ilTorinese

Ricordando Gipo Farassino a dieci anni dalla scomparsa

“Storie di Barriera “, spettacolo che andrà in scena al teatro Gobetti  venerdì 30 giugno prossimo alle 21 con Marco a Spinetta e Marco Congiu, rappresenta l’omaggio che il regista Giulio Graglia e non solo hanno voluto fare a dieci anni dalla scomparsa di Gipo Farassino, lo chansonnier che ha rappresentato la piemontesità nel mondo.

“La serata, promossa al teatro Gobetti vedrà sul palco l’attore Marcello Spinetta – spiega il regista Giulio Graglia, Direttore Artistico del Festival Pirandello e del ‘900 – con il quale ho lavorato su testi di Pirandello e Fenoglio, e il musicista Mario Congiu. Marcello proviene dalla Scuola del Teatro Stabile di Torino, nella cui Fondazione sono consigliere, mentre Mario ha lavorato fianco a fianco cin Gipo.

Ho volutamente intitolato la serata prendendo a prestito l’album di Gipo, e mi è sembrato un gesto doveroso nei confronti di una persona che ho stimato molto. Ricordo ancora quando, nel 2010, mi affidò la regia del suo Stasseira, come non posso dimenticare una delle ultime volte in cui l’ho visto a casa, ormai troppo affaticato dalla malattia”.

“Grazie all’aiuto dell’amico Bruno Quaranta, giornalista, scrittore, critico letterario, abbiamo intessuto un percorso a ritroso fatto di parole e musica. Come sostiene Valentina Farassino non c’è un erede di Gipo, per questo il nostro è uno spettacolo rispettoso che non vuole imitare, bensì esaltare la creatività dell’artista”.

“Storie di Barriera “ è sostenuto dal Consiglio regionale del Piemonte. Il Presidente Stefano Allasio ha voluto fortemente dedicare il 2023 alla memoria di Gipo Farassino. Lo spettacolo rientra nel programma del Festival Nazionale Luigi Pirandello e sarà riproposto durante le festività natalizie”.

“Mi auguro che lo spettacolo – conclude il regista Giulio Graglia – possa essere gradito a chi Gipo lo ha conosciuto ma anche ai giovani che, forse soprattutto in città, non hanno più l’abitudine di parlare in dialetto. A scanso di equivoci abbiamo previsto delle traduzioni in italiano per chi non conoscesse il dialetto”.

Mara Martellotta

Storie di Barriera

Teatro Gobetti Torino

30 giugno 2023 0re 21

Corso Belgio: “abbattiamo gli alberi, si, no, forse vediamo” 

A CHE GIOCO GIOCHIAMO?
“Tutta la vicenda che coinvolge la riqualificazione di corso Belgio, sembra calata perfettamente nel gioco del Monopoli: un percorso dove l’Amministrazione comunale lancia i dadi e tenta di raggiungere l’ultima casella del percorso e si ritrova a dover contrattare con i cittadini. Si inizia con un rimpallo di competenze, e’ stata la Giunta precedente ad ideare il progetto. Si prosegue con un cambio di progettazione in corso d’opera, dopo le proteste organizzate dai residenti e dai comitati. Siamo di fronte ad un vero e proprio teatrino di un’Amministrazione comunale, che prima cala dall’alto un progetto senza consultare e informare i cittadini e poi fa dietrofront modificando il progetto strada facendo. Il cantiere doveva partire il 12 giugno e l’impresa era impegnata da un’altra parte e il 26 giugno dopo il presidio organizzato si ferma momentaneamente tutto. A che gioco giochiamo? Assessore ci vuole comunicare quale sarà la progettualità e quando si inizia ufficialmente la riqualificazione? La strategia del Monopoli insegna!”
Pino Iannò Torino Libero Pensiero

