Un uomo di 51 anni è caduto da circa 6 metri di altezza, mentre lavorava in un intervento edile in un edificio a Grugliasco. E’ ricoverato all’ospedale Parini di Aosta, in rianimazione, in prognosi riservata. Sono intervenuti la polizia e i funzionari dello Spresal dell’Usl.
Ieri a Viterbo i funerali di Mario Moscatelli prefetto di Torino negli anni 90. Come ricorda Valentino Castellani che fu sindaco in quegli anni , Moscatelli ha servito lo Stato con “ disciplina ed onore“ secondo il dettato della Costituzione .
Una bellissima S. Messa per S. Bartolomeo Apostolo alla Madonna della Pace. Il Parroco Don Stefano Votta che legge il Vangelo di S. Giovanni dove Gesù che incontra Bartolomeo gli dice “un israelita sincero” e fuori , in corso Giulio, a ricordarci la insicurezza una macchina dei Carabinieri. Questa è la Torino del 24.8.2023 calda e insicura.
Bartolomeo Giachino
Informazione promozionale
Nuova opera letteraria di Salvatore Seguenzia, novello poeta nonché scrittore siciliano nato nel maggio del 1969 nella città che lui stesso definisce “l’isola nell’Isola” ossia ad Augusta in provincia di Siracusa. È la città voluta dall’Imperatore Federico II di Svevia, dove il centro storico è un’isola, ricavata dal taglio di un istmo nel XVI secolo, collegata alla terraferma attraverso due ponti.
È sposato, padre di due figli, ha conseguito due lauree e da oltre trent’anni è un Ispettore della Guardia di Finanza. Da un paio d’anni ha scoperto che il suo fazzoletto di terra, dal meraviglioso fascino mediterraneo inebriato dal calore dell’Etna, è diventato il suo mentore che gli permette di sprigionare quel sentimento poetico che si materializza con la lirica o la narrativa. Questa qualità, da qualche anno, è apprezzata dalla Casa Editrice Aletti Editore la quale gli ha permesso di pubblicare la sua terza silloge poetica che avrà la sua immagine trasferita in territorio Georgiano. Nella sua opera affronta i problemi delle attuali realtà, delle moderne vedute giovanili e delle problematiche esistenziali tanto da potersi inserire nella corrente letteraria e saggistica della “nuova creazione poetica”. Senza dubbio, l’inizio del XXI secolo è un punto di svolta della poesia creativa del nuovo millennio. Infatti, la poesia, vista come un qualcosa con regole ferree e finalizzata a celebrare il mondo, è diventata gradualmente un luogo per delle nuove esplorazioni.
Attraverso innovazioni formali e tematiche, la poesia, pertanto, si rinnova per servire nuove ambizioni perché la sua funzione è quella di rivelare una nuova forma del sentimento poetico a tutti coloro che desiderano ancora percepire emozioni. Per tale motivo il poeta cerca un nuovo equilibrio tra divulgazione e sublimazione. Nel XXI secolo, molti poeti – anche se gradualmente – si rivolgono a temi finora ignorati nella poesia che prende il suo avvio proprio dal moderno progresso. Salvatore Seguenzia da quasi dieci anni ha sposato la poesia e la scrittura attraverso le quali vuol trasmettere un nuovo sentimento poetico che inevitabilmente cambia, si evolve e – a volte – torna indietro per poi scattare nuovamente avanti. Quando gli chiedono il perché scrive una poesia, la sua risposta è che non ci sono risposte perché il sentimento poetico nasce nell’attimo in cui lo avverte e poi lo descrive con la parola: come quando ammira le onde da una caletta, a volte bagnano la battigia a volte si infrangono negli scogli ma, nello stesso momento, ascolta la melodia dell’anima della caletta.
