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Pd, Legge stabilità: “Bene i 500 mila euro a tutte le Aps”

SARNO (PD): “E NON SOLO ALLE ACLI. E’ UNA VITTORIA DELLE OPPOSIZIONI”

 “Abbiamo svolto, in I Commissione, le prime determinazioni sulla Legge di Stabilità 2024, un provvedimento più complesso e più articolato degli scorsi anni. Nel testo si rileva che il Presidente Cirio e la sua maggioranza, come avevamo suggerito in sede di variazione di Bilancio, hanno compiuto un passo indietro rispetto all’assegnazione, a seguito dell’emendamento Preioni, di 500 mila euro solo alle ACLI. I fondi andranno a tutte le Associazioni di Promozione Sociale (APS). Ricordiamo che il Forum del Terzo Settore del quale le ACLI fanno parte, aveva definito quella decisione discriminatoria nei confronti di tutte le altre APS. Adesso il vulnus verrà sanato in senso di giustizia e equità: una vittoria delle opposizioni” dichiara il Consigliere regionale del Partito Democratico Diego Sarno.

Ecco la nuova “GAM” dell’era Bertola

Alla presenza delle Istituzioni, la nuova direttrice della “GAM” di Torino, Chiara Bertola, ha presentato un ricco pacchetto di “riflessioni” sul futuro del Museo di via Magenta

Da Venezia a Torino. Nuova direttrice, dall’ottobre 2023 della “GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea” di Torino (succeduta alla direzione di Riccardo Passoni), Chiara Bertola, nata a Torino (classe ’61) ma, da tempo residente e operante a Venezia (dove, fra i tanti incarichi, è curatrice del progetto di arte contemporanea “Conservare il futuro” alla veneziana “Fondazione Querini Stampalia” dal 1999 ad oggi), ha presentato alla Città, presente il sindaco Stefano Lo Russo, le linee guida del suo mandato, la sua “visione per il futuro” del Museo ed il ricco e variegato programma espositivo del 2024. All’incontro presenziava anche il presidente della “Fondazione Torino Musei” Massimo Broccio, con il quale sono stati delineati i primi interventi della “revisione degli spazi”, in previsione del prossimo “concorso progettuale” che interesserà l’intero edificio progettato nel 1959 da Carlo Bassi e Goffredo Boschetti. “Con la nomina di Chiara Bertola – ha sottolineato Massimo Broccio – non solo prende avvio la sua nuova visione per il Museo e il suo ricco programma 2024 ma anche il percorso di riqualificazione dell’edificio. Entro l’anno sarà infatti esperito il Concorso internazionale di progettazione, ma annunciamo oggi come assoluta novità quello che abbiamo chiamato il ‘Lotto zero’, ovvero mirati interventi di temporanea rivisitazione dei locali, propedeutici al futuro cantiere, condotti nel foyer e al primo piano, a cui si accompagna la importante riapertura del ‘secondo piano’, dove troverà collocazione anche un ‘Deposito vivente’, in cui le opere saranno visibili dal pubblico attraverso uno sguardo dal di dentro, da dietro le quinte, così come sono abituati a vederle gli addetti ai lavori. La nomina di Chiara Bertola e le altre novità che riguardano l’edificio sono il primo concreto passo per una trasformazione attesa e necessaria, che investe sia il progetto culturale del Museo sia la sua architettura, tracciando un ponte tra una storia ormai antica e la consapevolezza degli orizzonti culturali futuri che ne modificheranno il ruolo”. Il futuro è dunque importante “trasformazione”, deciso cambio di passo, per la “GAM”. Culturale e strutturale. Molteplici, in questo senso, le principali “riflessioni” appuntate sul taccuino “GAM del Futuro”, su cui lavorerà la nuova direttrice. Da “La ‘GAM’ come organismo sapiente e accogliente”(Museo aperto all’intera comunità) fino all’ideazione di uno “Spazio nuovo”(“ripulendo le stratificazioni successive alle origini per denudare lo scheletro dell’edificio iniziale”), il tutto passando attraverso un prezioso “Lavoro di rete” con le altre istituzioni culturali del territorio, riconoscendo il valore di “due anime”, entrambi essenziali come il “rigore” verso la più nobile storicità dell’arte ma anche l’apertura al “deragliamento” verso “un’anima sperimentale, vitale e gioiosa, in sintonia con i giovani fruitori, con i nuovi artisti e le nuove creatività”. Grande attenzione alle preziose “Eredita’” acquisite dal Museo, non meno che alle “nuove progettazioni”. Su questa linea si muoveranno il “Programma Primavera– Estate 2024” (in primo piano, dal 24 aprile al 15 settembre, la grande retrospettiva dedicata a “Italo Cremona. Tutto il resto è profonda notte”)  e la “Prima Risonanza Autunno 2024”, sotto la direzione di Chiara Bertola, dal 16 ottobre 2024 al 15 marzo 2025.

