ilTorinese

A scuola di sicurezza, chiusa la due giorni di “Io non rischio”

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Sabato 14 e domenica 15 ottobre anche il Piemonte ha aderito alle giornate nazionali della campagna “Io non rischio – Buone pratiche di protezione civile”. Per scoprire come ciascuno di noi può contribuire a ridurre rischi come terremoto, alluvione, maremoto, rischio vulcanico e incendi boschivi, i volontari di protezione civile hanno invitato la popolazione a partecipare agli appuntamenti in diverse piazze di tutto il territorio. Oltre al punto informativo, anche quest’anno i cittadini sono stati invitati a visitare le piazze digitali utilizzando l’hashtag #iononrischio2023.

La due giorni, che chiude la Settimana Nazionale della Protezione civile, ha portato migliaia di volontarie e volontari di protezione civile ad animare punti informativi in tutta Italia, in oltre mille piazze dalle grandi città alle isole minori, per diffondere quella cultura della prevenzione attraverso cui ciascuno può fare la differenza nella sicurezza propria e di chi gli sta intorno.

«La sicurezza dei cittadini è una priorità assoluta per la nostra Regione – sostengono il presidente Alberto Cirio e l’assessore regionale alla Protezione civile Marco Gabusi – e crediamo fermamente che l’informazione e la preparazione siano fondamentali per affrontare qualsiasi emergenza. Io non rischio fornisce risorse preziose per educare e preparare le famiglie, le scuole e le aziende ad essere pronti a fronteggiare situazioni di pericolo. Invitiamo pertanto tutti i cittadini del Piemonte a partecipare attivamente a questa campagna, adottando misure preventive e diffondendo la cultura della sicurezza. Siamo fermamente convinti che insieme possiamo ridurre i rischi e garantire un futuro più sicuro per tutti. Ringraziamo la Protezione civile e tutti coloro che si impegnano per la riuscita di questa iniziativa. La sicurezza è un impegno collettivo, e insieme possiamo fare la differenza».

Queste le piazze dove sono stati presenti i volontari:

Provincia di Alessandria

Acqui Terme – piazza Italia

Alessandria – piazzetta della Lega

Cantalupo Ligure – piazza Europa

Capriata d’Orba – piazza Garibaldi

Casal Cermelli  – piazza Marconi

Castelnuovo Scrivia – piazza Vittorio Emanuele II

Novi Ligure – via Niccolò Girardengo (il 14 di pomeriggio, e il 15 di mattina)

Sale – piazza Garibaldi

Sezzadio – piazza San Pio V

Strevi – piazza Gramsci

Tortona – piazza Duomo

Provincia di Asti

Asti – piazza Alfieri angolo Via Leone Grandi

Nizza Monferrato – piazza Martiri di Alessandria 19

Provincia di Cuneo

Cuneo –  piazza Foro Boario

Provincia di Novara

Novara – piazza della Repubblica

Gozzano – piazza Matteotti (il 14)

Grignasco – piazza Viotti

Provincia di Torino

Carmagnola – piazza S. Agostino (sabato e domenica mattina)

La Loggia – viale Garibaldi 7 (la domenica pomeriggio)

Ceresole Reale – (solo il 15) piazza Municipio

Chieri – piazza Cavour

Cuorgnè – piazza Martiri della Libertà (solo domenica)

Druento – via Case Sparse 1

Ivrea – piazza Ottinetti (orario 10-17)

Moncalieri- Borgo Mercato ex Foro Boario (il 15)

Trofarello – piazza San Giuseppe (il 15)

Orbassano – piazza Umberto 1

Pianezza – sabato piazza del Mercato, domenica piazza Leumann (davanti al Municipio)

Rivalta Torinese – Bicigrill, Parco Sangone di via Piossasco

San Maurizio Canavese – via Matteotti

Torino – piazza San Carlo 145

Torino – sabato piazza S. Rita 9, domenica Parco Rignon

Volpiano –  via Genova 32 (il 15) e corso Platone (il 14)

Provincia del VCO

Verbania Intra – piazza Ranzoni (il 14)

Baveno – piazza 4 novembre (il 14)

Cannero – piazza Alpini (il 15).

Cannobio – via Giovanola (il 14)

Stresa –  piazza Marconi (il 15)

Cotoletta “la Piemontese” con i grissini di Gassino

Una spettacolare e morbida cotoletta alla piemontese  di carne di razza piemontese impanata dagli chef  di Pollastrini con sopra la Toma di Lanzo fusa , servita con verdura cotta, Nebbiolo Chicco e i grissini di Gassino cotti stamane dal forno di Gassino.
Il meglio della  carne, dei formaggi , dei vini piemontesi con i grissini di Gassino e della collina torinese a completare un piatto che figura ormai nei menù di molti ristoranti o trattorie delle nostre vallate e di Torino. Un piatto definito orgasmico dal sito Piemonte da scoprire che ha oltre 500.000 followers.
Una  operazione di rilancio delle produzioni piemontesi a costo zero per la pubblica amministrazione  spinta dalla passione di Mino Giachino che dopo averla presentata all’assessore regionale Protopapa la presenta nei prossimi giorni all’assessore comunale al commercio di Torino Chiavarino.

