ilTorinese

Merlo: Piazza a Piersanti Mattarella, giornata storica per Pragelato e il pinerolese

 

“Una giornata che resterà nella storia di Pragelato e dell’intero pinerolese. La dedica di una piazza a Piersanti Mattarella per i suoi antichi legami, culturali e spirituali, con la Casa Alpina di Pragelato ha richiamato la presenza di centinaia e centinaia di cittadini provenienti da tutta la Provincia di Torino. Moltissimi i Sindaci presenti. Gli interventi di molte personalità – dai vertici militari degli Alpini ai Carabinieri, dal Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio al sindaco di Torino Stefano Lorusso, dal Vescovo di Pinerolo Derio Olivero a Pier Carlo Pazè – hanno richiamato l’attenzione sulla personalità di Piersanti Mattarella e il suo legame antico, culturale e spirituale, con Casa Alpina durante la sua militanza nell’Azione Cattolica di Palermo.

Di grande levatura, infine, l’intervento di don Luigi Ciotti che ha ripercorso il magistero pubblico di Piersanti Mattarella e, soprattutto, la sua tenacia nel perseguire i valori democratici e costituzionali sino alla fine della sua vita, barbaramente interrotta dal terrorismo mafioso. Oltre a tenere alta la guardia, ha sottolineato con forza coerenza e determinazione don Luigi Ciotti, contro tutte le forme attuali della malavita organizzata. A cominciare dalle mafie.

Infine, una giornata destinata a restare nella storia di Pragelato. Per il ricordo di Piersanti Mattarella, per il ruolo che storicamente ha svolto Casa Alpina per molti giovani cattolici italiani e per il magistero svolto negli anni da un grande sacerdote ed educatore, don Giovanni Barra”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato

Export, il caso Germania. Esportazioni dal Piemonte in crescita del 25%

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Piemonte 4° per grado di esposizione export in Germania (7,5% del PIL)

Piemonte 4° per valore assoluto export in Germania (8.578 milioni ultimi quattro trimestri)

 

Nel primo trimestre 2023 si conclama la recessione tecnica in Eurozona, su cui agisce la pesante flessione dell’economia della Germania il cui PIL, nel primo trimestre del 2023, segna il secondo arretramento consecutivo, pari al -0,3% dopo il -0,5% del quarto trimestre 2022.

Un campanello d’allarme per il manifatturiero del Piemonte il cui grado di esposizione sul mercato tedesco si posiziona al quarto posto a livello nazionale.

L’Ufficio Studi di Confartigianato, analizzando i dati ISTAT, ha registrato un aumento del 25,1% dell’export delle imprese del Piemonte verso la Germania, osservando i flussi del primo trimestre 2022 con il pari periodo del 2023.

 

Negli ultimi 12 mesi, a marzo 2023, la nostra regione ha piazzato in Germania 8.578 milioni di euro di controvalore.

L’analisi provinciale dice anche come a Torino siano stati spediti verso la Germania 4.207 milioni di euro di beni con un + 46,7%% (1 trimestre 2022 sullo stesso periodo del 2023); da Cuneo siano partiti 1.350 milioni di euro di prodotti con un + 27,5%; Novara abbia esportato per 983 milioni di euro con un calo dell’10,2%; da Alessandriasiano partiti 879 milioni di euro di prodotti, registrando un +7,5%%; da Vercelli sono partiti  404 milioni di euro di controvalore con un trend positivo di +15,7%, da Asti siano partiti 363 milioni di prodotti registrando +14,8% , da Biella 221 (+9,6%) infine dal Verbano siano partiti 170 milioni di prodotti (+3,5%).

“Il rapporto commerciale tra la Germania e Italia, e quindi anche con la nostra regione, è da sempre molto attivo – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte per la qualità dei prodotti Made in Italy venduti a Berlino. Dall’agroalimentare alla moda, dai prodotti petroliferi ai macchinari e impianti solo per fare qualche esempio, per il Piemonte lo scambio commerciale tedesco vale molti milioni di euro. Abbiamo il timore che questa cifra, fra qualche mese, potrebbe registrare una flessione”.

