ilTorinese

Ianno’: “Discarica abusiva in via Passo Buole”

Torino – “Rumenta, pattume, immondizia di ogni genere e forse, anche rifiuti speciali hanno trovato casa tra via Passo Buole e corso Caio Plinio, precisamente vicino al centro sociale El Paso e nei pressi della ex bocciofila.

Una grande discarica dove è stato abbandonato materiale di risulta di cantiere e sicuramente qualcuno che ha ristrutturato uno stabile, ha pensato che fosse sicuramente più comodo abbandonare il tutto, senza andare in discarica.

I cittadini lamentano di un via vai di furgoni, che indisturbati hanno tagliato la rete di recinzione e depositato ogni sorta di rifiuti.

Amministrazione qualcuno vi ha segnalato la situazione della discarica e pensate di chiudere la recinzione e prendere provvedimenti?

E’ mai possibile che ogni volta bisogna presentare un’interpellanza su problematiche che potrebbero essere risolte in breve tempo?”

Pino Ianno’

Libero Pensiero

Pd: Pronto soccorso ai privati non è la soluzione

ROSSI-GALLO (PD)

 “Le dichiarazioni dell’assessore Icardi che aprirebbero alla gestione dei pronto soccorso da parte di strutture private confermano, ancora una volta, la vera natura della destra che vede nella privatizzazione del sistema sanitario l’unica soluzione dei problemi della sanità” dichiarano il Vicepresidente della Commissione sanità e Segretario regionale Pd Domenico Rossi e il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“La Giunta di centrodestra, fin dal suo insediamento – proseguono i consiglieri Dem – ha dimostrato chiaramente uno scarso interesse a investire sul potenziamento della sanità pubblica che, invece, dovrebbe essere valorizzata e ridisegnata, adeguandola alle esigenze e ai bisogni di cura dei cittadini… la proposta relativa ai pronto soccorso è l’ennesimo segnale”.

Eppure le azioni da mettere in campo per superare il problema del sovraffollamento sono sotto gli occhi di tutti. “Per decongestionare i reparti di emergenza urgenza è necessario facilitare l’uscita dal pronto soccorso e diminuire gli accessi impropri. Da un lato occorre aumentare i posti letto all’interno dei reparti di degenza, come ha più volte evidenziato anche dai sindacati, dall’altro investire davvero nelle Case di Comunità facendo in modo che ci sia personale per consentire un’apertura prolungata, 7 giorni su 7. Così molti degli accessi impropri al pronto soccorso, a partire dai codici bianchi, potrebbero trovare una risposta adeguata” rilanciano Rossi Gallo.

“Non va dimenticato, infine, che non basta l’insegna ‘Pronto Soccorso’ a garantire ai cittadini risposte adeguate. I punti di emergenza dovrebbero essere collocati in strutture in grado di far fronte ad ogni patologia ed imprevisto. Garanzie che sono assicurate negli ospedali pubblici grazie ai reparti, le dotazioni e il personale” concludono i rappresentanti dem, sottolineando che “la pandemia non ha insegnato nulla. Di fronte all’emergenza, solo il pubblico garantisce davvero tutti senza discriminare sulla base del reddito e della possibilità di pagare. E’ questo il sistema che va salvaguardato”.

Mary, dolce Mary. E gli “orchi” di casa / “Facce da scuola” 7

COSA SUCCEDE(VA) IN CITTA’

Quarant’anni fa, a Vallette … I “migliori” anni della mia scuola

 

