ilTorinese

Grande tensione per il successo di un nuovo giallo di Agatha Christie

All’Erba, sino a domenica 18 dicembre

La specializzazione lunga trent’anni nei gialli di Agatha Christie ha fatto sì che la Grande Dame sia quasi divenuta il marchio di fabbrica di Torino Spettacoli, un tassello sicuro, sempre avvincente e rassicurante, una compagna di viaggio invidiabile e decisamente amica. Dal lontano “Trappola per topi” si è passati, attraverso “La tela del ragno” e “Assassinio sul Nilo” e “Caffè nero per Poirot”, successo dopo successo, al testo del 1958 che oggi il regista Girolamo Angione firma, “L’ospite inatteso”, nella traduzione di Edoardo Erba, la scena di Gian Mesturino, da molti ritenuto il capolavoro dell’autrice.

Un testo in cui, all’aprirsi della scena, tutto sembra già successo e definitivo. Ma, inevitabilmente, si tratta della Christie, quindi “sembra”. Un tale signor Starckwedder, un ingegnere appena tornato dal Golfo Persico, si perde una sera nella campagna nebbiosa inglese, la macchina caduta in un fosso, una richiesta d’aiuto. Lo potrebbe trovare in una casa non troppo lontana dal luogo dell’incidente, la porta è aperta, prova a entrare: nella grande stanza un uomo, il proprietario, ucciso da un colpo di rivoltella, a pochi passi sua moglie Laura, in piedi, terrorizzata, ancora con l’arma tra le mani, pronta a confessare. Non è che l’inizio, non si può certo chiudere qui. E la incessante bravura della Christie, mentre il sopraggiunto si affretta a costruire una nuova verità su quella che più che palesemente gli si è presentata davanti agli occhi, prende ad avviare un plot dove allinea i componenti della casa, l’infermiera Bennett, infermiera e anima insostituibile, il maggiordomo Angell, ambiguo nelle parole e negli atti, disposto al viscido ricatto, il giovane Ian, instabile nella mente, la granitica madre della vittima, il maggiore Farrar, uomo tutto dedito alla propria carriera politica e opportunista, tutti quanti a volersi chiarire come possano essere andati i fatti. Nella tramatura dei dialoghi, nel continuo scoprire colpe, nel gettare alla polizia sospetti e brandelli di parole, nell’intimità delle psicologie poco a poco ricostruite, c’è una inattesa corsa ad una autocolpevolezza, nell’analisi dei comportamenti e degli sguardi c’è la volontà ad allontanare quel che di poco chiaro ci può essere negli altri. Verso la ricostruzione delle vicende che avvolgono una intera famiglia, nel bene e nel male.

Un giallo dove ogni cosa sembra il contrario della propria affermazione, dove la tensione arriva netta al succedersi di ogni scena. Attraverso una innegabile eleganza, la tensione viene mantenuta appieno da una compagnia dove ognuno lascia prendere corpo al proprio personaggio con giusta esattezza; da Andrea Beltramo (che nella prima metà della settimana di repliche ha sostituito Simone Moretto) a Elena Soffiato a Elia Tedesco, a tutti i loro compagni, ognuno partecipa al successo completo della serata. In scena al teatro Erba sino a domenica 18 dicembre.

Elio Rabbione

Le foto dello spettacolo sono di Daniele Serra

Grande festa per la riapertura della biblioteca Carluccio

Grande festa per la riapertura della Biblioteca civica Luigi Carluccio che ha sede in via Monte Ortigara 95. All’inaugurazione col pubblico, che si terrà sabato 17 dicembre dalle ore 15.00, parteciperanno il Sindaco Stefano Lo Russo l’Assessora alla Cultura Rosanna Purchia e i familiari dello storico dell’arte a cui la sede è intitolata. La rinnovata biblioteca civica – come da tradizione – avrà un ‘padrino’ scrittore che in questo caso sarà Alessandro Perissinotto.

La cerimonia sarà animata dalla Banda Musicale del Corpo Polizia Locale della Città e dal Coro CAI UGET di Torino. Dopo i saluti istituzionali, nel pomeriggio, si potrà assistere alla lettura scenica ‘Canto di Natale’ di e con Claudio Dughera e Claudia Martore, a cura della Fondazione TRG-Teatro Ragazzi e Giovani, dedicata a tutti i bimbi e alle loro famiglie.