LiberAzioni Festival. I vincitori della quarta edizione

Si conclude  al Centro Studi Sereno Regis di Torino, la quarta edizione di LiberAzioni Festival – per un dialogo con il carcere. Nell’ambito del ricco programma di presentazioni, proiezioni, iniziative sociali e culturali molto partecipate, la manifestazione ha promosso, come di consueto, un concorso cinematografico dedicato ai cortometraggi. Alla chiusura del festival, sono stati assegnati i relativi premi.

 

 

Primo Premio LiberAzioni Cinema

La giuria, composta da Annalisa Cuzzocrea (presidente, vicedirettrice de La Stampa), Benedetta Perego (avvocata di StraLi e Antigone), Ambra Troiano (esercente) e dai bibliotecari detenuti del carcere Lorusso e Cutugno coordinati da Marco Monfredini, assegna il Primo Premio LiberAzioni Cinema, dedicato al regista Corrado Iannelli (del valore di 2.500 €), al film

 

Polvere di Paolo Carboni

 

Con la seguente motivazione: «Mi ha molto colpita sia per la realizzazione realistica che per il messaggio trasmesso alla fine dal protagonista: basta un attimo, un granello di polvere, e la vita ti cade addosso. Il dramma dei suicidi in carcere e la piaga della mala giustizia sono rappresentati con delicatezza forza e realismo», scrive Annalisa Cuzzocrea a nome della Giuria.

 

«Noi – aggiungono i bibliotecari della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino – votiamo all’unanimità il cortometraggio Polvere assegnando il primo posto. Siamo giunti a questo verdetto poiché in 29 minuti, concisi ma molto esaurienti, la tematica della cosiddetta malagiustizia è stata sviluppata in ogni sua sfumatura, a partire dall’origine del caso concreto fino alle più estreme conseguenze sotto il profilo umano. L’attore protagonista interpreta in maniera calzante la parte del giovane Aldo, sempre più inghiottito come vittima sacrificale in un labirinto giudiziario costruito erroneamente e con superficialità con lo scopo principale di accontentare l’opinione pubblica.

«L’ambiente spazio-temporale appare assai provinciale ma, al tempo stesso purtroppo, molto attuale, se si pensa ai risvolti del declino psico-fisico in cui decade il povero ragazzo. Vicenda ricostruita al meglio anche grazie ai flashback volto al passato e da cui si desume, con spiccata espressività emotiva, una giovane esistenza come tante altre, fra la quotidianità dei propri legami familiari e la dipendenza dagli stupefacenti condivisa con alcuni amici. È proprio per quest’ultimo fattore, così come per il fatto di abitare casualmente nei pressi del luogo della rapina finita male, che Aldo viene incastrato: elementi che la traccia del corto stigmatizza, in modo ottimale come circostanze determinanti della vicenda, mai giustificate dell’applicazione della misura cautelare in carcere inflitta ingiustamente a carico del protagonista».

“Un carrello carico di libri, così leggono i detenuti…”

 

«Il bibliotecario, negli Istituti Penitenziari, svolge un ruolo fondamentale, soprattutto per un recluso appena entrato – proseguono i bibliotecari del carcere torinese – perché il tempo scorre, nonostante la sua preziosità, da recluso non viene spesso apprezzata e bisogna far passare la giornata. La prima azione istintiva e spontanea, anche per chi non legge, è prendere un libro. Di conseguenza, nel cortometraggio, il bibliotecario è il fulcro, colui che socialmente senza accorgersene dona e crea l’atmosfera autentica dell’aiuto reciproco, ma allo stesso tempo, purtroppo, si ritrova a vivere attraverso i suoi occhi la drammaticità della morte, fortemente attuale in tutti gli Istituti Penitenziari d’Italia».

 

 

La presidente della Giuria del Primo Premio LiberAzioni assegna inoltre una segnalazione speciale a

 

Tana libera tutti di Valerio Filardo

 

Con la seguente motivazione: Perché fa sperare – attraverso lo sguardo dei bambini – in un destino meno ingiusto per chi cerca di raggiungere un posto sicuro e conquistarsi un pezzo di felicità.

 

 

La giuria del Primo Premio ha inoltre assegnato delle menzioni speciali.