Passeggiata in musica con Bandakadabra a Fenestrelle

PASSEGGIATA IN MUSICA 

CON LA MARCHING BAND BANDAKADABRA

sulle

STRADE DEI FORTI

Domenica 2 luglio 16.30 Dal Forte San Carlo a Fenestrelle

PARTECIPAZIONE LIBERA

CARTELLA STAMPA >>

Dopo il grande successo dell’evento itinerante alla scoperta della Pinerolo francese, la proposta estiva dell’Accademia di Musica nell’ambito de Le Strade dei Forti continua con un appuntamento consigliassimo per le famiglie. Domenica 2 luglio alle 16.30 si parte dal Forte San Carlo, la più grande struttura fortificata d’Europa, e si cammina insieme fino al centro di Fenestrelle, accompagnati dagli arrangiamenti originali di Bandakadabra una street band che, grazie all’energia di fiati e percussioni e ad una travolgente verve comico-teatrale, sa coinvolgere il pubblico nel pieno stile street band.

Vantando collaborazioni con artisti come Vinicio Capossela, Arturo Brachetti, Malika Ayane, Willie Peyote e Samuel dei Subsonica, questa surreale pocket orchestra definita da Carlo Petrini di Slow Food fanfara urbana, spazia dalle Big Band anni Trenta alle fanfare balcaniche, con frequenti incursioni nel rocksteady, nello ska e addirittura del drum and bass, in un continuo dialogo con il pubblico che si ispira all’arte di strada, fatto di sketch comici, improvvisazioni teatrali e balli sfrenati.

Il progetto “STRADE DEI FORTI” vede la Città di Pinerolo come capofila di un partenariato che comprende i Comuni di Fenestrelle, Usseaux, Prali, l’Accademia di Musica di Pinerolo, la Fondazione La Tuno, la Fondazione Centro Culturale Valdese, Turismo Torino e Provincia, l’Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie. “Paesaggio fortificato, nell’evoluzione del rapporto storico tra il Piemonte e la Francia – Fase 2 – Le Strade dei Forti” è realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando «In luce. Valorizzare e raccontare le identità culturali dei territori – Fase 2» della Missione Creare attrattività dell’Obiettivo Cultura, che mira alla valorizzazione culturale e creativa dei territori di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta rendendoli più fruibili e attrattivi per le persone che li abitano e per i turisti, in una prospettiva di sviluppo sostenibile sia sociale sia economico.

 

PARTECIPAZIONE LIBERA
In caso di pioggia il concerto sarà spostato in un luogo al chiuso

PUNTO INFORMATIVO UNICO LE STRADE DEI FORTI
Ecomuseo Miniere: tel 0121.806987 | info@ecomuseominiere.it

Sanità. Ruffino: in Piemonte a rischio case e ospedali di comunità

 “I ritardi sul potenziamento dell’assistenza sanitaria di prossimità confermano che purtroppo il capitolo ‘salute’ è in fondo all’agenda del Governo. Il Pnrr stanzia circa 3 miliardi di euro per l’attivazione di 1.350 case della comunità e di 400 ospedali di comunità, ma gli interventi sono in ritardo e le strutture non saranno operative alla scadenza del 2026, con la conseguente perdita dei fondi”. Lo dichiara Daniela Ruffino, deputata di Azione, che aggiunge: “Per il Piemonte sono a rischio 91 case di comunità e 29 ospedali di comunità, strutture necessarie per riformare la medicina territoriale, esigenza emersa con forza durante la pandemia. Servirebbero non meno di 239 milioni di euro, non coperti dai finanziamenti del Pnrr, per assumere medici e infermieri. Ma il governo finora si è limitato a tamponare le emergenze invece di individuare soluzioni strutturali per restituire attrattività e competitività a quella che Azione da tempo definisce la maggiore infrastruttura italiana, ossia il nostro Servizio sanitario nazionale. Al ministro Schillaci abbiamo espresso tutta la nostra preoccupazione per il destino di case e ospedali di comunità, anche in considerazione della grande difficoltà che c’è oggi nel reclutare infermieri e operatori sociosanitari, sempre più in fuga da sanità pubblica piena di problemi e senza attrattività. L’inevitabile conseguenza di tutto questo – conclude Ruffino – è che se gli italiani hanno bisogno di curarsi sono costretti a riparare verso la sanità privata”.

