ilTorinese

In moto senza assicurazione e patente

Fermato e denunciato dalla Polizia Locale un 46enne residente a San Damiano d’Asti

Sequestrato il motociclo

 

Nei giorni scorsi una pattuglia della Polizia Locale di Chieri, nell’ambito degli abituali controlli di polizia stradale, ha fermato un motociclo che percorreva Corso Matteotti, segnalato dalle strumentazioni di bordo in dotazione al personale come risultante privo di copertura assicurativa, nonché di revisione periodica valida. Alla guida c’era un 46enne residente a San Damiano d’Asti.

 

Durante i controlli di rito emergeva una ben più grave violazione, infatti, il soggetto risultava gravato da provvedimento di revoca della patente datato 2014. Da ulteriori controlli più approfonditi si è accertato che l’uomo era già stato fermato dalla Polizia locale nel giugno scorso. In quel frangente era stato fermato mentre conduceva l’automobile intestata alla moglie ed anche in quella circostanza il veicolo era privo della revisione. Gli agenti, quindi, avevano proceduto con la contestazione delle violazioni di carattere amministrativo, per la revisione, la guida senza patente e l’incauto affidamento contestato alla coniuge.

Come prevede l’art. 116 del Codice della Strada, essendoci recidiva, questa volta, gli agenti hanno proceduto a deferire in stato di libertà il soggetto in quanto la violazione risulta di natura penale, provvedendo, inoltre, a sottoporre il motociclo a fermo amministrativo ed al sequestro finalizzato alla confisca del motociclo per la circolazione senza assicurazione. Il conducente potrebbe rischiare ora l’arresto fino ad un anno.

«È preoccupante il fenomeno di chi guida veicoli non coperti da assicurazione e da revisione regolare-commenta il Comandante della Polizia Locale Luigi VELLA-I dati sono tutt’altro che confortanti, non siamo ancora a fine anno per poter tracciare un definitivo bilancio ma ad oggi la sola Polizia Locale a Chieri ha rilevato e contestato ben 116 violazioni relative alla mancata copertura assicurativa e addirittura 491 risultano essere gli accertamenti in tema di revisione obbligatoria. Bisogna ricordare che la circolazione dei veicoli scoperti di assicurazione produce spesso, in caso di sinistri stradali, la fuga del conducente coinvolto, con chiari effetti negativi non solo in tema di risarcimento del danno».

«Ringrazio il Comandante Luigi Vella e gli operatori su strada per l’importante attività di contrasto e di prevenzione rispetto a condotte sempre più diffuse come la guida di veicoli non assicurati o non revisionati-dichiara l’assessore alla Viabilità ed alla Polizia Locale Paolo RAINATO-I risultati che si stanno ottenendo sono anche il frutto di uno stanziamento di oltre 180mila euro dell’amministrazione comunale per il potenziamento delle dotazioni tecnologiche che consentono in maniera più rapida e certa di individuare i contravventori durante i servizi di pattugliamento. Inoltre, sono stati attivati interventi in diverse zone di Chieri dove vi erano stalli occupati da vetture non assicurate (ad esempio alle Maddalene, zona Parco Levi, dove con il Sindaco abbiamo effettuato un recente sopralluogo). Una procedura lunga e complicata ma anche in questo ambito stiamo conseguendo dei risultati concreti».

Davanti al Martini stalli intelligenti riservati ai disabili in terapia di emodialisi

Sono stati installati nei giorni scorsi a Torino i primi sensori su stalli riservati a persone con disabilità in terapia di emodialisi presso strutture ospedaliere.

Nello specifico si tratta di 3 dispositivi posizionati presso l’Ospedale Martini che rendono di fatto gli stalli interessati “intelligenti”, permettendone un monitoraggio in tempo reale da remoto con l’obiettivo di ottenerne un maggior controllo ed efficienza al tempo stesso, a beneficio sia di utilizzatori che di gestori.