 

I giorni delle arance di Matteo De Liberato

Con la seguente motivazione: abbiamo dimenticato cosa sono i totalitarismi, qui lo ricordiamo vedendo come la vita ne rimanga intrappolata per sempre, producendo le peggiori ingiustizie e annientando emozioni e sentimenti. O almeno provando ad annientarli, finché riemergono dove non te li aspetti, nel sorriso accennato di una condannata che ha perso tutto, ma sa cos’è l’amore materno (Annalisa Cuzzocrea).

 

Viva di Marianna Turturo e Alessandra Ardito

Con le seguenti motivazioni: per il lavoro fatto con le detenute del carcere di Trani e perché evidenzia la condizione particolarmente fragile delle donne detenute (Annalisa Cuzzocrea).

La vera realtà delle detenute recluse che tratta svariate sensazioni e problematiche quotidiane. I sentimenti contrastanti tra una telefonata negativa che prevale su una stessa telefonata, ma al positivo. Il cortometraggio esprime la quotidianità carceraria: come viene realmente vissuta la giornata. Emotivamente toccante e suggestiva la scena finale dove una delle detenute, il giorno del suo fine pena, dopo tantissimi anni di reclusione, come prima azione da libera corre verso il mare, che in precedenza poteva solo vedere, respirandone il profumo attraverso le sbarre, simbolo rappresentativo di libertà e di inizio di vita (giuria composta dai detenuti bibliotecari).

 

Il posto del padre di Francesco D’Ascenzo

Con la seguente motivazione: un breve film-documentario che ben racconta, direttamente con le voci dei due protagonisti della storia e con tanto sano realismo, il rapporto fra un padre e un figlio che va ricostruito dopo molti anni di forzato distacco, causato dagli errori commessi nella precedente vita dal genitore (giuria composta dai detenuti bibliotecari).

I cinque punti di Andrea Deaglio insieme agli studenti del CPIA di Torino

Con la seguente motivazione: per lo sguardo così concreto e psicologico che il film ha offerto a ciascuno di noi, verso coloro i quali ci sono, ossia esistono per ogni recluso, fuori dalle mura detentive. L’emozione positiva e negativa che allo stesso tempo una madre e un padre provano verso il sé recluso (giuria composta dai detenuti bibliotecari).

 

 

Premio Marina Panarese

 

La giuria, composta da Ikram Mohamed OsmanSara SannaLuisa ZhouEmanuele Bobbio e Hassan Khorzom, assegna il Premio Marina Panarese (da 2.000 €) per autrici e autori di origine straniera, al film

 

When the Leaves Fall di Xin Alessandro Zheng

 

Con la seguente motivazione: per la capacità di tratteggiare un racconto universale, capace di toccare le corde di tutte e tutti noi con delicatezza, rispetto, semplicità. Il ritorno in Cina di Giacomo, giovane sinodiscendente cresciuto in Italia, viene così scandito da elementi che fanno eco a una storia condivisa, a prescindere da età e provenienze: la distanza intergenerazionale e i suoi silenzi, il ruolo della memoria, la ricerca di sé tra i dubbi di chi parte e le risposte di chi resta. A fare da fil rouge è il conflitto dello stesso Giacomo, sospeso tra il proprio sentire le aspettative del mondo “fuori”. Ad aggiungere valore alla scelta dell’opera vincitrice, infine, vi è la vicinanza all’eredità culturale e sociale di Marina Panarese, che da sempre si è battuta per avvicinare mondi lontani e diversi con uno sguardo critico e consapevole.

 

 

La giuria assegna inoltre una menzione speciale a

 

Near Light di Niccolò V. Salvato

 

Con la seguente motivazione: per la delicatezza con cui riflette sul tema del riscatto sociale e per il coinvolgimento di una giovane troupe internazionale.

 

 

 

Premio LiberAzioni Cinema Giovani

 

La giuria, composta da Costanza AgnellaRoberta BaciuIsadora MazonMatilde PacioniFrancesca SapeyAlberto Grometto e Giosuè Tedeschi, coordinati da Carlo Griseri e Alessandro Amato di Agenda del Cinema Torino, assegna il Premio LiberAzioni Cinema Giovani (da 1.000 €, con il sostegno di Nova Coop), al film

 

I giorni delle arance di Matteo De Liberato

 

Con la seguente motivazione: il film ha una poesia e un’intensità uniche, riesce a toccare il cuore, a emozionare, a catturare l’attenzione. Alla giuria è piaciuto davvero molto il feticcio-arancia, quasi una Madeleine proustiana, che richiama alla memoria un tempo infantile, di felicità, di limpidezza che sembra quasi di poter toccare, annusare insieme alla protagonista. Il rapporto che si instaura fra la detenuta e il prete forse figlio, forse semplicemente orfano, entra in profondità nonostante il tempo limitato del film, suggerendo un’apertura, una speranza subito troncata, ma non del tutto spenta.