Ecco le linee Gtt per il Kappa FuturFestival

GTT INFORMA

Il Kappa FuturFestival torna al Parco Dora di Torino da venerdì 30 giugno a domenica 2 luglio luglio con la sua decima edizione.
Vai a ballare in sicurezza: lascia la macchina a casa e usa i mezzi pubblici che per l’occasione saranno potenziati.
Utilizza le linee 3 – 9 – 52 feriale – 60 – 67 festiva – 72 – 72B feriale e le linee della rete notturna estiva Night Buster W60 ARGENTO – E68 VERDE – E68B VERDE – N4 ROSSA – N4B ROSSA.
Le linee 3, 9 e 72 saranno potenziate nelle ore serali.

Uncem ha premiato le tesi di laurea sulla montagna

Uncem Piemonte ha assegnato, con una cerimonia ospitata alla SAA, School of Management dell’Università di Torino, i premi per le migliori tesi di laurea sulla montagna. Nove premi, di cui sette in memoria di Sindaci e Amministratori defunti negli ultimi tre anni, uno alla memoria di Edoardo Martinengo, già Presidente nazionale Uncem, e uno nel 70esimo anniversario di Uncem nazionale.

Eccoli, tutti i premiati:

Francesco Archidiacono (di Ariano Irpino), laureato al Politecnico di Torino, Corso di laurea in Igegneria Energetica e Nucleare, riceve il premio per il 70esimo anniversario di fondazione dell’Uncem. La sua tesi è dedicata a un “Sistema di teleriscaldamento di Luserna San Giovanni: analisi dell’esercizio, degli sviluppi futuri e calcolo del fattore di conversione dell’energia primaria”.
Daniele Bottero (di Roccaforte Mondovì), laureato all’Università di Torino, al Corso di Laurea in Direzione d’Impresa, Marketing e Strategia, riceve il premio alla memoria di Edoardo Martinengo, consegnato dalla figlia Maria Teresa Martinengo, Giornalista, Segretario dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte. La tesi di Bottero su “Smart Village: una prospettiva di sviluppo per le Terre Alte”.
Camilla Nicolini (di Roma) e Chiara Valci (di Crodo) ricevono da Uncem il Premio alla memoria di Lido Riba, già Presidente della Delegazione regionale del Piemonte e Consigliere regionale. A consegnarlo, la moglie Luciana e i figli Valeria ed Emiliano. Si sono laureate al Politecnico di Torino, in Architettura per il progetto sostenibile, con una tesi di laurea sul “Progetto di riqualificazione dell’ex villaggio idroelettrico di Morasco. Un nuovo scenario per l’Alta Val Formazza”.
A Pietro Giraudo (di Chiusa di Pesio), il premio alla memoria di Ugo Boccacci, già membro della Giunta Uncem e Presidente della Comunità montana Alpi del Mare. “Il contributo dell’ente di gestione delle aree protette delle Alpi Marittime all’economia locale”, il titolo della tesi presentata all’Università di Torino, al Corso di Laurea di Economia per l’ambiente e la sostenibilità. A consegnare il premio, i famigliari di Boccacci.
Va a Caterina Piergiovanni (di Torre Pellice) il premio alla memoria di Pierangelo Carrara, già Sindaco di Boccioleto e Presidente della Comunità montana Valsesia. Si è laureato al corso di laurea in Geografia e Scienze territoriali, con una tesi su “Come si può vivere in questi luoghi? Geografie e strategie di vivibilità nel contesto alpino. Il caso di Campolasalza a Massello”.