La Biblioteca Carluccio, intitolata a uno dei più importanti critici d’arte italiani del Novecento,  è stata aperta nel 1982 all’interno dell’allora Centro civico. Chiusa nel gennaio 2015 per importanti lavori di ristrutturazione e riqualificazione, prolungati nel tempo per ulteriori interventi indispensabili, la biblioteca viene oggi restituita ai cittadini totalmente rinnovata: su due livelli, compreso lo spazio dedicato ai più piccoli al piano terra, con ambienti accoglienti e colorati grazie anche ai murales realizzati dall’Associazione Monkeys di Torino.

Gli orari di apertura: lunedì 14-19, martedì e venerdì 9-15, mercoledì e giovedì 13-19, sabato: 9-15 (a sabati alterni).

I numeri della biblioteca

9385 volumi

49 posti a sedere per adulti

21 posti a sedere per bambini

1 postazione di interrogazione del catalogo online

postazione di autoprestito

postazione di navigazione Internet (in arrivo)

1 sala giornali e riviste

1 spazio incontri

Un po’ di storia: 

Luigi Carluccio (1911 – 1981) – Nato a Calimera (LE), ancora bambino si trasferì a Torino con la famiglia per seguire il padre, insegnante di scuola elementare. Terminati gli studi classici al Liceo Massimo d’Azeglio, si iscrisse alla Facoltà di Lettere e Filosofia dove si laureò nel 1940 con una tesi di carattere storico-artistico. Interessato all’arte fin da giovanissimo, fu frequentatore assiduo della galleria torinese Codebò in cui conobbe il pittore Luigi Spazzapan, divenendone grande estimatore e amico. Nel 1934 iniziò l’attività di critico d’arte pubblicando articoli su L’Avvenire d’Italia e sulla rivista Arte Cattolica, di cui fu anche direttore. Richiamato alle armi, combatté in Abissinia, in Albania e in Russia. Dopo l’armistizio fu internato dai tedeschi fino al 1945. Ripresa l’attività di critico per diverse testate giornalistiche, fra cui La Gazzetta del Popolo e Il Giorno, fu curatore di mostre di particolare rilievo alla Galleria d’Arte Moderna di Torino e autore di presentazioni e di prestigiosi cataloghi d’arte. Nel giugno 1979 fu nominato direttore del Settore Arti Visive della Biennale di Venezia, incarico confermato anche per l’edizione 1982 che però non poté ricoprire, essendo morto improvvisamente il 12 dicembre 1981 a San Paolo, dov’era direttore della Biennale brasiliana.

Tra bellezza e (grandi) disagi: quando a Torino la neve tinge tutto di bianco

IERI LO SCIOPERO DEI MEZZI PUBBLICI NON È STATO REVOCATO 


Da un lato ci sono auto che proseguono a passo d’uomo, tamponamenti e ciclisti con la bici a mano. 

Sotto i portici di Via Roma ogni tanto si sente qualcuno cascare di sedere, chi vi scrive è riuscita a scivolare e finire faccia a terra.

E poi ancora turisti da Messico, Regno Unito, Iran, compresi alcuni che mi dicono che vedono la neve per la prima volta, studenti del Politecnico che si organizzano per fare un pupazzo e bambini che fanno a palle di neve.

E Torino sotto la neve regala uno spettacolo da lasciare senza fiato.

Dall’altro c’è lo sciopero dei mezzi e le difficoltà di chi esce dall’ufficio per rientrare a casa. Sindaco, ricordiamoci di spargere il sale o  oggi subiremo altri disagi.

Testo e foto di Loredana Barozzino

 

“Aspettiamo senza aver paura domani” Lucio Dalla dieci anni dopo

Al “Gobetti” di San Mauro, un concerto – spettacolo per ricordare  Dalla a dieci anni dalla morte

Venerdì 16 dicembre, ore 21

San Mauro Torinese (Torino)