 

 

 

LiberAzioni Festival è un progetto a cura dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema realizzato con il sostegno dell’Ufficio della Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino, poi di Regione Piemonte, Fondazione CRT, Otto per Mille Battista, ITAS Solidale, NovaCoop e Cooperativa Arcobaleno. Il festival si svolge in collaborazione con: Direzione della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno, Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, Antigone Piemonte, Agenda del Cinema Torino, Mercuzio and Friends, Centro Studi Sereno Regis, ArTeMuDa, FreedHome, Cooperativa Extraliberi, Mosaico Refugees, Voci Erranti, i donatori della campagna di crowdfunding Tessiamo LiberAzioni, le amiche e gli amici di Marina Panarese.

Uncem: chiusura tunnel del Bianco, forte preoccupazione

PER VIABILITA’ SECONDARIA VERSO TUNNEL SAN BERNARDO E VERSO IL FREJUS IN VAL DI SUSA

“Non doveva chiudere, tra i proclami di tanti politici, e invece da oggi il Tunnel del Bianco chiude. Chiude davvero. Con una serie di conseguenze gravissime che ci preoccupano. Conseguenze immediate, su viabilità secondaria verso San Bernardo e Frejus. Conseguenze di medio e lungo periodo su un sistema alpino che, dopo vent’anni di indifferenza dei più, finisce per essere blocco verso l’Europa. Un problema gravissimo, per molto tempo sottovalutato. Sappiamo già che il nodo viario torinese, della Tangenziale in particolare, da oggi fino a fine anno sarà intasato. E migliaia di camion in più andranno verso la Val Susa e il Frejus, essendo bloccata la statale 28 in Alta Val Tanaro verso Ventimiglia e Nizza, essendo con limitazioni per la stagione invernale la statale 21 verso la Maddalena e pure il Gran San Bernardo chiuso di notte fino a marzo ai mezzi pesanti alti più di tre metri. Un bel caos, che ci dice una cosa. I rallentamenti dei lavori ai trafori alpini ferroviari, la non pianificazione infrastrutturale, la mancanza di coesione vera europea che guarda alle montagne quale luogo di sviluppo e crescita, flussi e transiti, pensano come non mai. E peseranno tantissimo, da oggi, sui sistemi economici di Valle d’Aosta e Piemonte. Ora, svegliandoci tutti di fronte alle emergenze, si torni a pianificare come sancito dal Trattato del Quirinale tra Italia e Francia e da strumentazioni istituzionali europee. Che smettendo di considerare la Strategia macroregionale alpina strumento per fare un po’ di progetti e incontri, forse finalmente si concentreranno – anche noi, tutti i Decisori politici e i Rappresentanti istituzionali – su reti, infrastrutture, Alpi che uniscono. È l’ora giusta, finalmente”.

Così Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, con il Presidente Uncem Piemonte Roberto Colombero, e il Consigliere nazionale Uncem Valdostano Jean Barocco.

Le foto di Solano e Gigli

Le molteplici sfumature di colori all’alba del Monviso e Lago Superiore. Photo di Giampaolo Gigli. Sotto, il grattacielo Sanpaolo in uno scatto di Vincenzo Solano.

“Inaspettatamente Qui”, il romanzo di Luciana Servidio è un magico intreccio di esistenze

Informazione promozionale

Questa storia non ha un personaggio principale: é un intreccio di vite, dove ognuno é il protagonista della propria esistenza. In questo modo, libera da ogni schema, la Vita può tessere le sue magiche trame in cui coinvolge, per motivi che solo Lei sa, persone che inaspettatamente si ritrovano l’uno nell’esistenza dell’altra, per apportare nuova luce, visione e consapevolezza. La Vita accompagna amorevolmente i personaggi, permeando di sé tutto il Romanzo: basta avere occhi per vederla, orecchie per ascoltarla e un cuore per gioirne, anche quando situazioni e circostanze sembrano remare contro di loro. E’ in quei momenti, infatti, che la Vita amorevolmente li spinge e li ispira a trovare in se stessi le migliori risorse per trasformare tutto. La vicenda non ha bisogno di luogo né di tempo per svolgersi: avviene tutta nell’animo e nel cuore dell’essere umano. Ogni personaggio é potenzialmente ognuno di noi, nella sua più fulgida versione.

La storia di “Inaspettatamente Qui”

Questo romanzo nasce in modo insolito, inaspettato e direi magico.

