ilTorinese

Moretti e le amarezze della Ginzburg, la sua prima regia teatrale

Al Carignano, sino al 29 ottobre

Sono passati cinquantasette lunghi anni da quella sera del maggio 1966 in cui sul palcoscenico del Gobetti Pietro chiedeva dov’era il suo cappello e Giuliana a rispondergli “hai un cappello?”. Erano le prime battute di “Ti ho sposato per allegria”, la Ginzburg aveva abbracciato lo Strega due anni prima per i sbrodeghezzi di “Lessico famigliare” e aveva iniziato – non “sposato” come avrebbe voluto Guido Davico Bonino in una sua presentazione: “sposato” un corno!, gli mandò a dire la scrittrice – la sua strada verso il teatro, undici tappe che si sarebbero concluse con “Il cormorano”, del 1991, a pochi mesi prima della morte. Su simile strada s’incontrano “Fragola e panna” (1966, 44 fogli A4 scritti a biro nera, un passaggio in tivù nove anni dopo) e “Dialogo” (1970, Raffaele La Capria le suggerì di scriverla per la televisione e lì fu trasmessa), che lo Stabile torinese ha raggruppato sotto il comune titolo di “Diari d’amore” per la regia di Nanni Moretti che arrivatosene ai settanta sfida le tavole teatrali.

Fedeltà alla scrittrice, s’era imposto Moretti, in questo tranquillo delirio a due da una parte o davanti a quei “pettegolezzi, chiacchiere di donne” dall’altra, fedeltà e pudore, “una puntigliosa umiltà”, mica come la Bobulova che nel “Sol dell’avvenire” ti stravolge il discorso politico in appassionato discorso d’amore. Supponete il rivolo, anzi la fiumana senza l’ombra di un cessare, che è il “Dialogo”, torrentizio a sgranare i ricordi tenui e spiccioli di una coppia, lui Francesco, che ha intenzione di scrivere il libro che Vallecchi sicuramente gli pubblicherà, magari con un premio a Salsomaggiore, uno che fino alla sera prima aveva la sua bella vita tranquilla e regolata, Marta lei, chiusa nella prigione eterna del quotidiano, nella tranquillità di un letto di prima mattina, mentre la bambina di là ogni tanto piange e la tata ha bisogno di soldi per andare a comprare. Dialogo serrato, ermeticamente chiuso, senza luce come quella finestra aperta per un attimo sul niente. E poi quel qualcosa che Marta deve dire, deve confessare, e che non esce mai fuori con il fiato. Tutto è già scritto, fissato, nel senso che nemmeno una virgola, nel linguaggio quasi anonimo di ogni giorno, va spostata, o va omessa, ogni parola è lì giusta e ferma al proprio posto, un aggettivo, ogni verbo non lo si può distorcere, mutare, aggiustare alle proprie, seppure fuggevoli, intenzioni. Stupidi ricordi, le vie di Roma e i paesi della campagna, tipo Soriano del Cimino, quello lassù in culo ai lupi, i gatti e i cani antipatici, le maglie lavate e le fette biscottate che non ci saranno più per la colazione perché se le sarà mangiate già la Concetta, la fuga a Bologna dal fratello, le rotture con le amiche, le mogli brutte e le mogli belle, la rosolia che c’è o non c’è, i camerieri degli amici che non hanno intenzione di sporcarsi le mani. Si parla si parla si parla, di fretta, in quell’avvicinarsi all’urlo del finale. Perché in tutto quello scorrere è il ritmo, è espressa in tutta la propria sonorità la musicalità che alla lettura della commedia (chi vuole, si vada a ricercare “Tutto il teatro” della Ginzburg edito da Einaudi e a cura di Domenico Scarpa) rimane come nascosta, più o meno invisibile. Moretti s’appresta al testo, lo guarda e lo rispetta quasi religiosamente, neppure si sogna d’invaderlo di morettismi, è la sua una regia in punta di piedi, che c’è e non c’è, che s’avverte e non s’avverte, discretissima: ma è una regia precisa e teatralmente costruttiva, fatta di piccoli tocchi, che ha “riempito” la “realtà” dei due attori, di Alessia Giuliani e di Valerio Binasco soprattutto, bravo bravissimo come non ce lo ricordavamo, un piccolo gesto, una leggera paura, un soffio e una sorpresa, un braccio che si alza e il gesto di prendere in mano gli occhiali, il tornare disincantato al pensiero precedente, il saper trasmettere giù in platea la sensazione di un mondo personale che ti stia franando sotto i piedi.