Messa in campo dall’innovativa startup Babilot la soluzione, che si propone come mezzo per la gestione intelligente dei parcheggi per utenti con disabilità, è attualmente e per i prossimi mesi in fase di testing “on the road” grazie al programma di Urban Testing con il quale  CTE NEXT supporta le imprese interessate a co-sviluppare e sperimentare in condizioni reali soluzioni innovative che utilizzino a regime il 5G e una o più tecnologie emergenti nei settori strategici individuati assieme a Città di Torino (Smart Road, Urban Air Mobility, Industria 4.0, Servizi Urbani Innovativi e PA). Ma se osservata con un campo più lungo è anche una delle possibili applicazioni che rendono l’IoT una realtà concreta e che aprono a tutta una serie di utilizzi futuri, attraverso lo sviluppo di sistemi e dispositivi intelligenti che portino vantaggi nei diversi aspetti della vita quotidiana, qui ad esempio attraverso nuove risposte e modelli di mobilità urbana.

“La sperimentazione partita in questi giorni porta l’innovazione nella quotidianità delle persone – commenta l’assessora all’Innovazione Chiara Foglietta -. Le nuove tecnologie ci permettono di pensare servizi ad hoc per migliorare le condizioni di vita dei cittadini, e nel contempo la gestione pubblica di beni e servizi. Possono sembrare piccoli miglioramenti, ma si tratta di interventi tangibili e reali con benefici sulla qualità di vita delle persone”.

I dispositivi IoT utilizzati sono sensori P-Carpet: innovativi, intelligenti e riciclati, vengono applicati al suolo senza particolari preparazioni del manto stradale e sostanzialmente permettono di controllare lo stato di occupazione delle aree di sosta, rilevando la presenza o meno di veicoli in tempo reale e guidando i conducenti verso lo stallo libero più adatto alle dimensioni del proprio veicolo e più vicino alla destinazione che si vuole raggiungere, il tutto ottimizzando il percorso.

Per svolgere queste funzioni, il sistema pensato da Babilot, oltre ai dispositivi IoT, si compone di altri tasselli fondamentali: l’infrastruttura cloud, un’app (predisposta sia per lato utenti che lato Polizia Municipale) e la piattaforma gestionale, centro nevralgico per l’interconnessione tra città, utenti e veicoli, e strumento utile a servizio della smart city del futuro.

L’app, sviluppata per entrambi i sistemi operativi disponibili su smartphone (Android e IOS), nei prossimi mesi sarà oggetto di sperimentazione e valutazione da parte di un campione di utenti selezionati: in questa fase sarà molto importante il coinvolgimento delle diverse tipologie di utenti target, a cominciare dalle persone con disabilità, alle quali si sta introducendo il nuovo “servizio” anche grazie alla collaborazione delle associazioni interessate.

Christian A. Ruggeri

Case popolari, soldi ai piccoli Comuni

I Comuni piemontesi che hanno più del 5% di case popolari rispetto ai residenti, potrebbero avere un contributo una tantum dalla Regione per far fronte ai costi legati agli alloggi sociali.

Su questo tema è proseguita ieri la seduta in sede legislativa della Seconda commissione regionale, presieduta da Valter Marin, chiamata ad analizzare la proposta di legge 206, presentata dal capogruppo della Lega Alberto Preioni, che prevede un contributo economico ai Comuni piemontesi con alta incidenza di alloggi sociali rispetto alla popolazione che risiede negli stessi.Vi sono Comuni piemontesi che rispetto alla popolazione residente mostrano un’incidenza di alloggi pari all’11%. Quelli interessati al provvedimento sono sei: tre nella provincia di Cuneo (Roaschia, Montezemolo e Celle di Macra), due in quella di Biella (Veglio e Rosazza) e una nel VCO (Villadossola).

Nel dibattito sono intervenuti lo stesso Preioni, relatore di Maggioranza, e Diego Sarno (Pd), relatore di Opposizione, che ha presentato quattro emendamenti al testo, ritirandone poi uno.