Cesare Pavese identificava la creazione di un poeta sostenendo che ogni poeta ha una tematica centrale che emerge qualunque sia l’argomento trattato; in Salvatore Seguenzia, la custodia delle radici, il senso di appartenenza a un territorio prima ancora che a un gruppo sociale di riferimento, la memoria come atto civico, rappresentano la cornice entro la quale far emergere il senso profondo del nostro essere qui e ora, la traiettoria che accompagnerà il nostro arco vitale. Questi elementi identitari e costitutivi, prima dell’uomo Seguenzia e poi del poeta Salvatore, sono spesso intrecciati nella certificazione di un nuovo umanesimo, consapevole della posizione privilegiata che l’uomo ricopre nel mondo della natura. Lo stesso autore afferma che ogni mattina prima di recarsi al lavoro, fa un tragitto che lo porta a contatto con il suo amato mare e, come si conviene con un amico, lo accoglie sempre con la frase: “Buongiorno mare”. Questa attenzione per le piccole cose, che custodiscono il vero senso della vita, contraddistingue la poetica di Seguenzia, nel tentativo estremo di mettere al centro del villaggio l’uomo, i suoi diritti universali, uno sguardo misericordioso verso i meno fortunati che spesso chiedono solo di essere considerati per ciò che sono, persone e non numeri da incasellare in fredde statistiche economiche. Il poeta sa che non esistono i confini o le razze, che sono invenzioni dell’uomo, per manipolare e conservare il potere di pochi che sconfina nella libertà di molti.
La silloge Granuli poetici delimita, come in una ipotetica cartina esistenziale, i sentieri da percorrere per la pienezza, ogni poesia una insegna luminosa che ci ricorda chi siamo e cosa rimarrà di noi. Con questa pubblicazione Salvatore Seguenzia si affaccia per la prima volta a portare il suo pensiero in una lingua diversa, uno sconfinamento necessario poiché le sue tematiche sono universali e non mediabili da culture e storie differenti dalla nostra. La dimensione che si addice maggiormente a questa raccolta è quella dell’ascetismo, in un tentativo mistico di superare il mondo e la carne da parte dello spirito. È evidentemente una tensione che si può raggiungere eludendo le nostre piccole faccende quotidiane, solo durante la composizione poetica, in quel distacco in cui ci sentiamo granuli unici ma contemporaneamente parte del tutto. Infatti il poeta siciliano è consapevole che in Georgia la cultura e la vita sociale sono diverse rispetto alla nostra essenza vitale; ragion per cui, attraverso questo nuovo stimolo, vuol incrementare l’onda emotiva per poter acquisire, attraverso il suo pensiero sincero e trasparente, nuove linee guida che gli permetteranno di assimilare – da altre angolature – nuove visuali del sentimento poetico fondamentali per l’accrescimento empatico con chi ama la poesia, affinché possa ancora far risvegliare quell’emozione interiore che talvolta si cela nell’intimo esistenziale.
In conclusione, ad oggi l’autore siciliano ha scritto altri libri di poesia quali “Megar… imando Hyblaea” (2020) e “Stille del mio silere” (2022) nonché di narrativa quali “Io rivivo dal buio” (2021) e “Il calendario storico” (2022). Inoltre, talune poesie sono state inserite in varie opere letterarie internazionali come “Il Federiciano”, “Luci Sparse”, “La Panchina dei Versi”, “Il Paese della Poesia”, “L’Enciclopedia dei Poeti Contemporanei”, “Habere Artem”, “Poeti del nuovo Millennio”. Inoltre, molte sue poesie sono state lette dal Maestro Alessandro Quasimodo, figlio del poeta Salvatore premio Nobel nel 1959 per la Letteratura, nonché dal Prof. Hafez Haidar scrittore e traduttore libanese naturalizzato italiano e due volte candidato al Premio Nobel per la Pace e per la Letteratura e riprodotte sui canali virtuali. Infine, lo scrittore è stato già ospite televisivo nelle trasmissioni “Vox libri” e “Eccellenze Italiane” ed è tra i vincitori in alcuni concorsi letterari nazionali quali “Terre dei Padri” e “Antonio Veneziano”.
«L’OSPEDALE DI LVLIANG UN MODELLO TECNOLOGICO E LOGISTICO DA STUDIARE CON ATTENZIONE»
L’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, in questi giorni si trova in Cina per dare applicazione al protocollo di collaborazione siglato due anni fa con le autorità cinesi in ambito sanitario.
Su invito del sindaco Zhang Guangyong, l’assessore ieri pomeriggio ha visitato l’ospedale di Lvliang, la principale struttura sanitaria del capoluogo, che conta circa 4 milioni 300 mila abitanti.
Il complesso ospedaliero occupa una superficie di 300 mila metri quadrati, con 1.700 posti letto (di cui 294 di terapia intensiva), circa 2.000 dipendenti (di cui 424 professionisti “esperti”) e 4.000 accessi al giorno (di cui 120 al Pronto soccorso). I reparti di eccellenza sono Ortopedia e Ginecologia.