Di formazione jazz, è stato uno dei più importanti ed innovativi cantautori della musica italiana. A dieci anni dalla scomparsa avvenuta improvvisamente, il 1° marzo 2012 (tre giorni prima del suo 69° compleanno), all’Hotel “Plaza” di Montreux – cittadina svizzera sede del “Montreux Jazz Festival”, dove si era esibito la sera prima– il bolognesissimo Lucio Dalla sarà ricordato con un concerto – spettacolo che, dopo aver accolto l’affetto del pubblico in tutt’Italia, arriverà al “Teatro Gobetti” (via Martiri della Libertà, 17) di San Mauro Torinese, venerdì 16 dicembre, alle ore 21. Il titolo, “Aspettiamo senza aver paura domani”, è “rubato” dall’ultimo verso della sua immortale “Futura”, canzone scritta da Lucio a Berlino nel 1979. Si racconta che il cantautore quando arrivò in taxi davanti al “Muro” (che sarebbe stato abbattuto solo dieci anni dopo) chiese al taxista di fermare l’auto per qualche minuto. Scese, si sedette su una panchina a fumare una sigaretta e a guardare l’opera eretta dalla Germania dell’Est, che stava lì dal 1961. Dopo mezz’ora di appunti, note e parole, nasceva “Futura”, la storia d’amore di due giovani preoccupati per il loro futuro ma certi di abbattere il muro della paura e di poter anche progettare una famiglia e dei figli insieme: “e se è una femmina si chiamerà ‘Futura’”. Lo spettacolo, prodotto da “Scena Verticale”, ideato e scritto durante i mesi della pandemia – di e con Sasà Calabrese, Dario De Luca e Daniele Moraca – sarà un viaggio alla scoperta della musica di Dalla, della profondità dei suoi testi e dei significati nascosti nella sua opera. “Lucio Dalla – dicono i responsabili – aveva dita troppo corte per suonare il piano, non conosceva abbastanza la musica per comporre, aveva un fisico lontano da ogni canone, aveva collezionato insuccessi discografici, non aveva una cultura da intellettuale. Eppure è diventato uno dei più grandi cantautori della storia della musica italiana ed è stato così importante anche perché è stato l’artista che, insieme a Roberto Vecchioni, ha riflettuto di più sulla ‘forma canzone’ e sulla sua funzione semiotica e comunicativa”. Un ruolo indubbiamente fondamentale in questo percorso per Lucio lo hanno giocato le sue grandi amicizie intellettuali, in particolare con artisti quali Roberto Roversi, Francesco De Gregori, Dario Fo. In una sua intervista nel 2002, Lucio diceva: “Tutti i testi delle mie canzoni sono sempre piccoli racconti, ipotesi di sceneggiature”. E proprio da queste sue parole nasce l’idea di unire la “forma canzone” con la parola, con l’arte teatrale, cercando di creare uno spettacolo dove le canzoni del genio bolognese arrivino sotto forma di “racconto orizzontale”, come un film, come fossero storie cucite a mano dalla musica. “Canzoni, dunque, cantate e recitate, riflessioni sulla musica, aneddoti sulla vita artistica di Lucio, artista unico e imparagonabile, e di tanti colleghi che formano il frastagliato arcipelago della canzone d’autore italiana, si dipaneranno nello spettacolo in un clima di leggerezza ed ironia, in cui non mancherà il coinvolgimento del pubblico”. In un gesto totale di attesa di futuro e di speranza. Di totale speranza nel futuro. Come scriveva e cantava Lucio: “Il tuo cuore lo sento/ I tuoi occhi così belli non li ho visti mai/ Ma adesso non voltarti/ Voglio ancora guardarti/ Non girare la testa/ Dove sono le tue mani/ Aspettiamo che ritorni la luce/ Di sentire una voce/ Aspettiamo senza aver paura domani”.

Per info: “Cinema Teatro Gobetti”, via Martiri della Libertà 17, San Mauro Torinese (To); tel. 011/0364114 o www.cinemateatrogobetti.it

g.m.

Nelle foto: “Scena Verticale

Un nuovo sito web per il Politecnico di Torino

Pubblicato online ieri mattina il nuovo portale, completamente rinnovato, per rendere l’Ateneo ancora più aperto e per rispondere alle necessità di informazione e di conoscenza dei tanti pubblici a cui si rivolge il Politecnico

 

 Una navigazione più chiara e intuitiva, un design contemporaneo, adattabile a tutti i dispositivi, contenuti più ricchi e maggiormente integrati tra loro e sotto il “cofano” un motore informatico all’avanguardia. Il nuovo sito del Politecnico di Torino, pubblicato online ieri mattina, è uno strumento completamente rinnovato, all’altezza di un’università aperta, moderna, inclusiva e attenta alle ricadute sulla società delle proprie attività.  Un ateneo che, consapevole dei suoi oltre 160 anni di storia, offre didattica e ricerca di eccellenza e vicine ai bisogni della società; un ateneo che coltiva la curiosità ma che è anche attento alle sfide del futuro e che ora, grazie al nuovo sito Web, si apre ancor più di prima a tutti coloro – e sono molti – che cercano nel Politecnico risposte ai loro bisogni, siano essi formativi, di innovazione, di conoscenza.

