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Fondazione Torino Musei, 530 mila visitatori nel 2022

Dopo due anni di emergenza pandemica, il 2022 è stato contrassegnato da un progressivo ritorno alla frequentazione dei luoghi della cultura.

Nell’anno appena trascorso i nostri musei hanno raggiunto importanti risultati in termini di visitatori, ritornando quasi ai numeri prepandemia, con oltre 530.000 persone che hanno visitato il patrimonio e le mostre della GAM, del MAO e di Palazzo Madama oltre ad Artissima, la nostra Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea.

I visitatori registrati nel corso del 2022 sono stati 154 mila alla GAM, quasi 100 mila i visitatori del MAO e oltre 243 mila a Palazzo Madama, a cui si aggiungono gli oltre 33 mila visitatori in 4 giorni della ventinovesima edizione di Artissima, diretta per il primo anno da Luigi Fassi che si è riconfermata come vero punto di riferimento per il mercato dell’arte contemporanea internazionale ed è statadefinita dai media come la fiera più sperimentale, innovativa e interessante d’Italia e d’Europa.

I tre musei hanno realizzato nel complesso 18 mostre e organizzato180 eventi tra incontri, corsi di storia dell’arte, conferenze, concerti, performance, visite speciali e altro. I prestiti di opere sono stati 86 a beneficio di 31 musei e istituzioni italiane e internazionali, portando la ricchezza del nostro patrimonio fuori dai confini e permettendo di rafforzare i rapporti di scambio con importanti realtà culturali. IDipartimenti Educazione hanno visto la partecipazione di oltre 50 mila tra bambini, ragazzi, insegnanti, famiglie, persone con disabilità e adulti.

La Fondazione insieme alla Città di Torino ha realizzato la venticinquesima edizione di Luci d’Artista, tutelando e promuovendole installazioni esistenti. Ha allestito insieme agli artisti i tre nuovi progetti e portato all’antico splendore le opere danneggiate dal tempo.

LE MOSTRE E LE ATTIVITÀ

Alla GAM nel 2022 hanno riscosso successo di pubblico sia l’esposizione World Press Photo 2022 sia la mostra Ottocento. Collezioni GAM dall’Unità d’Italia all’alba del Novecento. Grande attenzione ha suscitato anche il progetto espositivo dedicato al lavoro di Atelier dell’Errore e Chiara Camoni Hic sunt dracones inaugurato lo scorso novembre in occasione della settimana torinese dedicata all’arte contemporanea. Preziose le esposizioni in Wunderkammer Carlo Levi. Viaggio in Italia: luoghi e volti in collaborazione con il Circolo dei Lettori, Flavio Favelli. I Maestri Serie Oro, progettovincitore dell’avviso pubblico PAC2020 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, Edoardo Sanguineti. Il volto del poeta in collaborazione con Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Studi Umanistici, Centro Studi Interuniversitario Edoardo Sanguineti. Infine in VideotecaGAM si è concluso, con le ultime due mostre dedicate a Vincenzo Agnetti e Jannis Kounellis, ilciclo espositivo realizzato in collaborazione con l’Archivio Storico della Biennale di Venezia. L’estate ha visto protagonista il ciclo di incontri legato alla mostra Una collezione senza confini dedicato all’inclusione sociale e al coinvolgimento di nuovi pubblici. INCROCI è nato nell’ambito del programma “La democratizzazione della cultura” ideato e promosso dalla Phillips Collection di Washington DC e dalla Missione Diplomatica degli Stati Uniti in Italia. Gli incontri hanno permesso a culture e idee differenti di incontrarsi, con temi quali il disegno e l’intessitura, la cristalloterapia, la meditazione la pratica yoga e l’uso delle erbe per la cura del corpo.

Nella collaborazione con 19 istituzioni e musei italiani e internazionali, nel 2022 la GAM ha prestato oltre 50 opere che hanno viaggiato e si sono fatte ammirare in Italia e all’estero.

Al MAO il pubblico ha potuto apprezzare le mostre Kakemono. Cinque secoli di pittura giapponese, Il Grande Vuoto, 稍息 Riposo! Cina 1981-84. Fotografie di Andrea Cavazzuti e Buddha10, che vanta la collaborazione con il Centro Restauro Venaria Reale e contributi scientifici di importanti studiosi provenienti da istituzioni internazionali quali l’Università di Singapore, l’Università di Chicago, il Montreal Museum of Fine Arts, il Museo delle Civiltà di Roma,l’Università Ca’ Foscari di Venezia e molti altri.

Il 2022 del Museo d’Arte Orientale ha visto l’arrivo del nuovo direttore Davide Quadrio, che ha impresso al museo una direzione più internazionale e contemporanea, in un’ottica di contaminazione culturale e apertura verso nuove tipologie di pubblico attraverso progetti come il t-space X MAO e il ricco calendario di performance musicali con artisti internazionali realizzate nell’ambito delle mostre temporanee. Per rafforzare il rapporto con l’Università di Torino, il museo ha anche avviato lo scorso ottobre il Corso di formazione di Cultura Materiale dell’Asia, realizzato in collaborazione con StudiUm, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino. Per il Museo e per l’Università si tratta di un programma a carattere sperimentale e rappresenta il primo step di una collaborazione che potrà strutturarsi e ampliarsi nei prossimi anni, creando una connessione profonda fra i due luoghi di cultura.