Dario Ruotolo (di Torino), Gemma Santoro (di San Mauro), Gioele Rossi (di Badalucco), laureati al Politecnico di Torino al corso di laurea in Architettura per il progetto sostenibile, ricevono il premio alla memoria di Giuseppe Panaro, già Sindaco di Castelletto d’Erro, con una tesi su “Curtivà. Percorsi di rigenerazione territoriale nelle Alpi Liguri. Il caso della Valle Argentina e del Borgo di Ciabaudo”.
A Valentina Santoro (di Specchia) il premio alla memoria di Mauro Berretta, Sindaco di Cremolino. Hanno studiato al Politecnico e si sono laureate al corso di Architettura e Design. Tesi su “An ògni gir de stra – analisi del sistema di fortificazioni e sentieri militari nell’area del Passo della Gardetta (CN). Studio comparativo tra fonti cartografiche storiche e tecnologie”
A Paola Zenoni (di Peveragno) il premio intitolato a Mario Malan, già Sindaco di Angrogna. Si è laureata in Antropologia culturale ed etnologica all’Università di Torino, con una tesi su “Andata e ritorno. Flussi transfrontalieri sulle Alpi sud-occidentali”.
A Fabiana Marino (di Cuneo) il premio alla memoria di Luciano Abate, già Sindaco di Vigone. Tesi su “Test di germinazione, analisi di metaboliti bioattivi e dna barcoding di specie fitoalimurgiche pedemontane”, al Corso di laurea in Biotecnologie vegetali dell’Università di Torino.

Della commissione di valutazione, insieme con il Presidente Uncem Piemonte, Roberto Colombero hanno fatto parte cinque professori universitari piemontesi: Federica Corrado, docente di Urbanistica al Politecnico di Torino, Gabriella Mellano, tecnico di Ricerca al DISAFA dell’Università di Torino, Filippo Monge, Professore di Economia dell’Università di Torino, Michele Antonio Fino, Professore di Diritto Romano dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Luca Battaglini, Professore al DISAFA dell’Università di Torino. E cinque Sindaci e Amministratori locali di Enti montani: Paola Vercellotti, Consigliere comunale di Callabiana e membro della Giunta nazionale Uncem, Diego Mele, Sindaco di Borgone di Susa e membro della Giunta Uncem Piemonte, Ernestina Assalto, Assessora di Lanzo Torinese, Igor De Santis, Sindaco di Ingria e Vicepresidente Uncem Piemonte, Mauro Vignola, Sindaco di Bobbio Pellice e membro della Giunta Uncem Piemonte, Maria Teresa Martinengo, Segretario dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte. Alla premiazione – insieme con i membri della Commissione – sono intervenuti anche il Presidente nazionale Uncem Marco Bussone e il Direttore della SAA Davide Caregato, con il quale Uncem e Corep realizzano il Master sulla Montagna, giunto alla terza edizione nel 2023.

“È stata una occasione veramente importante ed emozionante – sottolineano Marco Bussone e Roberto Colombero – nella quale si sono incontrate generazioni e siamo riusciti a ricordare chi ci ha preceduto, guidandoci, con chi oggi lavora su questi temi, li studia, li indaga. Abbiamo raccolto 41 tesi di laurea e siamo stati sorpresi da molto fermento impensabile solo dieci anni fa. La montagna non è chiusa. È aperta e inclusiva. Chi lavora sui territori, con tutti i loro flussi, non è isolato e in una riserva indiana. La maggior parte degli studenti che hanno trasmesso le tesi non abitano in un contesto montano. Non per questo i loro lavori sono meno significativi, anzi decisivi per il futuro della montagna. Importanti anche per Sindaci e Amministratori locali. Non ne dobbiamo essere indifferenti. Occorre lavorarci e muovere ulteriori azioni di ricerca, studio, con tutte le Università piemontesi e italiane che hanno messo la montagna al centro delle loro attività”.