“Circa 30 anni fa nasceva il World Wide Web e da subito il nostro Ateneo si è affacciato a questo nuovo mondo con un sito che nel tempo si è stratificato e arricchito, ma che oggi sentivamo la necessità di ripensare da zero, per riuscire a rendere disponibile per tutti, non solo i nostri pubblici tradizionali, la grande ricchezza di informazioni e di contenuti di un Ateneo come il nostro”, spiega il Rettore Guido Saracco.

Nel 2020 il Politecnico di Torino ha quindi avviato un complesso processo di ripensamento integrale della propria presenza online, per offrire uno strumento più efficace e per meglio rappresentare le trasformazioni che in questi ultimi anni lo hanno visto protagonista in tutti gli ambiti della sua attività.

Un progetto articolato, che ha coinvolto l’intera comunità politecnica, per ridefinire la struttura e l’architettura delle informazioni, che fino a ieri erano presentate in quella che col tempo era diventata una galassia stratificata di siti web, e che con questo progetto si riconduce a un unico portale. Un nuovo sito web che unisce l’indispensabile aspetto informativo agli approfondimenti necessari a raccontare la complessità di un Ateneo come il Politecnico.

“Credo che non esista un’altra istituzione che presenta una mole di contenuti così ampia e così variegata come un’Università, un’istituzione che si rivolge a pubblici molto differenti: dagli studenti e futuri studenti, fino al mondo della ricerca, delle istituzioni e delle aziende, per arrivare alla società in senso ampio. Con questo progetto, che ha richiesto più di due anni di impegno e che ha coinvolto l’intera comunità politecnica prima con questionari, focus group e interviste, poi con la scrittura di oltre 2.000 pagine web da parte di più di 100 redattori, siamo sicuri di offrire un servizio molto migliorato ai nostri utenti e siamo anche sicuri che attrarremo con maggior efficacia chi ancora non ci consce”, aggiunge il Delegato del Rettore per la Cultura e la Comunicazione Juan Carlos De Martin.

Il progetto

A maggio 2020 ha preso avvio il progetto NIPO (“Nuova Immagine e Presenza Online”), che ha visto impegnato nella revisione complessiva del portale PoliTo un team di lavoro interno (composto in particolare dalle Direzioni Infrastrutture Servizi Informatici e Amministrazione Digitale e Cultura, Comunicazione e Biblioteche) affiancato a una società esterna, Wellnet s.r.l. – H2H Creative Production s.r.l. Per l’implementazione tecnica, il Politecnico di è avvalso anche della consulenza di SparkFabrik s.r.l. e dell’azienda Meetweb s.r.l. per la revisione dei contenuti di alcune sezioni.

Non si è trattato solo di ripensare alla grafica del sito web per adattarla alla nuova immagine e al nuovo logo dell’Ateneo – che nell’ambito dello stesso progetto sono stati ripensati in chiave più moderna e diretta – ma di creare un nuovo sito web, che mettesse a sistema i contenuti esistenti e li integrasse con altri aspetti divenuti oggi importanti.

Considerata la complessità e la vastità delle informazioni da ospitare sul nuovo portale, il progetto è ancora in divenire e continuerà ad essere aggiornato e migliorato costantemente anche nei prossimi mesi, con il completamento della trasposizione sul nuovo sistema di tutti i contenuti di dettaglio.

Le principali novità

Navigazione più semplice e diretta

La nuova navigazione del sito è progettata per individuare velocemente e con pochi passaggi i contenuti desiderati, in qualsiasi punto della navigazione ci si trovi. Menù a tendina che si aprono al passaggio del mouse e l’utilizzo sempre esplicito di percorsi che guidano l’utente, che è accompagnato da una molteplicità di accessi in punti differenti delle pagine agli stessi contenuti, proprio per non dover proseguire sempre in un percorso lineare nella navigazione, ma per poter raggiungere i contenuti di interesse nel punto della navigazione in cui si trova.

