ilTorinese

Organizzazioni sportive e intelligenza artificiale

CSEN PIEMONTE PRESENTA UN’INDAGINE

 

Torino, 23 ottobre 2023 – È stata presentata, nel corso del Symposium sulle Intelligenze Artificiali tenutosi a Torino sabato 21 ottobre, un’indagine condotta da CSEN Piemonte relativa al rapporto tra le organizzazioni sportive, e di promozione sociale, e l’IA. Il tema e i risultati sono stati discussi durante il panel dal titolo: “Terzo settore e intelligenza artificiale: la parola ai protagonisti!”.

 

L’intervento è stato tenuto dal Presidente di CSEN Piemonte, dott. Gianluca Carcangiu, progettista sociale, valutatore di impatto, formatore delle risorse umane nell’ambito delle organizzazioni no profit e componente del comitato etico di Collaboriamo APS.

 

L’indagine è stata svolta ponendosi delle domande specifiche. Le organizzazioni sportive e di promozione sociale fanno delle relazioni umane il senso della loro esistenza; le finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale trovano la loro massima espressione laddove è presente la “relazione”. È possibile sostituire o integrare questo concetto con l’intelligenza artificiale?

Il no profit rappresenta il 5% del PIL italiano,  con due giovani riforme appena adottate; quella del terzo settore e quella dello sport, l’intero mondo è chiamato ad affrontare il processo che lo porterà ad una professionalizzazione obbligata, ricorrendo ad un approccio nuovo ed esplorativo. Quali sono quindi le aspettative, le applicazioni e le resistenze rispetto all’AI?

 

Le domande sono state poste ad oltre 200 fra operatori e dirigenti nell’ambito no profit, tra chi il terzo settore e il mondo dello sport lo frequenta tutti i giorni.

 

Le risposte sono state variegate e curiose. Ci sono alcune organizzazioni del terzo settore che usano l’IA per creare contenuti da utilizzare nei propri social network, per promuovere delle loro iniziative o una campagna tesseramenti. Dall’altra parte c’è una buona fetta di persone che risulta titubante e spaventata dai risvolti che l’IA può avere nella loro attività e che soprattutto teme che possa aumentare la distanza tra i rapporti umani.

 

Dott. Gianluca Carcangiu, Presidente CSEN Piemonte: “I manufatti che creiamo possono essere usati per il bene o per il male. Rispetto all’Intelligenza Artificiale, la risposta del Terzo settore è stata sia di paura che di entusiasmo. Insieme alla governance della Scuola Lagrange, abbiamo voluto intraprendere questa ricerca in un mondo che è a digiuno di questa materia. Le risposte che abbiano ottenuto sono state molto interessanti. Anche nel nostro mondo si usa l’IA, in maniera contenuta e tra i più giovani. In tanti invece ci hanno riportato tristezza, paura e angoscia per il futuro. In contrapposizione a questo c’è però molta voglia di scoprire e speranza per l’avvenire. Per quello che riguarda il nostro mondo siamo aperti, non tantissimo, ma siamo aperti”.

 

About CSEN Piemonte – Centro Sportivo Educativo Nazionale in Piemonte. Ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI, opera nel campo della formazione sportiva e organizza su tutto il territorio nazionale corsi e seminari. Il Comitato Regionale Piemontese è uno dei più importanti centri di formazione nazionale e organizza corsi riguardanti Arti Marziali, Fitness e Body Building, Functional Training, Discipline Bio-Naturali, Cinofilia, Danza Sportiva fornendo le conoscenze e le abilitazioni necessarie.

Italia Lib-Pop: “No alla propaganda pro Hamas all’uniTo”

“Dall’attacco terroristico di Hamas di un decina di giorni fa, perpetrato ai danni di civili innocenti, è venuto a galla il dilagante antisemitismo, da anni latente in Europa, e che nel nostro Paese si evidenzia attraverso piazze vicine alla sinistra radicale, nelle quali si lanciano slogan e si sfoggiano striscioni dal contenuto inequivocabile”, così Claudio DesiròSegretario di Italia Liberale e Popolare, commenta il riemergere di un fenomeno pericoloso e che riporta a periodi nefasti della nostra storia.