“Per questo osserviamo con estrema attenzione l’andamento sia dell’economia tedesca, sia quella dell’Unione Europea – conclude Felici – La situazione della Germania ha anche altri risvolti che vanno monitorati. Non è infatti normale che il nostro Paese cresca, in base alle ultime stime UE, sette volte di più. Questo è il dato che preoccupa per due motivi. Il primo è la storica avversione della Germania all’inflazione che sta orientando la politica fiscale tedesca verso l’austerity che impatterà di certo anche sul nostro export nella seconda parte dell’anno. Il secondo è il perdurare di una condizione che porterà l’UE a prendere provvedimenti come l’innalzamento dei tassi e altre “regole” che rischiano di penalizzarci molto più dei nostri concorrenti europei. Comunque la si metta ulteriore ricchezza passerà dalle mani di famiglie ed imprese agli speculatori internazionali, aggregandosi nelle mani di pochissimi soggetti a discapito dei molti. Tali scelte scellerate non fanno altro che impoverire ulteriormente il mondo produttivo. Già l’aumento di 275 punti base dei tassi di interesse in un anno, aumentando il costo del credito, sta riducendo la propensione ad investire e dilata la spesa pubblica per interessi, che nel 2023 risulta pari al 4,0% del PIL, la più alta in Europa.”

