ilTorinese

Vincenzo. Lui… fra i “sommersi”/ “Facce da scuola” 6

COSA SUCCEDE(VA) IN CITTA’

Quarant’anni fa, a Vallette … I “migliori” anni della mia scuola

 

Gianni Milani

Già, o “sommersi” o “salvati”. Lo so bene. Il paragone è certamente azzardato. Ma quando penso ai miei ex-ragazzi (oggi donne e uomini) di Vallette, il pensiero mi vola, per molti di loro, a “I sommersi e i salvati”, celebre saggio scritto nell’86, un anno prima della tragica scomparsa, da Primo Levi. Un po’ azzardato il parallelismo, me ne rendo ben conto. Vero è anche, però, che per le ragazze e i ragazzi di Vallette fine anni ’70, il margine che separava le due “possibilità” (seguire la strada giusta e salvarsi o sviare in quella sbagliata senza regole né legge, per esserne totalmente “sommersi”) era davvero molto molto sottile. Già a 12 o a 13 o a 14 anni, un buon gruppo dei miei alunni (e alunne) rischiavano infatti, un giorno sì e l’altro pure, di intrappolarsi in dolorosi e tragici “buchi neri” che ne avrebbero segnato l’intera esistenza. A salvarli, solo la libertà e la forza delle scelte. Con chi andare, dove andare, cosa fare, chi ascoltare. Ma spesso la scelta si rivelava sbagliata. Condizionata dal caso. Dalla famiglia. Dagli amici. Dalla scuola. Dal destino? E allora si tramutava in tragico salto all’ingiù verso abissi senza fine e con scarse possibilità di ritorno. Bastava un nulla a imboccare la strada infernale, tutta a curve. E da lì non se ne usciva che a gran fatica e con le ossa rotte. E doloranti, fino all’anima. In pochi, comunque. Volete vedere che in un attimo apro quella macchina e vado a farmi un bel giro per il quartiere? Ululo degli amici Uuuhh, ma non dire cazzate! Replica Scommettiamo? Gli amici Scommettiamo! In questa “scommessa” si riassume tutta la breve storia e le ultime ore di Vincenzo, fra i miei ragazzi della “Carlo Levi”, della succursale all’incrocio fra corso Molise e via Parenzo (oggi succursale del Professionale “Beccari”), primi anni ’80. Vincenzo ha chiuso gli occhi al mondo che forse non aveva ancora quattordici anni. Ripeteva la seconda media. A distanza di anni, il ricordo che ho di lui è ancora oggi più che mai nitido e doloroso. Vincé volò via una notte, alla guida di un’auto che si trovò fra le mani in un baleno (ci metto un attimo ad aprirla!) e in qualche strana via delle “nuove” Vallette, di quelle che allora si incrociavano facendo “paese” all’interno delle cosiddette “case gialle”, più “marroni” che “gialle”, in verità.

Con quell’auto non so bene cosa diavolo sia successo. Quel ch’é certo è che dietro una  curva, lo aspettava – mi par di ricordare – il pancione di un autocarro parcheggiato proprio lì all’angolo. La fine arrivò immediata. Ricordo la tragicità della notizia, arrivata a scuola la mattina seguente. Erano passati pochi mesi dall’inizio dell’anno scolastico e non ero ancora riuscito a stabilire un vero rapporto di “complicità”, didattica e a pelle, con lui. Ma di simpatia ed empatia, certamente sì. Più volte gli spiegai che aveva imboccato una bruta strada. Che non era la sua. Professò, voi avete ragione – mi rispondeva – ma io alla sera esco … andiamo a Torino (come dire, andiamo in centro… e devo fare quello che fanno gli altri. In sintesi: forse già allora fumare (roba varia), fare i bulli, fare a cazzotti con i fighetti e, per finire in bellezza la serata, inventarsi qualcosina, anche “di forte”, che potesse farti bello agli occhi del gruppo. Ad esempio metterti alla guida di una Cinquecento, che sembrava aspettarti lì a bella posta. Proprio lì. Tutta e solo per te. Richiamo irresistibile. Facile preda che ti avrebbe portato ai livelli più alti fra i fighi del quartiere. Ricordo il giorno del funerale … Non ho fatto in tempo a conoscerti abbastanza, Vincé, sussurrai dentro di me, quando la bara mi passò davanti.