Gianni Milani

Mary sorrideva poco. Non rideva mai. Erano soprattutto i suoi occhi azzurri, due azzurre richieste d’aiuto nel volto pallido e paffuto incorniciato da riccioli biondi lasciati liberi di vagolare senza troppa cura, a raccontare agli altri qualche briciola di serenità. Mai di gioia. Mai di felicità. Mary, anni ’80, la incontrai e fu mia allieva nell’allora succursale della “Levi” (oggi succursale del Professionale “Beccari”), in via Parenzo – corso Molise, fra quei palazzoni tutti uguali e ognuno per sé, sulla linea di confine fra le “nuove” Vallette e il più antico borgo di Lucento. Per tutti e tre  gli anni delle Medie fu affiancata e seguita da un’insegnante d’appoggio. Tempi lunghi d’apprendimento, difficoltà a seguire con attenzione le lezioni: questo (più o meno) dicevano di lei, le aride note dello scolastico burocratese. Avrei, avremmo poi tutti capito il perché di quella situazione. Ancora oggi penso spesso a quella dolce ragazzina dai riccioli biondi e dagli occhioni azzurri, sempre caparbiamente tristi. Anche nello sforzo, raro in verità, di un sorriso che sembrava partire per caso, quasi per farti un piacere. E che durava pochissimi secondi. Allora, anche per lei, sembrava aprirsi una fetta di cielo azzurro, di paradiso o meglio di non inferno. Poi tutto ritornava nel buio dell’inutilità e della tristezza, nella solitudine e nelle paure di giorni neri e tutti tragicamente uguali. Marchiati a fuoco dalla crudeltà degli uomini. Negati all’infanzia, all’amore inutilmente cercato (forse preteso con urla sotterranee, mai fatte affiorare e gridate al cielo), a quell’amicizia e comprensione neanche più desiderate e, anzi, sfuggite per un senso di vergogna che era invece infima miseria d’altri. Di chi a lei, piccolo angelo, avrebbe dovuto regalare a piene mani affetto, protezione, coccole e carezze e gioia e puri giochi d’infanzia. E non l’inferno chiamato “casa”. Era lì il segreto che martoriava la dolce Mary. Segreto di cui venni a conoscenza, qualche anno dopo, con la spietata crudezza della notizia di cronaca. E ne fui travolto, come da un treno in piena corsa. Di botto. Senza il tempo di scansarmi. Senza il tempo delle domande, dei perché, dei se l’avessi intuito e dei  ma potevo intuirlo? Non ricordo la sua mamma. A chiedere notizie di lei a scuola venivano spesso il padre e il fratello, un ragazzone alto e grosso che dimostrava – lui come il babbo – di tenerci per davvero a che Mary, attraverso la scuola, potesse raggiungere quel grado di istruzione che ad entrambi non era stato dato, quasi certamente, di guadagnare. E, proprio per questo, non lesinavano rimbrotti alla piccola, “colpevole” di scarsi progressi e di poco impegno sul piano della scolarità. Già … scarsi progressi e poco impegno. Compiti assegnati e non fatti. Libri di rado aperti e, ancor meno, studiati. Interrogazioni mute.

Le mani intrecciate dinanzi al grembo, in posizione di preghiera. O di autodifesa (lo immaginai più tardi), il viso a terra, nessuna volontà di avanzare qualsivoglia giustificazione. Che, pure, c’era, cara dolce Mary, e grande come una casa. Impensabile allora, ma uscita allo scoperto dopo anni, quando qualcuno (un’assistente sociale forse o una psicologa o un’insegnante più brava/o di me) riuscì ad entrare nell’antro buio di una vita fatta a pezzi e sconvolta proprio da chi più di altri doveva esserne fiero ed integerrimo guardiano. Quel padre. Quel fratello. Proprio loro che, ai colloqui con gli insegnanti, neppure si facevano scrupoli di lesinarle aspri rimproveri per quei risultati didattici non ancora pienamente raggiunti, come insistevano, barbosamente e inutilmente, a riferire gli insegnanti, fra di loro anch’io. Ottuso, incapace di leggere i messaggi veri di quei tristi sorrisi e di quegli ostinati mutismi. Di individuare i mostri che alla piccola avevano rubato l’innocenza dei suoi pochi anni. Il fatto venne allo scoperto. Gli “orchi” arrestati. La notizia sbattuta sulle prime pagine dei giornali. L’ho detto, fui come travolto da un treno in corsa. Cosa poteva dare alla scuola una bambina come Mary quotidianamente “violentata” e privata di quello spazio di sogni, di cure, di giochi innocenti e di amore domestico, di cui avrebbe dovuto aver parte piena la sua giovane vita? A lei la scuola poteva invece dare molto. E ho paura che abbia invece fatto poco (o forse con troppo ritardo) per lei. Di lei mi resta, ancora oggi, l’immagine di quel corpo chiuso al mondo, di fronte a una lavagna tutta nera, oggetto inutile e privo di segni. Quel viso paffutello. Quei riccioli biondi. E quei dolcissimi occhioni azzurri incapaci e senza voglia d’alzarsi al cielo. E di chiedere, una volta almeno una volta, Mary, uno straccio d’ aiuto. “Ehi, guarda c’è Mary – diceva anni fa (mi ci sono imbattuto in questi giorni per caso) una canzone dei ‘Gemelli DiVersi’, una sorta di ‘preghiera laica’ pop-rap, non certo il mio genere musicale preferito, che mi ha fatto sobbalzare ritrovandoci in pieno quel nome e quella storia che ti appartengono fino in fondo – Mary è tornata alla stazione … stringe la mano a due persone … Bacia il suo uomo e la bimba nata dal suo vero amore/ Con quel sorriso che dà senso a tutto il resto … Mary ha un’anima ferita, un’innocenza rubata/ Sa che la vita non è una fiaba/ Ma ora Mary è tornata una fata/ Cammina lenta, ma sembra che sia contenta … Una sfida eterna l’aspetta, ma non la spaventa”. Vorrei davvero fossi tu, quella Mary. Mary, dolce Mary. Oggi donna, oggi moglie, oggi mamma. Chissà? La vita restituisce, a volte, i sogni malamente rubati. Perché non sperarlo?

