ilTorinese

Genius Loci e i Presepi d’Autore a Villa Vidua

Nuovo ciclo di Pomeriggi nei Borghi Monferrini

Appuntamento giovedì 8 dicembre ore 15 a Conzano

Da Fubine a Conzano, prosegue la rassegna “Genius Loci – Pomeriggi nei Borghi Monferrini” –  promossa dalla Fondazione Ecomuseo della Pietra da Cantoni, in collaborazione con Comuni monferrini associati, e guidata dall’ideatrice Anna Maria Bruno.

Appuntamento a Conzano giovedì 8 dicembre (ore 15) in piazza Australia, da dove prenderà il via della narrazione e vista del borgo monferrino.

Ad accogliere i visitatori, ci sarà il sindaco Emanuele Demaria, il quale, dopo una breve passeggiata guidata lungo le vie del centro storico, introdurrà la Mostra dei Presepi d’Autore allestita a Villa Vidua, nonché il nuovo allestimento “Racconti di viaggio di Carlo Vidua conte di Conzano, viaggiatore e collezionista”.

Tra le opere presepiali in esposizione, una nuova sezione della ricca collezione personale del primo cittadino Demaria, quelle liguri della prestigiosa Bottega di Marcello Mannuzza e quella della tradizione napoletana firmato da Luciano Testa. Non mancheranno, inoltre, interpretazioni contemporanee come quelle di Emiliano Cavalli e del maestro Emanuele Luzzati.

 

Una seconda tappa sarà dedicata all’Oratorio di San Biagio, già sede della Confraternita dei Batù, situata nel punto più elevato del paese, ai piedi della medioevale torre civica. Per l’occasione le porte di San Biagio si apriranno per la prima volta al pubblico, dopo l’intervento di restauro che, per le decorazioni interne, ha visto protagonista Federico Borgogni, restauratore monferrino, assurto agli onori delle cronache internazionali per il suo intervento di stacco del graffito “Achoo” di Banksy a Bristol. Garantita anche la presenza dello stesso Borgogni.

La terza tappa sarà nel Cantinone del Palazzo Comunale, all’ascolto del dicitore Giorgio Milani che intratterrà sui versi di an Piemonteis, brano dedicato a Carlo Vidua, tratto da “Dalle Alpi alle Piramidi. Piccole storie di piemontesi illustri”, promosso dal Museo Egizio in collaborazione con il Centro Studi Piemontesi.

Il pomeriggio si concluderà con la degustazione di una calda tazza di tea, abbinata alla torta con spezie delle Molucche, prodotta da Stefano Miglietta del ristorante Terre Rosse di San Maurizio di Conzano. Partecipazione libera e gratuita. Info: 348 2211219 o scrivere a chebisa@virgilio.it .

Metropolitana ferma domenica mattina. Ci sono i bus sostitutivi

Per consentire un intervento di manutenzione straordinaria sulla linea, sabato 3 dicembre il servizio della metro è terminato  alle ore 22.00 (ultime partenze dai capolinea di Fermi e Bengasi alle ore 21.30) e riprenderà domenica 4 dicembre al termine dei lavori previsto entro le ore 12.30.

Nel periodo in cui la metro resterà chiusa, da Bengasi a Fermi sarà operativo il servizio sostitutivo bus M1S.

Torino Film Festival, ecco tutti i premiati

Un cinema al femminile per la diciassettenne irrequieta e i nativi d’America

Quando pochi giorni fa scrivevo che “con “Palm trees and power lines”, opera prima della statunitense Jamie Dack, siamo entrati in zona premi anzi nella precisa zona ‘del’ premio massimo che la giuria del concorso dovrà assegnare”, lo scrivevo “con una certa convinzione”. La vicenda di Lea, diciassettenne, con una famiglia assente o disattenta con cui convivere, i cui svaghi di fine estate, prima che la scuola inizi, sono le chiacchierate tra gossip e uso smodato del cellulare nonché le bevute con gli amici e le incursioni del boyfriend di turno in territorio erotico, mi aveva convinto appieno. Mi aveva convinto la scrittura, precisa nello svolgimento, preziosamente cadenzata, grazie alla quale era analizzata la relazione con un ragazzo che ha il doppio della sua età, che si prende cura di lei, che è un concentrato di tenerezze, che le mostra tramonti rosati ma che un giorno si mostra ai suoi occhi per quel che realmente è. Mi aveva convinto il cammino della Dack nel costruire scena dopo scena il camuffamento di Tom, quel lento accompagnare i protagonisti dall’affettività iniziale sino al volgersi in giovanile tragedia, con un possibilissimo colpo di teatro finale, tra lacrime e l’attesa di un domani che non sai bene quale potrà essere, il tutto con tempi giusti, i gesti di ognuno, le forzature sempre tenute lontane, la scelta esatta delle parole e dei piccoli particolari. La giuria del concorso internazionale lungometraggi del 40° TFF, composta da Nella Banfi, Fabio Ferzetti, Mike Kaplan, Fernando E. Juan Lima e Martina Parenti, credo abbia riconosciuto queste, e certo molte altre, componenti a “Palm trees” premiandolo come miglior film (che quantificato in quattrini sono 18.000 Euro) e per la migliore sceneggiatura.