Fuori, al passaggio del feretro, si alzò un grande applauso. Quell’applauso – mi sono poi detto- era quasi un segno di “indennizzo” per quanto, tutti quelli che stavano lì, sottoscritto compreso, non erano riusciti a fare per lui, negli anni della sua breve vita … Non seguii la lenta processione che lo accompagnò alla vicina Chiesa parrocchiale. Me ne tornai a scuola, un nodo profondo alla gola. Entrai in classe, Ragazzi dobbiamo subito parlare. Sul suo banco vuoto qualcuno aveva posato un fiore rosso. Mi voltai alla lavagna e scrissi Ciao Vincé, ti abbiamo voluto bene, ci mancherai! Fu allora che  tutta la classe si alzò e, in silenzio, fece cerchio fitto attorno alla cattedra. Ragazzi, Vincenzo non lo dimenticheremo mai. Quel banco vuoto, con quel fiore rosso messo lì a gridargli ‘amore’ sarà per sempre il suo. Ma attenzione! Vincenzo, ne sono sicuro, ha voluto lasciarci un messaggio e guai a non ascoltarlo. Un messaggio che vi dovrà accompagnare per sempre. Siate fortemente consapevoli della vostra libertà di scegliere. E, soprattutto, non dimenticate mai che ogni vostra scelta avrà sempre le sue conseguenze. Positive. Ma anche negative. Per voi e per quanti vi stanno attorno e si preoccupano per voi. Riflettete bene su questo. Vincenzo ne sarebbe felice!”. Il silenzio inondava l’aula. E qualcuno, ritornando al proprio banco, sfiorò e accarezzò quel fiore rosso.

Gianni Milani

Focus Covid Piemonte

FOCUS SETTIMANALE SULLA SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA E VACCINALE

In Piemonte l’occupazione dei posti letto ordinari si attesta allo 0,6%, quella dei posti letto in terapia intensiva è allo 0,3 %, mentre la positività dei tamponi è all’1,3%.
Anche questa settimana si registra un andamento decrescente rispetto al periodo precedente.

VACCINAZIONI
Tra giovedì 15 giugno e giovedì 22 giugno sono state vaccinate 173 persone: 8 hanno ricevuto la prima dose, 5 la seconda, 4 la terza, 55 la quarta, 101 la quinta.
Dall’inizio della campagna vaccinale sono state somministrate in Piemonte 10.897.660 dosi, di cui 3.346.745 come seconde, 2.965.336 come terze, 816.780 come quarte, 161.590 come quinte.

FOCUS CONTAGI NELLE PROVINCE
In Piemonte nel periodo da giovedì 15 a mercoledì 21 giugno i casi medi giornalieri dei contagi sono stati 35. Suddivisi per province: Alessandria 6, Asti 1, Biella 2, Cuneo 4, Novara 2, Vercelli 1, VCO 1, Torino città 6, Torino area metropolitana 11.
In totale, su base regionale, i casi degli ultimi 7 giorni sono stati 248 (-95). Questa la suddivisione per province: Alessandria 41 (-12), Asti 6 (-10), Biella 12 (-6), Cuneo 30 (-2), Novara 14 (-4), Vercelli 9 (0), VCO 7 (-2), Torino città 45 (-21), Torino area metropolitana 76 (-29).

INCIDENZA DEL CONTAGIO NEGLI ADULTI
Nel periodo 15-21 giugno l’incidenza regionale (ovvero l’incremento settimanale di nuovi casi di Covid per 100.000 abitanti) è stata 5.8 in diminuzione (-27,7%) rispetto a 8.1 dei sette giorni precedenti. Per la seconda settimana siamo sotto i 10 casi per 100.000 abitanti.
Nella fascia di età 19-24 anni l’incidenza è 0.4 (-88.2%). Nella fascia 25-44 anni è 5.0 (+31.6%). Tra i 45 ed i 59 anni si attesta a 5.1 (-23,9%). Nella fascia 60-69 anni è 6.4 (-44,3%). Tra i 70-79 anni è 12.0 (-16,7%). Nella fascia over80 l’incidenza risulta 13.3 (-40,6%).

INCIDENZA DEL CONTAGIO IN ETÀ SCOLASTICA

In età scolastica, nel periodo 15-21 giugno, l’incidenza rispetto ai sette giorni precedenti è in diminuzione in tutte le fasce.
Nel dettaglio: nella fascia 0-2 anni è 2.4 (-75,0%), nella fascia 3-5 anni è 1.1 (la scorsa settimana nessun caso), nella fascia tra 6-10 anni non si sono registrati casi, nella fascia 11-13 anni è 0.9 (nessun caso la scorsa settimana), nella fascia tra i 14 ed i 18 anni è 1.0 (-61,5%).