Gianni Milani

Ospedale AslTo4 sarà nell’area ex Montefibre a Ivrea

“La scelta è frutto di uno studio comparativo, a cui si sono aggiunti alcuni nuovi elementi di giudizio e valutazione, da parte del gruppo di lavoro costituito da Regione, Asl To 4 e Ires Piemonte – ha spiegato Icardi -. La Montefibre è un’area ex industriale già urbanizzata, quasi completamente bonificata e inglobata nel contesto cittadino, vicino alla stazione e ai servizi, mentre quella di Pavone implicherebbe un elevato consumo di suolo agricolo. È inoltre prevista la realizzazione del nuovo svincolo autostradale di S. Bernardo, inserito nel piano degli interventi, che migliorerà l’accessibilità all’ospedale per chi arriverà da fuori città”.

L’assessore ha anche specificato che “pur di dimensioni ridotte rispetto all’area di Pavone, quella ex Montefibre è ampiamente adeguata: ha una superficie disponibile di 60 mila mq, per la realizzazione dell’ospedale ne saranno sufficienti 21 mila”.

In termini di costi, la somma stanziata nel 2018 da Inail per gli interventi è di 140 mln di euro, ma si stima un aumento del 30 per cento. Il cronoprogramma prevede che entro il 30 settembre 2023 venga aggiudicato il progetto di fattibilità economica, che dovrà essere consegnato entro il 30 giugno 2024, mentre per il progetto esecutivo si va al 2027.

La realizzazione del nuovo ospedale rientra tra le azioni di riordino ed efficientamento della rete ospedaliera del Canavese, con la rimodulazione dei posti letto, il rafforzamento dell’attività di chirurgia oncologica e la ridefinizione del ruolo e il dimensionamento degli ospedali di Cuorgnè e Lanzo, anche in ottica di un potenziale recupero di parte dei ricoveri erogati in mobilità passiva nelle specialità chirurgiche.

Mauro Fava (Forza Italia) e Davide Nicco (FdI) hanno espresso dissenso rispetto alle valutazioni che hanno portato ad individuare il sito del nuovo ospedale, ritenendo la scelta non opportuna e penalizzante per la complessità del territorio canavesano, mentre Alberto Avetta e Mauro Salizzoni (Pd) hanno parlato di scelta positiva, precisando che sarà importante la connessione con i presidi di Castellamonte e Cuorgnè. Anche per Francesca Frediani (M4o – Up) l’area individuata è la più idonea e ha richiesto un’ulteriore informativa sui servizi presenti sul territorio per avere un quadro completo del contesto su cui insisterà il nuovo ospedale. Infine, Gianluca Gavazza e Andrea Cane (Lega) hanno espresso soddisfazione per la localizzazione del nosocomio, ritenuta ottimale anche per intercettare personale medico e infermieristico e attirare interesse verso il Canavese.

Un giorno di fiori, foglie e bellezza: Flor a Bardonecchia

Bardonecchia, domenica 16 luglio 2023

Dopo Agriflor Susa dello scorso maggio, Flor torna in alta quota e per il sesto anno consecutivo animerà l’estate di Bardonecchia, nel cuore della Val di Susa piemontese.

L’appuntamento è in programma domenica 16 lugliodalle 9 fino alle 19 per una manifestazione gratuita che, negli anni, è diventata un punto fermo per gli amanti della natura e delle sue eccellenze floreali e per i villeggianti che potranno sfuggire alla calura cittadina e godersi in altura il meglio del vivaismo piemontese.

Sarà la centralissima Via Medail, cuore nevralgico di Bardonecchia, a fare da palcoscenico di Flor Estate, trasformandosi in un vero e proprio giardino grazie alla presenza di oltre una quarantina tra i migliori espositori del Piemonte: florovivaisti con le profumate e vivaci eccellenze di stagione ma anche piccoli agricoltori e artigiani ceramisti per una festa all’insegna dei colori e della natura in tutte le sue forme.