Il premio speciale della giuria è andato al francese “Rodeo” di Lola Quivoron, che s’è portato via anche quello per la miglior attrice, a Julie Ledrou, reginetta di un gruppo di motociclisti acrobatici; mentre i migliori attori, forse un po’ sopravvalutati, sono stati giudicati Jojo Bapteise Whiting e Ladainian Crazy Thunder per “War Pony” diretto dalla coppia Riley Keough e Gina Gammell. Le quali, con grandi meriti, concludono questa lista tutta al femminile, di autrici cinematografiche che hanno predominato nel panorama dei dodici film in concorso, riaffermano l’impegno e la passione, la sensibilità e magari la rabbia della donna dietro la macchina da presa. Ha vinto il cinema targato USA, forse più forte e agguerrito nell’intimità delle storie come nell’esprimere il disagio e la povertà di una parte della nazione ancora adesso tenuta ai margini, la durezza della quotidianità, lo squallore dei luoghi e i metodi non sempre legittimi per sopravvivere.

Un panorama che allinea punte di diamante (il Premio Scuola Holden ha assegnato il premio per la miglior sceneggiatura ancora a “War Pony”, “per la naturalezza e l’originalità con cui racconta il contesto dei nativi americani nelle riserve contemporanee. Per l’equilibrio nella gestione delle due linee narrative. Per la coerenza del linguaggio e dello sviluppo dei personaggi. Per l’uso efficace e mai eccessivo del simbolismo”; il premio Valdata della giuria dei lettori di TorinoSette è stato vinto da “Pamfir” dell’ucraino Dmytro Sukholitkyy-Sobchuk, “per la qualità della regia, la bellezza dei piani sequenza e attori perfettamente aderenti a un microcosmo familiare, allegoria di una storia universale”), ma che si rivela quanto poco rassicurante sulla società di oggi e sui tempi, sulla solitudine e sull’incertezza, sulla freddezza dei sentimenti, sul vuoto che avanza e sul pericolo, da qualunque parte venga.

Questi i premi del festival che Steve Della Casa, per la seconda volta chiamato a dirigere, e già destinato a rinverdire anche l’edizione 2023, ha costruito con piglio più che personale, scegliendo prima di tutto un carnet di titoli di tutto rispetto, prendendo a prestito occasioni dall’ambiente musicale, eliminando certo superfluo degli anni scorsi, cancellando ancora una volta e come meglio si conviene i red carpet che a Torino ci starebbero davvero come i cavoli a merenda, raddrizzando certe frange troppo cinefile e scegliendo di mostrare anche quelle immagini di ieri che in tutto il bene e in tutto il male non si sono facilmente dimenticate. Ha festeggiato i quaranta nell’omaggio e nel ricordo del suo maestro Gianni Rondolino e con un riconoscimento a Giampiero Leo, da sempre vicino al mondo del festival, sia in veste di assessore che di consigliere. Ha raccolto un eccellente numero di ospiti, a cominciare da Malcom McDowell: poi, per la serie non siamo mai contenti, ha infilato anche i nomi di Vialli e Mancini, della Simona Ventura alla sua prima esperienza da regista, della canterina Noemi, del mago Otelma dulcis in fundo, che nella settima arte non sai proprio come collocarli. Ma tutto fa notizia e titoloni. Evviva per le masterclass, se dopo aver fatto la coda ti aspettano i nomi di Toni Servillo, Mario Martone, Paolo Sorrentino, maestri a tutto tondo. Evviva per la Casa Festival, luogo protetto per il pubblico in cerca d’emozioni autentiche e per i giornalisti, fatta di gentilezza, di sveltezza e di consigli saggiamente distribuiti. Occhio per il prossimo anno al punto metallico che fa da calendario per le proiezioni e che ci accompagna per l’intera settimana: non toglieteci, nelle pagine al fondo, l’elenco dei vari titoli e dei loro passaggi completi e raggruppati. Una vera comodità di distribuzione di cui da più parti si è sentita la mancanza.