«E’ stato un confronto molto interessante – osserva l’assessore Icardi -, l’ospedale di Lvliang è paragonabile per numero di posti letto al Parco della Salute di Torino, ma il rapporto con la struttura torinese rivela come l’alto grado di automazione dell’omologo cinese faccia la differenza sul piano dell’efficacia logistica e gestionale del complesso sanitario.
Parliamo di una struttura di ultima generazione, altamente tecnologica e con soluzioni ingegneristiche d’avanguardia che possono fornire spunti di notevole interesse per la progettazione dei nostri nuovi ospedali».
Particolarmente apprezzata dalle autorità cinesi l’esposizione dell’assessore Icardi sulle eccellenze sanitarie del Piemonte, tra cui il Centro trapianti, il CTO, la Rete oncologica, l’ospedale da campo Emt2, eccetera.
«Stiamo valutando con i sanitari cinesi uno scambio di buone pratiche su temi di reciproco interesse – comunica Icardi -, siamo fiduciosi che si possano ottenere risultati di sicuro vantaggio per entrambe le parti».
Solo a Torino esiste il Museo della Frutta! Una straordinaria collezione pomologica costituita da centinaia di varietà di mele, pere, pesche, albicocche, susine e uve.
Tutti frutti artificiali modellati alla fine dell’Ottocento, così vivamente dal vero da scambiarli per naturali, dalle mani del geniale artigiano e scienziato Francesco Garnier Valletti, al quale è intitolato il Museo di via Pietro Giuria, 15.
Le mele e le pere da sempre hanno affascinato anche il designer olandese Erik Kessels, tra i personaggi più originali ed irriverenti dell’arte, della grafica e della comunicazione e già curatore del libro “Apples and Pears” che il giornalista altoatesino Hermann Frass pubblicò nel 1968. Un volume interamente stampato su Applepaper ottenuto da polpa e scarti dei frutti per documentare le varietà di quelli destinati alla produzione dei liquori. Erik Kessels ha così progettato, appropriandosi della forza spontanea di immagini amatoriali e familiari, un curioso ed originale mosaico visivo, mettendo in relazione le sue fotografie con la preziosa e splendida collezione di frutta artificiale di Garnier Valletti.
Un autore non autore il Kessels, definito uno “stregone visivo” da Time Magazine e “un antropologo moderno” da Vogue Italia, che preferisce da sempre l’uso di materiale di scarto o di fotografie scattate da altri e soprattutto trovate nei mercatini dell’antiquariato di mezzo mondo; quindi un fotografo senza macchina né obiettivo. È come se volesse comunicare al mondo: abbiamo già troppe immagini, invece di crearne altre, lavoriamo su quelle che esistono già.
Ed aggiunge: “c’è troppa serietà, io cerco la tristezza e la gioia, il divertimento”. La mostra, un’iniziativa dell’Università degli Studi di Torino ed il Museo della Frutta “Francesco Garnier Valletti”, in collaborazione con Fionda, è quindi tutta da visitare, ed è aperta al pubblico sino al 9 settembre, mentre sino al 19 luglio è visitabile gratuitamente insieme al Museo della Frutta, al Museo di Anatomia Umana “Luigi Rolando” ed al Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso” che si trovano tutti e tre nello stesso edificio.
Igino Macagno
“The Misfits by Magnum Photographers”
Il dietro le quinte del celebre film “Gli Spostati” di John Huston
Dal 17 giugno al 17 settembre
Bard (Aosta)
- Con la regia del mitico John Huston si gira (principalmente in Nevada, a Reno) e a Los Angeles (negli Studi della “United Artists”), “The Misfits– Gli Spostati”, un “superbo anti-western” (come lo definì l’importante rivista cinematografica “TimeOut”) e ancora oggi un sorprendente “cult movie”, interpretato da attori del calibro di Marilyn Monroe, Clark Gable e Montgomery Clift. Un cast eccezionale, che venne scelto di proposito per dar vita alla prima sceneggiatura cinematografica di Arthur Miller, all’epoca marito (quasi ex) della celebre diva. E proprio l’eccezionalità degli interpreti, con Marilyn e Clark Gabel per la prima e ultima volta insieme sullo schermo, suscitò l’interesse dell’Agenzia fotografica “Magnum Photos”(fra le più importanti al mondo, fondata nel ’47, a Parigi, da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, David Seymour, George Rodger e William Vandivert) che nell’ambito della strategia promozionale