Ultimo giorno: a Villa della Regina i cani “teatral-cinematografici” di Pergolesi

“Divas – Dog Portraits”, le immagini del fotografo veneziano 

Fino al 25 giugno a Torino

Un po’ buffi, ma seriosi. Padroni assoluti dell’ambiente casalingo. Attori indisturbati in alloggi reali “rivisitati e messi in scena come fossero teatri privati”, dive e incontrastate primedonne, assenti (ma ben presenti nel più vario e originale arredo degli interni) i proprietari di casa. E di cane, ovviamente. Un magnifico “pastore tedesco” è seduto, immobile, bava alla bocca (si presume) davanti a un frigo malauguratamente – appositamente (e dunque sadicamente) aperto; all’interno tutto il meglio che si possa immaginare da mettere sotto i possenti “canini”. Un altro s’è impadronito della “stanza dei giochi” e se ne sta bello bello, comodo comodo e senza nessuna intenzione di farsi da parte fra pupazzi, marionette e teatrino di cui pare sentirsi attore protagonista e indisturbato. Sono solo due dei molti cani “fermati”, negli oltre quaranta “ritratti d’autore”, dal fotografo di origini veneziane Franco Pergolesi ed esposti – fino a domenica 25 giugno – in quella che è la prima mostra ospitata nella suggestiva cornice della “Residenza Sabauda” (patrimonio UNESCO) di “Villa della Regina” a Torino.

La mostra, “Divas – Dog Portraits”, curata da Carla Testore e promossa dall’Associazione “The Others”, si inserisce nel solco di una millenaria tradizione artistica che vede proprio il “migliore amico dell’uomo” al centro dello sguardo di moltissimi artisti: dalle primitive rappresentazioni rupestri agli Egizi del “dio Anubi” (uomo con testa di cane), dai vasi greci alla pittura romana, via via correndo nei secoli a lunghi passi (e solo attraverso scarne citazioni) fino al “Ritratto di Carlo V con cane” di Tiziano e ad opere iconiche novecentesche come l’“Autoritratto con cane” di Ligabue o i “Due acrobati con cane”gouache di Picasso del 1905 o i “cani a palloncino” dell’icona neo – pop Jeff Koons o ancora, per restare in ambito fotografico, i cani padroni dello scatto di Elliott Erwitt e i “brocchi di Weimar” in vari costumi e pose di William Wegmann. Cani e cani. Immagini esemplari. Che ben conosce il nostro Pergolesi, agendo però in modo assolutamente originale. Attraverso la pratica cosiddetta della staged photography (fotografia allestita, messa in scena) Pergolesi ritrae, infatti, i soggetti all’interno delle case, diventando pittore, scenografo, regista, posizionando soggetti e cose a sua totale discrezionalità e formando composizioni con lo scopo di creare un evento, ambienti, emozioni e ritrarre una vera e propria performance. Gli ambienti domestici si trasformano in intimi (e perfino poetici, si veda l’onirico “Eden”set fotografici, attraverso cui raccontare l’affettuosa totalizzante (e tale ha da essere) relazione fra il “padrone” e il “cane”, sempre più oggi componente centrale del nucleo famigliare. In occasione della mostra di Pergolesi, la splendida “Villa” collinare – che si affaccia sulla città con giardini, belvedere, grotte, viali alberati e anche attraverso l’unico vigneto urbano in Italia – vede aprirsi anche alcuni dei suoi luoghi normalmente chiusi al pubblico, fra cui alcune stanze al secondo piano e il “Padiglione dei Solinghi”, capolavoro barocco sull’elegante “Rotonda Sud – Ovest” del giardino della “Villa”, fatta costruire (sul modello delle ville romane) ad inizio Seicento dal principe cardinale Maurizio di Savoia, figlio del duca Carlo Emanuele I. Suggestiva l’ambientazione, non meno di quei “cani veri – scrive Carla Testore – che si guardano in set felliniani in onirico disordine, con vasi e fiori”“Ogni opera – sottolinea dal canto suo Francesco Pergolesi – è il frutto di un’accurata ricerca semantica ed iconografica da un lato e composizione scenica dall’altro. Dietro ogni scatto si celano una serie di riferimenti e citazioni artistiche, cinematografiche o letterarie. Proprio per questo motivo, spesso il punto di partenza scaturisce da interessi, passioni, collezioni esistenti come i trenini, le borsette firmate, gli spartiti dei proprietari dei cani, così da creare un’interpretazione legata anche all’altro attore (il proprietario), assente nell’immagine ma presente nella narrazione”.