Numerose le tipologie di piante tipiche delle coltivazioni di montagna, a cui si aggiungono proposte più tradizionali per rispondere alle esigenze e ai gusti di tutti e che ben si adattano sia alla coltivazione in piena terra che in vaso: erbacee annuali e perenni a fioritura estiva, violette, piante aromatiche come la lavanda, il timo e il genepì, orchidee, ortensie, piccoli frutti.

Non solo piante e fiori ma molte altre tipicità enogastronomiche e manifatturiere del territorio. Passeggiando per via Medail, infatti la natura prenderà forme sempre diverse, a cominciare dalle proposte alimentari grazie alla presenza di piccoli produttori che proporranno le loro eccellenze “naturali”, dal miele ai distillati alpini, dall’aglio di Caraglio ai formaggi e ancora i gustosi taralli, erbe aromatiche, liquirizia, frutta disidratata, marmellate e dolci tipici. Ci saranno anche proposte naturali per la bellezza e la salute e alcuni interessanti produttori di artigianato e ceramica per l’arredo del giardino.

Organizzata da Associazione Società Orticola del Piemonte (www.orticolapiemonte.it) con il Patrocinio del Comune di Bardonecchia e promossa dal Consorzio Turismo Bardonecchia, FLOR Bardonecchia apre le porte, con i suoi colori e i suoi profumi, a un’estate ricca di appuntamenti ed eventi per il borgo valsusino.

Flor Estate Bardonecchia

Domenica 16 luglio 2023

Dalle 9 alle 19

Via Medail – Bardonecchia (TO)

Ingresso libero

www.orticolapiemonte.it

Ufficio stampa Flor Estate Bardonecchia

Risparmio Casa apre il secondo negozio a Torino

 NUOVE ASSUNZIONI E 149 PUNTI VENDITA

 

 

·         2200 metri quadri di superficie totale di vendita

·         25 nuove assunzioni

·         149 punti vendita su tutto il territorio nazionale

 

 

Roma, 12 Luglio 2023 – Prosegue la strategia di crescita e sviluppo di Risparmio Casa, Gruppo italiano operante nel settore della grande distribuzione di prodotti per la cura della casa e della persona, che annuncia, per giovedì 13 luglio 2023, l’inaugurazione di un nuovo punto vendita a Torino.

Il superstore di Torino, di 2200 mq, si trova in Via Caraglio 84/3 con ingresso in Via Vincenzo Lancia e garantirà 25 nuove assunzioni. Questa nuova apertura consente inoltre a Risparmio Casa di raggiungere un totale di 149 punti vendita in Italia di cui 1 a Lugano.

Convenienza e vicinanza al cliente sono da sempre i valori che dirigono il format di successo per i nuovi store: a partire da un vasto assortimento di prodotti per la pulizia e cura della casa, bellezza e cura della persona, fino a prodotti per animali domestici, ma anche giocattoli, cartoleria e fai da te. Anche nei nuovi punti vendita, accanto ai grandi marchi, ci sarà un catalogo con più di 25 marchi propri. Il filo conduttore è l’alta qualità unito al grande risparmio.

 

Risparmio Casa sta vivendo un momento di crescita senza precedenti, siamo orgogliosi e soddisfatti per il raggiungimento di questo traguardo – afferma Stefano Battistelli, socio fondatore di Rispamio Casa.“149 punti vendita all’attivo in tutta Italia fanno di Risparmio Casa un’azienda solida, affidabile e vicina alle esigenze dei propri clienti. Proseguiamo a vele spiegate verso un orizzonte prospero e rigoglioso e nei prossimi mesi realizzeremo progetti e introdurremo novità che coinvolgeranno tutto il Gruppo e che non vediamo l’ora di rivelare.”

 

“La nuova apertura a Torino conferma che il Piemonte è un territorio da sempre strategico per Risparmio Casa, dove siamo a quota dieci aperture in tutta la Regione – afferma Fabio Battistelli, socio fondatore di Risparmio Casa. “Siamo felici di dimostrare tutto il nostro impegno nel contribuire all’occupazione locale e alla crescita dell’indotto mantenendo il focus sul capitale umano, risorsa per noi da sempre di importanza fondamentale”.