Copia della Costituzione ai 18enni di Frossasco

A margine del Consiglio Comunale del 27 giugno il Sindaco ha consegnato copia della Costituzione Italiana ai giovani frossaschesi nati nel 2005, che quest’anno raggiungono la maggiore età. Conoscere i diritti e doveri dei cittadini, conoscere le norme fondamentali del nostro sistema democratico, o almeno sapere dove si possono leggere, sono il presupposto di cittadinanza, non trascurando gli esempi e le esperienze positive che si ricevono, come quelle delle associazioni frossaschesi che ieri, come già in passato, si sono “presentate” ai giovani per raccontare brevemente i loro servizi alla comunità e la bellezza del volontariato, invitandoli a scoprire le loro inclinazioni e i loro interessi.

Fdi: “Cancel culture anche al Valentino? No grazie”

AMBROGIO-MARCHI (FDI): “APPELLO ALLA CIRCOSCRIZIONE 8 E AL COMUNE PER NON EROGARE FONDI A PROGETTO DECOLONIZE YOUR DISTRICT”

“Abbiamo da poco appreso, con sgomento, il contenuto del progetto “Decolonize your district”,
presentato dalla Renken Onlus per ottenere contributi dalla Circoscrizione 8” commentano Paola
Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia e Claretta Marchi, Consigliere della Circoscrizione 8 di
Torino.

“Quello che poteva passare come uno dei tanti progetti rivolti agli enti locali si è rivelato essere in
realtà un tentativo di riscrivere la storia, persino del Parco del Valentino, a spese dei contribuenti
torinesi, che – nel caso il progetto venisse accolto – si troverebbero a finanziare la macchina della
cancel culture nella propria città e nei propri quartieri!”, afferma Paola Ambrogio.

“Trovo molto grave che la Circoscrizione stia valutando di erogare dei fondi a sostegno del progetto
“Decolonize your district” – continua Claretta Marchi, Consigliere Circoscrizione 8 –, “che prevede,
tra le attività, “un percorso di cultura e riflessione coloniale”, nonché “walking tour tra arte e storia
per decolonizzare il parco del Valentino e altri luoghi della circoscrizione”. Riteniamo si stia
raggiungendo il limite del tollerabile, senza considerare il grave errore – dei proponenti e della
maggioranza di sinistra – di non voler contestualizzare gli eventi nel loro periodo storico, ma leggerli
sotto la lente deformata del presente con lo scopo di instillare sensi di colpa e quindi di necessità di
“chiedere scusa”, e la cosa più grave, infine, è che questo progetto sia diretto ai giovani, più facilmente
influenzabili e, a volte, manipolabili dalla piaga del politicamente corretto”.

“Ci appelliamo al Sindaco Lo Russo e al Presidente Miano affinché non assecondino questo
rocambolesco disegno di riscrittura della storia torinese che potrebbe altrimenti rappresentare un
precedente pericoloso di imposizione del politicamente corretto, che dà la misura di come l’ideologia
della cancel culture sia ormai sfociata nel fanatismo e furore ideologico” concludono la Sen.
Ambrogio e il Consigliere Marchi.

Sen. Paola Ambrogio
Consigliere Circ. 8 Claretta Marchi

A Torino una settimana di incontri e proiezioni per  i 70 anni dell’“Associazione Museo Nazionale del Cinema”

Cinema cinema … che passione!

