedesca con la Juve che batte il Colonia e la Fiorentina che supera il Werder Brema.
Finale tutta italiana con in bianconeri che superano i viola e conquistano la coppa.
Enzo Grassano
Sognare la vita fantasticando
In corso Galileo Ferraris a Torino una donna ha minacciato di gettarsi dal nono piano dopo essere salita sul cornicione di un palazzo. Il marito è riuscito a fermarla fino all’arrivo della polizia. Poi un vicino di casa ha aperto il balcone comunicante con la casa della coppia, per consentire agli agenti di raggiungere la donna. I poliziotti hanno dovuto sfondare un vetro e due di loro hanno riportato delle ferite. Fortunatamente sono riusciti a convincere la donna a non lasciarsi cadere nel vuoto.