ilTorinese

Un giardino intitolato ad Alda Croce

VENERDÌ 31 MARZO ALLE ORE 11.15, in piazza Adriano angolo via Frejus, verrà solennemente inaugurato dalla Città di Torino il giardino intitolato ad Alda CROCE scrittrice, pioniera dell’ambientalismo, presidente del centro “Pannunzio”. Tra gli altri parteciperanno la nipote di Alda Marta HERLING, segretario generale dell’ Istituto italiano di studi storici “Benedetto Croce” e Pier Franco QUAGLIENI che propose al Sindaco di Torino l’intitolazione di un ricordo di Alda nata a Torino, figlia di Adele Rossi torinese e del filosofo Benedetto Croce.

Ambrogio (Fdi): “Al Regio agevolazioni per gli over 65”

“IL PD ESCLUDE UN’IMPORTANTE FASCIA DI POPOLAZIONE DALL’ACCESSO ALLA CULTURA!”

“Rimango francamente interdetta dalla discussione avvenuta  in V Commissione sulla proposta di Fratelli d’Italia – a mia prima firma – di estendere le agevolazioni già presenti per gli under-30 anche alla fascia d’età over-65 per l’acquisto dei biglietti del Teatro Regio.
Nonostante i buoni propositi dei colleghi della maggioranza, registro che il Partito democratico oggi opera una netta scelta di campo: “Chi non riesce a pagare il biglietto dello spettacolo, resti a casa”. Onestamente non credo che questo sia lo spirito adatto per incentivare la fruizione dell’enorme patrimonio culturale che la nostra Torino e il Teatro Regio può offrire.
Dalla discussione in commissione rimane tanto fumo e poco arrosto, il tutto condito con un velo inaccettabile di classismo, visto che questa amministrazione e maggioranza consiliare sembrano del tutto disinteressate anche solo ad aprire una discussione nel merito sul tema.
Voglio tendere la mia mano alla maggioranza: sono disposta a proporre un emendamento che fissi, secondo una fascia di ISEE, l’accesso alle agevolazioni. Cosa farà la maggioranza?”.
Così Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia e Consigliere comunale di Torino.

Al Palavillage scende in campo la solidarietà

Sabato 1 aprile una giornata di sport e beneficenza in favore della Fondazione AIEF per sostenere il progetto “Il desiderio di Kevin”

Dalle 9 alle 18, Viale Lucio Battisti 10, Grugliasco (To)

Pallina alla mano, campi pronti e tanta voglia di giocare per fare del bene: sabato 1 aprile al Palavillage scende in campo la solidarietà!

La struttura di Grugliasco (TO) organizza e ospita una giornata di beneficenza in favore de “Il desiderio di Kevin”. Kevin è un bambino nato con una grave malformazione alla gamba che deve recarsi negli Stati Uniti per sottoporsi ad una delicata operazione.

Quella di sabato 1 aprile al Palavillage sarà una giornata di sport e tante iniziative volte a sostenere la raccolta di parte dei fondi necessari per i costi dell’operazione e del percorso riabilitativo di 6 mesi negli Stati Uniti di Kevin e della sua famiglia.

L’iniziativa benefica è promossa da Fondazione AIEF per l’infanzia e l’adolescenza, patrocinata dalla Regione Piemonte, dal Consiglio Regionale del Piemonte e dal Comune di Grugliasco.

Sabato 1 aprile a partire dalle 9 il Palavillage ospiterà diverse attività sportive (yoga, workout su sabbia, pilates, calisthenics) e alle 14 un torneo di padel benefico aperto a tutti, al quale prenderà parte anche il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio insieme a diversi esponenti del Consiglio Regionale e amministratori locali.

Grande spazio anche alle attività per i bambini con i laboratori interattivi con i mattoncini Lego organizzati da Bricks4Kidz® che, dalle 10 alle 18, si terranno presso la Brick City di Palavillage.

Non solo sport, durante la giornata sarà allestito un banco di beneficenza che coinvolgerà tutti gli sponsor di Palavillage che metteranno in palio ricchi premi; al pomeriggio la Fondazione AIEF sarà presente con uno stand informativo dedicato e la Croce Rossa di Rivoli metterà a disposizione della struttura un’ambulanza con equipaggiamento completo.

A fine giornata Kevin e la sua famiglia saranno presenti con Fondazione AIEF per la premiazione dei vincitori del torneo di padel e per ricevere la somma raccolta.