Dal 2 all’8 luglio

Settant’anni e non sentirli! Considerata la “cinghia di trasmissione” fra il “Museo Nazionale del Cinema” e la città, l’“AMNC – Associazione Museo Nazionale del Cinema” di Torino, fu fondata sotto la Mole il 7 luglio 1953 da sette intellettuali riuniti dalla mitica novarese Maria Adriana Prolo (Romagnano Sesia, 1908 – 1991)al civico 7 di via Riberi. Fra le più prestigiose storiche del cinema, in particolare della stagione pionieristica della cosiddetta “settima arte”, la Prolo – dopo essersi laureata, nel ’31, alla torinese “Facoltà di Magistero” ed aver lavorato alla “Biblioteca Reale” allora diretta dal generale Nicola Brancaccio, occupandosi in prevalenza di ricerche storiche e letterarie nonché di poesia – comincia ad essere attratta dal “mondo della celluloide” nel ’38, quando si trova fra le mani le riviste di cinema muto custodite alla “Biblioteca Nazionale” di Torino. La passione scatta immediata e da allora, intuendo anche il ruolo di primo piano rappresentato dalla Torino dell’epoca nella nuova avventura cinematografica, dirotterà i suoi studi proprio in quella direzione. Senza risparmio e con passione da vendere. Fino alla fondazione, primi anni ‘50, del “Museo Nazionale del Cinema”, che trovò una prima congrua sistemazione in un’ala di “Palazzo Chiablese” (solo nel luglio 2000, dopo varie allocazioni, venne inaugurata l’attuale sede alla Mole) di cui la Prolo fu nominata direttrice a vita, e dell’“AMNC – Associazione Museo Nazionale del Cinema”. Come detto, era il 7 luglio del ’53sette gli intellettuali fondatori e 7 il numero civico della sede di via Riberi. Il numero 7 aveva un valore simbolico per la visionaria Maria Adriana Prolo, “fondatrice di musei”, che in una lettera del giugno ’73 scriveva “Quando nasci con il pallino dei musei, non c’è niente da fare” e che, sempre nel ’73, fondò nella sua città natale anche un prestigioso “Museo Storico-Etnografico”. Ed è proprio per sottolineare quel propiziatorio numero “7” che per una ricorrenza così importante come il suo 70° anniversario l’“AMNC” organizza 7 giorni 7 non stop per festeggiare la propria storia, da sempre attraversata da “passione e inclusione con il cinema”Da domenica 2 a sabato 8 luglio  sono così in programma numerosi appuntamenti, la maggior parte dei quali gratuiti, che ben raccontano il grande lavoro di rete condotto da anni sul territorio, ma che soprattutto tracciano, come dice Vittorio Sclaverani, presidente “AMNC” dal 2010, “la linea del nostro futuro”.

Primo appuntamento, domenica 2 luglio (ore 21) con la proiezione ai “MagazziniOz” (via Giolitti 19/A) del pluripremiato film d’animazione “Mary & Max” di Adam Elliot, grande classico della rassegna “cinemAutismo”, preceduto da “Tapum”, primo cortometraggio firmato da Bruno Bozzetto, fra i più importanti uomini di cinema che negli anni abbiano ricevuto il “Premio Maria Adriana Prolo”. Si prosegue lunedì 3 luglio presso l’“Arena Monterosa” (via Brandizzo 65, ore 21,30) con la proiezione de “Il legionario” di Hleb Papou, film premiato al “Festival di Locarno” nel 2021. Il giorno successivo il regista italo-bielorusso Hleb Papou terrà un workshop di regia gratuito al “Centro Interculturale” di corso Taranto 160 (dalle 14,30 alle 18,30). La sera di martedì 4 luglio il palinsesto del 70° sarà ospitato dal Centro giovanile “Comala” (corso Ferrucci 65/a, ore 21) con un appuntamento speciale del progetto “Parole&Cinema” attraverso la presentazione del libro “Werner Herzog. L’anacronismo delle immagini” di Daniele Dottorini; a seguire la proiezione del leggendario film entrato con forza nella storia del cinema, “Fitzcarraldo” di Werner Herzog, “Palma d’Oro” per la Miglior Regia a Cannes nel 1982, nella recente versione restaurata in “4K”. L’eredità del nuovo cinema tedesco sarà protagonista anche mercoledì 5 luglio con una serata presso la sede dell’housing sociale “Luoghi Comuni Porta Palazzo” (via Priocca 3, ore 21) con la proiezione del visionario “Lisbon Story” di Wim WendersGiovedì 6 luglio la “Piazza Commerciale Botticelli” (via Botticelli 85, ore 21,30) ospiterà la proiezione dei film prodotti dalla “Cooperativa Arcobaleno”, una delle realtà sociali più vivaci che da anni si occupa di reinserimenti lavorativi di persone in difficoltà. Venerdì 7 luglio si tornerà all’“Arena Monterosa” (via Brandizzo 65, ore 21,30) con il film muto torinese “Maciste in vacanza”, conservato dalla “Cineteca del Museo Nazionale del Cinema”. La settimana si chiude sabato 8 luglio con un doppio appuntamento: alle 18 Simona Galassi presenterà presso lo “Spazio B” della “Libreria Bodoni” (via Carlo Alberto, 41) il libro “Anna Karina. La musa inquieta della Nouvelle Vague”, mentre dalle 20 i festeggiamenti si concluderanno in forma conviviale presso il “Community Hub” di Via Baltea 6, che dalle 21 accoglierà le proiezioni di “LEGOVIDEOinBVU” di Alberto Ruffino e di “Anna Karina. Il volto della Nouvelle Vague” di Armando Ceste, autore di cui l’“AMNC” conserva e promuove l’intero archivio. Per info e programmawww.amnc.it

