ilTorinese

Sestriere, chiude la strada provinciale 23

Da martedì 5 settembre 2023, la Strada Provinciale 23 chiuderà al traffico per l’inizio dei lavori di consolidamento della tratta Champlas Du Col – Sestriere. Lavori che interesseranno l’area sino al 30 novembre 2023.Tutte le info sul comunicato, condiviso, della Città Metropolitana di Torino. Sestriere sarà comunque sempre raggiungibile transitando sia dalla Strada Provinciale 215, lato Val Susa, che dalla Valle Chisone, salendo da Pinerolo.

Merlo: “Jobs act, se il Pd adesso dice no cancella il suo profilo riformista”

“L’adesione del Pd della Schlein al referendum per cancellare il Jobs Act sarebbe la conferma,
plateale e persin inappellabile, del profilo estremista, massimalista e radicale del partito. Con tanti
saluti alla natura riformista del principale partito della sinistra italiana. E questo ancora al di là del
comportamento concreto di tutti quei parlamentari o ex ministri o dirigenti del partito che alcuni
anni fa approvarono con entusiasmo e grande partecipazione quel provvedimento politico e
legislativo.
Perchè a volte il profilo e la natura politica di un partito si misurano attraverso l’atteggiamento
concreto che si assume di fronte ad una riforma. E, nel caso specifico, di una riforma che ha
cambiato l’assetto del mondo del lavoro nel nostro paese”.
Giorgio Merlo, Dirigente nazionale Tempi nuovi-Popolari uniti”.

Quando nel deserto del New Mexico nacque la bomba atomica

Sugli schermi “Oppenheimer” di Christopher Nolan

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

Ci sono gli occhi di Harry Truman (un irriconoscibile Gary Oldman), difesi dagli occhiali cerchiati d’oro, a fissare lo scienziato: “La gente non si ricorderà di chi ha costruito la bomba ma di chi ha deciso di sganciarla”, rassicurante, mentre gli porge il fazzoletto con il quale simbolicamente lavarsi il sangue di cui ha sporche le mani. C’è l’agghiacciante sberleffo del politicante che, nella necessità di dover scegliere i bersagli su cui sganciare l’atomica, con un sorriso invita “va bene, allora siamo d’accordo su Nagasaki e Hiroshima ma per favore non Kyoto, è una città così bella, ci sono andato in luna di miele con mia moglie.” C’è, soprattutto nella frenetica prima ora di proiezione, svolta in un montaggio da brivido (di Jennifer Lame), un alternarsi di pioggia e di esplosioni, di fuoco che avvampa e che distrugge, c’è il puzzo e l’amara sensazione di distruzione che riportano con immediata memoria alle ultime ondate di un conflitto che già aveva visto la disfatta e la capitolazione dell’esercito tedesco e lo sfacelo del dittatore italiano, come un Giappone che di lì a poco avrebbe sicuramente deposto le armi. C’è il gioco spietato e subdolo, raggiunto con sottile perversione – parole dette e non dette, inviti e suggerimenti, affermazioni e negazioni, appoggi e voltafaccia -, della politica, le riunioni nella piccola e appartata sala dei segreti dove, in un gioco e in un impianto già del tutto costruiti lo scienziato “distruttore di mondi”, prima spinto e autorizzato secondo le sacre leggi del Bene Supremo della patria, viene colpevolizzato da Lewis Strauss, il presidente dell’”Atomic Energy Commission” (un Robert Downey jr. in odore di Oscar: e siamo pronti a scommettere che nel marzo prossimo non sarà l’unica statuetta pronta a convergere su un solo titolo): lui che nel 1942 ha contribuito a porre Robert jr. Oppenheimer a capo del progetto “Manhattan”, dettato dalla paura dei progressi fatti dalla Germania nazista nella ricerca sulla fusione nucleare e dalla necessità di ostacolarne i risultati.

