ilTorinese

Regione, voucher Scelta Sociale per le cure domiciliari: 17 milioni di euro per i primi 1200 richiedenti

ASSESSORE MARRONE: “UNA VITTORIA CONCRETA PER CHI HA BISOGNO” 
Primi bilanci sul funzionamento del voucher Scelta Sociale per le cure domiciliari, che ha aperto alle domande in piattaforma da febbraio per i servizi di assistenza familiare (badanti, oss, infermieri, educatori) per persone non autosufficienti.
L’importo a copertura della prima tranche trimestrale di sportello, infatti, ammonta a 17.841.600,00 euro (il 40% dei 45.000.000 milioni complessivamente stanziati sulla misura) e ha garantito il finanziamento di 1.239 domande sul totale di 1.369 complessive ammissibili (il 90,5%): chi ha ottenuto il voucher si vedrà accreditati sul proprio conto corrente 600 euro al mese a partire da maggio compreso per la durata di due anni rinnovabili.
Così commenta l’assessore regionale alle Politiche Sociali Maurizio Marrone: «Scelta Sociale è la prima misura FSE della Regione Piemonte a diventare operativa e i numeri dei primi tre mesi di funzionamento rendono già l’idea di quanto bisogno avvertissero le famiglie piemontesi di un aiuto per assistere i propri cari fragili e dell’operatività tempestiva del nostro intervento: un successo di cui andiamo fieri».
La soglia percentuale di finanziamento della prima tranche trimestrale di sportello risponde alla logica di garantire equità sociale nell’accoglimento di domande che verranno presentate nelle tre tranche successive nell’arco dell’anno e presentino situazioni di maggiore gravità sociale.
Le domande ammissibili attualmente non finanziate (appena il 9,5 del totale) verranno riprese in considerazione per la formazione della graduatoria del secondo sportello attualmente in corso e in chiusura al 31 luglio (senza che si debba ripresentare la domanda). «Prevediamo che saranno con ogni probabilità comunque finanziate alla luce della riduzione delle domande presentate attualmente sul 2° sportello» chiarisce Marrone.

La Mandria, Canalis (Pd): “Urgente riqualificare le serre abbandonate”

Nel cuore del Parco, due serre di 3.000 metri quadri di proprietà regionale sono in stato di abbandono. La Giunta Cirio consideri un rilancio della Mandria congiuntamente a Stupinigi.

4.7.2023 – Dal 1976 la Regione Piemonte è proprietaria del Parco La Mandria, il più grande parco cintato d’Europa, gestito dall’Ente di gestione delle aree protette dei Parchi Reali, che gestisce anche il Parco naturale di Stupinigi. Proprio per il collegamento con le altre regge sabaude ed in particolare con Stupinigi, auspichiamo che la Giunta Cirio metta mano ad un rilancio congiunto che non dimentichi La Mandria.

Soprattutto, ci sta a cuore la riqualificazione delle due serre semiabbandonate nel Borgo Castello della Mandria, un progetto in vetro ed acciaio che doveva diventare un museo del paesaggio, ma che è rimasto a metà e oggi versa in stato di forte degrado, alla vista dei numerosi turisti.

Secondo il progetto le due strutture, collocate in fila, dovevano essere una moderna riedizione della Galleria di Diana.

Nel rispondere al mio question time odierno, la Giunta si è mantenuta sul vago. Speriamo invece che il progetto possa ripartire al più presto!

Monica CANALIS – Consigliera regionale PD

Licenza sospesa a bar corso Siracusa

Il Questore di Torino ha sospeso, ai sensi dell’art. 100 TULPS, la licenza di un bar sito in Corso Siracusa.

Il locale è stato oggetto, nelle scorse settimane, di diversi controlli effettuati dai poliziotti del Comm.to di P.S. Mirafiori, delle Volanti dell’UPGSP e del Reparto Prevenzione Crimine Piemonte: lo stesso è risultato essere caratterizzato dall’abituale frequentazione di individui gravati da pregiudizi di polizia, soprattutto per reati contro la persona, contro il patrimonio, la Pubblica amministrazione, e/o riconducibili allo smercio di sostanze stupefacenti.