Gianni Milani

“Divas – Dog Portraits”

“Villa della Regina”, Strada Comunale Santa Margherita 79, Torino; tel. 011/8195035 o www.divas-dogportraits.it

Fino al 25 giugno

Orari: giov. e ven. 10/18, prefestivi e festivi 10/19

Nelle foto:

–       Francesco Pergolesi: “Lupus in fabula”

–       Francesco Pergolesi: Ph. Giorgio Violino

Premiate le migliori tesi di laurea sulla montagna

IL 27 GIUGNO A TORINO ALLA SAA, LA PREMIAZIONE UNCEM ALLA MEMORIA DI SINDACI E AMMINISTRATORI CHE CI PRECEDONO E CI GUIDANO

Martedì 27 giugno si terrà a Torino, alle ore 10,30, presso la sede della SAA School of Management in via Ventimiglia, il conferimento dei Premi alle migliori tesi di laurea sulla montagna, in memoria di Amministratori defunti negli uiltimi anni. Sono Lido Riba, Ugo Boccacci, Mauro Berretta, Giuseppe Panaro, Pierangelo Carrara, Mario Malan, Luciano Abate, oltre a un importante premio alla memoria di Edoardo Martinengo, storico Presidente Uncem nazionale, nel 70esimo di fondazione dell’Associazione.
“Abbiamo ricevuto, nel corso del 2022 – spiega Roberto Colombero, Presidente Uncem – oltre 40 tesi di laurea, che una commissione di Amministratori locali e docenti ha valutato. Sono materiali di grande valore, che diffonderemo dopo la premiazione, anche con articoli sui canali media e social Uncem”.
“Le tesi sono un patrimonio, ma prima ancora i giovani, gli studenti sono un Patrimonio – afferma il Presidente – Che dobbiamo valorizzare oggi. Sono il nostro Presente, non il futuro come spesso erroneamente pensiamo. Dobbiamo coinvolgerli, amano i territori, vogliono la crescita di comunità, Istituzioni, sanno le dinamiche e possono agevolare processi di crescita. Incontrarli e ascoltarli, il 27 giugno, sarà un primo importante passo”.

Di seguito, i titoli delle tesi di laurea pervenute a Uncem nel corso del 2022, secondo il bando predisposto.
1. Analisi di stabilità per frana complessa. Un caso studio a Campertogno, Valsesia (VC)
2. Unioni montane in Piemonte tra il non più e il non ancora
3. Sistema di teleriscaldamento di Luserna San Giovanni: analisi dell’esercizio, degli sviluppi futuri e calcolo del fattore di conversione dell’energia primaria
4. Usi civici e domini collettivi nella disciplina regionale piemontese
5. Patrimonio condiviso: una mappa di comunità per ipotizzare un Ecomuseo a Casazza (BG)
6. Valutazione delle politiche pubbliche. Un caso pratico relativo ad un ente locale: il servizio fondamentale di polizia locale
7. Biodistretto come occasione di sviluppo delle aree interne dell’Ogliastra – Recupero e trasformazione di un quartiere nel centro storico di Perdasdefogu
8. Uscire dalla marginalità. La Strategia Nazionale Aree Interne nella sua applicazione in Valle Maira e Valle Grana
9. Migranti per forza nelle valli valdesi. Riflessioni antropologiche su esperienze di accoglienza in trasformazione
10 L’impiego dei fondi strutturali europei nel territorio montano piemontese
11. Trent’anni di Convenzione delle Alpi
12. Trazione animale nel mondo forestale: vantaggi e svantaggi
13. “Antipasti und alte wege” Traduzione e commento di alcuni estratti di una guida sui sentieri di una valle piemontese
14. Il welfare locale nella strategia nazionale aree interne
15. Indagine conoscitiva sui castagneti della Val Pellice: valutazione delle dinamiche di involuzione della coltura e descrizione del germoplasma locale
16. Locali, nuovi montanari e villeggianti a Croveo: forme comunitarie e transnazionali di cura e valorizzazione del patrimonio culturale di una valle alpina
17. Il turismo lento e sostenibile – Un’idea di valorizzazione turistica di un’area rurale
18. Le politiche economiche per la montagna: strategie, opportunità e limiti nella gestione delle terre alte. Il caso Clickwood
19. Il contributo dell’ente di gestione delle aree protette delle Alpi Marittime all’economia locale
20. Busca e Casa Francotto. Un caso di studio di promozione attraverso l’arte e l’educazione
21. Influenza microbiologica sulla qualità del latte crudo bovino proveniente dalle aziende zootecniche affiliate alla latteria sociale antigoriana di Crodo
22. Ripensare i resort delle Alpi Occidentali. Il caso studio de La Chapelle presso Sauze d’Olux (TO)
23. Indagine etnobotanica in Valsesia: valorizzazione di specie vegetali eduli spontanee
24. Analisi a scala di paesaggio della struttura forestale e floristica dei boschi di neoformazione nel vallone del Fiolera, Valle Pesio, CN
25. Test di germinazione, analisi di metaboliti bioattivi e dna barcoding di specie fitoalimurgiche pedemontane
26. Adattamento del protocollo AWIN Goat per capre da latte in alpeggio: valutazioni di fattibilità
27. Cultura Condivisa: nuovi spazi di vita per la borgata di Vazon
28. Progetto di riqualificazione dell’ex villaggio idroelettrico di Morasco. Un nuovo scenario per l’Alta Val Formazza
29. Ré-Souviens: ipotesi progettuali per la trasformazione di un’area in stato di sottoutilizzo sita nella frazione Villaret di la Thuile in Valle d’Aosta
30. Valle Gesso on focus. Turismo sostenibile e cooperazione: quale futuro per la Valle Gesso?
31. Promuovere riflessività per generare cambiamento: un percorso di formazione in una equipe di comunità
32. La toponomastica del comune di Torre Pellice tra fonti storiche e competenze comunitarie
33. Come si può vivere in questi luoghi? Geografie e strategie di vivibilità nel contesto alpino. Il caso di Campolasalza a Massello (TO)
34. Curtivà. Percorsi di rigenerazione territoriale nelle Alpi Liguri. Il caso della Valle Argentina e del Borgo di Ciabaudo
35. An ògni gir de stra – analisi del sistema di fortificazioni e sentieri militari nell’area del Passo della gardetta (CN). Studio comparativo tra fonti cartografiche storiche e tecnologie
36. Il ruolo delle multiutility all’interno delle Strategie Regionali e Agende Metropolitane di Sviluppo Sostenibile
37. A nòsta mòda – inchiesta sociolinguistica sull’occitano della Valle Grana
38.Le politiche sociali ed ambientali: settore pubblico
39. Marchi per la promozione del legno nell’area alpina: attualità e prospettive
40. Andata e ritorno. Flussi transfrontalieri sulle Alpi sud-occidentali
41. Smart Village: una prospettiva di sviluppo per le Terre Alte