Studi e preparativi che trovano spazio nel deserto del New Mexico, nella costruzione dei laboratori e degli alloggiamenti di Los Alamos, dubbi e sensi di colpa che avanzano e che trovano angoli concreti e distruttivi nel cuore e nella mente del fisico, deflagrazioni e squarci di futuro, frammenti storici e personali che costruiscono e irrobustiscono le anse della storia, i contrasti familiari e le occasioni per avventure del migliore dongiovannismo, le simpatie comuniste pronte a destabilizzare un destino e cancellate al momento giusto, l’ironia che entra negli interrogatori, gli appoggi di altri scienziati coinvolti, come Bohr e Rabi, Fermi e Lawrence, la collaborazione e la successiva inimicizia di Edward Teller, Albert Einstein che si chiama fuori del progetto, tutto in un gioire di bianco e nero e di colore, secondo la logica di un prima e di un dopo, di salti temporali che arzigogolano attraverso l’intera pellicola, del realismo degli effetti speciali, in questo “Oppenheimer” che il sempre visionario Christopher Nolan (con un budget di 100 milioni di dollari) ha ricavato dalla biografia “Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica” scritta da Kai Bird e Martin J. Sherwin. Un autore che ha il privilegio mentale della grandiosità, che ha l’avventurosa coscienza di pensare sempre in grande, che mescola con rara intelligenza le carte del tempo e dello spazio, che sovverte ogni ordine per riaccompagnare immediatamente lo spettatore all’equilibrio del disegno, che supera le tracce del biopic e crede in una narrazione priva di ogni linearità, tutta movimenti e scatti, la visione completa di un immenso mosaico nel quale a tratti ti pare di perderti. Un grande film, non facile, che richiede attenzione costante, su cui ragionare, magari rivedendolo, imprigionando dentro di sé le forze a tratti troppo importanti e grandi della Scienza e della Storia.

E un grande autore che ha saputo regalarci non soltanto la trilogia del “Cavalier oscuro” ma titoli alti quali “Memento”, un forse non mai abbastanza considerato “The Prestige”, l’insuperato “Inception” e “Interstellar”, i sovvertimenti magici di “Tenet” come il cielo il mare la terra di “Dunkirk”, tra i panorami delle coste francesi. Sull’ultimo fotogramma, siamo indotti a pensare che “Oppenheimer” sia l’opera più profonda, profondamente pensata, complice quella Storia piena d’imbarazzo con cui Nolan si confronta, con quelle figure di vita e di morte, con quel giocare con i destini di milioni di esseri umani di cui si rischiò davvero di vederne la scomparsa.

Temi difficili, per molti lontani e incomprensibili (che tuttavia il pubblico ha accettato e continua ad accettare, se i botteghini oggi si fregano le mani e registrano nel mondo circa 800 milioni di dollari, in Italia in data 1° settembre arriviamo ai 14 milioni di euro, boccate d’aria fresca che si misurano con un recente passato non troppo felice). Non è facile accettare fisica quantistica e fusione e fissione, non sono facili le tre ore della durata del film, non è semplice essere spinto ad addentrarci in una storia d’oltreoceano che nelle proprie pagine non ancora del tutto chiarite è materia di studiosi. Ma “Oppenheimer” interessa, avvince, forse si tiene al riparo dalle emozioni ma certamente afferra lo spettatore e lo appassiona senza se e senza ma. Un interesse che ha una sua ragione, non ultima, nelle tempeste e nei venti d’attualità che circolano in un conflitto che a due passi dalle porte di casa nostra.

Nolan eccelle, cesellandoli di luci e di ombre, nella scrittura della sceneggiatura, s’affida alle musiche incalzanti di Ludwig Göransson e alla eccellente fotografia di Hoyte van Hoytema, chiama attorno a sé interpreti di assoluta sicurezza (Kenneth Branagh, Matt Damon, il luciferino Jason Clarke, Emily Blunt e Florence Plugh, possessiva amante filocomunista, Rami Maleck), in primo piano Cillian Murphy, dopo tante collaborazioni finalmente in veste di protagonista, un viso scavato per un tormentato Oppenheimer, che si porta appresso i suoi fantasmi, incapace nel ’52 di aderire alla costruzione della bomba all’idrogeno. Si ritirò alle isole Vergini, si comprò un terreno e si costruì una piccola modesta casa sulla spiaggia. Faceva lunghe gite in barca con la moglie e la figlia. Gli anni a venire furono ancora occasione per conferenze tenute e negate, per i timori circa i pericoli potenziali delle invenzioni scientifiche nei confronti dell’intera umanità, per le alleanze con Einstein e Bertrand Russell e nello stesso tempo per il rifiuto a firmare le varie proteste degli anni ’50 contro le armi nucleari, per l’onorificenza che il nuovo presidente Lyndon Johnson gli aveva voluto attribuire. Furono gli anni della malattia, verso la metà degli anni Sessanta, di un cancro che nel febbraio del 1967 lo portò alla morte. La moglie portò le cenere in quelle isole dove forse soltanto aveva ritrovato un po’ di tranquillità e le sparse in mare, a poca distanza dalla casa sulla spiaggia.