In considerazione della dimostrata e significativa presenza di  tali soggetti, ritenuto che l’esercizio in questione costituisca fonte di concreto e attuale pericolo per la sicurezza dei cittadini, dei consociati e degli avventori, con indubbi riflessi negativi sull’ordine pubblico,  il Questore di Torino ha  disposto,  ai sensi dell’art. 100 del Testo Unico leggi Pubblica Sicurezza, la sospensione dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande all’interno del bar, che rimarrà chiuso per 8 giorni  a decorrere dal 3 Luglio 2023.

Agri Food & Beverage Festival Latino di scena a Carmagnola

7-8-9 Luglio 2023

Piazza Mazzini

Ingresso gratuito

 

A LUGLIO , da venerdì 7 a domenica 9, a Carmagnola si incontrano la cucina tradizionale latina, le leccornie degli street fooder italiani e il sapore e la qualità dei birrifici artigianali.

Saranno presenti anche alcuni stand di artigianato tipico.

Dopo il successo del 2022,La ‘Città del Peperone’ ospiterà in piazza Mazzini,salotto Carmagnolese,la seconda Edizione del Festival Latino”AGRI FOOD & BEVERAGE FESTIVAL LATINO”’, offrendo un cocktail vincente tra buona cucina, buon bere e tanti momenti di spettacolo dal ritmo sudamericano, un vero e proprio ‘ponte’ tra i due mondi, il tutto a cura di D&N Eventi e Associazione Chef dal Mondo con il patrocinio del Comune di Carmagnola,del Distretto Urbano di Carmagnola e del Distretto del Cibo del Chierese-Carmagnolese.

La proposta è davvero varia e rivolta a tutti: si inizia il venerdì con gli Artisti professionisti della scuola di ballo di Ilario Parise “SSD W LA DANZA” che si alterneranno con altri artisti coordinati dalla bravissima Elisa Dj  e che intrattterranno il pubblico a ritmo e danza con le più belle musiche latine di succcesso.

 

E ancora, direttamente dal famoso tour con Jovanotti dell’estate 2022, tornano il Sabato 8, gli strepitosi “Timbales Percussion” e, a seguire, ancora musica e DJ dell’Agenzia di spettacoli “I 2e 20″

 

Infine la domenica carmagnolese sarà animata dal conosciutissimo gruppo musicale havano cubano” Familia Loca”che si alterneranno con Elisa DJ e i suoi artisti.

La Familia Loca è composta da un nucleo di artisti nativi di Cuba che da anni girano il mondo portando le loro sonorità latine nelle piazze, nei club, nei teatri e nei locali. La Familia Loca è molto conosciuta tra i connazionali che vivono in Italia e alle loro esibizioni vantano sempre una ricca presenza anche sudamericana.

Un concerto dai toni cangianti, dove musica popolare cubana, le radici afrocubane, latinjazz contemporaneo e musica latino americana si mescolano in un affresco tipico di nostri giorni , tutto questo per un finale schioppettante all’altezza dell’atteso evento.

Main Sponsor del Festival Latino Carmagnolese e la Concessionaria di Auto CAR ON LINE sita in Carmagnola in via Poirino 71 che ringraziamo per la collaborazione,unitamente agli altri sponsor.

 

Inoltre, poiché “Agri Food & Beverage Festival Latino’ è organizzato pensando a tutti, per l’intera durata dell’evento saranno presenti giochi gonfiabili,con pista quad, per il divertimento di grandi e piccini.

 

Orari:

Venerdì 7 18:00/24:00
Sabato 8: 11:00/24:00
Domenica 9: 11:00/24:00

 

Dalla nuova Edit una nuova energia per la città

Edit rilancia come polo culturale e musicale. Non solo food and beverage e loft ma anche un nuovo ricco cartellone.