Kintsukuroi, dal Giappone l’arte di curare e aggiustare

L’usa e getta si è insinuato nelle nostre vite con grande prepotenza. Comodo in alcuni casi, seppur con conseguenze gravissime arrecate al nostro pianeta oramai visibili a tutti, in altri davvero incomprensibile o forse semplicemente insito e proprio delle moderne logiche di mercato che hanno condizionato le abitudini e  creato automatismi nella condotta quotidiana di gran parte delle persone. Non funziona più? Lo butto. Si rompe? Va nel cassonetto, senza appello, senza concedere una seconda possibilità. Il problema, la triste realtà è che l’ approccio al monouso si applica spesso anche alle relazioni, alle amicizie, ai rapporti con le persone e ricucire, in caso di conflitti o diversità,sta diventando sempre più difficile e inconsueto. Quel che si è rotto si è rotto passiamo al nuovo oggetto, cerchiamo nuove amicizie e relazioni all’insegna della perfezione e all’impeccabilità, cancelliamo e abbandoniamo.

Eppure il nostro percorso è fatto anche di delusioni, di ferite e di fratture, gli oggetti così come i rapporti sono per costituzionedelicati e frangibili, possono subire gli effetti del tempo e degli eventi provocando a se stessi crepe, a volte profonde. Il nostro viaggio su questa terra è fatto anche di ostacoli e di difficoltà, l’ideale è un’ ambizione spesso irrealizzabile e persino pericolosache ci espone a sentimenti di amarezza, siamo esseri imprecisi che producono cose difettose.

Dalla cultura giapponese, in netta controtendenza con le corrente vocazione alla sostituzione, ci perviene una vera e propria arte, il Kintsukuroi, che letteralmente vuol dire “riparare con l’oro”. Questo tecnica che mira alla rivalutazione degli oggetti, non soltanto ridandogli nuova vita ma elevandone persino il valore, è un metodo che può essere applicato anche  alle ferite dell’anima, utilizzato per curare le delusioni provocate dal comportamento umano, imperfetto, complesso, spesso contorto e incomprensibile.

Il Kintsuroi è una “metafora”, una filosofia per la vita quotidiana,  utile a farci accettare la fragilità e la vulnerabilità della nostra esistenza, l’unicità che ogni vita o cosa  possiede grazie ai suoi difetti, alle insicurezze, alle manchevolezze che, troppo spesso, ci provocano frustrazioni a causa del mito della perfezione che tanto celebriamo.

Lo psicologo Tomas Navarro, fondatore di un centro di consulenza per il benessere emotivo, ha dedicato un libro al Kintsukuroi dove ci spiega come guardare gli oggetti, così come a noi stessi, con occhi nuovi e dove fa incontrare questa saggia arte giapponese con la filosofia zen e la psicologia occidentale. Attraverso una scrittura gentile Navarro ci insegna come curare le ferite interiori con lo stesso metodo con cui si ripara con l’oro in Giappone, per fare di noi stessi “creature forti e preziose”.