A Palazzo Madama hanno riscontrato successo di pubblico le mostre Invito a Pompei realizzata insieme al Parco Archeologico di Pompei;Da San Pietro in Vaticano. La tavola di Ugo da Carpi per l’altare del Volto Santo in collaborazione con la Fabbrica di San Pietro in Vaticano e Margherita di Savoia, Regina d’Italia. Importante è statoil progetto Europa. L’illustrazione italiana racconta l’Europa dei popoli, ideato in occasione del Comitato interministeriale per gli Affari Esteri che ha proposto l’esposizione, su stendardi sotto i portici di piazza San Carlo e di via Po, di sedici illustrazioni originali dedicate ai valori promossi dal Consiglio d’Europa di altrettanti grandi illustratori italiani. Il progetto, che rientra nel processo di sviluppo internazionale della Fondazione Torino Musei, ha ottenuto il patrocinio del Consiglio d’Europa, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Ministero della Cultura. L’esposizione è stata poi riallestita a Siena nel Cortile del Podestà, in occasione della campagna #InsiemepergliSDG organizzata dal Comune e dall’Università di Siena e promossa dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale con i partner FAO, UN SDG Action Campaign, Save The Children, CIHEAM Bari e Commissione Europea. Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha indicato questo progetto quale strutturale agli 82 Istituti Italiani di Cultura all’estero, e sarà presentato in prestigiose sedi europee a maggio 2023 in occasione della Settimana Europea.

Per il quinto anno consecutivo, in collaborazione con Art Site Fest, il museo ha arricchito la sua programmazione con il progetto BruegelSuite, una video installazione di Lech Majewski, presentata alla 54° edizione della Biennale di Venezia. La Corte Medievale è stata riallestita con la presentazione di La porta della città. Un racconto di 2.000 anni, una narrazione visiva che accoglie il visitatore e lo accompagna nel percorso di visita al museo, cui ha fatto seguito una nuova guida aggiornata della millenaria storia di Palazzo Madama.Dal 21 dicembre 2022 con Textiles are back è stata riallestita, dopo sette anni di assenza, anche la Sala tessuti del museo, presentando una parte della collezione di tessuti e moda: un patrimonio di circa 4.000 manufatti, tra i più importanti in Italia.

Grazie al finanziamento dalla Fondazione CRT sono iniziati i lavori di restauro della facciata juvarriana e delle quattro monumentali statue in marmo di Brossasco, leAllegorie del buon governo sabaudo” che coronano la balaustra del corpo centrale.

Nel 2022 il museo ha prestato 33 opere a 11 musei e istituzioniitaliane e straniere.

ARTISSIMA 2022, tornata totalmente in presenza all’Oval Lingotto,ha indirizzato le proprie energie nella costruzione di un appuntamento di alta qualità e dall’impianto commerciale e internazionale, accogliendo le 4 sezioni consolidate – Main Section, New Entries, Monologue/Dialogue e Art Spaces & Editions – e le 3 sezioni curate – Disegni, Present Future e Back to the Future che hanno avuto anche un’estensione digitale sulla piattaforma Artissima Voice Over. La fiera ha dato il benvenuto a oltre 650 collezionisti provenienti da 30 Paesi, quasi 8.000 VIP e 800 art professional, tra direttori di museo e curatori. Una dimostrazione di fiducia e rilevanza che continua ad essere accordata alla manifestazione anche in ambito internazionale.

Per i venticinque anni di LUCI D’ARTISTA, progetto della Città di Torino realizzato da Fondazione Torino Musei, la Fondazione oltre alla curatela scientifica del progetto e alla tutela delle opere ha lavorato per la realizzazione di tre nuove installazioni luminose di Giorgio Griffa, Renato Leotta e Grazia Toderi e ha coordinato gli importanti lavori di restauro e ripristino delle installazioni Piccoli spiriti blu di Rebecca Horn situata sul Monte dei Cappuccini e Luce Fontana Ruota di Gilberto Zorio sul laghetto di Italia ’61riportandole alla condizione originale. Infine anche per l’edizione 2022, la Fondazione ha collaborato con l’Area Attività Culturali della Città di Torino per la curatela e realizzazione del Public Program“Incontri illuminanti con l’Arte Contemporanea”.

I PROGETTI SPECIALI DEL 2022

Accanto alle tradizionali attività di tutela e promozione del patrimonio della Fondazione Torino Musei, GAM, MAO e Palazzo Madama hanno contribuito alla realizzazione di alcuni importanti progetti in collaborazione con altre istituzioni culturali italiane e internazionali.

In occasione di Artissima i tre musei hanno ospitato So will yourvoice vibrate, progetto costituito da due installazioni sonore alla GAM con Riccardo Benassi (galleria Zero…, Milano) e al MAO con Charwei Tsai (galleria mor charpentier, Parigi, Bogotà) e una performance di Darren Bader (galleria Franco Noero, Torino) a Palazzo Madama.

Dopo essere stata esposta per la prima volta alla GAM, Sinfonia di Alessandro Sciaraffa, vincitrice del bando Italian Council 2020, a marzo 2022 si è trasferita con grande successo alla Fondazione e Galleria TSE Art Destination di Nur-Sultan, una delle realtà più dinamiche nell’arte contemporanea del Kazakhstan. Il progetto ha visto il coinvolgimento e il supporto dell’Ambasciata d’Italia a Nur-Sultan rafforzando le collaborazioni tra il museo e le realtà culturali della capitale kazaka.

Il progetto espositivo del MAO Il Grande Vuoto andrà invece nel 2023 in mostra all’Italian Cultural Center di New Delhi e Bangalore.

Palazzo Madama nell’anno in corso ha avviato importanti progetti per portare “il museo fuori dal museo” coinvolgendo scuole, circoscrizioni, anagrafi, dipendenti comunali. Al fine di definire nuove linee di lavoro con il territorio sono stati attivati interventi come L’aula che vorrei, che ha coinvolto più di 200 studenti che hanno fatto lezione in museo e Miniature rivelate in collaborazione con le Biblioteche civiche della Città di Torino.