Mia madre si é spenta il 7 marzo di quest’anno. Il giorno prima di andarsene la sua voce ridotta ad un filo mi ha detto “promettimi che scriverai un libro”. Il suo invito a scrivere mi ha accompagnata per tutta la vita, perché la scrittura é da sempre dentro di me, é il mio strumento di elezione, la mia connessione con il mondo e con la Vita (quella con la V maiuscola). Da sempre, mia madre mi ha stimolata a portare alla luce il mio scrivere, ma nonostante sapessi che aveva ragione, non l’ho mai fatto. Perdere lei mi ha aperto un vuoto immenso sotto i piedi, che non avevano più dove poggiarsi e nessun passo più da fare. Né cuore, né animo, né mente erano pronti e disposti a pensare ad altro che al vuoto in cui sono finita senza mia madre. In quei momenti, pensavo che se avessi scritto qualcosa avrebbe saputo troppo e soltanto di dolore. Non volevo regalare al mondo dolore oltre a quello che a volte sembra predominare. Sentivo di voler riprendere carta e penna in mano, ma non usciva altro che vuoto. Così, ci ha pensato lei!

Una mattina che le mie mani scorrevano sulla tastiera inseguendo parole che non ricordo neanche più, sento fortissima la sua presenza, così forte che alzo lo sguardo di scatto: mia madre é davanti a me, gira intorno al tavolo e viene a sedersi alla mia sinistra. Non dice nulla. Siede e aspetta. Sono sopraffatta dall’emozione e dalla felicità di vederla. Non riesco a parlare. Gli occhi annaspano nelle lacrime e fatico a leggere quello che sto scrivendo. Sento che non devo fare domande, soprattutto non staccare le mani dalla tastiera del computer. Mi sento risucchiata, sospesa e sostenuta da un flusso indescrivibile che porta a me fiumi di parole. Queste si moltiplicano senza freno, senza dubbi né domande. Devo scrivere e basta. Dopo aver riempito sette pagine mi fermo e mi dico: “Ma io sto scrivendo un romanzo”. E’ una domanda e un’affermazione allo stesso tempo. Riprendo. Mi sento come un regista sul palco che vede presentarsi uno alla volta e al momento giusto tutti i personaggi che faranno parte della storia che lui stesso sta scrivendo. I personaggi si manifestano, si presentano dicendo il loro nome, la loro storia, l’intreccio di vite che creeranno, lo sviluppo e anche la loro fisicità, con tanto di dettagli. L’energia che riempie la stanza é al tempo stesso forte, gentile, salda, sinuosa e soprattutto inarrestabile. Non posso fare altro che assecondarla. Mia madre é rimasta seduta accanto a me, per un mese intero, senza dire una parola, solo per assicurarsi che avrei portato a termine il mio romanzo. Quando scrivo l’ultima frase sull’ultima pagina, mi saluta dicendo “ricorda che hai scritto tutto tu, hai fatto tutto tu”. Rileggo il libro tutto d’un fiato: mio é lo stile, mio il linguaggio, mia la creatività, mio il sogno finalmente tirato fuori dal cassetto dove l’ho tenuto chiuso per un’intera vita. Quel libro sono io. E il titolo dice tutto .. “Inaspettatamente Qui”.

Ringrazio in particolare il grafico del mio Editore che ha saputo cogliere perfettamente l’essenza del mio libro. Non é una storia d’amore, non é una storia di difficoltà da superare. E’ un intreccio di vite dove ognuno é il protagonista della propria esistenza. Sono personaggi straordinari che sanno fare cose straordinarie perché dotati di visione, fede nella Vita, consapevolezza che tutto sia un sacro Allenamento per manifestare la versione più fulgida di se stessi. E’ una storia che ci sussurra all’orecchio per ricordarci che ognuno di noi può essere questa versione perché la Vita non ha prediletti, né prescelti. La Vita ci ama tutti nello stesso modo. Sta solo a noi ridestarci dal sonno in cui siamo caduti venendo al mondo e ritrovare in noi amore, strumenti, doni e talenti per fare della nostra esistenza il nostro Capolavoro.

L’autrice

Traduttrice di romanzi, documentari e saggi, correttrice di bozze e insegnante di lingue, Luciana Servidio nasce a Napoli il 23 novembre 1966. Inizia a viaggiare per il mondo già da piccolissima e all’età di quasi undici anni si trasferisce a Roma con la famiglia, dove prosegue gli studi fino alla Laurea in Lingue e Letterature straniere e al Master in traduzione letteraria. Desiderosa di comprendere il senso della vita in ogni suo aspetto, si é costruita un percorso professionale molto variegato, ricoprendo incarichi con profili molto diversi tra loro. Amante della lettura, della conoscenza e dell’autoguarigione non convenzionale, vive tutt’ora a Roma.