“Ciò che si è rotto può essere ricomposto, la sua apparente fragilità si è trasformata in una forza manifesta”.

Maria La Barbera 

Lega, Molinari riconfermato segretario regionale

Preioni e il gruppo regionale Lega Salvini Piemonte si congratulano con l’onorevole Riccardo Molinari per la riconferma a segretario regionale: “un plebiscito per chi continuerà a guidare la Lega piemontese verso altri grandi successi”

Il gruppo regionale Lega Salvini Piemonte esprime le sue più vive congratulazioni a Riccardo Molinari per la sua riconferma a segretario nazionale del Piemonte. Una acclamazione unitaria e senza divisioni che conferma la totale fiducia in una guida che, insieme a quella del nostro leader Matteo Salvini, ha permesso alla Lega piemontese di raggiungere risultati mai tanto lusinghieri nella sua storia. Un partito che ha in sé una vocazione di buon governo, come dimostra il suo ruolo maggioritario nella guida della Regione, e che oggi si prepara a nuove sfide, a iniziare dalla tornata elettorale del prossimo anno. Un partito che ha scelto la città della Carta di Chivasso per il suo congresso regionale: un luogo simbolo per confermare la sua tradizione autonomista e federalista. Capisaldi di un pensiero politico che Riccardo Molinari ha posto al centro della sua azione di segretario regionale. E che saranno principi ispiratori nell’azione di governo che la Lega continuerà ad avere in Piemonte e nei tanti Comuni guidati dai suoi amministratori. 

Lo dichiara in una nota il capogruppo della Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni a nome di tutti i consiglieri regionali del Carroccio.

Da inizio anno più di due milioni di turisti in Piemonte

+14% TRA APRILE E MAGGIO, BOOM DI STRANIERI

Tra gennaio e maggio di quest’anno sono arrivati in Piemonte oltre 2 milioni di turisti per 5 milioni di pernottamenti. Solo negli ultimi due mesi, tra aprile e maggio, gli arrivi sono stati oltre 1.080.000 e 2.760.000 i pernottamenti, con un aumento del 14 e dell’11 per cento rispetto all’anno precedente. La crescita è del 37 per cento se si considerano solo gli arrivi dall’estero.

Questi i numeri diffusi dalla Regione Piemonte e da VisitPiemonte per quanto riguarda i primi cinque mesi del 2023.

«Si tratta di numeri che confermano l’ottima crescita delle performance turistiche del Piemonte – commenta il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – dopo la crescita registrata nel 2022, quando si sono raggiunti 5,5 milioni di arrivi e quasi 15 milioni di presenze, segnando un aumento del 3,3 per cento rispetto al 2019, e del 56 per cento rispetto al 2021. Mentre l’Italia nel suo complesso nel 2022 ha raggiunto risultati ancora in difetto rispetto al livello pre-Covid con un saldo di presenze pari a -8 per cento, il Piemonte ha superato quei numeri e continua a crescere».

risultati positivi arrivano alla vigilia del ritorno della promozione del Piemonte sulle reti Rai, Mediaset e La7.

«Anche quest’anno il Piemonte torna protagonista sulle reti televisive. Da domenica infatti sulle reti Mediaset – illustra l’assessore al Turismo Vittoria Poggio – andranno in onda gli spot pubblicitari durante i servizi del meteo. Sulla Rai invece saremo presenti con vari servizi su Camper e su Linea Verde Estate. Questa programmazione televisiva ci permetterà di attrarre nuovi visitatori, o far scoprire nuovi angoli del nostro territorio a chi già lo conosce, grazie ai contenuti puntuali delle trasmissioni e di diffondere il messaggio capillarmente grazie agli spot pubblicitari. Lo scorso anno, come testimoniano i dati, abbiamo tratto un grandissimo beneficio di presenze grazie alla comunicazione televisiva quindi siamo certi di aver intrapreso la strada giusta».

A conferma dei risultati della primavera, sono favorevoli anche le tendenze per i prossimi mesi estiviper il primo week end di luglio, ad esempio, sulle piattaforme online (Online travel agency, Ota) che offrono circa il 40 per cento delle camere disponibili in Piemonte, risulta prenotabile solo una camera su 4, mentre per Torino, dove l’offerta online rappresenta il 63 per cento delle camere totali, quelle ancora prenotabili sono circa il 40 per cento.

