Ai nastri di partenza la 28esima edizione del Festival CinemAmbiente, diretto da Lia Furxhi, che si svolge dal 5 al 10 giugno a Torino, e online sulla piattaforma Open DDB, con una selezione dei titoli in cartellone visibili in replica fino al 21 giugno sul sito www.festivalcinemambiente.it. Si tratta della più importante rassegna italiana dedicata alla cinematografia ambientale, organizzata dal Museo Nazionale del Cinema, con sede al Cinema Massimo. L’edizione 2025 presenta 77 film in arrivo da 26 Paesi e in rappresentanza di 5 continenti. I film proposti sono suddivisi nella consueta spartizione del Concorso Documentari, Concorso Cortometraggi, Made in Italy e Panorama. Approfondiscono sia temi da tempo al centro del dibattito ambientale, quali cambiamenti climatici, l’antropizzazione del pianeta, la perdita di biodiversità, lo sfruttamento delle risorse naturali , il pericolo delle pandemie, sia temi emergenti o tornati alla ribalta, come l’energia nucleare, la conquista spaziale, data la prevista inabitabilità del nostro e l’ecocidio come strumento bellico. Novità di quest’anno la Sezione Panorama si divide in tre focus tematici: gli immaginari ecodistopici, il rapporto tra ambiente e guerra e la reintroduzione della fauna selvatica.
L’inaugurazione della 28esima edizione coincide con la Giornata Mondiale dell’Ambiente e, ad aprire il Festival, sarà la proiezione del film muto “Wonders of the Sea”, alle 20.30, sala 1, musicato dal vivo dai Perturbazione. La serata vuole porre attenzione all’importanza dei temi al centro della conferenza ONU sugli oceani, in svolgimento concomitante a Nizza. Diretto nel 1922 da J. WIilliamson, regista, fotografo e ingegnere britannico, il film è stato recentemente restaurato da Cinémathèque Française, ed è uno dei primi film della storia del cinema a contenere riprese subacquee dal vero. I Perturbazione sono una band piemontese che della sottrazione del testo ha fatto la propria cifra stilistica, in quanto mette il loro suggestivo mondo sonoro a disposizione della narrazione per immagini. La proiezione sarà introdotta da Thierry Lucas, Senior Programme Officer di UNEP, e Francesca Santoro, online, Senior Programm officer di UNESCO – IOC, Partner del progetto “Sea Beyiond” del Gruppo Prada.
Nello stesso giorno, alle 9.30, al cinema Massimo, si è tenuta la premiazione CinemAmbiente Junior, la selezione competitiva che si rivolge alle scuole di ogni ordine e grado, giunto alla sua sesta edizione. Nel corso della premiazione è stato assegnato il premio speciale Scuola Park di Achab Group a tre delle produzioni finaliste. Sono stati anche premiati i finalisti della seconda edizione del concorso fotografico Scatti Sostenibili 2025, dedicato al fondatore del Festival Gaetano Capizzi, dell’IIS Amedeo Avogadro di Torino. Nel pomeriggio, in sala 3, il Festival ospiterà la relazione annuale sull’ambiente, pubblicata da ARPA e Regione Piemonte. La 28esima edizione presenta con l’Università degli Studi di Torino due installazioni intitolate “Food Jam Session” e “Traspirazioni sonore”, prodotte da UniVerso, ideate da Vincenzo Guarnieri e presenti fino al 15 giugno all’Orto Botanico.
Venerdi 6 giugno, alle ore 10, presso il Circolo dei Lettori si svolgerà il panel “Distopie ambientali nell’audiovisivo contemporaneo”, della Sezione Panorama, che esplora le sfide ambientali attraverso immaginari distopici nel cinema ambientale contemporaneo. Al panel intervengono la regista Jessica Woodworth, Bruno Surace del Dipartimento degli Studi Umanistici dell’Università di Torino e Mattia Galli, Phd student all’Università Cattolica del Sacro Cuore. In serata, alle 22, al cinema Massimo, la regista Woodworth presenterà il suo film “La quinta stagione”, opera intensa e simbolica sulle conseguenze del cambiamento climatico in un villaggio delle Ardenne. A completare il programma, sabato 7 giugno, alle 21.30, il regista Marten Persiel condurrà gli spettatori nell’anno 2054 con “Everything will change”. Protagonista di CinemAmbiente anche il Museo Regionale di Scienze Naturali, dove alle 18 si terrà il panel “Reintroduzione delle specie selvatiche – successi e sfide della conservazione”, dedicato alla difficile coesistenza tra uomo e specie selvatiche in zone particolarmente antropizzate. Interverranno Luca Rossi, professore ordinario di Scienze Veterinarie, Samer Angelone, regista e biologo, fondatore della Swiss Science Film Academy e Elisa Ramassa, funzionario di vigilanza dell’ente di gestione dell’area protetta delle Alpi Cozie. Seguiranno la proiezione di “The Shepherd and Bear” di Max Keegan, che racconta di una comunità montana divisa e del rapporto tra esseri umani e predatori. Il giorno successivo verrà proiettata una storia a più voci sul ruolo del lupo sulle nostre montagne, dal titolo “Lupi nostri. In un paesaggio di paura e amore”, un film di Samer Angelone.