del film, ebbe accesso esclusivo alla produzione, inviando sul set del film nove tra i suoi fotografi più talentuosi. Nove icone della fotografia mondiale del Novecento: l’americana Eve Arnold – prima donna ad entrare nel ’51 alla “Magnum”- insieme all’austriaca Inge Morath (anche lei inviata sul set), l’ungherese naturalizzato statunitense Cornell Capa (fratello del più celebre Robert), Henri Cartier-Bresson(l’“occhio del secolo”), Bruce Davidson, il fotografo “dell’ironia” Elliott Erwitt, il viennese Ernst Haas, Erich Hartmann(fotografo tedesco noto per le sue fantasiose multimateriche sperimentazioni) e l’americano Dennis Stock (celebri i suoi scatti dedicati a James Dean, così come quelli ispirati dalle proteste giovanili contro l’apartheid e la guerra in Vietnam nella California di fine anni ’60) . Ognuno di loro cristallizzò, secondo le proprie caratteristiche tecniche e concettuali, gli attori in scena, le luci e il paesaggio, fissando per sempre, con immagini di inestimabile valore, i momenti delle riprese e l’atmosfera sul set. “The Misfits” diventò così il film più documentato dell’epoca. Oggi, quelle fotografie (più di sessanta) possiamo ammirarle in bella mostra, da sabato 17 giugno a lunedì 17 luglio, al valdostano Forte di Bard, fatto riedificare sulle rovine di una fortezza medievale nel 1830 dai Savoia, aperto ai visitatori solo dal 2006 e oggi fra i Poli museali di eccellenza della Vallée.

“Le immagini – dicono gli organizzatori – rappresentano la testimonianza di un’esperienza unica, restituendo i singoli attori nei momenti di ansia e di entusiasmo, di tensione, di debolezza e di speranza, che accompagnano inevitabilmente la realizzazione di un film”. E di questo in particolare, su cui Arthur Miller decise di giocare il suo jolly, la sua prima – e ultima – sceneggiatura interamente pensata per il cinema e rendendola particolarmente aderente alla sua vita privata. “The Misfits” nasce, infatti, in seguito al divorzio di Miller dalla prima moglie Mary, e al quasi epilogo del suo secondo matrimonio (che finirà nel ’62) con l’allora stella indiscussa di Hollywood, Marilyn Monroe, sposata nel ‘56. Fatti di vita privata, il cui peso emotivo si fece sentire non poco sulla realizzazione della pellicola, in parte oscurata proprio dalla sorte dei suoi protagonisti e dal gossip che coinvolse l’intero set. Tant’è che le riprese, anziché durare circa cinquanta giorni, come previsto, si protrassero per ben quattro mesi, ostacolate soprattutto dalle precarie condizioni psicofisiche di Marilyn, dipendente dai sonniferi e provata dall’imminente fine del matrimonio con Miller. Problemi limitati, pare, e gestiti magistralmente da John Huston, ma che in qualche modo crearono ostacoli non da poco alla buona confezione del film, la cui fama – è stato detto – venne anche intralciata dal triste destino che toccò il cast: Clark Gable morì (a 59 anni) dodici giorni dopo la fine delle riprese a causa di un attacco cardiaco e la stessa Marilyn morì appena un anno dopo, scrivendo la parola fine a una delle carriere più importanti e folgoranti di Hollywood. Tragicità che bussavano alla porta e sicuramente intuite, a ben vedere, in quel fotografico “dietro le quinte”, che spesso abbandonava la sola voce della tecnica, per cogliere soprattutto voli impauriti di anime.
Gianni Milani
“The Misfits by Magnum Photographers”
Forte di Bard, via Vittorio Emanuele II, Bard (Ao); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it
Dal 17 giugno al 17 luglio
Orari: mart. – ven. 10/18; sab. – dom. e festivi 10/19. Lun. chiuso
Nelle foto:
– Eve Arnold: “Marilyn Monroe on the set of ‘The Misfits’”, Credits Magnum Photos
– Elliott Erwitt: “Marilyn Monroe, Clark Gable, Montgomery Clift, Eli Wallach and Arthur Miller on the set of ‘The Misfits’”, Credits Magnum Photos
– Eve Arnold “Marilyn Monroe going over her lines for a difficult scene she is about to play with Clark Gable in ‘The Misfits’”, Credis Magnum Photos
Domenica 27 agosto alle 11 allo Chalet Mollino
SAUZE D’OULX – Domenica 27 agosto cade esattamente il 50° anniversario della scomparsa del genio di Carlo Mollino, nato a Torino il 6 maggio 1905, architetto, designer, fotografo, istruttore di sci e mille altre cose assieme. Un Artista a tutto tondo.