Elio Rabbione

Nella foto “Palm trees and power lines” diretto da Jamie Dack, miglior film e migliore sceneggiatura;

 

Gli intrighi per salvare la collana di Lady Margaret alias Margherita Fumero

Sino a domenica 4 dicembre, sul palcoscenico del Gioiello

Chi l’ha detto che non si può, per un attimo, nell’esistenza dell’intramontabile Sherlock Holmes, tralasciare gli spazi chiusi e drammatici dello “Studio in rosso” o le distese oscure e nebbiose del “Mastino dei Baskerville”, per addentrarsi nelle strade più semplici, ma per questo non meno insidiose, del divertimento e della comicità, rigirando il famoso detective in un alter ego che stia a metà tra la dabbenaggine dell’ispettore Clouseau e le punte schizofreniche del Kranz del televisivo Paolo Villaggio?

È quel che hanno fatto Valerio Di Piramo e Cristian Messina (in triplice veste, aggiungendovi pure quella di veloce regista e interprete di uno spassosissimo Joseph Lastrada, più o meno capace di risolvere ogni intrigo, quanto presuntuoso, nelle sue vesti di Vice ispettore capo aggiunto di Scotland Yard) nel costruire i due atti di “Sherlock Holmes e il mistero di Lady Margaret”, sino a domani pomeriggio sul palcoscenico del Gioiello, con una raffica di tutti esauriti.

Negli ultimi mesi del 1899, il detective e il suo fidato assistente Watson sono stati chiamati a Old Artist, non lontano da Londra, un luogo di soggiorno per artisti a riposo, dalla proprietaria Miss Elizabeth, al fine di garantire la sicurezza di Miss Margaret Flower, carattere esuberante e imperioso, possessiva nei confronti della povera Scarlet, sua preziosa collaboratrice, invitata a trascorrere là alcuni giorni. Una sicurezza rivolta sì alla sua persona, quanto più alla preziosissima collana di smeraldi, di inestimabile valore, regalatale dalla regina Vittoria personalmente, che la grande attrice porta sempre con sé. Alloggiano a Old Artist pure sir Henry, vecchio attore, e Oliver Plum, vanaglorioso cantante lirico, ambedue in un passato ormai piuttosto lontano frequentatori delle scene e della vita e delle stanze della diva, con gli antagonismi necessariamente d’obbligo. A cui s’aggiungono quelli di Clarissa Glimmer, eterna rivale in più di una occasione. Lettere anonime, flaconi di medicine, perlustrazioni notturne, smemoratezze, piccoli indizi sparsi qua e là in bella costruzione, soluzioni a portata di mano e improvvise sorprese, morti annunciate e rinascite inspiegabili, travestimenti per mescolare meglio le acque. Chiaramente, nella divertente scrittura, pronta a tener d’occhio uno humour tutto britannico, battute glaciali immancabili ma ben piazzate, la soluzione finale è assicurata e il divertimento per il pubblico ricco di applausi non può non mancare.

Certo non è soltanto l’impianto a farti trascorrere quel paio d’ore allegre di cui il pubblico oggi sente il sacrosanto bisogno, lasciando a casa i problemi di vario tipo. Gli attori tutti, negli eleganti abiti di Linda Lingham e nella scena fissa d’antan di Monica Cafiero, macinano divertimento, dall’eccellente Holmes di Mauro Villata al Watson di Mario Bois, dal trio pettegolo e vendicativo Alfonso Rinaldi, Angelo Chionna (sue anche le spiritose musiche dello spettacolo) e Anna Cuculo, viperina antica collega che sa mettere un bel po’ d’esperienza nella sua Clarissa, Maria Occhiogrosso, direttrice dell’Old Artist in cattive acque finanziarie. Last but not least Margherita Fumero (un fan all’uscita continuava a ripeterle “grande grande grande”, quasi le cantasse Mina) che sa benissimo come si fa ad appropriarsi di un personaggio, a metterlo in primo piano, a far suo l’intero pubblico, a guardare negli angoli di lady Margaret per scoprirne appieno tutte le risorse di spessore e allegria.

Elio Rabbione

Nelle immagini di Nicola Casale, alcuni momenti di “Sherlock Holmes e il misteri di lady Margaret: Margherita Fumero con Gina Perrucci e Maria Occhiogrosso; Mauro Villata e Mario Bois; Maria Occhiogrosso e Mauro Villata.

Buon compleanno Toro!

I granata compiono 116 anni.

