ilTorinese

Ruffino (Azione): L’Italia dei sindaci insegna al governo

L’Italia dei sindaci, dei corpi intermedi, delle associazioni, rimane la più grande risorsa della democrazia. Il governo spende parole, alcune insultanti come quelle sull’etnia, ma l’Italia positiva e concreta opera e agisce, Bravo il sindaco Nardella, che ha subito trasmesso alla ministra Bernini una mappatura degli edifici pubblici dismessi da rendere disponibili. Ottima la disponibilità di Confagricoltura di Milano, Lodi e Brianza pronta ad accogliere studenti universitari con affitti “a prezzo calmierato” o addirittura ospitarli in cambio di prestazioni di lavoro.

     A un governo che si affanna sul presidenzialismo e su altre riforme che mai vedranno la luce, c’è un’Italia della concretezza che cerca risposte rapide e pratiche al problema del caro affitti. Voglio credere che altri sindaci, penso al nostro di Torino, si attiveranno sulla scorta di quanto fatto da Nardella a Firenze. E altre associazioni vorranno imitare Confagricoltura per dare subito un aiuto concreto ai giovani che studiano. Perché non soltanto sono costretti a emigrare una volta laureati, adesso rischiano anche di non poter più studiare per mancanza di alloggi. La presidente Meloni si occupi di trovare risposte ai problemi dell’oggi anziché vendere illusioni sul presidenzialismo che mai vedrà la luce come lei ben sa

Casa d’Aste Sant’Agostino, compleanni da leggenda: Porsche 911 e Rolex Daytona

Martedì 16 maggio prossimo, alle 18, presso la Casa d’Aste Sant’Agostino, in corso Tassoni 56, a Torino, si terrà l’incontro “Compleanni da leggenda. Sessanta anni di Porsche 911 e Rolex Daytona”.

L’incontro ha come obiettivo quello di rendere omaggio al sessantesimo anniversario di due icone, rispettivamente del mondo dell’automobilismo, come la Porsche 911, e di quello dell’orologeria, come il Rolex Cosmograph Daytona.

Il responsabile del dipartimento di automobili della casa d’aste farà un’introduzione sulla nascita dei due modelli, avvenuta lo stesso anno, il 1963. Metterà in luce il particolare legame presente tra il Rolex e il mondo delle corse automobilistiche e il circuito di Daytona.

Quindi ci parlerà dei sessant’anni di evoluzione del modello Porsche 911, il modello più longevo della storia dell’automobilismo. Si soffermerà sui diversi progetti che si sono succeduti nel tempo, con attenzione alle versioni più sportive e alle soluzioni tecnico innovative portate sul mercato.

Il collezionista Piero Monticone, ex pilota e dealer, parlerà della sua esperienza con la 911.

L’incontro sarà l’occasione per interrogarsi sul futuro della PORSCHE 911, per quanto riguarda la guida autonoma, la propulsione elettrica e l’impiego del modello in pista.

Christian Figazza, esperto di orologi, esporrà l’evoluzione del celebre Rolex Daytona, passando in rassegna le undici referenze realizzate dal 1963 ad oggi e il passaggio dal calibro manuale a quello automatico. Si tratta di una pietra miliare nella storia del collezionismo degli orologi.

Infine interverrà il genio creativo Marco Mavilla che con il suo Ingenieux ha fuso in un modello due esempi eccezionali dell’orologeria, il Patek Nautilus e l’Audamars Piquet Royal Oak.

L’incontro vuole concentrarsi sui nuovi trend del collezionismo per individuare i modelli più redditizi sul mercato internazionale.

La partecipazione è gratuita e subordinata all’iscrizione.

MARA MARTELLOTTA

Torino tra architettura e pittura. Filippo Juvarra

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Torino tra architettura e pittura

1 Guarino Guarini (1624-1683)
2 Filippo Juvarra (1678-1736)
3 Alessandro Antonelli (1798-1888)
4 Pietro Fenoglio (1865-1927)
5 Giacomo Balla (1871-1958)
6 Felice Casorati (1883-1963)
7 I Sei di Torino
8 Alighiero Boetti (1940-1994)
9 Giuseppe Penone (1947-)
10 Mario Merz (1925-2003)

1) Filippo Juvarra

Stiamo lentamente avanzando verso la primavera, le giornate si fanno poco a poco più luminose e più tiepide e la natura che ci circonda presto inizierà a sgranchirsi, intorpidita dal lungo sonno invernale. Non rimane che incrociare le dita e sperare che l’arrivo della bella stagione porti con sé anche la possibilità di fare qualche passeggiata in più, anche se muniti ovviamente di mascherina, outfit ormai egualmente essenziale e indispensabile. Nella speranza che questi pensieri possano trasformarsi in realtà, mi piace immaginare di poter organizzare un’uscita didattica con i miei studenti alla scoperta delle bellezze barocche di Torino; ribadisco infatti il concetto che l’arte vada insegnata nel modo più concreto possibile, invitando i ragazzi a guardare le architetture dal vivo -nel limite del possibile ovviamente- e non solo sulle pagine dei libri o attraverso la LIM, convincendoli a toccare colori e materiali, e se anche se ci si sporca un po’ non è un problema. È così che mi piacerebbe poter spiegare alle mie classi il “Barocco”, portando i ragazzi a passeggiare per le vie del centro, fermandoci a commentare e a chiacchierare tra piazza Castello e Piazza Vittorio, desidererei poterli condurre alla Palazzina di Caccia di Stupinigi o alla Basilica di Superga, rendendo loro lo studio un’esperienza concreta e trasformando delle nozioni prettamente storico-artistiche in un autentico ricordo di vita.