Come di consueto, i musei hanno aderito alle principali iniziative promosse dalla Città, proponendo aperture straordinarie e ingressi gratuiti o a tariffe agevolate in occasione di Eurovision Song Contest, del Salone del Libro, delle ATP Finals, della festa di San Giovanni, della Notte Europea dei Musei, del Ferragosto, delle Giornate Europee del Patrimonio, della Notte delle Arti Contemporanee e della giornata AMACI.

Palazzo Madama, oltre ad aver ospitato i Ministri delegati del Comitato interministeriale per gli Affari Esteri del Consiglio d’Europa con una visita al museo e cena di lavoro, nel 2022 è stato Media centre in occasione di Eurovision Song contest e Casa Italia durante le ATP finals.

L’integrale delle Sinfonie di Mendelsshon nella direzione di Daniele Gatti all’Auditorium RAI

Atteso ritorno a gennaio, all’Auditorium RAI di Torino, del direttore Daniele Gatti, dopo l’integrale delle Sinfonie di Brahms e delle Sinfonie di Schumann. Recentemente designato prossimo direttore musicale della Staatkapelle di Dresda, affronterà il nuovo corpus sinfonico completo di Felix Mendelssohn- Bartholdy.

I concerti all’Auditorium RAI in programma sono tre: mercoledì 11 e giovedì 12 gennaio sono previste le Sinfonie n.1 e n.3. Lunedi 16 gennaio, in serata unica fuori abbonamento, Daniele Gatti affronterà la Sinfonia n.2 detta “Lobgesang”. Il ciclo delle Sinfonie si concluderà giovedì 19 e venerdì 20 gennaio con quelle n.4 e n.5.

La programmazione delle cinque Sinfonie di Mendelssohn tutte insieme, nell’arco di due settimane, offre l’occasione di indagare l’immagine del compositore, che è considerato “il più classico dei romantici”. Composte in un arco di sedici anni, fra un’adolescenzaenfant prodige e una fiorente maturità, i cinque capolavori si collocano tra l’accettazione dei modelli storici e le sperimentazioni di forme e linguaggi nuovi, rispecchiando il passaggio di un’intera cultura, dalla Classicità al Romanticismo.

La Sinfonia n.1 in do minore op. 11 fu composta nel 1824, quando Mendelssohn aveva appena quindici anni, arrivando dopo una serie di tentativi di sinfonie per orchestre ad archi eseguite in ambito domestico. Quattro anni dopo, nel 1828, l’opera ebbe il suo battesimo a Londra con il compositore stesso sul podio. Fu uno straordinario successo.

Più che al primo Beethoven, questa Sinfonia guarda ai tardi modelli di Haydn (Sinfonia in do minore n. 95) e di Mozart (Sinfonia in sol minore K. 550). All’interno di una forma artigianale si individuano già diversi tratti personali, quali la vitalità ritmica e il trattamento dell’orchestra orientato verso timbri fiabeschi romantici nel primo movimento, l’Allegro molto. Il secondo movimento, l’Andante, si espande in una tranquilla cantilena, che si può considerare una forma di un rondò variato. Il Minuetto è ricalcato sul modello mozartiano e si ispira a una meditazione spirituale quasi religiosa. L’ultimo movimento, l’Allegro con fuoco, presenta delle correlazioni ritmiche che saranno uno dei tratti essenziali della musica sinfonica di Mendelssohn.

Subito dopo l’esecuzione di questa Sinfonia, Mendelssohn, partito per un viaggio in Scozia, tra Edimburgo e i luoghi cari a Maria Stuarda, trovò ispirazione per la Sinfonia n. 3 in la minore op. 56, detta “Scozzese”. Mendelssohn si recò in Scozia in compagnia dell’amico di famiglia Carl Klingemann, scrittore, librettista e consigliere di legazione a Londra. L’itinerario del viaggio condusse i due amici a Edimburgo, dove approdarono nel luglio del 1829 e rimasero particolarmente impressionati dall’Holyrood Palace. Il giovane Mendelssohn, ammiratore del teatro di Schiller, non poté mancare nel visitare i luoghi storici dedicati a Maria Stuarda, fra cui le rovine della cappella, dove venne incoronata la sventurata Regina. Mendelssohn abbozzò il primo tempo della Scozzese nel corso del suo soggiorno romano del 1831, contemporaneamente alla creazione dell’embrione della “Sinfonia italiana”.

L’opera sinfonica detta “Scozzese”, dedicata alla Regina Vittoria,fu terminata molti anni più tardi, nel 1842, divenendo l’ultima Sinfonia da lui composta, anche se la numerazione dell’editore non corrisponde alla cronologia delle opere, essendo la Scozzese nota come terza sinfonia. La sua esecuzione si tenne nell’estate del 1842 presso la Società Filarmonica di Londra, ancora una volta sotto la guida dello stesso compositore.

La finalità della Sinfonia era quella di rievocare atmosfere e impressioni di un viaggio giovanile in modo tale da donare unità concettuale e continuità narrativa ai quattro movimenti della forma sinfonica, Andante con moto, Allegro poco agitato, Vivace non troppo e Allegro vivacissimo.

 

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Benedetta Cibrario “Per ogni parola perduta” -Mondadori- euro 20,00

L’idea di questo libro è venuta alla scrittrice (che vive a Londra, ma è torinese da parte di padre e partenopea da quella materna) durante un viaggio in Russia, a Krasnodar, fatto insieme ad altri scrittori.