Un evento speciale avverrà in una locazione inedita e inaspettata – Il mondo di sotto, la Cabina primaria Arbarello di Iren – Die! Goldstein presenterà con una doppia esibizione alle ore 21 e alle 22.30 la live cinema performance “Drowned Paradise”; egli è un artista multimediale noto per i suoi lavori che uniscono musica elettronica e video manipolati in tempo reale. Ha creato un paesaggio sonoro ipnotico e totalizzante, offrendo un ‘esperienza sensoriale che unisce alla musica una riflessione critica sul presente che viviamo e sul futuro che stiamo costruendo.
Nella sala 1 si avvia la Sezione Made in Italy e , alle 19.30, il Concorso Documentari internazionali. Nella sala 3, a partire dalle 16.30, si inaugura il concorso Cortometraggi, alle ore 18 una proiezione per Made in Italy e, alle 22, per Panorama, verrà proiettata “La quinta stagione” di Jessica Woodworth e Peter Brosens, introdotta dalla regista, che concluderà le proiezioni di giornata in sala 3.
Mara Martellotta
Robert Gabriel Nita: torna a casa capitano!
Classe 1997, talento cristallino e visione di gioco da veterano: Robert Gabriel Nita è senza dubbio uno dei protagonisti più brillanti del Barracuda Torino. Trequartista moderno, capace di unire tecnica, intelligenza tattica e freddezza sotto porta, Nita si è imposto come leader della squadra in una stagione difficile ma ricca di spunti positivi.
Il suo nome ha cominciato a circolare con insistenza dopo la straordinaria doppietta decisiva contro il Bacigalupo, che ha dato al Barracuda una spinta fondamentale nella lotta salvezza. Ma il suo contributo va ben oltre i gol: Robert detta i tempi, ispira i compagni e non si tira mai indietro nei momenti complicati.
Nonostante la giovane età, mostra maturità e determinazione: «Penso a migliorare ogni giorno, il resto verrà», ha dichiarato. Il suo profilo non è passato inosservato, e diversi osservatori lo seguono con interesse.
Il talentuoso numero 10 ben figurerebbe almeno in serie D.
Enzo Grassano
Il social burnout
ESSERE SEMPRE CONNESSI PUO’ STANCARE.
Sovraccarico tecnologico, stanchezza mentale o stress da iperconnessione, ecco alcuni modi per definire la fatica e la debilitazione da social overdose. Ore e ore passate al computer ad aggiornare profili, leggere e commentare quelli delle altre persone, stare al passo con i tempi dei social network, tutto questo puo´ provocare indebolimento ed esaurimento fino ad arrivare all’allontanamento, a volte definitivo ma piu´ spesso temporaneo, giusto il tempo di disintossicarsi.
La sindrome generale da burnout e´una risposta ad una situazione percepita come stressante che attiva meccanismi di difesa capaci di affrontare la sensazione di esaurimento psichico e fisico. La mancanza di forze e il senso di sconforto puo´anche sfociare in una despressione e non e´da sottovalutare, ma da tenere sotto controllo per scongiurare eventuali complicazioni piu´dificili da gestire e curare.
Questo stress cronico, che nella sua considerazione generale e´ legato perlopiu´ alla vita professionale, si puo´ riscontrare anche in altri ambiti, quello relativo ai social media e´una declinazione specifica che presenta gli stessi sintomi della sindrome da burnout comune: ansia, mancanza di energia e umore altalenante dovuto allo stress.
