Prosegue il percorso di risanamento finanziario del Comune di Torino. Nonostante un triennio che, secondo il cronoprogramma, vedrà una progressiva riduzione delle contribuzioni del Patto per Torino e un contesto internazionale caratterizzato da instabilità dei prezzi energetici e di beni e servizi, la Città approva una manovra finanziaria per il triennio 2026-2028 in grado di garantire la piena continuità dei servizi ai cittadini. Restano inoltre confermate le agevolazioni Isee a sostegno delle famiglie in difficoltà economica.
Crescono gli investimenti destinati a servizi sociali e all’edilizia abitativa pubblica, al trasporto per le persone con disabilità, ai servizi educativi e all’edilizia scolastica, così come alla cultura, allo sport, al turismo e al commercio. Particolarmente significativo l’aumento delle risorse per la manutenzione ordinaria e straordinaria, del verde e del suolo urbano.
Prosegue e si rafforza anche l’attività di riscossione e di contrasto all’evasione fiscale, che ha già consentito di recuperare 30,3 milioni di euro nel triennio precedente.
È questa, in sintesi, la fotografia del Bilancio di previsione 2026-2027-2028, presentato dal sindaco Stefano Lo Russo e dall’assessora al Bilancio Gabriella Nardelli ai principali interlocutori della società civile: organizzazioni sindacali, rappresentanti del mondo economico e industriale, fondazioni, associazioni e realtà del terzo settore.
Il documento sconta ancora la rigidità di un Fondo per i crediti di dubbia esigibilità pari a circa 311 milioni di euro nel triennio, e di un indebitamento e disavanzo che, pur in netto miglioramento, incidono ancora per il 27% sulla spesa corrente.
A sostenere l’equilibrio dei conti contribuiscono le risorse straordinarie del Patto per Torino per il periodo 2022-2042, seppure in misura inferiore rispetto al triennio precedente (-56 milioni). Nel 2026 esse garantiranno 39 milioni di entrate e una riduzione delle spese per interessi sui mutui pari al -10,12% sulla media triennale.
Le parole del sindaco Stefano Lo Russo
“Fin dall’inizio del nostro mandato abbiamo lavorato con determinazione per risanare i conti del Comune e garantire la stabilità finanziaria dell’ente. Grazie al Patto per Torino e a una serie di azioni mirate, siamo riusciti a ridurre in modo significativo l’indebitamento, mantenendo inalterati tariffe e servizi, tutelando chi si trova in difficoltà economica e, allo stesso tempo, rafforzando gli investimenti, sia sulle grandi opere sia sulle manutenzioni, avviando un ciclo che, in questa misura, non veniva condotto da decenni.
In questi anni Torino ha intrapreso una profonda fase di trasformazione, fondata su quattro grandi priorità: sviluppo, per promuovere crescita economica, innovazione e nuove opportunità; coesione, per ridurre le disuguaglianze e rafforzare il senso di comunità; sostenibilità, per rendere la città più verde, efficiente e rispettosa dell’ambiente; e cura, intesa come attenzione alla qualità degli spazi pubblici, alla sicurezza, alla vivibilità e al benessere delle persone.
Questa visione è stata possibile anche grazie alle risorse straordinarie del Pnrr, che ci hanno permesso di essere tra le poche città italiane ad aver avviato tutti i cantieri nei tempi stabiliti, un risultato di cui siamo orgogliosi e che testimonia la forza di una macchina comunale profondamente rinnovata, capace di accompagnare con competenza, dedizione e spirito di servizio questa grande fase di trasformazione che abbiamo fortemente voluto.
Il nostro lavoro continua nella direzione di costruire la città del futuro, attraverso il dialogo e il confronto con i cittadini e con i corpi intermedi, come avviene per il bilancio previsionale e per la redazione del nuovo Piano Regolatore Generale, con l’obiettivo di fare di Torino un modello nazionale di innovazione urbana, sostenibilità e inclusione.”