“Ci sono piccoli Comuni con un’incidenza fino all’11,22% di case popolari sul loro territorio. Per questo hanno spese importanti che incidono pesantemente sui loro bilanci: la presenza di questi alloggi attira molte persone con fragilità da tutte le zone circostanti, ben oltre il territorio comunale. Per il Comune si generano anche molti oneri indiretti relativi ai residenti nelle case popolari: costi per la scuola, le attività sociali, i trasporti. Questa legge prevede un contributo straordinario, una tantum, di 250mila euro per il 2022, si discuterà poi su eventuali rifinanziamenti” ha ribadito il capogruppo della Lega.

L’esponente del Pd invece, si è soffermato sulle modalità con cui i Comuni potranno spendere questi soldi, per capire se ci siano limitazioni o se la scelta sia lasciata al singolo Comune: “Ci sarebbero parecchi interventi di fare in tema di case popolari, si potrebbe anche non vincolare l’assegnazione rispetto alla residenza, come adesso prevede la legge. Vorremmo sapere come verranno utilizzati questi soldi dai sei Comuni individuati”.

La commissione ha approvato a maggioranza il testo, ad esclusione della norma finanziaria, che verrà valutata e votata dalla Prima commissione.

 

Nella successiva seduta ordinaria, alla quale è intervenuta l’assessore alle Politiche per la casa Chiara Caucino, la Commissione ha approvato a maggioranza il consueto aggiornamento biennale dei canoni di affitto delle case popolari, secondo gli indici Istat.

Sempre sul tema delle case popolari l’assessore ha illustrato i filoni di intervento legati al Documento di programmazione finanziaria regionale per il periodo 2023 – 2025: azioni di recupero ed efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico esistente (da concludere entro marzo 2023), relazioni di attività delle tre Atc del Piemonte (da presentare entro il 28 febbraio prossimo), finanziamento della legge salva-mutui ed ai genitori separati e anche sostegno alle famiglie in difficoltà per pagare l’affitto (da 4 a 8 mensilità pagate, a seconda dell’Isee), finanziamento ai Comuni per l’abbattimento delle barriere architettoniche, 7 miloni stanziati per sanare il 74% dei casi di morosità incolpevole (il restante è a carico dei Comuni). Sull’aumento delle bollette del riscaldamento l’assessore ha assicurato che “nessuno sarà lasciato al freddo”.

Sono intervenuti per richiesta di chiarimenti i consiglieri Diego SarnoCarlo Riva Vercellotti.

fcalosso

Tff: oplà, per una settimana ci ritroviamo in sala!

Ritorna la manifestazione torinese, il cinema nuovamente sugli schermi

Finalmente stasera si riparte.

Al Regio, alle 19, con una inaugurazione tutta musicale – e non cinematografica, il che la può dir lunga su quell’aria di innovazione che il direttore Steve Della Casa ha voluto imprimere al “suo” festival: ha un ruolo ben preciso e importante la musica nel calendario del festival -, sotto la conduzione chissà se dolcissima o agguerrita, visti i venti di tempi grami che tirano sugli schermi, di Pilar Fogliati (la Delia di “Cuori”, ambiente medico torinese, colei che poco più di un anno fa fece televisivamente fremere i cuori di Daniele Pecci e Matteo Martari), con un vero e proprio spettacolo di 70 minuti dal titolo “C’erano ragazzi che come noi amavano i Beatles e i Rolling Stones – La British invasion al cinema”, ospiti Francesco De Gregori, Vincenzo Mollica, Noemi e il divo Malcom McDowell di “Arancia meccanica”, di “If…” e di “Oh lucky man”, si spalancheranno le porte del 40° Torino Film Festival. In modalità “normali”, al di là del silenzio della pandemia e del surrogato in streaming della passata edizione, ovvero proiezioni, Ghigo e Domenico De Gaetano in fibrillazione, le conferenze stampa, e le feste e la attesissima festa ai Murazzi, un richiamo per il pubblico giovanile ma non soltanto, il western (“Mezzogiorno di fuoco”) e l’horror (“Crazies”) come grumi eccellenti per gli aficionados, fitte code davanti alle sale e ai botteghini (lo speriamo, lo sperano gli appassionati di cinema, tutti), 173 film con cui deliziarci, la sacralità della sala dove godere appieno delle immagini (povero concetto che tutti dovrebbero legarsi al naso!), panini buttati giù quasi di fretta, chiacchiere e discussioni su questo o quel titolo aspettando che la prossima proiezione inizi. Quarant’anni di storia, un appuntamento atteso dove trovano spazio incontri e materclass, da Toni Servillo a Paola Cortellesi, da McDowell (cui verrà pure consegnato il premio “Stella della Mole” il 30 novembre alle 17 sotto la volta dell’Antonelli) a Mario Martone ad un immancabile Paolo Sorrentino (all’Astra, il 2 dicembre alle 19, in compagnia di Andrea De Rosa, direttore del TPE, a raccontare l’importanza del monologo all’interno del suo cinema).

