Tombini stradali lanciati contro le vetrine dei negozi e serrande forzate con l’uso di leve improvvisate, come cavalletti per biciclette
I Carabinieri della Compagnia Torino San Carlo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due uomini, di 37 e 51 anni, ritenuti responsabili di una serie di furti aggravati nel quartiere di San Salvario. L’operazione è stata condotta sulla base di un’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Torino, su richiesta della locale Procura. Gli episodi di furto, sette in totale, sono avvenuti tra gennaio e aprile scorsi in diversi esercizi commerciali del quartiere. L’indagine è stata avviata dalla Stazione Carabinieri di Torino Borgo San Salvario a seguito delle numerose denunce presentate dai commercianti colpiti da questi reati. I militari, dopo aver visionato centinaia di ore di immagini provenienti dai sistemi di video-sorveglianza acquisiti e aver ascoltato alcuni testimoni oculari, sono riusciti ad individuare i due sospettati.
A volte si trattava soltanto di poche decine di euro, ma i danni arrecati superavano di gran lunga il valore del bottino.
I Carabinieri, durante gli ultimi mesi, hanno intensificato i servizi notturni di prevenzione dei furti agli esercizi commerciali presenti nelle zone di San Salvario, Crocetta e centro di Torino. Queste attività hanno permesso non solo di individuare i due arrestati, ma anche di identificare altri tre presunti autori di furti. L’arresto dei due uomini e l’individuazione di altri tre soggetti indagati rappresentano un importante successo per i carabinieri e un segnale di rassicurazione per i commercianti del quartiere di San Salvario, che hanno subito ingenti danni e preoccupazioni a causa di questa serie di furti.
Le indagini sul caso dei furti a San Salvario proseguono, poiché i carabinieri cercano di stabilire eventuali connessioni con altri episodi simili e individuare eventuali complici.
In un canale a bordo strada nella via Leini a Caselle un passante ha trovato il corpo senza vita di un uomo. I soccorsi non hanno potuto che constatarne il decesso probabilmente dovuto a un malore che ha fatto perdere i sensi all’uomo, caduto poi nel canale.
I ladri di tempo
Mesi fa scrissi un articolo sui vampiri energetici, cioè quelle persone che ti succhiano letteralmente l’energia, a loro uso e consumo, non curandosi di come tu ti senta dopo e, soprattutto, non tenendo in conto i consigli che tu hai elargito su loro pressante richiesta.
Solitamente sono amici o colleghi, qualche volta parenti, che hanno sempre un problema in più di quanti ne abbia tu, che chiedono aiuto sotto forma di telefonata, incontro urgente, visita a casa nostra, come se da quell’evento dipendesse la loro esistenza; quando, poi, hai suggerito loro quella che ti pare essere la soluzione migliore, quando hai spostato un appuntamento se non addirittura un week end di relax si allontanano da te come se nulla fosse successo o, peggio ancora, lamentandosi di non aver ricevuto supporto adeguato.
Alla pari con questi vampiri vi sono i ladri di tempo; persone anch’esse dedite a occupare parte del vostro tempo, ma in maniera diversa.
I ladri di tempo sanno selezionare le persone a cui approcciarsi: non importa cosa voi stiate facendo o come voi stiate; per loro conta soltanto che dedichiate loro del tempo e lo pretendono in forma garbata, subdola.
Se hanno un appuntamento solitamente arrivano in ritardo, così da privarvi del tempo di attesa (che avreste dedicato ad altro), pretendono che dedichiate loro del tempo come se fosse un diritto divino e, ciò che è peggio, si palesano improvvisamente prendendovi letteralmente alla sprovvista.
Mentre i vampiri succhiano la vostra energia sottoponendo i vostri neuroni ad uno stress enorme, i ladri di tempo possono anche essere portatori di notizie buone o, quanto meno, non drammatiche; non essendo prevista la loro comparsa, però, vi obbligano a riformulare tutti i vostri impegni, dall’uscita per fare la spesa, all’appuntamento galante, al colloquio di lavoro perché, per loro, contano solo sé stessi.
Solo molto attenti ad individuare la preda; con voi non hanno orario e qualsiasi momento va bene. Se avete un appuntamento con loro possono anche tardare di mezz’ora o un’ora, perché sanno che li aspettate; se, invece, devono prendere un treno o un aereo, hanno prenotato una visita medica, devono andare in un negozio verso l’ora di chiusura saranno puntualissimi, più di un orologio atomico; non dipende, dunque, da loro ma da voi, che li avete abituati troppo bene.