Il Viaggio insolito del mio libro

Sapevo che un giorno avrei trovato il coraggio di scrivere e pubblicare. E sapevo che oltre ad utilizzare i consueti canali di promozione avrei fatto compiere al mio scritto un Viaggio, scegliendo l’Universo come Distributore. E l’ho fatto. Forse é folle che un’autrice esordiente e sconosciuta come me scelga di affidare completamente nelle mani del caso (io lo chiamo Universo) qualche copia del suo libro. Ma l’ho fatto. La prima copia omaggio di “Inaspettatamente Qui” é arrivata insieme a me alla stazione di Napoli Centrale.

Io sono scesa lì, lei é rimasta sul treno al mio posto, in compagnia della dedica al Lettore scritta mentre ero in viaggio. Era il giorno dell’equinozio d’autunno. Secondo alcuni, spiritualmente parlando, l’autunno rappresenta il momento in cui dobbiamo riconoscere l’abbondanza come stato naturale dell’essere. Napoli é la città che mi ha dato le origini. Neanche se avessi voluto programmare tutto sarei riuscita a mettere insieme questi due ingredienti: le origini e l’abbondanza. La seconda copia del mio libro l’ho lasciata sul sedile della Metro B di Roma, il 10 ottobre, sempre con la dedica sul frontespizio, ma con colori e parole diversi rispetto alla precedente. Mi piace saperlo in Viaggio il mio libro.

Mi piace saperlo in compagnia della Vita. Quando l’ho lasciato sul tavolino del mio posto sul treno, l’ho visto trasformarsi in un sassolino gettato nell’acqua e creare infiniti cerchi concentrici che si espandevano nel mare e poi nell’oceano. A volte, mi sembra di vedere i volti di chi sceglierà di prenderlo e leggerlo per poi lasciarlo di nuovo a chi vorrà fare lo stesso. A volte mi chiedo dove sarà, a casa, nello zaino, nella borsa, tra le mani o sul comodino di chi. A volte mi sembra di scorgere i loro volti .. ma poi lo lascio andare, lì dove la vita lo vorrà condurre. Però, caro Lettore, cara Lettrice, anche se l’Universo ha scelto te a cui farlo arrivare come un dono, sappi che leggerlo una sola volta non ti basterà; sappi che ti verrà voglia di leggerlo e rileggerlo ancora, a volte dall’inizio alla fine, altre volte aprendo una pagina a caso; altre volte ancora ti basterà soltanto guardare la sua copertina vibrante di vita e di Magia, prima di iniziare la tua giornata o quando torni a casa.

Perché “Inaspettatamente Qui” é nato dalla Magia e ne crea nella vita di chi lo sceglie. La sua Magia si manifesterà in piccoli dettagli o con un’improvvisa intuizione o con qualcosa che fino a ieri non avevi notato o con un ricordo che riaffiora alla mente o semplicemente vivendo un attimo di gioia che non provavi da tempo. Questo libro é figlio dell’Universo, io ne sono stata solo l’esecutrice, mia madre l’ispiratrice, l’Unicorno lo Spirito che lo anima. Quando abbiamo smesso di credere nella Magia? E’ tempo di riportarla in vita.

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Questo il link per acquistare il mio libro:
Questo il link dell’intervista:

Alcol e droga, i controlli della polizia stradale

Nell’ambito delle iniziative messe in campo al fine di limitare il grave fenomeno degli incidenti stradali, ed inoccasione della Giornata mondiale in memoria delle vittime strada” che ricorre il 19 novembre prossimo,nella notte di domenica appena trascorsa la Sezione Polizia Stradale di Torino ha disposto un servizio speciale nel cuore della città con 5 equipaggi e con l’ausilio del personale medico ed infermieristico dell’Ufficio Sanitario Provinciale della Polizia di Stato, che ha permesso di controllare 33   Veicoli ​e 50 Persone

In dettaglio 9 conducenti sono stati fermati alla guida sotto l’influenza di alcolici e 2 di loro sono risultati positivi anche al test del Drogometro per la guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti. Un conducente è risultato positivo solo al test del Drogometro per guida sotto effetto di sostanze stupefacenti.

A seguito dell’attività svolta, sono state ritirate 7 patenti, e per i conducenti con tasso alcolemico superiore a 0,80 g/l, oltre al ritiro della patente di guida, sono scattate le denunce alla Procura della Repubblica di Torino.

Le attività continueranno con un vasto programma di servizi di controllo e prevenzione che saranno attivati su tutto il territorio nazionale dagli uomini e le donne della Stradale, insieme ai medici della Polizia di Stato, neifine settimana prossimi e fino al 5 novembre.

L’obiettivo è di scoraggiare e prevenire la guida in stato di alterazione che continua a rappresentare una delle principali cause di incidente; ci si può divertire senza rischiare, basta scegliere di non guidare dopo aver bevuto e fare rientro a casa usando i mezzi pubblici, taxi e autobus di linea, o organizzandosi con qualcuno del gruppo che non beve e accompagna gli altri a casa.