Nelle mie prime commedie c’erano delle donne che chiacchieravano instancabilmente. In seguito m’è venuta voglia di fare delle donne silenziose. Chiacchieravano allora gli uomini… Nelle mie commedie, in tutte, ci sono dei personaggi di cui si parla molto e che non compaiono mai. Tacciono, essendo assenti. Così finalmente c’è qualcuno che tace.” Ovvero le chiacchiere di “Fragola e panna”, la neve che monotona cade fuori, un arrivo imprevisto, una pizzaiola di cui nessuno ha voglia, una moglie, Flaminia, che non ha più una vita accanto a Cesare, una ragazza, Barbara, che di Cesare è stata l’ultima amante. E poi una “serva”, una sorella e Cesare che compare con tutto il proprio cinismo quando Barbara se n’è andata. Situazione balorda, forse anche divertente a ripensare ai silenzi dell’una e alla fiumana di parole (i monologhi della Ginzburg, vere isole nello svolgimento della scrittura) dell’altra, irruenti e scomposte, parole ancora una volta di ogni giorno, cose comuni, senza importanza, con i suoi ritornelli (“E dove vado? Non so dove andare”) e la sua valigia che non sta più chiusa e la devi chiudere con una corda, con le tragedie che aleggiano di tanto in tanto a confronto della “fioritura di barzellette” di cui ci riempiamo le giornate. La noia e l’imbarazzo, quel mestiere che è la vita, senza superbi colpi d’ala (“Avete un’idea strana della disperazione voialtri. Quando uno è disperato, magari non fa mica delle cose tanto diverse dal solito. Magari fa quello che ha fatto tutta la vita”, dirà Flaminia).

Ogni cosa, in “Fragola e panna”, diventa più ammansita, colloquiale, non esasperata come lo è stata nell’atto precedente, ogni cosa sembra svolgersi con maggiore “prudenza”. Qualcuno deve aver anche scritto che è la commedia meno convincente di Natalia. A me è parsa mantenere un solido ritmo, appropriato, convincente, dove eccelle la Barbara di Arianna Pozzoli ragazza squinternata e vittima, fatta di tutto e di niente, una delle tante squinternate delle pagine della scrittrice, giusta nei gesti e nelle parole. Accanto a lei, a riceverla nella casa, la serva di Daria Deflorian, su cui Moretti deve aver lavorato poco, tanto le ha lasciato campo libero (ma forse qualcuno mi dirà che sbaglio di grosso) di gigionare, di muovere le braccia fuori misura, di girovagare per il palcoscenico senza freni. Le scene ridottissime, tra quel letto prima e quei divani verdi poi, sono di Sergio Tramonti. Si replica sino al 29 ottobre.

Elio Rabbione

Nelle immagini: la foto di Nanni Moretti è di Alberto Novelli; le foto dello spettacolo sono di Luigi De Palma.

Yoga per alleviare la tensione lombare

YOGA SENZA BARRIERE 

 

Il mal di schiena è un problema comune che affligge molte persone, spesso dovuto allo stress quotidiano, posture scorrette o uno stile di vita sedentario.

 

La zona lombare è particolarmente vulnerabile a tensioni e dolori a causa del suo ruolo cruciale nel supportare il corpo.

 

Fortunatamente, lo yoga offre un approccio naturale e efficace per alleviare questi fastidi, aiutando a aiutando a rafforzare i muscoli lombari, migliorare la flessibilità e ridurre lo stress.

 

Ecco quattro pose yoga particolarmente benefiche per la zona lombare:

Marjariasana (Posizione del Gatto-Cane): Questa dinamica posizione yoga coinvolge movimenti di flessione ed estensione, contribuendo a rafforzare i muscoli della schiena e migliorare la mobilità nella zona lombare.