Punto chiave del tutto, il Capitolo “Un Museo verso il Futuro. La nuova Gam 4.0”. Ancora il presidente Broccio: “ Si tratta del grande progetto – supportato dalla ‘Fondazione Compagnia di San Paolo e dalla sua partecipata, la ‘Società Prisma’ – di rigenerazione della prima Galleria Civica di arte nata in Italia e dell’avveniristica sede in cui è ospitata, attraverso principi di sostenibilità ambientale e risparmio energetico, innovazione architettonica e tecnologica e nuovi modelli di fruizione museale, che sappiano coinvolgere e attrarre il pubblico di domani. Entro il prossimo mese di maggio la ‘Fondazione’ pubblicherà il bando per la selezione del gruppo di professionisti a cui affidare la progettazione dell’intervento, con l’obiettivo di aggiudicare il concorso entro la fine del 2024”.

“L’obiettivo – conclude Chiara Bertola – è creare un’Istituzione in grado di mettersi in relazione con il mondo, dentro e fuori dalle proprie mura. Mi piacerebbe che la ‘GAM’ si trasformasse il più possibile in un luogo complesso, vivo e inclusivo, che riuscisse ad accendere e riattivare le opere e le idee del patrimonio ereditato, proponendole sotto una nuova luce e riposizionandole in una nuova costellazione di senso”.

Gianni Milani

Nelle foto: Chiara Bertola e GAM esterni

Braille, “Toccare per leggere”. Una settimana di iniziative nelle Biblioteche civiche

Le Biblioteche civiche torinesi si preparano a celebrare il 21 febbraio, Giornata nazionale del Braille, con una settimana di iniziative, dal 19 al 24 febbraio, organizzate in collaborazione con le sezioni locali dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli ipovedenti (UICI), dell’Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti (APRI) e con il Servizio Disabilità Sensoriali della Città di Torino.

Il Braille, inventato dal giovane Louis Braille nel 1824, è il sistema di scrittura e lettura tattile utilizzato in tutto il mondo dalle persone non vedenti. Per celebrare questa importante forma di comunicazione e accessibilità, le Biblioteche civiche torinesi hanno in programma una serie di attività con l’obiettivo di promuovere e mettere in risalto l’importanza, la bellezza e l’attualità del Braille.

Le iniziative comprendono l’allestimento di punti informativi presso quattro sedi del Sistema bibliotecario urbano, dove i volontari delle associazioni incontreranno il pubblico per fornire informazioni e occasioni di sperimentazione della lettura tattile, conoscere i servizi per la lettura accessibile e toccare con mano le risorse in braille disponibili nelle raccolte delle Biblioteche civiche.

Per tutta la settimana saranno inoltre organizzate visite didattiche dedicate alla scuole presso la Biblioteca Braille della Città, recentemente riaperta al pubblico nei locali storici di via Nizza 151.

Mercoledì 21 febbraio la Biblioteca civica Alberto Geisser (corso Casale 5 – Parco Michelotti) ospiterà la celebrazione della Giornata Nazionale del Braille alla presenza delle autorità e dei rappresentanti delle associazioni. A partire dalle ore 16 Marco Bongi (presidente APRI), Gianni Laiolo (presidente UICI Torino), Angelo Panzarea (UICI Torino) e Elisabetta Grande (Università degli Studi di Torino) presenteranno la storia, gli sviluppi e le più recenti applicazioni del sistema Braille. Seguiranno una visita guidata alla mostra Beautifully Diverse, a cura di Print Club Torino e un laboratorio teatrale condotto dall’artista ipovedente Erica Pianalto.

Le Biblioteche civiche torinesi uniscono le forze con l’associazionismo e i servizi cittadini per promuovere la cultura dell’accessibilità e dell’inclusione, allo scopo di ispirare e guidare la comunità verso la piena partecipazione di tutti alla vita culturale e sociale.

Per informazioni:

https://bct.comune.torino.it/programmi-progetti/progetto/toccare-leggere

Monferrato in Mostra alla 75a “San Giuseppe”

Si avvicina la data di Venerdì 15 marzo, giorno di inaugurazione dell’edizione numero 75 della Mostra Regionale di San Giuseppe a Casale Monferrato e iniziano a delinearsi le prime novità dell’evento.

Una, in particolare, riguarda gli orari del sabato che prevedono l’ingresso in Fiera sin dal mattino sia il 16 che il 23 marzo anziché alle ore 15 come avveniva nelle precedenti edizioni. Invariato è invece l’orario di chiusura sempre alle ore 23 tutti i giorni.