Una squadra gloriosa del calcio italiano, nata nel 1906 dalla fusione tra il Torinese e alcuni ex soci della Foot-Ball Club Juventus.In bacheca
7 scudetti e 5 Coppe Italia. Tra il ’43 e il ’49,nasce il mito del ‘Grande Torino’, una squadra invincibile ed imbattibile:5 scudetti di fila ed una Coppa Italia nel ’43, risultando la prima italiana a centrare la doppietta Scudetto-Coppa Italia nella stessa stagione.
Visto che nessuno potè sconfiggere quella squadra meravigliosa,ci pensò il fato.4 maggio 1949….di ritorno da Lisbona,dopo aver disputato un’amichevole contro il Benfica, l’intera squadra perì nell’impatto aereo contro la basilica di Superga.Nacquero così la leggenda ed il mito del Grande Torino.
Una nuova tragedia sconvolse il mondo granata, nel ’67, con la tragica morte di Meroni,il calciatore fuoriclasse investito mentre stava attraversando la strada di notte in corso Re Umberto a Torino.Dopo tanta tristezza, arrivò nel ’76 il settimo Scudetto della storia torinese, a 27 anni dalla strage di Superga.
Dopo vari cambi di presidenza nel 1993 il Toro vinse la coppa Italia nel 1993.In Europa nessun trofeo ma ricordiamo la magica finale persa contro l’Ajax nel 1992,dove solo tre pali impedirono ai granata di portare a casa il trofeo.
Seguirono anni bui con retrocessioni e risalite,quasi immediate,in serie A.Arriviamo al fallimento del 2005 e la rinascita grazie all’attuale presidente Urbano Cairo che ha garantito e tutt’ora garante di una tranquillità economica e presenza fissa in serie A della leggendaria squadra granata.

Enzo Grassano

Andrea Ferraris, l’arte del fumetto spiega la vita

Allievo del grande illustratore Emanuele Luzzati e influenzato dal fumetto di denuncia sociale di Andrea Pazienza, anche lui suo maestro, dopo un breve esordio come scenografo, la passione totalizzante per il fumetto lo porta a Bologna, alla scuola di Vittorio Giardino, Marcello Jori e dello stesso Pazienza ‘enfant prodige’ del fumetto italiano dalla breve vita, dissipata e geniale:

questa la formazione artistica e intellettuale di Andrea Ferraris, genovese, mio amico da una vita. Eclettico, levantino giramondo, mette a frutto questa esperienza didattica nelle storie ideate e illustrate per il Topolino della Disney, in quindici anni di attività professionale, svolta in lunghe permanenze lavorative a Parigi e a Barcellona, scelte come città cosmopolite e d’ispirazione artistica e ideale.
Mantenendo ferma questa sua fonte principale di reddito (oggi per l’azienda americana collabora soprattutto per i paesi del nord europa) da alcuni anni a questa parte si è dedicato in parallelo alla realizzazione di graphic novels. In frequente collaborazione con la moglie Daniela, anche lei cartoonist, soggettista e inchiostratrice. Divenuto per questa via, forte innovatore sul piano della creatività narrativa, sperimentatore nel disegno, sul piano del contenuto espressivo. Entrambi attualmente insegnano l’arte seriale del fumetto all’Accademia Albertina di Belle Arti qui a Torino, ultimo loro approdo di vita e lavoro e dove la figlia adottiva Sarvari ha studiato al Liceo Gioberti. Andrea Ferraris ha così iniziato la sua attività di graphic noveler, raccontando in balloons, con la consulenza dell’ etnologo e giornalista Giacomo Revelli, la vita agonistica del ciclista italiano dei primi novecento Ottavio Bottecchia. Muratore in Francia e dissidente durante la dittatura racconta anche della sua misteriosa morte, avvenuta durante il ventennio, si disse proprio per mano di squadristi fascisti. Fu ritrovato cadavere accanto alla sua bicicletta, nei pressi di una strada sterrata, nelle sue campagne friulane nel 1927. Il mistero sulla reale causa della sua scomparsa permane ancora oggi. ( Andrea Ferraris –  Giacomo Revelli   ”Bottecchia”  edizioni Tunuè, €. 12 in libreria e online ). L’ ipotesi del decesso per un pestaggio subito che fu fatta in quegli anni tra le molte altre, mai trovò conferma ufficiale, certa e definitiva. Ma fu ventilata negli anni recenti, anche da giornalisti specializzati nella storia del ciclismo, come il noto e compianto Gianni Mura di Repubblica, che scrisse su quel caso di «morto scomodo» al regime mussoliniano. Successivamente spinto dal suo impegno sociale, politico e culturale mai appagato,  il fumettista ligure, si è recato sul campo con il regista cinematografico e sceneggiatore Renato Chiocca durante l’estate di alcuni anni fa, al confine tra lo stato del Messico e quello del Texas. Ne trasse un reportage a fumetti vissuto dall’interno e descritto come in ‘presa diretta’ sulla condizione sociale e di vita dei migranti messicani. Costretti dalla fame e dagli stenti e a rischio della vita a scavalcare il muro di cemento e filo spinato innalzato dagli americani tra i due paesi. Moltitudini in cerca di lavoro e opportunità di sopravvivenza, al seguito delle famiglie e del sogno americano, divenuto un vero e proprio incubo e una tragedia umanitaria.Demonizzati e vilipesi dalle politiche autarchiche trumpiane, divenuti reietti e pretesti politici, anche per larga parte delle opinioni pubbliche liberal delle nostre opulente, egoiste e indifferenti democrazie occidentali. ( Andrea Ferraris – Renato Chiocca, ” La cicatrice” , edizioni Oblomov € 9.35 in libreria e disponibile su Amazon).
Concludo citando  l’ ultima fatica di Andrea Ferraris: ” Una zanzara nell’ orecchio, Storia di Sarvari’’ ( Einaudi, Super ET 2021, 128 pgg. € 14.50). Fumetto autobiografico della felice vicenda di adozione, integrazione e paternità della figlia Sarvari. Costruzione famigliare condivisa con la moglie Daniela da Mumbai in India all’Italia, in un arco temporale molto ampio. Storia dell’ ottenimento dell’ adozione attraverso viaggi, intoppi burocratici e difficoltà di ogni genere. La lingua universale dell’ amore si conclude idealmente con l’ultima strip del testo. Ma prosegue anche nel qui e ora del nostro accidentato, caotico e avventuroso presente.