Balasana (Posizione del bambino): Questa posa offre un delicato stiramento alla colonna vertebrale, riducendo la pressione nella zona lombare e alleviando il mal di schiena.

Malasana: Questa posa aiuta ad aprire i fianchi e rafforzare la parte bassa della schiena, alleviando la tensione

Paschimottanasana (Piegamento in Avanti Facilitato): Questa posizione coinvolge un piegamento in avanti seduto che allunga la colonna vertebrale e migliora la flessibilità della schiena e delle gambe, riducendo il dolore lombare.
Per ottenere il massimo beneficio di questa posa, mantieni le gambe flesse e portare le mani al di sotto delle ginocchia. I polpastrelli si “aggrappano” al tappetino e tirano delicatamente verso il centro.

 

Namasté – @odakawithserena

SERENA FORNERO

“Jean Valjean”. Una storia di altri tempi, al Teatro Gioiello

Candidato all’Italian Musical Awards, tratto dal celebre romanzo “I Miserabili” di Victor Hugo e con 6 attori in scena che interpretano ben 29 personaggi, accompagnati da un ensemble musicale completamente dal vivo, ritorna a Torino, “Jean Valjean – questa è la mia storia”.

Una storia di altri tempi, al Teatro Gioiello, sabato 21 e domenica 22 ottobre, ma assolutamente attuale, l’uomo alle prese con la propria identità ed i propri valori. L’ex forzato Jean Valjean racconta in prima persona una vita di riscatto tra il penitenziario di Tolone, la fabbrica di Monsieur Madeleine e gli stascichi della Rivoluzione francese. Con Sebastiano Di Bella, formatosi alla Scuola d’Arte Drammatica “Anna Bolens”, per anni stretto collaboratore di Dario Fo e protagonista del programma “L’Albero azzurro” in televisione, sul palcoscenico ci saranno Fabrizio Rizzolo, Isabella Tabarini, Susi Amerio, Giorgio Menicacci e Jacopo Siccardi. La regia è di Fulvio Crivello mentre la musica, inedita, toccante e raffinata è del Maestro Sandro Cuccuini che sarà al pianoforte e dirigerà l’Ensemble orchestrale composto da Maria Camilla Ormezzano e Marina Polidori al violino, Livio Ramasso al corno, Marcello Angeli, Stefano Carrara alle tastiere e Andrea Vigliocco alle percussioni. 100 minuti di Musical assolutamente da non perdere!

Igino Macagno

“Prima la Musica!” … gloria torinese

“Lattes Editori” vince il Premio Internazionale “Belma 2023” con il Corso di Musica di Nicola Campogrande

Una bella vittoria e un prestigioso riconoscimento che va ad inserirsi e a rendere ancor più festose le celebrazioni dei 130 anni della Casa Editrice torinese. A “Prima la Musica!” del compositore Nicola Campogrande, Corso di Musica edito da “Lattes Editori” per la scuola secondaria di primo grado, è infatti andato il “Bronze Award” del “Premio Belma” alla “Fiera del Libro” di Francoforte. A ricevere, nei giorni scorsi, il Premio, è salito sul terzo gradino del podio, Simone Lattes, a. d. della casa editrice subalpina. I “Belma” celebrano i migliori materiali educativi d’Europa e vengono assegnati dal 2009 in collaborazione con la “Fiera del Libro” di Francoforte, “Iartem” (“International Association for Research on Textbooks and Educational Media”) ed “European Educational Publishers Group”. Quattro le categorie in gara, 40 i libri indicati nella “shortlist”, tra cui solo 3 italiani, per un “Premio” che storicamente è stato raramente assegnato ad editori italiani.