Inoltre per consentire di ‘gustare’ la Mostra con maggiore tranquillità e comodità, saranno collocati panche e tavoli anche nei due angoli espositivi della Piazzetta del Gusto e della Piazza del Vino che si vanno ad aggiungere a quelle già presenti nell’area del ristorante.

A proposito di cibo e ristorazione è proprio in questo settore che ci sarà una ‘chicca’ di sapore davvero internazionale (anzi è il caso di dire intercontinentale) che andrà ad aggiungersi ai gusti ed ai sapori degli espositori locali, regionali e nazionali: ci saranno, infatti, due grandi stand per la somministrazione e la vendita di prodotti spagnoli come la paella e la sangria, argentini con empanadas e churros e messicani.

La San Giuseppe 2024, insomma, assocerà l’offerta di questo vero e proprio ‘Rione Latino’ all’Eccellenza Italiana del food e del beverage e ai prodotti della terra di Monferrato con tutti i suoi ottimi vini.

La Mostra di San Giuseppe si terrà al Polo Fieristico Riccardo Coppo di Casale Monferrato dal 15 al 24 marzo 2024 organizzata dalla società D&N Eventi S.R.L. con il patrocinio della Regione Piemonte, del Comune di Casale Monferrato, della Provincia di Alessandria, della Provincia di Mantova, Unione dei Comuni della Valcerrima, Confartigianato Imprese Alessandria, Confagricoltura Alessandria, Asproflor.

Tra i partner della Manifestazione figurano, Coniolo Fiori e Vivai Varallo.

Nello stesso periodo in cui si svolgerà la Fiera, non mancherà neppure il tradizionale Luna Park installato in piazza D’Armi, di fronte al Polo Fieristico Riccardo Coppo, appuntamento molto atteso ogni anno da giovani e giovanissimi

Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi a

D&N Eventi S.r.l.

Cell. 335/7404114

info@mostrasangiuseppe.it

info@deneventi.it

www.deneventi.it

Orari:

Feriali: dalle 18 alle 23

Sabato 16 Marzo : dalle 11 alle 23

Sabato 23  Marzo : dalle 11 alle 23

Domenica 17 Marzo: dalle 11 alle 23

Domenica 24 Marzo : dalle 11 alle 22.

Creative Jazz Quartet all’Osteria Rabezzana

Via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

Mercoledì 21 febbraio, ore 21.30

Il cool jazz californiano

 

Un repertorio che ripercorre il songbook americano, l’interpretazione di melodie intramontabili con una sonorità caratteristica priva di strumento armonico, reminiscenti del cool jazz californiano e rese famose dal quartetto del sassofonista Gerry Mulligan.

Lo swing, lo stile contrappuntistico, gli arrangiamenti originali e l’improvvisazione sono gli ingredienti principali che contraddistinguono l’interpretazione dei più famosi standards della storia del jazz da parte del Creative Jazz Quartet.

L’accurata scelta del repertorio permette di ricordare i musicisti più rinomati, da Louis Armstrong a Stan Getz. Non mancano le esplorazioni della scena “underground” del jazz degli anni ’50 e ’60 con artisti come Gigi Gryce, Sonny Clark e Freddie Red, avvalendosi, per alcuni progetti, della collaborazione artistica del sassofonista newyorkese Chris Byars come arrangiatore e “guest soloist”.

FORMAZIONE

Stefano Bassalti, flicorno e tromba

Francesco Senia, sax baritono

Fabio Mazzola, contrabbasso

Stefano Bonacina, batteria

Ora di inizio: 21.30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

“Non c’è disabilità senza sguardo sulla disabilità”

Sala Trasparenza – Grattacielo Regione Piemonte / L’Associazione Nuova Generazione per il Bene Comune WeGlad in collaborazione con la CPD – Consulta per le Persone in Difficoltà grazie al bando per il “Sostegno a progetti di rilevanza locale promossi da organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni del Terzo Settore” della Regione Piemonte e al coinvolgimento dell’Assessorato alla Famiglia, Bambini, Casa, Benessere Animale, Pari Opportunità, Personale e Affari legali, ha varato il progetto “Non c’è disabilità senza sguardo sulla disabilità”.

Si tratta di un passo storico per tutta la pubblica amministrazione e in particolare per la Regione Piemonte che, tra le prime in Italia, sposando questa iniziativa, ha preso una decisione importante: d’ora in avanti tutti i propri dirigenti e posizioni organizzative dovranno conoscere quale sia il giusto approccio, in ogni atto tecnico, linguistico, giuridico o semplicemente umano, da osservare rispetto a tutte le tematiche inerenti al mondo della disabilità.