Aldo Colonna

In collina arriva la prima neve

Pioggia a Torino e prime  nevicate  a quote collinari sul basso Piemonte. È allerta gialla in Val Tanaro. Queste le previsioni meteo di sabato 3 dicembre. Le temperature sono in calo per l’aria fredda in arrivo da est-nordest. La quota neve inizialmente sui 6-700 metri scenderà a 4-500 metri in corrispondenza delle precipitazioni più intense. A nord del Po, neve sopra gli 800-1.000 metri, con precipitazioni deboli al mattino più intense nella seconda parte della giornata. Maltempo fino a domenica con precipitazioni più sparse e un progressivo innalzamento della quota neve.

Mondiali È finita la fase a gironi

Brasile e Portogallo agli ottavi, con la Svizzera e la Corea del Sud, fuori l’Uruguay!

Con un po’ di sorprese è finita ieri l’emozionante fase a gironi dei Mondiali, dopo le ultime quattro partite.Sono scesi in campo i Gruppi G e H:il Portogallo e la sorprendente Corea del Sud si sono qualificate agli ottavi nel gruppo H, mentre l’Uruguay è stato, clamorosamente, eliminato nonostante la vittoria contro il Ghana. Nel gruppo G invece passano il Brasile, nonostante la sconfitta contro il Camerun, e la sorpresa Svizzera che ha superato per 3 a 2 una deludente Serbia: alla vigilia del Mondiale era addirittura accreditata semifinalista,vista la qualità della squadra.Gli ottavi di finale sono in calendario per il 3, 4, 5 e 6 dicembre.
Ecco il calendario
Sabato 3 dicembre
16:00 – Olanda-Stati Uniti (Ottavo 1)
20:00 – Argentina-Australia (Ottavo 2)

Domenica 4 dicembre
16:00 – Francia-Polonia (Ottavo 3)
20:00 – Inghilterra-Senegal (Ottavo 4)

Lunedì 5 dicembre
16:00 – Giappone-Croazia (Ottavo 5)
20:00 – Brasile-Corea del Sud (Ottavo 6)

Martedì 6 dicembre
16:00 – Marocco-Spagna (Ottavo 7)
20:00 – Portogallo-Svizzera (Ottavo 8)

Enzo Grassano

La prima pizza circolare si mangia a Torino

La rivisitazione di un grande classico della cucina italiana secondo i principi dell’economia circolare applicata al cibo, all’interno del progetto europeo FUSILLI,  si trova alla Locanda nel Parco a Mirafiori, grazie alla proposta dell’Università di Scienze Gastronomiche e del Pollenzo FoodLab.