“Manifestazioni che a Torino spesso vengono organizzate nei corridoi e nelle aule delle facoltà umanistiche, in particolar modo al Campus Einaudi, dove viene sopportata, forse oltre il lecito, l’affissione di manifesti e volantini dai contenuti ideologico e deliranti, che inneggiano al terrorismo”, continua Desirò.

“Allo stesso Campus Einaudi, la scorsa settimana, si sono tenuti degli incontri propagandistici, tra cui un sit-in, i cui organizzatori erano molto vicini ai Centri Sociali, e venerdì uno pseudo dibattito in cui sono stati esplicitamente esaltati i “partigiani di Hamas” e nel quale ci si è augurati l’attacco dei Paesi arabi contro l’occidente definito fascista”, aggiunge Desirò.

“Crediamo che tutta questa delirante propaganda, al limite dell’apologia del terrorismo, che non solo è sopportata, ma alla quale si concedono spazi di dibattito e di maggiore diffusione in sedi istituzionali universitarie, sia da limitare al più presto, sopratutto in luoghi in cui vengono formate le giovani menti del futuro. Ci chiediamo se e quando Rettorato e Senato Accademico decideranno di intervenire per porre fine all’incitamento al terrorismo”, conclude Desirò.

Mangia la pizza ma non vuole pagare il conto e aggredisce i carabinieri

Un uomo ha  aggredito i carabinieri che volevano portarlo fuori da una pizzeria nella quale era entrato e dove non voleva pagare il conto. Nel locale di zona Nizza Millefonti il 50enne ha chiesto di mangiare gratis, e ha ordinato al personale di servirlo. Chiamati i carabinieri,  questi sono intervenuti ma sono stati insultati e aggrediti: l’uomo è stato quindi arrestato,  accusato di resistenza a pubblico ufficiale e violenza privata.

Vola la Juve! Milan-Juventus 0-1

Locatelli
Nona giornata serie A

Spicca il volo la Juve di Max Allegri, espugnando Milano,con una vittoria sui rossoneri di Pioli per 1-0.Gol di Locatelli che,per una incredibile coincidenza,segna lo stesso giorno di sette anni fa contro la stessa squadra,a maglie,invertite,col medesimo punteggio decisivo.
La Juve è terza con 20 punti in piena lotta scudetto dietro all’Inter con 22 ed il Milan con 21.Gara autoritaria e senza fronzoli quella dei bianconeri contro un Milan forte ma un po’ fuori tono rispetto alle ultime uscite,rimasto in 10 con la partita che cambia al 40’: rosso diretto per Thiaw, espulso per una vistosa trattenuta ai danni di Kean, molto abile a involarsi verso l’area di rigore. Chiara occasione da rete, giusta l’espulsione.Molto bene tutto il collettivo bianconero,tra i rossoneri eccellente la prova del quarantenne terzo portiere Mirante chiamato a sostituire il titolare Maignan ed il suo secondo Sportello. Enzo Grassano

Donna cade dalla moto, è in codice rosso in ospedale

Mentre era in sella alla sua motocicletta  in corso Bormida a Vercelli, per cause da verificare una donna di 50 anni è caduta ed è rimaste ferita seriamente. È stata soccorsa dagli operatori del 118 che l’hanno  portata in ospedale in codice rosso.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

Stati d’animo e brama di evasione negli “Incubi” di Andrea Donna

Andrea Donna, giornalista pubblicista, molto impegnato sul territorio torinese, ha pubblicato recentemente per Aristodemica l’opera dal titolo “Incubi”, una raccolta di poesie e una riscrittura dei “Fungi from Yuggoth “ di Howard Phillips Lovecraft, scritto tra il 27 dicembre 1929 e il 3 gennaio 1930, durante il periodo natalizio. Una raccolta che fornisce l’impressione che l’autore ci trasporti in mondi antichi, più che primitivi, precedenti al Diluvio, incidentalmente sopravvissuti al loro sgretolarsi. Immagini che ben rappresentano il mondo onirico, composto da istinti e fasi inconsce, quindi assenti di razionalità. D’altra parte uno dei ruoli fondamentali della poesia è quello di trasportare nella nostra quotidianità un intimo molto lontano persino da noi stessi e dalle nostre percezioni.

 

Partiamo dal titolo della raccolta poetica ‘Incubi’ in cui si avverte l’influenza di Lovecraft e di Edgard Allan Poe. Qual è l’intenzione primaria di questo titolo?