Accanto alla navigazione “gerarchica”, più tradizionale, si è introdotta una navigazione per “Personas”, cioè per utenti tipo: un pulsante del menu nell’angolo in alto a destra che rimane raggiungibile da qualunque pagina per l’accesso diretto a contenuti selezionati per ogni specifica tipologia di utente.

A chi invece è interessato a una navigazione tematica, il sito offre una chiara suddivisione delle macro sezioni di cui è composto, ciascuna dotata di una home page secondaria che presenta i contenuti principali in un unico colpo d’occhio. Ciascuna sezione si integra con le altre, in una rete di rimandi e collegamenti che arricchiscono l’esperienza dell’utente.

L’utente al centro

Il design complessivo del nuovo sito è soprattutto pensato per mettere al centro l’utente. L’obiettivo, quindi, è di parlare direttamente ai tanti pubblici di riferimento del Politecnico, ciascuno con il proprio linguaggio, mettendosi per prima cosa dal loro punto di vista.

Il sito si propone pertanto per prima cosa di soddisfare le esigenze dell’utente, sia di reperire informazioni e documenti, che di vivere un’esperienza coinvolgente con una grafica accattivante e moderna, l’utilizzo di icone e colori ben definiti, l’attenzione alla fruizione attraverso dispositivi che spaziano dal pc desktop agli smartphone, fino all’attenzione alla velocità di caricamento delle pagine.

Home page ricche di contenuti

Per fornire un colpo d’occhio complessivo senza neppure dover entrare nelle diverse sezioni, sono state realizzate home page di sezione con highlights e contenuti in evidenza relativi a tutte le attività, dove trovano posto anche tanti aggiornamenti in tempo reale dalla comunità politecnica.

Un “motore” più potente

Anche dal punto di vista tecnologico il nuovo portale è all’avanguardia: tutte le componenti del sito sono ospitate sull’infrastruttura “on-premise” dell’Ateneo che garantisce – attraverso l’uso di server virtuali distribuiti su diversi data center – un’elevata affidabilità e un’efficiente scalabilità.

Per quanto riguarda la componente software, si è scelto di utilizzare interamente componenti open source e il cuore del sito è costituito dalla piattaforma di Content Management System Drupal 9 che è stata opportunamente customizzata per integrarsi totalmente con i sistemi informativi dell’Ateneo (Didattica, Ricerca e Organizzazione interna), garantendo in questo modo l’aggiornamento in tempo reale di tutti i dati e le informazioni pubblicate.

Ricordando Adriano Olivetti e Gianmaria Testa

Nuovi appuntamenti alla “Fondazione E. di Mirafiore” di Serralunga d’Alba per il “Laboratorio di Resistenza Permanente”

Venerdì 16 e sabato 17 dicembre

Serralunga d’Alba (Cuneo)

Nuovo doppio appuntamento, nell’ambito del “Laboratorio di Resistenza Permanente”, nel Teatro della “Fondazione E. di Mirafiore” di Serralunga d’Alba (via Alba, 15), nata nel 2010 in un edificio storico nel cuore della Langa del Barolo, all’interno del “Villaggio Narrante” in Fontanafredda. Appuntamenti, entrambi, di indubbio interesse incentrati su due figure che hanno partecipato con passione, l’una a fare la storia più alta dell’industria piemontese (e non solo), e l’altra a lasciare un’impronta poetica indelebile nella storia della musica d’autore italiana.

Si inizia venerdì 16 dicembre (ore 19), con un incontro dedicato alla figura di Adriano Olivetti (Ivrea, 1901 – Aigle, Svizzera, 1960), mito dell’industria, della creatività e della cultura italiana nel mondo. A parlarne, partendo dalla presentazione del suo recente libro proprio sulla figura dell’illuminato industriale eporediese, “Adriano Olivetti, un italiano del Novecento” (“Rizzoli”), sarà Paolo Bricco, giornalista (anche lui eporediese), saggista, storico dell’industria e inviato del “Sole 24 Ore”. Olivetti è stato certamente in tutto e per tutto un italiano figlio del suo secolo, ma un italiano “profondamente atipico”. Nel suo libro, frutto di un decennio di ricerche e di scrittura, Paolo Bricco ripercorre “la vita di un uomo di genio e la vicenda industriale e sociale, politica e culturale dell’Italia tra la fine dell’Ottocento e il boom economico”. Non un’agiografia, tiene però a  precisare Bricco, ma uno studio accurato che di Olivetti intende anche mostrare “le contraddizioni, i conflitti e le generose incompiutezze: i legami profondi e tormentati, ad esempio, con i famigliari, le due mogli e le altre donne amate, la passione per l’organizzazione scientifica del lavoro e l’attrazione per la spiritualità, l’astrologia e la sapienza orientale”. Appuntamento decisamente da segnare in agenda.