Ricorda Della Casa: “Sono passati 40 anni da quando Gianni Rondolino e Ansano Giannarelli riunirono attorno a sé un gruppo di giovani studiosi e organizzatori di manifestazioni culturali e diedero vita al “Festival Internazionale Cinema Giovani” poi diventato nel ’98 “Torino Film Festival”. Uno sguardo al passato e soprattutto un pensiero verso il futuro, un tener conto di canoni ormai prestabiliti ma pure una “sensibilità che si dirige verso la ricerca senza però penalizzare il pubblico: insomma, fare di questa occasione un festival curioso, elegante, compatto, una punta di eccellenza in una città e in una regione che tanto hanno investito nel cinema e che dal cinema hanno avuto molto in termini d’immagine e di ricchezza collettiva.”

Il manifesto della manifestazione è firmato da Ugo Nespolo, un’incastonatura all’interno di “quel quaranta” di immagini e di ricordi, da Uma Thurman come La Sposa a Totò, da “Sabrina” per le strade di Roma al sottomarino giallo, da Marilyn a James Bond, da “ET” ai “Blues Brothers” all’Alex del capolavoro di Stanley Kubrick. Quattro cinema ad accogliere il pubblico, il Massimo, il Greenwich Village, il Romano ad accogliere il pubblico e il Centrale per le proiezioni per la stampa, un totale di dieci sale, un’unica zona, contenuta per non correre in tempi risicati ad occupare una poltrona per il prossimo spettacolo, via Po eletto a decumano maximo: e poi, per altri eventi, la Mole, le Gallerie d’Italia, la nuova Aula Magna di via Verdi. La creazione della Casa Festival (via Verdi 5), all’interno della Cavallerizza, a far incontrare l’esercito di addetti ai lavori, di giornalisti e di attori, di pubblico che abbia desiderio di bersi un bicchiere e di scambiarsi idee, di incontrare beniamini.

Sorvolando il programma, si colgono titoli e autori che non potranno non interessare il pubblico.

Bertrand Bonello propone “Coma”, una lettera aperta alla figlia adolescente prigioniera del lockdown e Alain Cavalier coniuga tre ritratti guidati dal piacere della condivisione, Maria Schneider affronta con “She said” l’indagine che tolse il coperchio nel cinema degli States e non soltanto alla piaga delle violenze sessuali e delle tante attrici (e di qualche attore) che denunciarono il dietro le quinte capeggiato dal produttore Harvey Weinsten; e Aleksandr Sokurov a immaginare in “Fairytale” che Stalin, Hitler, Mussolini e Churchill si ritrovino alle porte del paradiso; di Jerzy Skolimowski arriva da Cannes, dove ha vInto il Premio della Giuria, “EO”, storia di un asino che ha parecchi punti in comune con il “vecchio” Balthazar di Bresson (eravamo nel 1966), Mike Kaplan che racconta in “The sharpest girl in town” di Ann Sothern, attrice degli anni Trenta che concluse la propria carriera con “Le balene d’agosto” di Lindsay Anderson, Werner Herzog che omaggia una coppia di vulcanologi, perfetta incarnazione dell’eroe herzoghiano, in “The fire within: A requiem for Katia and Maurice Krafft”, Sam Mendes che offre al premio Oscar Olivia Colman una eccezionale performance con “Empire of light”, lettera d’amore al cinema.