La fatigue da iperconnessione e´da poco all’attenzione della psicologia, sono cominciati i primi studi e ricerche per capirne le dinamiche. Oltre al tempo passato davanti ad uno schermo, che sia di un computer o di un cellulare, la fonte dello stress proviene dalla velocita´ richiesta per aggiornare i profili e allinearsi con quelli degli altri; riempire le pagine social di contenuti rispettando i ritmi dettati dalla rete e´ faticoso, stressante, nemico della qualita´ e impiega ingenti risorse mentali e fisiche che la maggior parte delle volte non hanno un corrispettivo in un riconoscimento di qualsiasi tipo. E´come una competizione continua con tanti concorrenti che non ha limiti ne´ troppe soddisfazioni e quindi il divertimento iniziale si converte in frustrazione che costringe prima a prendere le distanze e poi a smettere. E´ una illusione virtuale che porta all’esaurimento e alla necessita´di disintossicazione. I social media, purtroppo e per fortuna, evolvono molto velocemente, aggiungono strumenti e aggiornamenti in grado di contenere sempre piu´contenuti ed informazioni, questo e´ certamente coinvolgente e seducente ma allo stesso tempo richiede maggiore risorse e tempo, e´ come un lavoro, un’ attivita´ ´sempre piu´difficile da seguire. Le aziende che gestiscono queste piattaforme si stanno gia´confrontando con gli abbandoni social causati dal digital burnout e dovranno trovare soluzioni per affrontare le conseguenze economiche dovute a questi disagi di ultima generazione che forse potevano essere prevedibili perche´ qualsiasi attivita´deve essere fonte di equilibrio e benessere e persino la tecnologia che ci supporta sempre di piu´in tante delle nostre attivita´deve fare i conti con il nostro essere umani.
Moderazione, dunque, sara´la parola d’ordine insieme ad equilibrio e senso della misura. I genitori dovranno monitorare i figli affinche´questi non passino tutto il loro tempo libero davanti ad uno schermo e infine i fornitori di servizi saranno costretti a considerare maggiormente la soddisfazione del cliente fruitore e soprattutto la sua salute, psicologica e fisica.
MARIA LA BARBERA
Trascina ragazza sull’asfalto per rubarle la borsetta
I carabinieri della stazione Pozzo Strada di Torino hanno arrestato un quarantaseienne torinese, accusato di una violenta rapina commessa nel pomeriggio del 16 agosto 2024 ai danni di una ventenne. Sull’auto, dopo averla affiancata, avrebbe cercato di strappare con forza la borsa che la giovane portava con sé, trascinandola per diversi metri sull’asfalto poiché la giovane non mollava la presa. Il fatto era accaduto tra corso Mediterraneo e corso Einaudi. L’uomo è stato identificato grazie alle telecamere di sorveglianza.
A cura di piemonteitalia.eu
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Proprio nelle ore in cui proseguono gli attacchi e sembra allontanarsi l’auspicio di una rapida ripresa dei negoziati, la presenza della Città di Torino al vertice internazionale sarà l’occasione per testimoniare ancora una volta solidarietà e vicinanza all’Ucraina, nonché l’impegno ad unire gli sforzi, insieme alle altre istituzioni internazionali, regionali e municipali presenti, per la ricostruzione.
Oggi il sindaco Lo Russo incontrerà il sindaco della città di Kharkiv, Ihor Terekhov. Torino gli metterà a disposizione una decina di autobus Iveco 491, subito pronti a partire per l’Ucraina. Si tratta di mezzi resi disponibili da Gtt, appartenenti al parco del trasporto pubblico locale, recentemente dismessi e sostituiti nell’ambito del processo di rinnovo della flotta in corso. A questi, in ottobre, si aggiungerà un’altra decina di autobus Iveco Citelis EEV. Il numero potrebbe crescere fino a rendere disponibili ulteriori 50 mezzi entro il primo semestre del 2026. Tutto il parco mezzi sarà corredato dai pezzi di ricambio già disponibili a magazzino per la manutenzione.
A Kharkiv, che si trova a soli 40 chilometri dal confine russo, gran parte della flotta del trasporto pubblico locale è stata resa inservibile a causa del conflitto e degli attacchi russi. I bus potranno dunque contribuire a riattivare una rete di trasporto pubblico sul territorio, a beneficio della popolazione rimasta in città.