La parola che dà il titolo alla raccolta stessa va intesa in senso stretto, didascalico. Gran parte dei sonetti non sono che la trascrizione in versi, spesso fedele, di incubi da me realmente sognati. Un sogno particolarmente vivido trasposto in forma poetica assume, credo di poter dire, una potenza simbolica nuova, universale, in grado di comprendere grandi, se pur vaghi, significati, e di far vibrare qualche corda nell’intelletto e nell’animo del lettore”

Il richiamo ad alcuni arcaismi e alla forma del sonetto elisabettiano è correlato alla Sua traduzione dei Fungi di Lovecraft, contenuti all’interno del libro, oppure si tratta di una Sua esecuzione letteraria basata su quello che è il Suo pensiero riguardo alla poesia e al modo migliore di porgerle ai lettori?

Gli “Incubi” sono stati composti dopo la riscrittura dei “Funghi di Yuggoth”, ne ricalcano programmaticamente vocabolario, registro, atmosfera, prosodia. Ecco dunque una forma vetusta, quella del sonetto elisabettiano, e una lingua dichiaratamente arcaica e polverosa, scelta perché congrua rispetto alla materia trattata e cantata e, giacché questa poesia non è solo lirica, ma narrativa, raccontata”.

A che pubblico si rivolge questa raccolta poetica ?

Ho iniziato a tradurre il primo sonetto dei “Fungi” quasi vent’anni fa, nella primavera del 2004. Tradotto il trentaseiesimo, ho provato quel senso di perdita che, talvolta, provano i lettori di un romanzo particolarmente coinvolgente arrivati all’ultima pagina. È stato dunque naturale per me, che avevo ancora nella mente il ritmo, la prosodia e il linguaggio dei “Funghi di Yuggoth” proseguire con un nuovo sonetto, questa volta di materia completamente originale. Il primo sonetto degli “Incubi” (mi pare sia “La Prigione” il primo a essere stato composto) può dunque intendersi come il trentasettesimo dei “Funghi”. Ne è poi seguito un trentottesimo, un trentanovesimo e così via, fino al raggiungimento del numero 36, per me importante per una questione meramente estetica e formale di simmetria dei due canzonieri. La lettura dei “Funghi di Yuggoth” e degli “Incubi” presuppone una certa concentrazione, vista la scelta linguistica che predilige un vocabolario arcaico, desueto, ostico: ma in realtà la scrittura dei due canzonieri mima i modi della composizione popolare, ingenua e scevra da sovrastrutture accademiche. Diversi lettori potranno trovare in questo libro un livello di lettura – ce ne sono diversi – a sé congeniale”.

Un tema che sento ricorrente all’interno di queste raccolte è quello della caduta, rappresentata da poesie come ‘Il pozzo’ e ‘La caduta’. Quest’ultima, in particolare, è vicina a uno stato di coscienza. Si tratta di una descrizione molto simile a uno stato ansioso. Vi è in queste due liriche legate agli Incubi qualche aspetto di lei che da inconscio diventa conscio?

Credo sia probabile, dal momento che la materia di molti dei componimenti è materia onirica in senso stretto, sono eventi che ho sognato davvero. La claustrofobia la caduta, l’angoscia, il terrore sono stati d’animo ricorrenti, come anche la brama di evasione, di riposo e di elevazione dell’Io lirico, che, per definizione, non coincide con l’Io biografico dell’autore, come la nostalgia e la malinconia”.

Si tratta di un’opera che senti conclusa o pensi di darle un seguito ?

Non credo ci sarà un seguito, sto concludendo un’altra doppia raccolta in tema e stile molto diversi: cento haiku e cento haisan.

MARA MARTELLOTTA

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Tessa Hadley “Free love” -Bompiani- euro 19,00

La scrittrice inglese Tessa Hadley ambienta questo romanzo nei turbolenti anni 60; quelli ribelli della Swinging London, in cui il vecchio mondo con le sue tradizioni e certezze viene messo in discussione all’insegna di una nuova libertà. Gli inebrianti anni dei Beatles e delle minigonne di Mary Quant.