Il cinema italiano può contare sui nomi del già Leone d’oro per il teatro Antonio Rezza (“Il Cristo in gola”, un film “tragico, comico, satirico, religioso”), sul debutto di Nicola Rondolino, “Tre punto sei”, “che sa trasformare Torino in un perfetto scenario neo-noir”, su Marco D’Amore con “Napoli magica” e su Marco Bocci con “La caccia”, su “The bad guy” diretto da Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi, con Luigi Lo Cascio e Claudia Pandolfi, ovvero “la mafia può distruggere completamente gli uomini che le danno la caccia?”. E ancora: di Daniele Vicari “Orlando” con Michele Placido, “La memoria del mondo” di Mirko Locatelli, un giallo attorno alla scomparsa di una donna, l’opera seconda (in concorso) di Andrea Magnani, “La lunga corsa”, surreale fiaba carceraria, “Svegliami a mezzanotte” di Francesco Patierno, tra memoria e inconscio. E molto altro ancora, per un’intera settimana di sguardi cinematografici.

 

Elio Rabbione 

 

 

Di seguito, l’immagine-guida del 40° TFF  dovuta a Ugo Nespolo; Olivia Colman in “Empire of Light” di Sam Mendes; Malcom McDowell in “Oh lucky man” di Lindsay Anderson; il regista Jerzy Skolimowski, autore di “EO”; una scena di “Napoli magica”, diretto da Marco D’Amore.

Confartigianato: donne, pregiudizi da abbattere

Il messaggio di Confartigianato Imprese Piemonte in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

 

Sara Origlia (Presidente Donne Impresa di Confartigianato Imprese Piemonte): “Agire culturalmente anche nei luoghi di lavoro dove molte donne scontano ancora pregiudizi”.

 

Bisogna agire culturalmente anche nei luoghi di lavoro, dove molte donne scontano ancora pregiudizi che non permettono loro, ad esempio, di avere il giusto trattamento economico o arrivare a ricoprire ruoli apicali. Voglio ricordare che in Piemonte la bilancia della parità di genere pende da una parte: su circa 10mila dirigenti solo 1.557 sono donne; su 50mila quadri il rapporto uomo-donna è di sette dirigenti ogni tre.”

 

L’appello a usare il numero di telefono 1522, porta di accesso alla rete di supporto.

 

 

 

“Ci accingiamo a celebrare la giornata contro la violenza sulle donne. Una giornata che avremmo voluto non esistesse, ma che ci ricorda che sono ancora tante, troppe, le donne offese, umiliate, violate e uccise. Ogni donna che subisce violenza fisica o psicologica rappresenta un passo indietro per tutta l’umanità. È la rappresentazione del baratro del nulla nel quale viviamo”.

È l’incipit della riflessione di Sara Origlia, Presidente Donne Impresa di Confartigianato Imprese Piemonte, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

Questa ennesima giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ci coglie, ancora una volta, attonite, spaventate e addolorate e a tratti impotenti, di fronte all’escalation di violenze di genere che caratterizza ancora la nostra società. Perché la violenza sulle donne, fisica e psicologica, purtroppo, continua ogni giorno: un vero e proprio bollettino di guerra. Un dramma che va sottolineato e raccontato non solo nella giornata dedicata all’eliminazione della violenza sulle donne, per cercare di arginare questo dramma e contribuire ad alimentare la cultura del rispetto e dei diritti. C’è bisogno di mantenere alta l’attenzione su un fenomeno che, prima di diventare materia di cronaca nera, affonda le sue radici in una cultura maschilista e patriarcale che si traduce in rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi. Ciò che emerge dalla quotidianità, è solo la punta dell’iceberg costituita da fatti di cronaca e denunce ma questo avvilente fenomeno è spesso anche psicologico ed economico. Bisogna agire culturalmente anche nei luoghi di lavoro, dove molte donne scontano ancora pregiudizi che non permettono loro, ad esempio, di avere il giusto trattamento economico o arrivare a ricoprire ruoli apicali. Voglio ricordare che in Piemonte la bilancia della parità di genere pende da una parte: su circa 10mila dirigenti solo 1.557 sono donne; su 50mila quadri il rapporto uomo-donna è di sette dirigenti ogni tre.