Un social hub al centro degli eventi: EDIT Torino, EDIT Milano e EDIT Porto Urbano, entrato recentemente nell’universo EDIT, annunciano un ricco calendario di appuntamenti.

Ci sono posti dove si va a bere e mangiare, altri in cui si va a dormire, altri ancora dove si fa cultura e ci si intrattiene con arte e spettacoli.

E poi ci sono posti come EDIT, che riuniscono tutto ciò in un unico spazio nel quale assorbire le vibrazioni della città e del nostro tempo condividendole con gli altri.

Da EDIT si possono gustare (e produrre) eccellenti birre artigianali, ma è molto più di un pub. Si può scoprire cibo di qualità ma è molto più di un ristorante. Si possono ascoltare musica e comici di talento, ma è più di un club. Si può passare la notte in un EDIT loft quando si è in viaggio, ma è molto più di un bed&breakfast.

EDIT è un vero e proprio “social hub”. Un polo di gusto, cultura, incontro, condivisione dove vivere un’esperienza di socialità lontana dai luoghi comuni. Perché EDIT è l’esatto opposto del luogo comune.

Da EDIT “succedono cose”. E ne succederanno sempre di più. Ogni giorno. A Torino, nella originaria struttura dell’ex fabbrica INCET, nella sede milanese e da poco anche presso il Porto Urbano. Quest’ultimo, entrato recentemente nell’universo EDIT, è un’area nella quale la cultura del buon bere si miscela con la cultura tout court. Lo spazio in riva ai Murazzi sarà teatro per diversi eventi, prodotti in proprio da EDIT o ai quali EDIT offre ospitalità: concerti, mostre e installazioni, con una attenzione particolare ai nuovi fermenti artistici. Senza dimenticare la musica giovane di tendenza, protagonista delle serate del giovedì, mentre il venerdì sarà di scena il jazz e il sabato sarà dedicato agli amanti del vinile con selezioni musicali da intenditori.

Nata nel 2017 come spazio urbano riqualificato, nel cuore di un quartiere periferico torinese dove l’integrazione si costruisce giorno dopo giorno, EDIT si è trasformata senza perdere la propria vocazione: essere un magnete di energia urbana, da restituire ai cittadini e ai turisti all’interno di un ambiente accogliente, vivace e orientato al futuro.

Quella vocazione oggi si rinnova e si rilancia, con una densa stagione di eventi che sottolineano la volontà di non stare mai fermi e di continuare a essere un punto di riferimento per il tessuto urbano e umano che lo circonda.

I suoi spazi ospiteranno sempre più forme diverse, nel contesto più informale e libero possibile.

Il martedì sera vedrà incroci trasversali tra l’universo del food e quelli di teatro e cinema. Il mercoledì ,a partire da settembre, gli incontri con protagonisti del giornalismo e del teatro si alterneranno a scrittori di talento e alle esibizioni di nuovi, irresistibili stand-up comedian. Il giovedì spazio alla musica live, con un genere diverso protagonista per tutto il mese: a luglio sarà la volta del blues. Il weekend parte al venerdì con il mash up tra dj set elettronici e musica suonata da strumenti “veri”, per proseguire il sabato con una selezione musicale che accompagnerà verso la notte.

Dichiara Alberto Peroglio, CEO di Edit:

Credo che EDIT sia un progetto visionario che merita per la sua originalità di evolvere da opera unica in un modello da sviluppare e replicare in nuove location.

Siamo un team che raccoglie il testimone dal fondatore Marco Brignone per raggiungere questo scopo.

EDIT è un luogo di incontro di persone, stili e culture, dove dormire, mangiare, bere intorno ad un impatto 4.0 di produzione di birra, avvolti da tanta musica, arte e cultura.

Un social hub secondo le tendenze più moderne di ospitalità ma realizzato con uno stile e una classe che solo un italiano di talento e appassionato della bellezza poteva immaginare.”

Anche EDIT Milano avrà al venerdì e al sabato un palinsesto in cui la musica sarà al centro delle emozioni, con dj set a base di vinili e raffinate selezioni musicali .