 

 

Alberi Corso Belgio, Sinistra Ecologista: bene lo stop se la sostituzione degli alberi non è urgente

E ora si apra a progettazione partecipata

Siamo soddisfatti che nel corso della commissione ambiente di lunedì l’assessore Tresso abbia confermato che il progetto di risistemazione dell’alberata di corso Belgio verrà ridiscusso e che si è superato il problema, legato alla scadenza dei fondi React EU, che aveva portato all’ipotesi di procedere all’abbattimento degli alberi quest’estate.

Bene che vi sia stata un’apertura anche relativamente agli isolati tra corso Tortona e via Andorno, per un intervento sulla sola banchina, con l’eliminazione delle barriere architettoniche, e che non preveda la sostituzione di alberi che non sono a rischio crollo.

Crediamo che l’alberata di aceri di corso Belgio possa essere sistemata con un intervento graduale, salvaguardando la sicurezza delle persone e degli alberi stessi, senza compromettere l’ombreggiatura e la qualità di vita dei prossimi anni. Va valutata ogni possibile alternativa progettuale che eviti l’abbattimento degli alberi e consenta il rafforzamento degli aceri – che oggi si trovano in un contesto poco favorevole a causa dalle auto parcheggiate sulle radici e dallo scarso spazio a disposizione per il corretto sviluppo delle chiome – per esempio modificando la posizione dei parcheggi come avvenuto in corso Marconi.

Ora è fondamentale che si apra una fase concreta di partecipazione che preceda la stesura del progetto definitivo, che coinvolga le tante persone che si sono positivamente attivate per la salvaguardia dell’alberata e la cittadinanza tutta di Vanchiglietta.

Noi continuiamo a pensare che un progetto complessivo potrebbe partire dallo spostamento al centro carreggiata dei binari del tram. Rendere la linea 15 più veloce e evitare il conflitto tra TPL e auto parcheggiate male, allargherebbe la banchina a beneficio di alberi, pedoni e mobilità attiva e consentirebbe di moderare la velocità delle auto, riducendo le emissioni di CO2 e di gas inquinanti.

Volontariato ambientale, una vacanza alternativa in favore del pianeta

Spostarsi, viaggiare, staccare, esplorare, questa e’ la vacanza, una pausa dalla routine, dai luoghi che frequentiamo ogni giorno, una sospensione delle abitudini.

Le ferie le sogniamo tutto l’anno, cominciamo a pensare in anticipo a cosa vogliamo fare, immaginiamo luoghi incantati, spiagge bianche o vette da scalare. Ma ci sono altri modi di fare le vacanze, differenti maniere di concepirle e viverle; non tutti pensano, infatti, che viaggiare sia solo prendere un treno o un aereo, raggiungere villaggi turistici e fare festa, in molti credono, invece, che il viaggio possa essere una esperienza piu’ profonda e costruttiva, un esercizio a favore del pianeta che ci ospita, un percorso che insegna a conoscere quei paradisi tanto desiderati, ma soprattutto prepara a come prendersene cura e proteggerli.

Le possibilita’ di passare la villeggiatura dedicandosi all’ambiente circostante sono diverse e possono essere vissute a qualsiasi eta’, dagli adulti probabilmente con una maggiore consapevolezza, dai ragazzi con l’obiettivo di conoscere e comprendere come salvaguardare le bellezze e le ricchezze di questo pianeta.

Queste ecovacanze, organizzate da associazioni specializzate, nascono con il fine di tutelare l’ambiente attraverso progetti di recupero degli ecosistemi ed interventi di conservazione della biodiversità. Lo scopo e´ duplice, compiere azioni concrete a favore del nostro ecosistema e tornare a casa con una nuova ed importantissima conoscenza che assume un valore ancora maggiore attraverso la catena della sensibilizzazione e della diffusione.

Il Wwf, con la campagna GenerAzione Mare, ogni estate coinvolge piu’ di 100 volontari nel monitoraggio dei nidi di tartaruga, Legambiente organizza campi estivi con diverse attivita’ dedicate alla tutela ambientale, il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise accoglie tutti coloro che sono disponibili a collaborare nelle diverse mansioni, dalla manutenzione dei sentieri all’assistenza ai visitatori. Se ci spostiamo ancora piu’ a sud, grazie alla Filicudi Wildlife Conservation (isole Eolie) i ragazzi dai 14 anni in su possono vivere una bellissima esperienza tra attivita’ marine, come lo snorkeling, passeggiate didattiche in compagnia dei biologi marini e partecipare anche alla ricerca che affronta temi specifici come le minacce ecologiche causate dall’uomo.

