ilTorinese

Massimo Coda Spuetta direttore del Museo Diffuso della Resistenza

Il Consiglio di amministrazione del Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà ha nominato all’unanimità Massimo Coda Spuetta nuovo Direttore dell’istituzione.

Coda Spuetta è entrato in carica al termine di un lungo percorso professionale che lo ha visto per quasi vent’anni dirigente della Compagnia di San Paolo, dove si è occupato in particolare di scuola e di coordinamento delle aree erogative. Ha contribuito in modo determinante alla nascita del Polo del ’900, di cui è stato consigliere dal 2016 al 2022.

La sua carriera lo ha portato a ricoprire incarichi di primo piano in importanti istituzioni culturali e accademiche: è stato Coordinatore Generale della Biennale di Venezia, Direttore Amministrativo dell’Università IUAV di Venezia, Presidente del Museo del Territorio Biellese, nonché docente presso la SDA Bocconi di Milano e la Scuola di Amministrazione Aziendale dell’Università di Torino.

Laureato in Filosofia a Torino e con un diploma MBA conseguito alla SDA-Bocconi, Massimo Coda Spuetta guiderà il Museo Diffuso in una nuova fase del suo percorso, confermandone il ruolo di luogo vivo di memoria, di ricerca e di dialogo sui valori democratici, i diritti e le libertà.

https://museodiffusotorino.it

Merlo: Centro, c’è chi lo rilancia e chi lo affossa. Adesso si deve scegliere

“Quando si parla di un’area o di un progetto politico di Centro, riformista e di governo, non
possiamo non dire che oggi c’è chi cerca di rilanciarlo ed attualizzarlo e chi, al contrario, punta ad
annacquarlo prima e a liquidarlo poi. Nel primo campo ci sono indubbiamente Azione di Calenda
e Forza Italia di Tajani attraverso la declinazione concreta di una vera e credibile ‘politica di
centro’. Nel secondo, invece, troneggia Renzi con il suo partito Italia Viva. L’alleanza con i
populisti e gli estremisti da un lato e la costruzione a tavolino con il Pd della Schlein dall’altro di
un fantomatico soggetto centrista – l’ormai famosa ‘tenda’ di Bettini – segnala e conferma la
definitiva irrilevanza del Centro nell’alleanza di sinistra e progressista. Cioè la futura ‘gioiosa
macchina da guerra’.
Per queste ragioni chi crede nel futuro di un Centro riformista e di governo sa oggi dove guardare
e dove, invece, non approdare”.

On. Giorgio Merlo
Presidente nazionale ‘Scelta Cristiano Popolare’.

Comunicare l’agricoltura: due borse di studio

 Promosse da eVISO, Regione Piemonte e Fondazione Agrion

 Nel corso di Cheese 2025, la manifestazione organizzata da Slow Food e dal Comune di Bra, è stato annunciato il lancio del bando di concorso per l’assegnazione di due borse di studio in memoria di Azio Citi, attore, artista, animatore culturale e cofondatore di Slow Food, scomparso nel 2023.

Le borse, di 1.000 euro ciascuna sono finanziate da eVISO S.p.A. in collaborazione con la Regione Piemonte e Agrion – Fondazione per la ricerca l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese.

Il bando è rivolto a studenti e studentesse iscritti a corsi di laurea triennale o magistrale o universitari che discuteranno la tesi nel periodo tra il 1° dicembre 2025 e il 30 giugno 2026. Le aree coinvolte sono: Comunicazione, Agraria, Economia con indirizzo marketing e comunicazione, Agritech, Ingegneria Gestionale e Scienze e culture Gastronomiche.

L’iniziativa intende offrire ai giovani strumenti pratici di ricerca ed esperienze dirette nel settore agricolo, con l’obiettivo di integrare la formazione universitaria con l’esperienza sul campo e, al tempo stesso, sostenere nuove idee e visioni che possano valorizzare il lavoro degli agricoltori, promuovere pratiche sostenibili e contribuire allo sviluppo di un’agricoltura più innovativa e consapevole.

Un sostegno mirato che permette agli studenti di approfondire tematiche fondamentali per il settore:

  • Come comunicare l’agricoltura ai consumatori, valorizzando il ruolo dell’agricoltore e promuovendo un consumo più consapevole;

  • Come comunicare con gli imprenditori agricoli, trasferendo conoscenze e strumenti per un’agricoltura sempre più innovativa e sostenibile.