Tutto ciò insieme agli altri. Perché è questo che un vero social hub deve fare: “to EDIT space for people”.

Disegnare un luogo per la gente, con la gente.

Un luogo dove, gustare, ascoltare, vivere, sperimentare, creare, immaginare, condividere.

IL CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTI

EDIT TORINO

LUGLIO

Giovedì 6 | Live Garden “Better Call Blues” | 21.30 – 23.00

Venerdì 7 | DJ Set Garden Ermes | 22.30 – 02.00

Sabato 8 | DJ Set Garden “Disco Denuncia” | 22.30 – 02.00

Venerdì 14 | DJ Set Garden Ermes | 22.30 – 02.00

Sabato 15 | DJ Set Garden | 22.30 – 02.00

Melanzane grigliate in salsa verde, più di un antipasto

Un piatto facile, veloce e gustoso da abbinare alla carne o al pesce o come insolito antipasto. Melanzane grigliate e successivamente condite con una salsina profumata e stuzzicante.

Ingredienti

3 Melanzane
1 Spicchio d’aglio
1 Peperoncino
2 cucchiai di capperi
5 Pomodorini secchi
Prezzemolo, origano, sale, olio evo q.b.
8 foglioline di menta
1 Limone

Lavare e asciugare le melanzane. Tagliarle a fette non troppo sottili e grigliarle pochi minuti per parte. Preparare la salsina, tritare il prezzemolo con la menta, l’aglio, i capperi, l’origano, il sale, l’olio ed il succo del limone. Tagliare a listarelle sottili i pomodori secchi ed unire alla salsa. Spennellare le melanzane con la salsa e disporle a strati sul piatto di portata. Lasciare riposare in frigo 12 ore.
Servire a temperatura ambiente.

Paperita Patty

 

Incidente sulla statale, nello schianto con un furgone muore motociclista

In un incidente avvenuto ieri sera sulla statale 26 a Candia Canavese è morto un motociclista, un italiano di 59 anni del paese. L’uomo viaggiava a bordo di una Suzuki Marauder ed è deceduto nello scontro frontale con un furgone al confine con il comune di Caluso. Inutili  i soccorsi per cercare di salvarlo.

Il Modigliani dei miei ricordi

Di Amedeo Modigliani (Livorno, 12.7.1884 – Parigi, 24.1.1920) scrissi una prima volta quarant’anni fa, ma a quelle pagine val la pena aggiungere qualcosa e queste ultime me lo permettono. Infatti, (a differenza di altri lavori, che, dalle prime ricerche fino alla definizione di una loro veste editoriale, hanno richiesto soprattutto il mio impegno), per ben due volte mi è stato chiesto di occuparmi del “Pittore delle figure dai colli lunghi e gli occhi vitrei”…

Nel 1983, a Rio de Janeiro, dov’ero arrivato, trasferito d’ufficio per la chiusura dell’Istituto Italiano di Cultura di Brasilia, il direttore, che aveva già lavorato con me all’Istituto di Brasilia, era Salvatore Amedeo Zagone (La Spezia, 13.2.1931 – 25.10.2016), docente di materie letterarie nelle scuole superiori e giornalista che, sul dinamismo vivace della sua professione, aveva impostato tutta la vita, gestendo e promuovendo, anche in Brasile, ogni attività. con quel dire diretto, che era del suo carattere, mi chiese se non volevo scrivere un pezzo, per il centenario della nascita di Modì “naturalmente in portoghese” per la rivista che aveva iniziato a pubblicare proprio in quell’anno. Certamente l’invito era motivato dalla stima, soprattutto, perché sapeva della mia attività artistica, infatti aveva apprezzato le mie tavole a fumetti per la Storia di un Burattino di Collodi, tanto che, già nel marzo del 1983, aveva promosso a Rio l’esposizione del mio Pinocchio, e, dopo averla presentata, la fece circolare per il Brasile da San Paolo al Nord Est. Ora, tornando a quel mio scritto, aggiungerò che, ridotto in cinque pagine a stampa, fu pubblicato nel numero di marzo del 1984 di Quaderni di Studi italo brasiliani, con il titolo Modigliani che gli avevo dato io. In Brasile, dove la pittura del Novecento spesso ha le forme e i colori dei quadri di Candido Portinari (San Paolo, 1903 – Rio de Janeiro, 1962), Emiliano Di Cavalcanti (Rio de Janeiro, 1897 – 1976) o di Alfredo Volpi (Lucca, 1896 – San Paolo, 1988), diversi lettori trovarono nelle mie parole le prime notizie del pittore di Livorno (alcune opere del quale sono al MASP – Museu de Arte de São Paulo, il grande museo dell’America Latina, voluto, e creato si può dire dal nulla, da un altro spezzino di vaglia, Pietro Maria Bardi). Poi chiuderò quel ricordo dicendo che, in assoluto, quelle furono le pagine di saggistica da me pubblicate e che non solo esse furono lette nel Quaderno che le aveva accolte ma, di recente, quando le ho riversate sulla rete, tanti, non solo tra i lusofoni, hanno continuato ad apprezzarle.