“Nel corso dell’incontro a Torino con il sindaco di Kharkiv, qualche mese fa – spiega il sindaco Stefano Lo Russo – ci erano stati rappresentati gli effetti devastanti della guerra sulla città ucraina, molto rilevanti in molti settori e in particolare sul trasporto pubblico locale. Ci era stato richiesto un aiuto in tal senso e siamo dunque davvero contenti di poter tendere loro la mano, mettendo a disposizione, grazie all’aiuto di Gtt, un primo sostegno concreto per i trasporti sul territorio cittadino. Sono certo che questo gesto sia solo un primo esempio di collaborazione e che siano molti altri i Comuni, sul territorio nazionale, desiderosi di portare solidarietà alla comunità ucraina colpita dalla guerra. Come Anci, stiamo collaborando con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale all’organizzazione della conferenza sulla ricostruzione che si terrà a luglio a Roma e contribuiremo a coordinare le operazioni di aiuto delle città italiane alle città ucraine e alle loro popolazioni”.
“Come azienda siamo orgogliosi di poter dare il nostro contributo nel processo di ricostruzione di un territorio da troppo tempo colpito da un terribile conflitto – dichiara l’amministratore delegato di Gtt Guido Mulè –. I primi mezzi sono pronti e siamo al lavoro per il disbrigo di tutti i necessari passaggi burocratici e per organizzare le operazioni di trasporto”.
TORINO CLICK
Viola divieto avvicinamento ai familiari, arrestato
La Polizia di Stato ha arrestato a Ivrea un trentenne per violazione di misure cautelari e resistenza a Pubblico Ufficiale.
Personale del Commissariato di P.S. Ivrea e Banchette in servizio di Volante interveniva, nel cuore della notte, per la segnalazione di un soggetto arrecante disturbo.
Giunti sul posto, gli agenti hanno avvertito dei rumori sospetti provenire da un appartamento a loro già noto, in quanto precedentemente oggetto di diversi interventi da parte delle forze dell’ordine.
I poliziotti intercettavano un giovane che apriva il portone del palazzo per uscire ma, accorgendosi della loro presenza, lo richiudeva velocemente e tentava di darsi alla fuga.
I poliziotti impedivano al giovane di allontanarsi, nonostante questi li aggredisse con calci e pugni, provocando loro alcune contusioni, con prognosi di 4 gg. ciascuno.
A seguito di accertamenti svolti negli uffici di polizia, a carico dell’uomo è emerso un divieto di avvicinamento ai familiari, misura violata, e per la quale è scattato l’arresto, oltrechè per la resistenza adoperata all’atto del fermo.
La Procura della Repubblica di Ivrea ha richiesto e ottenuto la convalida dell’arresto.
Un week end da “brivido” per omaggiare i trent’anni di “Castelli Aperti”
Sabato 7 e domenica 8 giugno
Rosignano Monferrato (Alessandria)
Un intero borgo trasformato in un suggestivo (più di quanto lo è di per sé) romanzo noir a cielo aperto. Borgo “Bandiera Arancione” del “Touring Club Italiano”, sarà Rosignano Monferrato (Alessandria) – tra impareggiabili location storiche, esperienze inclusive, paesaggi patrimonio “Unesco” e ospiti d’eccezione – ad ospitare il prossimo week end, sabato 7 e domenica 8 giugno, “Castelli in Giallo”, secondo appuntamento della rassegna “Tutti i colori della cultura” che celebra i trent’anni del progetto “Castelli Aperti”, promosso dall’omonima Associazione per valorizzare il patrimonio storico-artistico del Piemonte. Dopo il successo dell’esordio a Pamparato (Cuneo), il testimone passa, dunque, alla provincia di Alessandria, con due giornate dense di eventi, tra letteratura, laboratori, degustazioni e spettacoli “in noir”.
Realizzata con il patrocinio del “Comune” e in collaborazione con la “Pro Loco” , l’“Info Point Turistico” e i “Produttori vitivinicoli” locali, l’iniziativa vedrà il suo momento inaugurale sabato 7 giugno, alle 17, presso il cortile del “Municipio”, con l’aperitivo di benvenuto per i partecipanti. Segue, alle 17,30 (con ingresso libero), la presentazione del romanzo “Tremi chi è innocente” (Einaudi) con l’autrice Barbara Frandino. A moderare l’incontro, la giornalista, scrittrice e bookinfluencer Petunia Ollister, nom de plume di Stefania Soma.
Il pomeriggio prosegue, alle 18,30, in piazza Sant’Antonio con la “Merenda sinoira al buio con delitto” , a cura dell’“Associazione APRI – Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti” , che grazie a “Castelli Aperti” ha collaborato alcuni mesi fa all’installazione a Rosignano di due pannelli tattili per rendere inclusiva la visita al borgo anche alle persone con esigenze specifiche. L’evento è pensato per chi vuole mettersi in gioco ed esplorare il mondo di chi non vede, cercando nel frattempo di scoprire l’assassino della contessa. Compito non facile, degno del miglior Sherlock Holmes.