La giornata del 1 aprile è aperta a tutti coloro che desiderano partecipare. Donazione minima: 50€ a persona.

Maggiori informazioni e iscrizionisegreteria@palavillage.com |Telefono: 011/19475700| www.palavillage.com

L’iniziativa è ideata da Fondazione AIEF, sostenuta e realizzata da Palavillage, patrocinata dalla Regione Piemonte, dal Consiglio Regionale del Piemonte e dal Comune di Grugliasco. Main sponsor: Gino SpA. Con il contributo di: Perrero Serramenti, Glass Drive, Inestasy, Lube Cucine, Studio Dentistico Leoci, Move viaggi, Fisio e Funzione, IGD shop, Parafarmacia, Banca CRS, Chiara Savarino Biologa Nutrizionista. Palavillage Restaurant, Foot Lab, Bricks4Kidz®, AEPISCINE DI MA.RA.SRL.

Le metropoli su cui scommettere

Torino dopo Napoli nella graduatoria delle Città in cui si cerca il futuro è una bocciatura che i torinesi che amano Torino e che si battono anche in piazza da anni per essa non si meritano. Responsabilità delle ultime Amministrazioni. Non se ne può più.  Cos’ha  di progressista la sinistra torinese che ormai si esalta per le adunate sportive e se la canta al Festival della Democrazia dove non si parla di lavoro o di periferie degradate dopo trent’anni di amministrazioni di sinistra? Meno male che noi abbiamo salvato la TAV e abbiamo portato a Torino la Autorità dei trasporti. Mi auguro che la iniziativa delle tre Unioni Industriali di Torino, Genova e Milano per rilanciare il Vecchio Triangolo industriale vada avanti con determinazione e riceverà sicuramente il nostro appoggio.  Le Infrastrutture come la TAV, il Terzo Valico e il Porto di Genova ne costituiranno un motore di rilancio e di crescita.
Mino Giachino
responsabile Infrastrutture Fdi Piemonte

Senza far nomi, la Spoon River di Giulio Martinoli

Sabato 1 aprile , alle ore 17, la Biblioteca Civica di Omegna Gianni Rodari ospiterà la presentazione del libro “Senza far nomi (Storie di famiglia)”  di Giulio Martinoli.