«Dopo gli ottimi risultati turistici dei mesi primaverili, ci aspettiamo un’altra stagione di grandi soddisfazioni, grazie all’intensa attività di promozione all’estero in fiere, workshop e incontri e agli investimenti pubblicitari pianificati per la campagna dell’estate 2023, declinata sui temi chiave gusto, Unescoarte e cultura, outdoor – spiega Beppe Carlevarispresidente del consiglio di amministrazione di VisitPiemonte – Spot e trasmissioni televisive in collaborazione con i principali network italiani: “Linea Verde Sentieri” e “Camper” della Rai; cartoline meteo e branded video sulle reti Mediaset; campagne spot su La7 e trasmissioni dedicate con “L’Italia Che Mi Piace…in viaggio con Raspelli” su Alma Tv, Canale Europa, TV Plus, Amazon Fire TV e Roku. Programmazione su Radio Montecarlo, Radio Deejay e Radio Capital. E, inoltre, uscite su La Stampa, Repubblica, Il Venerdì e D di Repubblica, National Geographic Travel, Il Gusto, Corriere della Sera, Bell’Italia e altri. Per i mercati internazionali abbiamo studiato campagne digitali in programmatic e di engagement sui social media nell’area DACH (di lingua tedesca), Francia, Regno Unito, Paesi Scandinavi e Spagna, oltre alla realizzazione di contenuti ad hoc sulle peculiarità turistiche dei territori piemontesi».

Tornando ai dati della primavera, e alla forte crescita del turismo straniero dopo i due anni di pandemia, i numeri dimostrano che è la Germania il primo mercato di provenienza estera, seguita da Svizzera, Francia, Regno Unito e Paesi Bassi, che incrementano i loro arrivi e presenze di oltre il 20 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022. Al sesto posto si piazzano gli Stati Uniti d’America con un incremento di circa il 50 per cento.

In base all’elaborazione dell’Osservatorio Turistico della Regione Piemonte si evidenzia che sono in crescita tutti i prodotti turistici:

• la zona dei laghi registra nella primavera 2023 un incremento del 19 per cento per gli arrivi e del 28 per cento per le presenze rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente;

• la montagna registra una variazione positiva per gli arrivi e un incremento nei pernottamenti: +5 per cento di arrivi e +8 per cento di presenze rispetto allo stesso periodo del 2022;

• è positiva anche la performance delle colline piemontesi, dove si registra un aumento del 9 per cento di arrivi e dell’11 per cento di pernottamenti rispetto allo stesso periodo dell’anno passato;

• Torino e la prima cintura dimostrano un incremento del 17 per cento di arrivi e un leggero calo in termini di pernottamenti.

Sempre in base ai dati elaborati dall’Osservatorio Turistico della Regione Piemonte, si evidenzia che nel periodo aprile-maggio 2023 il monitoraggio delle recensioni online conferma l’aumento dei visitatori in Piemonte: il numero di recensioni, che è direttamente correlato agli arrivi turistici, in questi due mesi è aumentato del 10 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022. In particolare sono cresciute del 6,7 per cento quelle relative alla zona dei laghi, dell’8 per cento quelle per la montagna, del 10,2 per cento quelle per la zona delle colline e dell’11,8 per cento quelle di Torino e prima cintura. Si tratta, nella stragrande maggioranza dei casi, di recensioni positive. Il sentiment per il “prodotto Piemonte” nel suo complesso – ricettività, ristorazione e attrazioni – è pari a 87,2 punti su 100, superiore a quello dell’Italia, pari a 86,7/100. Per quanto riguarda il comparto ricettività il Piemonte raggiunge 85,1 punti su 100 contro gli 84,5 dell’Italia.

Torino, è morto il bimbo malato che aveva ricevuto la visita dei supereroi

Mirko, piccolo paziente di 7 anni, è morto all’ospedale Regina Margherita di Torino, dove era ricoverato per una forma aggressiva di tumore ai polmoni. Lo scorso 2 giugno, aveva ricevuto la visita di alcuni volontari vestiti da  “supereroi” dei fumetti che si sono trovati sotto la sua finestra in risposta a una richiesta dei genitori.

“Emozioni sulla tela” a Bardonecchia

 

“Emozioni sulla tela”. È il titolo della mostra dedicata all’opera di Francesco Paula Palumbo, inaugurata  al Palazzo delle Feste, nell’ambito della rassegna Scena 1312 Art, realizzata dal Comune di Bardonecchia.

In tutto ventuno opere dell’artista (1917- 2008), che ha iniziato la sua carriera artistica negli anni 30 sotto la guida del fratello Simone, collaboratore di Umberto Mastroianni.

Fiori, frutti, paesaggi raccontano l’opera dell’artista con toni di colori accesi, forte attenzione ai particolari ed alle dimensioni e prospettive. Grande cura anche nelle originali cornici che accompagnano le diverse opere.