Negli studi successivi, le mie ricerche hanno approfondito altri temi storici, ma, come anche gli argomenti artistici che ho affrontato, erano riferiti a momenti più lontani nel tempo; tuttavia. Solo verso la fine del Novecento, decisi di studiare i pittori presenti ad Agliè durante l’ultima guerra. Questo lavoro partiva dal ricordo di chi, avendo vissuto quel periodo, lo ricordava ancora. Tra i pittori che là erano sfollati, ebbi modo di indagare meglio i bolognesi Gheduzzi, intorno ai quali s’era formato un alone di leggenda, perché scenografi del Teatro Regio di Torino … L’ultimo loro discendente, Ugo Gheduzzi (Torino, 30.11.1925 – Pianezza / TO, 5.9.2014), a Torino aveva studio di architetto. Lo cercai e mi ricevette nella sua casa di Piossasco, dove con l’amabilità, usuale della gente d’Emilia (terra d’origine della sua famiglia paterna), mi raccontò tutto quello che allora mi bastò per scriverne e, nel 2002, pubblicai ad Ivrea («Bollettino ASAC – Associazione di Storia e Arte Canavesana») Novecento pittorico in Macugnano di Aglié – Annotazioni per due capitoli di storia e… passai ad altro. Se non che, non molto tempo dopo, Ugo Gheduzzi mi cercò per chiedermi di visitarlo a Rivoli, dove nel frattempo si era trasferito, e là, nell’ultima casa che aveva costruito per sé, mi propose di scrivere una storia dei suoi (nonno, padre e zii), pittori della “scenografia” del Teatro Regio di Torino. Così, per un periodo di quattro o cinque anni almeno, lavorai anche a quel progetto. Lo lasciai a un buon livello di redazione, ma, purtroppo, la malattia prima e la morte poi, impedirono all’erede interessato di farlo pubblicare e io non trovai altri sbocchi, se non di intervenire con un contributo al catalogo della mostra antologica dei Gheduzzi che si realizzò a Crespellano / Bologna, nel 2010 e, soltanto negli ultimi tempi, ho pensato di riprendere quel materiale per una memoria che rettifichi le vistose inesattezze che negli ultimi anni furono pubblicate sugli scenografi tosco-emiliani attivi a Torino intorno al Regio. Vedremo se queste intenzioni avranno seguito…

Una delle ultime volte che incontrai il collega Gheduzzi, forse nel 2007, però, con quello sguardo accattivante che gli era proprio, porgendomi le fotocopie di due dattiloscritti (una lettera, su due facciate dalla quale era stata tolta la firma, e un biglietto affatto anonimo) e di alcune immagini, mi disse: “se vuoi dilettarti, fa un buon uso tu di queste cose!” … Non mi ricordai di avere pensato più a quelle carte, anche se, nel frattempo, c’è stato il centenario della nascita di quell’artista, ma so che finalmente è giunto il momento di prenderle in considerazione (almeno il biglietto e alcune delle immagini a cui esso allude), per ritornare nel tempo ai miei trent’anni, quando, con Modigliani, iniziavo a scrivere il mio primo saggio perché scriverne ancora, mi permette di ricordare alcune vivacità della mia gioventù e due amici che non sono più tra noi.