Lei, convinta (fin dal suo romanzo di esordio “Rossovermiglio” del 2007) che le città e i luoghi che attraversiamo siano pronti a raccontarci infinite storie di chi ci ha preceduti – se solo sappiamo ascoltare con un orecchio particolarmente sensibile- anche in questa sua ultima fatica letteraria parte da questa idea.

Lo spunto è una statua di Puškin che innesca una sorta di corto circuito e la riporta ad uno scrittore che aveva letto anni prima. E’ Xavier de Maistre, autore di “Viaggio intorno alla mia camera”; nato a Chambéry nel 1784 e primo scrittore ad essersi librato in cielo a bordo di una mongolfiera.

Da lì la scrittrice approfondisce le ricerche e finisce per imbastire una storia in cui centrale è come si vive quando si è sospesi tra due culture e due mondi, incapaci di stabilire a quale appartenere.

In questo limbo si trova la protagonista, Sofia, italiana planata a Oxford che diventa un’abile restauratrice tessile, la prediletta di un collezionista appassionato di mongolfiere, Edmund.

Nella cittadina inglese trova anche l’amore, e sposa il giovane e brillante storico Nicola Obreskov impegnato in una ricerca sui russi immigrati in Italia tra fine Ottocento e inizi Novecento. Poi la vita si strappa quando Nicola muore e Sofia tenta di curare il dolore isolandosi da tutti.

A fare breccia nella suo lasciarsi andare è proprio Edmund, che la coinvolge nel restauro della mongolfiera che si è appena aggiudicato ad un’asta; si era levata in cielo a Chambery nel lontano 1784 ed era proprio quella con a bordo de Maistre.

Nella cittadina francese vive Pauline, erede di una libreria antiquaria prossima al fallimento, ma che si ostina a tenere aperta.

Per gli strani intrecci del destino Sofia e Pauline si incontrano proprio tra quei libri rari. Sono quasi coetanee, ma molto diverse tra loro; eppure scoprono un filo d’intesa che le lega. Mentre si avventurano nelle ricerche sulle tracce di de Maistre entrambe cercano di ricucire anche i fili spezzati delle loro vite, sullo sfondo di una Chambery particolarmente malinconica.

 

 

Kristin Valdez Quade “Le cinque ferite” -La nave di Teseo- euro 20,00

E’ la storia delle tribolazioni dei Padilla, nel New Messico, e le 5 ferite corrispondono ad altrettante generazioni diverse di questa famiglia, che si trovano a convivere per una serie di parti precoci e adolescenti incinte. Un mix di personaggi tormentati, falliti e sconfitti; a partire dall’anziano zio Tio Tive, memoria storica della famiglia e della tradizione, per arrivare a Connor, che è l’ultimo appena nato dalla 15enne Angel.

Il romanzo scandisce proprio il primo anno di vita di Connor durante il quale si muovono i membri di questo nucleo familiare complesso.

Amedeo, 33enne sfaccendato e senza lavoro, facile alla tentazione del bere, mantenuto dalla madre Yolanda, a sua volta alle prese con una diagnosi terribile da tenere nascosta ai parenti quanto più a lungo possibile. Angel è la figlia di Amedeo e della ex moglie Marissa, e si presenta con una creatura in grembo quando è lei stessa ancora una bambina.

L’anziano Tio Tive è il personaggio rimasto ancorato al passato, quello in cui il villaggio era una comunità unita; solo Yolanda ha ancora vaghi ricordi di quell’epoca, ma da allora ha fatto un bel tratto di strada e di ascesa sociale. Sua figlia Valerie è andata al college, aprendosi nuove opportunità di futuro che però l’hanno allontanata dalle sue origini. Poi un corollario di altri personaggi e destini.

Un romanzo in cui si intrecciano azioni, pensieri, gioie e fallimenti di uomini tendenti a perdersi, genitori disarmati, pigrizia, disoccupazione, bevute e droghe. Ma anche commovente e profonda umanità, quella che riporta un po’ in carreggiata chi sta deragliando.

Un corposo arazzo scritto dalla talentuosa Kierstin Valdez Quade, nata ad Albuquerque in New Messico; statunitense di madre messicana, figlia di un geologo che la famiglia ha seguito in giro per il mondo e per il suo lavoro, compreso un periodo in Australia.

La Valdez è docente di Scrittura Creativa a Princeton ed ha al suo attivo parecchi riconoscimenti e premi. E’ diventata un caso letterario fin dal suo esordio con la raccolta di racconti “Night at the Fiestas” nel 2015 e ancora inedito in Italia.

 

Avni Doshi “Zucchero bruciato” -Nord- euro 19,00

Questo romanzo di esordio di Avni Doshi ha il potere di scandagliare i mille risvolti di un rapporto conflittuale tra madre e figlia: con tutti i nervi scoperti, le incomprensioni, la miscela di amore e odio che un legame così fondante può racchiudere e alimentare.

La giovane autrice è nata nel New Jersey da genitori indiani, ha studiato storia dell’arte al Barnard College di New York prima di andare a vivere a Dubai, e “Zucchero bruciato” è entrato nella rosa dei finalisti del Brooker Prize.

Voce narrante è quella di Antara, figlia che si è sempre sentita trascurata dalla madre Tara, che ora sta scivolando nella demenza senile. Antara è una giovane artista indiana, figlia unica di una donna che ha ostinatamente messo se stessa e le sue ribellioni al primo posto, facendo scelte di vite su misura per lei e non per la piccola. Ora la madre è aggredita dalla malattia ed ha bisogno di quella figlia accantonata.