 

“Prima la Musica!” rappresenta un modo completamente nuovo di studiare musica a scuola. L’idea dell’autore, Nicola Campogrande, uno dei più autorevoli compositori italiani contemporanei, è semplice e al tempo stesso innovativa. “Tutto il materiale musicale proposto agli studenti della scuola media – sottolineano alla ‘Lattes’ – è stato suonato e cantato da 180 musicisti professionisti che hanno realizzato 220 basi (classica, pop/rock, jazz, inni nazionali, colonne sonore, canti popolari e natalizi) per ispirare e coinvolgere i ragazzi nell’entusiasmante pratica della musica”. Una novità assoluta: al posto delle musiche “MIDI” con suoni artificiali, sono stati coinvolti musicisti in carne ed ossa di alto livello, come l’“Orchestra dei Pomeriggi Musicali” di Milano diretta da Alessandro Cadario, il “Trio Debussy”, i “Giovani Cantori di Torino”, il “Trio Jazz” di Daniele Tione e una band rocknella quale si sono alternati musicisti del calibro di Diego Maggi, Rocco Tanica e Roberto Gualdi.

“A scuola serve più musica – spiega Simone Lattes e i docenti di musica vanno valorizzati come attori fondamentali della crescita di studenti e studentesse. Partendo da questi presupposti, insieme a Nicola Campogrande abbiamo voluto realizzare un libro di testo che non accettasse compromessi sulla qualità. Che adesso il nostro lavoro si distingua anche a livello internazionale ci riempie di orgoglio e ci sprona a proseguire con convinzione su questa strada”.

E aggiunge Nicola Campogrande: “L’Italia è considerata uno dei Paesi più musicali del mondo, ma finora a scuola la musica è stata la ‘Cenerentola’ delle discipline. Accettare l’invito della ‘ Lattes’ a concepire un libro di testo che offrisse una nuova dignità alla materia e coinvolgere, insieme a me, 180 musicisti professionisti che per la prima volta si sono messi al servizio della scuola, è stata una sfida davvero emozionante. Questo riconoscimento premia dunque l’idea che la musica sia un luogo di incontro, di scambio, e che la sua pratica, sin dalla scuola, sia un bene prezioso per l’intera società”.

Ricordiamo che l’editrice “Lattes” ha già vinto un “Belma” nel 2021, “Premio Speciale della Giuria”, con un testo per le scuole medie che affrontava temi di “Educazione Civica” attraverso la vita e l’opera di Dante.

La “Casa Editrice Lattes” è stata fondata a Torino nel 1893, quando Simone, allora impiegato dell’odierna “Libreria Luxemburg”, aprì la “Lattes” di via Garibaldi 3. Nella seconda metà del Novecento si è progressivamente concentrata sulla scuola secondaria di primo e secondo grado pubblicando libri di testo che hanno accompagnato milioni di studenti. Oggi la “Casa Editrice” è guidata dalla quinta generazione della famiglia Lattes. E si continua nel tempo con lo stesso intelligente entusiasmo e la passione, quella di sempre, che fu di nonno Simone.

g.m.

Nelle foto:

–       Simone Lattes e Nicola Campogrande

–       Logo “Lattes 130”

“Riflessi” a “Spazio Kairòs” La sfida di una rassegna teatrale a Barriera di Milano

Dal 21 ottobre al 4 maggio 2024

Ormai il luogo e le iniziative che lo caratterizzano sono più che note al pubblico teatrale subalpino. Parliamo di “Spazio Kairòs”, il teatro aperto (con una buona dose di coraggio) in piena pandemia, al civico 7 di via Mottalciata a Torino, in una ex fabbrica di colla riadattata, posta al confine fra “Barriera di Milano”, “Regio Parco” ed “Aurora”. Teatro che è sede-casa di “Onda Larsen”, Associazione Culturale affiliata “Arci Torino” e che, dal 2008, si occupa di teatro e arti performative sotto la guida di tre “simpaticoni” (come loro stessi si autodefiniscono) che rispondono ai nomi di Riccardo De LeoGianluca Guastella e Lia Tomatis. Un gran bel trio in procinto di prendere il largo con la nuova stagione teatrale di “Spazio Kairòs”, dal titolo “Riflessi” e messa in agenda da sabato 21 ottobre a sabato 4 maggio 2024. Non ha dubbi il vicepresidente Riccardo De Leo: “‘Riflessi’– dice – vuole essere la stagione della svolta per noi e per il quartiere in cui risiediamo, Barriera di Milano”. Certo è che la stagione punta a proporre titoli di buona qualità, mescolando monologhi commedie, testi sull’attualità e spettacoli musicali ed è il frutto di una puntuale ricerca di spettacoli provenienti da più regioni italiane con particolare attenzione, laddove possibile, ad ospitare compagnie che promuovano spettacoli innovativi, caratterizzati da linguaggi attuali e da alte capacità di intrattenimento. Ancora De Leo: “Abbiamo chiamato la nostra stagione ‘Riflessi’ perché sappiamo quanto la cultura in Italia sia sottovalutata e presa poco sul serio: lo si evince dal numero di singoli spettatori che presenziano agli spettacoli. Mentre i grandi teatri registrano, per fortuna, numeri importanti, i teatri ‘off’ devono attingere a energie del territorio per esistere. Noi vogliamo che in ‘Riflessi’ il pubblico possa trovare una stagione in cui identificarsi, specchiarsi e riconoscersi”.