La domanda di partecipazione dovrà essere inviata entro e non oltre il 31/10/2025 tramite PEC. La selezione sarà poi effettuata da una specifica commissione. Conclusa la selezione e ricevuti gli elaborati finali, la Fondazione Agrion e Regione Piemonte valuteranno l’opportunità di offrire ai due vincitori un’esperienza di tirocinio presso le proprie strutture, come ulteriore occasione di crescita e applicazione pratica delle competenze acquisite nel percorso di studi.

Questo accordo rappresenta un vero e proprio investimento sul futuro dei giovani e dell’agricoltura e offre la possibilità di mettere in pratica quelle che sono le conoscenze universitarie, e dunque dare concretezza alla formazione.” dichiara il Presidente di Fondazione Agrion, Giacomo Ballari.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sottolinea l’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Turismo, Sport e Post-olimpico, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni: “L’agricoltura piemontese ha bisogno di nuove energie, idee e strumenti per affrontare le future sfide del settore agricolo e la Regione Piemonte è convinta che i giovani possano rappresentare quel valore aggiunto e portare innovazione. Proprio per questo, con eVISO e Fondazione Agrion offriamo queste due borse di studio che non solo sosterranno il percorso universitario ma che offriranno anche la possibilità di svolgere un tirocinio presso le sedi di Regione Piemonte e Fondazione Agrion. Un’opportunità che permetterà ai giovani di diventare protagonisti del futuro dell’agricoltura.”

Questo progetto mette al centro la formazione e il comparto agricolo: due parole che – a proposito di comunicazione – sono fondanti per eVISO. La formazione è per eVISO il motore che genera conoscenza e crescita, mentre l’agricoltura rappresenta il comparto da cui siamo partiti e a cui continuiamo a guardare con attenzione e rispetto. Presentarlo a Cheese, con il riconoscimento del valore di Slow Food, rafforza ancora di più il legame con il territorio e la volontà di generare valore sia all’interno della nostra comunità che verso l’esterno, supportando la filiera agricola e favorendo uno sviluppo sostenibile per tutti.” – ha dichiarato Roberta Celia, per l’Ufficio Marketing e Comunicazione di eVISO.

Presentare l’iniziativa a Cheese assume un valore importante: la manifestazione internazionale dedicata ai formaggi e alla cultura alimentare rappresenta uno dei luoghi più significativi per dare voce ai temi della sostenibilità e dell’innovazione agricola. Un contesto che riconosce il ruolo di Slow Food come catalizzatore culturale e sociale e che rende naturale l’idea di intitolare le borse ad Azio Citi, figura che ha contribuito in prima persona a fondarne i valori.

 

Valeria Bruni Tedeschi dialoga su Eleonora Duse

Al cinema Nazionale e al cinema Due Giardini

L’attrice Valeria Bruni Tedeschi incontrerà venerdì 19 settembre, al cinema Nazionale di via Pomba, al termine dello spettacolo delle 18.45, il pubblico che avrà assistito alla proiezione di “Duse” diretto dal regista Pietro Marcello e di cui lei è protagonista. In seguito si recherà al cinema Due Giardini per incontrare il pubblico nello spettacolo delle 21.

Valeria Bruni Tedeschi interpreta il personaggio leggendario di Eleonora Duse, che ha una formidabile carriera alle spalle che pare ormai conclusa. Nei tempi feroci che intercorrono tra la Grande Guerra e l’inizio del Fascismo, la Duse avverte un richiamo più forte di ogni rassegnazione e torna laddove la sua carriera è iniziata, sul palcoscenico.

Mara Martellotta

Contestazioni, Fi: “Dopo Zangrillo, Valditara: la solita sinistra”