La Pizza Circolare nasce all’interno del progetto europeo FUSILLI che, fino al 2024, mira a promuovere la transizione del sistema alimentare di 12 città europee attraverso Living Lab innovativi. A Torino grazie a FUSILLI si sperimentano innovazioni e azioni concrete all’interno del Turin Food Innovation Living Lab, un ecosistema di innovazione aperta condivisa e partecipata implementato principalmente nell’area di Mirafiori, che coinvolge gli abitanti e un’ampia gamma di portatori di interesse nello sviluppare e attuare politiche alimentari locali che soddisfino le quattro priorità FOOD 2030:

  1. alimentazione per diete sostenibili e sane
  2. sistemi alimentari intelligenti per il clima e sostenibili dal punto di vista ambientale
  3. circolarità e sistemi alimentari efficienti sotto il profilo delle risorse
  4. innovazione e responsabilizzazione delle comunità.

FUSILLI è l’acronimo di Fostering the Urban food System Transformation through Innovative Living Labs Implementation e a Torino è realizzato dalla Città di Torino e dalla Fondazione della Comunità di Mirafiori in collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, l’Università di TorinoOrti Generali come terze parti e il coinvolgimento, in varie azioni, di stakeholder sul territorio di Mirafiori come, in questo caso, la Cooperativa Sociale Mirafiori che gestisce la Locanda nel Parco.

La Città di Torino, da tempo attenta a promuovere una transizione del sistema alimentare cittadino attraverso l’adozione di soluzioni maggiormente sostenibili da un punto di vista sociale, economico e ambientale, con la partecipazione al progetto FUSILLI ha rafforzato il proprio impegno in questa direzione definendo una strategia olistica, sinergica ed integrata.

Parallelamente, l’implementazione del Turin Food Innovation Living Lab a Mirafiori ha offerto l’opportunità di creare uno spazio di sperimentazione condiviso volto a definire soluzioni co-progettate attraverso il coinvolgimento di un’ampia gamma di attori che agiscono nelle diverse dimensioni della filiera alimentare: produzione e trasformazione, distribuzione e logistica, consumo, gestione e riduzione dello spreco alimentare, nonché “governance”.

Il Living Lab implementato con il progetto FUSILLI insisterà su alcune tematiche di interesse strategico: promozione del modello di economia circolare, attività di educazione e sensibilizzazione sul rapporto cibo/salute, gestione dello spreco alimentare, recupero e redistribuzione delle eccedenze alimentari anche a fini solidaristici, tutela della biodiversità e promozione del cibo locale, rafforzamento dell’identità di quartiere e della capacità di resilienza degli abitanti. Benché caratterizzato come un banco di prova sperimentale a scala di quartiere (Mirafiori), il Turin Food Living Lab mira a replicare le soluzioni di successo in altre aree cittadine.

«La Pizza Circolare è un importante tassello della più ampia strategia alla quale la Città di Torino sta lavorando con impegno da tempo, volta ad accompagnare la transizione del sistema alimentare cittadino verso soluzioni in linea con le priorità Food 2030 dell’Unione Europea» sottolinea l’Assessora della Città di Torino alla Transizione ecologica e digitale, Chiara Foglietta «Non a caso la città ha inserito il tema dell’economia circolare come uno dei quattro pilastri su cui lavorerà il nuovo Gruppo Interdipartimentale, nato anche grazie agli spunti e alle sinergie con il progetto europeo FUSILLI, che ha l’obiettivo di realizzare politiche condivise e univoche in ambito alimentare».

Fondazione della Comunità di Mirafiori onlus da oltre 10 anni si occupa di coinvolgere gli abitanti in attività e in eventi di divulgazione legati ai temi della rigenerazione urbana e sociale, anche attraverso il cibo come occasione di socialità e di sostenibilità ambientale. Da 4 anni con Mirafood (la comunità urbana Slow Food per la valorizzazione del territorio di Mirafiori), con il progetto Mirafiori Quartieri Solidali e oggi, grazie a FUSILLI, si possono consolidare le azioni di sistema sul recupero del cibo e sostegno alimentare, si avviano nuove sperimentazioni sul tema della circolarità del cibo e si sviluppano strategie condivise per la valorizzazione delle tipicità e artigianalità locali come MA.MI food – Made in Mirafiori, il paniere di prodotti tipici di Mirafiori.

La sinergia tra amministrazione, enti del Terzo Settore, mondo accademico e cittadini, anche in questo caso, rappresenta un’importante valore aggiunto al territorio.

«Con il progetto FUSILLI, la Fondazione della Comunità di Mirafiori ha la possibilità di incrementare ulteriormente le azioni di valorizzazione dell’identità del territorio attraverso la cultura del cibo, attivate da anni e promosse fin dal 2018 con Mirafood. La Pizza Circolare è un’ulteriore tappa nella costruzione del sostegno allo sviluppo economico locale e si inserisce nel neonato paniere di prodotti del quartiere, MA.MI food – Made in Mirafiori, rispettosi dei principi del “cibo buono pulito e giusto” e motore di un maggiore benessere delle persone e dell’ambiente.» Anna Rosaria Toma, Presidente di Fondazione della Comunità di Mirafiori onlus.