L’evento, a cura dell’associazione I Lamberti, è patrocinato dalla città di Omegna. Dopo l’introduzione vi saranno le letture dell’attore Giuseppe Maranta e un commento dello psicoterapeuta Mauro Bozzola. Dal 1885 ai nostri giorni, attraverso i ricordi e dove i ricordi non arrivano, con l’aiuto dell’immaginazione, Giulio Martinoli prova a stabilire i nessi tra le vite dei famigliari che lo hanno preceduto, a Jersey, i laghi d’Orta, di Como, di Lugano, Omegna, attraverso una ridda di costumi, lingue e dialetti. Un album di fotografie di famiglia e molto più di questo perché quell’album restituisce, oltre alla memoria, anche le atmosfere e quasi gli odori di un tempo passato. Attraverso una narrazione piacevolissima, l’autore porta per mano il lettore alla ricerca di qualcosa che si cela proprio nelle pieghe di tante biografie intrecciate, divise, coerenti con l’andamento di una storia collettiva. Senza far nomi è un romanzo, un libro sulla memoria, una biografia di persone che non sono più. Carlo Carena, grande traduttore e critico letterario, ha definito il libro “un raro esempio e insegnamento di pietas filiale, che delinea una storia secolare tramandata o documentata, e la ricrea sorreggendola e integrandola con una brillante immaginazione”. Aggiungendo di riconoscere tra le pagine “l’autenticità dei personaggi, delle vicende, dei paesaggi e degli ambienti; famiglie numerose, donne e uomini che penarono e sacrificarono la loro esistenza per i familiari  o furono protagonisti di grandi avventure, artigiani e operai nel loro piccolo lago o migranti nel grande Nord, coinvolti in brutte guerre o seduti attorno a una buona tavola allestita dalla massaia”. Lo sguardo dell’autore sembra indugiare su vecchie foto in bianco e nero o virate color seppia che svelano vicende ormai lontane, racchiuse in un tempo dilatato che parte dall’infelice inizio del 1885 quando morì il bisnonno in Valle Strona, a Sambughetto, fino al doloroso racconto della scomparsa dei genitori. Come un cronista d’antan, Giulio Martinoli intinge la penna nell’inchiostro del calamaio, descrive e ricostruisce facendo leva sull’immaginazione, vecchie carte e documenti, testimonianze riportate o dirette, il complesso filo invisibile delle relazioni di una vicenda corale e originale, per lunghi tratti comune a molte altre così da contribuire per propria parte a quella storia con la esse maiuscola che è poi la somma delle vicende di collettività e generazioni, paesi e nazioni. Anche i luoghi e i viaggi contano, e contano molto. Legami di famiglia che si intrecciano sulle sponde del Cusio, Lario e Ceresio, tra le vie di Omegna e i sentieri della valle dei gratagamul, sapienti artigiani del legno; durante gli anni passati sulla più grande delle isole del Canale della Manica ( Jersey, a una ventina di km dalla costa della Normandia, dove nel 1942 è nato l’autore); i viaggi marini e transoceanici del padre maître che si ribellò giovanissimo al destino di diventare operaio per forza; le vecchie e sbuffanti locomotive su rotaie in parte oggi in disuso e i battelli che procedevano a zig zag tra i vari scali lacustri mentre gli ingranaggi “facevano mulinare le grandi ruote laterali a pale dipinte di rosso”. Nelle storie i luoghi, i viaggi, gli incontri sembrano avvolti da un alone d’avventura che rimanda ai racconti di Salgari, Conrad o Melville anche se non è davvero necessario scomodare troppo l’immaginazione o fare ricorso ai sotterfugi dell’abbellimento ai sotterfugi della potenza creativa considerando che si tratta pur sempre della semplice verità. I tempi difficili, le scelte che potevano imprimere svolte improvvise nella vita e segnare i destini dei singoli e di interi rami della grande famiglia allargata (la principale protagonista della storia), i drammi e le gioie, le avarizie di affetti e gli sconfinati amori, gli immancabili diverbi e i dispetti narrati con puntuta ironia, le grandezze e le miserie, i rovesci e le fortune ci conducono all’incontro con altre vicende – dalle più grandi alle meno note – che a loro modo contribuirono a fare epoca. Gli scorci sui costumi, le abitudini, i mestieri del tempo (operai e cavallanti, cuochi e modiste, camerieri e barcaioli, artigiani e bottegai) restituiscono dettagliati fotogrammi di vita vissuta dove si delineano caratteri e personalità di donne e di uomini per certi versi originali, sia che fossero remissivi o indisciplinati, spesso ribelli nello spirito e ben disposti verso il rischio e l’avventura, affrontando l’ignoto senza indulgere però nell’azzardo. Dei periodi che intercorrono tra le due guerre mondiali fino ai concitati anni del dopoguerra, dopo aver vissuto gli ultimi mesi del conflitto tra i due laghi, quelli d’Orta e di Como , e in valle, nel paese natale della nonna, si intuisce perfettamente lo spirito di quei tempi che furono tutt’altro che facili. Nell’incedere dell’esposizione l’equilibrato uso delle parole rende scorrevole e avvincente la lettura, senza tralasciare il giusto riferimento ai termini dialettali con la gamma vasta delle “lingue popolari” infarcite dalle inflessioni ticinesi e dell’alto Piemonte che si mescolano con le asprezze fonetiche valstronesi. Ai suoi genitori dedica le ultime pagine, tra le più belle e difficili, senza necessariamente far torto alle altre. Lì si riannodano vicende e sentimenti, segnati dalla prematura scomparsa dell’amatissimo padre (morì il 15 settembre del 1973, a nemmeno 65 anni, “quattro giorni dopo Salvador Allende, che era suo coetaneo, più anziano di lui di qualche mese”) e alla tragica fine della madre. Scrive, Giulio Martinoli: “Aveva vissuto tutta una vita votata al sacrificio, si era sempre donata, ora che non aveva più nulla da dare aveva forse pensato che fosse meglio troncare, che Dio l’avrebbe comunque perdonata..”. In conclusione del racconto, nonostante fosse partito con l’intenzione di non fare nomi, offre in appendice a chi legge un elenco di persone e di luoghi, “più o meno in ordine di apparizione”. Nel racconto, in parte autobiografico, i legami di un gruppo famigliare si intrecciano con la storia d’Italia sotto un profilo nuovo. Le memorie private, singole e personali, diventano storie universali, collettive, scritte “dal basso”. In fondo quella raccontata in “Senza far nomi” è a tutti gli effetti parte integrante della storia di un Paese e aiuta, senza retorica e in maniera schietta e onesta, a comprendere il mondo dove viviamo, la nostra società, noi stessi.