ROSSO E FONTANA (FI): ANCHE OGGI IN AZIONE GLI AGIT-PROP DELLA SINISTRA

«La contestazione al ministro Valditara è l’ennesimo esempio della strategia che sta adottando la sinistra contro gli esponenti del Governo Meloni. Ormai ogni occasione è buona per utilizzare i propri agit-prop contro i ministri: sabato scorso è accaduto al ministro Zangrillo ospite alla Festa dell’Unità e oggi è accaduto al ministro Valditara in visita a Torino. L’utilizzo degli studenti o di finti studenti interpretati da esponenti dei centri sociali dimostra la debolezza del centrosinistra che, non riuscendo a vincere le elezioni alle urne o in Aula, torna all’utilizzo del modus operandi della tensione che ben conosciamo e che ha portato a scrivere alcune delle pagine più buie del nostro Paese. Esprimiamo la nostra solidarietà al ministro Valditara. La scuola per fortuna non è solo quella dei collettivi, una piccola minoranza di estremisti senza arte né parte, ma è rappresentata da tanti docenti e studenti che costruiscono ogni giorno con passione e dedizione la società italiana del domani. Come centrodestra stiamo mettendo i mattoni per una scuola fondata sui valori, sui buoni esempi, sull’educazione, sul rispetto: tutti concetti dei quali la sinistra non conosce il significato. D’altra parte, quando una Istituzione come il sindaco di Torino difende un centro sociale che obbliga dei consiglieri comunali andati in visita in un immobile di loro proprietà a calpestare le foto del presidente del Consiglio e dei ministri della Repubblica, che esempi si pensa che possano portare nella loro idea di ‘buona scuola’?», ad affermarlo il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana, rispettivamente segretari provinciale e cittadino di Forza Italia a Torino, dopo gli attacchi subiti dal ministro dell’Istruzione davanti all’Istituto Zerboni.

Cgil in piazza San Carlo per Gaza

Lavoratori di diversi settori – metalmeccanici edili, trasporti E commercio  – si fermano per quattro ore oggi venerdì 19 settembre. Lo sciopero, promosso dalla Cgil Piemonte, coinvolge Torino dove è in corso una manifestazione in piazza San Carlo e il resto della regione.

“La situazione in corso nella Striscia di Gaza, con l’occupazione portata avanti dal governo israeliano, rappresenta un fatto di gravità senza precedenti che denunciamo con forza – scrive in una nota  Cgil Piemonte  –. È tempo di agire”.


Il sindacato chiede  un impegno immediato da parte delle istituzioni italiane e internazionali: “Chiediamo con urgenza che il governo italiano, insieme agli altri governi e alle organizzazioni sovranazionali, intervenga per fermare quanto sta accadendo, fino alla convocazione di una conferenza di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite”.

Foto Francesco Valente IL TORINESE WEB TV

Tentato furto di abbigliamento in un negozio di via Roma

Pomeriggio movimentato il 16 settembre scorso, in centro a Torino: i Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale hanno portato a termine vari interventi, fra i quali due arresti in flagranza di reato:
– alle 16.00, in Via Po, i militari del pronto intervento hanno bloccato e arrestato una trentaseienne ivoriana, in Italia senza fissa dimora che, in stato di alterazione psicofisica, stava molestando le persone sulla strada; la donna, alla vista dei Carabinieri, si è lanciata contro di loro tentando di colpirli con calci e pugni, per potersi sottrarre al controllo, ed ha perseverato anche all’interno dell’autovettura di servizio. Per questa ragione è stata arrestata, gravemente indiziata del reato di “resistenza a pubblico ufficiale” e trattenuta presso le camere di sicurezza in attesa del rito direttissimo;
– contestualmente, altri equipaggi sono intervenuti poco lontano, in via Roma, presso l’esercizio commerciale di una nota catena, ove poco prima un ventiseienne di origini marocchine si era impossessato di capi di abbigliamento ed accessori vari, cercando di allontanarsi senza pagare; l’uomo, su indicazione della sicurezza privata che lo aveva individuato, è stato bloccato dai militari dell’Arma e arrestato in quanto gravemente indiziato del reato di “furto aggravato” , per poi essere tradotto presso la propria abitazione, in regime di arresti domiciliari.

World Press Photo Exhibition torna a Torino

Accademia Albertina delle Belle Arti Torino, via Accademia Albertina 6

19 settembre 2025 – 8 dicembre 2025

World Press Photo Exhibition 2025, la più prestigiosa mostra di fotogiornalismo al mondo, torna a Torino: le 144 immagini che la compongono saranno esposte nell’ipogeo della Rotonda del Talucchi, all’Accademia Albertina delle Belle Arti, in via Accademia Albertina 6, da venerdì 19 settembre a lunedì 8 dicembre.

L’esposizione presenta i lavori di fotogiornalismo e fotografia documentaristica vincitori della 68ª edizione del concorso, firmati per le maggiori testate internazionali, come New York Times, Washington Post, Der Spiegel, Time, le agenzie France Presse, Associated Presse, Reuters, Tass: immagini che offrono una panoramica sul presente e rappresentano un’opportunità per un viaggio critico nell’attualità, affrontando questioni come conflitti, disordini politici, crisi climatica, viaggi dei migranti.

Le 144 immagini sono state selezionate tra le 59.320 scattate da 3778 fotografi provenienti da 141 paesi.