Insomma le opportunita’ di unire la vacanza ad azioni etiche nei confronti del pianeta terra e della sua fauna, di stabilire un rapporto migliore con l’ambiente che ci circonda sono molte. Stare insieme, confrontarsi e praticare un turismo responsabile sono attivita’ che possono far rima con divertimento e relax, ma soprattutto rappresentano una promessa e una speranza per un futuro rispettoso nei confronti del nostro ecosistema.

Per informazioni

http://www.comune.torino.it/torinogiovani/volontariato/campi-ambientali

MARIA LA BARBERA

 

Evade dai domiciliari e deruba due volte lo stesso negozio

Una cittadina italiana di 38 anni è stata arrestata dagli agenti del Commissariato di P.S. San Secondo poiché gravemente indiziata del reato di evasione.

Sabato pomeriggio, gli agenti del Commissariato San Secondo intervengono presso un supermercato di corso Marche dove personale addetto alla sicurezza sta trattenendo una donna che si sarebbe resa responsabile di tentato furto.

Giunti sul posto, dopo aver preso contatto con i richiedenti, gli agenti vengono a conoscenza che la donna si sarebbe impossessata di prodotti per un valore superiore ai 170 euro. Nello specifico, la donna sarebbe stata vista da un addetto alla sicurezza riporre alcuni prodotti in una borsa. Una volta giunta alle casse avrebbe pagato parte della merce ma non quella messa nella borsa. Superata la barriera delle casse, la trentottenne veniva fermata da personale del supermercato che contattava la Polizia.

Gli agenti apprendono anche della possibilità che la stessa, circa un’ora prima dell’intervento, si sarebbe impossessata illecitamente di altra merce, all’interno dello stesso punto vendita, asportandola senza pagare. I poliziotti verificano che nell’auto di una persona in compagnia della donna, risultata estranea ai fatti, è presente una busta porta gelo, con all’interno prodotti alimentari per un valore di circa 60 euro, priva di uno scontrino attestante il pagamento. Questa merce viene riconosciuta come propria da personale del supermercato e, a seguito di controlli effettuati tramite inventario, emerge che era stata illecitamente asportata. Tutti i prodotti recuperati dagli agenti sono stati riconsegnati al punto vendita.

Successivamente, si accerta che la trentottenne è sopposta al regime della detenzione domiciliare per l’esecuzione di una pena e che si è allontanata dalla propria abitazione senza autorizzazione e fuori dagli orari indicati in ordinanza. Pe tale motivo la donna, già denunciata in stato di libertà per furto e tentato furto aggravato, viene tratta in arresto per evasione.

L’alleanza del territorio per il cibo sano, accessibile e sostenibile. Ora c’è l’Atlante

Ieri nell’Aula Magna del Palazzo del Rettorato dell’Università di Torino (Via Verdi 8/Via Po 17), è stato presentato alla stampa il nuovo protocollo di intesa “Costruire insieme azioni e conoscenza sul sistema del cibo di Torino e del territorio metropolitano – Atlante del cibo di Torino metropolitana”, avviato nel 2017 da Università di Torino, Politecnico di Torino, Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Camera di commercio di Torino, dal 2020 in partenariato con Città di Torino, Città Metropolitana di Torino, Ires Piemonte e Urban Lab e da quest’anno con la Regione Piemonte.

Nell’occasione è stato presentato il nuovo sito atlantedelcibo.it, completamente rinnovato e aggiornato e realizzato anche grazie al contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo.

Alla presentazione sono intervenuti Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino, Laura Montanaro, Prorettrice del Politecnico di Torino, Bartolomeo Biolatti, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte, Stefano Lo Russo, Sindaco Città di Torino e Città Metropolitana, Enzo Pompilio d’Alicandro, Vicepresidente della Camera di commercio di Torino, Angelo Robotto, Direttore Ires Piemonte ePiero Boccardo, Presidente Urban Lab.

L’Atlante del Cibo è un progetto che analizza, rappresenta e comunica il sistema del cibo di Torino Metropolitana. Per fare questo, raccoglie, produce, elabora e sistematizza i dati e le informazioni disponibili e li restituisce nella forma di un repertorio di rappresentazioni, infografiche, video, testi, mappe, ricerche e articoli, per metterli a disposizione del territorio e renderli funzionali alla progettazione e alla gestione del sistema del cibo. Il cibo viene affrontato con un approccio trasversale e di sistema, flessibile alle molteplici dimensioni spaziali e alle diverse tematiche attraverso cui si relaziona con la città e il territorio.