E’ l’occasione per Antara di esplorare il tormentato rapporto che le ha segnato la vita.

I medici non offrono speranze in merito all’Alzheimer di Tara, che al momento riesce ancora a vivere da sola; ma a rischio continuo per le dimenticanze che costellano il suo quotidiano, in pericoloso bilico tra sprazzi di lucidità e buio della mente. Viaggia nella vaghezza, dimentica dove si trova e cosa sta facendo, sfiora incidenti domestici e tragedie.

Antara se ne prende cura e ricostruisce il passato della famiglia. Dal matrimonio di convenienza dal quale la madre era scappata, poi svariati amanti, la convivenza con un guru, ed infine si era ridotta a mendicare. In questa vita complicata e ribelle, per Tara la figlia era stata un peso, più una valigia da trascinarsi dietro che non una creatura da amare.

La convivenza costringe Antara a scavare sempre più a fondo nei suoi sentimenti, nel rapporto con chi l’ha messa al mondo. Nascono così pagine dolorose che scarnificano l’anima e affondano la lama nella complessità e nelle contraddizioni del rapporto tra madre e figlia.

 

Aurora Venturini “Le cugine” -SUR- euro 16,50

Aurora Venturini è una scrittrice sudamericana particolarmente interessante. Nata a La Plata in Argentina nel 1921, in una famiglia di immigrati italiani (una lontana parentela con Giuseppe Tomasi di Lampedusa), morta a Buenos Aires nel 2015, è stata di fatto scoperta quando aveva 85 anni, proprio con “Le cugine”.

In età decisamente avanzata e dopo essere stata sempre presente sulla scena letteraria argentina del 900 ha ottenuto successo e riconoscimenti tardivi, diventando un caso letterario e vincendo il Premio Nueva Novela.

Era stata una giovane poetessa militante peronista e amica personale di Evita Perón; dopo il colpo militare del 1955 che mise fine a quel regime riuscì a scappare in Europa e si stabilì a Parigi. Nella capitale francese conobbe e frequentò intellettuali vicini a Sartre e De Beauvoir.

Rientrata in Argentina scrisse poesie e racconti che pubblicò presso editori minori.

Le cugine” racconta la storia della famiglia Lopez e un mondo di disgraziate deformi o gravemente minorate, depresse. Dalla capofamiglia alle sorelle, dalle cugine alle amiche, tutte le creature del romanzo sono penalizzate da gravi svantaggi fisici e mentali che le fanno arrancare nella lotta per la vita. Gli uomini se ne sono andati o è come non esistessero; e sono solo donne quelle che vivono in una modesta casa di un quartiere popolare di Buenos Aires.

Nane, deformi, con la schiena bifida, o con problemi cognitivi e di linguaggio, costituiscono un mondo a sé stante che la Venturini dipinge con humor nero.

A raccontare il microcosmo difficile di queste donne è Yuna, lucida voce narrante, arguta osservatrice disincantata di ciò che la circonda, tra deformità, separazioni, violenze che rendono grama la vita. Nelle sue pagine prendono vita la sorella Betina, condannata alla sedia a rotelle, ad essere molestata e umiliata dal destino. La cugina lillipuziana che nonostante il suo nanismo pratica la professione più antica del mondo e spiega a Yuna i fatti della vita, ovvero i meccanismi di sesso e procreazione. E’ in questo habitat umano che Yuna cresce e si fa strada scrivendo e dipingendo, anche se sempre dubbiosa sulle sue reali possibilità di riscatto e superamento delle tare genetiche ereditate dalla famiglia.

 

Amedeo Balbi “Su un altro pianeta” -Rizzoli- euro 17,50

Quando la terra non sarà più ospitale noi “sapiens” ci estingueremo diventando i dinosauri del futuro, oppure dovremo cercarci un’altra terra su cui vivere, e in tal caso, dove andremo nello spazio? E’ la domanda di portata cosmica che si pone l’astrofisico Amedeo Balbi in questo libro che parla del futuro incerto dell’umanità e lo fa con un linguaggio accessibile a tutti.

L’odierno riscaldamento globale è nulla in confronto a cosa accadrà pressappoco tra 7,5 miliardi di anni. L’energia solare aumenterà del 10 per cento, la temperatura supererà i 50 gradi e nel giro di una manciata di milioni di anni si innescheranno processi che faranno evaporare gli oceani e desertificheranno il pianeta.

Come sappiamo, noi siamo tra i principali nemici del nostro habitat. A minacciare il nostro mondo ci sono poi anche altri pericoli che gli esperti studiano a fondo. Una delle possibilità è che la morte arrivi dal cielo con comete e asteroidi che colpiscano la Terra con una certa frequenza e portate differenti. Oppure dal suo centro stesso con devastanti eruzioni vulcaniche. Insomma pensiamo pure a un futuro altrove, parecchio lontano…

Dove potremo emigrare? Su Marte o fuori dal sistema solare?

Amedeo Balbi, professore associato presso l’Università di Roma Tor Vergata, in queste circa 200 affascinanti pagine ci spiega parecchi fenomeni e si chiede se l’umanità possa sperare in un futuro fuori dalla terra. Nella sola Via Lattea ci sono 17 miliardi di pianeti simili al nostro o poco diversi, detti Earth-like; il più vicino è Proxima B ed è distante 4,2 milioni di anni luce. Ma come raggiungerlo al di là dei film di fantascienza?

Nel libro vengono analizzate le varie sfide che attendono l’umanità: come trasferirci su altri pianeti, quanto e cosa ci vorrebbe, in quanto tempo, come fare per trovare quello che consente agli uomini di sopravvivere ….e tanto altro.