La lettera (che qui non presento) porta è datata Rosta 20 giugno 2007, per questo penserei vicino nel tempo ad essa anche l’appunto (che di seguito trascrivo). I due scritti non sono omogenei tra loro, soprattutto da un punto di vista formale, e il biglietto rivela anche alcune incertezze tanto che chi l’ha scritto sembra essere più preoccupato di seguire un protocollo (che neppure conosce e che, perciò, può anche tradire) e non nasconde neppure qualche imbarazzo.

Tavoletta di cm. 25×18 circa di legno (pioppo?) dello spessore di cm. 2 raffigurante figura umana a mezzo busto, probabile autoritratto, di uomo di età molto giovanile. Abbigliamento, pettinatura e fazzoletto al collo, possono rappresentare le caratteristiche di un artista del primo novecento. In basso a sinistra vi è una scritta “MODIGLIANI” che pare eseguita con un oggetto appuntito che raschia la sottostante tinta.

Guardando la figura trasversalmente ed orizzontalmente si nota come l’autore abbia delimitato i tratti essenziali che contornano la figura, come fossero stati incisi sulle tinte di fondo per delinearne la figura.

Questa tavoletta è sempre appartenuta a mia suocera (nata nel 1903) e che l’ha ereditata dalla propria nonna paterna. La detta nonna Colonna Eufrasia ved. Barberis abitava a Torino in via Mazzini e negli ultimi anni (1910) faceva l’affitta camere.

Da memorie raccontate da mia suocera pare che la suddetta sua nonna avesse trattenuto quest’opera quale remunerazione di pigione non pagata. Altra fumosa rimembranza, la tavoletta fosse stata trattenuta a rifusione di un piano di un armadio segato senza autorizzazione? Fino agli anni ‘960 la tavoletta rimase tra le cianfrusaglie di famiglia ma, in occasione di un trasloco, venne rinvenuta dal sottoscritto. Ultimamente i miei figli la confrontarono con le poche fotografie del Modì giovane, le sottoposero a rifotografarle e sovrapporle uniformandone le dimensioni, e vennero nella convinzione che in effetti può trattarsi dell’immagine e riproduzione di una stessa persona.

Ai tempi in cui era ancora vivo il gallerista Giovanni Bottisio, tra l’altro cugino di mio cognato, si era parlato di una visita a Parigi dove, a suo parere, si poteva trovare chi potesse, eventualmente, autenticare la cosa. Ma, come spesso avviene, non se ne fece nulla ed ora mi ritrovo con gli stessi interrogativi d’allora.

Conoscendo la sua cultura in materia e forse la conoscenza di coscienziosi esperti, mi permetto di sottoporle quanto sopra e chiedere il suo autorevole giudizio. Le allego la fotocopia a colori dell’originale ed alcuni rilievi fotografici tratti da numerosi volumi che ritraggono il Modigliani proprio in quegli stessi anni in cui la tavoletta finì nelle mani dell’ava di mia moglie.