A Torino l’esposizione torna per il nono anno consecutivo ed è organizzata da Cime, Ambassador Italia della World Press Photo Foundation di Amsterdam.

L’apertura al pubblico è prevista per venerdì 19 settembre alle 16. Anche quest’anno, la mostra, che gode del patrocinio della Città di Torino, sarà accompagnata da conferenze dedicate alla fotografia e ai grandi temi dell’attualità.

 

L’edizione 2025

 

World Press Photo Contest 2025 ha coinvolto sei giurie regionali e una giuria globale, che è stata presieduta dall’italiana Lucy Conticello, direttrice della fotografia per M, il magazine di Le Monde. Il processo di selezione ha richiesto due mesi di intenso lavoro, tra gennaio e febbraio 2025.

Il concorso è stato suddiviso in sei aree geografiche: Africa, Asia Pacifica e Oceania, Europa, Nord e Centro America, America del Sud, Asia Occidentale, Centrale e Meridionale. Questo approccio regionale ha permesso di ottenere una visione e un racconto globale di ciò che accade sul nostro Pianeta. Una volta selezionati i vincitori per ogni area, si è proceduto alla scelta dei vincitori assoluti.

Quattro, invece, sono state le categorie in cui è stato suddiviso il concorso: Singole, Storie, Progetti a lungo termine Open Format, dedicata all’interazione tra fotografia e altri linguaggi.

 

«Il World Press Photo Contest rappresenta un importante riconoscimento per professionisti che lavorano in condizioni difficili ed è anche un riassunto, per quanto incompleto, dei principali avvenimenti internazionali. Come giurati, siamo andati in cerca di immagini che possano favorire il dialogo» afferma Lucy Conticello, presidente della giuria mondiale.

I fotografi selezionati nel 2025 sono originari di Bangladesh, Bielorussia, Brasile, Colombia, Corea del Sud, Germania, Spagna, Stati Uniti, Francia, Haiti, Indonesia, Iran, Iran/Canada, Italia, Myanmar, Nigeria, Palestina, Olanda, Perù/Messico, Filippine, Portogallo, Repubblica Democratica del Congo, Russia, Germania, Salvador, Sudan, Thailandia, Turchia, Regno Unito e Venezuela.

 

I vincitori

 

A vincere il titolo di World Press Photo of the Year 2025 è stata la palestinese Samar Abu Elouf con un’immagine che ritrae Mahmoud Ajjour, 9 anni, un bambino mutilato da un attacco israeliano sulla Striscia di Gaza, nel marzo 2024. Questa immagine è stata pubblicata sul New York Times.

 

Durante la fuga, Mahmoud si è voltato per esortare la famiglia a fare presto. Un’esplosione ha intercettato le braccia tese e le ha distrutte. Dopo le cure mediche, la famiglia è stata evacuata in Qatar, dove il bambino sta imparando a scrivere con i piedi. La fotografa Samar Abu Elouf è stata, invece, evacuata da Gaza nel dicembre 2023 e vive ora a Doha, nello stesso complesso di appartamenti di Mahmoud.

 

Due sono finalisti per la Foto dell’Anno del World Press Photo: richiamano l’attenzione su altre due questioni di grande attualità, l’immigrazione e il cambiamento climatico.
Lo statunitense John Moore ha vinto con “Attraversamento notturno” che testimonia il fenomeno dell’immigrazione cinese clandestina negli Stati Uniti con un’immagine di alcuni migranti che cercano di scaldarsi sotto la pioggia, dopo avere attraversato il confine del Messico. È stata scattata in California il 7 marzo 2024 per Getty Images.
Il peruviano-messicano Masuk Nolte si è classificato finalista con “Siccità in Amazzonia”, realizzata per Panos Piciture, Bertha Foundation. Rappresenta un giovane costretto a percorrere a piedi due chilometri sul letto del fiume in secca per portare cibo a sua madre che vive in un villaggio un tempo accessibile in barca. È stata scattata il 5 ottobre 2024.

Tra i temi trattati anche l’attentato a Donald Trump, la campagna elettorale in Venezuela, la violenza delle gang a Haiti, le proteste anti governative in Kenya, Georgia e Bangladesh.