Tutti noi ne conosciamo alcuni e l’unico modo per insegnare loro qualcosa è neutralizzarli.
Quando non esistevano ancora i cellulari, io ed altri amici ci trovavamo sotto casa di uno di questi amici per la gita fuori porta domenicale. Questo ragazzo, sotto la cui casa ci trovavamo, è una delle persone più puntuali che conosca: concedeva al massimo 10minuti di ritardo dopo di che andava via e chi c’era c’era; chi arrivava e non trovava più nessuno, non potendo contattarci perché, come ho detto, non esistevano i telefoni mobili se ne tornava a casa o organizzava qualcos’altro e la volta dopo arrivava addirittura in anticipo.
I ladri di tempo solitamente non hanno una vita realmente impegnata, sono solo disordinati ed egoisti; posso capire un medico in visita domiciliare che non può prevedere con esattezza l’ora in cui verrà da noi, e infatti non ci dà un appuntamento preciso, posso capire un agente di commercio che non sa quanto traffico troverà per strada e che genere di ordine gli effettueranno i clienti, ma un amico che esce di casa a centro metri da casa nostra, ci raggiunge a piedi, magari di domenica mattina e riesce a giungere con 20 minuti di ritardo significa che non ha rispetto di noi e delle nostre esigenze. Se nelle piccole cose si comporta così, figuriamoci quando gli viene realmente chiesto un impegno, un sacrificio come si può comportare.
Il buonismo che ci ammanta e che è nel DNA di molti di noi ci porta ad accettare, anzi a subire, questi comportamenti che spesso incontriamo anche nel pubblico impiego e che si incrociano con la procrastinazione, di cui ho scritto mesi fa.
Una psicologa che conosco ammetteva che lei sarebbe puntuale fino all’ora di uscire di casa; poi, vedendo che ha ancora qualche minuto, riesce sempre a fare qualcosa che la porta a giungere immancabilmente in ritardo anche di 1 ora sull’orario di appuntamento.
Menomale che dovrebbe aiutare gli altri a risolvere i problemi.
Sergio Motta
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La Festa del Piemonte al colle dell’Assietta
Si svolgerà domenica 16 luglio la consueta rievocazione storica della battaglia del 1747, al suggestivo Colle dell’Assietta. L’iniziativa si inserisce nella cornice della prima Festa del Piemonte, organizzata dal Consiglio regionale in collaborazione con l’Associassion Festa dël Piemont al Còl ëd l’Assieta, da 55 anni organizzatore della rievocazione.
La commemorazione della Battaglia dell’Assietta, combattuta il 19 luglio 1747 tra i francesi di Luigi XV e l’esercito sabaudo di Carlo Emanuele III, ha una particolare rilevanza nella storia della regione Piemonte. La battaglia si svolse per il controllo della cresta dell’Assietta e del colle delle Finestre, che erano fondamentali per assediare le fortificazioni militari presenti ancora oggi sulle montagne olimpiche. Nonostante la disparità di forze in campo, l’esercito piemontese vinse la battaglia, e la famosa frase del conte di San Sebastiano, “bogia nen” (non ti muovere), divenne un simbolo di resistenza per il popolo piemontese.
“Vi aspetto numerosi domenica mattina al Colle dell’Assietta. Quest’anno abbiamo cercato di curare ogni minimo dettaglio per dar vita alla rievocazione, simbolo identitario del Piemonte – esordisce Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale del Piemonte – Abbiamo previsto ad esempio, solo per gli over65enni, la possibilità di salire utilizzando gratuitamente un servizio navette. Si tratta di un avvenimento che è divenuto per i piemontesi un punto di riferimento e di orgoglio nella ricostruzione della propria storia: una delle poche grandi vittorie in campo aperto, con enormi perdite per il nemico francese e poche da parte sabauda. Proprio per queste ragioni la battaglia dell’Assietta è diventata un momento determinante della nostra identità. Non è, quindi, casuale che dal 1968 la Festa del Piemonte si celebri proprio all’Assietta. Pertanto invito tantissimi piemontesi a ritrovarsi come ogni anno al Colle per celebrare non tanto una vittoria militare, certamente significativa, ma per riscoprire e dare nuovo valore, tutti insieme, alle nostre radici”.