Sono consapevole di quanto sia utopico il mio pensiero, non solo per la drammatica situazione pandemica che pone ovvi divieti e limitazioni alle nostre abitudini quotidiane, ma anche perché il tempo scolastico pare trascorrere a ritmi insostenibili, le lezioni si susseguono e le ore non sono mai abbastanza per stare al passo con i programmi ministeriali. Non mi dilungo poi su quanto sia diventato complicato a livello burocratico organizzare attività sia dentro che fuori le aule.
Facciamo un gioco, facciamo finta che quanto appena premesso non sia del tutto vero, e fingiamo di poter organizzare un tour della Torino barocca. Prima di tutto occorre mettere in evidenza la personalità che più di tutte ha contribuito alla trasformazione dell’aspetto del capoluogo piemontese, si tratta di Filippo Juvarra, nato a Messina in una famiglia di orafi e cesellatori, è stato scenografo, disegnatore e architetto, la sua formazione è stata decisamente “pratica”, volta a migliorare le qualità tecniche artigianali.
Filippo Juvarra, (1678-1736), arriva a Torino nei primi anni del Settecento. Quando l’architetto messinese mette piede nel territorio si trova circondato da cantieri, lavori di ammodernamento e di ristrutturazione urbanistica, tutti interventi volti a rendere la città esteticamente degna del ruolo di capitale che le era stato decretato da Emanuele Filiberto nel 1563. In questo senso era risultato essenziale il contributo di Guarino Guarini, al servizio dei Savoia a partire dalla seconda metà del Seicento; all’architetto si deve infatti l’edificazione di vari edifici, tra cui la chiesa di San Lorenzo e la realizzazione della Cappella della Sacra Sindone.

E’ tuttavia con Juvarra che la città acquista effettivamente un nuovo aspetto, degno delle idee innovative che investono il Settecento.
Nel 1714 Vittorio Amedeo II di Savoia chiama a suo servizio l’artchitetto siciliano e lo nomina “primo architetto del re”, grazie a questo titolo Juvarra ottiene immediata visibilità all’interno dell’ambiente artistico e la sua ben più che meritata fama viene riconosciuta in poco tempo anche in territori stranieri. Egli infatti intraprende molti viaggi durante la sua vita, lavorando in Austria, Portogallo, Londra, Parigi e Madrid, città in cui morì improvvisamente nel 1736.
La sua formazione avviene prevalentemente a Roma, dove frequenta lo studio di Carlo Fontana e ha l’occasione di studiare dal vivo le opere classiche, rinascimentali e barocche, soffermandosi soprattutto sugli esempi di Michelangelo, come attestano i numerosi schizzi sui quali era solito appuntare le sue osservazioni. A Roma Juvarra esordisce anche in qualità di scenografo, come attestano i fondali che egli realizza per il teatrino del cardinale Ottoboni, al cui circolo arcadico era strettamente legato. I fogli juvarriani del periodo romano evidenziano i suoi molteplici interessi: progetti per architetture e apparati effimeri, capricci scenografici e vedute equiparabili a quelle del Vanvitelli, con cui in effetti Juvarra era entrato in contatto.
Juvarra esercita la sua opera come architetto soprattutto in Piemonte, più precisamente a Torino e dintorni. Egli non solo progetta chiese e residenze reali ma si occupa anche di riorganizzare interi quartieri periferici; lavora sullo spazio urbano e si conforma ai dettami dell’urbanistica torinese, riuscendo tuttavia a creare nuovi punti focali, quali i “Quartieri Militari” nei pressi di porta Susa, la facciata principale di Palazzo Madama (che di conseguenza rinnova anche l’aspetto di Piazza Castello), le chiese di San Filippo Neri, Sant’Agnese del Carmine, e, soprattutto, la Basilica di Superga, che si erge sulla collina e determina un nuovo confine visivo della città. Decisamente degni di nota sono anche i suoi interventi extraurbani, come dimostrano i nuclei architettonici nei pressi di Venaria, Rivoli e Stupinigi.

Tutte le sue costruzioni si inseriscono nell’ambiente in modo armonioso e studiato, ogni cantiere viene soprinteso con rigorosissimo controllo dallo steso architetto messinese; per ogni progetto egli recupera sapientemente il proprio ricco bagaglio culturale, riuscendo di volta in volta a riplasmare e innovare i modelli di riferimento in senso moderno e suggestivo, secondo una razionalità e una sensibilità del tutto settecentesche.
Continuiamo il gioco e immaginiamo di poterci fisicamente spostare per il territorio alla ricerca delle realizzazioni architettoniche di Juvarra. Partiamo da Palazzo Madama: per la ristrutturazione di tale edificio Juvarra parte da modelli francesi, (fronte posteriore di Versailles), e romani, (palazzo Barberini), e arriva però a una soluzione originale: conferisce unità alla parete grazie all’utilizzo di un unico ordine corinzio sopra l’alto basamento a bugnato piatto e sottolinea la zona centrale dell’ingresso con colonne aggettanti e lesene plasticamente decorate. Il palazzo, classicheggiante nella netta spartizione degli elementi, risulta settecentesco nelle ampie finestre attraverso le quali una ricca luce illumina adeguatamente i vani interni. Nella realizzazione dello scalone d’onore, opera unica nel suo genere, Juvarra fa invece affidamento alla sua esperienza teatrale: lo spazio che la gradinata marmorea occupa è uno spazio scenografico. La struttura si presenta di grande impatto visivo ma al contempo è calibrata e misurata, le decorazioni, segnate da delicati stucchi a forma di conchiglie e ghirlande floreali, aderiscono alla scalinata e si amalgamano all’architettura, rendendo più incisivo l’effetto della luce che trapassa le vetrate.

Immaginiamo ora di prendere un pullman e di allontanarci dei rumori della città. La nostra direzione è la verdeggiante collina torinese, dove ci aspetta uno dei simboli della città subalpina. La Basilica di Superga, edificata tra il 1717 e il 1731, svolge una duplice funzione, essa è sia mausoleo della famiglia Savoia, sia edificio celebrativo dedicato alla vittoria ottenuta contro l’esercito francese nel 1706. L’edificio svetta su un’altura, la posizione è tipica dei santuari tardobarocchi, soprattutto di area tedesca. L’impianto centralizzato con pronao ricorda il Pantheon, la cupola inquadrata da campanili borrominiani, invece, si ispira a Michelangelo. Nonostante i modelli di riferimento, sono del tutto assenti quelle tensioni tipiche del Buonarroti o dell’arte barocca: il nucleo centrale ottagonale si dilata nello spazio definito dal perimetro circolare del cilindro esterno, perno di tutto l’edificio; da qui si protendono con uguale lunghezza il pronao arioso e le due ali simmetriche su cui si innestano i campanili. Quest’ultima parte è in realtà la facciata del monastero addossato alla chiesa che su uno dei lati corti fa corpo con essa. L’edificio si estende nello spazio e asseconda l’andamento della collina, e diventa un nuovo e interessante punto di osservazione per chi si trova a guardare verso le alture torinesi.
Impossibile non ricordare la tragedia di Superga, avvenuta il 4 maggio 1949, alle ore 17.03, quando l’aereo su cui viaggiava il Grande Torino si schiantò contro il muraglione del terrapieno posteriore della Basilica, provocando trentuno vittime. Certi luoghi assorbono tristezza e per quanto siano architettonicamente belli, rimangono velati di malinconia e accoramento. Sempre rimanendo sul nostro iniziale filone dell’ipotetico tour scolastico, immagino che mi sarei allontanata dalla Basilica riferendo ai miei allievi una certa superstizione: meglio non visitare la chiesa in compagnia della propria metà, pare infatti che porti sfortuna alla coppietta innamorata.
Saliamo sul nostro pullman e dirigiamoci ora verso un’altra meta.