Bella sfida! E sfida anche tutta torinese, incentrata per altro su un territorio che in città non eccelle, di certo, sul piano della socialità. Ecco perché in cartellone troviamo “spettacoli musicali, sensoriali e cinematografici per avvicinare il quartiere al nostro teatro e far sì che le persone possano trovare un luogo non solo culturale ma anche un punto di riferimento umano dove specchiarsi e identificarsi”. Particolare attenzione è rivolta alle compagnie torinesi e a un genere che sta prendendo sempre più piede, la “stand up comedy” (esibizione dell’attore “in piedi” rivolto direttamente al pubblico, senza la “quarta parete”) cui, per cinque giorni, a febbraio, sarà dedicata la “Settimana della Stand up comedy” con cinque spettacoli diversi, coinvolgenti e molto divertenti, con l’idea di aggiungere delle date in più, se, come è successo l’anno scorso, si registrassero sold out. “Il nostro obiettivo – conclude De Leo – è semplice e ambizioso: il pubblico non deve vedere solo spettacoli ma ‘essere’ parte dello spettacolo grazie alla propria energia e partecipazione, che devono tornare ad essere protagoniste del teatro, dopo gli anni della pandemia, che hanno segnato nel profondo le abitudini degli italiani”.

Per info sul programma dettagliato: “Spazio Kairòs”, via Mottalciata 7, Torino; tel. 339/3881949 o www.ondalarsen.org

IL via, sabato 21 ottobreore 21, con “Dopo tempesta” (dal nuovo album “Gelicidio”), di e con Eugenio Rodondi per la regia di Luigi Orfeo. Musicisti: Federico Bevacqua, Vittorio Campanella, Andrea Fusco, Francesco Moroni Spidalieri e Giulia Provenzano. Lo spettacolo è prodotto da “DEWREC” in collaborazione con “Casa Fools”. In sintesi:  cinque musicisti, un cantautore e un teatro come rifugio. Fuori, una tormenta che non si placa da mesi. Un viaggio tra il silenzio e la confusione, dove tutte le certezze personali crollano come “le pareti della casa in cui abiti”. Un percorso metaforico che guida il pubblico verso valutazioni introspettive e psicologiche, accompagnate dalle canzoni di Eugenio Rodondi.

Sabato 4 maggio 2024, al termine di una lunga carrellata di spettacoli, la chiusura della stagione sarà affidata al debutto nazionale di “Onda Larsen” – padroni di casa– ancora “in fare di creazione, per un ultimo scampolo di riflessione”.

g.m.

Nelle foto:

–       Immagine guida della stagione teatrale

–       “Onda Larsen”

–       “Dopo tempesta”

Dalla Regione più fondi alle pro Loco piemontesi

Più fondi alle Pro Loco piemontesi. È stato aperto il bando per l’assegnazione di 509 mila euro

 

La Regione Piemonte finanzia con 509 mila euro le attività delle Pro Loco piemontesi, 60 mila euro in più rispetto allo scorso anno.