“Continuare a commemorare i luoghi della Battaglia dell’Assietta e quei soldati – ha dichiarato Enrico Tenivella, presidente dell’Associazione Festa del Piemonte al Colle dell’Assietta” – è un atto di rispetto e gratitudine verso coloro che hanno sacrificato le proprie vite per difendere la nostra terra e le nostre tradizioni. Questa commemorazione ci permette di onorare la loro memoria e di preservare il loro eroismo per le generazioni future. Ci consente inoltre di mantenere viva la nostra identità regionale e di rinsaldare il legame con il nostro territorio. È un momento in cui possiamo riflettere sulle nostre radici, sulla nostra resilienza e sul valore della libertà. Questa commemorazione rappresenta un legame vivo tra le generazioni passate, presenti e future, e ci unisce come comunità piemontese.
Sponsor della giornata sarà Alberto Marchetti con i Maestri del gusto che offriranno lo Zabà, zabaione al Marsala, prodotto solo con ingredienti di filiera.
”per gli animali d’affezione delle fasce sociali più deboli”
«Sono orgoglioso che il Piemonte sia la prima Regione in Italia a offrire questa prestazione sanitaria a favore degli animali da compagnia – evidenzia Gianluca Gavazza, consigliere segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale del Piemonte -. L’iniziativa, voluta dall’assessore regionale leghista al Benessere animale Chiara Caucino, si pone come un fiore all’occhiello per il Piemonte e, allo stesso tempo, una pietra miliare nel sostegno alle persone svantaggiate, per le quali un’animale di affezione rappresenta molto più di un amico, ma un vero e proprio compagno di vita che dona amore e affetto con comprovati effetti anche terapeutici sull’umore e contro il senso di solitudine».
Inaugurato a Settimo Torinese, in via Regio Parco 64, l’ambulatorio sociale veterinario, che offre un servizio gratuito per curare gli animali d’affezione che vivono con le persone in carico ai servizi sociali.
«Gli ambulatori veterinari sociali in Piemonte si trovano in quattro aree interaziendali, alle quali si aggiungono le Asl TO3 e TO4, e garantiscono prestazioni sanitarie gratuite a favore degli animali di proprietà delle persone in carico ai servizi sociali. Ogni area ha una Asl capofila che gestisce il progetto. Gli ambulatori servono le circa 260.000 persone in carico ai servizi sociali, buona parte delle quali possiede un animale d’affezione, garantendo le prestazioni di base – dichiara Gianluca Gavazza, consigliere regionale del gruppo Lega Salvini Piemonte -. Nei giorni scorsi è stato, inoltre, sottoscritto un protocollo d’intesa tra la Regione Piemonte e il presidente della Lega Antivivisezione Gianluca Felicetti, in base al quale gli utenti degli ambulatori veterinari sociali dislocati in Piemonte potranno avvalersi, oltre a quelli già previsti, di ulteriori servizi, come la sterilizzazione chirurgica e l’inoculazione del microchip per i gatti, presso cliniche veterinarie convenzionate con le sedi locali della Lav. I volontari delle sedi locali agevoleranno il trasporto di cani e gatti delle famiglie non auto munite e verificheranno la necessità di ulteriori beni di prima necessità, come i cibi medicati per animali affetti da particolari patologie».
Gli obiettivi di questa misura sono molteplici: evitare gli abbandoni degli animali, magari perché non si hanno le risorse per curarli, fare in modo che le persone più fragili non debbano subire un ulteriore aggravio economico per il sopraggiungere di una malattia del proprio animale, evitare che situazioni igienico-sanitarie critiche possano peggiorare ulteriormente la situazione delle persone già in difficoltà.
Prepariamo insieme questa semplicissima torta, speciale per ogni occasione, ideale per soddisfare un’ improvvisa voglia di qualcosa di dolce, dal gusto fresco, agrumato e appagante.
Ingredienti:
1 uovo intero
130gr zucchero
50 gr. burro
370ml.latte fresco intero
60gr. farina di cocco
50gr. farina bianca
2 cucchiai di succo di limone
Scorza grattugiata di un limone
1 bustina vanillina
Zucchero a velo e farina cocco per decorare.
Far fondere il burro e lasciar raffreddare.