L’Atlante si propone come strumento partecipato e inclusivo di indagine a supporto delle decisioni e delle azioni sul sistema del cibo, in un’ottica di sostenibilità e giustizia, utile a chi fa ricerca sul sistema del cibo di questo territorio, a chi interviene nella sua progettazione, regolamentazione e valorizzazione, agli attori locali per creare nuove relazioni e a chi è curioso/a di conoscere meglio il sistema del cibo torinese. Per fare questo produce nuova conoscenza e aggrega quella esistente, rendendola accessibile e fruibile.

L’Atlante del Cibo è un progetto avviato nel 2015 dall’Università di Torino, con il Politecnico di Torino, l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e la Camera di commercio di Torino, e formalizzato nel 2017 attraverso il Protocollo di Intesa Costruire insieme azioni e conoscenza sul sistema del cibo di Torino e del territorio metropolitano – Atlante del cibo di Torino metropolitana”. Il primo rinnovo, nel 2020, ha coinciso con l’allargamento del partenariato e il coinvolgimento di Città di Torino e Città Metropolitana, Ires Piemonte e Urban Lab. Questo secondo rinnovo, a luglio 2023, che vede l’ingresso fra i partner della Regione Piemonte, conferma la centralità delle politiche del cibo e rafforza e legittima ulteriormente il progetto anche nella prospettiva di replicabilità su altre aree del Piemonte. Già oggi l’esperienza dell’Atlante del Cibo è stata di ispirazione per altre città e territori che hanno avviato progetti analoghi come a Matera, Roma, la Laguna Veneta, Bari e Palermo.

Gli esiti di questa collaborazione sono visibili sul nuovo sito web dell’Atlante del cibo (atlantedelcibo.it), che raccoglie e rende visibili dati e informazioni sul sistema del cibo di questo territorio e sui processi che lo coinvolgono. Il sito, inoltre, ospita i Rapporti dell’Atlante, che rappresentano lo strumento principale attraverso cui gli esiti dei progetti e delle ricerche che coinvolgono i vari partner vengono comunicati al territorio. A settembre verrà presentato il quarto rapporto, l’esito di una call for paper lanciata nel 2021, rivolta agli atenei, ai centri di ricerca pubblici e privati, agli enti pubblici, alle organizzazioni/associazioni del terzo settore, alle associazioni di categoria con l’obiettivo di mappare e raccogliere la conoscenza prodotta sul sistema del cibo torinese.

I 40 contributi raccolti aiutano a capire in che direzione si sta muovendo la ricerca e la progettualità locale sul cibo e la nutrizione. I paper sono stati articolati in 7 sezioni tematiche che abbracciano la molteplicità di sguardi disciplinari e soggetti coinvolti: sistemi, politiche e progetti; produzione e sostenibilità; stili alimentari, consumi e identità; cibo e scuola; cibo e salute; povertà alimentare; spreco e recupero.

L’impegno dell’Università di Torino, nel quadro dei principi di sostenibilità ambientale e sociale che l’ateneo ha fatto propri – dichiara Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino –avviene in continuità con una molteplicità di iniziative nella ricerca, nella formazione, nella terza missione e public engagement, dall’adesione alle piattaforme EIT Food e EIT Health, ai numerosi progetti di ricerca, al processo Nutrire Torino Metropolitana promosso e avviato nel 2015 in collaborazione con la Città metropolitana di Torino. L’Atlante del cibo si configura come un contesto collaborativo attraverso cui valorizzare le conoscenze e competenze che gli atenei e l’Università di Torino in particolare mettono a disposizione del territorio per costruire e orientare politiche locali del cibo.

“La partecipazione di Politecnico di Torino del Ciboaggiunge la Prorettrice del Politecnico di Torino, Laura Montanaroè coerente con il costante impegno a contribuire ad uno sviluppo fondato su principi di coesione sociale e di sostenibilità; l’Ateneo, anche attraverso le progettualità dell’Atlante del Cibo, potrà perseguire i mandati di inclusione e open innovation di cui al proprio piano strategico “PoliTO 4 Impact”.