L’intervento dell’assessora al Bilancio Gabriella Nardelli
“Lo sforzo, in un generale contesto di instabilità finanziaria per gli enti locali, – spiega l’assessora al Bilancio Gabriella Nardelli – è quello di approvare un bilancio che non incida sulla qualità e sulla continuità dei servizi per i nostri cittadini, cui continueremo a garantire un’offerta e uno standard di livello adeguato. Non vogliamo lasciare indietro nessuno, come testimoniano gli interventi con cui, rispetto alla Tari, abbiamo aumentato la rateizzazione e le agevolazioni sia nella platea dei destinatari che nelle percentuali di sconto.
Tra le misure messe in atto per meglio valorizzare le nostre entrate c’è un ulteriore rafforzamento della capacità di riscossione. Tra queste, il progetto di ‘ottimizzazione gestione entrate tributarie’, che ha ottenuto un finanziamento da 2,5 milioni dalla Compagnia di San Paolo e che auspichiamo ci porti ad accertare, a fine progetto, il 45% in più di recupero evasione rispetto al triennio precedente, per un ammontare complessivo fino a 16,6 milioni. O ancora, ad esempio, l’introduzione, grazie all’applicazione di una normativa nazionale, della possibilità di sospendere la licenza ai grandi morosi, che hanno un debito tributario Imu e Tari superiore a 50 mila euro”.
Investimenti, servizi e manutenzioni
Per garantire l’efficienza della macchina comunale sarà assicurato il turn over e confermati i piani di assunzione: nel 2025 sono previsti 230 nuovi ingressi. Nel periodo 2022-2028, grazie alle assunzioni già effettuate e a quelle programmate, sarà sostituito oltre l’80% del personale andato in quiescenza.
Aumentano gli stanziamenti per il trasporto delle persone con disabilità (+1,05%) e per i servizi sociali e l’edilizia abitativa pubblica (+0,35%), che potranno contare su 16 milioni di euro del Pnrr, oltre al cofinanziamento comunale e del privato sociale. Queste risorse saranno destinate alla riqualificazione di 26 immobili e all’attivazione di servizi per giovani, persone con disabilità, anziani e famiglie fragili.
Incremento anche per i servizi educativi e l’edilizia scolastica (+1,82%), con un ampio piano di interventi che porterà, entro la fine del 2026, alla conclusione dei lavori di riqualificazione e di efficientamento energetico in 100 istituti e alla costruzione di 4 nuovi edifici.
Per cultura, eventi, sport, turismo e commercio lo stanziamento cresce dello 0,15%: i 35 milioni previsti per il 2026 garantiranno il sostegno agli enti culturali, l’ampliamento delle attività nelle periferie, la promozione sportiva per giovani e over 60 e il rafforzamento della promozione turistica e dei grandi eventi.
Molto consistente l’aumento delle risorse per le manutenzioni ordinarie (+34% rispetto alla media del triennio precedente): 9 milioni (+1,67%) saranno destinati alla manutenzione del verde, mentre la spesa per la manutenzione del suolo raggiungerà i 34 milioni nel 2026 (+83,73%), anche grazie al piano straordinario “Torino Cambia, spazi che uniscono” finanziato dalla Fondazione CRT.
Sul fronte degli investimenti straordinari, ammontano a 2,7 miliardi di euro le risorse complessive destinate alla città – tra fondi Pnrr, React, Pon Metro e finanziamenti statali – che contribuiranno a ridisegnarne il volto.
Dopo l’incontro con le rappresentanze economiche e sociali, il documento sarà sottoposto alla Giunta comunale per l’approvazione giovedì 11 novembre. Lunedì 17 novembre inizierà invece l’iter in Consiglio comunale, con il passaggio nelle varie Commissioni, mentre la discussione e il voto finale in Sala Rossa sono previsti per lunedì 15 dicembre.