Elio Rabbione

Sara Curtis in Israele con la Nazionale per i Mondiali Juniores

Testimoni di Geova di Torino e area Metropolitana a congresso

La pazienza, protagonista al prossimo congresso dei Testimoni di Geova

A Cameri dal 08 al 10 settembre i Testimoni di Torino e area Metropolitana insieme ai liguri della Provincia di La Spezia, tutti insieme nei tre giorni per imparare a essere pazienti

Riceviamo e pubblichiamo:

CAMERI –In un’epoca come la nostra, caratterizzata dal “tutto e subito”, stress e scarso autocontrollo, la pazienza non è più considerata una virtù. Per molti essere pazienti significa rassegnarsi agli eventi della vita. Ma cos’è la pazienza? Essere pazienti può migliorare la nostra vita e i rapporti con gli altri? A queste e ad altre domande risponderà il congresso dei Testimoni di Geova del 2023 dal tema “Siate Pazienti” in programma dal 08-10/09/2023 a Cameri

La pazienza è una qualità importante che può essere utile a tutti nella vita quotidiana”, dice Daniele Clementi portavoce dei Testimoni di Geova per il Piemonte. “Nonostante le buone intenzioni, però, mantenere la pazienza di fronte ai tanti problemi che la vita ci riserva può essere una sfida. Trascorrere tre giorni approfondendo gli aspetti di questa qualità sarà molto istruttivo”.

Da venerdì a domenica si parlerà della pazienza, evidenziandone il valore pratico attraverso esempi tratti dalla Bibbia. I momenti più attesi saranno il battesimo dei nuovi fedeli, che sarà celebrato sabato mattina, e un video racconto in due parti, che sarà presentato durante le sessioni del sabato e della domenica pomeriggio. Quest’anno sono in programma in tutto il mondo circa 6.000 congressi dal tema “Siate Pazienti”. Solo in Italia, più di 75 congressi si terranno in 14 città.

A causa della pandemia, nel 2020 i Testimoni di Geova avevano cancellato i loro eventi in presenza in tutto il mondo e per tre anni li hanno tenuti online in più di 500 lingue. “Grazie ai nostri congressi online sono stati raggiunti milioni di persone in tutto il mondo e si è riusciti a proteggere la salute dei tanti partecipanti. Quest’anno però non vediamo l’ora di ritrovarci finalmente in presenza” conclude Daniele Clementi.

Da oltre 100 anni i Testimoni di Geova tengono grandi eventi in stadi, arene, centri congressi e teatri in tutto il mondo. Come sempre, l’appuntamento è aperto al pubblico. Per ulteriori informazioni sul programma o per trovare le altre sedi e date dei congressi, visitate il sito jw.org e navigate nella scheda “Chi siamo”.

La rassegna mensile dei libri

L’estate sta finendo? I libri da leggere non finiscono mai e lo sanno bene gli iscritti alla nostra community “Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri”, la più grande, tra quelle in lingua italiana, dedicata al mondo dei libri e della lettura.

E’ una fine estate malinconica, però, quella che ha accompagnato le nostre letture perché segnata dalla scomparsa di due autori molto amati e molto discussi nel nostro gruppo, così è stato inevitabile che tra i libri più commentati ci fosse  Q, il più emblematico romanzo di Luther Blissett il collettivo di autori fondato dal compianto Luca Di Meo, e Tre Ciotole, l’ultimo romanzo pubblicato da Miche a Murgia, anche lei scomparsa nel mese di agosto: I Miei Stupidi Intenti, di Bernardo Zannoni,  vincitore del Premio Campiello 2022 è invece un titolo che sta suscitando molto interesse e ne sentiremo parlare ancora a lungo; L’Esorcista romanzo scritto a quattro mani da William Friedkin, che ne realizzò anche un film entrato nella leggenda, e Willian P. Blatty. La morte dell’anziano regista ha riproposto ai lettori contemporanei un classico del brivido.