Nella Palazzina di Caccia di Stupinigi (1729-1733), troviamo un oscillamento tra la tradizione francese e la pianta italiana a forma di stella. Qui ritorna il motivo della rotonda, ma da essa fuoriescono quattro bracci a formare una croce di sant’Andrea, schema su cui Juvarra medita fin dagli anni giovanili. Il nucleo centrale e centralizzato costituisce il punto focale di un disegno vasto e articolato: esso è preceduto da una corte d’onore dal perimetro mistilineo, che si innesta nell’ambiente naturale e per gradi conduce fino al palazzetto vero e proprio; lungo il perimetro della corte d’accesso si dispongono le costruzioni dedicate ai servizi. L’impianto del grande salone richiama precedenti illustri, ma il tutto è trasfigurato in senso rococò, grazie ai ricchi stucchi, alle elaborate pitture, agli arredi e al particolare cadere della luce sui dettagli preziosi delle decorazioni artistiche e artigianali. La muratura esterna è scandita da una successione di lesene piatte nettamente profilate. Tutta la struttura della Palazzina risulta raffinata e in studiato rapporto dialettico con la natura che la circonda; le numerose finestre che si trovano su tutto il perimetro contribuiscono a dare un senso di generale leggerezza, controbilanciando l’impatto visivo dato dalle dimensioni imponenti dell’edificio.
Siamo alla fine del nostro gioco immaginato e ci manca ancora una meta per terminare la lezione sul Barocco.

Le chiese juvarriane presentano soluzioni architettoniche originali, soprattutto la chiesa del Carmine (1732-1735), dove le alte gallerie aperte sopra le cappelle si rifanno ad uno stile nordico e medievale. In queso edificio (che si trova in via del Carmine angolo via Bligny) l’impianto tradizionale a navata unica con cappelle lungo i lati è rinnovato dalla riduzione del muro delimitante la navata a una ossatura essenziale di alti pilastri di ribattutta e dalla sapiente modulazione della luce che, piovendo dall’alto fra i pilastri, si diffonde nella navata e nelle cappelle. Lo storico dell’arte Cesare Brandi così descrive l’elaborata chiesa del Carmine: “L’invenzione appare così una felice contaminazione coll’architettura del teatro e aggiunge un segreto senso di festa e di leggerezza all’ardita struttura della chiesa che solo nella volta, appunto a somiglianza di un teatro, ha una superficie unita, e quasi un velario teso sugli arredi delle grandi pilastrate.”
Ecco, il tour fantastico è terminato, e così anche l’articolo che concretamente sto scrivendo: come nelle favole realtà e immaginazione si mescolano, si sovrappongono e si uniscono, in una sorta di “kuklos” che alla fine fa quadrare tutto.
D’altronde sognare è gratis. Per ora.

Alessia Cagnotto

“Parla con me” ha partecipato alla Fiera Macfrut e a Tuttofood

 Il format dedicato al settore agroalimentare, innovazione, tecnologia e territorio

 

Parla con me, il format dedicato al settore agroalimentare, all’innovazione, alla tecnologia e al territorio, condotto e ideato da Simona Riccio, Social Media Marketing Manager e Digital Strategist nel campo del settore agroalimentare, ha partecipato attivamente alla Fiera Macfrut, dedicata completamente al settore dell’ortofrutta, tenutasi a Rimini dal 3 al 5 maggio scorsi.

Durante la fiera Simona Riccio ha avuto l’opportunità di incontrare numerose figure di spicco del settore e di condividere con loro prospettive attuali e future nel campo del mercato dell’ortofrutta.

“È stato emozionante – spiega Simona Riccio – partecipare in prima linea all’inaugurazione con taglio del nastro in presenza di Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, Alessio Mammi, assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna, Cristiano Fini, presidente nazionale di Cia, e il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, nell’ambito di un evento condotto da Simona Ventura.

Un momento di grande rilievo è stato dedicato alla presentazione del libro “50 sfumature in cucina. Un lavoro a quattro mani”, scritto da Nuccia Alboni e Claudio Menconi, opera che offre uno sguardo approfondito sulle ricchezze culinarie e sull’arte del cucinare.

La presentazione del libro ha suscitato grande interesse tra gli ospiti e ha contribuito ad alimentare discussioni sulle tematiche enogastronomiche.

Simona Riccio è stata poi invitata a partecipare come relatrice all’evento dal titolo “I valori che contano italianità, territorialità e stagionalità” organizzato da Sipo Italia. Sono stati esplorati i valori fondamentali che caratterizzano il settore ortofrutticolo italiano, evidenziando l’importanza della territorialità, della stagionalità nella produzione e nel consumo dei prodotti ortofrutticoli di qualità. Simona Riccio ha fatto emergere l’importanza della comunicazione e della collaborazione tra i diversi anelli della filiera.

Durante la partecipazione a Macfrut 2023 Simona Riccio ha avuto il piacere anche di scoprire nuovi prodotti che rappresentano eccellenze italiane, come quelli provenienti dalla regione Calabria, partner della fiera.

La conoscenza di questi prodotti di alta qualità ha suscitato grande entusiasmo, contribuendo a promuovere l’importanza della valorizzazione delle eccellenze regionali nel settore agricolo.

Un aspetto significativo che ha interessato Simona Riccio in questa esperienza è stato il ritrovarsi con numerose socie dell’Associazione Donna Ortofrutta, augurando alla Presidente Carola Gullino un ottimo lavoro.

 

“Parla con me” ha partecipato alla kermesse Tuttofood, tenutasi a Milano Rho Fiera dal’8 all’11 maggio 

 

“Parla con me “, ha partecipato  inoltre attivamente alla kermesse Tuttofood, tenutasi a Milano Rho Fiera dall’8 all’11 maggio scorsi.