Spesso la difficoltà nell’entrare nel mondo del lavoro e di conciliare i tempi professionali con quelli relativi all’impegno familiare sfocia nella rinuncia alla propria occupazione. Non possiamo dire che l’azienda italiana sia maschilista come lo era una volta, ma lo è ancora un sistema di welfare che penalizza le donne. E la mancanza di un lavoro e di una propria autonomia economica spesso non permette alla vittima di allontanarsi dal proprio aguzzino”.

L’appello di Confartigianato Imprese Piemonte: “Usate il numero di telefono 1522, è una porta di accesso alla rete di supporto. Questo è infatti il servizio del Ministero dell’Interno a sostegno delle donne vittime di violenza che offre un servizio di call center. Gli operatori forniscono alle vittime, assicurando loro l’anonimato, un sostegno psicologico e giuridico, nonché l’indicazione di strutture pubbliche e private presenti sul territorio a cui rivolgersi. Il servizio multilingue, attivo 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno, dà una prima risposta immediata alle vittime e contribuisce all’emersione delle richieste di aiuto favorite dalla garanzia dell’anonimato”.

Nuovo punto vendita Aldi in via Vigliani a Torino

ALDI, parte del Gruppo ALDI SÜD, realtà multinazionale di riferimento della Grande Distribuzione Organizzata, ha inaugurato ieri giovedì 24 novembre 2022 il nuovo punto vendita a Torino, in Via Onorato Vigliani 157. La crescente attenzione da parte dei consumatori verso l’offerta conveniente e di qualità di ALDI rafforza il successo dell’azienda in Piemonte, dove ora sono 18 i negozi totali.

 

Il punto vendita, certificato con classe energetica A e sviluppato su una superficie di 1.032m2, è dotato di impianti fotovoltaici di ultima generazione con portata da 42 kWp. Aperto dal lunedì al sabato dalle ore 8:00 alle 21:00 e la domenica dalle ore 8:30 alle 20:30, il punto vendita offre ai propri clienti anche un parcheggio interrato con 62 posti auto gratuiti e una colonnina di ricarica elettrica da 22 kW.

 

Il nuovo negozio offre un assortimento compatto e completo ed è organizzato in modo efficace e intuitivo per offrire un’esperienza di acquisto sempre più “smart” che possa rispondere alle esigenze dei consumatori e permettere ai clienti di fare la spesa rapidamente, con semplicità e al giusto prezzo.

Manovra, Grimaldi (Verdi Sinistra) a Crosetto: Abbiamo solo tweet e bozze di contrabbando

“Il Ministro Crosetto forse ha scordato l’indirizzo mail della Commissione Bilancio (com_bilancio@camera.it). Gliela reinoltro gentilmente insieme alla mia personale, così potrà inviarci il testo corretto della finanziaria, perché far studiare i parlamentari su bozze di contrabbando e tweet non è esattamente serio” – dichiara il Vice-capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi, commentando le parole di Guido Crosetto.

Visite guidate gratuite al Museo Ettore Fico

25 novembre

2 dicembre

Eclettica!

Una collettiva sui generis, oltre 140 opere miscellanee che si attraggono come magneti per similitudine, assonanza, opposizione.

ANDREA BUSTO, DIRETTORE MEF

h.17.00

Patrizia Mussa. Photopastel

Prove di maestria e perfezione pittorica si incontrano in una selezione di immagini di architetture e teatri storici

PATRIZIA MUSSA, FOTOGRAFA

h.18.00

MEF – Museo Ettore Fico 

via Francesco Cigna 114, Torino

www.museofico.it

Il Museo Ettore Fico organizza tre visite guidate gratuite, il  25 novembre e il 2 dicembre. 

Alle 17.00 il Direttore del MEF Andrea Busto racconterà “Eclettica!”, mostra collettiva sui generis, che coinvolge le diverse collezioni conservate nei suoi depositi: il lascito Luigi Serralunga, il fondo di opere di Ettore e Ines Fico, la Donazione Renato Alpegiani, le collezioni dei Premi del MEF – destinati ai giovani artisti – e, infine, a una parte della collezione del Museo costruita negli anni della sua esistenza.