Dov’è finito papà? Una serata con Assemblea Teatro in memoria di Willy Jervis

Sabato 5 agosto, alle ore 21, la piazza Jervis di Villar Pellice (TO) in occasione della serata in memoria di Willy Jervis, ingegnere olivettiano e antifascista, alpinista e partigiano di Giustizia e Libertà, fucilato dai nazisti nella notte tra il 4 e il 5 agosto 1944, ospiterà la pièce di Assemblea Teatro dal titolo Dov’è finito papa?. Uno spettacolo per chi resta. La rappresentazione nasce da un percorso civile di Renzo Sicco con Arturo Gerace, Elena Cavallo e Tiziana Catalano. La regia è dello stesso Sicco con musiche di Ryuichi Sakamoto e Peter Gabriel. L’evento è promosso anche dalla municipalità di Villar Pellice. “Sebbene, in queste ultime ore, con la conclusione della vicenda di oppressione, ingiusta accusa e carcerazione in Egitto, la vicenda di Patrick Zaki si sia felicemente conclusa, con gioia di tutti noi – dicono ad Assemblea Teatro – sono ancora troppi, nel mondo, i giovani come Patrick, che hanno sofferto, e come Giulio Regeni, Mahsa Amini, Mohsen Shekari che, per la libertà e la democrazia, hanno perduto la loro vita. A tutti loro ed ai troppi giovani scomparsi in Egitto, Iran, e nei conflitti di Siria, Ucraina, Africa, alle loro madri, ai padri e ai parenti tutti, è offerta la nostra memoria e il nostro impegno”. È così che è stato creato Dov’è finito papà?, un vero “spettacolo per chi resta”, la storia del piccolo Giulio (un nome non a caso..) al centro del racconto. È un bambino normale con una vita normale di una famiglia benestante, ma basta un istante perché la sua vita e quella della sua famiglia precipitino nel caos. Mentre sta giocando in camera nella sua casa, una pattuglia sequestra il padre che scomparirà nel nulla per sempre. Oltre al terrore si innestano diverse altre dinamiche che sfaldano decisamente l’intera famiglia. Il dolore, la confusione, lo sgomento, a volte uniscono, il più delle volte dividono le comunità. La paura è costruita apposta, per recidere tutti i legami sociali e così anche i vincoli affettuosi più forti cedono di fronte alla necessità di ognuno di trovare la propria soluzione al dramma. Resta la domanda “dov’è finito papà?” perché, anche dopo, quando è ormai certa la sua morte, scomparso il corpo, non esiste lutto, non esiste una elaborazione della giustizia. Non bisogna andare troppo lontano per trovare Paesi dove la perdita di ogni diritto umano e il potere di sopraffazione sui corpi provocano uragani di questo tipo. La storia simbolica di giovani eroi laici, in una sera in cui si fa memoria di un altro eroe del passato democratico e repubblicano italiano: William Jervis, più noto come Guglielmo o come Willy. I legami della famiglia Jervis con la Val Pellice sono stretti. Il nonno di Willy, un importante geologo britannico che come lui si chiamava William Paget Jervis, aveva sposato una donna valdese di Torre Pellice, Susanna Laura Monastier. Anche Thomas Jervis, il padre di Willy, pur vivendo abitualmente a Milano, era frequentemente in visita alle valli valdesi”. Guglielmo Jervis studiò a Torino, Firenze e al Politecnico di Milano dove si laureò in ingegneria nel 1925. Attivo nel movimento giovanile valdese, Jervis collaborò alla redazione della rivista Gioventù Cristiana e nel 1932 sposò una ragazza fiorentina conosciuta a Torre Pellice, anch’essa valdese, Lucilla Rochat. Nel 1934 il giovane ingegnere passò alle dipendenze della Olivetti. Dopo un breve incarico come direttore della filiale di Bologna, Adriano Olivetti lo chiamò nella sede di Ivrea, affidandogli il compito di pianificare e coordinare la formazione professionale degli operai meccanici della prestigiosa fabbrica di macchine per scrivere. Intelligente, schivo, riservato e, al tempo stesso, estremamente concreto e dinamico, l’ingegner Jervis nutriva una grande passione per l’alpinismo. Amava le montagne, le ascensioni in roccia e fece parte del Club Alpino Accademico Italiano, la sezione d’eccellenza del sodalizio, il fiore all’occhiello del CAI, formato da alpinisti che si erano distinti per le loro imprese sportive. Deciso oppositore del fascismo dopo l’armistizio dell’8 settembre fu tra i primi a organizzare la resistenza armata nella zona di Ivrea. Mettendo a frutto la sua abilità alpinistica e la conoscenza delle lingue, accompagnò più volte gruppi di profughi ebrei e di sbandati in Svizzera, dove entrò in contatto con esponenti dell’esercito e dei servizi segreti militari inglesi dell’OSS che gli affidarono importanti missioni di collegamento con i partigiani italiani. Ricercato da fascisti e nazisti, Jervis raggiunse Torre Pellice e le valli valdesi dove proseguì l’attività partigiana assumendo il nome di battaglia di “Willy” diventando Commissario politico delle formazioni piemontesi di “Giustizia e Libertà”. Dopo essere stato catturato e torturato venne portato a Villar Pellice e fucilato sulla piazza che oggi, in memoria del suo sacrificio, ne porta il nome. Il corpo di Willy Jervis, a spregio e monito, fu poi impiccato a un albero. Il giorno dopo, sul luogo dell’esecuzione, fu ritrovata la Bibbia tascabile che portava sempre con sé sulla quale aveva inciso con uno spillo l’ultimo suo pensiero: “Non piangetemi, non chiamatemi povero. Muoio per aver servito un’idea”. Dopo la sua morte, considerando il suo ingegnere un “caduto sul lavoro”, Adriano Olivetti si offrì di mantenere la famiglia di Jervis, chiedendo alla vedova “l’onore di provvedere” a lei e ai figli. Nel 1950 Jervis venne decorato alla memoria con la medaglia d’oro al valor militare. Ecco dunque il valore della scelta di Assemblea Teatro di onorare la memoria di Willy e di tutti i giovani che, nel mondo, cercano di diradare le cupezze (guerre, carestie, crisi climatiche, economiche e democratiche) che il futuro, per ora, sembra continuare a riservarci.

Marco Travaglini

Ianno’: “Parcheggio Stura terra di nessuno”

INTERPELLANZA DI TORINO LIBERO PENSIERO

Le segnalazioni dello stato di degrado in cui versa la stazione ferroviaria Torino Stura è arcinota, tra vandalismo, sporcizia e insicurezza.

Il parcheggio Stura non custodito gestito da GTT vive un’analoga situazione e da tempo quotidianamente, si ripetono atti vandalici ai danni delle vetture parcheggiate all’interno della struttura, che pagano regolarmente il ticket.

L’ultimo episodio segnalato risale a lunedì 24 luglio, dove al ritorno da una giornata di lavoro, molti automobilisti hanno trovato i vetri delle loro autovetture distrutti per rubare cose di poco valore e qualche moneta, mentre la settimana scorsa hanno addirittura divelto le portiere di alcune vetture.