Cala il numero delle imprese artigiane in Piemonte. “Fattore donna” è un valore aggiunto

Nel primo trimestre del 2023 le imprese artigiane piemontesi ammontano a 114.484, con una diminuzione rispetto alle 114.913 al 31/12/2022 ed alle 114.992 di un anno prima. Negli ultimi 12 mesi vi è stato un calo di 508 imprese artigiane.

 

241.268 occupati tra lavoratori autonomi e dipendenti, con una perdita complessiva di 59.789 posti di lavoro negli ultimi 15 anni.

  

Giorgio Felici (Presidente Confartigianato Imprese Piemonte): “Riforma del sistema formativo e potenziamento della Contrattazione collettiva sono gli strumenti su cui investire per tutelare imprese e lavoratori, andando a sopperire alle storture del mercato del lavoro”.

 

 

L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte ha redatto il compendio dei dati statistici del 2023 analizzando gli indicatori relativi alla consistenza numerica dell’artigianato piemontese e del suo stato di salute.

 

Le rilevazioni contenute nelle indagini congiunturali del 2023, svolte dall’Ufficio Studi su un campione di circa 2.250 imprese artigiane piemontesi, fanno intravedere un timido miglioramento nel clima di fiducia del comparto. Rispetto ad un anno fa, infatti, gli scenari socioeconomici fanno sperare in una stagione di tranquillità, concentrando gli sforzi per non dover più implementare misure esclusivamente contingenti, ma potendo pensare ad iniziative di più ampio respiro.

 

“I dati vanno certamente letti con un occhio critico – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – perché se da un lato fanno ben sperare le stime a rialzo del Fondo Monetario Internazionale sul Pil dell’Italia, confermando l’efficacia di alcune delle iniziative di politica economica del Governo che spronano ad andare avanti su questa strada, non bisogna dimenticare che ci sono comunque problematiche enormi che continuano a flagellare il tessuto produttivo: basti pensare alla disoccupazione e alla distanza tra competenze ricercate e quelle offerte sul mercato, fenomeni che stanno diventando un fattore endemico e che rischiano di minare il corretto funzionamento del sistema produttivo. ”.

 

“In relazione al credito – continua Felici – è molto difficile guardare a ciò che sta accadendo con ottimismo, perché l’inflazione galoppante registrata in tutta la zona europea continua a rappresentare un cappio al collo per consumi e produzione, con un tasso di inflazione che a giugno 2023 si colloca a 5,5% in Eurozona, rimanendo lontano dal target del 2%. L’aumento del costo del denaro sta progressivamente salendo a seguito della stretta monetaria – con un aumento di 362 punti base su base annua, i tassi sui prestiti sono saliti al 5,70 – ed ha effetti enormi sia sui bilanci delle imprese che sulla loro produzione, colpendo in particolare le imprese di minori dimensioni che hanno da sempre avuto una difficoltà più accentuata ad accedere al sistema creditizio, con la conseguenza di un progressivo blocco degli investimenti”.

 

Le rilevazioni del sistema Movimprese, il sistema Unioncamere di rilevazione delle variazioni trimestrali nell’Anagrafe delle Imprese Italiane, evidenziano che nel primo trimestre del 2023 le imprese artigiane piemontesi ammontano a 114.484, con una diminuzione rispetto alle 114.913 al 31/12/2022 ed alle 114.992 di un anno prima. Complessivamente, in sintesi, negli ultimi 12 mesi vi è stato un calo di 508 imprese artigiane nella nostra regione.

 

Dalle analisi dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro della Regione Piemonte, aggiornate a luglio 2023, si è osservata una decrescita nel numero di apprendisti rispetto all’anno, con il dato che ha raggiunto le 16.427 unità rispetto alle le 17.482 rilevate a luglio 2022.  Per quanto riguarda l’occupazione nel comparto artigiano piemontese, invece, gli ultimi dati disponibili dell’Osservatorio dell’Artigianato della Regione Piemonte fanno registrare un dato che si attesta a 241.268 occupati tra lavoratori autonomi e dipendenti, con una perdita complessiva di 59.789 posti di lavoro negli ultimi 15 anni.

 

“Il dato sull’occupazione nel Piemonte – prosegue Felici – deve far riflettere sullo scollamento che si è registrato nelle dinamiche occupazionali degli ultimi decenni.