” Mio papà non ha mai vissuto a Bardonecchia ma qui ho ritrovato molti spunti che, curiosamente, richiamano ai luoghi della sua vita e della sua attività. Ha abitato nel quartiere ovest di Torino dove molte vie sono intitolate proprio alle località che di trovano nei dintorni di Bardonecchia” spiega Claudio Palumbo, figlio dell’artista e curatore della mostra. “E non è la sola analogia: passeggiando per questa località e per le frazioni vicine – prosegue- ho ritrovato immagini intagliate in legno che richiamano nei colori ed in una certa tridimensionalità l’opera di mio padre. Ultima curiosità il numero 45 , che era il civico della via, dove c’era lo studio di mio padre, ed è anche il civico dove si trova il Museo dell’Intaglio al Melezet. È quasi un ritorno alle proprie origini, pensando che le vie in cui ha abitato e lavorato sono qui vicino al Palazzo delle Feste, che da oggi al 10 luglio ci riceve”.

L’esposizione dedicata all’opera di Palumbo, inaugurata oggi, è la diciottesima, realizzata negli ultimi quattro anni con circa 12500 visitatori complessivi.

 

Arturo Brachetti ambasciatore di Torino nel mondo

 

È Arturo Brachetti il nuovo ambasciatore nel mondo delle eccellenze del territorio torinese. A conferirgli il titolo, nel corso di una cerimonia che si è svolta questa mattina, nel giorno del Santo Patrono della città, nella Sala del Consiglio Comunale di Palazzo Civico, sono stati il Sindaco Stefano Lo Russo e il Vicepresidente Vicario del Consiglio Comunale Domenico Garcea.

“Attore, illusionista, regista e trasformista, ad oggi ritenuto il più importante interprete del trasformismo teatrale a livello mondiale, Arturo Brachetti – riporta la motivazione del riconoscimento – ha collaborato con le più importanti realtà d’Europa, introducendo innovazioni tecnologiche, ricevendo riconoscimenti internazionali e raggiungendo altissimi traguardi artistici”.

Nato a Torino, città magica per eccellenza, nel 1957 l’artista ha cominciato la sua carriera a Parigi poco più che ventenne. Da qui in poi la sua carriera è stata inarrestabile, in un crescendo continuo che lo ha affermato come uno degli artisti italiani di livello internazionale, ma con il cuore sempre a Torino, dove vive tra uno spettacolo e l’altro. Trai i numerosi riconoscimenti artistici ricevuti nella sua carriera figurano il premio Molière e il Laurence Olivier Award. Nel 2011 diviene Chevalier des Arts et des Lettres su iniziative del Ministero della cultura francese mentre nel 2014 viene insignito del titolo di Commendatore dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Nel ricevere la pergamena e il distintivo di ambasciatore nel mondo delle eccellenze del territorio torinese, Arturo Brachetti ha sottolineato: “Torino è la mia città non solo perché ci sono nato ma perché ho sempre creduto in lei, anche quando era triste e grigia e io, invece, la sognavo a colori. Negli anni ho imparato a scoprirla nelle sue pieghe e contraddizioni più profonde. Ho ricevuto con immenso piacere la comunicazione del mio conferimento come ambasciatore delle eccellenze di Torino e ringrazio il Sindaco Stefano Lo Russo e attraverso lui tutti i e le torinesi. Nonostante i miei viaggi, io sono molto legato alla mia città di cui mi appassionano la storia, la cultura ma soprattutto l’energia e la sua capacità di trasformarsi, da sempre. Se guardate la sua storia più recente, ogni cento anni (ma a volte anche meno)  questa città ha cambiato pelle, ha saputo immaginarsi nuova e adattarsi ai cambiamenti. E questo sapete cosa vuol dire? Che il futuro è tutto da scrivere, insieme a tutti i torinesi per nascita o per scelta, che vogliono guardare avanti.”

“Siamo davvero contenti di affidare questo ruolo importante ad Arturo Brachetti – ha detto il Sindaco Stefano Lo Russo– che porta il nome di Torino sui palcoscenici di tutto il mondo e che, pur viaggiando moltissimo, conserva uno stretto legame con la città, dove non è insolito incontrarlo a passeggiare o in un caffè. Torino, proprio come fa Arturo nei suoi spettacoli, si sta trasformando velocemente. Come ambasciatore gli chiedo di aiutarla a credere di più in sé stessa e a raccontarsi meglio nel mondo”.

La Città ha istituito il titolo di ambasciatore nel mondo delle eccellenze del territorio torinese nel 2020 per destinarlo a cittadini, torinesi e non, che si siano distinti per il loro contributo allo sviluppo e all’immagine del territorio torinese. Gli ambasciatori vengono inseriti in un apposito albo e hanno il compito di rappresentare e di promuovere le eccellenze del territorio e del patrimonio artistico, architettonico e culturale che Torino può offrire a turisti, istituzioni e imprese di tutto il mondo.

Torino, 24 giugno 2023