Di non minore interesse anche il secondo incontro, nato dalla positiva esperienza di due serate dedicate, l’anno scorso, dalla “Fondazione” di Serralunga, a due grandi compositori italiani che hanno lasciato prematuramente le scene: Fabrizio De André e Lucio Battisti. E dunque, quest’anno, ripetendo la bella atmosfera dei precedenti incontri, si andrà a ricordare la grande musica e la poesia di Gianmaria Testa (Cavallermaggiore, 1958 – Alba, 2016), al quale il territorio di Langa e la stessa “Fondazione E. di Mirafiore” sono particolarmente legati. Sabato 17 dicembre (ore 18,30) a rendergli omaggio ci sarà un gruppo di amici musicisti: GiuaWalter Porro, Claudio Dadone e Filippo Bessone. Modera l’incontro, il giornalista, dj e scrittore astigiano Massimo Cotto. Gianmaria è stato un cantautore profondamente popolare e raffinato al tempo stesso, un cantautore dalla voce roca e vellutata che “ha fatto della canzone nuda la sua vera forza”. Testi come minime poesie che “parlano di nebbie e di incontri, di solitudini e di colline, di amore e migranti e musiche che evocano il tango, il jazz, la bossanova, la habanera, il valzer e creano suggestioni calde, intense, che sanno avvolgere”. E camminare senza tempo.

La partecipazione agli eventi è gratuita, ma per garantire il rispetto delle norme di sicurezza è obbligatoria la prenotazione tramite il sito www.fondazionemirafiore.it Gli incontri si possono anche seguire in diretta streamingsempre dal sito della “Fondazione Mirafiore”.

g. m.

Nelle foto:

–       Paolo Bricco

–       Gianmaria Testa

A Michele Coppola il premio Allegrini

L’ARTE DI MOSTRARE L’ARTE 2022

Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo e Direttore delle Gallerie d’Italia è il vincitore del Premio Allegrini “L’Arte di mostrare l’Arte” 2022, giunto quest’anno alla decima edizione. La cerimonia di consegna del premio si è tenuta ieri martedì 13 dicembre a Villa Della Torre, a Fumane di Valpolicella (VR).

“Vogliamo premiare il lavoro di qualità che egli ha svolto alle Gallerie d’Italia integrando compiutamente nel Progetto Cultura quella responsabilità sociale che Intesa Sanpaolo ha voluto fattivamente mettere in pratica nel suo polo museale e culturale che si articola in 4 sedi ospitate in prestigiosi palazzi nel centro città a Milano, Napoli, Torino e Vicenza. Oltre alle collezioni esposte in modo permanente, con una selezione tra le oltre 35 mila opere d’arte di proprietà, le Gallerie d’Italia ospitano periodicamente mostre temporanee frutto di progetti scientifici originali in partnership con i più prestigiosi musei del mondo. A questo aggiungasi una nutrita programmazione di attività ed eventi fatta di convegni, eventi musicali, presentazioni di libri, percorsi didattici, incontri divulgativi” spiega Giancarlo Mastella, Direttore di Villa Della Torre e membro della giuria.

Il Premio Allegrini, riconoscimento che l’azienda veronese assegna annualmente a curatori e personalità dell’arte e della cultura che attraverso le loro eccezionali visioni e ricerche realizzano percorsi espositivi originali e immersivi, nel 2022 vuole rendere omaggio all’impegno culturale e artistico che un’impresa privata sviluppa nei confronti della collettività. Condividendo con le comunità e i territori di riferimento il patrimonio artistico e architettonico di proprietà, Intesa Sanpaolo, oltre a sviluppare un sistema di mostre di sempre alto profilo, stimola concretamente la crescita culturale e civile dell’intero Paese, oltre che la tutela del suo prezioso patrimonio.