La Pizza Circolare è una proposta gastronomica progettata dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e il Pollenzo FoodLab, laboratorio di sperimentazione e formazione per l’innovazione in cucina, in collaborazione con la Locanda nel Parco, il ristorante sociale della Casa nel Parco.

L’innovativo concept si fa portavoce dei principi della Circular Economy for Food (CEFF) che l’Ateneo ha promosso negli anni con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo dell’economia circolare applicata al food system.

«La Circular Economy for Food è quel modo di pensare ed agire sistemico, che parte dal porre al centro di ogni processo decisionale la tutela e la rigenerazione del capitale naturale a cui è associato quello umano, culturale ed economico, rispettando i limiti planetari ed offrendo allo stesso tempo uno spazio equo alla società civile. Il primo passo è cercare di evitare di compromettere i rapporti con il migliore fornitore di materia prima che il genere umano conosca, ovvero la Natura, per poi ragionare sulla valorizzazione di ogni eccedenza, l’inclusione sociale, l’utilizzo intero degli ingredienti, il recupero del saper fare in cucina e così via» afferma il prof. Franco Fassio curatore dell’iniziativa insieme alla designer sistemica Alessandra Savina ed al gruppo di lavoro del Food Lab, composto da Carol Povigna, Nahuel Buracco e Matteo Bigi, gastronomi e formatori che con la loro esperienza e creatività sfornano quotidianamente nuovi paradigmi gastronomici in cucina.

Seguendo le 3C della CEFF (Capitale, Ciclicità e Coevoluzione), la pizza valorizza i suoi ingredienti nella loro interezza, evitando la generazione di sprechi, esaltando la biodiversità naturale e culturale tipica del territorio e coinvolgendo la comunità con un prodotto nutriente e salutare per l’umanità e il pianeta (One Health).

La prima ricetta di pizza rivisitata che viene proposta a Locanda nel Parco mette in discussione la famosa 4 Stagioni. I “classici” topping come mozzarella, pomodoro, carciofini, olive, funghetti, prosciutto cotto, nella nuova versione progettata da Pollenzo sono sostituiti da verdure di stagione, dal formaggio tipico piemontese Mortrett, o dal Seirass del Fen, una ricotta stagionata Presìdio Slow Food.

Con l’aggiunta di erbe aromatiche del kitchen garden nei cassoni a Spazio WOW, ex fabbrica del quartiere rigenerata con vocazione green, e l’impasto a lunga lievitazione cotto in un forno a risparmio energetico, realizzato con materiale refrattario, in grado di mantenere la temperatura e ridurre i consumi.

La ricetta, nella sua versione invernale, include come ingredienti vegetali il cavolo broccolo, zucca Butternut, cavolo viola e porro: verdure che sono espressione stagionale del territorio piemontese.

La proposta gastronomica è pensata per essere versatile e replicabile per ogni stagione e lì rientra in un ragionamento più ampio che l’Ateneo pollentino sta portando avanti, con l’ambizione di rivisitare alcuni grandi classici della cucina italiana, in chiave sostenibile e circolare. Non si tratta, infatti, di un mix unico nel suo genere, ma di un modus operandi applicato ad una pizza vegetariana, qualcosa che l’antropologo francese Claude Lévi-Strauss definirebbe come un’azione di “bricolage contadino” ovvero di quella capacità delle società tradizionali di operare sui saperi materiali e immateriali ricombinandoli creativamente, per valorizzarli al massimo ed evitare la generazione di sprechi.

“La Gastronoma” è il nome della nuova pizza, ideato dagli studenti della Laurea Magistrale in Food Innovation & Management di UNISG, coinvolti nei test sensoriali che hanno portato alla generazione della ricetta invernale. Una pizza che porta in tavola la biodiversità naturale e culturale tipica di ogni territorio, riducendo al minimo gli scarti derivanti dalla sua produzione in chiave di economia circolare.

«L’obiettivo del Food Lab, contribuendo alla creazione di nuovi prodotti come La Gastronoma, è quello di diffondere un nuovo modo di fare, che ha radici nel passato, ma che allo stesso tempo non vuole assumere un atteggiamento nostalgico, ma far propria la consapevolezza che in questo stato di crisi ecologica mondiale, è opportuno che la modernità e l’innovazione si siedano al tavolo della tradizione, specie quando quest’ultima diventa portavoce di valori attualizzabili in soluzioni per il futuro» afferma Carol Povigna, coordinatrice del Pollenzo Food Lab.