Esistono alcune ipotesi di colonizzazione dello spazio, a partire dal trasferimento su Marte che è il progetto più gettonato; ma dovremmo “terraformarlo” ovvero riportarlo ad assomigliare alla Terra (alla quale miliardi di anni fa era molto simile, salvo poi i cambiamenti che lo hanno reso invivibile).

Altre possibili soluzioni sono allo studio degli esperti e dei maggiori enti spaziali. Forse la terra sopravvivrà come ha già fatto, mentre noi umani verremo estinti o costretti ad emigrare. Difficile allo stato attuale delle conoscenze tecnico-scientifiche sapere se potremo esistere altrove. Importanti sono i finanziamenti privati, come quelli promossi dall’attuale eroe delle imprese galattiche Ellon Musk, e i progressi tecnologici. Ma oggi non sono ancora raggiungibili i pianeti potenzialmente abitabili, (ovvero quelli che si trovano a una distanza tale dalle loro stelle nei rispettivi sistemi da poter essere considerati simili alla Terra)

Gli studi proseguono, tra le varie ipotesi: il progetto Havoc della Nasa, come costruire stazioni in grado di ospitare colonie umane, compresa l’idea di Elon Musk di colpire le calotte polari marziane con missili nucleari che permettano di liberare CO2 .

Insomma un testo rigorosamente scientifico e piacevolmente divulgativo che non disdegna un po’ di fantasia e ci conduce in un imperscrutabile futuro.

Autonomia differenziata, no all’opposizione ideologica della sinistra

Purchè l’autonomia non neghi la sussidiarietà.

“La cosiddetta ‘autonomia differenziata’ proposta dal Governo non può essere ostacolata per motivazioni puramente ideologiche o per cause riconducibili a pregiudiziali esclusivamente politiche e di schieramento. Del resto, è la miglior cultura sturziana e del popolarismo democratico che esaltano, da sempre, il principio dell’autonomia per un nuovo assetto degli locali nel nostro paese che non siano disciplinati solo da uno spietato centralismo. Stupisce, al riguardo, i commenti di molti sindaci del Pd che si scagliano contro il disegno politico governativo sulla cosiddetta ‘autonomia differenziata’. Perchè un conto è respingere, giustamente, qualsiasi ipotesi secessionista o che crea irreversibili e definitive divisioni tra le singole regioni italiane. Altra cosa, invece, è bollare come antidemocratica e autoritaria una riforma che esalta e valorizza le autonomie locali attraverso la moltiplicazione delle competenze istituzionali su svariate materie di interesse primario dei cittadini, per sole ragioni politiche ed ideologiche. E questo perchè se si respinge la cultura autonomistica degli enti locali si persegue, inesorabilmente, un disegno politico centralista ed accentratore.
Dopodichè, è di tutta evidenza che il principio dell’autonomia, come recita la miglior cultura cattolico popolare e sociale, deve andare di pari passo con il principio della sussidiarietà. L’unica strada per battere qualsiasi deriva secessionista, antidemocratica e divisiva tra i diversi territori italiani. Nel caso specifico, tra le diverse regioni italiane.
Ecco perchè è semplicemente sbagliato opporsi in ogni modo alla riforma avanzata dal Governo su questa materia. Lo possono fare solo coloro che hanno una cultura politica centralistica ed accentratrice e, al contempo, una concezione politica dettata dall’opportunismo, dalla convenienza momentanea e da ragioni puramente ideologiche”.
Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.

Edizione 22 per il Premio Inedito Colline di Torino

Tra guerre, pandemia e crisi energetiche il PREMIO INEDITO COLLINE DI TORINO taglia il traguardo della ventiduesima edizione.  In una realtà dominata dalla paura, il metaverso è uno spazio virtuale dove trovare rifugio ed esprimere la propria creatività. È questo l’input che caratterizza la nuova grafica del Premio InediTO – Colline di Torino,  il cui bando scadrà il 31 gennaio 2023. Il concorso letterario talent scout, punto di riferimento in Italia, è dedicato alle opere inedite in lingua italiana e a tema libero, ed è l’unico a rivolgersi a tutte le forme di scrittura: poesianarrativasaggisticateatrocinema e musica.

Possono partecipare autori già affermati o esordienti, di ogni età e nazionalità. Il premio, organizzato dall’associazione culturale Il Camaleonte di Chieri (TO) e diretto dallo scrittore Valerio Vigliaturo, ha coinvolto in questi anni migliaia di iscritti da tutta Italia e dall’estero (Europa, Stati Uniti, America centrale, Sud America, Africa, Asia, Australia), a conferma anche della dimensione internazionale acquisita.

Il Comitato di Lettura è presieduto dal poeta Valentino Fossati, la Giuria dalla scrittrice Margherita Oggero, e ne hanno fanno parte: Milo De Angelis, Mia Lecomte, Piersandro PallaviciniUbah Cristina Ali FarahAndrea Donaera, Giulia Muscatelli, Federico Vercellone, Susanna Mati, Roberto Latini, Lisa Ferlazzo Natoli, Laura Muscardin, Marco Bonini, Fausto (Coma Cose) e dai vincitori della passata edizione. (Mentre fra i giurati delle passate edizioni si annoverano: Umberto Piersanti, Paola Mastrocola, Luca Bianchini, Andrea Bajani, Aurelio Picca, Davide Ferrario, Morgan, Paolo Di Paolo, Cristiano Godano dei Marlene Kuntz, Maurizio Cucchi, Maria Grazia Calandrone, Enrica Tesio, Elisabetta Pozzi, Teresa De Sio e Willie Peyote).