Tra i progetti a lungo termine premiati c’è quello dell’unica fotografa italiana selezionata, Cinzia Canneri, che ha seguito le vite di alcune donne in fuga dal regime repressivo in Eritrea e dal conflitto in Etiopia. La bielorussa Tatsiana Chypsanava, invece, ha raccontato come una comunità maori difende la sua identità culturale in Nuova Zelanda, mentre Aliona Kardash è tornata nel suo paese d’origine, la Russia, per capire come la repressione e la propaganda abbiano trasformato le persone che sono rimaste. In America Centrale, Carlos Barrera ha documentato la violenza del governo di Nayib Bukele in Salvador, mentre Federico Ríos ha attraversato la regione selvaggia tra Panama e Colombia insieme ai migranti che rischiano la vita per arrivare negli Stati Uniti. Ancora, Ebrahim Alipoor è arrivato sulle montagne impervie del Kurdistan iraniano per conoscere le storie dei kolbar, i corrieri che trasportano illegalmente merci tra Iraq, Turchia e Iran.

Cinzia Canneri: Addis Ababa, Ethiopia. 31 October 2017.
 

La mostra a Torino

«Torino si conferma capitale culturale e civica dell’informazione visiva. Per il nono anno consecutivo, la World Press Photo Exhibition torna in città, rinnovando l’impegno a offrire uno sguardo lucido e internazionale sulle storie che definiscono il nostro tempo. Una cultura che è anche servizio pubblico – dice Vito Cramarossa, direttore di CIME, Ambassador Italia della World Press Photo Foundation di Amsterdam – Il pubblico torinese – cittadini, scuole, professionisti, famiglie – cresce di anno in anno: un segnale di comunità viva, curiosa ed esigente, consapevole del valore del giornalismo e del fotogiornalismo nel comprendere la complessità del presente. La mostra diventa così uno spazio condiviso di confronto, sensibilizzazione e partecipazione alla vita democratica».

 

Aggiunge Cramarossa: «Per la prima volta, quest’anno, la mostra approda all’Accademia Albertina di Belle Arti: una cornice che unisce arte, bellezza e responsabilità dell’informare. Per l’Accademia e per i suoi studenti è un’occasione concreta di dialogo con linguaggi, etiche e pratiche del giornalismo visivo contemporaneo. Ringraziamo la Città di Torino e l’Accademia Albertina per la collaborazione e la fiducia. Con questa edizione riaffermiamo il valore dell’informazione di qualità e delle arti come beni comuni, e rendiamo omaggio al lavoro rigoroso e coraggioso dei giornalisti e fotogiornalisti nel mondo».

 

Salvo Bitonti, direttore dell’Accademia Albertina: «La fotografia è di casa all’Accademia Albertina di Belle Arti, nelle sue collezioni storiche e nell’oggi della formazione artistica. Con grande piacere abbiamo concesso l’ipogeo della Rotonda del Talucchi alla mostra internazionale World Press Photo 2025, permettendole di essere visitata dai nostri studenti e da tutti i cittadini». 

Cos’è World Press Photo
Tutto ebbe inizio nel 1955, quando un gruppo di fotografi olandesi decise di organizzare il primo concorso internazionale World Press Photo. Da quell’iniziativa pionieristica, il concorso è cresciuto fino a diventare il più prestigioso a livello mondiale nel campo del fotogiornalismo e la mostra più visitata in assoluto. La World Press Photo Exhibition non è solo un concorso fotografico, ma una celebrazione delle storie che queste immagini riescono a raccontare, superando confini culturali e linguistici. Ogni anno, la mostra offre uno spaccato unico della storia contemporanea, permettendoci di riflettere sugli eventi e i temi cruciali del nostro tempo.

La World Press Photo Foundation è un’organizzazione indipendente e senza scopo di lucro, con sede ad Amsterdam, che si dedica a sostenere il fotogiornalismo e la fotografia documentaristica di alta qualità. L’obiettivo della fondazione è promuovere un’informazione visiva libera e accessibile, capace di offrire una comprensione più profonda del mondo contemporaneo attraverso lo sguardo dei migliori fotografi al mondo.

Quest’anno, la mostra toccherà le 60 principali città di tutti i continenti. Si stima che oltre tre milioni di persone visiteranno l’esposizione a livello globale, rendendola un evento di portata eccezionale e un’occasione imperdibile per chiunque voglia comprendere meglio le dinamiche del mondo attuale attraverso la forza evocativa delle immagini.

Attraverso il suo impegno costante, la World Press Photo continua a illuminare le storie più urgenti del nostro tempo, garantendo che le voci di chi documenta la realtà, spesso in condizioni pericolose e difficili, possano raggiungere un pubblico globale e fare la differenza.

 

La mostra aprirà al pubblico venerdì 19 settembre alle ore 16.

ORARI

Da lunedì a venerdì: 10-20.
Sabato e domenica: 10- 21.
La biglietteria chiude 30 minuti prima.