Durante la Fiera Simona Riccio ha partecipato all’inaugurazione in presenza di ospiti, tra i quali Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, Alessia Cappello, assessora allo sviluppo Economico e Politiche del Lavoro del Comune di Milano, Giampiero Maioli, Ceo di Credit Italia, Matteo Zoppas, presidente della Agenzia ICE, Maurizio Martina, vicedirettore generale del FAO Pacific e Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle foreste.

Durate la partecipazione a Tuttofood 2023, Simona Riccio ha avuto il piacere di incontrare molti professionisti del settore, conoscendo numerose aziende che rappresentano le eccellenze italiane.

Queste aziende hanno dimostrato l’importanza della comunicazione per il successo nel settore agroalimentare. Altrettanto determinante è, secondo Simona Riccio, continuare a collaborare con aziende capaci di comprendere l’importanza di raccontare le proprie storie, valorizzando le eccellenze italiane.

Presente alla Fiera anche l’onorevole Maria Chiara Gadda, prima firmataria della legge 166/16 antispreco e vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera, testimonial della trasmissione “Parlami di spreco” by Parla con me

 

MARA MARTELLOTTA

“Dialoghi sulla Memoria” all’interno del Salone Internazionale del Libro

 

Cinque incontri organizzati dal “Comitato Resistenza e Cosituzione” e dall’“Anpi”,

Da giovedì 18 a lunedì 22 maggio

Tatiana Bucci aveva solo 6 anni. La sorella Andra, 4. Originarie di Fiume, nel 1943 vissero sulla propria pelle il dramma della deportazione ad Auschwitz. Scambiate per gemelle, vennero tenute in vita per fungere da cavie per gli esperimenti medici condotti dal dottor Josef Mengele e vennero per questo risparmiate. Il 27 gennaio 1945, quando i sovietici arrivarono ad Auschwitz, erano in vita solo 650 bambini di varie nazionalità. Dei 776 bambini italiani di età inferiore ai 14 anni deportati nel campo di Auschwitz, ne sopravvivranno solo 25. Tra questi Tatiana e Andra. Oggi le sorelle Bucci sono fra i più importanti testimoni dello sterminio nazista e la loro storia l’hanno raccontata nel libro “Noi, bambine ad Auschwitz”, da cui è stata tratta la versione per ragazzi “Il baule dei segreti” e il film di animazione “La stella di Andra e Tati”.

Il 18 aprile scorso sono state anche fra gli accompagnatori del Presidente Mattarellanella sua visita ad Auschwitz. E anche di questo, insieme al dramma della “Shoa” e delle disumane brutture perpetrate dai nazisti in quei “luoghi dell’orrore” che furono i lager, Tatianaparlerà il prossimo giovedì 18 maggio, alle 14, in “Sala Oro”, nella giornata  di apertura della XXXV edizione (18 – 22 maggio; tema “Attraverso lo Specchio”) del “Salone Internazionale del Libro” di Torino. A dialogare con lei e a raccoglierne la testimonianza, in un incontro dal titolo “Testimoni allo Specchio”, sarà PIF (al secolo, Pierfrancesco Diliberto), volto noto e amato dal grande pubblico, regista, attore, conduttore televisivo e radiofonico, nonché scrittore, presente al “Salone” con il suo ultimo romanzo “La disperata ricerca d’amore di un povero idiota”. L’incontro (condotto dall’attrice e scrittrice Sara D’Amario) è il primo, per un totale di cinque tutti incentrati sul tema della “Memoria”, organizzati e promossi negli spazi del “Lingotto” – ampliati per la prima volta allo Spazio “Pista 500” – dal “Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte” e dall’“ANPI”. Spiegano, in proposito, Daniele Valle, vice presidente del “Consiglio Regionale”, e Nino Boeti, presidente dell’ “ANPI” torinese: “Siamo convinti che oggi per ‘fare Memoria’ non siano sufficienti le cerimonie di commemorazione in occasione delle date fondamentali del nostro calendario civile. Crediamo che si debba parlare di Resistenza e Costituzione anche adoperando modalità, formule e linguaggi in grado di arrivare alle nuove generazioni, che sono le più esposte ai tentativi di riscrittura e falsificazione della Storia, ai negazionismi vari, al ritorno di simboli e di parole neofasciste e antisemite”. In linea con queste parole anche gli altri quattro incontri. Sempre giovedì 18 maggio, alle 17,30, presso l’“Arena Piemonte” (Padiglione 2), Andrea Ripetta(curatore del volume “Le Pietre di inciampo. Gunter Demnig, Accademico d’onore”) e Michele Cella (“ANPI Novara”) si confronteranno, sul tema “Alla fine vince sempre l’oblio? Le ‘pietre d’inciampo’ e la forza delle microstorie”, con Anna Foa e Adachiara Zevi. Figlia di Vittorio e Lisa Giua, la prima ha di recente pubblicato, con Lucetta Scaraffia, il libro “Anime nere. Due donne e due destini nella Roma nazista”; la seconda – curatrice dal 2002 della “Biennale Internazionale Arte in Memoria” nei resti della Sinagoga di Ostia Antica e, dal 2010, del progetto “Memorie d’inciampo” – è autrice del volume “Monumenti per difetto. Dalle Fosse Ardeatine alle Pietre d’inciampo”.


“Valori che non mutano col scender della sera”
in ricordo di Adriano Bianchi (partigiano, politico, capogruppo della DC in Consiglio regionale, che nel 1978 non esitò a salire sul palco di piazza San Carlo per esprimere lo sdegno di una comunità intera, nel giorno del rapimento di Aldo Moro) sarà invece il tema su cui, venerdì 19 maggio, alle 15, in “Sala Argento”, si confronteranno lo storico Gianni Oliva e il costituzionalista ed ex Ministro della Salute Renato Balduzzi. A seguire, alle 17, sempre in “Sala Argento”, sarà poi lo storico Alessandro Barbero a confrontarsi – sul tema “Raccontare i luoghi della Memoria” – con il presidente della rete nazionale dei “Paesaggi della Memoria” Daniele Borioli, Tatiana Bucci e il presidente nazionale dell’“ANPI” Gianfranco Pagliarulo, autore del recente volume “Antifascismo adesso. Perché non è ancora finita”.