“Abbiamo incrementato le risorse per finanziare altre Pro Loco estendendo in questo modo l’attività di questi avamposti di prossimità turistica, che sono il primo punto di contatto con i viaggiatori – hanno spiegato il Presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Cultura, Turismo e Commercio Vittoria Poggio – Il momento di espansione di tutto il settore che vede il Piemonte crescere di più di altre regioni ci ha spinti a rafforzare un segmento fondamentale della filiera dell’accoglienza, molto importante per l’economia regionale.

Dal comparto del turismo sono giunte notizie positive dopo un’estate nella quale si sono registrati incrementi di presenze del 3.4% rispetto al 2022 nei mesi di giugno, luglio e agosto e oltre l’11% di movimenti in più rispetto al 2019 soprattutto grazie all’incremento del 5% degli stranieri che si fermano più a lungo nella nostra regione e a una crescita del 6.7% dei pernottamenti.

Le risorse per le Pro Loco sono un segnale che la Regione ha dato per rafforzare il settore, serviranno ad attuare progetti di valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, sociale e folkloristico, ma anche ad aumentare la conoscenza del territorio e delle sue tipicità, per creare futuri ambasciatori territoriali.

Le domande dovranno pervenire entro le ore 12 del 18 novembre 2023 all’indirizzo http://www.sistemapiemonte.it/

 

Mara Martellotta

 

Blocco autostrada To-Mi, Fdi: “Ecofollia”

“Il blitz di Ultima Generazione, che ieri ha bloccato per ore l’autostrada Torino-Milano, è l’ennesimo capitolo di un’eco-follia inutile e fine a se stessa. Ambientalismo e conversione green, considerate le particolari caratteristiche della Pianura Padana e la quota di inquinamento ascrivibile all’Italia rispetto al contesto mondiale, meriterebbero un approccio meno ideologico e dogmatico. Serietà, insomma, non superficialità e improvvisazione”. Ad affermarlo Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia.
“Gli attivisti – continua Roberto Ravello, dirigente regionale di Fratelli d’Italia – parlano di ‘forze che vogliono farci morire’ e, addirittura, di un “governo che ci sta avvelenando’: si tratta di farneticazioni da parte di mistificatori seriali. Siamo dinnanzi a un pericoloso sensazionalismo che rischia di imporre tempi e modi insostenibili al processo in corso: ci sono intere filiere che, per la miopia di alcuni, rischiano di soccombere sotto i colpi dell’ambientalismo radicale”.

CAI in festa per i 160 anni di storia

Festa per i 160 anni del CAI – Club Alpino Italiano (portati bene) con due eventi nei weekend del 21 e del 28 ottobre:
– Sabato 21 Ottobre al Politecnico di Torino alle 15, un concerto dedicato alla memoria di Quintino Sella, fondatore del CAI.
– Sabato 28 ottobre, il pomeriggio dalle 17 alle 18:30, la festa dei cori CAI; insieme con il Coro La Serra di Ivrea(Pza C.L.N), del Coro Amici Della Montagna – CAI Asti(Pza Carignano)e del Coro La Baita di Cuneo(Via Pomba ang. Pza Bodoni) il centro di Torino sarà animato con i canti popolari e di montagna. Il Coro Edelweiss CAI Torino si esibirà in Pza Carlo Alberto.

Sabato 28 ottobre alle 21, il concerto finale della festa insieme con gli amici del Coro La Serra di Ivrea, del Coro Amici Della Montagna – CAI Asti e del Coro La Baita di Cuneo nella bellissima Chiesa Di San Massimo

Arte Esperienziale e Inclusiva alla Palazzina di Caccia di Stupinigi

A ottobre le performance di danza e pratiche artistiche per Feste e laboratori dedicati per le famiglie di Casa Ugi

Con Feste, il Festival di danza contemporanea di comunità e musica e le attività laboratoriali in collaborazione con Ugi, la Palazzina di Caccia di Stupinigi avvia ad ottobre una serie di iniziative per rendere l’arte esperienziale, inclusiva e partecipata.