Protagonista è la 40enne Phyllis Fischer, affascinante e perfettina signora, appagata nella sua villetta Art and Craft in un elegante e ordinato sobborgo borghese di Londra. E’ lì che vive con il marito Roger, alto funzionario del Foreign Office, e i loro due figli: l’intelligente e studiosa Colette, alla soglie dell’adolescenza, e il piccolo Hugh di 8 anni, coccolato e viziato.

In questo sereno e collaudato mondo sta per arrivare a cena, una sera del 1967, il figlio di un’amica di Roger, il 20enne Nicholas Knight: arruffato, bello e trasandato, ribelle con velleità da scrittore, giornalista per riviste off. Si presenta svogliato e in ritardo, sprezzante nei confronti di quella famiglia che considera un residuato fascista, ormai obsoleto.

Poi in un attimo tutto cambia con un bacio imprevisto e furtivo nell’oscurità del giardino tra Nichy e Phyllis. E’ l’inizio della valanga che travolgerà le certezze della donna, la quale inizia a riconsiderare i parametri della sua vita e del formalismo che la permea.

Quella che in un primo tempo sembrava una relazione furtiva diventa dirompente. Phyllis abbandona marito (mai tradito prima) e figli e, senza un’oncia di rimpianto, va a vivere con il ragazzo (quasi coetaneo di sua figlia) immergendosi totalmente nel suo mondo. Si ritrova a vivere nella squallida stanzetta di Nichy, in una casa fatiscente occupata da artisti e membri della working class, intenti a voler cambiare il mondo.

Tessa Hadley non emette giudizi, si limita -con la sua sottile bravura- a raccontare una storia in cui la ricerca di libertà della protagonista lascia dietro di sé macerie, soprattutto negli animi dei figli, che reagiscono ognuno a modo suo.

Colette fa uno scatto di maturità, accudisce padre e fratello come una donna adulta e responsabile; ma inizia anche a scoprire nuovi lati di se stessa e a trarre ispirazione dalla ricerca di emancipazione della madre.

Hugh invece dice a tutti che la madre è morta.

Resta da scoprire… e lo farete leggendo.. come andrà a finire la liaison dangereuse di Phyllis e Nicky e le conseguenze.

 

Caroline Laurent “Le rive della collera” -edizioni e/o- euro 20,00

Caroline Laurent è una scrittrice franco – mauriziana, nata nel 1988, editrice e professoressa associata di Letteratura Moderna alla Sorbona; questo è il suo secondo romanzo ispirato alla storia della sua famiglia e ad una pagina di storia coloniale.

Ambientato nell’Oceano Indiano, narra un dramma del quale poco si è detto: la deportazione degli abitanti di un’isola dell’arcipelago delle Chagos, Diego Garcia, data in affitto dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti per trasformarla in base militare. Una terribile pagina della dominazione britannica nelle isole (arcipelago annesso a Mauritius), da cui proviene la famiglia materna della scrittrice.

Dopo 158 anni di giogo coloniale le isole diventano indipendenti; ma gli abitanti di Diego Garcias -un puntino nel cuore dell’Oceano- vengono deportati per fare posto agli interessi americani. Nel 1991 infatti fu data in concessione dai britannici per fare da base dei bombardieri americani in volo verso l’Iraq, durante la Guerra del Golfo, senza nessuna considerazione per quel popolo che viene condannato a un destino da esule.

La tragedia le fu raccontata dalla madre che negli anni 60 viveva sull’isola, una sorta di paradiso terrestre dove si andava a piedi scalzi e in libertà. Poi la rabbia di fronte all’ingiustizia dettata da motivi politici e strategici

Nel 1967 sulla paradisiaca isola vive la 21enne Marie Pierre Ladouceur che ha una figlia di 4 anni, Suzanne. Un’esistenza semplice, umile e tranquilla. E’ lì che fa scalo l’elegante 18enne Gabriel Neymorin, arrivato per coadiuvare l’amministratore coloniale. Un giovane uomo di città, colto, raffinato ed elegante. Ed ecco una bella storia d’amore sullo sfondo traballante di un destino incerto: quella tra Marie e Gabriel, che si trovano nell’occhio del ciclone scatenato dalla decisione inglese che sradicherà gli isolani.