Montare nel mixer l’uovo intero con lo zucchero, aggiungere il burro, il latte, il succo del limone e la scorza grattugiata, la vanillina, la farina bianca e la farina di cocco.
Foderare una teglia (diametro 18) con carta forno.
Versare l’ impasto e infornare a 160gradi per 30 minuti poi, a 180 gradi per altri 30 minuti circa. Quando fredda decorare con zucchero a velo e farina di cocco.
Conservare in frigo, servire fredda.
Ottima preparata il giorno prima.
Paperita Patty
Tra Irving Azoff e le sbandate
CALEIDOSCOPIO ROCK USA ANNI 60
Ma questi del garage rock americano di metà anni Sessanta… come se la cavavano al volante?
Gli aneddoti sono svariati e coloriti e possiamo davvero affermare che gli incidenti non erano poi così rari e le “escursioni fuori pista” e fuori carreggiata tra i campi di grano e mais abbondavano. Sotto questo aspetto si distinguevano anche i membri della band “The Shades of Blue”, che a quanto pare avevano un rapporto a dir poco “conflittuale” con volanti e veicoli a motore. Formatisi nell’area tra Danville e Urbana (Champaign) nell’Illinois nel 1966, vedevano la presenza di Tim Frazier (V, b), Chuck Holmstead (V, chit, tr), Cloyd Shank (V, chit), Mike Supp [e poi Bill Cunningham] (V, org), Rick Miller [e Danny Odum] (V, batt). La quantità di gigs ed esibizioni era piuttosto folta e non mancavano le date in agenda, sia in Illinois che in Indiana, anche grazie all’attività e ai già numerosi agganci del manager, nientemeno che Irving Azoff, ancor oggi grande “boss” del management musicale americano. “The Shades of Blue” erano sostanzialmente in monopolio sui teen clubs delle aree tra Champaign, Danville, Mattoon, Paris, fino a Decatur ad ovest, ad est e oltre fino a Lafayette in Indiana. I buoni agganci “strategici” consentivano anche di operare come “side band” a nomi come Cryan’ Shames, Archie Bell and The Drells, Shadows of Knight, The One-Eyed Jacks. Ed era nel corso del viavai tra date e comparsate che chi guidava l’auto o il van a volte ci vedeva quasi doppio… e tra alcool e sonno si finiva per compiere memorabili escursioni fuori strada tra i campi. Il sound della compagine (influenzato da Byrds, Beatles e Turtles) piaceva molto nel giro dei college, tanto che ben presto Frazier e compagni diventarono “campus band” all’Illinois State University. Le radio erano particolarmente benevole nella programmazione e nei palinsesti, basti pensare al rapporto quasi fraterno con Larry Lujack di WLS Radio di Chicago (ora di Cumulus Media).
Manco a dirlo… “The Shades of Blue” parteciparono e vinsero all’Eastern Illinois Fair Battle of the Bands, dove a dire il vero il manager Azoff si era adoperato a farsi “amici” i giudici del concorso; in occasione dell’esibizione il batterista Miller cadde addirittura dalla pedana, dando un schienata micidiale sul retro del palco, ma stoicamente ritornò al suo posto nel giubilo generale. L’effetto della vittoria alla “Battle of the Bands” si concretizzò non tanto in termini di programmazione, quanto piuttosto in occasioni di registrazione in studio (come succedeva quasi regolarmente per i vincitori). Ne derivarono due 45 giri incisi nel lasso di tempo di 2/3 anni: il primo “Not The Way Love Should Be” [Frazier – Shank] (836R-1030; side B: “You Must Believe Me” [C. Mayfield]), il secondo “The Time Of My Life” [Frazier] (600; side B: “Turn Turn Turn”), entrambi con etichetta autoprodotta Shades Records; come nota di colore… al ritorno dalle registrazioni di questo secondo 45 giri, altro colpo di sonno improvviso e nuova “escursione fuori strada”. La programmazione radiofonica accolse con favore entrambe le incisioni e la band fece capolino anche in TV sul canale WCIA di Champaign. A differenza di altri gruppi lo scioglimento non avvenne in modo improvviso o in relazione ad eventi esterni, ma semplicemente i vari componenti si allontanarono dall’area geografica originaria, per trasferirsi chi in Florida, chi in Indiana, entro il 1972.
Gian Marchisio