Nel programma di Feste “Dance Well” (sabato 21), la pratica artistica aperta rivolta a persone con Parkinson e a familiari, artisti, danzatori, studenti, cittadini. “Kairos” (domenica 29), la performance partecipata itinerante dove il pubblico è coinvolto ed invitato a vivere l’esperienza. “Bestiario” (domenica 22 e 29), il percorso di esperienze nato alla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, poi messo in scena nel Salone d’Onore della Palazzina, da cui si è sviluppata la collaborazione con il Festival. “Iperbosco” (domenica 22), nel parco naturale oltre le mura della Palazzina per riscattare la memoria di caccia del parco e trasformarla in un’esperienza di cura del luogo. “Filo d’Aria” (domenica 29), gesto coreografico di comunità della residenza curata dalla storica danzatrice e coreografa Raffaella Giordano che ha coinvolto un gruppo di comunità di giovani e adulti.

Nell’ottica di museo partecipativo si inserisce anche la collaborazione con Ugi, Unione Genitori Italiani contro il tumore dei bambini. Sotto il nome di “Palazzina UGI” rientrano le attività, tra visite interattive e incontri in Palazzina e a Casa Ugi, dedicate ai bambini e ai genitori e studiate per essere stimolanti e versatili, sia nei linguaggi e sia nella modalità di fruizione. In programma, una volta al mese a partire da ottobre e per tutta la stagione 2023-2024, visite sugli aspetti più divertenti e inediti della corte (gli abiti, le giornate dei principini, la storia degli animali esotici allevati a Stupinigi), laboratori online per chi è impossibilitato a raggiungere la Palazzina, incontri narrativi e laboratori didattici a Casa Ugi, curati dagli operatori dei servizi educativi della Palazzina di Caccia di Stupinigi.

«La pandemia ci ha ricordato – sottolinea Marta Fusi, direttrice della Palazzina di Caccia di Stupinigi – che la visione della bellezza portata dall’arte in tutte le sue espressioni, oltre all’insegnamento culturale, aiuta le persone trasmettendo serenità, positività e una sensazione di distacco, anche solo momentaneo, dalle problematiche della vita. L’arte è terapia. E la Palazzina di Caccia di Stupinigi vuole essere un luogo speciale per l’accessibilità offrendo la possibilità ad ognuno di accedere con le proprie fragilità, fisiche, di età e di lingua, proponendo attività tra loro disomogenee per la maggiore inclusività delle persone, attraverso progetti culturali, visite tematiche, mappe interattive».

 

FESTE

Il Festival è curato da Associazione Didee – arti e comunicazione in collaborazione con Filieradarte aps e Merkurio progetti musicali, e sostenuto da MiC, Regione Piemonte, Città di Torino | TAP e Fondazione CRT.

Nelle sale auliche della Palazzina, sabato 21 ottobre alle ore 10.30, apre ufficialmente il festival con il laboratorio Dance Well, pratica aperta di danza inclusiva con Elena Cavallo, Emanuele Enria, Debora Giordi e Gaia Giovine Proietti a cura di Lavanderia a Vapore e Centro per la Scena Contemporanea di Bassano del Grappa, in collaborazione con Ass. Giovani Parkinsoniani. Si tratta di una pratica rivolta a persone con Parkinson e a tutti: familiari, artisti, danzatori, studenti, cittadini. Un’occasione per praticare la danza e la filosofia in luoghi deputati alla bellezza, dando voce a insolite comunità di ricerca intorno a ‘il tempo vegetale’ e al concetto di cura. Alle ore 12 sulla Scalinata d’Onore, performance Non me lo spiegavo il mondo con Francesca Cola e Giulia Ceolin. La performance lascia allo spettatore la scelta di abbandonarsi alla bellezza visiva o di seguire le tracce di un rito speculare, in una speranza di riconoscimento e rispecchiamento fra esseri viventi e specie.

Domenica 22 ottobre alle ore 15 nel Parco naturale di Stupinigi performance Bestiario | Narrazione per immagini e corpi a cura di Elena Maria Olivero e Serena Fumero (in replica, in forma di vista performativa, domenica 29 ore 10,30). Bestiario è un percorso di esperienze intorno al tema degli animali e del loro ruolo nell’arte e nel nostro immaginario. Segue alle ore 15.30 la performance Iperbosco, pratica immersiva in natura proposta dal Collettivo CIFRA che accoglie diverse personalità creative. La performance si nutrirà delle caratteristiche del parco e creerà un tracciato da percorrere a piedi, con soste per osservare le azioni poetiche disseminate lungo la via.