La narrazione alterna due voci: quella in prima persona del figlio di quell’amore, Joséphin, e lo sguardo in terza persona sui due protagonisti di quella passione, alle prese con stravolgimenti storici, ambientali (un terribile ciclone) e la tragedia dell’esilio. L’Eden finisce improvvisamente quando gli abitanti dell’isola vengono radunati sulla spiaggia dai soldati che intimano loro di abbandonare l’isola, le case, gli animali. Le loro radici vengono divelte brutalmente.

 

Katie Williams “Il mio omicidio” -Bollati Boringhieri- euro 18,00

E’ decisamente fervida la fantasia della scrittrice 45enne americana Katie Williams che ci regala un intrigante thriller fantascientifico, distopico; ma anche profondamente introspettivo perché parla di identità, famiglia, amicizia femminile, depressione post partum e maternità.

Protagonista è Lou, morta per mano di un serial killer; ma anche viva, perché è stata clonata secondo le direttive di una speciale commissione Governativa.

Si… avete letto giusto!

E’ stata duplicata ed è tornata in famiglia dal marito amorevole e dalla figlioletta di pochi mesi.

Di prima della morte ha lo stesso corpo, viso, cervello, carattere e ricordi; eccetto quelli relativi agli ultimi giorni prima di venire assassinata, e pure del suo omicidio non ha memoria.

E’ stata la quinta e ultima vittima di un serial killer, il reo confesso Edward Early, che si dilettava ad ammazzare donne e lasciare i loro corpi senza vita in bella mostra con accurate scenografie di contorno. Ora si trova dietro le sbarre: lui, i suoi demoni, il suo passato difficile e la confessione che lo farà condannare all’ergastolo.

Angela, Fern, Jasmine e Lacey sono le altre 4 vittime, anche loro sono state clonate, ed ora si conoscono e riuniscono insieme nel gruppo di sostegno “Le sopravvissute”. A piccoli e lenti passi, Lou cerca di riappropriarsi della sua vita.

Ma le difficoltà sono parecchie: a partire dalla figlioletta che non la riconosce e lei non riesce a gestire, poi la depressione post partum che l’aveva assediata prima di venire uccisa e la disattenzione del marito Silas fagocitato dal lavoro.

Le tematiche in campo sono molteplici. A partire dalla realtà straniante in cui Lou stenta a ritrovare la se stessa di prima; ha bisogno di riposizionarsi e soprattutto di trovare una spiegazione e un senso a ciò che le è accaduto. Una necessità alla quale sembra sordo il marito che non vuole più parlare del fattaccio.

Nel rivangare il suo passato, Lou ha la sensazione che ci sia un impercettibile scarto tra quello che era prima e quello che è ora, clone di se stessa in cui fatica a incasellarsi. Poi altri quesiti entrano nella narrazione, a partire dalla convinzione che il serial killer non sia il suo assassino. Ma allora chi l’ha uccisa e perché?

 

Stefania Crepaldi “Morire ti fa bella” -Salani- euro 16,90

Già solo il nome della giovane protagonista è tutto un programma; Fortunata Tiozzo Pizzegamorti, erede di una ditta di onoranze funebri portata avanti dal padre Emilio che conta sull’aiuto della figlia, eccellente tanatoesteta. E’ lei che fa letteralmente miracoli nella preparazione delle salme dei cari estinti: li pettina, trucca e dispone come se fossero più vivi che morti.

Nel suo delicato lavoro è la migliore, per tecnica infallibile e sensibilità preziosissima in un lavoro delicato come quello che ti pone davanti alla morte in tutte le sue più disparate e tragiche fogge. Un business che non conosce crisi, ma si trova a dover fare i conti con la concorrenza di altri becchini che cercano di accaparrarsi il morto di turno.

Peccato lei ambisca a tutt’altro futuro decisamente meno agro; sogna di diventare una rinomata pasticcera e allietare i suoi giorni tra torte, pasticcini e zucchero a velo. Ma Fortunata è responsabile e amorevole, per cui divide il suo tempo tra la pasticceria che adora e la preparazione dei morti, su cui conta il padre per essere competitivo sul mercato delle Pompe funebri.

Il romanzo è divertente, ironico, leggero, sebbene tratti di un argomento pesante come un macigno; ed è anche un sofisticato giallo in cui la protagonista si trova alle prese con una tragedia dai risvolti oscuri.