 

Vuoti a Rendere: “La nostra campagna uno spartiacque. Ora approvare la delibera”

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

 

La campagna Vuoti A Rendere (www.vuotiarendere.org) prende la parola in vista del voto del Consiglio Comunale sulla delibera di iniziativa popolare “Nuove tutele per il diritto alla casa”, previsto – dopo molti rinvii – per lunedì 22 settembre.

“Il Consiglio Comunale è finalmente chiamato – dicono le/gli attiviste/i – a esprimersi sulle nostre proposte. In vista del voto di lunedì, rinnoviamo a consigliere e consiglieri la richiesta di fare una cosa ragionevole e giusta, decidendo di avviare una stagione nuova nelle politiche cittadine per la casa e aprendo la strada verso strumenti innovativi e urgenti per garantire e promuovere il diritto fondamentale all’abitare”.

 

Già nel mese di luglio, sottolineano da Vuoti A Rendere, si è andati molto vicino all’approvazione della proposta di delibera di iniziativa popolare. “Vogliamo ribadire quanto già detto due mesi fa. Se è vero che la nostra campagna è stata annoverata a più riprese tra le principali ispirazioni del “Piano dell’abitare per lo sviluppo della Città di Torino”, è il momento di essere conseguenti. Mostriamo alle e ai torinesi che le proposte di Vuoti A Rendere possono e devono diventare un primo passo verso l’attuazione del Piano dell’abitare”.

 

Poi, sempre a luglio, i rinvii della votazione, dovuti agli emendamenti ostruzionistici di alcuni gruppi di minoranza e alle prese di posizione allarmate delle associazioni rappresentative della proprietà edilizia. Da Vuoti A Rendere tornano su quanto successo per esprimere alcune valutazioni più ampie: “Vogliamo rivendicare che la nostra campagna, ispirata ai migliori standard europei, è stata uno spartiacque nei dibattiti cittadini e nazionali sulla casa. Grazie alle nostre proposte nessuno può più ignorare la necessità di intervenire sulle troppe case vuote nelle nostre città, e sui costi intollerabili (abitativi, sociali, urbanistici e ambientali) che l’abbandono scarica sulla collettività. I nostri obiettivi sono chiari: censire gli alloggi inutilizzati; potenziare gli strumenti di dialogo tra proprietari e bisogni abitativi; introdurre, accanto ai consueti incentivi, disincentivi graduali e crescenti per i soli grandi proprietari pubblici e privati di alloggi in stato di ingiustificato abbandono. Tutto per restituire alla disponibilità collettiva il maggior numero di case possibile”.

 

Proprio i disincentivi sono stati al centro delle recriminazioni di alcune forze politiche e associazioni della proprietà edilizia. “Che un principio di buon senso come quello da noi proposto per i soli grandi proprietari sia stato attaccato in modo così violento – dicono da Vuoti A Rendere – è qualcosa di significativo e inquietante. A volte per ignoranza e pregiudizio, più spesso con inaccettabili intenti diffamatori, la nostra campagna è stata descritta come una minaccia per qualsiasi forma di proprietà, proveniente da gruppuscoli eversivi. Ad accuse così modeste rispondiamo con la serenità che ci viene dalla serietà del nostro percorso. Chi ha a cuore il diritto all’abitare non si faccia distrarre da quella parte di società e di politica che è disposta a tutto, pur di servire e difendere gli interessi antisociali della grande rendita speculativa. Questi, sì, sono i veri estremisti da cui prendere le distanze”.

 

E, a conclusione del ragionamento, un ultimo appello: “La necessità di promuovere il diritto all’abitare di tutte/i e di ciascuna/o  impone la ricerca di nuovi equilibri tra questo diritto fondamentale e la grande proprietà edilizia. Lunedì 22 settembre, l’approvazione della delibera potrà essere un primo passo in questa direzione: fare di Torino un laboratorio di innovazione per le politiche abitative italiane è un obiettivo a portata di mano. Si tratterà poi di andare in tempi brevi verso un’attuazione concreta ed effettiva di quanto deciso dal Consiglio Comunale. Noi – concludono le/gli attiviste/i di Vuoti A Rendere – siamo pronte/i a fare la nostra parte: non faremo mancare le nostre proposte e non faremo spegnere i riflettori sulla questione abitativa torinese. Perché è tempo di posizionare la nostra città accanto alle migliori esperienze europee e così aprire una stagione finalmente nuova per il diritto all’abitare”.