Sabato 28 ottobre alle ore 15 nello spazio della Scalinata d’Onore presentazione di Rêverie auprès des cygnes, performance di comunità in omaggio a La morte del cigno di Michel Fokine (1905). Ornella Balestra accompagnerà le persone danzanti in un’esperienza di trasmissione e incorporazione di una serie di ‘rêverie’ della celebre coreografia con Anna Pavlova. Segue alle ore 16 performance e concerto Pause/Solaris con un gruppo di professionisti e amatori, accompagnati dalla coreografa Doriana Crema con musiche dal vivo di Giorgio Li Calzi e Manuel Zigante. I due musicisti, apparentemente distanti, convergono in un astratto e materico territorio comune, entrando in risonanza con il Salone d’Onore e i performer.

Domenica 29 ottobre alle ore 10.30 performance itinerante dalla Sala del Cervo al Salone d’Onore della Palazzina di Caccia con Bestiario | Narrazione per immagini e corpi a cura di Elena Maria Olivero e Serena Fumero. Alle ore 12 nella Galleria di Ponente si potrà assistere alla conferenza performativa Paesaggi interrotti con Ornella D’Agostino, il paesaggista Luigi Usai e il coinvolgimento degli artisti dell’Accademia del Tempo e di Stazione di Transito (Carovana SMI, Cagliari). Una narrazione per immagini, mappe transdisciplinari per accrescere la consapevolezza dei processi di strutturazione naturale e antropica del paesaggio come principi fondamentali dell’educazione civica. In occasione di FESTE, Carovana SMI lancia il suo percorso aperto alla cittadinanza nel quartiere Le Vallette di Torino, con esito performativo nel Festival Differenti Sensazioni 2023 di Stalker Teatro. Sempre domenica pomeriggio, alle ore 14 nella Galleria di Ponente si svolge laboratorio aperto di percussioni e movimento condotto da Elena Pisu e Marco Giovinazzo di Tamtando (partecipazione gratuita su prenotazione), in preparazione a Kairos, performance partecipata e aperta a una comunità di amatori e musicisti, che si terrà alle ore 16 sulla Scalinata d’Onore. Alle ore 15 nel Salone d’Onore il festival propone Filo d’Aria, restituzione performativa della residenza curata dalla storica danzatrice e coreografa Raffaella Giordano che ha coinvolto un gruppo di comunità di giovani e adulti.

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

Le attività di Feste sono comprese nel biglietto di accesso alla Palazzina

Biglietti: intero 12 euro; ridotto 8 euro

Gratuito: minori di 6 anni, possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Royal Card

Per l’accesso a tutte le performance e ai laboratori è richiesta la prenotazione: 388 4229129 didee.promozione@gmail.com

Giorni e orario di apertura della Palazzina: da martedì a venerdì 10-17,30 (ultimo ingresso ore 17); sabato, domenica e festivi 10-18,30 (ultimo ingresso ore 18)

www.ordinemauriziano.it

Magliano, Giochi 2026: grazie Zaia per l’apertura al Piemonte

Ora tutti insieme con Cirio per raggiungere l’obiettivo


Tutte le forze politiche collaborino affinché tutte le gare restino in Italia: gli impianti del territorio piemontese sono all’altezza.

L’apertura di Luca Zaia – che è sia Presidente della Regione Veneto, sia componente del CdA della Fondazione Milano-Cortina – all’ipotesi di ospitare a Cesana le gare di bob di Milano-Cortina 2026 ha un forte peso, che cogliamo in tutta la sua portata e per il quale siamo grati. Adesso due priorità: coesione tra tutte le forze politiche per il bene del territorio e procedere in tempi brevi per il raggiungimento dell’obiettivo. Non avrebbe alcun senso dover “cedere” all’estero alcune delle gare dei prossimi Giochi. Abbiamo inoltre l’opportunità, che non possiamo perdere, di rimediare in pur piccola parte all’assurdo “no” ai Giochi che risale agli anni dell’Amministrazione Appendino.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.