g.m.

Nelle foto:

–       Maria Adriana Prolo, Ph. Elena Bosio

–       “Mary & Max” di Adam Elliot

–       “Fitzcarraldo” di Wermer Herzog, nella foto Klaus Kinski e Claudia Cardinale

–       “Maciste va in vacanza” di Luigi Romano

Chieri ridisegna la viabilità

APPROVATO IL PIANO GENERALE DEL TRAFFICO URBANO

L’assessore Paolo RAINATO: “Mobilità sostenibile, commercio di vicinato,

sicurezza stradale, contrasto all’inquinamento: queste le nostre priorità”.

Previsti dieci pacchetti di interventi: si inizierà con piazza Pellico, via Roaschia e via Albussano

 

Riorganizzare la viabilità della Città di Chieri migliorando la sicurezza stradale, promuovendo la mobilità dolce e sostenibile e tutelando i soggetti più deboli (pedoni, ciclisti, persone con disabilità), contrastando l’inquinamento atmosferico e valorizzando il commercio di vicinato e l’artigianato: questi gli obiettivi del documento di aggiornamento del Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) approvato dal Consiglio comunale di Chieri con 16 voti favorevoli.

Il documento, che riassume le proposte di riorganizzazione della viabilità che l’Amministrazione intende progressivamente attuare, è il frutto di un lungo e impegnativo lavoro condotto dagli esperti della società di ingegneria dei trasporti Polinomia, nonché di un percorso di partecipazione pubblica che ha coinvolto le associazioni di categoria, la protezione civile, il mondo della scuola e le associazioni ambientaliste.

«Ringrazio il grande lavoro svolto da Polinomia e dagli uffici comunali-dichiara l’assessore alla Viabilità Paolo RAINATO-Questo è un piano redatto all’insegna della partecipazione. Non credo che siano mai esistiti piani della nostra amministrazione accompagnati da una così ampia discussione. Abbiamo incontrato associazioni, imprenditori, commercianti, artigiani, dirigenti scolastici. Partecipazione che non verrà certo ad esaurirsi con l’approvazione da parte del Consiglio ma che accompagnerà l’attuazione dei vari interventi, all’insegna della implementazione progressiva e del continuo confronto aperto e trasparente. Abbiamo svolto un’analisi attenta delle abitudini dei chieresi ed è emerso un quadro disarmante della nostra città, perché la distribuzione e la fruizione dello spazio pubblico sono fortemente sbilanciate a favore di una mobilità incentrata sull’utilizzo dell’automobile. Esistono convinzioni che si sono venute sedimentando nel tempo, tanto da trasformarsi in tabù che non vengono messi in discussione per pigrizia o abitudine. Quante volte sentiamo dire che “a Chieri non ci sono parcheggi”? Non è vero: ci sono ben 6250 stalli all’interno del centro storico ma mal regolati. Questo piano non è un piano estremista e neppure un ‘libro dei sogni’, che prevede interventi smisurati; è, invece, un piano ambizioso verso una città ‘a incidenti zero’ e che potrà cambiare la viabilità e la vivibilità di Chieri, facendola avvicinare a standard elevati».