Nello specifico “Non c’è disabilità senza sguardo sulla disabilità” si propone una serie di obiettivi, in primo luogo quello di creare una maggiore consapevolezza e formare dipendenti ed eventualmente amministratori pubblici sull’importanza dell’accessibilità, ma anche sulle terminologie più appropriate e simbolo del primo segnale dell’attenzione nei confronti delle persone con disabilità. In più attraverso questo percorso si intende soprattutto sensibilizzare le nuove generazioni, anche sul valore del gesto del singolo, che mediante la tecnologia può fornire un aiuto fondamentale alla propria comunità.

L’altro macro-obiettivo è quello di creare una mappatura che ingaggerà tutti i dipendenti della Regione Piemonte grazie anche alla promozione di un testimonial d’eccezione come Luca Argentero, rappresentante di 1 Caffè Onlus, i quali saranno chiamati a mappare tutte le barriere architettoniche che riscontreranno nel loro percorso casa-lavoro entro due mesi a partire dal 1 marzo 2024.

L’azione si svilupperà attraverso lo strumento del Mappathon, una challenge realizzata con l’app WeGlad, in cui i migliori “mappatori” saranno premiati a giugno presso la sede di 1 Caffè Onlus al Villino Caprifoglio. In questo modo sarà possibile per esempio realizzare una fotografia istantanea relativa all’accessibilità delle strade, identificando tutte le barriere architettoniche presenti come buche, gradini, terreni sconnessi, passaggi stretti, scale, etc. che pregiudicano la mobilità alle persone con difficoltà motorie.  Oltre a questi spazi urbani, la mappatura riguarderà i luoghi pubblici o aperti al pubblico e i locali attualmente non censiti, ma di primaria necessità per la propria autonomia, in modo da conoscere se un locale può o meno accogliere una persona.

La fascia dei beneficiari di queste attività in realtà è molto ampia, perché oltre alle persone con disabilità comprende anche tutte le persone con difficoltà di deambulazione, in particolare anziani, fino ai genitori con passeggini, per cui l’impatto sociale di questo nuovo paradigma va ben oltre le tipiche categorie protette.

Infatti, al di là delle sue finalità immediate, l’iniziativa ideata dal gruppo di associazioni del Terzo Settore vuole attuare un vero cambio culturale in cui la disabilità non sia un tema di cui si occupino solo specialisti del settore e associazioni di persone con disabilità, ma diventi un pensiero di tutti e sia trasversale ad ogni politica di sviluppo.

Da questo punto di vista la Regione Piemonte si sta impegnando a svolgere un ruolo attivo in questo processo di trasformazione, essendo un ente erogatore di contributi e promotore di tante iniziative distribuite su tutti i settori della vita comunitaria (interventi architettonici, culturali, trasporto etc.) e attraverso le proprie scelte può fare davvero la differenza sulle nuove politiche di sviluppo del contesto.

 

Al termine della conferenza stampa tutti i presenti sono stati invitati a sperimentare l’app WeGlad, spostandosi all’esterno del Grattacielo per partecipare a un percorso guidato di mappatura ed avere una dimostrazione delle potenzialità di questa innovazione tecnologica.

 

Spesso si sente parlare di cittadinanza attiva – spiega l’assessore regionale alla Famiglia e al Personale, Chiara Caucino – In questo caso siamo di fronte a un progetto rivoluzionario che definirei di “cittadinanza proattiva”, perché la mappatura rappresenta davvero quella virtuosa collaborazione fra cittadini (in questo caso i dipendenti della Regione) e Enti pubblici per migliorare il proprio territorio, la propria città, la vita delle persone. Perché – prosegue Caucino – in troppi danno per scontato che l’abbattimento delle barriere architettoniche sia un problema quasi del tutto risolto, ma purtroppo così non è: nonostante i grandi sforzi fatti in questi ultimi anni infatti sono ancora parecchi gli ostacoli – spesso nascosti – che possono ostacolare le persone con disabilità. Da qui l’idea di raccogliere le segnalazioni direttamente da chi si imbatte in questi ostacoli nella vita di tutti i giorni, per poter analizzare ogni situazione e, nel caso, agire tempestivamente. Una sinergia, forse unica, che può diventare un vero e proprio modello. Senza dimenticare – conclude Caucino – la formazione, che verrà impartita ai nostri dirigenti e alle nostre “posizioni organizzative” per aumentare la sensibilità su un fenomeno di cui si parla molto ma che in realtà pochi conoscono davvero a fondo“.

