La multiutility company piemontese tra i leader del settore luce e gas sempre più in prima linea nell’attenzione riservata a impatto ambientale e sociale.
‘uBroker Spa’, azienda leader nel settore dell’energia, luce e gas, è lieta di annunciare la pubblicazione del suo primo Bilancio di Sostenibilità.
Un documento importante, redatto grazie al supporto di EY, che rappresenta un punto di svolta nel percorso del Gruppo verso un futuro sempre più responsabile e green.
Come sottolineato dal Presidente di ‘uBroker’, Cristiano Bilucaglia: “Crediamo fermamente che la sostenibilità sia un fattore chiave per il successo a lungo termine. Per questo motivo, abbiamo lavorato con dedizione per integrare pratiche sostenibili in ogni aspetto della nostra attività: dalla gestione delle risorse alla produzione, dal benessere dei nostri dipendenti all’impatto che i nostri servizi hanno sulla società e sull’ambiente“.
La roadmap verso la sostenibilità
Il Report di Sostenibilità di uBroker presenta un’analisi dettagliata delle iniziative intraprese dall’azienda per ridurre il proprio impatto ambientale e sociale.
Tra i risultati più significativi figurano certificazioni di eccellenza: ‘uBroker’ ha ottenuto e mantiene le certificazioni ISO 14001, 45001 e 9001, a testimonianza del proprio impegno per la qualità, la sicurezza e la tutela dell’ambiente. Incluso un team dedicato alla sostenibilità, dall’azienda istituito al fine di coordinare e supervisionare le principali attività in questo ambito, garantendo un approccio strutturato e coerente.
Altrettanto consistenti e strategici gli investimenti nelle persone: ‘uBroker’ ha sostenuto programmi di formazione e sviluppo per i propri dipendenti, assicurando che abbiano le competenze necessarie per affrontare le sfide del futuro e contribuire attivamente alla transizione verso un’economia sostenibile. Vi sono poi le soluzioni energetiche sostenibili: l’azienda sta sviluppando un pacchetto di servizi di fornitura totalmente sostenibile, offrendo ai propri clienti l’opportunità di scegliere energia proveniente da fonti rinnovabili e ridurre così la propria impronta ecologica.
Al centro, inoltre, la customer satisfaction: ‘uBroker’ si impegna a migliorare costantemente la soddisfazione dei propri clienti, proponendo soluzioni innovative e personalizzate per ottimizzare i consumi energetici e ridurre i costi.
A chiudere un cerchio virtuoso anche solidarietà e responsabilità sociale: l’impresa sostiene associazioni del terzo settore che sviluppano programmi solidaristici a favore di minori, dimostrando un forte senso di responsabilità sociale.
Insieme per un futuro più sostenibile
“Questo è solo l’inizio di un lungo percorso“, afferma Cristiano Bilucaglia. “Siamo consapevoli che molto resta da fare, ma siamo fiduciosi che, con il sostegno e la collaborazione di tutti, dipendenti e stakeholders, continueremo a fare progressi significativi verso la realizzazione di una strategia di sostenibilità efficace e di lungo termine.“
Era l’epoca della II Crociata, a metà del Duecento: si andava a combattere in Anatolia, Palestina e in Egitto mentre tanti altri pellegrini stipavano le galee per raggiungere la Città Santa, appena riconquistata dai crociati, per pregare nei luoghi santi del cristianesimo. Si partiva da ogni città dell’Europa occidentale, dalla Francia, dalla Germania, dall’Italia, il cammino era lungo e faticoso e non privo di pericoli. Lungo strade e sentieri si incontravano locande e piccoli ospedali che offrivano assistenza, cibo e cure. Una meta sospirata dai pellegrini dopo aver percorso centinaia di chilometri. Uno di questi luoghi fu individuato in un monastero-ospedale costruito dai monaci vallombrosani di San Benedetto di Piacenza al di là del fiume Stura nel torinese. Nel 1146 il giurista Pietro Podisio, appartenente a un importante famiglia torinese, donò ai religiosi dei terreni per edificare un “hospitalem”, fuori le mura di Torino, allora piccolo borgo di poche migliaia di abitanti, al fine di prestare assistenza e alimenti a chi si fermava per riposarsi in attesa di riprendere il cammino. Si diedero un gran daffare i monaci che oltre ad aiutare senza risparmio poveri e ammalati gestirono anche il servizio di traghetto sulla Stura ed è da qui che deriva il nome del quartiere torinese “Barca”. Nacque così un convento-ospedale situato lungo i tragitti della via Francigena diretti a Roma e verso i porti pugliesi dove ci si imbarcava per il Levante. Il complesso religioso è diventato l’Abbadia vallombrosana di San Giacomo di Stura, uno dei più importanti monumenti storico-artistici del Medioevo torinese la cui storia è raccontata nel libro “San Giacomo di Stura, la storia dell’Abbadia vallombrosana alle porte di Torino, vestigia “dimenticate” del Medioevo subalpino”, Neos edizioni, dal poeta, traduttore e medievista Roberto Rossi Precerutti. Il periodo di massima fioritura non durò molto e già nel XIII secolo iniziò il declino del monastero che nel Quattrocento fu unito alla mensa vescovile di Torino e poi nel Settecento divenne una parrocchia intitolata a San Giacomo. Nel Novecento la chiesa fu circondata da cascinali e fabbricati industriali sorti lungo la strada che mette in comunicazione Torino e Settimo. Danneggiata dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale fu dichiarata inagibile nel ’54 e negli anni Sessanta fu sconsacrata e ceduta ai privati. Nel giugno 1972, inoltre, un incendio distrusse la galleria del coro e gli affreschi. Oggi l’Abbadia di San Giacomo è assai mal ridotta e versa in stato di abbandono dagli anni Cinquanta. Resta la chiesa con il sagrato e il perimetro del chiostro. La speranza è che i lavori di restauro della chiesa e dello spettacolare campanile, alto 24 metri, iniziati alcuni anni fa, possano presto restituire alla comunità questa preziosa testimonianza storica medioevale. Il libro di Roberto Rossi Precerutti è accompagnato da una serie di tavole di Emilia Mirisola che illustrano lo splendore del monastero nei secoli passati.