“In questo contesto, vogliamo riconoscere anche l’importante impegno di Intesa Sanpaolo nell’ambito della salvaguardia delle opere d’arte, con il progetto Restituzioni, rivolto, fin dalla sua nascita nel 1989, al restauro di beni del patrimonio pubblico e privato, e curato in collaborazione con gli organismi ministeriali di tutela. In poco più di 30 anni sono state restaurate oltre 2mila opere e, in ragione di questo risultato, Restituzioni assurge a punto fermo nella meritoria opera di salvaguardia del patrimonio artistico italiano” specifica la Giuria.

“Non c’è arte senza impresa e non c’è impresa senza arte. Sono da sempre profondamente convinta dell’imprescindibilità di questo binomio, di cui questa edizione del nostro Premio, è ulteriore conferma. Che si parli dei singoli individui così come dell’intera comunità è chiaro che non può esserci crescita, inclusione e dialogo sociale senza l’arte e la cultura. Esse rappresentano un codice assoluto di comprensione e di interpretazione della società, uno strumento prezioso per tutti in primis per le nuove generazioni che daranno linfa al futuro” commenta il Cav. Lav. Marilisa Allegrini, Amministratore Delegato di Allegrini.

“Accolgo con piacere il prestigioso premio assegnatomi grazie alle Gallerie d’Italia, frutto della visione iniziale del Professor Giovanni Bazoli e della ferma volontà degli alti vertici di Intesa Sanpaolo. È un progetto in cui crediamo fortemente e che è riconosciuto come identitario. In una logica attuale di responsabilità civile, abbiamo trasformato pregevoli palazzi di proprietà in luoghi dedicati all’arte e alla cultura, rendendo ancora più espliciti il ruolo e il lavoro svolto dal primo Gruppo bancario italiano anche in campo sociale e culturale” commenta Michele Coppola, direttore delle Gallerie d’Italia.

Nelle passate nove edizioni di “L’Arte di mostrare l’Arte” sono stati premiati i curatori della mostra “Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento”, Davide Gasparotto, Adolfo Tura e Guido Beltramini; Paola Marini e Bernard Aikema per l’esposizione “Paolo Veronese: l’illusione della realtà”; Salvatore Settis, Rem Koolhaas e Fondazione Prada per la mostra Serial/Portable Classic; Luca Massimo Barbero, curatore della mostra di Palazzo Strozzi a Firenze “Da Kandinsky a Pollock. La grande arte dei Guggenheim”; Maria Luisa Pacelli, direttrice del Palazzo dei Diamanti di Ferrara; Xavier Salomon, curatore della Frick Collection di New York; Arte Sella, spazio espositivo all’aria aperta di Borgo Valsugana; Marzia Faietti e Matteo Lafranconi, curatori della mostra “Raffaello 1520 – 1483”, che si è tenuta alle Scuderie del Quirinale, e David Landau per “Le Stanze del Vetro”.

 

Alleggerire i pronto soccorso con più posti di degenza e accelerare i tempi. Ecco il piano della Regione

 

Incontro ieri tra l’assessore alla Sanità Icardi, i vertici di Azienda Zero e il gruppo di lavoro: tra le priorità sostenere il personale, alleggerire il boarding dei pronto soccorso, aumentando i posti di degenza, accelerando i tempi di ricovero nei reparti, favorendo le dimissioni dei pazienti a bassa intensità nella rete territoriale e potenziando la sinergia ospedale-territorio

Martedì 20 dicembre, alle ore 10.30, nella Sala della Trasparenza della Regione Piemonte (Piazza Castello 165 – Torino) il presidente Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi presenteranno il Piano straordinario che la Regione sta predisponendo per sostenere i pronto soccorso.

«Come per le liste d’attesa, parliamo di uno dei problemi che in sanità si trascinano da moltissimi anni e che la pandemia ha ulteriormente aggravato» sottolinea l’assessore Icardi, che stamattina insieme ai vertici di Azienda Zero ha incontrato il Gruppo di lavoro sui pronto soccorso di cui fa parte una rappresentanza dei direttori dei Dea e il presidente Simeu Piemonte, la Società italiana medicina d’emergenza-urgenza.

Una riunione operativa con la task force voluta dal presidente Cirio, per fare il punto sul Piano di intervento che la Regione intende mettere in campo in modo immediato e nel medio-lungo periodo.