 

Come Associazione Nuova Generazione per il Bene Comune – dichiara il presidente dell’Associazione, Andrea Ferraris – vogliamo ribadire, con questo progetto, l’importanza di un approccio inclusivo e sensibile alle sfide delle persone con disabilità. Il metodo formativo previsto dal progetto mira a fornire alla pubblica amministrazione strumenti pratici e conoscenze specializzate, per affrontare le sfide legate alla gestione delle diverse esigenze e realtà delle persone con disabilità, contribuendo così a migliorare i servizi offerti“.

 

La nostra tecnologia – dichiara il founder & CEO WeGlad, Petru Capatina – può accelerare esponenzialmente la trasparenza dell’accessibilità. Questo è un segnale. Pubblico, privato e terzo settore insieme, per un obiettivo di ordine superiore, è raro e promettente. Apprezziamo la lungimiranza collaborativa della Regione Piemonte nell’adozione di WeGlad e del Mappathon come strumento. Auspichiamo che potrà essere d’esempio per altre Regioni.”

 

Chi non si informa, si ferma – dichiara il direttore della CPD, Giovanni Ferrero – Nel settore della disabilità è importante andare avanti per alzare il livello culturale di tutti i cittadini, in primis di chi si occupa della produzione di atti amministrativi che andranno a regolare i diversi ambiti della nostra società. Nel caso del progetto adottato dalla Regione Piemonte, i dirigenti e le posizioni organizzative svolgeranno una formazione specifica sui temi della disabilità mentre tutti i dipendenti regionali saranno invitati a compiere una mappatura che rappresenterà un’occasione unica per capire meglio i problemi e le possibili soluzioni che bisogna attivare per far vivere una vita migliore alle persone con disabilità. Si tratta di un passo fondamentale e la Regione Piemonte, che si pone tra le prime in Italia a mettere in atto un’azione verticale di questo genere, merita un plauso per aver voluto coinvolgere tutti i suoi organi interni in un percorso di crescita professionale di forte impatto sociale“.

Carrozzine rigenerate per la Città della Salute

Martedì 20 febbraio alle ore 10, presso il COES (Centro Oncologico Ematologico Subalpino) dell’ospedale Molinette di Torino (via Cherasco 15), si terrà un momento di ringraziamento per la donazione da parte dei Lions Club Rivoli Castello di 7 carrozzine rigenerate alla Città della Salute di Torino con destinazione d’utilizzo al COES ed al reparto e ambulatorio di Oculistica dell’ospedale San Lazzaro. I Lions International donano queste carrozzine dando nuova vita ad ausili ormai dismessi ma ancora utilizzabili, dopo una revisione, per le persone che ne hanno bisogno. I Lions International da sempre hanno diretto le loro scelte ed azioni verso il bene della comunità, coinvolgendosi in diversi settori, tra i quali la disabilità, la malattia, l’ambiente. In questo caso la loro azione ha coinvolto l’ospedale, la casa di tutti noi nei momenti di maggiore fragilità, una casa che, pur nella sua complessità, vuole essere accogliente ed anche adeguata ai tempi, inserendosi nei circoli virtuosi green necessari per salvaguardare il Pianeta. Le carrozzine sono prodotte dall’imprenditore Danilo Ragona (Custom Regeneration S.r.l. Benefit), che si occupa di Economia Circolare e Sociale, mentre l’Azienda Ferrero Med, che si occupa della distribuzione di ausili per persone con disabilità, si è impegnata nel rinnovo degli stessi nel pieno rispetto dell’ambiente, puntando al riciclo delle risorse per il bene del pianeta.

Al Museo MIIT Gianna dalla Pia Casa e  Gian Piero Nuccio

Inaugura giovedì 22 febbraio prossimo una duplice mostra presso il museo MIIT di Torino, in corso Cairoli 4. Si tratta delle due personali di Gianna Dalla Pia Casa “Tristano e Isotta. Opere in acrilico” e Gian Piero Nuccio “Sfasature. Opere di incisione” che si terranno fino al 5 marzo prossimo, con inaugurazione giovedì 22 febbraio dalle 17.30.

Si tratta di artisti e linguaggi differenti, ma al tempo stesso complementari per sensibilità e intuizione creative, che danno vita a una doppia esposizione dai contenuti raffinati e intensi e che pongono in luce idea, mestiere e unicità espressiva.

“Da alcuni anni, dopo il passaggio dall’Iperrealismo, la mia ricerca è orientata all’analisi del segno pittorico e del grafismo della scrittura, al recupero di simboli e soggetti classici e arcaici e alla riflessione sull’impatto del colore. In questa mostra il filo conduttore, palese nei titoli, è la leggenda di Tristano e Isotta, tratta dal celebre “ Tristan und Isolde” di Richard Wagner nella traduzione italiana. Il connubio tra segni di scrittura, stesure pittoriche e immagini simboliche, invitano a una doppia lettura per la stratificazione di significati su sfondi chiaramente astratti. Sono un esempio la “treccia” o intreccio del racconto, il “nodo” o nodo del discorso, l’uso della spirale di Fibonacci, nella sua versione geometrica. Il colore resta importante per le sue suggestioni visive ancor più delle regole principali della pittura. La nuova mostra al MIIT viene pensata come un sistema interattivo, una ripetizione del tema centrale alla ricerca di un’armonia d’insieme”.