Incontri con gli autori

Questo mese abbiamo incontrato e intervistato per voi il giornalista e scrittore Alessandro Robecchi, autore della serie di romanzi gialli nota come “Ciclo Monterossi”; lo scrittore e giornalista   Roberto Alajmo che ha condiviso con noi alcuni aspetti legati al suo personaggio Giovanni Di Dio e il traduttore Pier Paolo Stoppino

Per questo mese è tutto. Vi invitiamo a seguire Il Passaparola dei libri sui nostri canali sociali e a venirci a trovare sul nostro sito ufficiale, per rimanere sempre aggiornati sul mondo dei libri e della lettura! unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Genitori e docenti hanno tinteggiato il Mag di Giaveno

Si è conclusa la prima tranche dei lavori di tinteggiatura del Mag di Giaveno.
Anche il salone della primaria è stato trasformato grazie al prezioso contributo di genitori e docenti.

Anche le aule della secondaria e il porticato avranno presto un nuovo aspetto.

L’istituto scolastico ringrazia tutti i genitori che hanno lavorato per rendere possibile questo cambiamento.

(Facebook)

Consacrazione della statua del fondatore della scuola Nichiren Shū

Il 10 settembre si terrà una cerimonia per consacrare una statua del fondatore della scuola della Nichiren Shū e grande maestro buddhista giapponese, Nichiren Shōnin (1222-1282). Questa statua è l’unica del suo genere non solo qui in Italia, ma in tutta l’Europa. La cerimonia di consacrazione della statua secondo il rito buddhista si terrà al Tempio Renkōji di Cereseto Monferrato (AL), domenica, 10 settembre, dalle ore 10 fino alle ore 12, seguita da un pranzo al Ristorante del Castello.

L’Amministratore Generale e Arcivescovo, il Venerabile Nichiyū Mochida, del  Tempio Principale in Giappone (Kuonji, su Monte Minobu), officerà la cerimonia accompagnato da numerosi monaci dalla nostra scuola. In presenza del sindaco e l’amministrazione del Comune di Cereseto e altri ufficiali, ci sarà inoltre la partecipazione di numerosi credenti che verranno da tutte le parti dell’Italia e altri paesi europei, nonché rappresentanti dell’Unione Buddhista italiana e altri monaci e monache delle varie tradizioni buddhiste. Sarà davvero un evento storico, ospitato nel  tempio a Cereseto e un evento ufficiale del  tempio principale per commemorare 750 anni da quando Nichiren Shōnin è entrato nel Monte Minobu per stabilire il suo primo tempio in Giappone. In tutto è prevista la presenza di circa 100 persone dall’Italia, Inghilterra, Germania, USA e naturalmente, dal Giappone.

Data:     10 settembre 2023 (domenica)

Orario:  dalle ore 10 alle ore 12 (cerimonia)

              dalle ore 12 alle ore 15 (pranzo)

Luogo:  Tempio buddhista Renkōji, via Fossa 2,  Cereseto (cerimonia)

Ristorante del Castello, via Cistilliano, Cereseto (pranzo)

A Rivoli “C’era una volta un re”

Si è inaugurata a Rivoli la mostra alla Casa del Conte Verde “C’era una volta un Re” abiti d’epoca bozzetti e dipinti di Margherita Flora alla presenza del Sindaco Andrea Tragaioli, il Vicesindaco e Assessore al Turismo Laura Adduce, gli assessori, i consiglieri e il Consorzio Turismovest che ha organizzato l’evento della Rievocazione Storica in collaborazione con la Città di Rivoli.

Croce Rossa, assemblea regionale

A settembre tornano i momenti di confronto interni alla #CRIPiemonte. I Presidenti dei Comitati di #CroceRossa del territorio si sono riuniti nell’Assemblea Regionale per parlare delle prospettive future dell’Associazione.

(Facebook)