Infine, lunedì 22 maggio, alle 10,30, presso lo “Spazio Città di Torino”, Padiglione 1, è in programma l’incontro, organizzato in collaborazione con la “Città Metropolitana” di Torino, dal titolo: “Gli Istituti Storici Piemontesi e le giovani generazioni: quale dialogo?”

Gianni Milani

Nelle foto:

–       Tatiana e Andra Bucci, con il cugino Sergio De Simone, anch’egli deportato ad Auschwitz

–       “Testimoni allo specchio” – PIF e Tatiana Bucci

–       Anna Foa

 

Amiens e Jules Verne, il padre dei racconti di fantascienza

Ci ha fatto sognare a occhi aperti, viaggiare con la fantasia, accompagnandoci con le sue storie in fondo al mare, a bordo del Nautilus, in giro per il mondo per ottanta giorni o nel cosmo con un razzo verso la luna.

Jules Verne è stato un grande della letteratura negli anni della giovinezza e sostare davanti alla sua tomba nel cimitero di Amiens provoca una profonda emozione. Tra i cinque autori più tradotti al mondo, lo scrittore che di fatto inventò la letteratura di fantascienza con i suoi romanzi  era nato l’ 8 febbraio 1828 a Nantes, città portuale francese, e  morì di diabete all’età di 77 anni  il 24 marzo 1905 ad Amiens, in quello che un tempo era il capoluogo della Piccardia ed oggi del dipartimento della Somme. Il cimitero in cui riposano le sue spoglie mortali è quello della Madeleine, a nord-ovest della città, all’estremità occidentale de quartiere di Saint-Maurice.  Nel parco alberato di diciotto ettari colpisce la scultura realizzata da Albert Roze, intitolata Vers l’Immortalité et l’Eternelle Jeunesse (Verso l’Immortalità e l’Eterna Giovinezza) collocata due anni dopo la morte dello scrittore sulla sua lapide.

La statua, utilizzando la reale maschera di morte di Verne, ne rappresenta la figura che rompe la propria lapide emergendo dalla tomba con il braccio teso verso il cielo, simboleggiandone la resurrezione. Abbandonata prestissimo la carriera giuridica, dopo aver portato a termine gli studi di giurisprudenza, Verne frequentò a Parigi gli ambienti letterari, scrivendo testi per il teatro e svolgendo attività impiegatizie. Dal 1963, compiuti trentacinque anni, iniziò la carriera di scrittore che continuò fino alla morte e ancora dopo, con la pubblicazione postuma di molti suoi lavori: sessantadue romanzi e diciassette racconti. Il suo successo si dovette in gran parte all’editore Pierre-Jules Hetzel (nato a Chartres nel 1814 e morto a Montecarlo nel 1886, sepolto nel cimitero parigino di Montparnasse) il quale, dopo aver pubblicato proprio nel 1863 il primo volume di racconti Cinque settimane in pallone, propose a Verne un contratto ventennale  con l’impegno di pubblicarne tre all’anno, consentendo all’autore di abbandonare l’impiego di agente di cambio e dedicarsi completamente alle sue opere. Nel 1870, per meriti letterari, gli viene conferita la Lègion d’Honneur e viene nominato per due volte presidente dell’Académie des Sciences, des Lettres et des Arts.

Collaborò inoltre con la Societé de Géographie, alla redazione della Géographie Illustrée de la France. Il suo primo romanzo fu il Viaggio al centro della Terra (1864), dove accompagnò i protagonisti, attraverso il cratere di un vulcano spento, fino alle viscere del pianeta in cui viviamo. L’anno successivo, con Dalla Terra alla Luna, immaginò la conquista dello spazio con dei primi astronauti in orbita attorno al pallido astro lunare a bordo di un proiettile sparato da un enorme cannone. Una storia che trovò seguito cinque anni più tardi ( nel 1870) con la pubblicazione del romanzo Intorno alla Luna  dove si scoprirà che l’equipaggio, dopo aver osservato il nostro pianeta  dal cosmo, rientrerà nell’orbita terrestre grazie ai razzi di bordo terminando la sua corsa tra le onde dell’Oceano Pacifico, esattamente come accadde cent’anni dopo, nel luglio del 1969, con la missione spaziale statunitense dell’ Apollo 11 che portò i primi uomini sulla Luna, gli astronauti Neil Armstrong e Buzz Aldrin. Poco prima Verne aveva pubblicato l’avventura marinara de I figli del capitano Grant mentre è datato 1870 quello che per molti è stato il suo capolavoro, uno dei capisaldi della letteratura d’avventura: Ventimila leghe sotto i mari.

Un viaggio incredibile nel profondo degli abissi oceanici a bordo  del Nautilus, il sottomarino costruito e comandato dal capitano Nemo. La lunga serie dei suoi viaggi straordinari conta decine di titoli ma è utile ricordare anche la sfida de Il giro del mondo in ottanta giorni ( datato 1873), con  Phileas Fogg e il fedele domestico Passepartout, un viaggio verso est, in cui – tra continui colpi di scena impegnati nell’impresa di compiere il giro del globo avvalendosi di ogni possibile mezzo di trasporto, tra mille problemi, ostacoli e disavventure. Spulciando tra cronache e ricordi è interessante e curioso che, quando scrisse Parigi nel XX secolo ( era il 1863, ai tempi degli esordi) il testo venne rifiutato da Hetzel e si dovettero attendere 131 anni per vederlo pubblicato, nel 1994. Un pronipote dello scrittore aveva fatto aprire una vecchia cassaforte di cui si erano perdute le chiavi scoprendo il manoscritto dell’opera, che l’editore Hachette pubblicò, a dire il vero, con scarsa convinzione. In pochi giorni ne vennero vendute duecento mila copie, costringendo la prima casa editrice di Francia a ricredersi, prendendo atto dell’immutato fascino dei romanzi di Jules Verne. Nel centro di Amiens, al numero due di Rue Charles Dubois c’è la casa in cui Jules Verne visse per diciotto anni e che oggi, trasformata in museo, accoglie i visitatori svelando davanti ai loro occhi il fantastico mondo dello scrittore. Attraverso numerosi oggetti e documenti, si racconta la vita e le opere dello scrittore.