In serata, alle 21 (con ingresso libero), l’ex Chiesa di Sant’Antonio ospita l’ inaugurazione della mostra “Alfabeto Simenon” con le tavole dell’illustratore – fumettista pugliese Maurizio Lacavalla. A seguire, il “racconto immersivo” sul creatore del “Commissario Maigret”, con l’autore Alberto Schiavone, l’attrice Claudia Ferrari, il compositore Gianluca Verlingieri e la sassofonista Agnese Garufi.
La seconda giornata (domenica 8 giugno) di “Castelli in giallo” si apre alle 11, presso il Cortile del “Municipio”, con la presentazione del libro “La finestra del terzo piano” (“Piemme”) della scrittrice esordiente Paola Darò. Modera ancora Petunia Ollister. Nel pomeriggio, alle 15, con partecipazione su prenotazione è in programma la visita del suggestivo “centro storico” di Rosignano ed in particolare degli “Infernot”, le cantine scavate a mano nella “Pietra da Cantoni”. Durante la passeggiata panoramica, si farà tappa anche alla mostra d’arte contemporanea “FiloFood”, curata da Gabriella Anedi ed allestita presso i “Saloni Morano”.
Previste anche attività per i più piccoli: alle 16, infatti, la “Biblioteca comunale” ospita, per i bimbi dai 6 ai 10 anni, la “Merenda con caccia al ladro”, a cura di Sara Magnoli, seguita (alle 17), presso il “Belvedere” adiacente al “Castello”, dalla presentazione del thriller “La montagna nel lago” (“Giunti”) di Jacopo De Michelis.
Alle 18,30 possibilità di ammirare gli splendidi paesaggi monferrini tanto amati dal pittore “divisionista” Angelo Morbelli (Alessandria, 1853 – Milano, 1919) con l’“Aperitivo in vigna” presso l’ “Azienda Agricola Roveto”, non lontano da Frazione Colma, dove nel pomeriggio, alle 15,45, sarà possibile visitare lo “Studio” di Morbelli a “Villa Maria” con il giardino e l’“orto morbelliano” ed apprezzare le riproduzioni di alcuni quadri del pittore fruibili in autonomia in quanto situati lungo le vie e le strade panoramiche che collegano la frazione con l’azienda vitivinicola.
Chiusura a tema della rassegna, come si conviene, alle 20, presso il trecentesco “Castello di Uviglie” con la “Cena con delitto”, a cura di Sara Magnoli: un misterioso omicidio da risolvere attraverso l’ascolto dei testimoni, materiali e “documenti” che saranno consegnati alle squadre. Previsto un massimo di dieci componenti per squadra che dovranno consegnare la soluzione prima del dolce o del caffè. E, di nuovo, tutti i giochi saranno aperti per i molti (non si hanno dubbi) Sherlock Holmes di turno.
Per info dettagliate e aggiornamenti su tutte le aperture: www.castelliaperti.it
g.m.
Nelle foto: Veduta di Rosignano; Barbara Frandino; Castello di Uviglie
Un’importante mostra dedicata all’eclettica figura del grande alpinista, pronipote di Quintino Sella
Fino al 19 ottobre
“Io credetti, e credo, la lotta coll’Alpe utile come il lavoro, nobile come un’arte, bella come una fede … La Montagna è fatta per tutti, non solo per gli Alpinisti: per coloro che desiderano il riposo nella quiete come per coloro che cercano nella fatica un riposo ancora più forte”. C’è in queste parole tutta l’essenza e la complessità dell’uomo, grande appassionato di montagna e alpinismo, e, al contempo, profondo narratore e, pur anche (quale fu) attento illustratore per parole ed immagini di quell’universo roccioso che seppe tenerlo a sé legato per l’intera vita. Sono parole tratte dall’introduzione di “Alpinismo acrobatico” (1914), fra le varie opere dedicate alla montagna e scritte fra i primi del ‘900 e la metà degli anni ’30, da Guido Rey (Torino, 1861 – 1935) “figura chiave al crocevia tra alpinismo, fotografia e letteratura” della cultura piemontese e del panorama nazionale ed internazionale a cavallo di Otto e Novecento. Pronipote di Quintino Sella, ministro del Regno e fondatore nel 1863 del “Club Alpino Italiano” (in cui anche Guido tenne sempre un ruolo di primissimo piano) a lui il “Museomontagna” di Torino dedica, fino a domenica 19 ottobre, una nuova retrospettiva, dopo la monografica già proposta nel 1986. Il progetto, curato da Veronica Lisino e Mattia Gargano, nasce dal riordino del complesso dei “Fondi Guido Rey”, conservato dal “Centro Documentazione” del “Museo” di Piazzale Monte dei Cappuccini e catalogato nel 2024.