“Nietzsche trovò nel Tristano wagneriano – afferma Gian Piero Nuccio – l’opera in cui la logicità apollinea del mondo socratico platonico si scontrava con la dissolvenza incontrollabile del mondo dionisiaco. Un amore indotto da pozioni magiche non riesce a sottostare alla ragione di stato. Acidi cromatismi e sospensioni armoniche creano la suspense e l’incertezza su cui si fonda l’intera opera, mentre la musica non riesce a descrivere la rappresentazione scenica, ma i simboli e i sottintesi che ne nascono. Nietzsche restò affascinato da questo recupero della sensualità dell’irrazionale operata da Wagner, trovandola così vicina alla sua intenzione di un superamento della razionalità, come ben descrive ne “La nascita della tragedia greca” (1872). Affrontare la traduzione di tutto ciò nel linguaggio pittorico è impresa piuttosto ardua. L’artista, ben consapevole del senso di attesa cui lo spettatore è sottoposto, traduce in simbolismi i cromatismi e le sospensioni armoniche. Nulla, dunque, nell’opera pittorica risulta chiaro, esplicito, tutto è lasciato alle interpretazioni. Trecce e nodi ( Isotta? Tristano?) sono sparsi per i vari quadri, indistricabili entrambi, unici soggetti figurativi di tutta l’opera. Il resto è astrazione, fumi di colore che si mescolano l’un l’altro, nebbia che avvolge e nasconde le due figure, segni e scritture non traducibili in sensi letterari conosciuti. La mancata definizione informale, come le catene di dissonanze wagneriane, crea l’attesa mai colmata, come il desiderio che, nei due amanti, si riproduce continuamente. La risoluzione finale starà nella morte dei due protagonisti. Ma nei quadri questo non è detto. L’artista lascia i soggetti indefiniti e lo spettatore si porta dietro questa suspense per tutta la mostra.

Nei lunghi viaggi tra Inghilterra e Irlanda le nebbie marine – qui tranquilli rosa, azzurri, pallidi ocra – offuscano una realtà sempre inafferrabile e quindi tragica, tanto quanto la condizione umana angosciante della non accettazione della propria finitezza”.

Gianna dalla Pia Casa è nata ad Este, nel Padovano, ma vive e lavora a Torino dove conduce un’intensa attività espositiva con mostre personali e collettive. All’Accademia di Belle Arti di Torino è stata allieva di Sergio Saroni, Davico e Francesco Franco. Nel suo interesse perle Arti figurative, ha anche insegnato, trova spazio la poesia visiva che interpreta con particolari declinazioni. Le sue ricerche si sviluppano su diversi piani interpretativi, concettuale, intellettuale e formale, realizzando un percorso unitario tra l’idea, il suo richiamo storico e culturale e la stesura formale che soddisfa il suo piano estetico.

“in uno scritto sulla contemporaneità – precisa Gian Piero Nuccio – Agamben afferma che la contemporaneità è ‘quella relazione con il tempo che aderisce ad esso attraverso una sfasatura o un anacronismo’. Per chi si occupa di arte e, in particolare, di arte contemporanea, questa affermazione risulta particolarmente stimolante. L’arte contemporanea ha da tempo consegnato tutta la validità dell’opera al concetto, ritenendo superati, in un’epoca di incontenibile sviluppo dei mezzi espressivi, problemi relativi al saper fare.

In questo modo l’artista viene liberato dal peso degli inganni “illusionistici” come il chiaroscuro o la prospettiva, che dimostravano la sua capacità di creare una realtà altra, in grado di coinvolgere pienamente lo spettatore nella narrazione. Resta il fatto che si possano generare pericolosi fraintendimenti, quando non facili speculazioni. L’utilizzo della tecnica incisoria, complessa e certamente démodé, dovrebbe eliminare questo pericolo. Di qui l’approdo a quella sfasatura di cui parla Agamben. Questa tecnica arcaica, prossima all’arké, cioè all’origine, continua ad agire nella contemporaneità dove il segno rupestre, il tratto scavato , durano tutt’oggi. L’altra grande responsabilità della contemporaneità risiede negli intenti contenutitrovi che l’artista esprime nelle sue opere. Italo Calvino nelle sue Lezioni americane descrive come , per conoscere in profondità il mondo e per indagarlo e scoprirlo, occorra prenderne le distanze. Solo così lo si può superare e rappresentare.