“Una situazione grave che si manifesta in qualsiasi ora – sottolinea Pino Iannò di Torino Libero Pensiero – e la cosa ancora più spiacevole è che questi personaggi girano indisturbati nel parcheggio. Le 39 telecamere posizionate funzionano? Qualcuno monitora le immagini e l’Amministrazione comunale e GTT intendono prendere seri provvedimenti?”

Oltre ai furti, sono presenti una decina di auto abbandonate con i vetri rotti e viene da pensare che siano diventate la casa degli sbandati. Cosa si aspetta a rimuoverle?

Un parcheggio sicuramente poco sicuro e occorre dare una risposta concreta, visto che la sosta non è gratuita e prima che qualcuno subisca un’aggressione

Sapori e Musica, un successo a Fenestrelle grazie ai volontari

Si è conclusa la 2^ edizione di SAPORI E MUSICA al Campo Sportivo di Fenestrelle.
Un ringraziamento speciale va a tutte le Associazioni locali (Gruppo Alpini, Associazione Culturale e ricreativa La Bènno Pleno, Vigili del Fuoco di Fenestrelle, Bal da Sabre) che con il contributo di tanti preziosissimi volontari sempre presenti e dei ragazzi dell’Oratorio Mamma Margherita hanno reso possibile questa grande festa.

Ambrogio (Fdi): “Raid contro i suv fanatismo classista”

 ECOATTIVISTI SONO I TAFAZZI DEI NOSTRI TEMPI, PRIMI NEMICI DELL’AMIBIENTALISMO.
“Il raid contro i suv è inutile fanatismo classista, con l’ambientalismo non c’entra nulla: sono stati colpiti i suv in quanto tali, in modo indiscriminato e antiscientifico. Un attivismo violento e miope che, purtroppo, rischia di causare danni enormi nell’attuale processo di riconversione in ottica di sviluppo sostenibile”. Ad affermarlo Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia.
“Stiamo parlando di un’azione che ha riguardato auto recentissime, rigorosamente appartenenti alle classi emissive più alte e, quindi, meno inquinanti, per di più spesso con motorizzazioni da city-car. Per intenderci, suv con lo stesso motore della Panda. Non proprio eco-mostri…
Peraltro, veicolando un messaggio clamorosamente sbagliato, si rischia di rendere vani gli sforzi in ottica di ammodernamento del parco circolante: se ho un’auto ‘euro zero’ e non sono oggetto delle attenzioni degli attivisti, perché mai dovrei acquistare un ‘euro 6d temp’, di ultima generazione, e trovarmi gli pneumatici a terra? Un danno enorme, considerando che il parco auto italiano, uno dei più vecchi d’Europa, ha un’età media vicina ai 13 anni e che un’auto su cinque è ‘euro 2’ o inferiore”.
“Gli ecoattivisti sono i Tafazzi dei nostri tempi: rendendo l’ambientalismo dannoso, odioso e anacronistico non fanno altro che complicare la strada verso lo sviluppo sostenibile, un percorso trasversalmente visto come necessario e improcrastinabile”.

Il nuovo volto del campo di basket di Cambiano

In 10 giorni gli studenti dell’Istituto Europeo di Design hanno cambiato faccia al campo da basket in via IV Novembre a Cambiano.
Ora visibile e utilizzabile da tutti, il campo ha una pavimentazione decorata con colori vivaci, linee e una scritta che chiarisce il fine del luogo “Spazio Giovani”.
Un lavoro svolto gratuitamente – il Comune ha fornito i materiali e i colori – con l’obiettivo di avvicinare i ragazzi alla pratica del basket e all’utilizzo dello spazio e di promuovere il territorio.
⛪All’interno della scritta “Spazio” infatti sono presenti riferimenti grafici ai monumenti del paese: la Stella della piazza dello Spirito Santo, Chiesa San Vincenzo e Anastasio e la Torre Campanaria
La scritta fuoriesce dalle linee del campo perché il progetto vuole espandersi su tutto il territorio
La convergenza degli elementi verso il centro vuole ricreare un senso di unione per l’utilizzo del campo.

#giovaniaCambiano #giovanixCambiano #comunedicambiano
#iedtorino #ied

A Caprie fermate del bus come un quadro

I ragazzi di Caprie hanno realizzato questi murales nell’ambito del progetto ColoriAMO Caprie. Un tocco di colore per vivacizzare le fermate dell’autobus.

(Facebook Comune di Caprie)