Il Premio sostiene e accompagna i vincitori delle varie sezioni, senza abbandonarli al loro destino, verso il mondo dell’editoria e dello spettacolo, attraverso il montepremi di 8.000 euro destinato alla pubblicazione, promozione e produzione delle opere, e i premi speciali “InediTO Young” destinato agli autori minorenni e “InediTO RitrovaTO” a un’opera inedita di uno scrittore non vivente (conferito nelle passate edizioni a Primo Levi, Alfonso Gatto, Italo Svevo e Alessandro Manzoni). 

 

Ad aprile la designazione dei finalisti che riceveranno una scheda di valutazione e saranno presentati a maggio al Salone del Libro di Torino, mentre la premiazione si svolgerà a giugno attraverso la consegna dei premi e un reading dedicato alle opere dei vincitori (cui hanno partecipato in passato ospiti prestigiosi come Giorgio Conte, Franco Branciaroli, Eugenio Finardi, David Riondino, Francesco Baccini, Alessandro Haber, Gipo Farassino, Arturo Brachetti, Rita Marcotulli, David Riondino, Red Ronnie e Lella Costa. Mentre, in collaborazione con il Salone OFF, sono stati ospitati a Chieri gli scrittori Marc Augé, Andrea Vitali, Giuseppe Catozzella e Michela Marzano).

Il premio è inserito da diverse edizioni nella manifestazione Il Maggio dei libri promossa dal Centro per il Libro e la Lettura, ha ottenuto in passato il contributo e l’alto patrocinato del MIBACT, e nella scorsa edizione il contributo di Regione Piemonte, Consiglio Regionale del Piemonte, Città di Chieri e Città di Moncalieri, il patrocinio e contributo in servizi della Città di Torino, il patrocinio di Città Metropolitana di Torino e Città di Chivasso, il sostegno di Fondazione CRTCamera di commercio di TorinoAmiat Gruppo Iren e la sponsorizzazione di  Aurora Penne. I partner sono Film Commission Torino Piemonte, Premio Lunezia, Festival Internazionale di Poesia “Parole Spalancate” di Genova, Biblioteche Civiche Torinesi, SBAM (Sistema Bibliotecario dell’Area Metropolitana di Torino), Officina della Scrittura, Indyca Film, l’agenzia L’Altoparlante, e da questa edizione il Glocal Film Festival di Torino e la compagnia teatrale l’Accademia dei Folli. 

Direttore Valerio Vigliaturo

Per il bando completo consultare il sito: www.premioinedito.it – info@premioinedito.it

LEARN MORE – 3336063633

Furti di fiori dalle tombe del cimitero

Sono stati rilevati furti di fiori sulle tombe del cimitero di Nichelino. Alcuni parenti che nel periodo natalizio avevano portato un omaggio floreale ai propri cari scomparsi, hanno segnalato i deprecabili episodi. Forse le telecamere di sorveglianza potranno fornire indicazioni utili a scoprire i responsabili.

Merlo: Industria della neve e Via Lattea. Subito un confronto

 Tra Regione Piemonte, Enti Locali e gestori degli impianti.

“Di fronte al problema, sempre più incombente, di come far fronte alla cosiddetta ‘industria della
neve’ dopo le croniche difficoltà legate ai costi dell’innevamento, alla persistente siccità, alla
mancanza di acqua e alla poca neve, è indubbio che la questione non può più essere elusa o
rinviata. È quantomai necessario, quindi, affrontare di petto il problema con un confronto tra la
Regione Piemonte, i Comuni interessati con le relative Unioni Montane e i gestori degli impianti.
Non è più pensabile, infatti, immaginare di pianificare un’altra stagione turistica invernale se
dovessero persistere le criticità meteorologiche e climatiche a cui abbiamo assistito quest’anno e
che, secondo gli stessi esperti, potrebbero tranquillamente riproporsi per i prossimi anni.
Una situazione, cioè, che richiede adesso una iniziativa politica, di comune intesa con gli operatori
del settore, per evitare che nell’arco di poco tempo si debba registrare il tracollo economico e
produttivo di un settore che per molti anni è stato l’elemento trainante di molti territori montani
dell’intero Piemonte.
E, infine, serve anche una iniziativa che non può non mettere in campo già un nuovo modello di
sviluppo estivo ed invernale che per molto tempo è stato sostanzialmente unidirezionale per molte
stazioni sciistiche piemontesi. Forse è arrivato il momento di diversificare l’offerta. Ma, al riguardo,
è indispensabile un progetto di sviluppo accompagnato da cospicue risorse pubbliche e private.
Ed è per questi motivi che serve, al più presto, un confronto serrato tra Regione Piemonte, enti
locali coinvolti e gestori degli impianti”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.

Dipendente delle pompe funebri muore durante un funerale

E’ morto dopo aver portato la bara di un defunto in chiesa con i suoi colleghi. Poi, sul sagrato, si è accasciato per un malore. Vani i soccorsi per tentare di rianimarlo. È successo davanti alla chiesa di Campiglia Cervo, nel Biellese,  mentre era in corso un funerale e lui stava lavorando. Il necroforo,  padre di un ragazzino, aveva 50 anni.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

Note di Classica. Il duo Capucon-Lugansky e Daniele Gatti le “stelle” di gennaio

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Mercoledì 11 alle 20 e giovedì 12 alle 20.30, all’auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Daniele Gatti eseguirà musiche di Mendelssohn. Sabato 14 alle 18 al teatro Vittoria, quarto episodio di “E ora chi comanda?” con l’ensemble barocco Le Rossignol con Antonio Valentino.