Si tratta di osservazioni spicciole, talora minute e, volutamente, imprecise, le parole sono usate ingenuamente, quasi a dissimulare il motivo vero per cui sono state scritte e questo non nasconde l’impressione, anzi l’illusione, di essere in possesso di un quadro di un certo valore, che può anche essere una “cifra importante”! Non si pensa neppure che, più del valore commerciale, varrebbe avere qualche dato in più per la biografia di Modigliani, un pittore morto, poco più che trentacinquenne, in Francia, nel 1920… Ma che fare? L’appunto non aggiunge nulla: non accenna al periodo in cui, a Torino, Modigliani avrebbe dipinto questo suo autoritratto e, anche se nomina i Bottisio (interpellati come galleristi di un certo nome vicini e conosciuti), manca di considerazioni sulla tavolozza del pittore (che sembrerebbero ancora priva dell’influenza dei fauves, che poi avrebbero influenzato i suoi quadri del periodo parigino), né si rilevano altri altri dettagli (come gli occhi, che nel quadro sono dipinti diversamente che in tante altre sue opere famose). Insomma esso potrebbe veramente dire molto di Modigliani in un periodo precedente al trasferimento in Francia … e questo, tenendo conto che Jeanne, la figlia di Modigliani, nei suoi scritti aveva rilevato la poca attenzione che ci fu per l’opera di suo padre del periodo italiano, quasi ci fosse stato un piano per creare il mito che “Modigliani era diventato artista in riva alla Senna”, lascia pensare comunque che la vita di questo artista non fu mai oggetto di indagini scrupolose da parte degli storici. Non mi accollerò questo incarico io, se mai renderò pubbliche alcune mie considerazioni che, da storico, posso fare su quello che i documenti potrebbero dire, (o, meglio, anche solo se dei documenti qui ricordati, se avessero copie conformi agli originali, cioè se si sapesse il nome dell’autore dalla lettera e se il quadro in questione fosse riprodotto in una buona fotografia) perché, senza approssimazioni, si potrebbe fare una lettura più corretta di tutto…

Se davvero a Torino, c’era una tavoletta dipinta (che potrebbe essere di Modigliani) e se davvero essa fu dipinta, in una camera ammobiliata nei dintorni di Porta Nuova, intorno al 1906 (?), potremmo avere l’opportunità di sapere qualcosa in più di quel pittore ventiduenne, cioè in un momento vicino al suo (per ora poco noto) trasferimento a Parigi! Infatti queste sarebbero le prove minime per rilevare una sua presenza torinese e, forse, potrebbero dirci di chi egli incontrasse, o volesse incontrare, nella nostra città. Insomma: chi cercava a Torino Modigliani? Un parente, un possibile finanziatore o qualcuno che potesse aprirgli la strada a Parigi? Sono argomenti che sfuggono alla storia e, se, la vita di Modigliani non è tutta scritta da scrivere, certamente un suo passaggio per Torino lo sarebbe ancora … per questo, ancora una volta, chi ne dovesse parlare, dovrebbe farlo per lui che non è più, e, per farlo, dovrebbe conoscere bene le cose che attengono la “sua” vita, per poterle diffondere senza tradire la sua memoria. Infatti c’è un dovere morale che pesa sullo storico perché i personaggi del passato non hanno più diritto di replica personale, dunque essi vanno intesi bene attraverso i documenti e compresi correttamente, rispettando la verità storica, e questo non è cosa da poco! Qualcuno si farà carico di tanto impegno per indagare un ipotetico soggiorno torinese di Amedeo Modigliani? Nel rispetto del passato e della vita, noi lo auspichiamo.