Costruita in mattoni rossi dal notaio Jean-Baptiste Gustave Riquier nel 1854 e conosciuta come la “casa della Torre”, fu la dimora di Jules Verne dal 1882 al 1900. Restaurata nel 2006 fa parte del circuito  delle case degli scrittori francesi aperte al pubblico. Dal piano terra alla soffitta, su quattro piani, attraverso arredi, libri e oggetti che hanno rappresentato alcune delle fonti d’ispirazione e i ricordi di Jules Verne, si respira l’atmosfera del tempo. Di grande interesse le carte geografiche, le mappe dei viaggi, alcuni dei giocattoli  e dei modellini realizzati dallo stesso Verne. Un’occasione straordinaria per fare un viaggio nel tempo, rinverdire ricordi delle letture giovanili e delle emozioni evocate dalle sue opere che facevano sognare avventure e sconfinamenti nel futuro. Forse risiede proprio in questa capacità di emozionare l’intramontabile fascino dei racconti e delle storie che il padre della fantascienza moderna ha saputo narrare a intere generazioni.

 Marco Travaglini

Mastri birrai on the Road a Ciriè

Ciriè – 3° Festival della birra artigianale piemontese 

Continua l’emozionante viaggio dei Mastri birrai on the Road che il prossimo fine settimana, 18-19-20-21 Maggio, saranno a dar lustro ad un comune importantissimo della città metropolitana di Torino: stiamo parlando di Ciriè, bandiera dell’Alto Canavese e perla di ingresso delle Valli di Lanzo. 

La carovana dei Sapori lascia il segno al suo passaggio, entrando nel cuore di migliaia di amanti dell’enogastronomia di livello. Un pubblico maturo e meravigliosamente ricettivo a questo tipo di manifestazione, in cui il gradimento per la ‘Street Culture’ portata nelle piazze, sta crescendo sempre più ad ogni appuntamento.

I fooders, i birrifici e microbirrifici artigianali, così come le località selezionate, sono scelte accuratamente dall’organizzazione, che punta a garantire solo il meglio alla propria community. E i followers Sapori dal Mondo ringraziano; d‘altro canto avere una ‘fan base’ di golosi in movimento, pronti a tutto per soddisfare a dovere il palato, è l’ingrediente principale di un evento di successo come questo. 

Info utili 

 • Dove: Corso Martiri della Libertà, Ciriè (TO) 

 • Quando: 18-19-20-21 Maggio 2023 

 • Ingresso gratuito 

 • Evento Facebook: https://fb.me/e/2ClsQ2cpW  

Costo dell’energia e difficoltà nel reperire personale frenano le imprese in Piemonte

 INDAGINE CONGIUNTURALE 2° TRIMESTRE 2023

 

Il saldo relativo all’acquisizione di nuovi ordini fa emergere la dinamica più pessimistica nel periodo, calando dal -5,55% al -8,16%

 

Giorgio Felici (Presidente di Confartigianato Piemonte): “Permangono  questioni che rappresentano una zavorra per le nostre aziende, come la continua difficoltà di reperimento del personale, le incertezze sull’evoluzione dei prezzi dell’energia e tutte le problematiche legate ai problemi idrici che hanno iniziato a manifestarsi e che peggioreranno a breve con l’arrivo dell’estate

Le previsioni circa l’andamento occupazionale rimangono stabili rispetto al precedente trimestre, con una leggera flessione verso il basso dal -2,02% al -2,09%.

Nonostante una leggera dinamica migliorativa nell’ipotesi di assunzione di apprendisti, il saldo rimane ampiamente negativo e passa da -18,82% a -17,36%.

Guardando alle previsioni di produzione totale vi è un’analoga variazione, con il dato che da -5,88% passa a -5,73%.

Il saldo relativo all’acquisizione di nuovi ordini fa invece emergere la dinamica più pessimistica nel periodo, calando dal -5,55% al -8,16%.

Le previsioni di carnet ordini sufficienti per meno di 1 mese passano da 34,96% al 34,20%; quelle di carnet da uno a tre mesi aumentano dal 41,01% al 43,75%; quelle di carnet superiore ai tre mesi diminuiscono dal 24,03% al 22,05%.

Le proiezioni di investimenti per ampliamenti calano dal 10,23% all’8,51%; quelle per sostituzioni diminuiscono dal 16,36% al 13,37%; infine, gli intervistati che non hanno programmato investimenti aumentano notevolmente, passando dal 73,41% al 78,13%.

Per quanto riguarda le previsioni di acquisizione di nuovi ordini per esportazioni, il miglioramento nella proiezione è quasi nullo, con il saldo che passa dal -30,93% al

-30,91%.

Infine, le stime di regolarità negli incassi aumentano leggermente dal 68,07% al 68,58%, le previsioni di ritardi negli incassi diminuiscono dal 31,09% al 31,08%, mentre le previsioni di anticipi negli incassi permangono vicine allo 0% del campione, passando dallo 0,84% allo 0,35%.

“Il secondo bimestre dell’anno – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – ha registrato valori che, seppur negativi, mostrano un miglioramento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Se consideriamo infatti che solo un anno fa era esplosa una crisi energetica con pochi precedenti nella storia recente, questa prima parte del 2023 deve ora rappresentare un punto di partenza per riuscire a capitalizzare i grandi sacrifici e sforzi messi in campo nel passato più recente”.

“Dopo anni in cui gli sforzi delle imprese sono stati orientati a combattere e resistere alla catastrofica situazione generata dalla pandemia prima e dal caro energia poi – continua Felici – finalmente si inizia a pensare a misure più di lungo periodo e non contingenti, come giustamente sottolineato dai rappresentanti del nostro sistema alla presentazione del Documento di Economia e Finanza in sede di Audizione presso le Commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato. Certo, su tutto continua ad essere prioritario un impegno profuso per accrescere la fiducia di imprese e famiglie, sostenendo gli investimenti delle imprese e accelerando il processo di innovazione e snellimento della burocrazia italiana”.

Permangono ovviamente delle questioni che rappresentano una zavorra per le nostre aziende, come la continua difficoltà di reperimento del personale, le incertezze sull’evoluzione dei prezzi dell’energia e tutte le problematiche legate ai problemi idrici che hanno iniziato a manifestarsi e che peggioreranno a breve con l’arrivo dell’estate. Pertanto – conclude Felici – è necessario intervenire con fermezza sulle problematiche che stanno rallentando l’attuazione del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, perché la continua posticipazione degli interventi abbassa significativamente l’impatto del Piano nell’immediato e nel prossimo futuro. Confartigianato Imprese Piemonte continuerà a lavorare quotidianamente per far sì che le istanze delle nostre imprese non rimangano inascoltate”.