Domenica 15 alle 16.30 al teatro Vittoria, per l’Unione Musicale, gli 8 violoncelli di Torino con Piergiorgio Rosso violino eseguiranno musiche di Beethoven, Handel, Conte, Williams, Sostakovic, Morricone, Glass, Rota, Joplin, Gade, Piazzolla. Lunedì 16 alle 20.30, all’auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Daniele Gatti eseguirà musiche di Mendelssohn. Martedì 17 alle 20, al teatro Vittoria per l’Unione Musicale, Javier Comesana al violino e Matteo Giuliani Diez al pianoforte, eseguiranno musiche di Bach, Mendelssohn e Dietrich-Schumann-Brahms. Mercoledì 18 alle 20.30, al Conservatorio per l’Unione Musicale, Gautier Capucon violoncello e Nikolai Lugansky al pianofort, eseguiranno musiche di Debussy, Sostakovic, Rachmaninov. Giovedì 19 alle 20.30 e venerdi 20 alle 20 all’auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Daniele Gatti eseguirà musiche di Mendelssohn. Lunedì 23 alle 20 al teatro Vittoria per l’Unione Musicale, l’Astrèe con Stèphanie Varnerin soprano eseguirà musiche di Handel. Martedì 24 alle 20 al teatro Regio, debutto della stagione d’Opera con “Il Barbiere di Siviglia” di Gioacchino Rossini. Melodramma buffo in 2 atti.


L’Orchestra del teatro Regio sarà diretta da Diego Fasolis. Repliche fino al 5 febbraio. Mercoledì 25 alle 20.30 al Conservatorio per l’Unione Musicale, il Trio Jean Paul eseguirà musiche di Beethoven, Brahms, Mendelssohn. Giovedì 26 alle 2030 e venerdì 27 alle 20 all’auditorium Toscanini, l’Orchestra Rai diretta da Fabio Luisi, eseguirà musiche di Schonberg e Mahler.

Pier Luigi Fuggetta.

Italdesign, Politecnico di Torino e Shindler a Las Vegas

Fanno  il loro esordio al CES – Consumer Electronics Show grazie a CLIMB-E, il progetto che propone una soluzione altamente innovativa nell’ambito della mobilità urbana ed autonoma di livello 5 – in cui il mezzo può guidare da solo in qualsiasi scenario e circostanza e non è richiesto intervento umano – anticipando la propria visione delle attività socio-commerciali del futuro per una fruizione diretta ed immediata, evolvendo il concetto di mobilità di prossimità in mobilità di continuità.

In questa collaborazione Italdesign, il Politecnico con i Dipartimenti di Architettura e Design DAD e Scienze, Progetto e Politiche del Territorio DIST e Schindler rappresentano i tre mondi dell’innovazione e della ricerca nel settore della mobilità, della mobilità verticale e dell’architettura, del design e delle infrastrutture urbane; si uniscono per dar vita a un concetto di integrazione del mezzo di trasporto nell’ambiente abitativo contemporaneo e del futuro immaginando la possibilità di spostarsi partendo direttamente da casa propria, o dal posto di lavoro, senza dover mai cambiare mezzo di trasporto, garantendo, oltre al massimo comfort, anche l’abbattimento delle barriere architettoniche.

CLIMB-E è un mezzo di trasporto modulare composto da una capsula, concepita per un uso di proprietà, in grado di trasportare, nelle varie configurazioni, fino a 4 persone e da abbinare, quando in movimento, con una piattaforma completamente elettrica (skid) condivisa e a guida autonoma.  Il suo valore aggiunto è rappresentato dalla capacità della capsula di salire sulle facciate degli edifici e diventare parte integrante delle varie locazioni abitative, o di lavoro, diventando un’ulteriore stanza e/o ampliamento delle stesse.

Il team di progetto del Politecnico, composto da Michele Bonino, Chiara Di Presa, Francesca Merico, Pier Paolo Peruccio e Cristina Pronello,  si è occupato dell’integrazione con l’architettura e la città: CLIMB-E – nella sua doppia funzione di trasporto e di estensione della casa o dell’ufficio – è il punto d’incontro tra mobilità e architettura: un ibrido tra mezzo di trasporto e luogo domestico, performante e tecnologico ma anche accogliente e ospitale.

Lo studio dell’integrazione della capsula nella facciata degli edifici rappresenta anch’essa una novità architettonica, che rende il volto urbano degli edifici, tradizionalmente immobile, un sistema in movimento. Durante la risalita, CLIMB-E ha una piena autonomia funzionale, garantendo privacy e velocità dello spostamento ma, allo stesso tempo, si interseca con la distribuzione verticale di scale e ascensori, offrendo alla facciata tridimensionalità e qualità spaziale. Un altro elemento di novità architettonica pensato dal team è rappresentato dalla possibilità, attraverso illuminazione interna alla capsula o effetti grafici sull’esterno delle parti vetrate, di arricchire la facciata con messaggi, loghi, colori che la rende di fatto un display sofisticato.

Il progetto prevede il prelievo della capsula direttamente dal proprio appartamento grazie al sistema di montacarichi sviluppato da Schindler ed il successivo trasferimento al piano stradale per l’abbinamento allo skid. L’intero sistema è gestito tramite una App dedicata che permette ai proprietari di prenotare il proprio viaggio sia in ambiente urbano che extraurbano, oppure anche di prenotare un servizio specifico a domicilio, attraverso capsule dedicate ad assistenza medica di base, ad analisi mediche in telemedicina, servizi di catering e di show cooking per eventi privati, servizi veterinari per animali domestici e molto altro.