Il percorso espositivo, che si snoda nelle sale al piano terra e al primo piano del museo, comprende oltre 140 opere di altrettanti artisti, suddivise in stanze e 7 sezioni, e avvicina lo spettatore a tematiche e a ricerche molto diverse.

Nella visita si potranno vedere le opere dei vincitori dei tredici anni del premio tra cui “Un bout de toi, Salomon n. 4” dell’artista Mimosa Echard, neo vincitrice del premio “Marcel Duchamp 2022”.

Mimosa Echard è stata vincitrice del premio “Ettore e Ines Fico 2021” ed è attualmente esposta oltre al MEF al Centre Pompidou di Parigi con l’opera Escape more (2022).

Al primo piano è visibile l’opera “Agli amanti…e anche a quelli d’Italia” di Ruben Montini, che ha portato – nelle giornate di Artissima – la sua performance “Il vuoto addosso” al Museo Fico.

Alle 18.00 la fotografa Patrizia Mussa accompagnerà i visitatori, nella project room, a scoprire i suoi “Photopastel”. In mostra una serie di immagini di architetture auliche (Reggia di Caserta, Museo di Palazzo Grimani) e teatri storici (La Scala, la Fenice, il Teatro Farnese). Ogni fotografia viene prima stampata, quindi colorata a mano in modo pressoché impercettibile, ma significativo, con pastelli e acquerelli. L’artista costruisce così una visione che esalta la plasticità del luogo ritratto conservandone le caratteristiche architettoniche primarie.

Lettere, manoscritti e documenti di Leone Ginzburg tornano a Torino, affidati al Polo del ‘900

Lettere, manoscritti e documenti appartenuti a Leone Ginzburg, fino a oggi custoditi dalla famiglia, tornano a Torino, affidati alla Fondazione Polo del ‘900, casa di istituti storici e archivi di protagonisti del Novecento come Primo Levi, Piero Gobetti, Gaetano Salvemini, Franco Antonicelli e Giorgio Agosti.

 

“Fin dalla prima conversazione con Alberto Sinigaglia e Emiliano Paoletti io e mia sorella Alessandra non abbiamo avuto dubbi sulla decisione da prendere: le carte di nostro padre dovevano essere conservate a Torino, e il Polo del ‘900 era l’istituzione ideale per farlo. I profondi legami di Leone Ginzburg con questa città sono noti: il soprannome che gli avevano dato i suoi amici – ‘il russo di Torino’ – è eloquente”: spiega il professor Carlo Ginzburg. 

 

Nato ad Odessa in una famiglia cosmopolita, Leone si ferma a Torino nel 1924. Al liceo Massimo D’Azeglio i suoi compagni di classe sono Sion Segre Amar, Giorgio Agosti e Norberto Bobbio; tra gli insegnanti Ugo Cosmo, Zino Zini, Franco Antonicelli e Augusto Monti con cui s’incontra consolidando rapporti culturali destinati a tradursi in azioni politiche. Fondamentali sono gli amici dell’università tra cui Cesare Pavese, Massimo Mila, Vittorio Foa con i quali aderisce al movimento antifascista clandestino “Giustizia e Libertà”. C’è anche Giulio Einaudi tra i suoi amici con cui avvia la storica casa editrice torinese della quale di fatto è il primo direttore editoriale. Nella stessa città a casa di Carlo Levi incontra la futura moglie Natalia Levi. Torino è anche la città da cui più volte Leone è costretto ad allontanarsi. Arrestato la prima volta nel 1934, esce nel 1936 come vigilato speciale e in seguito è inviato al confino a Pizzoli in Abruzzo. Liberato nel 1943 alla caduta del fascismo, a Roma è uno degli animatori della Resistenza. Nuovamente catturato e incarcerato a Regina Coeli, è torturato dai tedeschi fino alla morte a soli 35 anni dopo una vita breve e straordinaria, devoluta alla difesa della libertà di associazione, di stampa e di pensiero contro il regime.