L’intero sistema formativo ha bisogno di un profondo rinnovamento, a partire dalle scuole di formazione tecnica sino ad arrivare al sistema universitario. Se vogliamo finalmente riuscire a vedere un dato in controtendenza rispetto alla dinamica negativa registrata negli ultimi anni, al di là delle eventuali variazioni positive determinate da fattori congiunturali, è essenziale mettere pesantemente mano all’intero sistema formativo italiano, riavvicinando i giovani alle imprese e fornendo strumenti efficaci per una formazione tecnica e teorica che sia realmente utile e necessaria”.

 

“Tengo a sottolineare una nota lieta – rimarca Felici – nel dato relativo all’artigianato piemontese: come nel resto d’Italia, l’imprenditoria femminile continua a rappresentare un valore aggiunto per la nostra regione. Basti pensare che al 31 dicembre 2022 le imprese femminili artigiane con sede in Piemonte ammontavano a 19.766, con una crescita di 119 unità in più (+0,6%) rispetto al 2019. L’imprenditoria continua a rappresentare anche uno strumento di integrazione nel tessuto socioeconomico locale, basti pensare che le imprese artigiane straniere femminili a fine dicembre 2022 ammontavano a 3.179, con una variazione di +125 unità rispetto al 2021 e +419 unità rispetto al 2019. Il dato deve far riflettere sulla forza che le imprese femminili continuano ad avere nonostante le annose difficoltà che devono affrontare quotidianamente”.

 

“Infine – conclude Felici – merita una nota il tema del salario minimo previsto per legge, che in queste settimane una parte della politica dipinge come la ricetta per tutti i mali del mondo del lavoro. Non bisogna dimenticare che le Parti sociali hanno costruito l’intero sistema di contrattazione collettiva su un sistema di tutele che va al di là della sola determinazione salariale, ma che è fondato su un sistema di protezione sociale funzionale che coesiste efficacemente con il sistema pubblico. Infatti, nel comparto artigiano e nelle imprese di minori dimensioni, al contrario di questa paventata soluzione semplicistica, la contrattazione collettiva definita dalle Organizzazioni più rappresentative, come Confartigianato Imprese, oltre a determinare salari rispettosi dell’art. 36 della Costituzione, è anche lo strumento che ha consentito di individuare soluzioni su misura per le esigenze organizzative e di flessibilità di imprese appartenenti a settori e con mercati spesso estremamente diversi fra di loro, assicurando, nel contempo, importanti tutele collettive ai lavoratori, anche attraverso il proprio consolidato sistema di bilateralità. Basti pensare ai numeri della bilateralità piemontese: solamente nel primo semestre del 2023 l’EBAP – Ente Bilaterale Artigianato Piemontese, ha approvato un totale di 6.102 richieste di prestazioni tra lavoratori dipendenti e titolari-soci-coadiuvanti, erogando direttamente prestazioni per un valore complessivo di 2.363.656,40 euro”.

 

Risultati indagine Censis (effettuata nel settembre 2023) relativa all’opinione degli italiani sull’artigianato:

 

Ø  alla domanda: “l’artigianato crea opportunità di lavoro interessanti e di qualità per i giovani?” l’83,1% ha risposto affermativamente. Le risposte affermative prevalgono soprattutto nella fascia over 65 (91,6%) mentre la percentuale più bassa (64,4%) si registra nella fascia 18-34 anni;

 

Ø  alla domanda: “Le piacerebbe che un figlio/nipote intraprendesse una professione nell’artigianato?” l’82,9% ha risposto molto o abbastanza mentre 17,1% ha risposto poco o per niente;

 

Ø  alla domanda: “l’artigianato è fatto da imprese più piccole in cui sono possibili rapporti più umani e condizioni di lavoro meno alienanti?” l’80,9% del campione ha risposto affermativamente.

 

 

Halloween è iniziato a ZOOM!

Fino al 5 novembre il parco di Cumiana si trasforma in un luogo magico, allestito e animato da scheletri, fantasmi, streghe, zucche, pentoloni fumanti, mostri e tanti angoli per le foto. “Ti aspettano esperienze da brivido, divertimento mostruoso e street food da perdere la testa!”, assicurano a Zoom.

“La DC, nuova. Prospettive di futuro”, incontro a Susa

“La DC, nuova. Prospettive di futuro”, incontro a Susa. Presenti Cuffaro e l’europarlamentare Donato

Si è aperta a Susa una due giorni dal titolo “La Dc, nuova. Prospettive di futuro”, organizzata dal segretario regionale del Piemonte, Mauro Carmagnola, presso il Convento Boutique Hotel.

All’incontro  hanno partecipato anche esponenti del mondo del sindacato, dell’imprenditoria e dell’associazionismo.

I lavori proseguono con esponenti di alcuni partiti politici. Presente all’incontro, il segretario nazionale della DC, Totò Cuffaro, e l’europarlamentare e vice presidente nazionale del partito, On. Francesca Donato.