Lo zio, colonnello della guardia di finanza, Dante Braghin, si trova al cospetto di un apparente suicidio su cui nutre dei dubbi. E chiede a Fortunata di darli una mano. A morire è stato il giovane Gregorio, rampollo di una ricca e rinomata famiglia di gioiellieri, i Chiodoro, precipitato da un palazzo.

Fortunata entra nella famiglia in lutto, incontra i genitori che le raccontano della grave depressione che da sempre attanagliava il figlio unico e tanto amato, e annusa l’ambiente in cui il giovane era nato e cresciuto. Soprattutto è lei a recuperare insieme al padre la salma dall’obitorio e a notare particolari che non combaciano con un suicidio.

Tra kit di sutura, ceroni, confezioni di stucco per rimodellare un cranio sfracellato e strane macchie ipostatiche post mortem, Fortunata si destreggia abilmente, affannandosi per presentare al meglio la salma, conservarla perfettamente tra esposizioni al cordoglio e incidenti vari di percorso. Niente però di macabro, piuttosto una chiave di lettura ironica, divertente e parecchio intrigante.

Movida, 165 persone e 11 locali controllati

Nella scorsa notte hanno avuto luogo, regolarmente, i controlli congiunti della Polizia di Stato e delle altre forze di polizia – Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Municipale –  nelle aree cittadine contraddistinte dal fenomeno della “movida”.

L’attività, iniziata alle ore 20 del sabato sera, si è concentrata nelle zone maggiormente interessate dall’afflusso di persone: quartiere San Salvario, Piazza Santa Giulia, Piazza Vittorio Veneto e vie limitrofe.

Complessivamente l’attività ha portato:

– all’identificazione di 165 persone;

– al controllo di 11 esercizi pubblici;

– all’emissione di sanzioni amministrative nei confronti di altrettanti esercizi commerciali per il valore di circa €2200: due locali sono stati sanzionati per violazione della normativa in materia di igiene e il terzo locale  per violazione del regolamento di polizia urbana.

I servizi di polizia nelle aree sopra menzionate continueranno con cadenza regolare.

Sci Club Ivrea presenta la stagione

SCOPRI IL FASCINO DELLA MONTAGNA E DELLA NEVE

Se sei un appassionato della montagna e della neve, allora hai un appuntamento imperdibile, o quasi. Infatti, venerdì 27 ottobre alle 21.00, lo Sci Club di Ivrea(To) ti invita a scoprire cosa ha in serbo per la stagione 2024. L’evento si terrà presso il Caffè del Teatro in via Palestro 29 a Ivrea. La passione per la montagna e lo sci è ciò che ci unisce, e desideriamo condividere le opportunità che ci aspettano nella prossima stagione. Devi portare con te l’entusiasmo, e insieme brinderemo alle avventure che ci aspettano sulle spettacolari piste del Piemonte e della Valle D’Aosta. Durante la serata illustrativa si avrà l’opportunità di scoprire come divertirsi in sicurezza, imparare le tecniche dei campioni, vivere l’esperienza dello sci alpino senza preoccupazioni di sorta e persino come diventare un professionista di questo meraviglioso sport. Sarà messo in evidenza come rendere questa disciplina sportiva accessibile a tutti, in particolare ai giovani. Abbiamo da presentare diverse proposte per avvicinare i più dotati all’agonismo, cercando di ridurre l’impatto economico per le famiglie. Per rendere questo sogno una realtà, lo Sci Club Ivrea offrirà l’opportunità di partecipare a due lezioni gratuite tenute dai maestri del Club. Questi due appuntamenti permetteranno di valutare il tipo di impegno richiesto, immergersi nell’ambiente del Club, conoscere i nostri allenatori e sperimentare in nostro efficace metodo di insegnamento. Desideriamo essere un punto di riferimento per la comunità eporediese/canavese per la pratica dello sci alpino e dello snowboard. Cercheremo di offrire a tutti – bambini, ragazzi, adulti, atleti – la possibilità di partecipare a questo affascinante sport invernale e condividere con noi la gioia della neve. Allora ecco l’invito di unirsi a noi la sera di venerdì 27 ottobre presso le sale del Caffè del Teatro in via Palestro 29 a Ivrea e prepararsi per un appuntamento all’insegna della passione per lo sci e di conseguenza della montagna.

Per ulteriori informazioni contattare il segretario Giancarlo Gregori 3357757095, oppure il Presidente Francesco Rao 3495591345