Marco Travaglini

Bruxelles, la Regione presenta le eccellenze agroalimentari

Il 29 e 30 marzo con i Consorzi di tutela

  del Piemonte

Mercoledì 29 marzo, nella sede istituzionale della Regione Piemonte a Bruxelles, si svolgerà l’evento “Guarda e gusta il Piemonte: un viaggio tra cibo e cinema”, con la partecipazione del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore all’Agricoltura e cibo Marco Protopapa.

Alle ore 18 verrà proiettato il docufilm “Coltivare storie. L’agricoltura piemontese al cinema” di Giulio Pedretti e prodotto da Regione Piemonte con l’idea di raccontare alcuni prodotti enogastronomici ed i territori rurali da cui hanno origine attraverso lo sguardo di registi e documentaristi piemontesi; a seguire, sarà offerta una degustazione di tutti i prodotti ed i vini ad indicazione geografica piemontesi, introdotti da alcuni rappresentanti dei Consorzi di tutela aderenti.

L’evento è dedicato ai rappresentanti del mondo istituzionale e imprenditoriale di stanza a Bruxelles ed è organizzato dall’Assessorato all’Agricoltura e cibo della Regione Piemonte in collaborazione con Visit Piemonte, Vignaioli Piemontesi e il ristorante Iosono Piemonte di Bruxelles.

Giovedì 30 marzoa Bruxelles, l’assessore regionale Marco Protopapa interverrà al convegno “The future challenges for geographical indications”, sulla riforma della politica europea delle indicazioni geografiche dei prodotti agroalimentari, con la partecipazione di Paolo De Castro, relatore della riforma attualmente in corso, e di Janusz Wojciechowski, Commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale.

Il convegno è organizzato nel contesto della quinta edizione di Arepo European event on quality and origin products, l’associazione delle Regioni Europee dei Prodotti d’Origine, di cui fanno parte 33 Regioni, tra cui il Piemonte, di 8 diverse nazioni europee. https://www.arepoquality.eu/event/5th-european-event-of-quality-and-origin-products/

Al termine è in programma la presentazione di una selezione di prodotti e vini a denominazione di origine e ad indicazione geografica delle Regioni coinvolte. In rappresentanza di tutti i prodotti certificati piemontesi, nello stand del Piemonte, allestito dall’Assessorato all’Agricoltura e cibo della Regione Piemonte saranno proposti il Roccaverano Dop, il Crudo di Cuneo, la Nocciola del Piemonte Igp, la Freisa Doc (vitigno dell’anno 2022 per Regione Piemonte) e l’Erbaluce spumante Docg (vitigno dell’anno 2023 per Regione Piemonte).

Villa Cimena, una bellezza nascosta

È un classico gioiello del nostro patrimonio artistico, poco conosciuto e inaccessibile, ma grazie ai volontari del Fai, il Fondo per l’ambiente italiano, ha aperto le sue porte al pubblico per la prima volta con le tradizionali giornate Fai di primavera.
È Villa Cimena, perla del Seicento nascosta tra alberi secolari e nobili aiuole sulla collina di Castagneto Po, a pochi chilometri da Torino. Solenne si presenta la facciata della dimora con un doppio portico che fa pensare alle ville palladiane con il particolare che le colonne hanno il capitello ionico in basso e quello corinzio nella parte superiore. Da là si gode uno splendido panorama sulle colline, sulle Alpi e sulla pianura segnata dal Po tra Gassino e Chivasso. Un’occasione speciale per conoscerla e visitarla. Circondata da un grande parco e dal bosco, la Villa, anticamente chiamata il “Palazzo”, fu edificata nel 1663 dai marchesi Turinetti di Priero come residenza di campagna e conobbe il suo massimo splendore alla metà dell’Ottocento quando venne completamente ristrutturata dai marchesi Thaon di Revel che la trasformarono in una villa neoclassica, così come la vediamo oggi. I lavori per la progettazione furono affidati alle mani sapienti di Carlo Sada di Bellagio, l’architetto di spicco del tempo e fedelissimo di re Carlo Alberto. Allievo di Pelagio Palagi, Sada lavorò a Racconigi e a Pollenzo realizzando in particolare opere neoclassiche in Piemonte. Il magnifico parco con i giardini all’inglese fu disegnato nel 1847 dal torinese Marcellino Roda, geniale architetto del paesaggio italiano. Le sale della villa padronale sono distribuite su tre piani e ospitano manufatti di ebanisti piemontesi e opere di importanti pittori quali Francesco Beaumont e Vittorio Amedeo Cignaroli, bronzetti di Pierre Philippe Thomire e arredi dello scultore ed ebanista astigiano Giuseppe Maria Bonzanigo.
La Villa e il suo parco sono talmente incantevoli da essere utilizzati sovente come set cinematografico. Più volte si sono visti nelle scene di diversi film e serie televisive come “La donna della domenica”, Cento Vetrine e La Traviata. I marchesi Thaon di Revel vissero nella tenuta fino al 1969 quando fu venduta a un industriale che restaurò e arricchì gli interni con preziose opere. Nel 2015 Villa Cimena fu ceduta ad una società commerciale che l’affitta per matrimoni e ricevimenti, una classica location. É quindi aperta al pubblico soltanto in particolari occasioni o su prenotazione.
Filippo Re