“Il cibo è uno dei pilastri fondamentali per la definizione della cultura di una comunità – sottolinea Bartolomeo Biolatti, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo – e rappresentando esso stesso un mezzo di diffusione valoriale, appare evidente che esista un areale del sapere e del fare gastronomico tipico di ogni territorio. La ricerca “Atlante del Cibo” che vede l’impegno dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo dalla sua nascita nel 2017, è uno strumento di mappatura di questo saper fare. Negli anni l’Ateneo si è contraddistinto per il suo lavoro di monitoraggio sui temi dello spreco alimentare, dell’economia circolare applicata al food system, sul rapporto tra cibo e salute, portando in particolar modo avanti, una visione di One Health ovvero di salute dell’umanità fortemente legata a quella del Pianeta. Il sapere che oggi l’Atlante raccoglie e restituisce a una comunità fatta di persone, imprese, enti, istituzioni, è a tutti gli effetti, una leva strategica di supporto alle politiche locali del cibo. Siamo quindi felici di poter continuare a contribuire a questo prestigioso progetto portando il nostro approccio olistico e sistemico alle Scienze Gastronomiche”.

La Regione Piemonte aderisce con convinzione alla rete dell’Atlante del cibo spiega Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte – che da oggi allargherà il suo sguardo e il suo raggi di studi all’intero territorio piemontese, perché il cibo è una componente strategica del nostro tessuto economico che conta oltre 50 mila attività agroalimentari impegnate in tutta la filiera, perché è un fattore di attrazione turistica e una buona parte di chi viene a visitare il Piemonte lo fa anche per l’alta qualità della sua offerta enogastronomica. E poi perché il cibo è un elemento culturale, oltre che un parametro per misurare lo stato di salute della nostra comunità. L’educazione e la tutela della qualità del cibo, e oggi sempre di più la sua sostenibilità, all’interno di un ecosistema che vive profondi cambiamenti, sono elementi sfidanti per chi come me ha l’onore di guidare un’istituzione e strumenti come l’Atlante del cibo, unito al lavoro di ricerca dei nostri atenei, rappresentando un bagaglio prezioso di conoscenza per dare la rotta alla nostra azione di governo.

“Il territorio torinesedichiara il Sindaco metropolitano e della Città di Torino Stefano Lo Russoè da sempre un punto di riferimento per il sistema agroalimentare. Uno strumento come l’Atlante del cibo ci aiuta anche ad avere uno sguardo di prospettiva su tutto ciò che orbita attorno ad uno degli aspetti fondamentali della vita, non soltanto dal punto di vista più concreto ma anche sociale e ricreativo. Su questo tema lavoriamo da tempo con impegno: l'Agenda per lo sviluppo sostenibile della Città metropolitana di Torino e del suo territorio recentemente approvata, ad esempio, individua un’apposita missione che si propone di “Realizzare la transizione verso un sistema alimentare rigenerativo per l’ambiente, sano, inclusivo e accessibile”. Questa è la strada su cui vogliamo continuare a lavorare, di concerto con tutte le altre istituzioni coinvolte”.

L’ente cameraleafferma Enzo Pompilio d’Alicandro, Vice Presidente della Camera di commercio di Torino tra i primi firmatari già nel 2017, prosegue con impegno la partecipazione a questo ampio gruppo di lavoro che analizza tutti i numerosi aspetti legati al concetto del “cibo”: non solo un settore economico di grande rilevanza, con 13mila imprese agroalimentari registrate nel solo torinese e più di 51mila in Piemonte, ma anche un universo dalle molte implicazioni culturali, sociali ed educative, come dimostra ad esempio il nostro recente impegno sul tema delle mense scolastiche e dell’educazione alimentare oppure la crescente attenzione che riserviamo ai temi della sostenibilità ambientale e sociale”.

“Grazie alla sua vocazione interdisciplinareaggiunge Angelo Robotto, Direttore di IRES Piemonte – l’IRES Piemonte potrà offrire supporto e mettere a disposizione la sua esperienza per “connettere” temi specifici: dalle politiche agricole, allo sviluppo rurale, dallo sviluppo sostenibile, al clima e agli stili di vita. L’IRES fornisce supporto alla Regione Piemonte- così come ad altre amministrazioni locali e attori del territorio- per la programmazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche messe in campo: per questo,  la natura multidisciplinare dell’Istituto  può consentire l’inquadramento di temi  come quelli legati all’Atlante del Cibo, in una cornice più generale che tenga conto dell’evoluzione economica e sociale complessiva del nostro territorio, contribuendo anche  a delineare una più ampia visione di scenario”.

“Urban Lab – sottolinea Piero Boccardo, Presidente di Urban Lab– conferma l’interesse e l’impegno a partecipare all’Atlante del cibo, un progetto e una rete capaci di intercettare da vicino, in modo trasversale e multiscalare, coniugando tangibile e intangibile, la nostra mission di raccontare la trasformazione della città e di offrire strumenti di comprensione dei processi urbani”.