LETTERE 

Si vedevano bene i profili delle montagne e bastava andare un po’ in alto, sulla scalinata della chiesa, che si potevano distinguere le alpi svizzere. E l’altra sponda? Un gioco di luci a rincorrersi sul lungolago tra Suna e Pallanza fino alla punta della Castagnola, dove la riva ridiventava scura e si poteva solo intuire che c’era Intra, nascosta dietro la curva dell’Eden. Verso Laveno e Santa Caterina del Sasso altre luci, altre strade, altre case e altra gente. Lì, sulla sponda lombarda, avrebbero potuto quasi intravedermi se qualcuno, puntando un cannocchiale con delle buone lenti d’ingrandimento, si fosse preso la briga di curiosare verso l’imbarcadero di Baveno. Avrebbe visto una figura, un’ombra seduta lì, sulla panchina dal verde un po’ corroso dal tempo, intenta ad ascoltare il rumore della risacca. A dire il vero, per me, più che un rumore è un suono, quasi un sottofondo musicale. Il ritmare dell’onda che s’infrange, che si ritira per far posto all’altra, apprestandosi a compiere lo stesso gesto secondo il moto dell’acqua e la direzione del vento. E’ come una musica che calmava i nervi, distende l’animo. “ Ecco, vardala lì. A l’è l’acqua stràca. L’acqua che sciùscia i remi dì barch, che la carezza suta al ventar ogni barca e sura la cràpa ogni sàss”, mi diceva il mio amico Angelo Branca, vecchio lupo di lago, commentando le onde che, ormai deboli e provate, s’arrestavano sui muri del vecchio molo. L’ Angiolino, nato e cresciuto sull’isola Pescatori, aveva ormai affidato la sua vecchiaia alla terraferma. Ma non mancava mai, nelle notti di luna buona, di farmi compagnia all’imbarcadero. Insieme guardavamo l’acqua scura, ascoltandone il mormorio. Sembrava quasi lo sgranarsi di un rosario sottovoce. Ogni tanto, quasi a rompere quel ritmo dondolante, arrivava un onda solitaria, più decisa. “ E’ l’onda vagabonda. Ascoltala bene, amico mio. Ogni tanto arriva. Così, di colpo, senza preavviso. E’ diversa dalle altre: a l’é l’acqua che scàpa e che la turna indrèe . A l’è cùma una lèngua che ta diss che l’aria la cambia”. E, infatti, l’aria cambiava e s’alzava un vento tiepido che muoveva le onde con più decisione. Era l’effetto dei venti di föhn che, scendendo dalle Alpi, asciugavano e riscaldavano l’aria, facendo assaggiare i primi scampoli di primavera. “Ma, attenzione”, ricordava Angiolino. “Non facciamoci fregare. Quest’aria prima è dolce e dopo à ta càgna i vestìi, perché dal Mottarone s’incanala giù anche un venticello che risente ancora dell’ultima neve e che ti legna facendo finta d’accarezzarti. Vedi come fa increspare l’acqua del lago, verso l’isola?”. Parole piene di saggezza. Infatti, passate le prime leggere folat, l’aria diventava più brusca e veniva spontaneo tirarsi su il bavero della giacca per poi infilarsi le mani nelle tasche. Così, salutato il lago e lasciate alle spalle le imbarcazioni dondolanti tra le onde, ci incamminavamo verso la piazza del Municipio. L’Angiolino canticchiava una canzone che aveva imparato alla radio. Gli piaceva perché, diceva “ è fatta giusta per notti come queste, quando il vento porta in giro l’odore del lago”. E attaccava, data l’ora, sottovoce: “Vent cunt’el pàss balòss, quell che vorì mia tiram via da dòss. Slàrga al fiaa e bùfa in giir i stell, lassa al tò disegn in su la mia pell…”. Era tempo d’andare a casa. E la luna si stagliava più lucente che mai nel cielo nitido e trapuntato di stelle.