Carlo Alfonso Maria Burdet

L’alpino Lumello ha scalato la vetta del cielo

DAL PIEMONTE / Casale Monferrato – Ho conosciuto Vincenzo Lumello 24 anni fa. Ricordo benissimo la sua prima telefonata, ero appena uscito di casa a San Giorgio Monferrato dove allora abitavo e lui era appena stato eletto nella Circoscrizione Valentino Sant’Anna. Lo scopo era prendere contatto con il sottoscritto anch’egli neo eletto. La tornata elettorale comunale del 1999 aveva visto la vittoria del centrodestra nei quartieri e nelle frazioni mentre in Comune si era imposto Paolo Mascarino, candidato del centrosinistra superando Antonio Lumello, fratello di Vincenzo. Dopo questa chiamata, essendo stato eletto anche nella Circoscrizione Centro, optai per Valentino-Sant’Anna, anche per l’ottima impressione che Vincenzo mi aveva fatto al telefono. Da allora, e per i 5 anni successivi, sono stato in continuo collegamento con il Presidente Lumello, diventandone anche e soprattutto amico. Insieme abbiamo dato vita, credo, ad una stagione ricchissima di iniziative per la Circoscrizione. E ricordo solo alcune delle tante cose fatte: la presentazione di due interrogazioni in Consiglio Comunale avvalendoci del Regolamento (mai fatto prima da nessuno), le riunioni pubbliche con la parte collinare di Sant’Anna in un bar ai piedi della Salita, il continuo rapportarci per sentire le esigenze della popolazione del quartiere (una sera dopo che eravamo andati a bere una birra, facendo un giro in auto scopriamo in corso Indipendenza strani armeggiamenti, lui dice “mi informo”, poi guardando meglio scopriamo che stavano dando diserbante), l’impegno per la ‘Panoramica Luparia’, l’incontro con l’allora dirigente dell’Asl 21, Emilio Zerella, la nascita della Commissione Amianto per un’idea del sottoscritto e di Francesca Castelli che Vincenzo appoggiò da subito, sensibile com’era al problema avendo perso troppo presto la moglie per quel terribile male tutto casalese. Dimostrammo che le Circoscrizioni non erano soltanto una scatola vuota, un recettore di istanze dei cittadini per buche nelle strade o lampioni senza luce, ma anche un organismo politico di democrazia diretta. Lui aveva una tattica che portava sempre al risultato. Solitamente lasciava che la discussione si sviluppasse (quanti confronti anche duri del sottoscritto con le altre forze politiche) poi era lui a chiudere e a decidere senza opposizioni. “Vedi Massimo, faccio parlare tutti, ascolto tutti, ma decido io”, me l’ha ripetuto più di una volta e più di una volta è stato così. Finita la legislatura 1999-2004 le nostre strade si sono separate, nel senso che non ripresentandomi non abbiamo avuto più una frequentazione assidua, ma l’amicizia e la stima sono rimaste immutate. La notizia della dipartita di Vincenzo Lumello, Alpino della Julia, mi ha lasciato addolorato e con addosso un velo di tristezza. Vincenzo era una persona sincera e senza peli sulla lingua quando occorreva, a volte un poco burbero, ma con un cuore grande come solo un Alpino può avere. E adesso mi piace pensarlo ‘scalare’ con la Sua Penna Nera la Vetta più importante, quella del Cielo.

Massimo Iaretti

La direzione e la redazione de “Il Torinese” si uniscono al lutto della famiglia e della compagna di Vincenzo Lumello Giuliana Romano Bussola.

Wimbledon in versione padel al Palavillage

TORNEO PALA WIMBLEDON

L’esperienza dell’evento di tennis più famoso al mondo… in versione padel!

Domenica 9 luglio dalle 15.30

Palavillage, Viale Lucio Battisti 10, Grugliasco (TO)

È ufficialmente partita la Wimbledon mania!

Dai reali inglesi alle star del cinema, dagli sportivi agli appassionati di tutto il mondo, tutti amano il torneo di Wimbledon, uno degli eventi più attesi dell’anno che riesce a coinvolgere il mondo dello sport diventando un vero e proprio appuntamento di stile.

In vista della 136esima edizione di Wimbledon (in programma dal 3 al 16 luglio) Palavillage di Grugliasco (TO) organizza la sua versione del torneo di tennis più famoso al mondo….sui campi da padel!

Domenica 9 luglio dalle 15.30 alle 19 è in programma un torneo Femminile e Maschile, dal livello 3.5 a 5.0, rigorosamente in bianco, per misurarsi con lo sport che sta spopolando nel mondo… in pieno stile british.

E per concludere, come da vera tradizione di Wimbledon, a tutti i partecipanti saranno offerte fragole e panna.

Per iscriversi è possibile compilare il seguente link: https://forms.gle/dpNGGUzifPDCr3Xv6

Per maggiori informazioni: sgreteria@palavillage.com | tel. 011/19475700

www.palavillage.com