«Tra le priorità c’è innanzitutto quella di sostenere il personale – spiega l’assessore Icardi -. Stiamo sollecitando interventi nazionali che consentano di intervenire sulla carenza di urgentisti e incentivare chi fa la scelta importante di lavorare in un pronto soccorso. La Regione Piemonte farà la sua parte ed entro gennaio il provvedimento che abbiamo approvato per portare a 100 euro all’ora il valore delle prestazioni aggiuntive dei nostri medici in pronto soccorso diventerà legge».

Sempre a partire da gennaio, la Regione Piemonte trasferirà alle aziende sanitarie le risorse  sbloccate a Roma in Finanziaria per retribuire il lavoro relativo ai certificati Inail, emessi prevalentemente dai medici di pronto soccorso.

Circa 4,5 milioni di euro per l’attività svolta dal 2019 al 2021.

Per quanto riguarda invece gli specializzandi reclutati attraverso il DL Calabria, l’Assessorato alla Sanità invierà a breve una nota alle Aziende sanitarie per precisare che è possibile attivare in questo caso contratti a tempo determinato di tre anni, che diventano in automatico a tempo indeterminato non appena conseguita la specializzazione.

Tra le altre priorità su cui il gruppo di lavoro sta predisponendo delle azioni da mettere in campo in modo immediato c’è l’urgenza di alleggerire il boarding dei pronto soccorso, aumentando i posti di degenza, accelerando i tempi di ricovero nei reparti, favorendo le dimissioni dei pazienti a bassa intensità nella rete territoriale e potenziando la sinergia ospedale-territorio.

 

 

Sorpresi con la droga cercano di scappare

Nell’ambito dell’intensificazione dei servizi di controllo del territorio nelle aree del centro cittadino in cui si concentrano maggiormente i flussi di turisti e cittadini anche in considerazione delle festività natalizie, personale della Polizia di Stato del Commissariato di P.S. Centro ha notato in orario serale un gruppo di giovani sospetto sotto i portici di via Nizza.

Gli agenti, scesi celermente dalla Volante per procedere alla loro identificazione, hanno così fermato tre giovani di origine centro africana, di età compresa fra i 22 e i 29 anni, dopo averne vanificato un breve tentativo di fuga in direzione delle piccole viuzze del quartiere San Salvario.

A carico dei tre soggetti sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro, complessivamente, 54 ovuli termosaldati contenenti eroina e cocaina, nonché la somma di 430 €, di provenienza verosimilmente illecita, attesa la mancanza di un’occupazione stabile.

Alla luce dei fatti, considerato il cospicuo numero di dosi già pronte allo smercio trovato nella loro disponibilità, gli agenti hanno proceduto all’arresto dei soggetti per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Montagna, Ruffino (Azione): dal Governo una presa in giro

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione):

     Il ministro Roberto Calderoli farà bene a rivedere le linee programmatiche del proprio dicastero, almeno per quanto riguarda la vita dei Comuni montani per i quali si prevede un finanziamento aggiuntivo di 200 milioni nel triennio 2022-2024. Calderoli conosce bene i problemi delle aree montane. Allora sa che in Italia ci sono 4201 Comuni classificati montani, di essi 655 sono considerati parzialmente montani. In quei Comuni risiede, secondo l’ultima scheda Istat, il 19% della popolazione italiana, quindi circa 11 milioni 600 mila abitanti. Per ciascuno di essi il governo Meloni prevede un finanziamento di circa 18 euro, non ho ben capito se ogni anno o nell’arco del triennio. In entrambi i casi si tratta di un’autentica beffa: il Fosmit (Fondo per lo sviluppo della montagna italiana) ha bisogno di ben altre risorse per avviare una seria politica di ripopolamento dei piccoli centri montani.

     Quanto agli 11 milioni di sostegno agli oltre 1800 impianti di risalita e per l’innevamento artificiale, parliamo di una media di circa 6000 euro per impianto. Il che equivale a finanziare 15, forse 20 giorni di spese per la bolletta elettrica. Se il sostegno del governo di destra alla montagna è racchiuso in queste cifre è difficile immaginare una stagione sciistica esaltante per gli operatori. A meno di non scaricare sui soliti utenti i costi di una crisi energetica che il governo non sa affrontare.