Campagna anti-truffa promossa dai Carabinieri con la Centrale del Latte 

Al via dal 1° aprile, e per tutto il mese, la nuova campagna di sensibilizzazione e
di prevenzione contro le truffe, in particolare quelle ai danni degli anziani e delle
fasce deboli della popolazione, lanciata dal Comando Provinciale dei Carabinieri
di Torino, in collaborazione con Centrale del Latte di Torino. L’iniziativa ha
l’obiettivo di catturare l’attenzione dei consumatori attraverso il fianchetto delle
bottiglie del latte, creato ad hoc con una simpatica raffigurazione grafica del
carabiniere “Fedele”, che avvisa il consumatore di stare attento alle truffe.
Notoriamente il latte è un prodotto di frequente ed elevato consumo da parte della
popolazione e, dunque, le occasioni di lettura e di attenta visione dell’importante
messaggio posto sul contenitore sono sicuramente maggiori rispetto ai tanti altri
mezzi utilizzati per diffondere questi avvertimenti.

In particolare, nel mese di aprile, su oltre 500.000 confezioni di latte fresco in
bottiglia in plastica rpet di Alta Qualità e Parzialmente Scremato da un litro, a
marchio “Tapporosso”, distribuite principalmente in Piemonte, sarà riportato il
messaggio di “NON APRIRE LA PORTA AGLI SCONOSCIUTI” e l’invito a
chiamare il numero telefonico del pronto intervento “112” in caso di dubbi, per
evitare di essere oggetto di tentativi di frode, furto o estorsione.

“Questa campagna anti-truffa, rivolta principalmente agli anziani e alle fasce
deboli della popolazione, rappresenta un ulteriore tassello nell’attività informativa
che da tempo vede impegnati, su tutto il territorio della Città Metropolitana, i
carabinieri del Comando Provinciale di Torino in incontri con i cittadini presso
associazioni, parrocchie, eventi e manifestazioni pubbliche, commenta il Tenente
Colonnello Andrea Corinaldesi – Comandante del Reparto Operativo dei
Carabinieri di Torino. “Diamo una grande importanza alle attività di prevenzione,
al pari di quelle investigative, e la collaborazione con la Centrale del Latte di
Torino ci permette di entrare nelle case di 500.000 piemontesi con il messaggio:

“NON APRIRE LA PORTA AGLI SCONOSCIUTI” e l’invito a chiamare sempre il
numero telefonico del pronto intervento “112” nel caso si abbiano dubbi su chi si
presenta presso le nostre abitazioni, ma non solo. Il messaggio,
necessariamente sintetico per gli spazi a disposizione, vuole mettere in guardia
da tutti quei truffatori che, telefonicamente o di persona, sull’uscio di casa o
dando un appuntamento in strada, cercano di carpire la fiducia delle loro vittime”.
La scelta della Centrale del Latte di Torino, quale partner dell’iniziativa, conferma
la grande capacità logistica, di penetrazione e copertura del territorio piemontese.
“La nostra azienda è da sempre attenta e impegnata in iniziative di pubblico
interesse legate al territorio in cui è inserita” Commenta il Dott. Mario Restano –
Direttore Marketing. “Abbiamo accolto con entusiasmo la proposta del
Comandante Provinciale dei Carabinieri di Torino, confermando il nostro
impegno civico”.