Lo sguardo va dunque rivolto al mondo con leggerezza per svelare l’invisibile, andare oltre la superficie e scoprire cosa c’è sotto. Rientra in gioco la sfasatura rispetto al tempo corrente. Perseo guarda Medusa riflessa nel suo scudo per non essere tramutato in pietra dal suo sguardo. Le vaste campiture nere sono l’invito a osservare il mondo non direttamente, ma di riflesso. L’ombra definisce le luci. Nella calma, nella profondità e nel silenzio dei neri la leggerezza svela l’invisibile”.

 

Museo MIIT Museo Internazionale Italia Arte

Gianna dalla Pia Casa. “Tristano e Isotta. Opere in acrilico”

Gian Piero Nuccio “Sfasature. Opere di incisione”.

Dal 22 febbraio al 5 marzo 2024

Orario dal martedì al venerdì dalle 15.30 alle 19.30. Sabato 10.30-12; 15.30-19.30

 

Mara Martellotta

Un trittico di mostre apre l’anno 2024 a Camera – Centro Italiano per la Fotografia

Un trittico di mostre inaugura l’anno 2024 di Camera – Centro Italiano per la Fotografia, esposizioni dedicate a grandi maestri della fotografia internazionale. Dalle immagini della guerra civile spagnola a un grande progetto artistico nella Milano del boom economico, passando attraverso i paesaggi del Piemonte rurale.

La prima mostra intitolata “Robert Capa e Gerda Taro: la fotografia, l’amore, la guerra” ha il suo fulcro nella guerra civile spagnola, momento cruciale della storia del XX secolo, e nel rapporto professionale e sentimentale tra Robert Capa e Gerda Taro, tragicamente interrottosi con la morte della fotografa avvenuta nel 1937. Fuggita lei dalla Germania nazista, lui emigrato dall’Ungheria, Gerta Pohorille e Endré (poi francesizzato André) Friedmann (questi i loro veri nomi), si incontrano a Parigi nel 1934. L’anno successivo nasce il loro sodalizio artistico-sentimentale, che li porta a frequentare i “caffè” del quartiere latino e a impegnarsi nella fotografia e nella lotta politica. In una Parigi in gran fermento, invasa di intellettuali e artisti da tutta Europa, Gerta si inventa il personaggio di Robert Capa, ricco e famoso fotografo americano approdato da poco nel continente, alter ego con il quale André si identificherà con il resto della sua vita. Anche Gerta cambia il suo nome e assume quello di Gerda. L’anno decisivo per entrambi è il 1936, quando raggiungono Barcellona per documentare la resistenza repubblicana.

Prima di approdare in Spagna, Robert fotografa le elezioni a Parigi, la vittoria del Fronte Popolare, gli scioperi e le manifestazioni, pubblicando alcuni servizi sulla stampa francese. A inizio agosto del 1936 raggiungono Barcellona per documentare la resistenza repubblicana, e nei mesi successivi ritornano in Spagna più volte, insieme o singolarmente.

La mostra si conclude con la morte di Gerda, avvenuta sul fronte spagnolo, a Brunete. Negli anni successivi, Robert Capa viene riconosciuto come il più grande fotoreporter della storia, ma è accanto a lei che la sua leggenda inizia. È proprio del 1936 lo scatto leggendario di Capa rappresentante “Il miliziano colpito a morte”, mentre Gerda Taro scatterà la sua immagine più iconica ne “una miliziana in addestramento” con la pistola puntata e scarpe con i tacchi, da un punto di vista inedito della guerra fatta e rappresentata da donne.

L’intensa stagione fotografica, guerra e amore di questi due straordinari personaggi è narrata nella mostra di Camera, curata da Walter Guadagnini e Monica Poggi, attraverso le fotografie di Gerda Taro e Robert Capa, nonché grazie alla riproduzione di alcuni provini della celebre “valigia messicana”, contenente 4.500 negativi scattati in Spagna dai due protagonisti della mostra e dal loro amico e sodale Davide Seymour, detto Chim. La valigia, di cui si persero le tracce nel 1939, quando Capa la affidò a un amico per evitare che i materiali venissero distrutti o sequestrati dalle truppe tedesche, è stata ritrovata alla fine degli anni Novanta a Mexico City, permettendo l’attribuzione corretta di una serie di immagini di incerta provenienza.