Curioso l’aggettivo amateur parte del titolo. Si tratta di un termine, spiegano i curatori, “che – privo dell’odierna accezione negativa ‒ indicava chi, tra XIX e XX secolo, si dedicava a un’attività per puro passatempo. L’essere ‘dilettante’ consentì a Rey di esprimersi in maniera più libera e disinvolta, tra scrittura, disegno e fotografia. Ciascuno di questi linguaggi diventa un filtro che gli permette di prendere le distanze da una realtà per lui limitata e di proiettarsi così in un ‘mondo altro’”. In un mondo ideale che accanto “all’intimità delle scene famigliari”, fu soprattutto per Guido rifugio inviolabile dove toccare vedere e ascoltare i luoghi amatissimi delle sue “terre alte”, in particolare di “quella montagna” a pronunciata forma piramidale che, per mano allo zio Quintino, Guido imparò a conoscere fin dal 1874, all’età di soli 13 anni. Era un bimbo e quello fu il suo primo grande grandissimo amore: quei 4.478 metri del “Cervino” (settima vetta e terza montagna italiana per altitudine), cui più tardi (1904) dedicò anche un libro “Il Monte Cervino”, con splendide vedute disegnate dall’amico – scultore Edoardo Rubino e l’introduzione di Edmondo De Amicis, al quale insieme al figlio Ugo, lo legò una profonda e sincera amicizia. Sul Cervino, Rey ebbe modo di salire più di cinque volte, attraverso imprese (anche letterarie e fotografiche) che ne fecero l’alpinista italiano più amato e tradotto prima di Walter Bonatti.
Al centro dell’iter espositivo, uno spazio dedicato alle sue vicende biografiche. Attorno si sviluppano quattro sezioni tematiche: Letteratura alpinistica, Fotografia di montagna, Fotografia tra montagna e pittorialismo, Fotografia pittorialista, quella attraverso cui Rey amava ricreare quadri famosi con effetti di “tableaux vivants”. Si tratta di aree da vedersi come ambienti in continua connessione tra loro che consentono al visitatore di muoversi liberamente, senza obblighi di percorso, tra le imprese alpinistiche, la cultura fotografica e gli interessi letterari, accompagnati dagli “occhi pieni di visioni” e dall’“animo ricco di ardimenti” di Guido Rey.
Sottolineano ancora i curatori: “La mostra ha l’obiettivo di riconsiderare la sua figura, confinata in passato entro schemi fin troppo rigidi e che invece merita di essere rivalutata nella molteplicità delle sue manifestazioni. Riprendendo le parole del suo amico e compagno di cordata Ugo De Amicis, è un pregiudizio pensare che l’acuta sensibilità artistica sia incompatibile con quella dell’uomo d’azione, poiché quel dualismo interiore ed esteriore, cioè del sentire e dell’agire, significa integrazione e ricchezza, invece che contraddizione e debolezza. Questa visione si riflette nella varietà dei materiali in mostra, che spaziano dalle fotografie e dagli apparecchi fotografici a schizzi, disegni, volumi, riviste, diari e lettere, fino all’attrezzatura alpinistica, offrendo un ritratto sfaccettato del suo universo creativo ”.
Gianni Milani
“Guido Rey. Un amateur tra alpinismo, fotografia e letteratura”
“Museo Nazionale della Montagna”, Piazzale Monte dei Cappuccini 7, Torino; tel. 011/6604104 o www.museomontagna.org
Fino a domenica 19 ottobre
Orari: mart. – ven. 10,30/18; sab. e dom. 10/18
Nelle foto: Ugo De Amicis “Guido Rey guardando il Cervino”, stampa alla gelatina bromuro d’argento, post 1910 e (tableau vivant) da Caspar David Friedrich “Il viandante sul mare di nebbia”, olio su tela, 1817, “Amburgher Kunsthalle”, credit WikimediaCommons; Guido Rey “Grandes Jorasses”, stampa alla celloidina, 1905 ca.; Guido Rey “L’Hotel del Giomein e il Cervino”, stampa alla gelatina bromuro d’argento, 1899 ca.