Da oltre 70 anni, Centrale del Latte di Torino, con oggi 5.000 clienti serviti ogni
giorno, 4 piattaforme distributive, un parco mezzi di oltre 70 camioncini, è leader
in Piemonte per la produzione e distribuzione di latte (fresco, a lunga durata ESL
e a lunga conservazione UHT). L’azienda, parte di Centrale del Latte d’Italia e
Newlat Food, (rappresentano oggi il terzo operatore italiano del settore Milk &
Dairy) commercializza anche prodotti freschi/freschissimi (panna, insalate di IV
gamma, yogurt, latticini, bevanda a base di soia, avena e riso, uova, pasta fresca
e molti altri). I marchi di proprietà sono Tapporosso, Piemonte, LATTE
Tapporosso, Fiordovo e Cappuccino Lovers. La ricerca della qualità e il controllo
della sicurezza di tutta la filiera sono massime e la mission aziendale è produrre
e commercializzare prodotti di alta qualità, sviluppando e rafforzando il proprio
ruolo di polo interregionale collocato tra i grandi gruppi di riferimento e i numerosi
operatori di piccole dimensioni

Al grattacielo della Regione Baby e Pet room

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Baby room e Pet room al grattacielo della Regione e, auspicabilmente, anche nelle aziende piemontesi. La notizia è emersa in prima Commissione presieduta da Carlo Riva Vercellotti, dove l’assessore Chiara Caucino ha illustrato, per il Bilancio di previsione, i capitoli su organizzazione, sviluppo, capitale umano e pari opportunità.
Alla domanda di Sean Sacco (M5s), che chiedeva circa l’opportunità di creare un asilo all’interno della nuova struttura che ospiterà in pratica tutti i 2.800 dipendenti di Giunta, Caucino ha risposto che la sua realizzazione non è esclusa, “anche se al momento non ci sono progetti concreti a riguardo”. Ciò che invece è già stato deciso, è la realizzazione di una baby room e di una pet room, così come molte aziende in Lombardia stanno facendo. Per questo vogliamo anche lanciare un bando per tutte le aziende piemontesi, in modo da incentivare lo sviluppo di tali iniziative”.

L’assessore ha spiegato che si tratta di strutture in grado di ospitare sia i figli dei dipendenti in circostanze eccezionali (il forfait improvviso dei baby sitter o uno sciopero del personale di asili e scuole) e non continuativa come un asilo aziendale, così come le Pet room possono ospitgare gli animali da compagnia, magari dopo un’operazione veterinaria o in altre situazioni imprevedibili, che impongono ai dipendenti di doverli tenere vicini a sé in via straordinaria.

La consigliera Monica Canalis (Pd) ha chiesto ragguagli sulla politica della Giunta in materia di smart-working e l’assessore Caucino ha chiarito che “c’è attenzione particolare sulla conciliazione vita e lavoro dei nostri dipendenti, stiamo lavorando al nuovo regolamento sullo smart working con i sindacati, ci sarà un borsellino di ore con al massimo due giornate di smart a casa. Stiamo dando grande fiducia ai lavoratori regionali, pensiamo di dover uniformarci a quanto si fa in Consiglio”.

Anche il presidente Riva Vercellotti è intervenuto per sollecitare la possibilità di effettuare il telelavoro, specie per i dipendenti che arrivano da fuori Torino e che avranno più difficoltà a raggiungere la sede di lavoro, “poiché il grattacielo non è prossimo né a Porta Nuova, né a Porta Susa”.

 

Auto si scontra con un’altra vettura e investe un ciclista che muore sul colpo

In un incidente stradale avvenuto in via Di Nanni, nel pomeriggio a Torino è morto un ciclista di 46 anni. La sua bicicletta è stata travolta da un’auto coinvolta nello scontro con un’altra vettura. A scontrarsi sono state una Dacia e una Ford, all’incrocio tra via Di Nanni e via Vinadio. La Dacia ha urtato un’auto posteggiata e poi uno scooter finendo contro la bici. Il conducente dell’auto è rimasto incastrato ed è stato liberato dai vigili del fuoco.