«L’ultimo aggiornamento del PGTU era del 2013 e vennero realizzati 11 interventi su 24-aggiunge Paolo RAINATO-Negli ultimi dieci anni Chieri è cambiata, c’è stata una pandemia, dobbiamo fare i conti con una drammatica crisi climatica e ambientale che ci obbliga a pensare a delle alternative, e l’amministrazione pubblica deve intervenire sull’infrastrutturazione della città per poter favorire il cambiamento delle abitudini dei cittadini. Questo documento ci consentirà di operare in modo organico, strutturato e coerente e non attraverso azioni ‘spot’. Sono stati individuati 10 “pacchetti” di interventi, che non verranno certo eseguiti contemporaneamente ma in modo progressivo,controllandone le eventuali criticità ed imperfezioni. Questo non è un piano “talebano”, in città ci deve e ci sarà spazio per tutti perché ci sono diverse esigenze di mobilità. Vogliamo facilitare una mobilità dolce e pedonale ma questo non significa osteggiare l’uso dell’auto, bensì rimodulare gli spazi pubblici, riscoprendo anche la bellezza della nostra città. Ci sono città che investono milioni di euro per diventare “città a 15 minuti”, Chieri lo è già, è una città compatta, eppure gli spostamenti pedonali sono pochi mentre l’auto è usata anche per spostamenti di breve e brevissimo raggio. Chieri è una città che non usa i piedi, e questo è dovuto certamente alla scarsa qualità e sicurezza degli spazi destinati alla pedonalità. Nelle aree esterne occorre realizzare percorsi pedonali attrezzati lungo i principali corridoi e i rami di accesso ai servizi, mentre nell’area interna serve introdurre un regime di circolazione e sosta tale da ridurre i livelli di traffico e moderare fortemente la velocità. Estenderemo il limite dei 30 a tutto il centro abitato, eccetto alcune strade che rimarranno al limite dei 50 per garantire la fluidità del traffico (esattamente come sta avvenendo ovunque in Italia e nel mondo).Grande attenzione viene data alle zone limitrofe ai plessi scolastici con l’obiettivo di mettere in sicurezza i percorsi casa-scuola, a cominciare da piazza Pellico. Prevediamo la riqualificazione dei corridoi pedonali, interventi di moderazione della velocità, l’estensione delle aree pedonali, il potenziamento dei semafori e accorgimenti per tutelare le persone con disabilità».

I primi tre interventi riguarderanno:

1)      La realizzazione di una “piazza scolastica” davanti alla scuola Pellico per renderla più sicura e meglio fruibile dagli alunni e dai genitori. Grazie a risorse ottenute tramite un bando di Compagnia San Paolo sarà possibile un miglioramento funzionale della piazza in vista di una futura riqualificazione;

2)      L’adeguamento di via Roaschia, che presenta un elevato livello di criticità soprattutto legato alla sua pericolosità, causata dalla presenza di un traffico intenso e veloce unitamente alla densità di immissioni laterali e alla scarsa protezione offerta alla circolazione dei pedoni. Via Roaschia oggi è usata impropriamente come bypass da chi da Torino raggiunge il centro di Chieri, è una strada residenziale di fatto utilizzata come fosse un’arteria di attraversamento (saranno introdotti dei cuscini berlinesi);

3)      L’adeguamento di via Albussano e dintorni, una zona molto utilizzata dai ragazzi che dal centro escono e si recano al polo scolastico Monti-Vittone.

 

Tra gli altri interventi, si segnalano l’inversione su piazza Cavour, il doppio senso su via delle Orfane, la pedonalizzazione di via San Domenico, via della Pace e via Carlo Alberto, l’inversione su via de Maria (l’ospedale non può continuare a rappresentare una ‘porta di ingresso’ al centro storico), il doppio senso su via Balbo, la semaforizzazione della strettoia di Dino sport.