E Sauze d’Oulx vuole rendergli omaggio con un momento dedicato dal titolo “1905-1973. Storie di sci, architettura e amicizia”.
Ovviamente questo ricordo a più voci si terrà nel suo capolavoro, lo Chalet Mollino, dalle ore 11 alla presenza di tanti appassionati della genialità del maestro. Sarà l’occasione per un aperitivo immersi nell’emblema della sua creatività e per parlare liberamente della storia, delle storie e delle passioni di questa visionaria figura.
Sauze d’Oulx ha un rapporto stretto con Carlo Mollino, concretizzatosi appunto con la realizzazione della celebre Slittovia del Lago Nero che tutti gli architetti del mondo ben conoscono.
E’ stata ancora una volta festa sugli spalti in un PalaGianniAsti che, dopo il sold out che ha accompagnato il debutto delle azzurre sotto la Mole martedì, è tornato a riempirsi con quasi 4mila persone anche in occasione dell’ultima giornata di eurosfide a Torino: un grande successo di pubblico e organizzativo per la città, per tre giorni capitale del volley.
Contro la Croazia, avversaria di giornata, la nazionale di coach Davide Mazzanti conquista la quinta vittoria, in altrettanti match, e chiude imbattuta la fase a gironi del Campionato Europeo Femminile 2023. Seconda la Bulgaria del coach italiano Lorenzo Micelli, che ha preceduto Romania, Svizzera (qualificate agli ottavi), Bosnia ed Erzegovina e le croate.
L’Italia ora viaggerà verso Firenze dove, al Palazzo Wanny, sabato 26 agosto affronterà la Spagna, quarta nella Pool D, negli ottavi di finale. In caso di passaggio del turno le azzurre, sempre a Palazzo Wanny di Firenze, affronterebbero la vincente dell’altro ottavo Francia-Romania. L’atto conclusivo della manifestazione, con la disputa di semifinali e finali, è in programma a Bruxelles, dal 1 al 3 settembre.
Sabato 26 agosto 2023, alle ore 21.00, la stagione di concerti estivi nella Piazza d’Armi del Forte di Bard si conclude con l’esibizione dell’Orchestre du Conservatoire de la Vallée d’Aoste diretta da Stephanie Praduroux che proporrà il concerto Il grande sinfonismo delle scuole nazionali. Nel corso dell’800 la musica diventa parte attiva del processo di formazione e consolidamento degli Stati nazionali. La ricerca di identità propria e caratteristica porta così alla creazione di esperienze musicali autonome ed indipendenti dalle influenze straniere, sia in ambito educativo che compositivo, anche attraverso la rivalutazione del patrimonio folkloristico tradizionale. L’Orchestre du Conservatoire propone un viaggio alla scoperta di due opere significative appartenenti a questi repertori.
Jean Sibelius, compositore e violinista finlandese, compose nel 1899 una serie di sette brani sinfonici per celebrare la stampa e promuovere una raccolta fondi per il fondo pensione dei giornalisti. L’ultima di queste composizioni assunse il titolo emblematico di Finlandia, contribuendo a stimolare la cultura nazionale e le aspirazioni indipendentistiche dell’allora Granducato, che gravitava sotto l’influenza dell’Impero zarista.
Antonin Dvorak, compositore ceco, ebbe una produzione musicale molto prolifica, con una particolare predilezione per il sinfonismo, e una fervida attività educativa. Nel pieno della sua maturità, in seguito a numerose tournée di successo in tutta Europa e negli Stati Uniti, fu chiamato ad assumere la carica di Direttore del New York National Conservatory of Music. La IX Sinfonia ‘Dal Nuovo Mondo’ fu presentata nel 1893 alla Carnegie Hall e riscosse immediatamente successo, tanto che molti musicisti la considerarono l’inizio di un nuovo stile, nato dalla fusione della tradizione boema con il folklore americano.
Programma
J.SibeliusFinlandia Op. 26
Andante sostenuto – Allegro – Moderato – Allegro
A.DvorakSinfonia IX Op. 95 ‘Dal nuovo mondo’
I Adagio – Allegro molto
II Largo
III Molto vivace
IV Allegro con fuoco
Biglietti
Biglietto unico: 10,00 euro; 0-18 anni gratuito
Posti seduti non numerati
Prevendita online su fortedibard.it
I biglietti si possono acquistare anche alle Biglietterie del Forte di Bard la sera dell’evento.