La seconda mostra è una personale dedicata a Michele Pellegrino, intitolata “Michele Pellegrino. Fotografie 1967 – 2023”, curata da Barbara Bergaglio, si compone di 50 immagini del fotografo nativo di Chiusa di Pesio nel 1934. Un’essenziale antologica del suo percorso creativo, tra montagne, ritualità, volti e momenti del mondo contadino che narrano la passione per la sua terra e per la fotografia. La mostra si compone di cinque sezioni che costituiscono una sintesi del lavoro dell’autore nel corso della sua lunga attività professionale e artistica: Esodo, Storie di uomini e di montagne, Visages de la contemplation, Scene di matrimonio, Le nitide vette e Langa.

La prima sezione contiene reportage realizzati negli anni Settanta dal fotografo tra le valli cuneesi, ritratti di abitanti, mezzadri, margari, uomini, donne, bambini e anziani vissuti in condizioni durissime che hanno portato all’abbandono della montagna e alla ricerca di una vita migliore a valle. Con “Visages de la contemplation” si entra nel progetto artistico dedicato al tema della clausura. Pellegrino indaga questa realtà nascosta in cui viene ammesso gradualmente, conquistando fiducia e riuscendo a entrare attraverso il passaparola, all’interno di abbazie e conventi italiani e francesi. “Scene di matrimonio” nasce dai servizi fotografici di nozze durante i quali, oltre alle fotografie ufficiali, il fotografo fissa sulla pellicola momenti dei preparativi e della festa, colti con simpatia e un pizzico di ironia. Siamo negli anni Cinquanta, ed egli ritrae la bella sposa fiera del suo abito, i camerieri sull’attenti, le damigelle in attesa, le coppie felici e i gruppi di famiglia dalla significativa prossenica. Le fotografie dedicate alla montagna sono proposte nella sezione “Le nitide vette”, frutto di pazienti attese e lunghi appostamenti per cogliere la luce migliore nel momento giusto, mentre altri scatti sono stati realizzati “al volo”. Langa è la sezione dedicata a un territorio molto noto, attraversi poche e intense immagini lontane dagli stereotipi attuali.

La terza mostra è quella dedicata a Ugo Mulas, che ha fotografato l’opera realizzata nel 1961 da Saul Steinberg, una straordinaria decorazione a graffito dell’atrio della palazzina Mayer, a Milano. Si trattava di un lavoro importante che seguiva altre analoghe imprese compiute dal grande illustratore nel decennio precedente. Per aiutare Mulas nel suo lavoro, Steinberg redige un breve testo che spiega l’iconografia e il senso dell’opera, e decide per la prima e unica volta di lavorare sull’intonaco fresco, popolando i muri di personaggi e allegorie che affondano le proprie radici nella vita personale dell’artista. I graffiti andarono distrutti e le fotografie di Mulas rimangono l’unica testimonianza del lavoro di Steinberg.

 

Camera – Centro Italiano per la Fotografia, via delle Rosine 18, Torino

www.camera.to

 

Gian Giacomo Della Porta

In Piemonte 180mila con malattie della pelle: patologie da affrontare anche sotto l’aspetto psicologico

Malattie della pelle: “La psoriasi e la vitiligine interessano in Piemonte circa 180.000 persone: 135.890 la prima e 42.460 la seconda. Si tratta di patologie che non possono essere definite semplicemente come ‘estetiche’, perché possono presentare importanti ripercussioni sulla salute fisica e mentale del paziente”. Lo ha detto il presidente dell’Associazione nazionale “Gli amici per la pelle” Ugo Viora nel corso dell’audizione svolta in Consiglio regionale  in Commissione Sanità, presieduta dal vicepresidente Andrea Cane, sulla situazione della dermatologia piemontese.

“Dobbiamo contribuire alle campagne di comunicazione per eliminare lo stigma sulle malattie dermatologiche: non sono contagiose, pericolose né trasmissibili”. Ha aggiunto Viora, nel corso dell’audizione, richiesta dallo stesso vicepresidente Cane.

Viora ha parlato di “mancanza di una rete regionale di coordinamento e del declassamento, nel corso degli anni, delle strutture complesse a strutture semplici”, sottolineando che “gli specialisti territoriali non sono coinvolti nella gestione delle malattie infiammatorie e autoimmuni e che solo Torino dispone di ambulatori di dermatologia pediatrica”.

Pietro Quaglino della clinica dermatologica dell’Azienda ospedaliero universitaria Città della salute e della scienza di Torino, che ha circa 2mila pazienti in trattamento, ha evidenziato “i progressi nelle cure introdotti dai farmaci innovativi biologici” e sottolineato “la necessità di creare una rete che coinvolga ospedali e territorio per garantire un miglioramento nell’approccio, nei tempi di gestione e nelle possibilità verso i pazienti basato sui principi di condivisione e di collaborazione anche multidisciplinare”.

Sono intervenuti, per richieste di approfondimenti, Silvio Magliano (Moderati), CaneAlessandro Stecco (Lega) e Francesca Frediani (Misto – Up).