 

Continua il professor Ginzburg: “Su tutto ciò le carte che verranno depositate nell’archivio del Polo del ‘900 daranno un contributo documentario non irrilevante. Molto consistente, e insostituibile, è il carteggio tra Leone Ginzburg e Natalia Levi, prima e dopo il matrimonio, inviate tra il 1934 e il 1940. Altre lettere sono rivolte ai suoi amici a personaggi noti come Benedetto Croce. Tra i documenti anche un quaderno di appunti del 1921 e una novella inedita del 1925 che permetteranno di gettare qualche luce sulla sorprendente precocità intellettuale di Leone Ginzburg”.

 

L’archivio di Leone Ginzburg, attualmente in fase di riordino, trova casa al Polo del ‘900 in Palazzo San Celso nella sede dell’Istoreto. Da questo punto di arrivo prenderanno avvio iniziative e progetti legati alla memoria di un uomo tra i principali animatori della cultura italiana degli anni Trenta.

All’incontro con Carlo Ginzburg erano presenti i rappresentanti degli istituti del Polo del’ 900 e personalità della cultura. Tra loro gli scrittori Margherita Oggero, Ernesto Ferrero e Dario Voltolini,  il presidente della Einaudi Walter Barberis, l’assessora alla Cultura della Città di Torino Rosanna Purchia, il vicepresidente del Consiglio regionale Valle,  il sovrintendente agli Archivi Benedetto, il segretario generale della Compagnia di San Paolo Anfossi, il presidente della Comunità ebraica di Torino Dario Disegni,  Bruno Segre, Patrizia Antonicelli, Anna Mila, Andrea Bobbio, Andrea Casalegno.

“Accogliamo l’Archivio di Leone Ginzburg con affetto e gratitudine: è un segnale di fiducia da parte di Carlo Ginzburg e della sua famiglia per il Polo del ‘900 e le 25  istituzioni che ne fanno parte. Ed è un grande dono per Torino, città di cultura e di pensiero critico” conclude il presidente del Polo Alberto Sinigaglia.

Atp, Edisu e gli Atenei: il racconto del mondo universitario

Tra inclusione e benessere 

 

Edisu Piemonte insieme a Università degli Studi di Torino, Università del Piemonte Orientale e Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e al Politecnico di Torino ha partecipato agli eventi di Casa Tennis, a Palazzo Madama in occasione delle NITTO ATP FINALS.

Due Talk di riflessione e confronto su temi che toccano da vicino il mondo delle Università e quello del Diritto allo Studio e dei Servizi Universitari.

Con il contributo di docenti dei quattro Atenei piemontesi e le testimonianze di Edisu Piemonte, delle sue studentesse e dei suoi studenti è stato affrontato nel primo incontro il tema dell’inclusività del sistema universitario e delle opportunità offerte per consentire ai giovani provenienti da Paesi terzi di realizzare la propria formazione universitaria.

Il secondo Talk invece ha riguardato il tema dello sport, sottolineando l’importanza dell’attività sportiva per la salute fisica e il benessere della popolazione. È stata l’occasione anche per presentare progetti di inclusione sportiva legati al tennis in carrozzina e per ascoltare direttamente gli studenti e studentesse atlete di Edisu Piemonte che hanno testimoniato come si coniuga lo sport con lo studio.

“Con piacere anche quest’anno abbiamo rinnovato l’impegno preso dal Protocollo d’Intesa siglato tra Edisu Piemonte e gli Atenei per promuovere il sistema universitario piemontese durante le edizioni torinesi delle Nitto Atp Finals. I due Talk hanno rappresentato un’occasione per mettere in luce l’ampiezza delle azioni messe in campo dal mondo universitario e dei servizi allo studio che rende attrattiva la nostra regione proprio perché offre a studentesse e studenti un ambiente inclusivo e in cui accanto allo studio possano portare avanti anche le loro passioni e attitudini, nell’attenzione al benessere e alle pari opportunità”, ha dichiarato Alessandro Ciro Sciretti presidente di Edisu Piemonte.