L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte ha redatto la seconda indagine trimestrale 2023 utilizzando un questionario telematico rivolto ad un campione significativo di 2.250 imprese selezionate nei comparti di produzione e di servizi che rappresentano maggiormente l’artigianato della nostra regione.

 

Chieri cambia con la rigenerazione urbana

PROGETTI  FINANZIATI CON IL PNRR

COINVOLTI ANCHE GLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI

Approvati i progetti di fattibilità dell’area Scotti e dell’area Tabasso

A breve i bandi di gara di Città Metropolitana per le imprese edili

Un concorso di idee rivolto alle scuole superiori per la realizzazione di un logo

Il 6 giugno presentazione alla cittadinanza

 

 

Mercoledì 10 maggio la Giunta comunale ha approvato due delibere molto importanti per la Chieri del futuro. Si tratta dell’approvazione dei progetti di fattibilità tecnica ed economica relativi all’area dell’ex caserma Scotti e a una parte significativa dell’area dell’ex cotonificio Tabasso.

A breve la Città Metropolitana di Torino procederà alle gare di appalto rivolte alle imprese edili che potranno proporsi anche in raggruppamento temporaneo di imprese e professionisti.

Verranno così avviati i cantieri di due dei quattro progetti finanziati anche grazie ai fondi del PNRR. Infatti, sono già in corso di realizzazione gli interventi relativi al progetto PINQUA e a breve sarà terminato il PATCH-ParcoTessileCHierese.

I due progetti si inseriscono in un programma anche di politiche di partecipazione sociale, incentivando l’occupazione e l’imprenditorialità locale, con il coinvolgimento e il dialogo costante con la cittadinanza e tutti i soggetti interessati. Si tratta di aree di grande interesse perché facilmente raggiungibili in termini di tempo e di infrastrutture. Dal centro di  Torino e da Asti, ad esempio, si arriva in auto in circa trenta minuti.

«Il filo rosso che unisce gli interventi targati PNRR a Chieri, per un valore di circa 20 milioni di euro, è quello della “rigenerazione urbana – spiegano il Sindaco Alessandro SICCHIERO e l’assessora all’Edilizia, Rigenerazione della Città e Lavori pubblici Flavia BIANCHI – Pianificare la città riappropriandoci e rivivendo nuovamente gli spazi, con evidenti miglioramenti nella qualità della vita, con ricaduta nella sfera sociale, economica e ambientale e senza ulteriore consumo di suolo. La rigenerazione non è una semplice ristrutturazione. L’obiettivo è rendere la città più sostenibile e più a misura d’uomo, soprattutto considerando che gli spazi in oggetto sono ubicati in zone centrali della città, consegnando alle future generazioni una Chieri più inclusiva e più vivace».

 

Per questo motivo il «viaggio» di rigenerazione urbana è incominciato con un concorso di idee per la realizzazione del logo, e del relativo naming, che accomuni i quattro progetti di rigenerazione urbana. Al concorso hanno preso parte gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado di Chieri (Monti, Pascal e Vittone). «Affidare agli studenti la realizzazione del logo – dichiara l’assessora alla Comunicazione e all’Istruzione Antonella Giordano – ci è sembrato il modo migliore per informare e rendere partecipi i giovani di questi importanti progetti che sarà loro compito animare e rigenerare concretamente con le loro idee e il loro impegno».

Gli elaborati saranno valutati a fine maggio da una Commissione formata da autorevoli esperti di design, marketing, comunicazione e urbanistica.

Martedì 6 giugno, in Sala Conceria, al mattino si svolgerà la cerimonia di premiazione del concorso di idee, mentre nel pomeriggio è previsto un momento di presentazione dei progetti alla cittadinanza, alle associazioni, ai commercianti, agli imprenditori e a tutti gli stakeholder interessati alla loro realizzazione

Inoltre, venerdì 23 giugno PATCH-ParcoTessileCHierese ospiterà una delle 15 tappe nazionali della Campagna verso il Congresso Nazionale di Legambiente. Un grande riconoscimento al valore del progetto,  premiato anche dalla Compagnia di San Paolo, e alla scelta che l’Amministrazione ha fatto di trasformare in area verde un importantissimo sito nel cuore di Chieri che in passato invece era destinato a insediamenti edilizi.

 

AREA SCOTTI

La Caserma intitolata ad Emiliano Scotti è stata sede di depositi militari dal 1942 alla fine degli anni Novanta e usufruiva di uno speciale collegamento ferroviario tra la stazione di Chieri e i depositi.

Il progetto prevede di trasformarla in un “polo della socialità”, sede delle associazioni chieresi, immerso nel verde, in un vero e proprio parco in un’area centrale della città, facilmente raggiungibile da Torino grazie al SFM1. Il progetto riguarda il sociale ma anche l’intrattenimento (sarà realizzata una sala polifunzionale) e la ristorazione che sarà gestita da un soggetto del Terzo settore. L’intervento previsto è finalizzato anche alla riqualificazione energetica, rendendo autonomo il complesso, con la realizzazione di un impianto fotovoltaico sulla copertura dell’edificio.

L’importo totale del progetto, redatto dallo Studio MGA4 Mauro Bellora Giuliana Morisano Architetti Associati, ammonta a 5 milioni e 500mila euro di contributo ministeriale e 400mila euro di risorse comunali.

AREA TABASSO

L’ex Cotonifico Tabasso rappresenta un tassello importante per la storia della città di Chieri. Situata immediatamente in prossimità del centro storico, l’area ha ospitato uno dei maggiori stabilimenti produttivi del territorio, il cotonificio artigianale “Tabasso”, fondato da Felice Tabasso nel 1872. Negli anni di maggior sviluppo aveva superato i 300 addetti. Anche dal punto di vista architettonico ha rappresentato un pregevole esempio di architettura industriale con raffinate soluzioni di impiego del calcestruzzo armato. Il complesso si estende per un’area complessiva di circa 30.000 m2 su un terreno a forte pendenza, composto da diversi manufatti risalenti a epoche differenti. Attorno agli anni Ottanta l’azienda subì una lenta contrazione della produzione che portò al fallimento del cotonificio Tabasso S.p.a. nel 1995. Nel 1999 il Comune di Chieri acquistò il complesso

L’area ospita attualmente uno spazio culturale e di servizio di riferimento per la città, con la Biblioteca Nicolò e Paola Francone e l’Archivio Storico, gli Uffici delle Poste, il Centro per l’Impiego, il Punto Rete, il Caffè Letterario e spazi dati in uso ad alcune associazioni chieresi (Fondazione di Comunità Chierese, Associazione Area Bene Comune, Banca del Tempo, Amici della Biblioteca, Unitre, Compagnia della Chiocciola, Centro antiviolenza, Orchestra e Coro Musica Manens). Oggi, accanto agli edifici già trasformati, rimangono ancora vasti spazi, alcuni dei quali vengono già utilizzati per eventi socio-culturali e di intrattenimento.