La Locanda nel Parco è il ristorante gestito dalla Cooperativa Sociale Mirafiori, realtà presente in quartiere dal 1988. Il locale, nella ristrutturazione del 2021, è stato pensato con una particolare attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale, attraverso l’applicazione dei principi dell’economia circolare. È un luogo di opportunità sia lavorative per chi è disposto a rimettersi in gioco con i propri talenti nonostante le profonde difficoltà vissute, che formative per i giovani: è un hub permanente della scuola di formazione professionale Engim San Luca.

Oltre a essere spazio di aggregazione e socializzazione aperto a tutti senza distinzioni, con attenzione alle persone più fragili, si propone cibo di qualità, che rispetta la stagionalità dei prodotti e con una grande attenzione alla provenienza degli alimenti, prediligendo i prodotti locali. Il nostro vino è biologico certificato e offriamo birre di piccoli produttori piemontesi.

La Pizza Circolare rappresenterà il fiore all’occhiello della proposta di pizze di Locanda nel Parco, punto di riferimento per il territorio, orientato a un’alimentazione sana e sostenibile, sia per l’ambiente che, economicamente, per i clienti.

La Pizza Circolare è disponibile a Locanda nel Parco (via Modesto Panetti, 1 – Torino) dal 2 dicembre 2022 tutti i giorni dal martedì alla domenica.
Consigliata la prenotazione al 345 6878874.

“Baby gang, origine e analisi di un fenomeno in crescita”, il convegno di Fsp Polizia

“Indispensabili strategie e interventi legislativi ad hoc”

 

Quello delle “baby gang” è un fenomeno costantemente in crescita, di cui nel solo 2022 le cronache italiane si sono occupate in oltre 1900 occasioni, eppure ancora non definitivamente delineato, inquadrato, specificato nelle sue varie manifestazioni, e men che mai affrontato in maniera “sistemica”. Un fenomeno ormai endemico la cui serietà impone di procedere speditamente nello studio e nella definizione di contromisure adeguate e rispetto al quale l’Italia, a differenza di altri paesi, non ha ancora risposto con interventi ad hoc.

Di qui la necessità e l’importanza di confronto, sensibilizzazione e analisi sul tema, che ha mosso Fsp Polizia di Stato a organizzare a Torino il convegno “Baby gang, origine e analisi di un fenomeno in crescita”.

Moderato dall’avvocato Carlo Maiorino, amministratore unico della Saa School of management, l’incontro si è aperto con i saluti di Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, ed è proseguito con gli interventi di Massimo Peggio, giornalista de La Stampa; Stefano Scovazzo, Presidente emerito del Tribunali per i minorenni di Torino; Maali Atila Sarih, Vice presidente Conngi (Coordinamento nazionale nuove generazioni italiane); Gianna Pentenero, assessore alla Sicurezza di Torino; Luca Pantanella, Segretario provinciale Fsp Torino.

“Incontri come questo sono di enorme importanza – ha voluto rimarcare Mazzetti -, perché il fenomeno di cui parliamo incide moltissimo sulla sicurezza per così dire ‘attuale’ ma anche ‘futura’, proprio partendo dall’assunto della giovane età dei soggetti coinvolti, che in media è compresa fra 15 e 17 anni. Il problema, inoltre, riguarda in maniera quasi omogenea l’intero territorio nazionale, con un’incidenza lievemente maggiore nel nord Italia e, sia pur con caratteristiche diverse a seconda delle macro aree di riferimento, replica ovunque gli effetti gravemente deleteri di situazioni di devianza a partire da problemi sociali, culturali, economici che richiedono strategie specifiche, come accade ad esempio con alcuni progetti dedicati in paesi nord europei, e risposte normative adeguate a una realtà ormai radicata, come avviene in Spagna, Inghilterra o negli Stati Uniti”.

“L’Italia ha ormai preso atto di dover fare i conti con un fenomeno molto pericoloso – ha aggiunto Luca Pantanella -, rispetto al quale, da ultimo, lo studio elaborato da Transcrime, che si basa su dati rilevati con il supporto del Servizio analisi criminale della direzione centrale della Polizia criminale e con il dipartimento di Giustizia minorile del ministero della Giustizia, non lascia dubbi. La risposta del sistema al problema delle baby gang è ancora ‘fuori fuoco’ e priva di strategia, ma a noi che operiamo per garantire la sicurezza sta particolarmente a cuore. Ecco perché siamo grati ai nostri illustri relatori che, oggi, hanno fornito analisi e spunti di riflessione preziosi per svolgere anche in questo delicatissimo ambito il nostro lavoro in maniera sempre più efficace e adeguata”.