Il progetto di recupero dell’ampia parte ancora in disuso è stato redatto dallo Studio di Architettura Artom e Zanotti. Per la dimensione e le caratteristiche si configura come un vero e proprio progetto di rigenerazione urbana di ampio respiro, che permette di sfruttare al meglio le potenzialità dell’area e di attirare anche investimenti privati

Gli interventi interesseranno l’intero polo ex industriale, ma in tempi diversi.

Si realizzeranno subito spazi espositivi per attività culturali, spazi sociali e per l’integrazione giovanile, spazi per coworking, foresteria, punto di esposizione e degustazione di prodotti dell’enogastronomia del territorio.

Gli interventi successivi, per i quali si cercheranno finanziamenti, prevedono spazi per eventi di intrattenimento e cultura con auditorium e sale, sedi per attività innovative e per la formazione con presenza anche di attività commerciali. Sul tetto a shed originale si prevede un ampio sviluppo di impianti fotovoltaici.

Al momento la Città si è aggiudicata un contributo PNRR di 7.900.000  euro a cui si aggiungono 2.100.000 euro di risorse comunali.

 

PATCH-PArcoTessileCHierese

PA.T.CH., acronimo che in italiano significa “pezza”, è un parco urbano, un’area verde di 10mila metri quadrati, con spazi attrezzati per il gioco e lo sport, che collegherà il Parco dell’area Caselli con il Parco Tepice del Pellegrino. Il sito ospitava in passato l’edificio della ex scuola Angelo Mosso.  Il progetto del PATCH-PArcoTessileCHierese, opera degli architetti Marco Maccagno e Cristina Cassavia, riqualifica a parco pubblico un’area degradata e va ad eliminare un vuoto urbano. Il nome rievoca anche la memoria storica del luogo richiamando l’importanza della città di Chieri per l’arte del tessile, nota a livello europeo fin dal Medioevo soprattutto grazie alla produzione del fustagno e alla coltivazione dell’Isactis tinctoria L., meglio conosciuta come Gualdo, le cui foglie imprimevano alle stoffe la particolare colorazione azzurra tipica del jeans.

L’investimento complessivo è di 850.000 euro di cui 320.000  sono stati finanziati dalla Compagnia di San Paolo.

 

PINQUA

È un progetto del Ministero per le Infrastrutture e la Mobilità Sostenibili, con l’obiettivo di riqualificare i centri urbani, ridurre il disagio abitativo e favorire l’inclusione sociale. Il macro-progetto prevede:

– la riqualificazione delle facciate del complesso di Via Monti con artwork, del piano pilotis e dell’area verde e sportiva di Via Monti, il tutto allo scopo di rafforzare l’inclusione sociale dei residenti;

– la riqualificazione degli spazi esterni di alcune scuole della città e l’implementazione delle dotazioni digitali e informatiche (Oscar Levi, Quarini, Borgo Venezia, Cucciolo);

– il recupero di un’area comunale oggi a gerbido, per realizzare un giardino, “bidirezionale”, a disposizione delle scuole di Borgo Venezia durante l’orario scolastico, e fruibile da bimbi e ragazzi del quartiere nel resto della giornata;

– la Ciclabile di Via Lombroso e il recupero della palazzina ex Veterinari (di interesse storico, sia sotto il profilo architettonico  sia sotto quello sociale) dove verrà realizzata la cosiddetta Casa Ponte alla Cittadella del Volontariato, ovvero una “casa” per sostenere ed accompagnare il percorso di autonomia di persone disabili dalla propria famiglia di origine.

La rilevanza strategica del progetto consiste nel mettere a sistema le diverse progettualità della zona: sociale, urbanistica, culturale, scolastica.

Basket. Al via i Playoff di Serie A2!

Si alza il sipario sui Playoff di Serie A2: per la Reale Mutua Torino l’avversaria dei quarti di finale è l’Urania Milano, che affronterà in una serie al meglio delle cinque partite. Gara 1 è in programma lunedì 15 maggio, con palla a due alle 20.30, al Pala Gianni Asti di Torino.

 

GLI AVVERSARI – La squadra milanese, allenata da coach Davide Villa, ha chiuso la stagione regolare al decimo posto nella classifica di Serie A2. Nelle due partite giocate in campionato 1-1 il risultato: vittoria per la Reale Mutua nella gara di andata a Milano, mentre fu l’Urania ad imporsi nella gara del Pala Gianni Asti.

Miglior realizzatore dell’Urania è Giddy Potts, che in campionato ha viaggiato a 15.8 punti di media con il 36%da tre punti.

Il roster completo: https://bit.ly/3pvAS9U

 

DICHIARAZIONI – 

Franco Ciani (Allenatore): “Ci attende una serie difficile quanto interessante. Le due serie centrali, tra cui la nostra, sono quelle di maggior interesse per equilibrio. Con Milano in regular season abbiamo dato vita a due partite strane dove in entrambi gli incontri la squadra che ha vinto non era quella che aveva controllato per gran parte dei 40 minuti. Sarà quindi una serie estremamente interessante, combattuta, tra due squadre che giocano in modo diverso. Ci aspettiamo alta intensità, alto ritmo e in generale un bello spettacolo per il pubblico”.

 

INFO UTILI – Si gioca lunedì 15 maggio, con palla a due alle ore 20.30, agli ordini dei signori Andrea Masi, Gian Lorenzo Miniati e Daniele Yang Yao.

L’incontro sarà raccontato con aggiornamenti in tempo reale sui profili Facebook (www.facebook.com/BasketTorinoOfficial) e Instagram (@basket_torino) di Basket Torino. La gara sarà in diretta su LNP Pass.